tag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post4398135184724431115..comments2024-03-28T12:30:18.500+01:00Comments on Goofynomics: Le confessioni di un erasmianoAlberto Bagnaihttp://www.blogger.com/profile/01537817604337970621noreply@blogger.comBlogger116125tag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-24992616689552334082016-04-14T15:45:45.013+02:002016-04-14T15:45:45.013+02:00"La generazione Erasmus semplicemente non esi..."La generazione Erasmus semplicemente non esiste ed è argomento che fomenta solo l'odio generazionale perché nei fatti è mettere vecchi contro giovani." Condivido in parte il suo articolo, ma la conclusione è profondamente sbagliata nei termini, in quanto la generazione Erasmus esiste eccome, perché da quando è iniziato il programma, molti studenti hanno avuto la possibilità di studiare un tempo all'estero, imparare una lingua e una cultura differente dalla propria, mettersi alla prova, socializzare con molte persone diverse provenienti da differenti paesi d'europa e oltre. Quindi, chiunque abbia fatto questo tipo di esperienza, proficua o meno, breve o meno, studiando o fregandosene, ha comunque qualcosa in comune e in più rispetto a chi non l'ha fatta, e la generazione Erasmus è l'unica flebile fiamma e speranza per una comunità europea fatta dalle persone e non dalle banche e dai governi ad esse sottoposti. Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13424501601406843038noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-42935688123492705382016-04-14T15:37:20.455+02:002016-04-14T15:37:20.455+02:00Questo commento è stato eliminato dall'autore.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13424501601406843038noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-20688435995047458572016-04-10T00:57:58.745+02:002016-04-10T00:57:58.745+02:00Pardon, "Denis", non "David".Pardon, "Denis", non "David".Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-85635174943810065532016-04-10T00:52:52.763+02:002016-04-10T00:52:52.763+02:00Non credo di aver mai utilizzato la parola inerzia...Non credo di aver mai utilizzato la parola inerzia; ma a parte altre considerazioni, è l'idea che non ci si sappia gestire sei mesi all'estero da soli che mi pare insostenibile a vent'anni, a meno di non presupporre una preoccupante mancanza di autonomia e consapevolezza certamente dovuta non solo agli studenti, ma anche al modo in cui sono stati cresciuti. Quanto a chi si è lo si capisce e lo si costruisce anche attraverso scelte e azioni (fare o no il servizio militare? fare o no la rivoluzione?); come si sa solo chi non fa non sbaglia. Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-16056205331648386092016-04-10T00:14:53.140+02:002016-04-10T00:14:53.140+02:00Purtroppo è tutto il contrario di una generalizzaz...Purtroppo è tutto il contrario di una generalizzazione, dato che come sono costretta a ripetere, si tratta di prassi diffuse e in certi casi anche regolamentate su tutto il territorio nazionale (campione forse non proprio ristretto). Inesistenti altrove (campione certo troppo ristretto, un paio di nazioni europee). <br />Questo è solo un esempio, attuale: https://fotoliberebbcc.wordpress.com/presentazione/<br />Senza contare che non si è assolutamente in grado di valutare se io abbia o meno testato tutte le biblioteche che il mio campo riguardano, né quante ne ve ne siano, né se siano maggioritarie rispetto a quelle di fisica.<br />Se ho ben capito la disciplina che studiavi, tu usavi e conosci un certo tipo di biblioteche, che sono poche, non sono quelle che frequentano altri, e probabilmente usi proprio poco le biblioteche in generale, che non si limitano a quelle delle università, per non parlare degli archivi. Le biblioteche scientifiche nelle università sono spesso le più aperte e avanzate proprio perché i fisici, tra l'altro, viaggiano spesso, sanno come funzionano all'estero e premono per avere gli stessi servizi anche a casa. Inoltre in fisica mi pare che la bibliografia importante sia più o meno tutta in una base dati consultabile liberamente, e da tempo comunque su riviste online. Ma è un campo disciplinare che riguarda relativamente poche persone, rispetto a chi studia altro e si misura con altre strutture, necessitando di altri servizi.<br />Questo è appunto il lato formale e ufficiale con cui tutti si devono confrontare.<br />Andare all'estero e conoscere un altro modo di intendere e fare servizio pubblico, semplicemente spesso più di buon senso, rende consapevoli di come l'"elasticità" più o meno ad personam, o a ruolo, sia in un certo senso ancora peggio, perché le biblioteche come gli archivi devono agevolare lo studio, non il contrario, e questo si deve rispecchiare innanzitutto nei regolamenti, dando non elasticità, ma diritti chiari e garantiti a tutti, e non facendo eccezioni agli stessi (si parla se mai di regolamentazione nella gestione delle eccezioni che è altra cosa e può portare nel tempo a cambiamenti stabili nei regolamenti stessi). Inoltre il vivere sulla base dell'elasticità e dell'eccezione oltre a essere fondamentalmente poco dignitoso come se si dovesse elemosinare un favore, apre la strada a ogni sorta di arbitri, nonché di di disagio per chi non sa se troverà il funzionario sufficientemente elastico o meno. Si può ricordare lo scavalcamento di un cancello con un sorriso, ma quanto dovervi ricorrere o contare sia insensato lo si capisce quando si vive una situazione in cui, semplicemente, nessuno ti porrà nella condizione di doverlo fare, magari perché non ci sono cancelli, ma soprattutto perché l'organizzazione di certi servizi è pianificata per farti fare il tuo lavoro senza perdere energie nello scavalcare regole inutili ma sacralizzate, concentrandole invece nelle difficoltà che ti pone la ricerca. A quel punto se vuoi avere un ricordo di scavalcamento cancelli perché giovinezza è bella e fuggitiva, lo fai nella privata vita, come è capitato anche a me di fare, pure all'estero, sapendo che si trattava di una bravata, non di qualcosa che era necessario per finire quello che dovevo finire, esperimento o lettura che fosse.<br />Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-57147443575776703912016-04-07T23:35:39.246+02:002016-04-07T23:35:39.246+02:00Ho sempre considerato questo tipo di esperienze al...Ho sempre considerato questo tipo di esperienze alla "erasmus" una perdita di tempo, dovevo concentrarmi sul percorso di studio quindi non le ho mai fatte. Inoltre nella mia facoltà la fica non mi è mai mancata, quindi.....Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/11948400240295275917noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-45155145945555045942016-04-07T17:46:55.422+02:002016-04-07T17:46:55.422+02:00P.S. Solo i fascisti e i lumbard chiamano la gente...P.S. Solo i fascisti e i lumbard chiamano la gente per cognome. Ti autorizzo a chiamarmi fraternamente NicolaAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/12021880484642672550noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-20059655515868142812016-04-07T17:42:00.743+02:002016-04-07T17:42:00.743+02:00"[...] senza nessuno che pretende di chiudere..."[...] senza nessuno che pretende di chiudere alle 14, che chiude la distribuzione, che ti impedisce di fare foto al materiale fuori copyright, che ti chiede di portare vergate con il sangue venti lettere di presentazione per vedere un manoscritto, che impedisce di utilizzare internet perché noto attrezzo per terroristi perditempo, dove i libri si comprano e si danno in lettura e in prestito in pochi giorni, dove i trasporti pubblici ti aiutano a lavorare... magari! [...]"<br /><br />A me è suonata come una generalizzazione, che nella mia particolare esperienza non ho riscontrato. Può darsi certamente che io abbia frainteso, del che, nel caso, mi scuso.<br /><br />Aggiungo inoltre che l'atteggiamento tenuto nell'accessibilità ai laboratori è (o almeno, era 10 anni fa. Oggi non so, perché non frequento più) solo un esempio di un'elasticità che, in generale, veniva ampiamente accordata anche in altri aspetti della vita accademica (prestiti di libri, copia degli stessi, ecc. ecc.). Mi sono riferito a quello specifico esempio perché è l'unico di cui ho avuto esperienza diretta, avendo io già autodenunciato una scarsissima (per non dire inesistente) dedizione allo studio. Con ciò volendo non già invalidare quanto da lei sostenuto, quanto piuttosto sottolineare come inferire regole tanto generali (ripeto, è possibilissimo che io abbia frainteso e il suo intento fosse altro) dal suo campione necessariamente ristretto non sia ciò che si può chiamare un'analisi rigorosa ed esaustiva. Sed absit iniuria verbisAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/12021880484642672550noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-24688863314773656302016-04-07T13:10:55.704+02:002016-04-07T13:10:55.704+02:00Pellegrina, dove leggi, nelle mie parole, un inno ...Pellegrina, dove leggi, nelle mie parole, un inno all'inerzia? Ho solo evidenziato la necessità - prioritaria - di giungere ad una precisa consapevolezza circa determinate premesse. Non voglio una <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Balaklava#La_carica_della_brigata_leggera" rel="nofollow">Balaklava</a>, tutto qui. <br />A corollario: come posso sapere quanta cautela dovresti importi da te? tu sola sei in grado di poterti conoscere. I giovani sono una categoria individuabile secondo quantità: sono giovani tutti coloro che vanno da x a y anni. Giovani non sono un insieme omogeneo per qualità. Se tu pensi di poter dare qualcosa concretamente contenendo i rischi, nel campo che ti è proprio, fallo. Il punto non è sbagliare o meno, in un certo senso si sbaglia sempre, a qualunque età; quello che conta è che tu abbia maturato un ragionamento in conseguenza del tuo errore, cioè che abbia ottenuto, attraverso l'errore, l'occasione per evolvere. Né, ovviamente, l'età dev'essere intesa necessariamente come indice di raggiunta consapevolezza di sé, anzi. 20 anni non è l'età per sbagliare, ma l'età in cui sbagliare è oggettivamente più facile. Cioè sbagliare a 20 anni è un dato di fatto, praticamente certo. Alcuni, poi, rimangono a 20 anni anche a 40, 50, 60 e oltre. Però, vedi, c'è differenza tra un non patentato che sottrae l'auto ai suoi, ne rovina la carrozzeria e capisce l'errore e un 20enne, senza particolari esperienze che decide di fare la rivoluzione, giusto? Anche capisse l'errore, il danno da lui creato sarebbe incommensurabilmente maggiore; così, come il grado di danno è diverso, anche l'autonomia è qualcosa che si conquista per gradi. A mio modo di vedere responsabilità significa comprendere quando e come mettere dei paletti, un confine. I giovani non devono fare la rivoluzione, devono capire il più presto possibile chi sono, dopodiché saranno la rivoluzione. Non occorrerà farla. Oppure ripetiamo il '68.<br /><br />Ci tengo a precisare, nuovamente, che io NON sono assolutamente contrario all'incontro di talenti, associazione o meno che sia. Sono contrario a farlo senza prima aver raggiunto consapevolezza e chiarezza assoluta circa quelle premesse e considerazioni generali che ho specificato nel/i commento/i precedente/i. Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13940071645547811680noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-42024037581961204282016-04-07T12:33:16.962+02:002016-04-07T12:33:16.962+02:00Grazie dell'invito.Grazie dell'invito.martinethttps://www.blogger.com/profile/10816938592568801702noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-92211282816074984232016-04-07T08:08:29.607+02:002016-04-07T08:08:29.607+02:00Certo che lo devo al mio impegno, come chiunque al...Certo che lo devo al mio impegno, come chiunque altro raccoglie ciò che semina. Ma la mia strada se fossi rimasto come il 99% degli italiani al baretto a vedere Roma e Lazio sarebbe quella di oggi: a lamentarmi che non c'è lavoro, senza riuscire a capire cosa è questa europa. La smetta con questa storia della propaganda: è banale che un politico tiri acqua al suo mulino con ogni mezzo, anche quelli che non gli appartengono. SalutiBorsolehttps://www.blogger.com/profile/15002139054523426511noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-18810051285693219772016-04-07T00:02:31.345+02:002016-04-07T00:02:31.345+02:00Mi correggo. Una cosa posso e sento il dovere di t...Mi correggo. Una cosa posso e sento il dovere di tagliarle meglio. Perché tocca il fondamentale argomento della propaganda, che non è far vedere che si è bravi per raccogliere voti. Dunque, il suo ovvio non è il mio.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13940071645547811680noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-82387735569285005142016-04-06T23:37:00.287+02:002016-04-06T23:37:00.287+02:00Borsole, Lei non deve al suo Erasmus nulla più di ...Borsole, Lei non deve al suo Erasmus nulla più di quanto non debba all'impegno che ha profuso per ottenere la carriera che desiderava. Il secondo, mi creda, ha fatto la vera differenza. Non riesco a tagliargliela meglio e soprattutto più di così. Lei veda nel mio discorso ciò che ci vuole vedere, non posso occuparmi anche di questo.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13940071645547811680noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-57264599536656166472016-04-06T22:58:56.917+02:002016-04-06T22:58:56.917+02:00Si rilegghi Lei (Fantozziana memoria...) perchè qu...Si rilegghi Lei (Fantozziana memoria...) perchè quelle citate da me sono parole sue: il 18 politico, i programmi ridotti, i professori così pazienti (così pazienti alcuni che in Catalogna si rifiutavano di fare lezione in castillano pensi...). Facciamo così: faccia Lei pace col cervello e si formi un'opinione coerente, poi si discuta (da solo, che con quelli come Lei non voglio avere molto a che fare). Vede, il problema è che Lei è uno dei problemi di questo paese, giovani (o adulte, o vecchie) generazioni che non capiscono una fava e neanche se ne rendono conto. Ma non si preoccupi, è in buona compagnia.Borsolehttps://www.blogger.com/profile/15002139054523426511noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-31007027636708551342016-04-06T22:17:15.393+02:002016-04-06T22:17:15.393+02:00Nicola B., perdonami: il richiamo al senso di resp...Nicola B., perdonami: il richiamo al senso di responsabilità è sacrosanto. Ma davvero dobbiamo aspettare quando? venti anni? a leggerti parrebbe che sia ancora troppo presto - per cominciare a inculcarlo? Si comincia dai primi anni di vita, verso sé stessi, verso gli altri, verso ciò che è comune, verso gli impegni propri e altrui: e questo non vuol dire educazione tetra a suon di sculacciate. Ma se non cominci subito, è ovvio che qualsiasi occasione di autonomia non la potrai vivere che come uno sbandamento, confondendo il divertimento con il bercio e con la sbronza, pure a 80 anni suonati. Non è così, non è necessariamente così. Proprio la mancanza di educazione all'autonomia e alla responsabilità mantiene eterni adolescenti, non il rinviare le prove di autonomia a quando si hanno i capelli bianchi e le rughe in faccia - e non si è per questo più responsabili che a venti anni. I momenti migliori e più ricchi vanno dai 35 ai 45: 20 è il momento per sperimentare, per sbagliare, anche, ma non si può rimanere in attesa a casa tutta la vita.Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-88431537506078588882016-04-06T21:58:51.166+02:002016-04-06T21:58:51.166+02:00Claudio, io vivo la situazione inversa, per cui in...Claudio, io vivo la situazione inversa, per cui in qualche modo ti capisco. Mai affidato i miei sogni alla Ue, sempre stata molto scettica sulle politiche volute dalla Unione santa, ma sinceramente mai preso neppure una specializzazione in economia del debito e funzione della moneta. Ma in erasmus (e conosco pure Strasburgo di cui ho visitato il quartiere EU fremendo di rabbia impotente perché c'ero e anche quello andava visto) sono al contrario venuta a conoscenza proprio del dibattito sull'euro e delle posizioni no euro, grazie a riunioni e incontri nelle università (Todd, Sapir): ho cominciato a documentarmi e sono arrivata al Tde dove ho scoperto la storicizzazione del problema in rapporto all'Italia. Per cui non necessariamente si parte ingenui per tornare piddini - di nome e di fatto. Al contrario, in Italia nessuno della mia famiglia condivide questa "ossessione", se non per affetto, per cui mi si lascia parlare ché tanto sono quella esagerata. In generale, piaccia o no, l'erasmus permette di approcciare altre realtà, quindi di fare paragoni, e porsi domande, a persone che spesso viaggiano poco e che hanno poca autonomia. Questo in sé è sempre un bene, perché dà l'opportunità di riflettere. Il discorso sulla UE è un discorso che parte da lontano. Ma il diritto allo studio diffuso che esiste altrove, che tra mille altre condizioni di vita tanto colpisce gli erasmus, e che prima o poi la UE finirà col distruggere alzando il pavese di Padoa Schioppa, David Kessler e mille altri, non è da confondere con le politiche economiche UE. Le sue radici vengono da ben altre motivazioni e antenati, lo scopo non era, quando venne creato, facilitare la mobilità e lo sfruttamento della manodopera, bensì offrire un'occasione di riscatto, di mobilità sociale, di miglioramento delle condizioni di vita, la sua organizzazione nasce e viene finanziata su base nazionale, non è una creazione paragonabile all'erasmus. Ecco forse ci si dovrebbe sforzare di tenere più distinti questi due piani. L'erasmus è stato sicuramente quanto meno un'arma di propaganda della comunità europea, ma è anche nato una trentina di anni fa pur se si è diffuso dopo. Il contesto è mutato, oggi.Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-17977387918917754762016-04-06T21:35:54.314+02:002016-04-06T21:35:54.314+02:00Uh che diluvio. Cerco di rispondere, perché mi sem...Uh che diluvio. Cerco di rispondere, perché mi sembrerebbe scortese non farlo.<br />@Bertani: la durezza del vivere ha per titolo Parigi e Berlino ritorno alla realtà. Quindi non gli è ignota semplicemente gli è arrivata più tardi. Oppure non riguarda gli studenti universitari, o non ancora. A quanto mi si dice (ma non conosco la situazione direttamente, quindi vorrei evitare affermazioni alla cuginesca) a Berlino oltre a molto altro ti pagano persino la tessera del tram. Il vero problema si pone quando esci dall'università, e comincia a mordere duro anche lì dove sono stata. <br />@Maxwell: se "Burundi" per te definisce la maggiore università della capitale d'Italia, vedi un po' tu.<br />@Guido Costantini: domanda costante. La tesi di laurea continua a chiamarsi così, almeno da noi. L'erasmus di dottorato, come ho avuto occasione di spiegare anche alla responsabile degli scambi universitari del paese di destinazione, riguarda per l'appunto la tesi di dottorato. <br />@Nat: sorella carissima :-) le vie della lettera di presentazione fanno parte di quelle infinite ;-). Esperienza senza dubbio splendida, mi piacerebbe saperne di più.<br />@Marco S: l'eccellente autorevolezza scientifica del parroco non puà essere messa in dubbio. Ovviamente non può non includere le pietre, o meglio la pietra. <br />@Milo: purtroppo sono arrivata troppo tardi per riuscirci. Il fango sotto cui la UE ci sta seppellendo mi impedirà con ogni probabilità di percorrere la strada che tu hai percorso per gli stessi tuoi motivi, malgrado impegno e passione. Per me comunque non sarebbe stato un ripiego, soprattutto perché il mio soggetto riguarda proprio questo paese.<br />@Strada: la situazione di un laboratorio non è neanche lontanamente paragonabile a quella di una biblioteca. Né per il tipo di pubblico che la frequenta, né per gli oggetti che conserva, né per i servizi che deve erogare per poterlo frequentare. Ah, tra parentesi, alcune delle condizioni che ho citato, definite dal tuo commento "problema dei regolamenti locali" sono quelle che regolano, tra l'altro, le biblioteche del Ministero dei beni culturali e gli archivi di stato, strutture presenti, com'è ben noto, sull'intero territorio nazionale. A meno che con "locale" non si voglia intendere "italiano in seno alla UE", perché come passi le Alpi scopri che queste condizioni non riescono a varcare i monti. Tuttavia io preferirei non utilizzare simili definizioni, ma magari qualcun altro ci si ritroverebbe maggiormente. <br />Lo so benissimo, per motivi vari, che in certi laboratori si entra e si esce 24 h 00. O meglio lo fanno alcuni pochi e proprio perché pochi, e perché il contesto diciamo docente, è a spada tratta favorevole e protettivo, spesso contro le strutture stesse. Ma non sono il centro del mondo né della vita universitaria, per quanto a volte ci si compiaccia un po' troppo di ritenerli tali.<br />Comunque: dove mai in quanto ho scritto, qui, altrove, su qualsiasi mezzo di comunicazione, mi può essere attribuita l'espressione, o un suo equivalente, di: "inferiorità genetica nazionale"? In che frasi e con quali parole? Perché ci terrei abbastanza a sapere cosa possa autorizzare a collegare le mie parole a una simile immagine.<br /> Pellegrinahttps://www.blogger.com/profile/03944191771146026592noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-16392352541232782692016-04-06T19:35:24.738+02:002016-04-06T19:35:24.738+02:00Borsole, prima di obiettare dovrebbe avermi quanto...Borsole, prima di obiettare dovrebbe avermi quantomeno letto. È evidente che non l'ha fatto e pertanto è altrettanto evidente che non possiamo proseguire in discussione. Se ne ha voglia lo faccia, si rilegga e poi, nel caso, mi faccia sapere. Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13940071645547811680noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-75254860737909596262016-04-06T09:43:02.276+02:002016-04-06T09:43:02.276+02:00"TUTTI e dico TUTTI sanno perfettamente, prim..."TUTTI e dico TUTTI sanno perfettamente, prima di andare, che non si va in Erasmus per motivi didattici (salvo per la lingua che però impari se quello è un tuo obiettivo primario, e non sei obbligato a farlo, o preferibilmente già la sai). Chi dà esami durante lo scambio ottiene, di norma, il 18 GA-RAN-TI-TO, qualunque sia la prestazione; spesso l'oggetto consiste in un programma estremamente ridotto rispetto allo stesso per gli studenti autoctoni e la pazienza del professore di turno assomiglia a qualcosa che neanche Gesù nel Getsemani. L'esame di lingua obbligatorio invece viaggia tra i due estremi della farsa, nella peggiore delle ipotesi e della spintarella, nella migliore."<br />Caro Nicola,<br />Tu fai parte della cerchia che dell'Erasmus non ha capito una beata fava - a parte l'ovvio - cioè che il politico europeo di turno lo usa come spot elettorale per far vedere quanto è bravo. Quando ho fatto l'Erasmus, l'università italiana mi ha messo i bastoni tra le ruote, mentre quella spagnola che mi ha ospitato mi ha decisamente rotto il c...o a suon di lezioni e libri.<br />Gli esami non ce li ha regalati nessuno (ho visto diverse persone venire bocciate alla grande, perchè seguivano il tuo ragionamento del 18 GA-RAN-TI-TO), la tesi che ho fatto all'equivalente CNR spagnolo neanche. Alcuni hanno chiesto a papa e mamma altre 250€ da aggiungere a quelle della borsa di studio, come me, altri hanno lavorato e si sono messi da parte i soldi per partire.<br />Se fossi il ministro dell'istruzione di questo sciagurato paese, renderei obbligatorio per il conseguimento della laurea un periodo minimo di studio all'estero di almeno sei mesi. Quelli che fuori scopano o non scopano infatti, tornano tutti con una consapevolezza: l'Italia è un paese con dei diritti civili e tutele che altri si sognano. E siccome è un laureato che di solito va a coprire ruoli di dirigenza, questo paese non può che trarne benefici. Oggi quei diritti vengono meno proprio perchè quelli che non mettono fuori il naso dal loro paesello, pensano che faccia tutto schifo qui e che tutto gli sia dovuto. Tu fai parte di loro, e neanche te ne rendi conto. Per capire una cosa, devi osservala da fuori, non da dentro. A me l’Erasmus ha lanciato una carriera, i professori italiani che ragionavano come te invece (che ci vai a fare in Erasmus è solo una vacanza), me l’hanno azzoppata come potevano.<br />Il problema è quest’Europa e l’euro, non l’Erasmus. Ognuno di noi decide quanto una esperienza (come tutte le esperienze) sarà formativa: puoi andare a vedere un paese dal villaggio vacanze oppure uscire ad esplorarlo – è una tua responsabilità e una tua scelta. Non di meno, meglio questo Erasmus che niente.Borsolehttps://www.blogger.com/profile/15002139054523426511noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-53841283333717838732016-04-06T01:40:50.985+02:002016-04-06T01:40:50.985+02:00Lascerei da parte la nostra metafisica, a questo p...Lascerei da parte la nostra metafisica, a questo punto. Più cerco di spiegare quel che penso, più sono costretto a semplificare. E più sono costretto a semplificare e più me ne allontano, banalizzandolo. Oltretutto quella non è neppure necessaria perché le mie riserve circa la vostra proposta si risolvono tutte sul piano meramente razionale, diciamo empirico, per rimanere aderenti alle definizioni che hai usato. Preciso solo una cosa però: no, non intendo un'entità creatrice, men che meno giudicante. Capisco possa apparire così, ma più ho esigenza di essere chiaro e più, dicevo, la mia spiegazione assume connotazioni troppo semplicistiche. Bene. Ho detto che la questione la risolvo unicamente sul piano razionale ed empirico. Ti riassumo allora il concetto che ti avevo espresso nei commenti e ti mostro cosa intendo: un'associazione è una forma di violenza perché è il viatico preferenziale alla cristallizzazione dell'ego. Non solo quello di tutti coloro che ne verrebbero attratti inevitabilmente, ma anche quello di tutti coloro che avrebbero nobili intenzioni o che la fondano. Dunque anche quello mio e tuo. E questa è la prima attenzione da porre. La seconda, invece, è sui limiti d'azione: si fa solo ciò che si pensa di poter far bene. Ora ti vengo incontro, però, perché mentre la prima è questione insuperabile, la seconda si supera direi in due modi: o facendo solo ciò che si sa fare bene in relazione allo scopo che ci si prefigge (saper fare + scopo da raggiungere, non sono scindibili: se il mio talento non è utile direttamente al fine che intendo raggiungere è meglio se aspetto) o mi faccio aiutare colmando il gap. Dunque, in punti:<br />a) è davvero necessario costituire per forza un'associazione? Si può essere efficaci anche senza conferire natura associativa ad un'incontro di talenti?<br />b) una volta individuato uno scopo, un obiettivo (che deve essere oltretutto anche molto chiaro) questi nostri talenti come si relazionano ad esso? Avremmo bisogno, in tutta onestà, di altri magari più esperti oppure no? Questi altri chi sono? Sarebbero disponibili? Perché no? Perché sì?<br />Su queste premesse io mi porrei anche in dialettica con voi (povero Hegel, a me sta simpatico, quindi sono disponibile alla sintesi. I tedeschi mi stanno simpatici, perché hanno questo loro modo crucco di ragionare ordinatamente logico, ma finiscono sempre per irrigidire tutto). Però, per quel che riguarda quelle premesse, Ich bin ein BerlinerAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/13940071645547811680noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-82830719869961247372016-04-05T18:55:47.364+02:002016-04-05T18:55:47.364+02:00L'ho pensato spesso anche io. L'effetto va...L'ho pensato spesso anche io. L'effetto vacanza e l'innamoramento per un paese sono troppo forti per essere ignorati.Marco Milardihttps://www.blogger.com/profile/07124044743248702125noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-76135842106191859192016-04-05T16:07:58.167+02:002016-04-05T16:07:58.167+02:00Nessuno dice che bisogna fare avventure che mettan...Nessuno dice che bisogna fare avventure che mettano a rischio le oasi di libero pensiero; e non credo sia questo il caso o non l'avrei nemmeno presa in considerazione.<br />Sai, il fatto è che vedo tra noi delle divisioni in ultima analisi metafisiche, ma non necessariamente etiche, tanto meno quindi pratiche. Mi sembra che tu costruisca la tua etica in riferimento ad una entità creatrice e giudicante, sbaglio? Ebbene, se sei convinto che questa etica è giusta, hai il dovere di portarla ovunque vai utilizzando i doni del tuo creatore. Già lo fai ne sono sicuro, ma la questione su cui veramente noi inesperti dovremmo discutere a fondo è: si può fare di più, magari associandosi? E quanto è opportuno fare?<br />Perché se da un lato è opportuno essere prudenti come serpenti e candidi come colombe, dall'altro c'è la parabola dei talenti: mettere il tuo al sicuro senza investirlo non è gradito ("trova il Siniore prima che il Siniore trova te!" cit.).<br />Ora, la mia metafisica è un po' diversa, ma gli esiti etici sono simili; e a parte questi discorsi che spero faremo, sembra davvero che il medioevo del pensiero autonomo sia alle porte (causa sradicamento umano, fine dell'istruzione per tutti e della democrazia... arrivando alle dieci tesi sulla guerra di religione prossima ventura di R. Buffagni) e la domanda diventa: è già ora di chiudersi negli scriptorium per salvare il salvabile, oppure c'è ancora una chance di evitarlo? E se una possibilità esiste, non è un dovere fare del nostro meglio?<br />Ripeto che non ho risposte pronte. Ma l'idea di una Giovinia "seria" è troppo carina per non rifletterci a fondo. Spero che troverete il tempo di passare da Milano, quando sarà.elu eihttps://www.blogger.com/profile/08647185008421349304noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-79259234891326935782016-04-05T14:16:17.968+02:002016-04-05T14:16:17.968+02:00@martinet Tecnicamente avrei anche del Ferrari, ma...@martinet Tecnicamente avrei anche del Ferrari, ma quello lo conservo per quando sarà lei a onare la mia casa con la sua visitaAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/12021880484642672550noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-67342683751751642592016-04-05T00:15:04.627+02:002016-04-05T00:15:04.627+02:00@elu ei
Sì, avevo immaginato. Il fatto, però, è c...@elu ei<br /><br />Sì, avevo immaginato. Il fatto, però, è che la mia non è cautela, ma l'assoluta e consapevole certezza che quello che intendo è esattamente ciò che si verificherebbe nel caso un gruppo di inesperti come noi stabilisse di passare la linea della vigile attenzione per andare oltre. È già accaduto nel recente passato. Il vero cuore è nel cervello e necessita di una maturazione. Potrei provare a convincerti usando un argomento diverso, contrario in prospettiva: Alberto è un grandissimo comunicatore e per chi, come me, ama vedere l'intelligenza nelle persone è addirittura un godimento osservare come si muove tra i dettagli; ha esperienza e competenza. Per chi lo nega non c'è bisogno di controargomentazioni, si squalifica da solo. Eppure il suo messaggio, nei numeri, filtra fino ad un certo punto ( poi a Milano, se potrò esserci, ti dico perché se accadesse il contrario personalmente mi preoccuperei). In passato è accaduto qualcosa di simile anche ad altri intellettuali, con visibilità mediatica ben maggiore. Anche il loro messaggio è filtrato fino ad un certo punto. Dunque a cosa serve tenere accesi tutti quei lumini se la notte è così buia e gli uomini fuggono la luce perché i loro occhi non vogliono abituarvisi? servono a chi, avvertendone la presenza, fidandosi, decide ugualmente di avvicinarsi, serve a coloro che un giorno, forse, dovranno provvedere a tenerli accesi per altri che verranno. Ma la notte rimarrà buia e gli uomini continueranno a preferire l'oscurità fintanto che chi ha fatto la notte così nera e gli uomini così ciechi non deciderà che è sufficiente. Quindi non lo decidiamo noi, come non decidiamo noi quando e se nascere. Ma per tenere accesi questi lumini bisogna essere in grado di farlo. Se quel lumino che Alberto conosce tanto bene, egli fa così fatica a tenere acceso, noi, cosa potremmo fare se non arrivare, alla fine, a farlo spegnere? e che danno che sarebbe una luce spenta, un'altra ancora, nella notte (perché, mi capisci molto bene, c'è in ballo molto di più che un problema macroeconomico nel messaggio di Alberto). Per questo, dicevo prima, come esempio: il sacerdote non può farlo chiunque. Non tutti possono dire: parola di Dio. Giusto? Bisogna conoscersi e intuire di essere preparati, altrimenti la Chiesa ne viene corrotta e con essa, inevitabilmente, il messaggio cui era stata posta a custode. E considera che un lumino non deve mica per forza essere una battaglia politica, sociale o che. Ognuno di noi possiede qualità e difetti. E scelte possibili. Tenerne accesa una può anche consistere nel prendersi cura di una persona o di un gruppo, anche se ci sembrano solo scintille al confronto. Ci possono essere forme diverse. Ma prova a pensare a quanto sarebbe più chiaro il cielo se già tutti facessero solo che scintille. Bisogna raffreddare gli impulsi elu, finché non si è capito bene chi si è: il fatto che senti di non stare facendo il tuo dovere fino in fondo è solo un'illusione.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/13940071645547811680noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2821993064219628483.post-68838431426509076832016-04-04T23:35:05.982+02:002016-04-04T23:35:05.982+02:00Come volevasi dimostrare: finisce sempre a tarallu...Come volevasi dimostrare: finisce sempre a tarallucci e vino, pardon, grappa.<br /><br />(ah, questi gggggggggiovini...)martinethttps://www.blogger.com/profile/10816938592568801702noreply@blogger.com