mercoledì 15 novembre 2017

Camera con Vistola (i saldi della Polonia)


(...la città vecchia, vista dal mio albergo...)

Dovrei lavorare a un paio di cose noiose (un progetto di ricerca e una richiesta di fondi), ma siccome, per fortuna, nonostante gli inde
fessi sforzi del mio solerte (nel senso che dà le sòle) staff i preventivi de cujus non mi sono arrivati (regà, si scherza, siete bravi, bacini sul collo a tutti...), posso applicare il principio fondamentale dell'antiliberismo: prima il piacere, poi (se avanza tempo) il dovere, e in culo alle generazioni future (con affetto, ovviamente).

Condivido quindi con voi un paio di grafichetti fatti in aereo, nel tentativo di capire dove stavo per atterrare. A sentire i nostri gazzettieri, sono capitato in un posto pericoloso, anche se er Palla non mi sembrava preoccupato, forse perché ha già capito (lui) che i gazzettieri sono un male inutile. In effetti, sulla strada fra l'aeroporto e l'albergo non ho visto alcuno di quei pittoreschi falò che punteggiano a intervalli irregolari il paese di quelli bravi, di quelli che non sono populisti. E su questo non avevo dubbi.

Viceversa, lasciando i gazzettieri alle loro fole, siccome mi capita di incontrare il ministro dell'economia che recentemente ha lanciato questo Piano di sviluppo responsabile, per non farvi fare brutta figura mi sono messo a dare un'occhiata ai numeri.

Il piano si ripropone di portare gli investimenti, che sono in calo, sopra il 25% del Pil. Secondo il Fmi ora sono al 19%, non lontanissimi da quelli italiani, al 17%.

Va notato che dal crollo del muro in poi la Polonia ha raggiunto questo livello di investimenti in sole due occasioni: intorno al 1998, e intorno al 2008. Ora, credo che voi ricordiate che:

S-I=X-M

(la spiegazione di questa formula arcana, senza capire la quale temo che non possiate capire un accidenti di nulla di quanto vi circonda, venne data diverse volte: la prima qui). Non sarete stupiti quindi di apprendere che questi massimi degli investimenti corrispondono a dei massimi dell'afflusso di capitali esteri (cioè di M-X), come potete facilmente constatare qui:

C'è quindi una cosa da dire, che io non dirò se non mi verrà chiesta, e forse nemmeno se mi verrà chiesta: i due obiettivi di reindustrializzare il paese (primo pilastro del piano) riequilibrando i saldi finanziari (terzo pilastro del piano), cioè riducendo la dipendenza dal capitale estero, non sono compatibili, e trovare una sintesi non sarà facile. Va anche detto però che il governo polacco, in Italia variamente descritto come conservatore, xenofobo, nazionalista, e via sproloquiando, ha capito una cosa che i nostri Licurghi non hanno capito, ovvero che senza crescita dei salari non c'è crescita dei risparmi: si è quindi dato l'obiettivo di portare il reddito pro capite dei polacchi al 75% della media europea, sostenendo esplicitamente che per sfuggire alla trappola del reddito medio la crescita economica deve essere sostenuta da una crescita dei salari (è tutto nel piano). La nostra aristocrazia piddina fremerà di sdegno: occuparsi del proprio popolo! Che cosa populista!

Ma intanto, come sta andando il reddito pro capite dei polacchi? Sta andando così:


Ah, siccome ultimamente mi state un po' sulle scatole, ci ho messo anche il vostro, di reddito pro capite (sempre in rapporto alla media UE): non per informarvi, ma perché doler vi debbia!

Visto che bello spettacolo?

Fra dieci anni, se noi stiamo dentro e loro stanno fuori, il problema demografico della Polonia, cui il rapporto accenna, e che in gran parte è stato determinato dall'emigrazione (il famigerato idraulico polacco che tanto preoccupava i mariti francesi...) sarà risolto: ci converrà venire tutti qui, in questo paese dove due cose tolgono il fiato: la fiatella di aglio e la bellezza delle donne (di alcune, per l'esattezza: continuo a pensare che un investitore avverso al rischio preferirà sempre l'Italia basandosi su una sommaria mean variance analysis). Va anche detto che se fiatella e bellezza si combinano nella stessa mammifera verosimilmente occorrerà un terzo elemento affinché il miracolo si compia e la crisi demografica si risolva: l'aaaammmmmmmmmoooorrreeeeeeee (preciso che non sto parlando per esperienza: il mio è solo un educated guess), insomma: quella melassa sciapita e collosa con la quale mi invischiate nelle vostre lettere (con lodevoli eccezioni: vedi post precedente). Vi suggerisco di tenerla invece da parte for future reference, ove mai doveste accasarvi con una Justyna o una Danuta reduce da un piatto di pierożki come quello che è toccato a me, dove tutto l'aglio della Masovia era confluito con tutto l'aneto dell'agro polignanese (perché un amico mio coldiretto che vi presenterò alla nostra festa - è un po' timido e bruttarello, non mettetemelo in imbarazzo, mi raccomando - mi ha spiegato che ora in Puglia va molto la monocultura da esportazione, in particolare le erbe aromatiche per diversamente mediterranei...).

Tutto qui?

Bè, per quel che riguarda il follower bashing direi che posso accontentarmi. La mia insopprimibile vocazione pedagogica mi compelle tuttavia a mostrarvi un altro grafico, questo:



Li vedete i due episodi di afflusso di capitali esteri? E che ve ne pare: promuovono le esportazioni, o finanziano le importazioni?

Non ho altre domande.


(...se questi episodi non li vedete non c'è niente di male: chiedete e vi sarà dato. Faccio notare che il Vangelo dice: "chiedete", non "ragliate". Quindi, astenersi Serendippi. Per il resto, mi limito ad osservare che con la liretta il nostro Pil pro capite era del 20% superiore alla media europea. Dov'è finito ora lo vedete. Potete anche continuare a ripetere che la colpa sia della Cina o della corruzione. Si vede che per la Polonia, nonostante almeno inizialmente competesse su un segmento a più basso valore aggiunto del nostro, la Cina non è stato un problema...)

31 commenti:

  1. X e M nell' ultimo grafico per che cosa stanno?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottima domanda. Sono i numeri indici delle esportazioni e delle importazioni di beni e servizi con base 1995=100. Il fatto che siano indici comporta che ha senso esaminarne solo la dinamica. In altre parole, il grafico ti permette di valutare in quale periodo una variabile cresceva più dell'altra, non quando fosse maggiore (o minore) dell'altra. Nel periodo considerato la Polonia è comunque sempre stata in deficit di partite correnti (X-M<0, cioè M-X>0), ma questo, in linea di principio non puoi vederlo da quel grafico lì. Quello che invece puoi vedere è che gli episodi di afflussi di capitali sono sempre legati a uno sviluppo relativamente sostenuto delle importazioni. Ci sarebbe da discutere su questo punto, che in parte riflette la struttura contabile del problema. Un altro elemento importante è che dopo il 2008 vedi come la svalutazione abbia sia promosso le esportazioni che scoraggiato le importazioni.

      Elimina
    2. Gli afflussi di capitali stimolano le importazioni in quanto il capitale se distribuito al consumatore lo spinge ad acquistare, e se la moneta é forte rispetto allo stato che esporta il consumatore importo, dico fesserie? Comunque a dover di cronaca vivo in PL dal 2006, e delle svalutazioni selvaggia nel 2008 e seguenti non me ne sono neanche accorto

      Elimina
  2. X Esportazioni, M importazioni, gia' documentato da solo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mannaggia: per una volta che c'era una domanda che non era né un raglio né un comizio... ma non è strano che in casi simili chi la pone sappia anche rispondersi da solo...

      Elimina
  3. E ci sono riusciti con Tusk al governo.
    Se lo scopre Junker...

    RispondiElimina
  4. sono stato in Polonia un paio di volte per lavoro, quest'anno, dopo 10 anni che non ci tornavo, e sono rimasto impressionato dagli enormi miglioramenti in termini infrastrutturali e dall'aria di "boom economico" che vi si respira...a naso ero giunto alla conclusione che stessero meglio di noi, dopo aver letto questo post ne ho la certezza matematica

    RispondiElimina
  5. Piccola esperienza personale in Polonia ( Prof, stia calmo non era ERASMUS ). Ero nell'università di una nota città dei cattivoni xenofobi; le ragazze del corso mi accompagnarono in un museo che ripercorreva i periodi più significativi della loro Nazione. Nell'ala vecchio secolo del museo, rimasi estasiato quando mi ripeterono a memoria dei versi del loro "A. Manzoni", mentre osservavamo alcuni quadri delle guerre napoleoniche. Mi dissero lo abbiamo imparato a scuola, abbiamo imparato ad amare la nostra Patria; nel momento in cui ci riunivamo con un gruppo di italiani e riflettevo sulle parole delle studentesse, ritrovai questi ultimi mentre facevano la gara a chi impersonificava meglio lo steriotipo del cinepanettone anni 90, disprezzando ogni cosa possibile ed immaginabile, solo perché italiana, con i peggiori luoghi comuni. Siamo mafiosi, siamo corrotti, sono meglio i tedeschi ect.... Per fortuna i ragazzi di altre nazioni, ( che paradosso ) si misero a decantare le nostre virtù italiche, quali gran lavoratori, grandi inventori, grandi musicisti ( alcuni amavano suonare musica classica italiana ) difendendo il nome dell'Italia più degli euro-italiani. Non serve aggiungere che non parlai neppure un giorno con gli autorazzisti e per tutto il viaggio insegnai italiano ai ragazzi Polacchi che dicevano fra un piroghi e una vodka, che la lingua italiana era bellissima.

    RispondiElimina
  6. Azzardo un commento per vedere se ho capito (e chiedo perdono per gli apostrofi). La cosa "che io non dirò se non mi verrà chiesta" equivale in qualche senso al discorso che fa Cesaratto in questo video? E nel caso in cui io abbia capito, avrebbe senso immaginare che l'Italia esca dall'Euro e trovi nella Polonia una sponda esterna (per un ristretto mercato comune di crescita condivisa) valida? Nel genere della fantapolitica, sarebbe un buon romanzo o un pessimo romanzo?

    RispondiElimina
  7. Professore, grazie per questa breve ma illuminante disamina di alcuni aspetti della situazione economica del mio paese d'adozione nonché per la bella foto della città in cui vivo da ormai tre anni (per chi non lo sapesse l'edificio bianco sulla destra è il teatro dell'opera, chiamato in polacco Teatr Wielki, "Teatro Grande", e progettato dall'architetto italiano Antonio Corazzi). Non essendo economista non mi azzardo a commentare grafici ma condivido con voi, se il Prof. me lo permette, la mia personale esperienza del paese. Agli occhi di un profano come sono l'economia in Polonia sembra decisamente andare alla grande; sembrano testimoniarlo fattori comprensibili anche per un non addetto ai lavori, come l'intensità degli investimenti immobiliari nella capitale oltre alla presenza dei loghi delle grandi multinazionali in ogni angolo del centro. Eppure, in un sistema politico/sociale come quello polacco, a mio giudizio ancora troppo sbilanciato a favore del capitale (i polacchi si sognano il sistema misto che ha reso grande il nostro paese!) , con la crescita della ricchezza aumentano anche le diseguaglianze (per es. particolarmente grave è il caso degli anziani, spesso costretti ad una vita di stenti a causa della troppo esigua pensione statale o dei giovani, forzati ad emigrare non a causa della mancanza di lavoro, che in Polonia c'è, ma per via dei salari troppo bassi [alcune posizioni professionali nelle multinazionali, se rivestite da cittadini polacchi, possono essere remunerate l'equivalente in zloty di 500/600 euro, mentre vengono pagate molto, ma molto, di più se ricoperte da stranieri); rispetto a questi problemi rimprovero all'attuale governo che avrebbe potuto fare decisamente di più. Tuttavia, onore al merito per i risultati che è riuscito a conseguire in una situazione decisamente non facile vista l'ostilità ad esso mostrata da quasi tutta l'Europa occidentale, la feroce opposizione interna pro-UE, numericamente esigua ma particolarmente fastidiosa (vedi le grandi manifestazioni pro-Unione Europea che essa organizza periodicamente nel centro di Varsavia) ed infine l'attacco costanti dei media, per la maggior parte in mano ad investitori stranieri e decisamente ostili al governo in carica.

    RispondiElimina
  8. "Lo stabilimento Honeywell di Atessa chiuderà. La notizia ufficiale è stata comunicata mercoledì ai sindacati e al ministero dai vertici della multinazionale che produce turbocompressori per motori diesel. Questa fabbrica dà lavoro a 420 dipendenti in Val di Sangro".
    Se oggi tutte assieme queste persone guadagnano 100, fra un anno quanto guadagneranno? 50? Meno?

    RispondiElimina
  9. Professore la prossima volta rimarró Nell ignoranza, solo per farmi illuminare da lei, posso chiederle a che ora è dove è il dibattito di domani a Rzeszów? Abito a Cracovia, trasferito per amore che svalutandosi non era più conveniente, ma poi rimasto perché la valuta svalutata del mio stipendio in PLN mi fa vivere meglio che nell Italia e con il monetone

    RispondiElimina
  10. Vorrei capire se la Polonia ha evitato la deflazione salariale perché era già colonizzata dalle delocalizzazioni germaniche, e partendo da un livello più basso del nostro non era la vittima designata, oppure perché la sua classe dirigente ha capito il giochetto?

    Se fosse possibile stabilire la provenienza degli investimenti esteri, che servono a finanziare gli acquisti dall'estero, potremmo avere ulteriori conferme del fatto che la Polonia è inserita nella catena di valore tedesca e che quindi gli investimenti provengono dalla Germania, e sono funzionali all'acquisto di beni tedeschi...come mi par di notare dal confronto del grafico 1 col grafico 3.

    Buona serata, provi la cucina tipica polacca invece di andare a caccia di pizzerie!


    PS Spero che il Palla lo stia tenendo al guinzaglio, m'immagino come tira con tutte le biondine (o con le fiatelle?)

    RispondiElimina
  11. Lasciatemi ragliare: per le signore il coldiretto pugliese, ma per i signori ?

    RispondiElimina
  12. Ecco Prof., mi ha rovinato! Già avevo pochi argomenti per ribattere quando la mia ragazza polacca mi diceva che piuttosto che stare a Milano se ne tornava in Polonia, dove secondo lei si sta sempre meglio. Ora dopo che avrà letto questo post chi la sentirà più?!?

    RispondiElimina
  13. Da anni le badanti a casa dei miei genitori sono state polacche cattoliche .
    Affidabili serie e grandi lavoratrici.
    Abbiamo poi avuto un collaboratore in azienda (settore ferramenta tecnica per infissi ed infissi finiti) polacco : doppio lavoro , poi solo con noi ora in proprio ( importa infissi PVC stante che i tedeschi hanno delocalizzato aziende e Tecnologia li' ) .
    Quel po' di storia che credo di conoscere me li rende simpatici , schiacciati tra la Germagna e la Grande Madre orientale .
    Chissa che non possano essere uno dei grimaldelli per rompere l'incubo Euro

    RispondiElimina
  14. Non si dovrebbe osservare un arretramento del pil pro capite italiano negli anni dello sme credibile e della crisi dei primi anni '90? Se non sbaglio in quegli anni il cambio era fisso e non c'erano più i riallineamenti?

    RispondiElimina
  15. Nel 98 e nel 2008,quando gli investimenti esteri raggiungono il 25% del pil,le importazioni di beni e servizi dall'estero sovrastano le esportazioni:Ovvio che gli investimenti esteri finiscano per finanziare le importazioni.
    Ora aspettiamo le elezioni nazionali per farlo sapere a quelli che "Oggi c'è la Cina".

    RispondiElimina
  16. Prof le ragazze polacche, oltre ad essere bellissime, menano pure e questa signorina la incontrerà al convegno.

    RispondiElimina
  17. "Because we do not beg for freedom, but fight for it."
    https://www.youtube.com/watch?v=Q88AkN1hNYM

    RispondiElimina
  18. Professore, ho controllato ora sul sito ufficiale e sembra che l' iscrizione per gli ingressi sia gia' chiusa. Se e' in serata vorrei venire, mi aiuti lei! Metta una buona parola, corruzzzzzione...

    RispondiElimina
  19. Un bell'articolo esplicativo sulla "middle income trap".

    https://www.economist.com/news/special-report/21729862-countries-are-neither-rich-nor-poor-can-hold-their-own-against-rivals-both

    RispondiElimina
  20. Quello che non capiscono (o fanno finta di non capire) gli euristi, è che con la lira l'abolizione della scala mobile (1992) è stata una scelta politica, a differenza della imposizione economica del taglio dei salari che è necessaria per la permanenza nell'euro.
    Ovviamente la giustificazione adottata per la sua abolizione fu quella della lotta alla più iniqua delle tasse, la LinflaZZZione! E come è andata a finire si vede, smantellata la scala mobile che aveva appunto la funzione di difesa dei salari anche dalla suddetta tassa iniqua (infatti fu rafforzata nel 75 in pieno shock petrolifero a causa del quale tutti i paesi avanzati sperimentano inflazione a 2 cifre), i nostri redditi e la nostra capacità di risparmio sono stati massacrati.
    Si stava preparando la strada all'ingresso nella moneta unica a al famoso sottraendo dell'euro.

    RispondiElimina
  21. Buongiorno, in primis spero che assapori quella stupenda aria di cattolicesimo che si respira in Polonia. In secondo luogo ieri ho spiattellato ad un paio di amici questi suoi grafici ricordandogli che la Cina esisteva anche 1000 anni fa ( cosa che le ci ricorda oramai da tempo ).Però le devo confessare (in camera caritatis) una cosa, ho dei miei parenti che parlano spesso di debito pubblico e io cristianamente voglio accollarmi il loro debito ma non mollano (BTP a 10 anni)...che vergogna!
    Una volta si diceva " non ci resta che piangere " ora possiamo solo dire " se tutto va bene vado a fare l'idraulico in Polonia ".
    Che Dio la benedica sempre professore.
    Marcello da Palermo

    RispondiElimina
  22. L'aglio nei pierogi non c'azzecca assolutamente niente, ma chi te li ha cucinati?

    Grazie comunque prof. Da Varsavia

    RispondiElimina
  23. Bel post(o) che mi mette comunque un po' di tristezza e mi fa provare un po' di invidia.
    L'unica imprecisione è sull'alito delle polacche. Probabilmente è stato sfortunato con i Pierogi ma con un piatto di Golonka il problema si risolve...
    Provo tristezza per la nostra situazione, un po' di invidia per la loro e anche per lei che se ne sta là (e la mia non è una educated guess; anche se, su questo aspetto, lungo la Visla, ho chiuso: sposato con italiana e con italianissima figlia ( anche se probabilmente concepita proprio a Cracovia...Eeeh l'aaaaammmmorrreeee!!....). Poi ci ripenso e dico: ma sono proprio così fortunati, oltre che buoni patrioti, 'sti polacchi? Ultimamente, poi, il boom economico, da quelle parti, ha montato un po' la testa. Parlandoci, soprattutto i varsaviani, si sentono forti, atteggiamento meno diffuso a Cracovia, splendida città che, come molte splendide città europee, deve molto agli architetti italiani.
    Spero di no ma tra 10 anni, ammesso che per noi questa tortura continui per altri due lustri, siamo sicuri che i nostri amici polacchi saranno in acque tranquille? La cosa che mi inquieta di più per loro è che confinano con la Crande Cermania e questa, vista la situazione geopolitica, non è una grande fortuna. E il problema permarrà, sia nel caso in cui, tra 10 anni, i padroni de' LEuropa siano sempre al loro posto, o, nel caso opposto, in cui LEuropeo incubo sia finito. A Varsavia questo lo percepiscono quasi quanto gli abitanti di Wroclaw, l'antica Breslavia. Se l'Euro non è solo una moneta, la Germania, purtroppo, non è più solo una potenza economica... Ovviamente, il problema riguarda anche noi, apparentemente distratti dal fatto che fuori c'è la Ciiiina. Intanto, dentro, girano le bozze con un bail-in camuffato per i conti sotto i 100000 mila Euro e nasce LEuropeo esercito che non controlla certo i confini del Sacro Romano Impero ma potrebbe essere l'insuperabile baluardo contro i populisti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A scanso di equivoci, io come è noto sono in regime di monopsonio (monopolista: Roberta Capasso). E poi non so se fossero -acche o -acchi. So solo che entrano nel bus navetta stavo per uscire di sentimento. Ma dopo un po' ci si abitua.

      Per inciso: Varsavia dopo la guerra è stata ricostruita sai come, no?

      Elimina
    2. So benissimo che opera (con difficoltà) in regime di monopsonio/monopolio. In questo campo, solo i libBberisti anelano la concorrenza perfetta ma, i più, solo quando si parla di mercati degli altri...
      Sinceramente, non ricordavo che la ricostruzione post-bellica fosse principalmente il frutto del lavoro di "un" italiano e, avendo frequentato di più la regione di Malopolska, ho sempre un po' snobbato Varsavia (anche questi son campanili...). Quello che mi ha sempre colpito a quelle latitudini è un generale e viscerale attaccamento alla testimonianza storica e alla propria cultura, certe volte maniacale e non sempre corretta (ovviamente, non è il caso di Varsavia o Dresda). Mi sarebbe piaciuto vedere, la stessa tenacia, ad esempio, negli imperiali o repubblicani fori di Roma. Ovviamente, rispettando i canoni scientifici e rispettosi di quella che si chiama anastilosi e che, oggi, nella Capitale, a qualche sedicente esperto suona più come un'orrenda e perversa pratica sessuale. Purtroppo, anche l'arte e la cultura è esercitata sempre più dalle élite; solo loro capiscono e solo loro devono comprendere. Se non è già tornato dalla missione, le consiglio di entrare in un locale a bersi una birra anche da solo. Percepirà sempre e comunque una sana e populista concezione della cultura, ormai rara dalle nostre parti. Sempre che di birra non ne beva un po' troppa...

      Elimina
  24. E' sconfortante vedere come in Polonia si parli di classe media ed aumento salari mentre qui in Italia, con gli under-34 più poveri dei genitori e dei nonni (!!!), la classe dirigente veda come unica soluzione la via a là Macròn con testuali parole:"La contrapposizione tra Renzi e Bersani sull'art. 18 è oggettivamente datata e irrilevante. È vecchia la sinistra che vuole ripristinare il testo precedente al jobs act ma è vecchia anche la sinistra che ne difende la nuova versione. Sono infatti entrambe lontane dal pacchetto Macron che per incoraggiare le assunzioni riduce addirittura l'indennizzo del licenziamento illegittimo". Sacconi di m....a oserei dire.

    RispondiElimina
  25. Piccola testimonianza da bar: ieri la mia domestica polacca mi riferiva che la paga media di un lavoratore come suo marito (operaio, carpentiere) è di 60€ in Italia contro il corrispondente di 75 in Polonia e che mentre qui l’età pensionabile è di 67 anni, lì il limite è 57. Saluti

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.