mercoledì 1 novembre 2017

L'Ungheria e l'euro: un film già visto

Nelle ultime settimane, il dibattito sull’euro si è acceso anche in quei paesi, come l’Ungheria, che non fanno parte dell’eurozona ma che nel trattato di adesione si sono formalmente impegnati ad adottare la moneta unica. A settembre, un partito di recente formazione ha ottenuto l’adesione di un centinaio di economisti ungheresi di diverse tendenze politiche ma accomunati da una visione sostanzialmente prona ai cosiddetti interessi “europei” con l’idea di un referendum sull’introduzione dell’euro. Lo slogan dell’iniziativa è chiarissimo: “Chi è contro l’euro è contro l’Europa”. L’euro è visto da ampi settori dell’opposizione politica e intellettuale liberal-socialista (ascrivibile all’area “progressista”) al governo Orbán come garanzia dell’aggancio del paese al futuro nucleo forte dell’Europa che si starebbe formando in seguito alle proposte del presidente francese Macron.

[...]

(...il resto lo trovate qui. Il film già visto credo intuiate quale sia: quello in cui tanti uomini onesti e probi vengono attirati in trappola proponendo loro una facile soluzione (finale) "esterna" a un problema politico "interno", quello che sorge quanto altrettanti uomini onesti e probi, solo, un po' di più, hanno votato uno che ti sta sui maroni. Da noi, come forse ricorderete, l'Europa veniva usata come clava contro Abberluscone: l'argomento era più o meno del tipo "ma non vedi cosa pensano da noi in Europa per colpa di Berlusconi!". Tralascio di ricordare cosa ci fosse in Europa allora, e cosa ci sia ora: il punto infatti non è e non può essere quello di mettersi sullo stesso piano di chi scioccamente moralizza, per fargli notare come alle nostre pagliuzze corrispondano in genere gli altrui pagliai. Fare questa operazione è doveroso e c'è chi l'ha fatta benissimo e ha fatto bene a farla, ma qui il punto è un altro: è profondamente antidemocratico, anche perché è una spaventosa ammissione di debolezza dell'ordinamento e di sfiducia verso il corpo e il processo elettorale, aspettare che un problema politico vero o presunto - le scopate di Berlusconi, il fascismo di Orban - venga risolto dal Settimo cavalleggeri di un potere esterno, dalle dubbie fondamenta e dalla nulla trasparenza: Leuropa. Mi sembra assurdo che questo atteggiamento sia fatto proprio da persone di ispirazione liberale, o socialista, ma la parola chiave, come qui sappiamo, è "intellettuale". Un intellettuale, qui e ora, è una persona che, in virtù di quattro imparaticci politicamente corretti, si sente in diritto e quindi in dovere di disprezzare il popolo, la maggioranza. Insomma: da Pasolini, i nostri intellettuali sono regrediti a Pavolini. Anime grandi di princisbecco, incapaci di confrontarsi con la realtà, e quindi frustrate, meschine, incapaci di aspirazioni ideali, pericolose a se stesse e al prossimo loro qui come in Ungheria come ovunque. Il disprezzo per l'uomo conduce al genocidio: l'unica cosa incerta è la durata del percorso. Solo sulla carità, cioè sull'amore per l'umanità, è possibile articolare progetti non autodistruttivi. E ancora, questa condizione è necessaria, ma non è detto sia sufficiente...)

(...io comunque il mio lo faccio: fra due settimane sono a Rzeszow - come goście specjalni, e poi l'otto dicembre sono a Praga a parlare in uno scantinato. La collocazione che si conviene a un populista che vivacchia ai margini della comunità scientifica. A tutti gli altri ho cortesemente detto di no. Il lavoro da fare è tanto, e per ora sono più efficace a casa mia che sbattuto in giro per il mondo...)

19 commenti:

  1. Mi par di capire che l'intellettuale,in Europa,non sia altro che una metastasi del codice genetico del "nostro" Sc@lf@ri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ormai le famigerate ONG fanno di tutto!

      Creare bio-armi mirate a certi DNA specifici di certe popolazioni (per rincoglionirle come i nostri 'intellettuali' per esempio?) poteva sembrare fantascienza, ma dopo il recente discorso di Putin bisogna essere molto cauti....

      “Do you know that the biological material is collected all over the country for different ethnic groups and peoples living in different geographical area of the Russian Federation? The question is why they are doing it, and they are doing it purposefully and professionally,”.
      “We are an object of great interest. Of course, we do not need to have any fear about it. Let them do whatever they want, and we must do what we have to do.”

      https://glblgeopolitics.wordpress.com/2017/11/01/why-is-russian-dna-being-collected/

      Elimina
    2. Confessio est regina probatio.

      http://www.zerohedge.com/news/2017-11-01/us-air-force-admits-harvesting-russian-tissue

      Come osserva ZH "the group responsible for the tissue collection was none other than the US Air Force, proving that yet another conspiracy theory has become a conspiracy fact".

      Secondo la "presidenta & co." non ne potremmo invece parlare perchè la notizia non risulta (ancora?) nella lista ministeriale delle fonti attendibili indicate nell'ottalogo della censura di stato.

      Prossima fermata: tribunali speciali (quelli che mandarono Antonio Gramsci in prigione fino a pochi giorni prima della morte).

      Speriamo di non fare tutti la fine del partigiano Johnny.

      Elimina
    3. Poi si lamentano dell´autoritarismo....in casi come questo sembra un male necessario

      Elimina
  2. Il recente discorso di Viktor Orbán alla nazione alza il livello dello scontro? Quando parla di combattere il male oscuro globalista, e di farlo a carte scoperte perché nel buio esso vince, eccetera... fa fare alla guerra (finora abbastanza latente e più chiacchierata che altro) tra globalisti e sovranisti un nuovo salto qualitativo?
    Ho usato il termine "guerra" non esagerando: quelli usati da Orbán sono sostanzialmente toni di guerra, o almeno io non avevo mai sentito niente di questo tenore negli ultimi anni (forse la Le Pen o il Trump delle campagne elettorali potevano essere simili, ma dalle parole di Orbán risuona qualcosa di superiore).

    RispondiElimina
  3. Capisco sempre più il perche ritiene delle merde la maggioranza dei suoi colleghi.
    Credo che incida in modo profondo il tengo famiglia, un modo di agire buono per ogni nazione e ogni tempo.
    Andare contro il potere costituito ha un costo, varia dalla miseria spicciola alla pelle come la blogger maltese insegna.
    Oggi fare questa guerra è come affrontare i lagunari con le fionde.
    Le forze in campo sono troppo squilibrate sia di mezzi che di cavalleria.
    La pace si ottiene quando il tuo avversario o nemico ha paura della tua reazione e del danno che provocherebbe.
    Oggi il capitale di cosa dovrebbe aver paura? Trump, un multimiliardario?
    La cgil , che tramite la camusso ci fa presente che se non svaluti la moneta svaluti i salari?
    La speranza è che si taglino i coglioni da soli, il che rende bene idea di come siamo messi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma la blogger maltese andava contro o andava con e poi gli amichetti gli han fatto il servizio per metter in cattiva luce il governo? reo di aver dato asilo nientepopodimeno che alle navi russe e reo di aver vinto le elezioni dopo il primo tentativo di 'golpe bianco'??

      Elimina
  4. Però Abberlusconi aveva l’euro, Orban no.
    Non mi sembra differenza da poco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vado a memoria.

      Primo governo Berlusconi 1994.
      "Ribaltone" Bossi 1995.
      Governo (tecnico) Dini (ex ministro di Berlusconi, sostenuto da centro sinistra 1995.
      Primo governo Prodi 1996.
      1996-1997 rivalutazione lira e aggancio valutario lira/ecu (Ministro finanze Vincenzo Visco: quello che "Bagnai ha ragione, lo sapevamo sarebbe stato un disastro, ma le sue conclusioni sono pericolose"). #Treccani...I paesi che la ospitano, e lo stesso scantinato, sono una vecchia conoscenza del goofy5, che strano! (meno male che siamo circondati da fini strateghi, loro si che hanno chiaro il concetto di efficacia dell' azione politica).

      Elimina
  5. Io sento spesso questo intervento di Augusto Graziani sullo Sme fatto più di venti anni fa ad un convegno svoltosi alla Sapienza.Il post mi ha ricordato due passi di quell' intervento :il primo ,sulla costruzione d'una cintura di paesi collegati alla Germania come subfornitori e il secondo nel quale cita come uno dei più convinti assertori dello Sme,un uomo politico oltre che studioso,che al momento del dibattito al Senato fu invece il più lucido e convincente oppositore( tanto che Luciano Barra Caracciolo dedicò in "La Costituzionenella palude"un appendice finale al testo di quella dichiarazione di voto ).Passa il tempo ma gli obbiettivi tedeschi sulle nazioni loro vicine e i comportamenti degl' intellettuali liberali e cosmopoliti non cambiano.Nel caso di questi ultimi anche a costo d' apparire "incoerenti"quando una coerenza invece esiste ed è quella di trovare uno strapuntino alla corte di un nuovo "Principe"

    RispondiElimina
  6. Se davvero gli Ungheresi entreranno nell'euro,rinunciando alla loro moneta ed al pieno controllo,da parte del governo,della loro banca centrale, avranno ben presto solidi motivi per pentirsene amaramente e per rimpiangere "il fascista" Orban, "colpevole" di difendere la loro sovranità monetaria,
    gli interessi degli strati popolari,le frontiere ed i confini nazionali da invasioni non gradite ed imposte da altri e così via.
    Non ho elementi sufficienti per giudicare se Orban sia un "fascista" o un patriota conservatore e tradizionalista;
    di sicuro non è un nazista e non riesco proprio a capire perchè gli Ungheresi, che in passato hanno, peraltro, sperimentato le "delizie" della feroce invasione e dominazione mongola,possano essere così autolesionisti da volersi liberare da un regime magari "fascista", ma moderato ed in parte popolare, per passare sotto l'oppressione di un sistema politico paranazista elitario,verniciato da una patina progressista e modernista,ma in realtà nettamente antipopolare e fortemente ostile ai diritti del mondo del lavoro.
    Spero proprio che gli amici ungheresi non cadano in una tale
    micidiale trappola!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da quello che ho visto personalmente in Ungheria, c'è molto nazionalismo. Esso varia da un generico patriottismo, a un vero e proprio fascismo, e l'ho visto durante un giorno di commemorazioni nazionali in cui giravano per la città bruttissimi ceffi, e si riunivano in comizi nelle piazze. Non so di che partito fossero, ma godevano di libertà assoluta.
      La situazione economica che ho percepito tra le persone è la peggiore che ho visto nell'Est europeo, col maggiore retrogusto di povertà e mancanza di welfare.
      Di più non saprei dire, ma credo che non entreranno nell'Euro, perché sono fortemente euroscettici, l'opposizione non è abbastanza forte e comunque l'eurozona non versa in condizioni così attraenti da poter indicare una nuova terra promessa...
      Macron sappiamo già che fine farà, e con lui il suo trenino di seguaci.

      Elimina
  7. Purtroppo, c'è di peggio. Il governo croato ha dato il mandato alla banca centrale croata di preparare l'adesione all'€urozona. Il dibattito è di scarsa qualità, molto ideologizzato, guidato dagli esponenti politici ed economisti di sistema assolutamente asserviti agli interessi esteri e poco qualificati. L'argomento principale è che il paese è già altamente eurizatto: quasi tutti i risparmi ed i debiti sono in euro, che non ci sarebbe il rischio valutario, che ci sarebbero i bassi tassi d'interesse, bassi costi di transizione, che per un paese piccolo la politica monetaria basata sulla moneta nazionale comunque non ha grandi margini di manovra e che fuori dall'euro si rischia di essere ai margini EU. Pochi economisti critici sottolineano il pericolo dell'abbandono della moneta nazionale per l'industria vista la bassa produttività del lavoro ed alta disoccupazione con lo scenario Greco alle porte. Prevedo l'autodistruzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho letto oggi la notizia. Sentite infatti questa che è una vera propria fake news, e infatti viene direttamente da Jutarnij List:

      https://www.total-croatia-news.com/business/23249-introduction-of-euro-to-help-croatia-s-exporters

      Comunque la Croazia è un Paese a me molto caro, ho cercato di convincere tutti/e quelli/e che conosco che l'€ li farà stare peggio, constato che alla fine i media hanno fatto il loro sporco lavoro anche lì, non credo che il Paese ne uscirà bene, purtroppo. Anzi: non credo che il Paese ne "entrerà bene"!

      Elimina
    2. Idem, ci ho vissuto da qualche anno.. A quel che ho visto (sempre con il caveat che sono un profano) hanno grossi introiti per turismo, ma l'economia è orribilmente asimmetrica tra entroterra e costa+zagabria, con l'entroterra in crisi profonda, e la costa che progressivamente è colonizzata da capitali esteri. Nonostante il turismo, la bilancia commerciale è negativa - quindi inconsistente con l'affermazione riportata che ci sono sempre pressioni al rialzo della kuna... mah?
      Il current account è positivo ma solo perché lo stato ha ridotto la spesa... i I dipendenti pubblici guadagnano 500-800 euro/mese netti, un professore associato guadagna 1200 euro/mese netti, quindi stipendi la metà che in italia. In queste condizioni, la croazia costituisce forse un ottimo esercito di lavoratori di riserva..
      Un'altra sensazione che avevo riportato è che la politica è semmai dominata da una lobby di importatori, il che spiega queste fake news...

      Elimina
  8. Per un pugno di euri.

    Regia di Sergio Lenone.

    RispondiElimina
  9. Salve, ma a Praga dove esattamente? Non riesco a trovare nulla dell'evento. La partecipazione e' aperta ai comuni mortali?

    Grazie!

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.