martedì 8 agosto 2017

L'inspiegabile (!) comportamento del dollaro

Mi scrive un indignato Charlie Brown citandomi un commento del FT:


Eh, insomma, al FT questa deriva del dollaro proprio non se la spiegano. Non riescono proprio a spiegarsi perché il dollaro sia sceso. Chissà, forse potrebbe entrarci il fatto che il Fmi continua a ripeterci che il dollaro è sopravvalutato. Lo aveva detto nel 2016 e ne parlammo a più riprese, l'ultima volta qui. Lo ha ripetuto poco più di un mese fa, confermando una sopravvalutazione del 15% (simmetrica alla sottovalutazione del 15% dell'euro per la Germania). Quindi, uno dovrebbe chiedersi: ma perché mai al FT si stupiscono del fatto che una valuta troppo forte tenda a tornare verso l'equilibrio, a chiudere cioè quello che il Fmi chiama REER gap (scarto fra il tasso di cambio effettivo reale e il suo valore di equilibrio)?

Ma, chissà...

Forse perché non è mai successo? Magari, capita che quando una valuta è sopravvalutata, si rafforzi ancora di più, negando la rilevanza del concettodi equilibrio, e della stessa scienza economica?

Oppure, chissà, magari capita che quando arriva un presidente repubblicano, "libbberista così!", pro market, business friendly, l'economia si ringalluzzisca e quindi (quindi?) il tasso di cambio si rafforzi.

Certo: se le cose funzionassero così, cioè se quando arriva un presidente repubblicano il cambio si rafforzasse, in questo caso i dubbi del FT sarebbero leciti (e i suoi giornalisti sarebbero attendibili).

La storia, che insegna ma non ha allievi, cosa ci racconta?

Ci racconta questo:



In nero avete l'indice del tasso di cambio effettivo reale (narrow definition, fonte BIS), e ho ombreggiato i periodi nei quali gli Stati Uniti hanno avuto un presidente repubblicano. Parto dal Ferragosto del 1971, quello in cui Nixon tirò il pacco che sapete, dichiarando l'inconvertibilità del dollaro. Prima i cambi nominali erano aggiustabili ma fissi (quelli reali ovviamente no, come dovreste sapere e se non sapete chiedete...), quindi le dinamiche erano un po' diverse. Con un'unica eccezione (il primo mandato di Reagan), ogni volta che un repubblicano si è affacciato a governare, il cambio si è indebolito.

Questa regolarità è statisticamente significativa, nonostante, evidentemente, non funzioni per il nostro amico Ronnie (che forse l'economia tanto bene non la sapeva...). Per verificare quanto sia forte, creiamo una variabile che vale uno quando il presidente è repubblicano, e zero in caso contrario (cioè quando è democratico), e vediamo in che relazione è con il tasso di variazione del cambio effettivo reale. La relazione è questa (astenersi non nerd):


Insomma: avere un presidente repubblicano nuoce gravemente al cambio, che perde in media lo 0.25% al mese (è il coefficiente -0.0025 della variabile REP), e la probabilità che questo accada "per caso" è inferiore al 5% (è del 4.84%: sarebbe il famigerato p-value del quale qualcuno ha parlato nei post precedenti e che trovate nella colonna Prob. del tabulato). Inutile dire che questa regressione ha molti limiti: spiega pochissima varianza della variabile dipendente, ha residui potenzialmente autocorrelati, il coefficiente è significativo per il rotto della cuffia, ecc. Non prendetela troppo sul serio.

Ma il grafico è abbastanza eloquente.

Ora uno potrebbe chiedersi: ma perché quando i repubblicani arrivano il cambio si indebolisce? Bè, di un paio di casi abbiamo parlato: il Nixon moment, ad esempio, o gli accordi del Plaza. Ci sarebbe da discuterne.

Ma la vera domanda, per me, è un'altra: come mai i giornalisti del FT si stupiscono tanto di una cosa che il Fmi annuncia da due anni, e che, come i dati dimostrano, regolarmente accade quando la barra la prende un repubblicano? Ecco, questo, veramente, mi lascia sconcertato. Certo, loro non sono in conflitto di interessi. A loro il sistema attuale non piace, e quindi non hanno paura che un rafforzamento dell'euro mandi l'eurozona in cocci, giusto? Perché se invece le cose andassero al contrario, se a loro il sistema piacesse, forse allora si capirebbe perché hanno proposto ai loro lettori una chiave di lettura dei fatti diversa da quella proposta qui fin da ottobre, e (quindi) lievemente distorta!

Come dite?

A loro il sistema piace?

Bè, in questo caso mi dispiace per loro! Con buona pace di quelli che "il cambio non conta", è bastato un piccolo rafforzamento dell'euro per mettere in difficoltà le esportazioni tedesche. Oh, sì, se a loro va male, a noi starà già andando peggio, ed è per questo che il potere fomenta la guerra fra poveri (e quanti di voi ci cascano...).

Ma il "male" loro temo che sia meno sostenibile politicamente del "peggio" nostro.

Staremo a vedere.

12 commenti:

  1. Qunidi su una retta che passa tra due punti è possibile camminarci sopra. Interessante.

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  2. Salve,
    prima di procedere alla lettura del post (ho l'acquolina) mi permetto di riportare una notizia appresa in vacanza da una guida locale, e cioè che l'olio di Lentischio (nonostante il suo costo proibitivo) ha il super potere di abbattere il colesterolo in maniera massiccia, rapidissima e perfettamente naturale.

    Credo lo dica La Scienza, ma io mi fido del principio di autorità del tizio che me l'ha detto, dato che mi ha anche raccontato il tipo di vita che faceva, oltre ad astenersi da raccomandarmi marche e produttori.

    Lo dico perché Lei ci serve vispo e allegro.
    Saluti!

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  3. E io che pensavo che il rafforzamento dell'euro servisse a pagare meno il conto dell'albergo all'estero! Siamo in periodo di vacanze, accipicchia, o no?!

    Mi sembra più che giusto che "noi occidentali" i nostri "privilegi" ce li godiamo appieno!


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  4. A che bello,il dollaro si deprezza,compreremo tanti iphone rimanendo disoccupati con l'euro.

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  5. Chissà cosa diranno quelli del Guardian, adesso. La sterlina si era svalutata sul dollaro e loro daje a parlà di inflazione e calo dei consumi e PIL. adesso si sta svalutando ancora sul dollaro che si svaluta sull' euro.

    Ma ciò premesso, se la Germania fa meno surplus a causa dell' aumento di domanda interna, ciò potrebbe giocare a favore delle nostre esportazioni verso Germania.

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  6. Nel suo libro 'Le fasi di sviluppo del Capitalismo' (Giuffrè, 1982) Angus Maddison argomenta come per il passato il sistema economico internazionale sia stato caratterizzato dalla presenza di una nazione leader che stabiliva la migliore frontiera tecnologica rispetto a tutti gli altri paesi. Egli descrive in questo modo il passaggio della leadership dell'Olanda alla Gran Bretagna e dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti.
    Ovviamente si tratta di spiegare sia perché una nazione (sic absit iniuria verbis) diventa leader sia perché smette di esserlo.

    Olanda:
    "La principale ragione della caduta del ruolo di leader fu la perdita dei privilegi di commercio monopolista durante i conflitti con la Francia e il Regno Unito, conflitti che spinsero l'Olanda ai margini. Tuttavia, l'economia olandese non collassò, come nell'epoca dell'imperialismo antico, ma semplicemente entrò in una lunga fase di decadenza per tutto il diciottesimo secolo. La crescita della popolazione ristagnò quando l'economia cessò di attrarre immigranti. […]
    Non c'è dubbio che un fattore di declino dell'Olanda durante il diciottesimo secolo fu la sopravvalutazione della sua moneta nella nuova situazione del commercio internazionale. […]
    La mia idea è che la causa primaria del declino fu il danno causato ai mercati esteri olandesi ad opera della Francia e dell'Inghilterra, insieme ad un eccessivo interesse bancario che mantenne la moneta sopravvalutata ed indebolì ulteriormente le potenziali esportazioni." [pp.40-42]

    Inghilterra
    "Quando il Regno Unito fu superato dagli Stati Uniti, esistevano chiari segni che l'economia inglese stava crescendo ad un tasso inferiore alle sue potenzialità perché la sua moneta era sopravalutata. Il Regno Unito diventò un grande esportatore di capitali, con investimenti all'estero pari a quelli interni, ed ebbe un flusso emigratorio maggiore degli altri Paesi europei, malgrado il suo reddito pro-capite più elevato. La sua quota sui mercati di esportazione declinò. […]
    Il rallentamento della crescita della produttività inglese avrebbe potuto essere migliorato o attraverso la svalutazione o con tariffe protezionistiche. Il costo della prima politica avrebbe danneggiato troppo gli interessi del Regno Unito come il Paese a capo di tutto il sistema monetario mondiale e gli interessi del sistema bancario e commerciale. Pertanto, non fu mai apertamente discussa. […]
    Il Regno Unito non perse il proprio primato per gli stessi motivi per cui lo persero gli olandesi. Non fu infatti spodestato da una posizione monopolistica in un limitato mercato mondiale, né sperimentò un declino del PIL. La perdita della posizione di leader del Regno Unito a favore degli Stati Uniti fu infatti inevitabile, dato il maggiore dinamismo dell'economia statunitense." [pp. 48-49]

    Della serie: uh-oh, mi è semblato di vedele di un gatto. Il cambio.

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  7. - Due anni fa... -

    io: dobbiamo uscire dall'Euro
    lui: giammai
    io: (spiegone tecnico vagamente antigermanico)
    lui: ok, però se uscisssimo dovremmo agganciarci ad una moneta forte, tipo il dollaro.
    io: (resa con sospiro per mia manifesta incapacità)

    - Oggi -
    Gli dovrei dire qualcosa?

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    1. Oggi potresti domandargli se finalmente ha capito.

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    2. Non capisce perchè non vuole capire, e non vuole perchè non può (non nel senso che sia stupido).

      - due settimane fa -

      l'altro: il problema è la corruzione
      io: no, il problema è la mancanza di sovranità
      lui: no, il problema sono trent'anni di governo in cui si sono perse opportunità
      io: (excursus della storia monetaria italiana degli ultimi trent'anni)
      lui: no, la colpa è dei governi che non sono riusciti ad abbassare il debito pubblico
      io: strano come gli stessi governi siano euristi e diano la colpa alla stessa cosa...
      lui: ...
      lui: ok, diciamo che a me le altre nazioni non stanno simpatiche, però mi stanno più antipatici i nostri governanti che ci hanno tradito

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    3. " strano come gli stessi governi siano euristi e diano la colpa alla stessa cosa..."
      Diciamo che se non capisce questo vuol dire che fa lo scemo per non andare in guerra.A questo punto è inutile insistere.

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    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Perché non NEER anziché REER? Perché non ANOVA?

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