lunedì 26 febbraio 2018

Compagni che non hanno sbagliato (secondo loro)

Sto tornando da Firenze a Roma, sono all'inizio della Val di Chiana e si comincia a vedere un po' di neve. Non riuscirò a raggiungere Matteo a Celano, ma lo vedrò poi domani a Firenze. Domattina sono ad Agorà. Stamattina ero alla rassegna stampa di Italia7 (come comunicato su Twitter, ma non su Facebook per impossibilità materiale: ieri ho avuto cinque incontri a Firenze, fra privati e pubblici...).

A Italia7, emittente locale, ho trovato il solito clima civile e disteso che trovo in emittenti consimili. Giornalisti preparati, interlocutori rispettosi, o quasi. La mia avversaria, in quella circostanza, era Tea Albini, appartenente a quel partito che non avendo avuto l'intelligenza di scegliermi per alleato, ha rimediato con la scemenza di scegliermi per avversario (cosa che non augurerei a nessuno, nemmeno a me stesso, tant'è che vado generalmente molto d'accordo con me). Aiutava a distendere i toni il fatto che, come mi sono affrettato a chiarire in guisa d'esordio, abbiamo un comune avversario: quel simpatico sbruffone tutto Europa e distintivo, che evita, con la scusa di essere superiore, un dibattito con me nel quale soccomberebbe. Come dicevo ieri sera a cena al Nil Hotel, il poverino poteva scegliere fra farla finita rapidamente, accettando un dibattito e facendosi sconfiggere, o una lunga agonia di cinque anni, nella quale, in Senato, non mancherò di metterlo di fronte alla sua inconsistenza. Una sconfitta di Renzi in casa, in quel Senato in cui si è blindato, dopo non essere riuscito a distruggerlo, in effetti avrebbe fatto godere molto di più a sinistra che a destra. Noi infatti abbiamo altri problemi: ricostruire il paese. Il passato lo lasciamo ai nostri avversari, che, fra l'altro, hanno grosse difficoltà a gestirlo.

Un esempio?

La compagna Tea, alla mia osservazione che io sicuramente non avevo votato il jobs act, ha fatto una sua intemerata, dicendo che nemmeno lei, e che ll'era stata tanto coraggiosa a votare contro i ssu partito, e che lei l'era nata in una sede d'i piccì ("ah, non al Conad?", ho infilato in una pausa), e che lei s'era sempre opposta, e via dicendo. Io sorridevo sornione, limitandomi a chiedere se ne fosse sicura (o sihura, per farmi capire meglio). Perché siccome a me piace arrivare ai dibattiti preparato, avevo fatto un controllino qui, e quindi sapevo una storia un po' diversa, questa:


Naturalmente, non ho insistito. Sarei sembrato inutilmente polemico. Ho preferito, in quella sede, essere costruttivo. Non so se qualcuno di voi lo ha visto.

Siamo quindi di fronte a un bel dilemma: o il sito OpenPolis riporta informazioni false, nel qual caso, se fossi l'on. Albini, chiederei immediata rettifica (pro bono pacis, non vado a verificare negli atti parlamentari), o l'on. Albini non dico che abbia mentito, ma ha la memoria corta. Capita. Questi (i LeU toscani) sono quelli che mi hanno dato del negazionista perché non hanno capito un mio tweet sui legami organici fra campi di lavoro e capitalismo tedesco (ma cosa vuoi che ne sappia la sinistra del jobs act dei campi di lavoro? Quel tanto che le è bastato per riproporceli sotto mentite spoglie...). E quanto a negare il passato, bè, mi sembra che loro non siano secondi a nessuno. In effetti, del tanto decantato (dall'onorevole) passato di grande indipendenza di pensiero, e di gran coraggio intellettuale, purtroppo tracce ne restano ben poche. Voti contrari della compagna Albini non ne vedo se non pochissimi, di cui uno sul decreto migrazione: si vede che a lei l'immigrazione illegale piace. Ai fiorentini molto meno, e quindi lei resterà a casa.

Amen.

Mi fa un po' tenerezza questa classe politica antica, che per avere il sopravvento in una televisione locale si espone a una smentita in mondivisione sui social di uno che, lui sì, ha avuto coraggio: il coraggio di opporsi alla Bocconi essendo sotto concorso, e che per questo ha un seguito nel paese che questi politici d'antan non avranno mai (più).

Gli errori si pagano. Il jobs act (che non è una legge, ma un insieme di leggi) è stato un errore. Rinnegarlo non servirà a nulla. Il gallo sta per cantare. Non so se l'onorevole Albini sia un contralto, nel qual caso le suggerirei di studiarsi questo:



Spero accetti questo suggerimento da un europeo, lei che questo patrimonio di civiltà lo svilisce declassandolo, ad uso dei gonzi che ancora le vanno dietro, alla più insulsa e fascista delle ideologie: l'europeismo.

Ich bin ein Europäer.


(...Bach würde Afd wählen....)

(...adesso mi immagino la replica della compagna: "Ah, ma tu dicevi quel decreto!? Io intendevo quell'altro..."... Posso dare atto di una resipiscenza, ma l'adesione al progetto c'è stata, e il resto è nominalismo. Dai, Tea, facci sognare: mettila una toppa peggiore del buco! Avete scelto un nemico che non potete sconfiggere: il popolo italiano...)

(...scusate: YouTube, che se ne intende, mi propone a seguire questo. Vale sempre la pena di perderci un paio di minuti...)

sabato 24 febbraio 2018

1496 giorni dopo (Canova)

1496 giorni prima era successo questo. 1496 giorni dopo quei 1496 giorni prima, cioè lunedì prossimo (26 gennaio) alle ore 18, presenterò il programma della Lega nel ciclo di tribune politiche organizzato dal Club Canova. Per farvi capire, in quota PD c'è andato lui. Sono quindi onorato dall'invito di Stefano Balsamo, che fra l'altro ebbe la non comune lungimiranza di premiare il mainstream (cioè il mio primo libro) prima che diventasse tale (attraverso scopiazzamenti o percorsi indipendenti, come quello di Stiglitz, o quello visto pochi giorni fa).

L'incontro si terrà a Roma all'hotel Parco dei Principi, e se vorrete esserci dovrete scrivere a tribunepolitichecanova2018@gmail.com, sperando che ci sia ancora posto.

Dite che siete miei amici...

giovedì 22 febbraio 2018

Campagna elettorale e suscettibilità individuale

Ho appena ricevuto una lettera accalorata, dove un amico (mi guardi Iddio!) mi rimproverava di non averlo considerato sufficientemente in uno dei tanti incontri pubblici attraverso i quali passo "a palla de foco" (come dicono a Roma) nelle tre diocesi delle quali Matteo mi ha fatto episcopo (alcune, come sapete, sono in partibus infidelium). Invece di dedicare all'amico (?) la mezz'ora, che dico!, la mezza giornata, che dico!, il mezzo mese che avrebbe desiderato gli dedicassi, e che avrebbe rinsaldato il suo io sorprendentemente fragile nella certezza di avere la mia approvazione e la mia stima (che peraltro non gli avevo mai in nessun modo sottratto), sarei stato colpevole di aver stretto altre mani, di essermi fatto fotografare con altre persone che non conoscevo (ma vorremo pur dare ai giornalisti l'opportunità di accusarmi un domani di essere un mafioso, un fascista, whatever?...), di aver parlato coi giornalisti anziché con lui, anzi: con Lui.

Ora, c'è una cosa che vorrei dirvi, come metodo.

Chi è qui c'è per un motivo, e il motivo è che per sette anni in questo luogo dello spirito non vi ho solo presentato dati, guidandovi per mano nella loro lettura e interpretazione, ma mi sono anche presentato a voi col mio coraggio e le mie paure, con la mia forza e le mie debolezze, con la mia certezza e con i miei dubbi. Dopo sette anni dovreste conoscermi e dovreste sapere che siete la mia famiglia.

Come funziona una famiglia?

Funziona così: questa mattina mi sono svegliato, e ho ringraziato Roberta. Perché? Perché da due settimane i bambini (chiamiamoli così: lo erano quando questa storia è iniziata) li sta portando a scuola sempre e solo lei. Non ho dovuto chiederglielo. Semplicemente, lei capisce una cosa che evidentemente qualcuno non capisce: siamo in campagna elettorale.

Come funziona una campagna elettorale?

Mi sembra strano doverlo spiegare a chi per tutti questi anni mi ha fatto gradite lezzzzioncine di politica, ma mi arrischierò, nella mia inesperienza, a farlo. Funziona così: devi ascoltare le persone che nessuno sta ascoltando, devi andare da loro e presentarti con umiltà e partecipazione, cioè come sei e come hai dimostrato di essere per sette fottuti anni, non dimenticando mai di ringraziare, perché se lo meritano, tutti quelli che non sono come te ultimi arrivati, tutti i coordinatori locali, provinciali, regionali, che da anni lavorano con tenacia sui territori per costruire quella struttura senza la quale io potrei essere anche Lenin o Churchill, ma non avrei una sala nella quale parlare al popolo!

Detto in un altro modo: la campagna elettorale non è una scampagnata che fai con gli amici (?) che ti sostengono (?) da anni (?), ma un duro lavoro col quale cerchi di acquisire da chi ancora non ti conosce, dentro e fuori dalla struttura, quel consenso che poi, con un altrettanto duro lavoro, dovrai dimostrare di meritare. Sono quelle le mani che devi stringere: quelle delle persone cui ti presenti, non quelle dei follower "ante marcia". Se il tempo fosse infinito, l'una cosa non escluderebbe l'altra. Tuttavia, già in questo momento ho in programma un paio di tagliandi che mi ricordano come il nostro tempo, quello di tutti noi, non sia infinito. Quindi, bisogna "prioritizzare", e in campagna la priorità non è tutelare le sacrosante suscettibilità individuali di ognuno di voi, ma annullare tutte le nostre suscettibilità individuali, inclusa (incredibile dictu) la mia, e spingere come dannati per far capire al massimo numero di persone possibile una cosa molto semplice: che in democrazia è normale votare per l'opposizione quando il governo ha fallito.

Sarò molto grato, quindi, a chi non mi scriverà per dirmi cose che so ("guarda cosa tizio ha detto di te!": ma anche chi se ne frega, no? Il mondo è pieno di sfigati, qualcuno fa addirittura il giornalista, sai che me ne importa di leggere io giornali che non legge nessuno, quando vedo sale piene di gente che vuole voltare pagina!?), a chi non mi scriverà per rimproverarmi di averlo dimenticato perché sono diventato (?) una persona importante (?), a chi, insomma, dimostrerà di aver capito che questo è un momento cruciale per la storia del nostro paese, e quindi per la storia di ogni singolo

IO

dal quale questo blog, per anni unico luogo di resistenza, è composto. Incluso, lo ripeto, il mio. Ma ora, finalmente, non so per voi, ma per me esiste un

NOI

Non so se sia giusto o sbagliato, ma right or wrong this is my "us". Chiavatevelo in testa. Sarete sempre tutti nel mio cuore, ma solo chi capirà questo sarà, dopo, anche nella mia squadra.

Yours,

Umilberto


(...per questo motivo i commenti qui sono sospesi. Interagisco solo su Facebook per i motivi già spiegati e perché questa è la linea del partito durante la campagna elettorale. Io in squadra ci so stare. Mi dispiace non essere riuscito a farvelo capire. Ma, anche in questo caso, non potrò rimproverarmi di non averci provato...)

martedì 20 febbraio 2018

Sorpresa! Uscire si può, anzi, si deve...

C'è un riposizzz mica da ridere! Vi ricordate questo? Bene. Ora guardate (e laicate, voce del verbo laicare, che non significa essere laici, ma mettere un "laic") questo, e poi comprate questo.


Quid vobis videtur? Si fuerint alicui centum oves, et erraverit una ex eis, nonne relinquet nonaginta novem in montibus et vadit quaerere eam, quae erravit? Et si contigerit ut inveniat eam, amen dico vobis quia gaudebit super eam magis quam super nonaginta novem, quae non erraverunt.


E se lo dice Matteo...


(...la parte sul Target2 ve la consiglio. Godrete...)

lunedì 19 febbraio 2018

Comunicazzzione di servizzzio

Carissimi, sospendo di nuovo i commenti sul blog perché non riesco a stargli dietro e mi dispiace. D'altra parte, da commentare c'è poco. Chi era d'accordo l'ha detto, chi non era d'accordo anche, in modo molto civile e partecipe, e poi ci sono i cialtroni, quelli che "razzista!", o "diamanti della Tanzania!". Io non sono un gemmologo, preferisco guardare al futuro, e comunque, se guardo al passato, vedo che il primo articolo di questo blog, il blog che ha portato fatti e dati nel dibattito, è stato scritto il 16 novembre 2011 (data dell'insediamento di Monti) per dire che l'austerità sarebbe stata un fallimento, e l'unico partito ad essersi opposto al Fiscal compact è stato la Lega (che allora si chiamava ancora Lega Nord). Per tutto il resto c'è Giovanni 8, 7.

La domanda giusta quindi non è "perché sei andato con la Lega?", ma "perché non avresti dovuto schierarti con loro?". Rispetto chi non lo capisce, purché si esprima in modo rispettoso.

Quanto al mio principale avversario sul collegio di Firenze, cosa volete che vi dica? Va in televisione millantando di avermi incontrato, ma sappiamo bene che non accetterà mai un dibattito, per tre ottimi motivi: uno di comunicazione (mi darebbe visibilità), uno di sostanza (non ha la competenza per sostenere un dibattito con me), e uno politico (il tempo dell'arroganza è scaduto). Si comporta come una bestia ferita, mi fa quasi tenerezza, la mia battaglia non è contro di lui, ma nei collegi, per capire dalle persone quali sono i problemi che stanno loro a cuore (e loro sono sorpresi di vedere che lo so, perché non sanno quante lettere ho ricevuto da quando questo blog è stato aperto, e delle quali vi ringrazio). Invece di parlare due minuti per essere interrotto dalla pubblicità, preferisco ascoltare senza interruzioni. Inutile che se la prenda con Salvini, rimproverandogli di aver evitato il dibattito a Firenze. Con questa scelta Salvini ha dimostrato la sua volontà di trasformare la Lega in un partito di massa su scala nazionale, andando a presentarne il progetto in tutte le regioni d'Italia, ed evitando di vivere queste elezioni come l'ennesimo referendum su Renzi e sul PD. Ha dimostrato cioè di voler combattere una battaglia aperta e stimolante, anziché una battaglia persa in partenza dall'avversario, e persa nel modo più umiliante: per abbandono di campo. Perché, va detto, la scusa che io non sono (orgogliosamente) un big della politica non tiene: la logica dei collegi uninominali impone che il dibattito più naturale sia quello coi tuoi diretti contendenti. Ovviamente, per non sbagliare, la premiata ditta ha messo sul collegio di Firenze Renzi contro un grillino renziano. L'unico contendente sono io, ed è per questo che il mio avversario, più giovane di me, chissà perché non riesce ad appiccicarsi il mio nome in testa. Sarà un piacere ricordarglielo ogni giorno per i prossimi cinque anni, ove mai lui riesca ad accedere al Senato che voleva abolire.

Volevo però parlarvi di altro, di cose veramente più importanti. So che "Facebook gne gne gne" e che "Twitter ficata!" e che "io i social non li sopporto" ecc. Argomentoni! Dobbiamo lavorare con quello che abbiamo, che lo capiate o no, e i media mainstream ci remano contro (ancora per poco). Ci restano i social media. Lettere d'amore me ne avete scritte a tonnellate, ma ora c'è da fare qualcosa di concreto, che non vi costa nulla. Da qui alla fine della campagna elettorale io interagirò solo sulla mia pagina Facebook che trovate a questo indirizzo. Sapete che anch'io non amavo (e tuttora non capisco) Facebook, ma ho aperto la mia pagina perché mi è stato chiesto di farlo (e io so obbedire e stare in squadra). Ora è importante che voi le diate visibilità mettendo il vostro "like" o seguendola, e rilanciandone i contenuti. Per il diario della mia campagna userò quella pagina, lì troverete le informazioni, lì interagirò con voi: con chi è d'accordo, e anche con chi non è d'accordo. Non posso gestire il dibattito su tre piattaforme (blog, Twitter e Facebook). So che comprenderete e mi scuserete. So anche che, se siete qui, è perché, in un modo o nell'altro, condividendo o meno la mia scelta, volete lottare per l'indipendenza e l'autodeterminazione degli italiani.

E, che lo vogliate o meno, è appunto questo che ci Lega.

mercoledì 14 febbraio 2018

Da indi scese folgorando a Iuba (diario di campagna)

(...dopo un "alea iacta est" di questa portata, diciamo che ci sta...)

Solo date e luoghi. I dettagli non ho tempo di darveli.

14 febbraio

Oggi pomeriggio sono a Orsogna.



15 febbraio

Domani sarò nella Marsica (Avezzano, 16:30, incontro pubblico al comitato elettorale di via Diaz 29) e a L'Aquila (18:30, incontro pubblico al comitato elettorale di Corso Vittorio Emanuele 7), in ottima compagnia:

16 febbraio

La mattina sarò a Chieti, per un incontro pubblico alla Casina dei Tigli nella villa comunale (ore 10:30). Il pomeriggio, invece, come sapete, sarò a Siena a Palazzo Patrizi con Claudio:

17 febbraio

Alle 10 sarò a Impruneta, dove andavo da bambino e mai mi sarei immaginato di tornare in veste di candidato. Mi ci troverete alle 10, al Cinema Buondelmonti:


Poi, sulla strada di casa (quale?), passerò a Reggello per l'inaugurazione di un comitato elettorale (alle 15:30).


Con l'aiuto del Signore potrò dormire a Roma, e poi...

18 febbraio

Alle 18 sarò a Frosinone.

20 febbraio

Alle 20 sarò a Penne.

21 febbraio

Alle 18 sarò al Palazzo Conti Gentili di Alatri.

22 febbraio

Pescara

23 febbraio

Lucca

24 febbraio



(questo è il manifesto per gli amici abruzzesi ma io andrò alla manifestazione da Firenze e a Firenze tornerò, perché...)

25 febbraio

Domenica Jacopo mi presenta ai miei compatrioti:


26 febbraio

Sarò a Roma, al Club Canova, per un incontro pubblico che si terrà alle 18:30 al Parco dei Principi e del quale vi fornirò presto le specifiche (occorre prenotarsi).

27 febbraio

Chieti.

28 febbraio

Avrò vari incontri a Firenze.

29 febbraio

...per fortuna non c'è!

1° marzo

Livorno (boia dé, ci sarà anche iBborghi...).

2 marzo

Teramo.



Poi sarà quel che Dio vorrà, ma avrò la coscienza a posto.

Dieu et mon droit!


(...mi dispiace, temo proprio che dovrò rinunciare a recarmi negli studi delle grandi reti nazionali, dove ascoltare compito per ore ed ore tonnellate di lievi imprecisioni pronunciate con comica sicumera da "zero tituli" cujus nomen est legio, fino al momento di poter piazzare due concetti di buon senso a ridosso della pubblicità, col conduttore che ti rema contro. Preferisco ascoltare il popolo, e parlare senza intermediari. Forse sarà meno utile, ma è senz'altro più emozionante, e sinceramente me lo merito. Quando, poi, il popolo si sarà espresso, qualcosa mi dice che la distribuzione degli stacchi pubblicitari sarà lievemente meno avversa a me e a Claudio. Non so perché mi viene in mente, è solo una sensazione. E scusate se vi trascuro: in fondo lo avete sempre saputo che ero un populista...)

(...ringrazio molto tutti quelli che mi scrivono per chiedermi se mangio, dormo, mi copro, ecc. Siete molto materni. Sto facendo la cosa giusta, e non c'è miglior farmaco di questo per l'anima e, quindi, il corpo. Dormo sei ore filate, quot sufficit, non ingrasso, non dimagrisco, vado a correre, ecc. Come credo di avervi già spiegato a suo tempo, siamo arrivati a quel momento della storia in cui il dissenso è incarnato da forze reazionarie, ovvero, come ho detto oggi su La Nazione di Firenze, in cui è giusto stare dalla parte sbagliata. Quindi, state tranquilli, e non inviatemi email inutili. Potreste correre il rischio di ricevere una risposta un po' rude. Non c'è nulla che possiate aggiungere alle mie conoscenze, e, laddove vi fosse, non avrei tempo per tenerne conto. Ora siamo al galoppo. Di fronte a me c'è quella linea, la conoscete, il tremendo limite dell'ignoto e del terrore. Devo solo restare in sella: non sono alla prima carica. Quando mi chiedono trepidi "come stai" rispondo asciutto: "come prima"! Questa è esattamente la vita che facevo prima, e lo sapete: sempre in giro, sempre dibattiti, sempre tentativi piuttosto squallidi di screditarmi o diffamarmi, ecc. Ma prima era fine pena mai. Ora invece c'è un traguardo. I convenevoli ce li riserviamo per quando lo avremo superato...)

Come contribuire alla mia campagna

Carissimi,

devo scusarmi con voi perché nel turbinio degli eventi non sono riuscito a darvi indicazioni complete su come contribuire alla mia campagna elettorale. Questo ha comportato che alcuni di voi si siano visti ritornare i bonifici, senza particolari spiegazioni. Il punto è che per giuste esigenze di trasparenza i contributi alla campagna elettorale devono recare una serie di indicazioni specifiche che permettano di tracciare la transazione effettuata. Ho fatto le opportune verifiche per accertare, a mia volta, che fornendo queste informazioni non vi facessi correre il rischio di violazioni della vostra privacy (visto che poi i rendiconti dovranno essere pubblici). La vostra privacy sarà al sicuro, e i vostri soldi mi arriveranno, se procederete come indicato qua sotto, dove vi fornisco tutte le informazioni necessarie.


================INIZIO INFORMAZIONI NECESSARIE=================



Banca: Unicredit SPA

Filiale: Agenzia 30207 di Castelnuovo di Porto

Intestazione: “PIETRO DEGLI EFFETTI MANDATARIO ELETTORALE DI ALBERTO BAGNAI”

Coordinate bancarie: IBAN IT23D0200839011000105105898 COLLEGIO ABRUZZO

Coordinate bancarie: IBAN IT63O0200839011000105106164 COLLEGIO TOSCANA

Nel campo relativo all’ordinante:
se persona fisica, nome cognome e indirizzo
se persona giuridica, denominazione e sede;


Nel campo note:
se persona fisica, data di nascita ed estremi del documento di identità (tipo, numero, ente rilasciante e data di rilascio);
se persona giuridica, generalità di chi agisce per conto della persona giuridica e relativo documento di identità (tipo, numero, ente rilasciante e data di rilascio);


Nel campo causale del bonifico:

“contributo per la campagna elettorale di Alberto Bagnai, ordinante identificato a termini di legge”
 
================FINE INFORMAZIONI NECESSARIE=================
 




In caso di dubbi, o per segnalarci un avvenuto pagamento, vi prego di contattare per email il mio mandatario elettorale all'indirizzo: pietro.deglieffetti@gmail.com.
Personalmente trovo ridondante che in caso di bonifico online si debba specificare che l'ordinante è stato identificato. Ciò ha senz'altro senso nel caso in cui qualcuno si presenti a uno sportello con una mazzetta di banconote di incerta provenienza! Tuttavia, non entro in questo. L'istituto di credito lo richiede, e avrà i suoi motivi per farlo (peraltro, sono anch'io cliente Unicredit e non mi son mai trovato male, quindi non ho motivi per non fidarmi). Mettendo i vostri dati personali nel campo "note" essi non corrono alcun rischio in termini di privacy.

Sempre a proposito di privacy, vi ricordo che in caso di contributi superiori a 5000 euro il rendiconto, che sarà liberamente consultabile presso la Corte d'Appello del collegio elettorale, dovrà riportare il nome del sostenitore.

La seccatura è che in alcuni servizi di home banking non trovate un campo "note" nel quale inserire questi dati identificativi. Ciò significa che quando vi torneranno indietro i bonifici che non avessero tutte queste indicazioni (stanno già tornando indietro), se avrete ancora voglia di contribuire, probabilmente dovrete recarvi a uno sportello bancario. Mi rendo conto che è una perdita di tempo e mi spiace, però dura lex sed lex.

Il fatto che l'onestah come categoria politica cominci a mostrare i suoi limiti (da noi evidenziati anni addietro) ovviamente non ci esime dagli obblighi di trasparenza. Onesti si nasce, e il rispetto per le istituzioni lo diamo per scontato: le battaglie si fanno su altre cose, ad esempio sul diritto della nostra comunità (quella italiana) ad autodeterminarsi. Mi scuso ancora per questa falsa partenza e vi ringrazio fin da ora per il vostro sostegno.

Seguirà, appena avrò un attimo di tempo (ora ho lezione), il calendario della campagna. Sarò ovunque, anche se non allo stesso tempo (ho i miei limiti), e quindi avremo molte occasioni di incontro.

domenica 11 febbraio 2018

Torrice

La campagna, nel Lazio, l'ho aperta in televisione a Omnibus, come ricorderete. Il fatto che col mio lavoro abbia avuto accesso ai media naturalmente non vuol dire che non voglia andare sul territorio, al contrario! Scusandomi per lo scarso preavviso, vi segnalo che alle 18 sarò a Torrice, vicino a Frosinone, il paese che ospita le Torri cosmiche, un parco del tempo, quel tempo che ci sta dando ragione, e al quale mi sembra quindi doveroso rendere una visita di cortesia...

Spero che qualcuno riesca a raggiungermi nonostante lo scarso preavviso.

I commenti al blog continuano a essere chiusi perché continuerei a non potervi rispondere. Fra l'altro, commenti del tipo "ma io non ho Facebook, ma a me non piace Twitter, ecc." mi lasciano sinceramente un po' interdetto. Voi come reagireste, se steste combattendo per il vostro paese, e uno dei vostri vi dicesse "però io il moschetto non lo voglio, preferisco l'alabarda?". Con questo spirito non credo si vada molto lontano. I social sono l'unico strumento che abbiamo per diffondere il nostro messaggio, ma naturalmente ognuno si attrezza e si regola come crede. Per rinunciare ai commenti inutili mi privo anche dei sempre graditi cenni di apprezzamento e delle sempre utili critiche. So che mi volete bene. La lettera più bella che ho ricevuto è di una persona che non mi voterà, un architetto incontrato per strada (lui sa chi è). Va bene così: sono sfuggito dalla sinistra per tutelare la mia libertà (come gli ho spiegato in una lunga e piacevole chiacchierata), figuratemi se posso offendermi perché qualcuno esercita la propria!

Spero di poter presto tornare a un pieno dialogo qui, e comunque su Facebook e Twitter i commenti sono liberi (ma mi scuserete se non mi va di attaccare briga: ora ci sono cose più serie da fare, e esorto anche voi a lasciare che il tempo lavori per noi: i ragli degli asini non salgono in cielo).

venerdì 9 febbraio 2018

Comincia la campagna: armatemi e partiamo!

(...in farmacia...)

Io: "Buongiorno. Mi dà lo Xwjjxwh. Quante scatole servono? Devo stare sotto copertura fino alla fine della campagna elettorale..."

Dottoressa: "Allora ne servono tre. Aspetti che gliele prendo... Ma sta prendendo anche i fermenti, o un ricostituente?"

Io: "Sì, ma comunque accetto consigli. Sa, è un periodo un po' stressante, mi sono candidato..."

Dottoressa: "Ah, ecco perché diceva: fino alla fine della campagna!"

Altra dottoressa: "Ma veramente? E con che partito?"

Io: "Non glielo dico..."

Altra dottoressa: "Eh, no, adesso ce lo deve dire!"

Io, invitandole ad avvicinarsi, sussurro: "Lega!"

Altra dottoressa: "Non l'avrei mai detto: prenderà un sacco di voti".

Io: "Grazie: intanto, aiutatemi ad arrivare vivo al 5 marzo..."



Dal chirurgo all'elettrauto, dal notaio al piastrellista, la mia vita è un continuo comizio, in cui chi incontro si accalora a convincermi che dovrei votare Lega, nonostante io sia di sinistra. Io li lascio parlare, e poi spiego che in effetti ci stavo già pensando...

Bene. Nel caso ci steste pensando anche voi, è arrivato il momento di dimostrarlo. Ho nominato il mandatario elettorale, e ho aperto due conti, rispettivamente per il collegio Abruzzo e per il collegio Toscana 1. Questi gli IBAN ai quali potete far arrivare i vostri contributi:

Abruzzo: IBAN IT23D0200839011000105105898

Toscana 1: IBAN IT63O0200839011000105106164


L'intestazione del conto, in entrambi i casi, è:

"Pietro Degli Effetti mandatario elettorale di Alberto Bagnai". 


Naturalmente, gli elettori di questi collegi contribuiranno sui conti dei rispettivi collegi. Per chi si trova in altri territori, suggerisco, se possibile, di dividere il contributo fra i due conti, sapendo che è una seccatura, perché comporta una spesa bancaria in più, e anche perché questi contributi non sono fiscalmente deducibili. Sto cercando di capire quanto mi occorre realmente, e vi terrò al corrente di quanto avremo raccolto (il primo saldo ve lo comunicherò martedì).

Un discorso a parte vale per il collegio Lazio 3. Visto che è a portata di mano (letteralmente a 20 minuti di automobile), conto di fare campagna senza superare i limiti che impongono l'apertura di un conto e la nomina di un mandatario (ma naturalmente dovrò rendicontare le spese). A questo proposito, vi segnalo fin da ora che sarò il 21 ad Alatri con il coordinatore regionale Francesco Zicchieri e la mia collega candidata nel collegio senatoriale Lazio 3, Kristalia Papaevangeliu, per parlare di come evitare la tragica fine della Grecia.

Se volete seguire la mia campagna, vi suggerisco di seguire la mia pagina Facebook (ho aperto anche la pagina, oltre al profilo che forse già seguivate). Per ora posso dirvi che sarò (in no particular order) a L'Aquila, nella Marsica, a Chieti, a Lucca, a Firenze, ecc., e fuori collegio a Bologna (oggi) e a Siena. Twitter e Facebook vi terranno informati. Il blog non credo di riuscire a gestirlo con la consueta assiduità, ma sono sicuro di trovare la vostra comprensione, o, almeno, quella dei tanti che hanno approvato la mia scelta. Agli altri va il mio rispetto e l'esortazione a continuare comunque, anche in un altro schieramento, la lotta per la liberazione del nostro paese.


(...a quelli che lottano con me, invece, chiedo un minimo di elasticità mentale, così evitiamo di sprecare inchiostro scrivendo le cose in corpo millantamila, ok!? Dai, che l'obiettivo è vicino, anche se è solo il punto di partenza di un nuovo percorso di lotta...)

martedì 6 febbraio 2018

Roma-Pescara-Firenze-Roma

(...per un totale di 825 kilometri...)

Sì, lo so, la bicicletta l'ho voluta io, e quindi ora pedalo. Va bene così. Nominato il mandatario, aperti i conti per il finanziamento della campagna, in settimana vi darò le coordinate, e nel frattempo la campagna elettorale si apre con un discreto slancio.

Domani a Pescara c'è questo:


poi a Firenze c'è questo:


poi rimbalzo a Roma, perché giovedì a Colonnella (che voi non sapete dov'è, ma io sì, perché lì vicino porto Uga a cavallo) c'è questo:


dopo di che rimbalzo nuovamente a Roma, perché poi venerdì a Bologna c'è questo:

(per registrarvi, il link è questo).

Insomma: esattamente la vita di prima, con un vantaggio, però: che prima era "fine pena mai", mentre ora devo solo arrivare fino al 2 marzo. Poi, il 5, avrò vinto o avrò perso, ma qualcosa sarà cambiato. D'altra parte, ormai mi conoscete: io non combatto per vincere (altrimenti non mi sarei messo da solo di traverso a gente importante), combatto per combattere. Per questo vinco. E siccome, se mi conoscete, saprete anche (credo) che lo sto facendo soprattutto per voi, so che non sarete pigri e che farete vedere che ci siete, e che della svolta inevitabile, quella che nel 2011 temevo, come ricorderete, e che ora, per una strana eterogenesi dei fini, auspico per tanti motivi, fra i quali quello di poter continuare ad esprimermi, di quella svolta vorrete essere protagonisti, non solo spettatori.

Questo me lo dovete, e so che non tutti mi lascerete solo.

Commenti chiusi: ho migliaia di pratiche burocratiche da sbrigare, e di email da gestire. Tornerà il tempo delle piacevoli conversazioni. Per inciso: quando tornerà, voi adatterete i toni alla circostanza, e sarete molto cortesi con i troll...

venerdì 2 febbraio 2018

L'immigrazione è la prosecuzione della deflazione con altri mezzi?

(...informazioni di servizio: gli eventi accelerano, le cose da fare sono tante. Io voglio fare campagna elettorale, e la farò. Considerando che due settimane fa nemmeno pensavo di candidarmi, vi immaginate la mole di lavoro. In particolare, sto mettendo su un comitato elettorale - quindi altri passaggi dal notaio, altra giusta e santa burocrazia, ecc. - in modo che chi desidera sostenere la mia attività politica possa farlo, nel rispetto della normativa vigente, e ovviamente senza interferire con il sostegno che desideriate eventualmente dare - o smettere di dare! - all'attività di ricerca di a/simmetrie. Quest'ultima non è, né può essere, il mio comitato elettorale, per il semplice motivo che, per quanto siano minoritari, fra quelli che l'hanno sostenuta, permettendoci di presentare e pubblicare in sedi prestigiose ricerche su temi quali l'impatto della svalutazione sul saldo commerciale o sul prezzo della benzina, la relazione fra ingresso nell'euro e declino dell'economia italiana, le conseguenze macroeconomiche di un'uscita dall'euro, le tendenze oggettive alla disintegrazione dell'eurozona, bene: fra quelli che hanno contribuito a finanziare queste ricerche c'è certamente qualcuno che disapprova la mia scelta, con argomenti più o meno propri - molti la disapprovano con gli argomenti dei media, e in quel caso il lutto si autoelabora in un attimo! In ogni caso, io sono tenuto a rispettare la loro sensibilità, e se anche non volessi farlo, me lo imporrebbe la legge. La prossima settimana chi desidera contribuire alla mia campagna avrà istruzioni chiare su come farlo - e io avrò idee più chiare dei costi. Nel frattempo, vorrei condividere con voi una lettera che ricevo da uno dei miei collegi - non vi posso dire quale. La scrive un nemico del popolo, un imprenditore! Ovvove! Ma ormai sono nemico del popolo anch'io... Per fortuna, però, c'è chi il popolo lo difende, come apprenderete leggendo. Dagli amici mi guardi Iddio...)


Buon giorno Alberto, 

Ho aspettato un po’ a scriverti, ma non posso esimermi dal dirti che sono felicissimo della tua candidatura.  Capisco benissimo quanto possa esserti costato candidarti con una forza “di destra” che però in questo momento porta avanti istanze e proposte politiche che dovrebbero essere appannaggio della “sinistra”, il discorso è stato sviscerato mille volte sul blog e non mi sento di aggiungere nient’altro a quanto già detto.

Volevo solo farti presente che la famosa cooperativa Deflattori&Co., già oggetto di una mia mail due anni fa, si è rifatta avanti riproponendomi di accogliere in azienda stranieri extracomunitari tirocinanti con il solo obbligo per me di fornire loro il vitto.

Dopo due anni la situazione economica della mia azienda non è certo migliorata e la proposta di avere persone extracomunitarie che lavorano gratis, pagate una miseria con fondi pubblici, mi sembra ancora moralmente oscena, come due anni fa, con la differenza che il punto di non ritorno per le aziende si sta avvicinando e la necessità potrebbe in futuro, avere la meglio sulle categorie morali… si mi vergogno a scrivere queste cose, preferirei mangiare pane e acqua che cedere a questo tipo di lavoro semischiavistico, ma per quanto ancora potremo resistere?

E poi se lo stato Italiano ha queste risorse a disposizione perché non le usa per l’inserimento al lavoro dei nostri giovani?   Io ho appena effettuato dei colloqui di lavoro e prevedo di inserire due giovani in azienda per la prossima stagione a stipendio pieno ed assunzione stagionale con contratto nazionale di lavoro, però mi chiedo: se lo stato utilizzasse i fondi destinati agli extracomunitari entrati in maniera irregolare in Italia, per favorire l’inserimento dei nostri giovani, magari ne avrei potuti assumere tre invece di due.  Ed ancora se i miei concorrenti invece utilizzeranno le “risorse” extracomunitarie a costo quasi zero, non finiranno per buttare me ed i due giovani appena assunti fuori mercato? Ed allora l’uso di categorie morali nelle scelte economiche si rivelerà un lusso che non ci potremo più permettere, i nostri giovani perderanno il lavoro e saranno costretti ad emigrare per non morire di fame e saranno sostituiti da giovani extracomunitari disperati, disposti a lavorare per un tozzo di pane.  Il tutto con il plauso e l’incoraggiamento di quella che fu la sinistra e che oggi è diventata la serva del grande capitale, ai cui ricatti ed imposizioni si inchina sempre, pronta a servire e riverire in cambio del tozzo di pane dello sfruttamento del business dell’accoglienza e delle ONG.

Se perderemo queste elezioni per noi non ci sarà più speranza e la nostra amata patria, l’Italia, tornerà ad essere un’espressione geografica dando così ragione postuma a Metternich.

Milioni di morti per l’indipendenza della Patria, della nostra Italia, si rivolteranno nelle tombe, il loro sacrificio negletto ed inutile sarà la nostra eterna vergogna, lo zio di mio padre sarà morto invano, in seguito ai maltrattamenti subiti in un lager nazista, per non aver voluto cedere dopo l’8 settembre e non essersi voluto arrendere ai nemici della nostra patria. Prima della fine della guerra, stremato per le privazioni e le torture subite, riuscì comunque a fuggire ed attraversando tutta l’Europa a piedi, a tornare a casa dove è morto pochi mesi dopo, a causa di ciò che aveva dovuto patire, ma stando a ciò che mi ha raccontato mio padre, morì felice perché era tornato a casa sua, liberata dai nemici invasori, aggiungo io anche per merito suo e del non essersi voluto arrendere e sottomettere. Ha tenuto la schiena dritta ed ha pagato con la vita.

Per questo oggi ti dico grazie per esserti speso ed esposto in prima persona, per questo continuerò a sostenerti ancora più convintamente di quanto abbia fatto finora ed a tutti quelli che ancora fanno distinguo e non si sentono di votarti e votare la Lega che ti ha candidato vorrei dire che noi siamo in guerra ed in guerra bisogna decidere da che parte si sta.

Se siete ITALIANI ed avete a cuore la difesa di ciò che è la nostra PATRIA per la quale milioni di persone si sono sacrificate allora non potete, non dovete tirarvi indietro. Questa è l’ultima chiamata, l’ultima occasione, le anime belle, i sepolcri imbiancati pensino ai loro vecchi ed a ciò che hanno fatto e patito per realizzare quello che adesso viene così allegramento distrutto e svenduto dalla cosiddetta sinistra e dagli stessi cinque stelle che ormai, gettata la maschera, sono totalmente appiattiti sull’eurismo delle elite.

Non svendete il nostro paese, onorate i nostri morti e date il vostro pieno sostegno ad Alberto Bagnai ed alla Lega che lo ha voluto fra le sue file.

Forse mi sono lasciato un po’ andare, ma siamo in campagna elettorale e dopo molti anni abbiamo di nuovo la possibilità di dire la nostra con il nostro voto, non sprechiamo questa oppurtunità, perché potrebbe essere l’ultima.

Grazie Alberto

Mario Bianchi (o Paolo Rossi)



(...le considerazioni da svolgere sarebbero tantissime. Vorrei partire da quella che mi sta più a cuore. Nel mondo esistono anche i profughi e i perseguitati, cioè le persone che hanno diritto allo statuto giuridico di rifugiati secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, che stabilisce una serie di giuste tutele, inclusa quella che in determinati casi l'entrata illegale nel territorio del paese ospitante non può essere sanzionata. L'aspetto più disumano delle politiche prima fatte, e poi rinnegate, dall'attuale establishment, è appunto quello di rendere eccessivamente oneroso discriminare fra chi ha diritto alle tutele previste dai trattati e chi non lo ha. L'ingiustizia verso i veri bisognosi di rifugio è enorme. Poi, c'è un ulteriore problema, quello dell'integrazione, parola che nel vocabolario ha un significato (assimilazione di un individuo in un ambiente sociale), e nel linguaggio dei politici spesso pare abbia il significato diametralmente opposto (portando a farseschi, ma inquietanti, casi di eccesso di zelo). Ora, capite bene che l'integrazione non si può fare coi metodi che la cooperativa Deflattori&Co. mette in pratica, per il semplice motivo che l'esito di un simile percorso non è l'integrazione, in nessuno dei sensi che questo termine assume, ma la guerra fra poveri, che è una cosa diversa, ed è in effetti il vero scopo del gioco del capitale. Il punto, molto semplice, è che se importi forza lavoro in un paese in cui la disoccupazione U6 è a livelli stellari - il che significa, per parlare spiccio, che se tecnicamente è senza lavoro circa un decimo della forza lavoro, praticamente un terzo della forza lavoro non ha un lavoro che gli consenta di campare una famiglia - poi l'integrazione la devi fare con questi metodi evidentemente malsani, che falsano la concorrenza, mettendo fuori mercato gli imprenditori con una maggiore sensibilità etica, e anche più efficienti (visto che riescono a stare a galla nonostante gli oneri che gravano sulle assunzioni regolari). Del resto, lo stesso Stiglitz, nel suo libro, ci ammonisce: dovete far diminuire la disoccupazione, altrimenti poi gli immigrati non si trovano bene - ricordate la recensione? E qui si arriva al nodo, al solito nodo: l'Europa ci impone fardelli, come quello dell'accoglienza, che poi non ci mette in condizioni oggettive di sostenere (la prima condizione sarebbe un'economia sana, libera da regole assurde e naturalmente nel pieno possesso della sovranità monetaria), fardelli che si guarda bene dal condividere, e che alleggerisce di tanto in tanto per motivi elettoralistici, quando teme che la pentola a pressione possa esplodere. Vedete ora affollarsi palinodie e notizie più o meno credibili: Themis al posto di Triton cambierà tutto... per non cambiare nulla! Ma intanto il titolo è fatto, e il popolo si placa.

Ammirate l'eterogenesi dei fini!

Questa sinistra composta da intellettuali così attenti, da giovani, a criticare il dogma liberista della perfetta mobilità dei fattori produttivi (capitale e lavoro), si è poi convertita. Le liberalizzazioni sono diventate "di sinistra" perché il mercato ha sempre ragione, anche quello degli schiavi. Io pensavo che fosse possibile far capire alle sedicenti élite progressiste come lasciare la briglia sul collo al capitale finanziario non porti né alla prosperità né alla pace sociale. Non ci sono riuscito, nonostante una crisi bancaria piuttosto evidente. Per fortuna il popolo ha capito da solo che la perfetta mobilità dell'altro fattore di produzione, il lavoro, non è sempre cosa buona e giusta, e il 4 marzo se ne ricorderà...)