domenica 17 settembre 2017

La sinistra e l'indipendenza nazionale

(...il cattolicesimo ha introdotto il culto dei santi. Il cattocomunismo quello dei santini. Oggi ci occupiamo di uno dei più diffusi: diciamo che il personaggio di cui ci occupiamo oggi sta alla sinistra come padre Pio sta alle beghine di provincia - cioè alla sinistra. Le responsabilità di chi ha fatto finta di stare all'opposizione sono più gravi, per ovvi motivi, di quelle di chi ha fatto finta di stare al governo. Entrambi erano ascari di un regime coloniale, come qui sappiamo bene, ma almeno i secondi, i governativi, questo ruolo lo rivendicavano a viso aperto, senza infingimenti gesuitici. La verità, tanto, l'hanno sempre detta sia i primi che i secondi: "Raccolta molto inferiore alle esigenze...". Il loro problema è sempre stato quello di non riuscire a spremervi abbastanza. Ed è questo, sul piano economico, il destino dei popoli colonizzati: essere spremuti. Dice bene Cesaratto: la sinistra italiana è sempre stata monetarista, mai keynesiana: che poi è quello che vi dico anch'io quando faccio notare come essa si sia sempre impegnata a difendere il potere d'acquisto dei lavoratori chiedendo prezzi più bassi, anziché salari più alti (e quindi rendendosi organica al mito dell'eccellenza, della competitività, e alla prassi del mercantilismo, di cui parlavamo nel post precedente). Una sinistra tutta dal lato dell'offerta, il che fa presumere che lì trovasse, e trovi, il suo sostentamento (oh, quale celeste corrispondenza di amorosi sensi testimonia uno di questi filmati!). Su un altro piano, come si sia potuti passare dalla rivendicazione del ruolo svolto nel restituire al nostro paese la sua indipendenza a quella del ruolo svolto nel togliergliela resterà comunque un tema dibattuto dagli storici - e di contributi in merito qui ne abbiamo già visti tanti. Diamo quindi inizio alla campagna elettorale ricordando, grazie a uno de passaggio, quanto sia profonda, qui da noi, la radice del Male, dell'odio verso il nostro paese, cioè verso di noi...)




Caro Alberto, 
con la mente già un po' in vacanza, ho "partorito" questo:

Coerenza: dal verbo latino cohaerere "essere strettamente unito". Oltre che nel significato proprio, il termine è usato per indicare qualcosa che non è in contraddizione, che s'accorda con qualcosa d'altro. (cit. Treccani)

Sta di fatto che, fra le doti generalmente più apprezzate in un politico vi sono l’intelligenza e la coerenza.
Di Enrico Berlinguer si è detto e scritto molto: segretario del Partito Comunista Italiano dal 1972 alla sua prematura scomparsa nel 1984, fu certamente identificato come politico intelligente e coerente, e così viene anche recentemente da molti ricordato.
Coerenti con la storia e gli ideali comunisti (e, più in generale, con quelli di sinistra) furono infatti le dichiarazioni che il neo Segretario rilasciò a Tribuna politica in previsione delle elezioni del maggio ’72, illustrando le 3 principali ragioni per votare il partito che rappresentava. Qui la prima (la difesa dei ceti più deboli) e qui la terza (il sostegno all’indipendenza nazionale).
Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, nel solco della sostanziale coerenza (con l’opinione di Moscasi possono inserire anche queste dichiarazioni dell’inizio del decennio successivo, relative allaNATO.  
In seguito alla fine del sistema di cambi fissi di Bretton Woods e alla crisi energetica del ‘73, nel dicembre dell’anno successivo, il Segretario svilupperà una relazione, in preparazione del XIV Congresso del partito, pubblicata poi con titolo “La proposta comunista”, in cui si afferma che è: Urgente una programmazione democratica dell’economia nei singoli paesi [...] e una cooperazione internazionale, lungo una linea che [...] già esce fuori dalla logica del capitalismo” (cfr. pag. 12)
Ed è forse proprio per uscire (?) da questa logica che, nel 1983, in un gradevole e ben frequentato salotto televisivo, alle domande (in verità “leggermente tendenziose”) della futura tessera n°1 del PD Enrico Berlinguer risponde così.
In effetti, fra le due dichiarazioni sopra riportate, si erano tenuti: il “Convegno degli intellettuali” e la “Assemblea degli operai comunisti”, entrambi, come molti lettori di Goofynomics sanno bene, nel 1977.
Ora, se James Russell Lowell aveva ragione affermando che: “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione” che possiamo pensare di chi cambia un’idea forse discutibile, con una certamente sbagliata?


Fanne ciò che meglio credi (fossi in te, io lo cestinerei, riscrivendolo!:-) 
Un abbraccio
Carlo  



(...no, non l'ho riscritto, e non perché non ho tempo, ma perché a me piace così: documentato, asciutto, chiaro nelle intenzioni, efficace nei risultati. E voi, che ne pensate?...)

22 commenti:


  1. Penso che smontare in parte consistente da diventare maggioranza 40 anni di propaganda, riversati sistematicamente sul 100% degli elettori, di tutti gli orientamenti possibili e con particolare attenzione su quelli di sinistra, sia impresa possibile solo alla miseria. Diffusa.
    Cordiali saluti
    Paolo

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    1. Se mi è consentito un piccolo addendum: come fu necessaria la sconfitta più umiliante per smontare la propaganda fascista che, se non vado errato, fu molto efficace e ben recepita.
      Ma forse mi sbaglio e fu sufficiente un cambio di linea editoriale.

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  2. Esattamente quello che ne pensa lei. È perfetto così. Tra l'altro, non sono mai stato di sinistra, non ho santini da rinnegare e l'iconoclastia non mi pesa perché non ho avuto icone. Un bel vantaggio, oggi.

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  3. che è perfetto così. e che Peirce, Huxley e Lowell non sono assolutamente in contraddizione tra loro. Perché, penso, è un problema di rapporto con la propria interiorità, un problema, insomma, di buona o mala fede. E il salottino del video con De Benedetti&C, pare un esame da passare, il consesso degli eletti che considera la possibile ammissione al club, cui il nostro si sottopone, e non mi è sembra con fastidio o resistenza.
    Da un po' di tempo vado anche ruminando nella mia capoccia che è considerabile l'idea che negli anni andati, '60, '70, '80, siamo in realtà stati vittime del "populismo della sinistra". Mi chiedo, insomma: quello che la sinistra di oggi indica come "propaganda populista", quanto ha di diverso da quel che la sinistra di allora metteva in campo come "narrazione dell'opposizione"? Il "in Italia non funziona niente, niente va bene", l'autorazzismo sul quale qui si ragiona, ha radici anche in quella "narrazione"?

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  4. Evoluzione di santi(ni): folgorato sulla via del capitalismo.

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  5. Penso che mi manca un perché per dargli un senso, per andare avanti, per non sentirmi così triste, per trovare uno scopo, per non sentirmi orfana. Penso che sarebbe opportuno ricominciare ad usare il pensiero critico per il bene di noi tutti.

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  6. Io sulla coerenza sono d' accordo con Craxi, la ritengono una virtù in sé solo i coglioni.
    Sul passare da un' idea bene o male condivisibile ad una molto peggiore mi viene in mente una sola cosa: sopravvisse a Moro... penso che avesse fatto i suoi conti materiali, e gli fosse convenuto.
    Aggiungo solo una cosa: alla luce delle parole di Macaluso sull' incidente in Bulgaria (dopo il quale Cossutta venne rimosso come numero due del partito) mi viene da pensare che forse i sovietici non furono del tutto estranei alla sua dipartita.

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  7. In effetti senza l'analisi che si fa qui e da pochissime altre parti l'unica spiegazione sarebbe questa

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  8. Io ero nel Movimento Studentesco del 1977 ed uno dei pochi troskisti ,quindi non avevo già da allora santini e sapevo da che parte stava il Pci e il suo segretario.Fatta questa premessa ricordo ,per salvare l' onore dei tanti miei coetanei che condivisero quell' esperienza,che Noi del Movimento avevamo capito che la mistica dei sacrifici e la lotta all' inflazione,erano la resa dei partiti comunisti che seguivano la parabola che 60 prima avevano intrapreso i partiti socialdemocratici.Nella comprensione di ciò ero avvantaggiato dalla lettura di un discorso fatto da Trostky nel 1924 rintracciabile qui:https://www.marxists.org/italiano/trotsky/1924/evoluzione.htm.Se il 17 febbraio del 1977 si consumò la rottura definitiva con il Pci ,con la cacciata di Lama dall' università di Roma,la risposta contro il Movimento arrivò in quel maledetto venerdì 11 marzo a Bologna vedi qui :https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_del_%2777#Gli_scontri_di_piazza.Da allora fu chiaro che ogni opposizione seria sarebbe stata attaccata con durezza e superata anche l'opposizione di Noi iniziò l' egemoia liberista ,che ha sovvertito le menti anche di tanti che appartenevano a quella ribellione.Anch'io rimasi influenzato dall'ondata liberista sia per lo strapotere mediatico dei suoi promotri sia per il disagio d' aver partecipato con la parte soccombente.Oggi ,almeno per me ,non è più possibile,nè accettare quanto succede nè soccombere oltre.

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    1. Nel 1977 avevo quindici anni. Capivo poco, che però è più di niente.
      Già allora, li chiamavamo zombies...

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  9. Pivetti e Barba nel loro libro "La scomparsa della sinistra" documentano la scelta dei sacrifici e la sostanziale inversione di rotta già dal convegno del CESPE (CEntro Studi di Politica Economica del PCI) nel marzo del '76, poco prima le elezioni di giugno nelle quali il Pci stesso toccherà il suo massimo storico.
    Non ce l'abbiamo neanche mai avuta una sinistra in italia. Va costruita ora.

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  10. Da quando i rappresentanti o mrglio la dirigenza delle forze di sinistra hanno iniziato a grstire attività come appunto le famigerate coop rosse si sono trasformati in(imprenditori) e come tali hanno iniziato a ragionare per interessi aziendali quindi come non pagare ai stessi contributi ferie 13ma liquidazione ecc.. infatti negli anni ottanta nascono delle società che assumevano i tuoi lavoratori alle loro dipendenze tu gli appaltavi il servizio e ti mettevi al riparo da eventuali vertenze. È una mia testimonianza diretta in quegli anni avevo un'attività di ristorazione si presentò questa fantomatica società e mi assicurarono che era tutto regolare ai fini di legge.
    Per concludere credo che il lieve conflitto di interessi abbia fatto male alla ex sinistra italiana...

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  11. Davvero bella la scenetta datata 1983 del segretario del PCI nel salotto buono del capitalismo (sono riconoscibili, oltre a Debenedetti, uno Scalfari disinvolto e fumante e il giornalista Arrigo Levi), che parla della necessità di rientro dal disavanzo e dal debito pubblico, per sconfiggere l' inflazione, con abbattimenti di deficit e debito molto superiori ai programmi governativi.
    Il rigore berlingueriano ben si sposava con la politica dell' austerità che il PCI aveva auspicato fin dalla crisi petrolifera del 1973.
    Del resto, il 1973 è anche l' anno del golpe cileno. E quel tragico evento mutò in modo irreversibile la già fragile collocazione "di classe" del PCI, che temeva gli effetti dirompenti all' interno della NATO di una eventuale vittoria delle sinistre. Da li' prese forza la proposta politica di compromesso storico.

    http://www.sitocomunista.it/pci/documenti/berlinguer/berlinguercile.htm

    Sì, è vero. I comunisti dopo la metà degli anni 70 sono sempre stati monetaristi, mai keynesiani. Per capirlo, basta leggere questo passo sul sito di Rifondazione Comunista che mette a confronto l' austerità berlingueriana, differenziandola dal rigore montiano.

    http://web.rifondazione.it/home/index.php/23-home/10399-le-due-austerita-berlinguer-vs-monti

    Si legge di "nuovo modello di sviluppo"..... di "riduzione della crescita dei consumi e della produzione in modo da lasciar spazio ai popoli emergenti".......annunciando che "il processo avrebbe potuto comportare qualche sacrificio salariale per la classe operaia" ....con una "trasformazione produttiva dell' economia che avrebbe posto l' accento sulla qualità piuttosto che sulla quantità"......e una citazione finale di Ivan Illich e Pasolini circa la "critica al neofascismo dei consumi".
    Bello, eh?

    Questo era Berlinguer, al di là dei miti e delle descrizioni oleografiche. Questo erano i comunisti della fine degli anni 70 e seguenti.

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  12. La breve lettura di questa riflessione e dei documenti allegati mi fa pensare, così di getto, che il progetto Eurista ha radici ancora più nel passato di quelle che immaginavo fino a mezz'ora fa. Un altro indizio in più che la famosa Tangentopoli sia servita a togliere di mezzo quei partiti e quelle persone che forse contrastavano l'attuazione di quel progetto (DC, Psi), forse perché preoccupati di perdere consensi, forse perché in fondo in fondo ci tenevano al Paese. Mi sembra di aver letto da qualche parte in questi giorni che l'ex Pm di Mani Pulite, Di Pietro, abbia dichiarato che sebbene a distanza di molti anni, ritiene di essere stato "usato". Usato per cosa? (Intanto unisco questi due puntini e li metto da parte per dopo). A questo punto mi viene anche da pensare, se è vero quanto è vero, che già a quei tempi il tanto amato frame stava cominciando, muovendo forse i primi passi, a costruire una finta realtà alla Matrix (il film per chi l'ha visto). Volete un altro puntino da unire, già che mi viene in mente? Chi non è stato nemmeno sfiorato da Tangentopoli? È troppo azzardato dire che gli eredi di quella parte politica sono, in tutto o in parte, quelli che noi oggi accusiamo di aver tradito i valori della sinistra, cioè del popolo? A me sembrerebbe pertinente. Ecco che alla luce di queste poche considerazioni credo che il seme del disastro odierno sia stato piantato molto, ma molto tempo fa. Buonanotte.

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    1. Il segreto di Pulcinella. Grazie al discorso di Trostky postato sopra da Gilberto Gismondi, sappiamo che gli stati uniti d'europa erano già un obiettivo nel 1924. Ci hanno provato col nazismo, ma ci sono riusciti solo dopo.

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    2. Però da più gusto unire i puntini. Ognuno con le proprie possibilità e i propri tempi. Importante rielaborare e non credere per partito preso. Non volevo insegnarti nulla (non poteri).

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  13. Io da tirchio, quale sono sempre stato,cerco d' imbandire la tavola con un piatto che avevo messo in frigo dopo averlo già servito altre volte.Siccome è buono lo ripropongo.E' Federico Caffè che sriveva sull' Espresso !!! dell' 11aprile del 1982 questo aritcolo intitolato "Processo a Berlinguer"http://gondrano.blogspot.it/2013/07/processo-berlinguer.html

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  14. I santini laici per ottenere le offerte cioè le donazioni per far funzionare lo strumento privato di gestione e di controllo del movimento 5 stelle. Per riconoscenza al "vecchio testamento" l'omaggio ai santini di sinistra, destra e centro mancano solo i due leocorni

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  15. Questi piccoli e però significativi riscontri evidenziano sempre più le sciagurate conseguenze del "suicidio" socialista al tempo del 18 aprile.

    Senza Frontismo, infatti, avremmo avuto un partito socialista forte (prima della debacle del 48 era il primo partito a sinistra...) che avrebbe presto definitivamente abbracciato la logica delle riforme di struttura e, dunque, quella pianificazione democratica teorizzata dai vari Lombardi, Giolitti, Di Martino, realmente capace di poter gestire il boom e gli anni successivi.
    Avremmo avuto, in sostanza, un'applicazione organica e non frammentata della teoria keynesiana, senza ripicche e ostacoli reazionari infiltrati nella DC.

    Quel poco che fu fatto dal centrosinistra (ENEL, pensioni e statuto dei lavoratori a firma Brodolini, scuola media) risulta allora nulla rispetto a ciò che avrebbe potuto fare un PSI al 20 e passa per cento. E non si sarebbe realizzata quella perniciosa egemonia pcista su cui, senza problemi, s'è innestata la reazione liberista.

    Quant'è bella l'ucronia, e quant'è dura la realtà storica...

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