martedì 7 novembre 2017

La cicala e la formica

...fra atroci sofferenze sto facendo la peer review del libro di due colleghi euristi, cui voglio molto bene nevertheless, e che si occupa dell'uscita dall'euro. Di libri così ce ne vogliono, comunque, perché occorre che dell'argomento si parli. Oggettivamente, dire qualcosa di più di quanto dissi nel Tramonto dell'euro è impossibile. Però si può sempre dire qualcosa di meno... anche se forse non si dovrebbe esagerare!

Quello che mi stupisce e mi costerna nel modo in cui i miei colleghi affrontano l'argomento euro è la stupefacente leggerezza con la quale si dispensano dall'osservare due principi cardine della nostra, anzi: della loro, scienza: quello secondo cui "non ci sono pasti gratis", e quello secondo cui la flessibilità del prezzo garantisce l'equilibrio sui mercati.

Per l'economista standard, quello del credito è un mercato come quello di val Melaina, dove, invece delle patate, si scambia un bene chiamato "risparmio". Contro questa teoria, la teoria dei fondi mutuabili, ci ha messo in guardia (facendo l'errore di credere che io ne avessi bisogno) Sergio Cesaratto nel suo bel libro (poco male: è ancora vivo)! Avrei quindi molte riserve circa la sua rilevanza, ma resta il principio generale che per loro, cioè per gli euristi, il mondo funziona così: domanda, offerta, equilibrio a un dato prezzo (e se si scambia denaro, a un dato tasso di interesse).

Ora, a fronte di questi due ovvi principi, è veramente delirante l'ossessione psicotica con la quale, dopo tutte le catastrofi cui il credito facile ci ha condotto, certi colleghi continuino a dirci che i bassi tassi di interesse sono stati una grande opportunità che abbiamo sprecato bla, bla, bla... Finché cose simili le dice un giornalista, transeat: non è competente, e comunque è pagato per seguire una linea editoriale, quindi a lui, al gazzettiere, non puoi chiedere di capire che se un prezzo viene spinto (in qualsiasi modo e per qualsiasi motivo) al disotto dell'equilibrio, ciò provocherà fatalmente uno spreco del bene prezzato, un sovraconsumo, e, nel caso del credito, un sovraindebitamento. Insomma: è antieconomico, ma soprattutto è stupido, dire che un sistema nel quale il capitale è troppo a buon mercato avrebbe favorito un uso più efficiente del capitale, o dire che un sistema nel quale indebitarsi ha costi irrisori avrebbe favorito comportamenti virtuosi, astensione dal credito. Bisogna essere proprio ottusi per non rendersi conto di quanto anti-economico sia questo ragionamento. Puoi anche pensare che il risparmio sia un bene come le patate, ma per pensare addirittura che sia un bene di Giffen ci vuole una mente molto mal congegnata.

Ed è qui (riallacciandomi al post precedente) che si vede quanto i gazzettieri siano squallidi, nel loro insistito abuso di metafore trite e ritrite, prive di aderenza con i precedenti letterari cui si ispirano!

Prendiamo il caso della cicala del sud e della formica del nord. Quante volte abbiamo sentito ripetere questa solenne stronzata! Ma... qualcuno ha letto La Fontaine? Cosa dice, La Fontaine, della formica?

La Fourmi n'est pas prêteuse ;
C'est là son moindre défaut.

Ecco: ora a voi sembra che la Germania non sia stata  prêteuse? Ganz im Gegenteil! Da un'altra favola sappiamo che il centro presta largamente, inonda di liquidità la periferia (e sappiamo anche il per come e il perché di questo fiotto di capitali: quelli, sì, una droga, quelli, sì, che schizzano...), e così ha fatto la Germania.

Quindi la narraFFione (non è un errore di pronuncia: è un errore politico), oltre ai profili di squallore delineati nel post precedente, ne ha uno che secondo me supera e travolge tutti gli altri: nella maggior parte dei casi denota una sesquipedale ignoranza del narratore. Ignoranza dei fatti economici (e fino a qui transeat), ma anche, e soprattutto, ignoranza delle verità letterarie. Non puoi definire "formiche" quei cialtroni vili e corrotti che hanno prestato senza alcun scrupolo e senza alcuna attenzione al sud il saldo finanziario slealmente accumulato col loro triplice dumping valutario, salariale e ambientale. Non puoi. Se i tedeschi fossero veramente stati formiche non avrebbero prestato: la formica non presta. La crisi non ci sarebbe stata.

Provate a chiedere a un gazzettiere di dirvelo con parole sue! Non ce la farà nemmeno se lo pagaste. E questo è un pezzo non irrilevante del nostro problema...

23 commenti:

  1. ...la formica non presta! e queste invece hanno prestato e tanto pure...in poche parole una bomba atomica di significato! Questo significa essere un Professore. Siete come al solito imbattibile..

    RispondiElimina
  2. Oscar Giannino oggi: «Per l’Italia il problema è l’euro, costruito in antitesi alle nostre esigenze e caratteristiche economiche, ma non è un problema risolvibile. L’Europa invece non esiste e non esisterà mai, gli Stati non cederanno la loro sovranità».
    se ne è accorto dopo 15 anni. Della serie "ma per sapere che un cazzotto in faccia fa male, occorre provarlo ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bisogna capirlo, nei 15 anni passati era troppo impegnato a studiare per prendersi le sue innumerevoli lauree.

      Elimina
    2. Non e' un problema risolvibile? Ma se per lui non era un problema fino a 2 giorni fa? Incredibile.

      Elimina
    3. È fascista chi difende l' Euro. E farà la fine dei fascisti: diventerà antifascista (cit.)

      Per noi sarà difficile gestire la comune sconfitta. Ed ora che la realtà ci ha fatto rileggere Il tramonto dell' euro, propongo la rilettura di questo post di Alberto.

      Elimina
    4. Off topic ma neanche troppo.
      Sarà il periodo elettorale, ma ho notato un moltiplicarsi, forse solo per ragioni opportunistiche, delle voci critiche nei confronti dell’euro e non soltanto nel dibattito politico.
      A tal proposito, vorrei segnalare un film che ho visto di recente, intitolato “Omicidio all'italiana” di Maccio Capatonda: film comico e pieno di battute nonsense il quale però contiene una critica al sistema informativo della televisione italiana.
      Alla fine del film, sono giunto alla conclusione che Maccio o qualche suo autore è molto probabilmente un seguace del blog.

      All'inizio del film, il sindaco del paesino di Acitrullo litiga con suo fratello: il fratello sostiene che Acitrullo è un brutto paese poiché è pieno di salite; il sindaco invece non è d'accordo, affermando che Acitrullo è un bel paese poiché è pieno di discese.
      Andando avanti nel film, due personaggi messi alle strette dichiarano opportunisticamente: “entrare nell'euro è stato un errore e noi ve lo avevamo detto!”.

      Elimina
    5. Dove hai trovato queste dichiarazioni di Giannino? Sarei proprio curioso di leggerle integralmente...

      Elimina
  3. ...e fu così che alcune formiche furbe e disoneste, desiderose di volare, iniziarono a prestare alle cicale parte delle loro abbondanti riserve ben sapendo che queste non avrebbero mai potuto assolvere il loro debito. Infatti, giunto il momento di risarcire le formiche, non possedendo altro, le cicale dovettero cedergli l'unico bene di cui disponevano:le ali. Nacquero così la formica volante e lo scarabeo stercorario che vive accontentandosi di palline di cacca.
    -ma che brutta storia papà, ora davvero non riuscirò più a dormire!
    Era quello che volevo figlio mio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci metta pure che le formiche del formicaio vicino dovettero risarcire le formiche prestatrici al posto delle cicale.

      Elimina
  4. Hai un animo molto grande! Ma sono davvero amici, capisco.

    RispondiElimina
  5. Buongiorno Alberto

    Sono OT ma chiedo venia, data la rilevanza del tema! Un mese fa ho scritto questo post su linkedin a proposito di una norma delirante licenziata dalla BCE. Credo sia utile, ai nostri fini, darne evidenza, visto che, come previsto, i titoli delle banche italiane sono già scesi in media del 15/20% in sole tre settimane. Da notare, come ciò sia avvenuto in un contesto di borse mondiali euforiche (e ormai giunte allo stadio finale della iperbolla monetaria...)

    Dunque, proviamo ad unire i puntini. La BCE ha appena approvato, alla chetichella, una delirante norma "ammazza banche": l'obbligo di copertura integrale delle nuove sofferenze non garantite. Questo, come scritto nel post precedente, implicherà una ben più drastica selezione dei nuovi prestiti. Oppure, continuando ad erogare secondo i soliti standard, si penalizzerebbero i risultati. Dunque, o stronchi la pseudo ripresina (credit crunch) o ammazzi le banche, già agonizzanti anche per i tassi negativi. Tertium non datur! E qual'è il sistema più gravato da NPL? Eh si, proprio quello italiano (350mld, 18% degli impieghi, 20% del PIL, 1/3 del totale euro). A pensar male, il piano della cupola €urista potrebbe essere il seguente: affossare nuovamente le nostre banche (come nel 2016) al punto da rendere "indispensabile" l'intervento della troika, che fino ad ora abbiamo evitato solo grazie al fatto che i "premier", dal 2011, sono sempre stati agli ordini dalla cupola stessa. Ma dopo le elezioni? L'aria potrebbe cambiare...Una soluzione più light, gia in atto con il calo dei titoli, sarebbe quella di rendere le banche facili prede di qualche colosso tedesco o francese...vi ricorda niente? Ciò detto, don't fight the BCE.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'obiettivo finale, ovvero la "Soluzione finale" è liberarsi dei titoli di Stato italiani, allora vedremo finalmente illuminarsi la scena!

      Elimina
  6. Ovviamente il padre e la madre della favola morale economica sono il DeBBBBBBito PuBBBBBBlico brutto sporco e cattivo, e la SpesaPuBBBBBBlica improduttiva.
    Invece riflettendo sul bene di Giffen (e prendendo spunto dalla tua esigenza di cambiare operatore telefonico) potrebbero essere considerato tale uno smartphone (quello AmmeriGano per eccellenza), il cui prezzo e le cui vendite aumentano ogni anno, e chi l'acquista poi vuole risparmiare cercando una tariffa da 3€ al mese tutto incluso ahahahahabahahah :) :) :)

    RispondiElimina
  7. È strano infatti come una cicala non sia una cicala se non grazie alla presenza della formica, e viceversa.

    RispondiElimina
  8. Grazie ad Alberto per questo post illuminante e per il link al fondamentale post del 2012 "il romanzo di centro e periferia". Un testo che non esiterei a definire gaddiano, bellissimo, ricco di humour e tagliente come un bisturi, lucido nella descrizione degli effetti perversi del "ciclo di Frenkel".
    Questo blog, grazie all' autore, rappresenta uno scrigno di conoscenza irrinunciabile, un pozzo di letteratura economica e di cultura umanistica a cui attingere in ogni momento.
    Grazie davvero.

    RispondiElimina
  9. Nonostante siamo delle cicale, abbiamo avuto comunque la quarta o quinta riserva d'oro al mondo.

    RispondiElimina
  10. Bella questa dei beni di Giffen. Mi ricorda due cose:
    1- l'ipotetico Chaplygin gas, che si espanderebbe quando lo comprimi...
    2- quelle stelle che veramente si riscaldano quando perdono energia, calore specifico negativo.

    La seconda esiste veramente, la prima è un'ipotesi relativamente oziosa, per fortuna lontana da qualsiasi impatto sulla società.

    RispondiElimina
  11. L'altro giorno - la figlia di 6 anni fa il mercatino in casa coi compagni di scuola. Lei prepara un sacco di roba perché dice che vende un sacco. E io le chiedo ma chi compra. Dice, Greta. Dico io, ma sei sicura? Dice seccata certo, queste sono cose belle. Dico io ma se Greta finisce i soldi? Dice - che domande, allora glieli prestiamo! Con tutti i soldi che facciamo vendendo.. e tanto poi ce li ridà quando compra! Non fa una piega... Infanzia mercantilista :)

    RispondiElimina
  12. Quando questi boriosi smetteranno di ripetere queste falsità? Un sentito ringraziamento Prof.

    RispondiElimina
  13. Se i gazzettieri leggessero questo per iniziare capirebbero molte cose...

    RispondiElimina
  14. la favola di oggi è quella della fett'unta. Il suo retrogusto amaro ha molto colpito le mie figlie adolescenti. Chissà che, quando tra qualche anno andranno (?) a votare, non ricordino il sincero sdegno odierno. Me lo auguro. Per loro. E per noi

    RispondiElimina
  15. Una domanda leggera e ingenua. E' soprendente quanto lei riesce a scrivere. Ma siete uno o centomila?

    Tornando alla sostanza, da tempo mi chiedo, senza trovare risposta nowhere: nel 1981 l'Italia visse l'apertura alla speculazione sul proprio debito attraverso il meccanismo che sappiamo con i risultati che conosciamo, ma la stessa cosa e' avvenuta in altri paesi europei? Se si, con quali modalita' e quali risultati? A me sembra un argomento molto interessante. Grazie

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.