mercoledì 23 agosto 2017

La coppia che visse tre volte (con due euro al giorno)

Ci siamo dovuti occupare spesso, su questo blog, dell'esiguo spessore deontologico ed etico del giornalismo italiano. Certo, la missione del giornalista non è facile da valutare perché in primo luogo non è facile da definire. Basta osservare che la frase abitualmente impiegata per descriverla ("fornire i fatti separati dalle opinioni") ha un contenuto normativo pari a zero (cioè, in soldoni, non significa un bel niente). Questo perché presuppone una oggettività, una esogenità, del "fatto", oggettività che nella sfera storica e politica non può esistere (ai sempliciotti che volessero improvvisarsi epistemologi, esibendosi in affrettate gerarchizzazioni fra scienze, mi limito a rivelare che da qualche tempo, anche in fisica, si è giunti alla conclusione che...).

I fatti sono come e in quanto li vediamo e li raccontiamo, e fino a qui non ci sarebbe nulla di male purché gli interessi di chi li racconta, sia esso un Lascienziato o un gazzettiere, fossero esposti in modo trasparente, e i cittadini venissero educati a tenerne conto in modo critico.

Ma, come sappiamo, e come la vicenda dell'euro ha reso evidente a molti di noi (a me per primo), non è così. A una stampa che racconti, sia pure in modo inevitabilmente condizionato da (legittimi) interessi, la realtà, non crede più nessuno. Quella che i giornali fanno ormai non è più nemmeno cronaca: è sempre e comunque favoletta morale, scritta per lo più in modo sciatto, e su un canovaccio tanto obbligato, quanto povero di contenuti. Così, i giornali agonizzano, a mano a mano che si palesa la loro vera missione: riscrivere la storia, e imporre ai cittadini indirizzi politici maturati al di fuori di una normale dialettica democratica.

Una conferma più esilarante ce la dà questo articolo di un nostro vecchio amico, quel bufalaro del Corriere della Sera (sì, quello della disoccupazione "come nel 1977", o dei tassi che "schizzarono" dopo la svalutazione del 1992). Si tratta dell'edificante storia di una coppia che riesce a vivere con due euro al giorno, per cui «poco importa se lo stipendio arriva a mesi alterni, per vivere bene, aiutando anche l’ambiente, basta sapersi arrangiare» (dall'occhiello dell'articolo, che, come sappiamo, è la parte più importante - perché, un po' come l'abstract dei peiper pirreviùd, è l'unica cosa che verrà letta).

Non si può che concordare con la sconsolata esegesi del Pedante: "Stanno distruggendo tutto".

Al di là delle scelte soggettive di questa coppia dal viso pulito e dal sorriso accogliente, che percepiamo molto unita, e cui auguriamo ogni bene, è evidente l'intenzione oggettiva di questo quotidiano del capitale: proporre la deflazione dei salari, e perfino la loro intermittenza, come un modello positivo, virtuoso, cui "chi ce la fa" riesce ad adattarsi, con benefici per la salute e per l'ambiente. Un'operazione quindi chiaramente, apertamente ideologica, condotta da adamantini capitalisti che disinteressatamente esortano i lavoratori a farsi pagare di meno, perché i propri profitti crescano. Ora, io, che sono nato fra i privilegiati (e comunque ne conosco molti che mi sostengono), potrei anche farmici una bella risata sopra: "Ma certo, povery, vivete pure, voi, con due euro al mese, così camperete a lungo (tanto la pensione in un modo o nell'altro riusciremo a non pagarvela), e poi non ci inquinerete l'ambiente, a noi ricchi, che siamo pochi ma buoni". C'è solo un problemino: se con 1,30 euro ottieni un sapone da barba che dura 18 mesi, diciamo che chi ti vendeva la schiuma da barba può tranquillamente chiudere, no? Risparmio altri esempi (li trovate nell'articolo), e mi limito a formulare, sotto forma di slogan, un normale corollario della logica economica: "Chi si deflaziona, deflaziona anche te: digli di smettere"! Ora, per quanto interesse io possa avere verso la limpidezza dell'aria e dell'acqua, e per quanto un miope interesse di classe possa spingermi a incoraggiare i povery sulla strada della morigeratezza, purtroppo io so che alla fine di questa catena di deflazioni si trovano appunto molti amici che mi sostengono, e un po' più a valle ci sono io: quindi, come dire, certi precetti mi vedono un po' scettico (non per altro, ma perché so che alla fine ci scapiterei...).

(...apro e chiudo una parentesi: Roberto, il marito, con il suo sguardo sognante è un ottimo testimonial della deflazione (quanta serenità, quanta profondità...), ma (se posso) con la sua barba non perfettamente rasata (che gli dona, peraltro), non è esattamente un buon testimonial del sapone da 1,30 euro...)

So che non avete orecchio musicale (e infatti votaste per il re cancelletto), ma forse, se vi ci sbatto delicatamente il musetto, come si fa coi cuccioli, noterete questa avvincente e rivelatrice contraddizione nel racconto del capitale: da un lato ci esalta la globalizzazione, prescrivendoci di aprirci ad essa in ogni possibile modo (dal mangiare fragole spagnole in dicembre all'importare indiscriminatamente forza lavoro quando U6 è sopra il 30%), dall'altro, però, visto che se la fragola la compri in Spagna l'italiano non guadagna (fa rima), e che se lavora gratis l'immigrato, l'italiano è fuori mercato (rifà rima), il capitale, per tenerci buoni, deve anche proporci come modello virtuoso l'economia curtense di sussistenza: quella dalla quale è bandito il superfluo (la fragola a dicembre) perché non vogliono darci il necessario (lo stipendio ogni mese), quella in cui la fitta rete di scambi welfare enhancing, che sfruttano vantaggi comparati di ricardiana memoria, improvvisamente, come per magia, come in qualche paradossale teorema matematico, collassa in un insieme di misura di Lebesgue nulla, converge all'origine degli assi, al punto del "chilometro zero"!

Bello, no?

Suppongo che non l'aveste notato: ma qualcosa dovrò pur fare per giustificare la mia esistenza:

quel che l'uom vede, il merdia fa invisibile,
e l'invisibil fa vedere goofy.

Ma torniamo ai nostri amici. Non c'è voluto molto a capire che in realtà il Corriere aveva commesso qualche lieve imprecisione (natura non facit saltus): @Corvonero75, su Twitter, ci riferiva che l'autore dell'articolo aveva peccato non in parole, non in opere (o per lo meno non lo sappiamo), ma certamente in omissioni. Mancava un dettagliuccio: la coppia di nostri amici, nonostante la propria radicale scelta di vita, non campa con uno stipendio a mesi alterni, e, soprattutto, non era del tutto esatto presentare la loro storia come un racconto fatto al Corriere. Era infatti stato già fatto, qualche mese prima, dalla stampa locale, che aveva riportato qualche altro dettaglio. Dietro tanta serenità c'era non solo questa regressione allo stato di Natura, ma anche un paio di istituzioni: lo Stato (erogatore di una pensione di invalidità), e la Famiglia (a copertura di una parte del mutuo). Messa così la storia già suona in modo diverso. Siamo partiti dal racconto di due persone che vivevano con sessanta euro al mese, per arrivare al racconto di due persone che di euro ne hanno a disposizione un po' di più...

Come si dice: il gazzettiere sta nei dettagli.

Ma non è finita qui. Mi scrive uno de passaggio (che ci ha scritto spesso, per lo più parlandoci degli esotici paesi che frequenta per vendere la sua paccottiglia italiana):

Scusa Alberto, 
prima di dormire ho dato la consueta "letta" al tuoi tweets e sono venuto a conoscenza dell'articolo del Corriere che parla della coppia che vivrebbe con 2 € al giorno. 
Ho visto anche che hai ri-twittato il tuo lettore Minuteman che cita Corvonero, che a sua volta riporta un articolo di fine marzo di quest'anno che parla della medesima coppia. 
Hanno fatto notare che il Corriere ha omesso la parte in cui la coppia dichiara di ricevere una pensione di invalidità per la signora che è non udente e un aiuto a pagare il mutuo da parte dei genitori di lei.
Ora il punto è che il medesimo articolo era stato pubblicato oltre 2 anni fa dal Fatto Quotidiano.
Si dà quindi il caso che il Corriere non solo ricicli una "notizia" vecchia di più di 2 anni, non solo sbagli l'età dei protagonisti (che se due anni fa era di 37 lui e 35 lei, ora non può essere di 46 lui e 38 lei) ma, come già evidenziato dai tuoi lettori, ometta anche l'unica parte che può far capire che i due disgraziati in questione non abbiano mentito e che di fatto sopravvivano grazie all'aiuto dello Stato e dei genitori. 
Mi sembra che vi siano tutti i presupposti per evidenziare l'estrema superficialità di chi pubblica "notizie" di questo genere in questo modo.
Se non fosse un tema che attira un 'attenzione relativa (sopratutto ri-pubblicato in agosto) il Corriere meriterebbe una richiesta di rettifica (come quella della famosa disoccupazione del '77) 

Buona notte

Uno de passaggio


Io non sarei così drastico! Alla fine, questo modo di fare informazione è sempre un boomerang: decisamente, questa notizia la preferisco così, senza rettifica! Cosa è riuscito, infatti, a farci capire il Corriere? Che vivendo "con due euro al giorno" si invecchia prima. Se dobbiamo credere ai giornali, infatti, il nostro amico Roberto in due anni è invecchiato di nove anni. Non credo ci sia migliore dimostrazione del fatto che sia meglio cercare di vivere con qualche decina di euro al giorno, anche se questo non fa piacere a chi deve darceli in cambio del nostro lavoro: cioè ai padroni dei giornali che riportano simili notizie fresche!


Eh, insomma, come ci siamo detti più volte (quasi sempre con autentico rispetto): il mestiere del giornalista è difficile, anche perché, come ci siamo detti oggi, è piuttosto difficile (almeno, da Heisenberg in poi) definire cosa sia o cosa debba essere. Certo però che se per renderlo facile l'unica cosa che vi viene in mente è quello che una volta si sarebbe chiamato plagio, dovrete rassegnarvi a cadere sempre più in basso nella stima dei lettori. E se, peggio ancora, il plagiato non se ne avvede, e si mostra sostanzialmente acquiescente rispetto a un'operazione di questo tipo, rischia di animare le ipotesi complottistiche di chi vede il sistema dei media come una macchina asservita a un'unica Centrale Del Male, che le fornisce i messaggi da insufflare nei cittadini. Non credo sia esattamente così: certo, le veline girano (e questo mi sembra il tipico caso), ma nella maggior parte dei casi tutto si spiega con un po' di conformismo, un po' di faciloneria, la certezza di essere una casta omertosa e sostanzialmente impunita (un giornalista non può permettersi di distanziarsi dal modus operandi di un collega, mentre può permettersi di emettere sentenze senza processo - cosa che non è consentita nemmeno a un magistrato!), e soprattutto con un generalizzato sentimento che tanto i lettori sono (siamo) una massa di imbecilli cui si può dare a bere qualsiasi cosa (sentimento già analizzato qui).

Ora, con tutto l'affetto ed il rispetto: alle radici della nostra cultura c'è, fra tante altre cose, un certo verso ("amor, ch'a nullo amato amar perdona"), il cui senso è, più meno, che i sentimenti veri riescono a trovare corrispondenza, a farsi ricambiare. Devo dire che il disprezzo per i lettori che i giornalisti dimostrano con certe operazioni di spin è così autentico, che non mi stupirei se esso, come ogni sentimento vero e travolgente, fosse anche profondamente ricambiato.

E visto che abbiamo parafrasato Ariosto, e citato Dante, mettiamoci anche un poeta un po' di nicchia, Lorenzo de Medici:

Cogli la rosa o ninfa or ch'è il bel tempo.

In altre parole, cari amici che ci "informate" così: godetevela finché dura. Prima o poi qualcuno capirà che un certo modo di fare informazione inquina la democrazia: e così come voi oggi ci dite che per inquinare meno i fiumi dovremmo vivere con due euro al giorno, qualcuno farà una legge sull'editoria un po' diversa da quella attuale, dove per inquinare meno la democrazia si chieda a voi di vivere con due euro al giorno. Temo che finirà così: l'indignazione verso certe palesi strategie di condizionamento è difficile da contenere, e come recenti vicende dimostrano, quando una corda viene tirata troppo, poi si usura, e i governi devono cedere di fronte alle sconfitte elettorali. Se una scoppoletta ha fatto spostare il canale di Sicilia in Libia, una scoppolona potrebbe far rivedere agli italiani l'idea che per essere presi in giro debbano metterci non solo l'euretto e spicci che spendono quando vogliono acquistare un giornale, ma anche il pozzo di soldi che ci mettono contro la propria volontà.

Non vorrei farvelo pesare, ma se i miei lettori crescono e i vostri calano è perché quello che prevedo qui, di solito, accade.

Good night, and good luck...

105 commenti:

  1. Vivere con 2 euro al giorno in Italia è impossibile (infatti poi si scopre che non è esattamente la verita').
    Non capisco chi ne spende 1.5 al giorno per leggere simili favolette "educative" senza porsi delle domande. È vero che sono sempre meno...

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  2. Ancora grazie professore, lei è un bene inestimabile

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  3. Oltretutto, "i tassi che schizzano" fanno pure un po' schifo.

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    1. Metafora del cilindro, anche se forse in questo caso metafora del quantone credo sia meno inadeguato. Insomma, dipende dai punti di vista...

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  4. E se tutti vivessimo con 2 euro al giorno chi leggerebbe più queste perle di saggezza?

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  5. GRAZIE! ...Poi dice "perché segui quel blog?"

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  6. Chissà se l'autore di questa perla di giornalismo si sarà chiesto come faremo a comprare il corrierone, con tutti questi soldi in tasca?

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  7. Gentile professore, ero intento a dedicarmi un po' a facezie e seriosità (miste) su Facebook quando il premuroso apparato del benevolo (con sè stesso) Zuckerberg m'ha proiettato sotto gli occhi la vostra pubblicazione di questo articolo, appena un attimo dopo ch'ebbi terminato di piazzare sulla mia bacheca un mio pensierino sul teatrino che giornalisti e (presunti) consulenti stanno monotematicamente mettendo in scena sull'ultimo grave accadimento sismico in quel di Ischia.
    Siccome mi pare che il mio appunto verta sugli stessi principii sui quali si fonda questa obiezione alla (supposta) lealtà ed equità degli attuali organi (od organismi?) d'informazione, e dato che la coincidenza m'è parsa un segno del destino (nel quale non credo, ma ogni tanto capitano sussulti di romanticismo), mi permetto di riproporlo qui a mo' di esempio di quel che il cittadino medio diuturnamente subisce da tali apparati di propaganda (le parti in maiuscolo sono della mia stesura originale, per dare enfasi nel contesto).

    ~
    E' una FRODE pontificare sull'inadeguatezza degli edifici in Italia rispetto agli eventi sismici: gli esperti (di cosa? di terra ed edilizia? e perchè non anche di storia ed economia?) che baldanzosi declamano che 8 milioni di case Italiane sul totale di 12 milioni sono successive alla Seconda Guerra Mondiale dissimulano che gli altri 4 milioni - cioè UN TERZO - sono costruzioni che hanno SECOLI di vita, secoli che fanno sì che si abitino le dimore dei propri bisnonni o le magioni che diedero vita a comuni e municipalità o perfino palazzi - modificati o ampliati - risalenti addirittura all'Impero Romano, così come dissimulano che dire "successivi all'ultimo dopoguerra" significa comunque nella maggior parte dei casi un'età di CINQUANTA-SESSANTA ANNI (e più: io stesso abito un palazzo vecchio di 58 anni... eppure considerato "moderno" essendo in cemento armato!) ossia un'epoca per la quale i criteri antisismici erano praticamente ignorati; inoltre gli adeguamenti antisismici SEMPLICEMENTE NON SI POSSONO FARE SE NON SI HANNO ABBASTANZA SOLDI (io non li ho) mentre supposti "incentivi" o "agevolazioni fiscali" in pratica non reggono (non forniscono una sufficiente "base" d'investimento).

    Così come è una FRODE sermoneggiare facendo paragoni con il Giappone ed i Giapponesi: il Giappone è un territorio molto più sismico dell'Italia sicchè i Giapponesi hanno avuto DA MILLENNI motivazione a costruire le proprie case esclusivamente con legno e... CARTA (basta avere un minimo di conoscenza della loro cultura per saperlo), mercè anche un clima e una vegetazione favorevoli a ciò.
    ~

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    1. Mi sento di convenire nella sostanza. Ogni terremoto purtroppo non solo mi àncora ad un passato che costituirà il mio futuro ma che ovviamente io tenderei a dimenticare, inutile spreco di forze perché dal futuro non posso scappare, ma, dicevo, ogni terremoto riporta al teatrino delle dichiarazioni generaliste. Le case erano costruite male. Non nego che la cosa sia possibile, anzi in taluni casi sicuramente questa affermazione sarà vera. Diciamo statisticamente vera. Ma a parte questo, e a parte la possibilità che gli esperti siano anche esperti di statistica, questa affermazione mi pare proprio vuota di contenuto. Anzi direi che il patrimonio edilizio ha mostrato di 'tenere' in larga misura.

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    2. La colpa dell'abusivismo è di Craxi; lo dicono i giornali di stamattina.
      Si da il caso che non sia così, la normativa fotografò una situazione, per la prima volta si fece un po' di chiarezza attraverso professionisti che asseveravano ed il grosso furono modifiche interne, io all'epoca mi occupai della questione, da tecnico.
      Un altro caso di stampa cialtrona ma ormai non ci faccio più caso perchè lo sfacelo è generalizzato e a pochissimi frega qualcosa di capire; sia chiaro, non voglio difendere Craxi in questa sede.

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    3. Chiedo ad Alberto 49:
      il più grosso errore non è considerare come parametro di un terremoto solo la magnitudo sviluppata nell'ipocentro?

      Sarebbe come considerare il benessere sociale di una nazione considerando solo il pil.
      Certo, è un parametro fondamentale, ma dovrebbe essere l'unico.

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    4. Volevo scrivere "..NON dovrebbe essere l'unico."

      Nel senso che dovrebbero studiare una misura che comprenda anche le distanze dall'ipocentro e dall'epicentro, durata, conformazione del terreno in superficie, tipo di costruzioni ecc....

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    5. @Alessandro Ale,
      premetto che non sono un geologo né un sismologo, quindi, ringraziando per la domanda, mi accingo a dare una risposta, per primo a me stesso leggendo un po' di informazioni sul web, interpretando e cercando di evitare di dire stupidaggini; sarebbe opportuno, se ci fosse un geologo o un sismologo tra noi, che desse la sua versione.
      La magnitudo del sisma all' ipocentro è misurata attraverso strumenti tarati rispetto a strumenti campione; la magnitudo 0 di un sisma (Richter) viene definita come quella che produce una traccia di ampiezza pari a 0,001 mm su un sismografo standard (qui si tratterebbe di entrare nella questione tecnica relativa alla costruzione del detto sismografo, ma è bene evitare) da un sisma che avviene a 100 km di distanza dall' EPICENTRO del sisma, ove M(l)= log A per ipocentro a 100 km di profondità (log base 10 dell' ampiezza 0-picco). E' chiaro che un sisma di magnitudo 1 produce sul sismografo una ampiezza doppia di quello di magnitudo 0 come uno di magnitudo 6 (pari in realtà ad un sisma un milione di volte più "potente"), se il sismografo non fosse tarato su scala logaritmica sarebbe improponibilmente ampio come traccia.

      La magnitudo viene posta in relazione con i gradi della scala Richter (e gli effetti su strutture ed ambiente) secondo la tabella qui esposta.

      E ancora, i gradi della scala Richter possono essere posti in relazione con le quantità di tritolo necessarie per determinare gli stessi effetti del sisma; ad esempio un sisma di magnitudo 4 (scala Richter 3) (sempre sul famoso sismografo) può essere provocato da 2x10(4)= 20.000 kg di tritolo che esploda a 100 km di distanza dal sismografo. Ovviamente, a mio avviso, non sono proponibili confronti diretti di effetti o di energia liberata tra un sisma (il cui ipocentro sia a profondità variabili e detta esplosione (la bomba di Hiroschima era equivalente come sviluppo di energia a quella prodotta da 13.000 tons di tritolo).
      L' altra scala a noi nota, la Mercalli, invece definisce i vari gradi di magnitudo in base ai soli effetti sulle strutture e sull' ambiente.

      Ora tornando alla domanda, risulta chiaro che è estremamente complesso definire i parametri fisici reali dei sismi, in particolare le energie in gioco, in quanto si dispone in realtà di misure indirette dei fenomeni, e quindi l' ordine di grandezza delle stesse è cosa certa, ma a mio avviso, basandomi sul complesso delle evidenze, ci si può trovare per sismi aventi pari magnitudo, con energie anche 1,5 volte superiori o inferiori, ciò detto a spanne in base alla mia stima, ciò non vuol dire che gli effetti sulle strutture siano fortemente diverse. E' chiaro che ponendo il focus su una centrale termoelettrica, ad esempio, 200 MW di potenza sono ovviamente meno di 300 MW, ma qui si parla di potenze ed energie di gran lunga maggiori.
      La determinazione dell' epicentro dei sismi è abbastanza accurata triangolando posizioni e grafici di decine di sismografi dislocati sul Pianeta in areee più o meno vicine al sisma, il calcolo dell' ipocentro invece è più complesso ed ache meno preciso.

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    6. Scusate, dopo M(l) = log A la frase "per ipocentro a 100 km di profondità" va cancellata, non c'entra nulla.

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    7. Grazie Alberto 49!

      Abito a Renazzo, un paese a circa 5-6 km in linea d'aria da Finale Emilia. Uno degli epicentri del terremoto del 2012.

      In due settimane ci furono decine di scosse tra il 4,0 ed il 4,5 magnitudo.

      https://it.m.wikipedia.org/wiki/Terremoto_dell%27Emilia_del_2012

      Sembra strano, ma la maggior parte di queste non le ho mai avvertite!
      Al contrario ricordo perfettamente una sera a cena che ne avvertii chiaramente una di solo 3,2!
      (A quei tempi ero sempre collegato sul sito dell'NGV).

      Ok, la mia percezione potrebbe anche essere diversa nell'arco di una giornata. Però, ricordando quei momenti, non riesco a capire come ad Ischia, una scossa di 4,0, abbia potuto fare tutti quei danni!

      O le case erano costruite con la farina e il lievito, oppure c'è più di qualcosa che non mi torna.... Davvero!

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    8. I 3,2 che hai avvertito, probabilmente riguardano un sisma che era più vicino a dove abiti, l'ambito di distanze era nel raggio di qualche chilometro, ma forse più vicino, ricorda che la magnitudo era rivelata da sismografi distanti da te. In ogni caso è vero che luoghi vicini, hanno subito danni molto diversi, azzarderei il fatto che trattandosi di onde sismiche l'energia connessa potrebbe subire nella propagazione attenuazioni locali legate al tipo di mezzo in cui si propagano.
      Inoltre la struttura potrebbe reagire in modo diverso e ad esempio andare in risonanza trattandosi di fenomeni ondulatori, e poi ancora le componenti sono ondulatorie e sussultorie e la risultante delle forze non è facile da conoscere in direzione verso ed intensità.
      La cosa, approfondendo, è complessa vieppiù; mio figlio ha fatto sismica che è stato uno dei suoi esami più difficili, solo per farti capire.

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    9. Dato che è stato evocato il fenomeno dell'abusivismo edilizio mi preme precisare il mio "pensierino": la mia obiezione non interviene in punto di legalità ed abusivismo, bensì mira agli aspetti patrimoniali, reddituali, produttivi, in definitiva delle risorse naturali fino alla dimensione storica del tutto; fermo restando che gli elementi di legalità e di eventuali abusi costituiscano un problema sociale.
      Insomma il problema degli insediamenti umani è, prima che un problema di muratori ed ingegneri, un problema di sistemazione su una terra secondo ciò che da tale terra possano trarre, nei tempi, i contadini, gli artigiani, i trasportatori, cioè chi avendo trovato un motivo per stabilirsi in un luogo vi abbia generato una discendenza che intanto non trova motivi per abbandonare quel luogo e la dimora edificata in tanti anni: per questo trovo fraudolento il ridurre la questione della "resistenza al terremoto" alle sole ipotesi tecnico-edili con totale misconoscimento delle tematiche economiche e storiche.
      Da 2mila anni è stranoto che il Vesuvio prima o poi esploderà devastando tutti i dintorni, dintorni che non sono solo siti di case bensì sono prima di tutto lande agricole: la lezioncina che scaturirebbe "logicamente" dalle dissertazioni dei citati esperti sarebbe del tenore "Non si coltivano i campi sotto un vulcano!" (pari a "Non si costruiscono case non resistenti al sisma in zona sismica!"), ma "la sensibilità media" dell'uomo, nel tempo, è incline più alla necessità immediata di procacciarsi sostentamento e rimediare un tetto e star vicino ai propri cari anzichè alla considerazione di un'eventualità alquanto remota quale l'evento sismico o vulcanico.
      Mi collego così idealmente anche al richiamato argomento delle scale d'intensità dei terremoti, beninteso senza voler fornire definizioni "da manuale" (non ne ho le competenze).
      Si deduce in linea di principio dalle relative categorie scientifiche che la c.d. "scala Richter" è un indice basato su una misura dell'energia generata, misura che è data dalla c.d. magnitudo, il fatto che la magnitudo fornisca una misura relativa anzichè assoluta (ma nelle terrene vicende umane davvero si ricorre in generale a misure assolute? anche il metro ed il kilogrammo sono misure relative ai campioni di metro e kg...) non cambia la natura del rilevamento in oggetto che rimane un rilevamento di energia (in accelerazione di massa, in kg equivalenti - kilotoni-megatoni - di tritolo, in irraggiamento Solare o in quel qualcosa che più faccia comodo allo scienziato del caso) ossia una roba analoga alla misurazione dell'esplosione di una bomba o della benzina nei cilindri (che viene poi classificata per cavalli vapore o Kw ecc.), ordunque io mi chiedo: ha senso assolutizzare l'indicazione della forza di un terremoto in termini di magnitudo (o di indice Richter)? Ha senso asserire riportando un solo numero dissociato da altri "numeri" quali la distanza (profondità dell'epicentro) o gli indici di rigidità-flessibilità di terre e rocce della zona geologica o la "direzione" del movimento (sussultorio o ondulatorio: poichè, a dirla spiccia, una terra che venga meno sotto i piedi sprofondando può provocare effetti ben diversi dallo scostarsi in orizzontale)? Ha senso dire "E' esplosa una granata!" senza specificare quanto vicina fosse ai soggetti d'interesse? Ha senso dire "Sprigiona 60 c.v.!" senza specificare se il motore è su una motocicletta o un'autoarticolato?
      Ha senso l'informazione come ce la stanno propinando?
      Fare di una faccenda di condizioni abitative una mera questione di legalità dell'edilizia emarginando i fattori socioeconomici è come fare di una faccenda politica una mera questione di "onestà" emarginando i fattori appunto economici, sociologici, storici, ambientali: un modo di fare da ortotteri, direi, oppure da "piddini" che sanno di sapere (una cosa, e solo quella, e forse), un inganno.

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    10. @Carmine Malice
      vorrei far osservare, solo al fine della esatta valutazione energetica dei fenomeni sismici, senza entrare in altre questioni da te sollevate in cui non entro che non esiste e non può esistere una misura, neppure indiretta dell' energia effettiva di un sisma, proprio per le intrinseche caratteristiche dell' evento geodinamico. Un metro campione o un orologio campione o qualsiasi altro strumento di misura nel sistema MKSA danno una misura diretta dell' evento fisico, una corrente, un tempo, una lunghezza o una massa, e quindi una potenza o una energia etc. Una misura di potenza di un motore a scoppio o di un motore elettrico o dell' energia prodotta da una centrale atomica, ma anche quella di una energia sprigionata da una esplosione atomica o da una carica di tritolo, sono ben noti e misurabili perchè è possibile in certa misura riprodurre in scala il fenomeno. Un sisma, ripeto, per la sua intrinseca natura di evento che avviene con modalità che non è possibile né visualizzare né riprodurre in scala, mette in gioco enormi masse e con modalità del tutto ignote nei vari casi, molta energia viene dissipata in profondità e non in supeficie ad esempio e quindi ciò che possiamo misurare sono gli effetti in supperficie sulle strutture e sull' ambiente, ma ciò che si misura non è l' energia del sisma, ma solo dei suoi effetti ed in modo completamente indiretto. Nessuno si è mai permesso di indicare neppure lontanamente quale sia l' energia in Joule o analoga unità di misura di un sisma, ovvero dell' energia complessiva messa in gioco nell' evento altrimenti non sarebbe stato necessario introdurre la magnitudo o le scale Richter o Mercalli; era più semplice indicarla in altre forme convenzionali.

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    11. Sì, infatti - ribadendo la mia mancanza di perizia tecnica al riguardo, e perciò basandomi su fonti divulgative quali enciclopedie - notavo che la misura secondo magnitudo ovvero scala Richter è - mi si perdoni l'approssimazione dell'espressione - relativa al grado di reazione che avrebbe un sismografo convenzionale che si trovasse a 100 km dall'epicentro del dato terremoto: ed appunto per questo muovevo il mio appunto sul fatto che - per dir così - gli organi di informazione abbiano sempre tanta premura nell'informarci sulle condizioni di un apparecchio a 100 km dal punto d'interesse anzichè su ALTRE condizioni dei soggetti coinvolti, ossia su quale sia la loro effettiva distanza dall'epicentro, sulla consistenza solida oppure franosa del suolo, sulle caratteristiche delle "spinte" come si manifestano in superficie ecc. .
      Per questo parlavo dell'assolutizzazione, della dissociazione, di quel numero - il grado magnitudo/Richter - rispetto ai valori di altre caratteristiche dell'evento: spero di essermi spiegato.
      E' tale assolutizzazione e dissociazione, che mi pare qui in argomento come per "la vita a due euro al giorno" (se non addirittura vera e propria falsificazione come fu per la disoccupazione del '77), a risultarmi fraudolenta: da parte di certi giornalisti e cointeressati, beninteso.

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    12. Mi pare che, rispondendoad Ale, avessi appunto esposto vari motivi per cui non è possibile "assolutizzare" un evento sismico ed i suoi effetti.
      Credo che il dibattito sulla strana fenomenologia ed effetti di un sisma di magnitudo 4, o meno, che a Casamicciola ha provocato quei danni, sarà piuttosto acceso fra gli addetti ai lavori come sta avvenendo; Enzo Boschi esprime dubbi sulla reale misura di intensità del sisma.
      Io stesso dico che, leggendo la tabella da me esposta, alla magnitudo 4/5, si dice che "può causare danni localmente e pertanto l'effetto risulta anomalmente rovinoso.
      Le ultime informazioni maggiormente accurate
      attestano che la scossa ha avuto un ipocentro molto prossimo a Casamicciola, 1 km circa, è stata superficiale, profondità 2 km, quindi l'energia si è trasferita in superficie in notevole parte e con accelerazioni notevoli del suolo .
      Per chiudere, lo stesso INGV giustifica i successivi affinamenti su localizzazione e magnitudo con la mancanza di "modelli di velocità specifici dell'area vulcanica di Ischia" noti invece per le aree vulcaniche vesuviana ed etnea; la magnitudo 4 +/- 0,3, definita successivamente per l'evento, è di tipo "magnitudo durata", di solito più idonea per terremoti locali, elaborata tenendo conto non solo del picco della traccia del sismogramma ma anche della durata della stessa, attraverso un calcolo di tipo integrale.

      Concordo sulla cialtroneria della stampa e dei media anche in questo caso; la cosa non ci deve sorprendere, tutti i signori giornalisti diventano sismologi, strutturisti, ingegneri civili, geologi, esattamente come accade con l'economia.

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    13. Sui tragici crolli di Ischia e sulla relazione tra abusivismo e tragedie, mi permetto di intervenire e chiedo scusa in anticipo al nostro padrone di casa se questo intervento risulterà ultroneo o insulso.
      Premetto che lavoro da alcuni decenni in una impresa edile che costruisce piccoli edifici privati (ad oggi: nessuno crollo, domani chissà) e che sull'abusivismo e normative urbanistiche ho una discreta competenza. Insomma, non parlo per sentito dire.
      Primo punto: i giornalisti non sanno (o non vogliono) distinguere tra un abuso "sostanziale" e un abuso minore che nulla a che vedere con la staticità dell'edificio. Un conto è costruire senza alcuna autorizzazione urbanistica e senza alcun controllo sui calcoli delle strutture portanti, un altro è realizzare una veranda che nulla (a parte casi molto particolari) può variare sulla tenuta statica dell'edificio e chiederne la regolarizzazione. Quindi, quando il giornalista di turno parla di nmila richieste di condono edilizio ad Ischia per pontificare e per dare un taglio sensazionalistico alla notizia, sta fornendo una notizia che in sè non vuole dire praticamente nulla sotto il profilo della qualità degli edifici e della loro resistenza sismica. A mio avviso, pura cialtroneria.

      Secondo punto: Gli edifici, ahimè, sono crollati. Perché? Poche le ipotesi:
      - edifici costruiti con concessione/autorizzazione edilizia e calcoli statici approvati ma realizzati con materiali inadatti/dimensionamenti inadeguati. In questo caso, il direttore dei lavori non ha controllato l'esecuzione avvenuta in difformità di quanto assentito/concesso; il comune, dal suo lato, non ha fatto i necessari controlli di regolarità sostanziale delle opere eseguite e il risultato è che l'edificio sta in piedi fino a quando non avviene un fatto (o una somma di circostanze sfavorevoli) che lo portano al crollo o alla inagibilità permanente.
      - edifici costruiti del tutto abusivamente: qui c'è poco da dire; quando si costruisce in assenza di titolo autorizzatorio il comune deve emanare l'ordine di demolizione che, se non ottemperato dal trasgressore, porta all'acquisizione dell'area di sedime e del manufatto per poi demolirlo a cura del comune ma a spese di chi ha costruito senza alcun diritto/autorizzazione/controllo. 120 gironi sono sufficienti per radere al suolo l'edificio così costruito. Ma la realtà dei fatti, lo sappiamo tutti, è diversa: le case costruite in totale assenza di titolo restano in piedi per inerzia degli amministratori locali (spesso parenti, amici, corifei, sodali degli abusivi o soltanto politici in cerca di consenso). Queste case, questi edifici sono un'incognita. Reggeranno a sollecitazioni importanti? Certo, nessuno si costruisce una casa (perchè la maggior parte di questi edifici è adibita ad abitazione di chi li costruisce e delle loro famiglie, principalmente perchè sono incommerciabili) lesinando sulla qualità delle strutture ma il punto è che nei calcoli statici in zona sismica non è la robustezza della struttura ad essere la qualità premiante ma (anche) la sua elasticità in relazione al tipo di terreno sulla quale sorge. Di qui, l'assoluta necessità dell'intervento di un tecnico capace che dimensioni opportunamente la struttura portante: non è assolutamente concepibile che si proceda "ad occhio" o solamente surdimensionando travi e pilastri. In questi casi, io non garantirei sulla tenuta sismica.

      - Ammaloramenti o danneggiamenti gravissimi delle strutture, protratti nel tempo e trascurati.

      Questo, molto in breve.

      Ripeto: a differenza di quanto afferma la stampa, male informata o semplicemente in mala fede, il semplice numero, elevato, di richieste di condono edilizio non ha alcuna relazione con la sicurezza degli edifici.

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  8. Professor Bagnai, i collegamenti che fa tra religione e letteratura sono unici! Continui così! Sembra che ci sia una regia occulta,per far sì che il popolo debba rinunciare allo sviluppo e al lavoro, in nome di un non ben precisato scopo umanistico.

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    1. Detto da una classe politica che vuole distruggere totalmente l'umanesimo perché non è kul (parola di Nannicini).

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  9. Io citerei anche il Principio Antropico: l'Universo è così perché lo guardi tu, con i tuoi parametri (compresi range visuali, e di comprensione del reale) antropomorfi.
    Corollario ad Heisemberg molto sottovalutato.

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    1. Oh grazie Yanez!
      Ora il mondo è migliore.

      Mi sarei aspettato un richiamo a Bohr anziché la correzione di una m, ma tu sei Yanez.

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  10. Effettivamente, se devo vivere con 2 euro al giorno, non posso spendeli per comprare un quotidiano...

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  11. Adesso capisco perchè Urbano Cairo vuole tagliare stipendi e fare contratti di solidarietà e tutti i colleghi di Galletti sono un po' arrabbiati (no, non ancora con lui) (ne conosco ovviamente molto bene alcuni per la mia storia al Corriere).
    Peccato non trovarmi ancora al Corsera, vorrei conoscere Galletti e farmici una chiacchierata.

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  12. D'accordo su tutto. Solo, mi sembra strano che questo Galletti sia l'autore di bufale già negli anni passati. Penso sia il giovanissimo blogger del Giornale portato alla ribalta nazionale qualche settimana fa da un post su Facebook da migliaia di condivisioni, quello sul marito che trascina la carrozzella della moglie sulla spiaggia in Sardegna. Evidentemente ha un pallino per le storie "edificanti" e al Corriere la cosa è piaciuta.

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    1. Intendiamoci: quella del Corriere in questo caso non è una fake news, come quando parlò di disoccupazione al 12% nel 1977! Semplicemente, è una "non news": una non notizia ripresa verbatim da articoli apparsi in precedenza, e non citati. Può darsi che il dott. Galletti sia specializzato in questo tipo di giornalismo "di costume", e non c'è nulla di male. Se fossi l'autore del primo articolo (quello di due anni fa) mi farei delle domande, e da cittadino mi dà fastidio non tanto che la storia non sia originale, quanto che sia stata trascritta selettivamente.

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    2. Sicuramente, questa news, tra un anno la riprenderà anche il giornale la Repubblica.
      Magari in concomitanza con l'elezione del Draghi.... :-)

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  13. Ho letto molti commenti che avvicinano la storiella del corriere alla storiella della decrescita felice.
    Ritengo che come loro strumentalizzano la questione anche dalla nostra parte qualcuno tende a confondere e mescolare.
    La tanto sbeffeggiata decrescita felice che poi chi ne ha parlato per primo ha espressamente detto che di felice vi era poco, tratta del problema delle risorse, insufficienti per tutti e per vivere molti o tutti come nel presente.
    Ora vorrei far notare che la piega che sta prendendo la questione forse risolverà il problema , ossia per far bastare a loro le materie prime fanno in modo che molti di noi non le possano acquistare o usare tramite povertà imposta da riforme.
    Vogliono che si viva di merda e senza aiuti come il buon fantozzi mentre correva per timbrare il cartellino.
    Magari muori e ne è uno di meno che pretende qualcosa.

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  14. Han fatto più danni loro ad Ischia, e non solo, che non il terremoto

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  15. Speriamo che Urbano Cairo comperi anche La Stampa... questa la perla che ci regala oggi Marcello Sorgi nel suo editoriale:

    "È inutile rimpiangere o versare lacrime da coccodrillo: siamo un popolo di abusivi".

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    1. L'inizio è da solito pistolotto moralista; le cifre però se sono vere fanno rabbrividire. Per non parlare degli slogan degli abusivi contro le demolizioni, ben definiti "da suicidio legalizzato". E come scrive Bottarelli su rischio calcolato, dopo aver costruito case abusive che non vengano a piangere soldi.

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    2. Un'ulteriore piccola considerazione: se sono veri gli slogan del corteo guidato da un sindaco comunista "«Il popolo costruisce, il governo demolisce» e sopratutto «No all’adeguamento antisismico»" direi che è solo Darwin che sta facendo il suo lavoro.

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    3. L'aggravante è proprio questa: che si usino cose che potrebbero essere vere (ma chi si fida di uno come Sorgi?) per fare del razzismo contro tutti gli Italiani.
      Se c'è qualcosa di abusivo oggi in Italia è il giornalismo sovvenzionato, che sopravvive contro quelle regole del mercato che vanno bene solo quando valgono per gli altri, cioè noi.

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    4. Accidenti, si legga come eufemistico incipit in sostituzione di un comunque inadeguato per difetto porcaccia la miseria'. @Marcus ma che vuol dire: 'le cifre se sono vere fanno rabbrividire'? Una beata fava forse? Ma cosa credi, che il terremoto abbia la capacità di riconoscere una casa abusiva da una in regola? Ma cosa credi, che il terremoto sia un angelo vendicatore, magari parlante tetesco, che per educare questo popolo di corrotti e fare contestualmente giustizia butti giù solo gli immobili abusivi? Tu hai una idea distorta anche della espressione piuttosto intellegibile di abuso edilizio. Che non è una casa di sabbia costruita sulla sabbia. Fatti fare dei carotaggi su terreno e colonne di cemento della tua bella casa costruita con tutte le autorizzazioni del caso e poi facciamoci due risate sui risultati, vuoi?
      E poi il non plus ultra finale, non vengano a piangere soldi!
      Ti tratterei male se questa fosse casa mia. Non essendolo ti auguro vivamente di non avere mai bisogno.

      Ciò fatto signori, gli altri insomma, vi ripeto che il patrimonio edilizio del quale ho più ampia conoscenza, quello della mia città distrutta da un terremoto il 6 aprile 2009, è sostanzialmente funzionale a sopportare magnitudo anche importanti. Quanto è caduto nella mia città provocando peraltro 309 morti è marginale rispetto a quanto non è caduto e pure se in larga misura ancora inagibile, ha consentito a migliaia (migliaia) di persone di salvarsi quella notte. Tra costoro io e la mia famiglia, che vivevamo in una casa costruita circa 40 anni prima. Rammento che i capannoni industriali caduti in seguito al nord che produce e lavora avevano il tetto non unito, non so come si dica tecnicamente, alle pareti, per dire che la normativa si segue con fatica a Ischia quanto a Carpi.

      Addossare colpe a chi vive in case abusive o continuare a parlare di case costruite di sabbia è esercizio volgare e vergognoso, dall'aprile 2009, dai giorni immediatamente successivi a quell'evento, ho smesso di guardare la tivù e di leggere i giornali, per quante cazzate fui costretto a sentire. Mi sento di consigliarlo a tutti.

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    5. Grande Aquilano!
      Sei stato anche fin troppo educato, come del resto lo sono tutti gli Abruzzesi che conosco.

      Penso che da me, in Emilia, siamo stati più fortunati principalmente perché siamo in pianura.
      Ed i soccorsi, tra l'altro, sono stati facilitati dal fatto che in pianura è impossibile chiudere una strada (magari l'unica disponibile) per frane.... ;-)

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    6. @aquilano (quindi dell'Aquila?) Mi sembra che ci scaldiamo un po' troppo; nei tuoi panni ti capisco ma un conto è l'emotività, un conto la razionalità. Vediamo se riesco a spiegarmi meglio. Tanto per cominciare mi riferivo a Ischia, punto. Le cifre che fanno rabbrividire in primis sono quelle relative all'abusivismo: come dicono tanti "sono solo finestre e balconi" (sarà); in secundis i partecipanti alle manifestazioni "no alle demolizioni, no all'adeguamento antisismico". In zona sismica? E il sindaco in testa alla manifestazione? Scusami, per me è DA MATTI. E un sindaco così sarebbe da mettere in galera. E scusami, se poi le case vengono giù sono cazzi loro. Avrei voluto sentire il progettista (NB: se c'era) di quella casa a cui hanno aggiunto due piani. Tutto normale? Non credo.
      Ieri hanno intervistato in TV il proprietario della casa venutà giù con dentro i ragazzini, che con calma ha dichiarato "si c'erano due piani in più, però 30 anni fa ho fatto domanda di condono. Sarà in qualche ufficio". Quindi tutto a posto? Poi se permetti c'è una bella differenza tra una casa che viene giù regolare e una abusiva: in un caso chiedo i danni, nell'altro pure? Poi seriamente sei convinto che ci sono case abusive fatte con criteri antisismici? Qui non si sta parlando del dopo, della tragedia, dei morti, ma del prima. Qualcuno si assume qualche responsabilità, o è sempre "sfiga" da risarcire? Non mi aspetto che qualcun'altro sia "educato". Qui l'educazione non c'entra niente.
      Venendo all'Abruzzo, a suo tempo infatti non ho sentito le stesse polemiche sull'abusivismo. Certo le case sono venute giù lo stesso, ma lì c'era un problema di edifici storici, di criteri obsoleti, e tutte le attenuanti possibili ed immaginabili. Ma sull'abusivismo mi spiace, non faccio sconti.

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    7. Okkey,nel mio prossimo viaggio intergalattico sono sicuro che il traduttore globale ci aiuterà a comunicare. Nel frattempo tu ripeto il consiglio di non vedere tivvú e non leggere giornali così non sentirai una marea di stupidaggini. Come postilla é bello che ognuno di noi abbia una idea su tutto. Ció peró non implica che necessariamente si debba parlare di tutto. Specificamente di cose che non si conoscono.
      Relativamente al primo consiglio ricordo un giornalista che faceva delle cifre il suo valore aggiunto, Stella, e Cisa c'è di meno discutibile delle cifre?, parlare di città ai piedi della Maiella riferendosi alla mia.
      PS
      a proposito, secondo te aquilano cosa altro potrebbe voler dire? Non é che sei un pubblicista?

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    8. Conosco molti romani e molti pescaresi che in occasione del terremoto dell'Aquila, dovendosi assolutamente rifiutare la incomprensibile denominazione d'Abruzzo, del 2009 'si spaventatono molto'. Figuratevi noi poveri montanari che cazzo di paura che ci pijammo. Dove voglio andare a parare? Voglio solo dire che non tutti possono comprendere appieno cosa voglia dire 'terremoto' e che un conto è essere terremotati e un conto è guardare il terremoto in tivvú. Voi non avete neanche idea di cosa cazzo voglia dire subire un terremoto, guarda caso utilizzato per antonomasia allo stregua di 'rivoluzione'. Terremoto vuol dire ribaltamento del tutto, la fine di quello che era per iniziare se non muori un'altra cosa. Non vi rendete minimamente conto e non è colpa vostra ma dovete sforzarvi di arrivare a comprendere che non sapete. Scegliete quindi o Socrate o Etarcos.
      Il terremoto ti caccia di casa. Anche se la casa è in regola, a norma, e ben costruita, te ne vai fuori. Per 6 medi o 6 anni. Ma te ne vai fuori. Perdi i tuoi ricordi. Le foto. I regali. Perdi il passato e la tua identità. Perdi i tuoi luoghi. Forse qualche parente. O forse qualche amico. Comunque anche se ti salvi la morte ti tocca. Da vicino. E la tua vita cazzo se cambia. Oltre a questo e ad aggravare il quadro c'è una dimensione collettiva della tragedia. Oltre alla sindrome da stress post traumatico. Che perseguita te e chi ti sta intorno. Tutti.
      Voi non avete la minima idea di cosa cazzo succede alle persone quando la quintessenza della stabilità, la casa, la terra, si ribellano e si 'muovono'. Chi non ha mai sentito la propria casa gemere ed urlare per 30 o 40 secondi NON può comprendere anche se pensa di sì. Voi non avete una cazzo di idea del rumore che fa la terra qualche km sotto i vostri piedi quando si rompe si frange si sistema. Ed è un rumore talmente forte da riempire non solo quei secondi in modo totale, ma da annientare le urla disperate di chi vi sta accanto, la sofferenza della struttura della casa che geme e stride, le suppellettili che rovinano. È l'inferno fatto realtà che copre anche la voce dell'onnipotente che vi impone di abbandonare ora e per sempre quel luogo.
      Beninteso sempre che siate ancora vivi. Che non è detto.
      Mi piacerebbe avere un ventesimo della prosa del prof. per descrivere meglio, per cercare di farvi comprendere, ma tocca accontentarsi, voi ed io.
      Se adesso pensate di aver un quadro meno superficiale, mi spiegate che cazzo di differenza faccia se ho o meno la licenza edilizia o il certificato di abitabilità. Badate bene. Io sono convinto che tutto debba essere in regola. Ma è tutto un altro discorso.
      Dire invece che siccome la casa è abusiva allora 'ben ti stia' mi pare con tutta la comprensione di cui sono capace il ragionamento di uno che guarda il dito che indica il suo pianeta di origine anziché Piddino1 (pianeta d'origine).

      Ripeto che avere un'idea su tutto è legittimo ma credo anche foriero di errori. Non siamo tutti economisti. Non siamo tutti avvocati. Non siamo tutti ingegneri esperti di costruzioni. Non tutti comprendono cosa vuol dire terremoto e non è un dovere parlare di terremoto. Chi non vuole dare i soldi ai terremotati non li dia. Però per favire piantatela di frantumare le gonadi (ipse dixit) con le cazzate delle case abusive, col becero micugginismo a meno che non siate arrivati qui sopra domani con decorrenza il mese prossimo, con le adorazioni ad Etarcos. Il terremoto è temporalmente puntuale, per modo di dire. L'abusivismo è invece un fenomeno di durata. Allora aspettare un evento come il terremoto per prendersela con gli abusi edilizi mi pare non esattamente coerente. Ci serve rispetto per le persone. Soprattutto quelle che soffrono.

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    9. Concludo.
      Neppure io tiro fuori soldi per i terremotati. O meglio quasi mai o comunque malvolentieri. Lo faccio però con intendimenti totalmente differenti rispetto all'amico ET. Perché mi fa ribrezzo uno stato e una collettività che si appella all'elemosina in questi casi. Mi dà il voltastomaco. Lo stato mi deve tutelare. Non è un questione di 'chiedere i danni', ma scherziamo. È una questione che lo Stato deve tutelare i suoi abitanti.
      Poi ci sono altre questioni di minore cabotaggio quali dove vanno a finire i soldi. Bene. Anzitutto la telefonata parte sempre. Poi gli ultras locali hanno fatto raccolte di fondi alle quali ho partecipato. Una veloce ricerca in internet vi mostrerà quanto grandi e geograficamente importanti siano state le raccolte di questi ultras e quanto hanno costruIto all'Aquila, o stanno per costruire, ad Amatrice. Questa è collettività questa è la parte buona della società.

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    10. "Perché mi fa ribrezzo uno stato e una collettività che si appella all'elemosina in questi casi. Mi dà il voltastomaco. Lo stato mi deve tutelare. Non è un questione di 'chiedere i danni', ma scherziamo. È una questione che lo Stato deve tutelare i suoi abitanti".

      Grazie per quello che hai scritto.

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  16. "Il giornalismo non riesce più a influenzare l'opinione pubblica" disse una nota giornalista corrispondente estera e, questo, la dice lunga sulla mala fede di molti giornalisti.

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    1. L'opinione pubblica s'influenza da sola.
      Ormai vedo che ci sono legioni di "programmati" a cui hanno insegnato un modo di (s)ragionare, e poi vanno da soli come i pupazzetti a molla.

      Gente che non sa usare le proprie risorse intellettive.

      Mi trovo sempre più spesso a discutere con gente che se vede scritto "2+2=" non è capace a dire "4" se il 4 non sta scritto nero su bianco.
      Insomma non si tratta più di una esistenza "epistemologica", che cerca di imparare, di capire, di confrontarsi, ma di una esistenza volta a confermare le proprie convinzioni (esogene!) interiori.
      Con tanta gente non si puo' discutere!
      Bisogna solo arrivare e dire "te l'avevo detto", in fondo l'umiliazione della sconfitta dialettica (e politica) è l'unica cosa che capiscono.

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    2. @Franco Incandela, so di chi parli. Dovrebbero riflettere, l’ultima parte del post è come una premonizione. Leggendola m’è venuto in mente questo twitt di Vladimiro Giacché‏ in risposta alla giornalista Rampino circa un racconto del pastore Luterano Martin Niemöller.

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  17. Mi permetto umilmente di suggerire Goedel
    https://en.m.wikipedia.org/wiki/Gödel%27s_incompleteness_theorems
    Al posto di Heisenberg, il quale offre il fianco all'obiezione che il principio d'indeterminazione si applica "solo" all'universo dell'infinamente piccolo

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    1. Forse c'è sempre qualcosa di più piccolo nell'universo, che ancora sfugge e magari il principio di ind. di Heisenberg potrebbe non essere valido.
      Abbiamo ancora tante cose da capire, magari in altri Universi troveremmo altre leggi che governano i fenomeni.

      L'euroarea resta comunque un fenomeno la cui stabilità è difficile da comprendere e da sostenere nel tempo e quindi necessariamente destinato ad autodistruggersi; è comunque una grossa anomalia energeticamente inefficiente.

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    2. Invece Heisenberg calza preciso.
      Questi giornalisti non sono altro che piccole particelle subatomiche dell'universo euro.
      Scrivono cose ma non sanno il perché, sono "indeterminatistici". Nel senso che sono altri a determinare per loro, la storia.
      :-)

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    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  18. Il principio di indeterminazione affligge (non proprio allo stesso modo ma quasi) anche il lettore. Non si può verificare con i propri occhi l'indecenza di questi articoli senza cliccarci sopra, aumentando quindi il loro contatore di visite e in qualche modo incoraggiandoli. Ho fatto voto, da diversi anni, di non visitare mai più una pagina di rep o del corr (prova ne è la cronologia del mio browser). Per fortuna in questo caso non sento il bisogno di verificare, mi fido ciecamente.

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    1. La prima cosa da fare è non regalar loro traffico. Punto.

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  19. Parafrasando: dulcis paupertas inexpertis.

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  20. A quelli che mi rompono i c. con il "vivere secondo natura" per non inquinare, dico sempre: la natura ti vuole morto prima dei quarant'anni, dopo che hai ingravidato donne a caso, le quali partoriranno una quindicina di volte dando alla luce una decina di pargoli, e di questi una buona parte non rangiungeranno il quinto anno di età. Fanculo te e madrenatura.



    ""Chi si deflaziona, deflaziona anche te: digli di smettere"!

    LOL!

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  21. Io proverei a fare vivere Renzi, Monti, la Fornero, o la Boldrini, e magari anche i vari giornalisti editorialisti del Corriere a 2 euro al giorno, ma 2 euro effettivi. Naturalmente le spese per il mutuo o affitto, tutte le bollette sulle utenze, le spese per l'auto, trasporto casa-lavoro, vestiario sempre in ordine sono a carico loro, ne dello Stato, ne della famiglia o di benefattori terzi. Loro che sono bravi a predicarlo, devono prima di tutto insegnarcelo a noi non a parole, ma nei fatti. Poi ne parliamo. Scusi Prof, ma questo articolo mi ha mandato il sangue tutto in testa, lo sto inoltrando a quanti più amici possibili, il Corriere assieme a Repubblica sono sempre più giornali da non leggere, da eliminare il loro nome dalle nostre menti.

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    1. In una ipotetica classifica dei più meritevoli metterei Monti e la Fornero sul podio, la Boldrini seconda e Renzi al terzo posto. Aggiungerei Padoa Schioppa, ma purtroppo ci ha lasciati. Aggiungerei (4 posto) parecchi direttori di giornale, che di solito hanno il culo al caldo. I giornalisti al traguardo ci stanno arrivando da soli.

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  22. Vivere con 2 € al giorno si può... al mattino ti svegli, fai colazione con cappuccino e cornetto che ti costano giusto 2 € e te ne torni a dormire.
    Così il giorno dopo e l'altro pure. 😂

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    1. In effetti, se non hai da mangiare il pane, almeno una brioche....

      Alla fine il succo è "con due euro si vive meglio che con due lire. L'eurone ci protegge!"
      :-)

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    2. Anche i sopravvissuti del disastro aereo sulle Ande (quelli di Alive, per intenderci) hanno tirato avanti per un bel pezzo, e senza neanche i due euro!.
      Purtroppo siamo troppo choosy nella scelta del cibo rendendo questo sistema di decrescita felice irrealizzabile, nonostante tutti i suoi pregi: sostenibile dal punto di vista ambientale, ridurrebbe la sovrappopolazione e la disoccupazione, senza contare che si eviterebbe il massacro giornaliero di poveri animaletti!

      Saluti cordiali

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  23. C'è un bell'articolo su Vocidallestero sul crack da debito privato prossimo venturo.

    Professorechenepenza? Siamo ancora daccapo? Ne avrei un po' pieni gli zebedei...

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  24. La storia è piaciuta - ovviamente - anche al Sole 24 ore: l'ho sentita due volte nel giro di due giorni su Radio 24. Qui il podcast di "Si può fare" del 22 agosto (dal minuto 1:15:00), dove scopriamo che lui ha un lavoro saltuario. Se va avanti così gli euro diventeranno 200...

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    1. È chiaro che questa è una velina che circola da un po'. A me la servirono a Tv2000. Ricordate?

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  25. La coppia che tenta di conciliare magone e decoro e la stampa che tenta di conciliare il merchandising delle esigenze politiche contemporanee con il romanzo fantasy lei ce le racconta con la consueta maestrìa, ma la cosa che mi piace notare è che tra i commentatori c'è anche il blogger Peter Yanez. Gli interventi in casa d'altri dimostrano che chi vive a rimorchio del successo altrui alla fine dei conti svolge una funzione non trascurabile, che non è certo quella di dar la caccia agli errori dei suoi lettori e dei suoi estimatori.

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  26. La lieta novella dell'ordoliberista:

    Abbiate (voi) mitezza e modestia d'animo.
    Siate frugali poiché la felicità risiede nella temperanza.
    Ricordate che il lavoro nobilita (Arbeit macht frei docet)
    e va donato (a noi) gratuitamente.

    Noi sapremo farne buon uso.

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  27. Comunque io, che sono nato sotto un cavolo (ove ero stato portato dalla cicogna) e che non capisco mai niente di niente pensavo che Cairo avrebbe fatto un po' di... non dico pulizia... ma di cambiamento. Non è andata così ecco diciamo

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  28. immagino che nei 2 euro al giorno non ci sia spazio per il corriere...quindi è come quello che per far dispetto alla moglie se lo taglia!!

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    1. Ma certo! D'altra parte, questo conferma la natura intrinsecamente propagandistica dei giornali. Sono quasi tutti in perdita, nonostante il nostro contributo, perché il loro scopo non è vendere copie, ma diffondere messaggi. Chi ha interesse a diffonderli è anche tranquillamente disposto a ripianare dei conti economici insoddisfacenti. Il profitto lo ottiene altrove.

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    2. Grazie Prof dell'illuminazione!
      Infatti mi sono sempre chiesto come mai consentono a tutti i bar di farli leggere gratis, se il loro obiettivo sarebbe vendere più copie?
      Adesso mi è più chiaro il perché: "... perché il loro scopo non è vendere copie, ma diffondere messaggi."

      Qui dove abito, i bar hanno almeno due-tre testate da leggere senza impegno, solo bevendo un cappuccino.

      Qualcuno può dire "e i giornali sportivi?".
      Noto da molti anni, ad esempio, che anche il principale giornale sportivo ha decisamente spostato la sua linea verso la "propaganda". Basta leggere le ultime quattro pagine del suddetto giornale.
      Piddino perfino il loro midollo..

      Tutti i puntini si uniscono sempre più.

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  29. Scusi il disturbo Prof, ma dopo aver letto il tweet di Giacchè linkato da @Maurizio Merlini mi sono soffermato su un commento della Rampino:

    antonella rampino‏ @laramps 22 ago
    Ma mi è stato utile: ho fatto pulizia di una marea di idioti, rituittatori di Casapound, Borghi,Bagnai,Meluzzi...lo segue un girone dantesco

    Io mi sento offeso, e lei?

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    1. E perché? Ha dato degli idioti a voi, mica a me! Quando lo farà vedremo. Nel frattempo, purtroppo, non posso dare a questa signora ciò di cui ha disperatamente bisogno: un po' di attenzione. Se volete farlo voi, I am a liberal...

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    2. In effetti lei, Borghi e gli altri ne siete fuori... Non ho capito il riferimento al girone dantesco: non è certo qui, anzi!
      Sull'attenzione che cerca, per quanto mi riguarda è già tornata nel dimentiocatoio.

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    3. " Nel frattempo, purtroppo, non posso dare a questa signora ciò di cui ha disperatamente bisogno: un po' di attenzione." Prof questa me la devo segnare in un bigliettino da tenere sempre in tasca: come DEMOLIRE una persona in maniera gentile. Grazie.

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    4. Girone dantesco forse per dire che siamo in tanti, come tanti sono nei gironi, calcistici e non?

      Ma anche nei cieli del Paradiso sempre dantesco sono-saremo a suo tempo in tanti - ma senza fretta.

      Meglio là, perché di là il calcio si vede meglio - ma sempre con grande calma.
      Passo dopo, perché prima devo andare al Museo.

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    5. Era il museo Pecci di Prato, che consiglio anche per la recente "addizione".

      Arte contemporanea - contemporanea con qualche "storico" come Merz, Kounellis e Chiari.

      Fisicamente interattivo, cioè non in 3D, per chi ha voglia e tempo di
      venire in contatto fisico diretto con opere che sono installazioni più o meno arte-fatte, come il tunnel in cui giocoforza si abbassa la testa (per i distratti, giova scritta d'avvertimento) e se ne sbuca come da enorme corpo d'albero, nonché la più prevedibie
      s camera oscura - definizione mia estemporanea - in forma di grande telo nero sagomato a pareti con polistirolo bianco in sferette gentili in spesso strato in cui fingere davanti a se stessi la paura di affondare al massimo per lo spessore di uno scarpone.

      E nessuno a rimproverare se i sandali trascinano sferette fuori dall'"ambiente".

      Per i più classici e patiti di ricordi di avanguardie d'antan, un simil - Calder con materiale meno volante e un quadro astratto a motivi policromi in lana -così sembra al tatto - come un Dorazio assai meno ripetitivo.

      Grandi spazi vivibili e grandi omissioni nella presente non-recensione.
      Personale pazientissimo con quella che "la sa lunga"-fino-a-un-certo-punto e sorpresa esterna, per distratti che non colsero perché non se n'erano accorti entrando: tanti enormi rocchi di metallo, colonna dunque franata, con l'autoironica scritta PERENNIUS.
      E non bronzo, si capisce, e già costruita impeccabile rovina.



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    6. (Devo assolutamente completare).

      Si danno per scontati ma meglio ricordare:

      - Santa Maria delle Carceri, razionale Rinascimento;

      - il pulpito esterno del Duomo, sfrenato Donatello, sfrenatezza e rigore: vero classico;

      - all'interno, di Giovanni Pisano, la Madonna della cintola, ritmata-precisa, prima cappella sinistra; da molteplici angolazioni fotografabile attraverso la grata di ferro, astratta rosa.

      A CM, un altro grazie, purtroppo insufficiente.

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  30. Credo che sulla decrescita felice ci sia tanta confusione (voluta). Il downshifting non prevede di vivere "secondo natura" o di "deflazionare l'economia", ma di riscoprire i veri valori e di ridurre gli eccessi presenti nella società di oggi, magari aiutati da una politica che eviti l'accumulazione di capitale in pochissime mani. Ad esempio il consumatore può dirigere il suo denaro verso impieghi meno distruttivi per l'ambiente, spendendo lo stesso denaro in maniera più costruttiva. Oppure decidere di avere meno e lavorare meno, non come succede oggi di lavorare di più, ma avere sempre meno!

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    1. Però l'hanno chiamata decrescita felice, e non crescita felice. Le parole sono importanti. Per non parlare dell'orribile "downshifting", reso famoso, in Italia, da un ex manager che, ritiratosi dal mondo del lavoro "normale", dice di vivere con poco...dopo la liquidazione.
      Poi è roba, insieme al lavoro gratis del noto sociologo, che arriva sempre dal blog più cliccato d'Italia. Mah...

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  31. Definire i giornalisti ? Proviamo con
    Pier Angelo Bertoli modificando un poco il testo della canzone I Poeti,chiedendo venia a Bertoli e al Professore.

    I giornalisti sono giornalisti
    perché scrivono sul giornali
    quei giornali con le ubbie
    dove ti raccontano bugie .
    I giornalisti sono il sole
    che riscalda le speranze
    della gente disperata
    e che si duole
    ma ragiona con la panza.
    I giornalisti son dei furbi
    che non pagano il pedaggio
    sono affetti da disturbi
    quando scrivono " coraggio "
    Ma se c'è da far la guerra
    il giornalista è giù in cantina
    fa l'amore con la serva
    ma si scopa le regina .

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  32. Io non sono un giornalista ,ma a me sembra che l' articolo proponga una regressione all'età della pietra .
    Niente bollette ENI , Luce . Acqua.
    E dulcis in fundo niente capitalismo
    via anche i due euro .Solo baratto .

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  33. il punto del principio della decrescita felice o infelice è che il mondo non è perfettamente "simmetrico" (se ti cade un tazzina di caffé e la rompi, inutile aspettarsi che ti ritorni indietro e si aggiusti).

    Così, decrescita utilizzando meglio le risorse? questa è crescita!
    Vivere scegliendo quanto lavorare e quanto guadagnare?
    questa è crescita!

    Poi possiamo pensare ad altri mille casi.. alla fine uno dovrebbe "sognare" di vivere per conto proprio sperando che gli altri non ti attacchino?

    Nota a margine: sto solo vedendo che tutti cercano di fondersi (alla faccia di ciò che si studiava all'università in merito agli oligopoli, daje a ride'). Ogni giorno c'è una nuova notizia su qualcuno che si vuole fondersi.
    Questo mondo come è compatibile con la decrescita felice?

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  34. Vivere con due euro al giorno?

    Vien voglia di manomettere l'autore dell'articolo (nel senso di mettere le mani addosso a una persona, farle violenza).

    Come ha potuto l'autore manomettere cosi' grossolanamente la realta'(nel senso di alterare, disordinare, travisare)?

    Per fortuna c'e' goofynomics per celebrare il nostro rito giornaliero di manomissione (cioe' di ri-acquisizione della libertà e della cittadinanza, con gli annessi diritti civili e politici).

    http://www.treccani.it/enciclopedia/manomissione/

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  35. Titolo impagabile (per il resto c'è la solita Mastercard) e analisi "di costume" degna di Roland Barthes ("Miti d'oggi").
    A proposito di "giornalisti", di questi tempi sto notando un fenomeno (forse vecchio d'anni, e forse è solo la mia insofferenza ai merdia che mi fa percepire il suo stridore accentuato)riassumibile nel seguente modo. In studio il giornalista del tiggì - uno qualsiasi, so' tutti uguali - dà la parola al collega inviato sul posto - un posto qualsiasi, teatro d'un evento tragico - e come input gli dice una frase o gli pone una domanda. Ebbene, invariabilmente l'inviato attacca il suo report con una conferma, dicendo "E' vero" - "E' proprio così", e prosegue ripetendo lo stesso concetto ricevuto come input dal collega in studio, semplicemente allungando un po' il brodo, per far vedere che lui è "sul posto". Questa cosa mi pare somigliare all'occhiello d'un articolo "che, come sappiamo, è la parte più importante - perché (...) è l'unica cosa che verrà letta" o, in questo caso, ascoltata dal telespettatore.

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  36. Pure io portai mia moglie a vivere in campagna. Adesso, dopo quasi due anni, mia moglie è tornata a vivere in città; con il suo nuovo compagno. Accidenti a me, agli ortotteri e alla decrescita felice.

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  37. A proposito di Corriere: ma solo a me la copertina di C7 con il Bruto digitale tratteggiato con una vignetta con stile da anni 30, come molti che seguono Bagnai avranno visto, ricorda un famoso economista confindustriale?

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  38. Vale sempre il vecchio adagio: i soldi non fanno la felicità ma servono.
    Se qualche giornalista vuole convincerci del contrario ne dia l'esempio in prima persona e racconti la propria entusiasmante esperienza dopo aver applicato il metodo "2 Euri" a sè stesso. Non c'è niente di meglio dell'esperienza diretta per comprendere la verità.

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  39. Così come leggendo Ellul mi sono messo l'animo in pace sul fatto che l'intellettuale è il target (centrato in pieno) della propaganda, leggendo Lippmann e il suo famoso "L'opinione pubblica" (del 1922, ma attualissimo) mi sono messo l'anima in pace sui giornali e sui giornalisti: il loro compito non è dire la verità, ma fornire notizie, cioè storielle - con le quali vendere giornali. La notizia infatti non è il resoconto oggettivo di un fatto, ma il racconto di un evento, scelto arbitrariamente nella moltitudine di eventi, e che per suscitare l'interesse del lettore (almeno abbastanza da fargli sganciare un obolo per l'acquisto del giornale) deve essere trasformato in un qualcosa di emotivamente coinvolgente. Una storiella, appunto - "il giornalista che ha morso il cane", "il cane che ha fondato un giornale", "l'Anima Bella circondata da evasori, corruttori e ladri", robe così.

    Dal capitolo XXIV del libro di Lippmann, "Le notizie, la verità e una conclusione":

    "L'ipotesi che a me sembra più feconda è che la notizia e la verità non siano la stessa cosa, e debbano essere chiaramente distinte. La funzione della notizia è di segnalare un fatto, la funzione della verità è di portare alla luce i fatti nascosti, di metterli in relazione tra di loro e di dare un quadro della realtà che consenta agli uomini di agire. Solo là dove le condizioni sociali assumono una forma riconoscibile e misurabile, il corpo della verità e il corpo della notizia coincidono." […]

    "In altri termini, la stampa può battersi per l'estensione della verità riferibile. Ma con l'attuale organizzazione della verità sociale, la stampa non è in grado di fornire con continuità la dose di conoscenza che la teoria democratica dell'opinione pubblica esige. Questo non dipende dall'Assegno d'Ottone, come la qualità delle notizie pubblicate dai giornali di sinistra dimostra, ma dal fatto che la stampa ha a che fare con una società in cui le forze dominanti sono assai imperfettamente documentate. La teoria secondo cui la stampa stessa può documentare queste forze è falsa. Normalmente può documentare solo quello che è stato documentato per lei dalle istituzioni nel corso del loro funzionamento. Tutto il resto è polemica e opinione, e oscilla con le vicissitudini, l'autocoscienza e il coraggio dell'animo umano." […]

    "La stampa, in altre parole, ha finito per essere considerata un organo di democrazia diretta, investito ogni giorno e su scala assai più ampia, della funzione spesso attribuita all'iniziativa popolare, al referendum e alla revoca. Il tribunale dell'Opinione Pubblica, aperto giorno e notte, deve dettare legge su tutto, continuamente. […]
    Nella sua espressione migliore la stampa è serva e custode delle istituzioni; nella sua espressione peggiore è un mezzo mediante il quale alcuni sfruttano la disorganizzazione sociale ai propri fini particolari."

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  40. Buongiorno Prof.!
    Ho appreso che fra le organizzazioni che dovrebbero monitorare il web alla ricerca di "sgraditi" haters e cattivissimi spacciatori di fake news, per rappresentare l'italia è stata scelta l'UNAR. Una organizzazione che non risulta poi essere molto indipendente e NON GOVERNATIVA dato che è una agenzia sotto diretto controllo del governo in carica (il dato è rilevabile dallo stesso sito istituzionale dell'UNAR). Con tanti saluti alle tanto neutrali e indipendenti ONG del Ministro Orlando.
    Le segnalo inoltre questa notiziola assai triviale che non può che rassicurarci sulla qualità dei processi di selezione del personale apicale dell'UNAR.

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  41. De Mauro, un livellatore tra i peggiori. Scherano dell'ordine, si è battuto per portare l'incultura nella scuola.

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  42. Professore non voglio polemizzare con lei o imbarazzarla ma solo esprimere delusione (per cui può anche non pubblicare).
    La nuova linea di Borghi (per la precisione della Lega) è questa e sa di trasformismo. http://www.ilfoglio.it/politica/2017/07/05/news/giorgetti-e-borghi-ci-danno-una-notizia-sulla-linea-della-lega-143034/

    Il target è adesso il "ridiscutere Maastricht" quando per anni abbiamo sostenuto tutti l'irriformabilità dell'euro attraverso i trattati, causa "krauti".
    Pare il virus peppista.
    Alla fine ha vinto la linea Berlusconi per una alleanza che lo riporti in grembo a Renzi suo per avere altri 5 anni di governo consociativo (finalizzato a mantenere alto il valore delle azioni delle sue aziende).
    Buona serata.
    marco

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    1. Carissimo,

      ti sono grato del tuo commento, anche perché mi fornisce il destro di fare alcune precisazioni di ordine generale. Prima, però, rispondo nel merito. Il tuo commento è assolutamente in tema. Stiamo parlando di stampa che fa propaganda diffondendo notizie lievemente imprecise o tendenziose, e tu mi citi Il Foglio. Quale esempio più calzante?

      Io di simili media parlo invitando a diffidarne. Se tu ti fidi, a noi piace ricordarti così. Vota PD e stai sereno: è una bella sera d'estate, da non sprecare ripetendo l'ovvio.

      Poi seguono alcune precisazioni. Io non sono il guardiano di Borghi o Salvini (o Fassina, o Meloni, o...), per cui non capisco il tono del tuo messaggio. Polemizzare con me? Ma chi sei!? Imbarazzarmi? E di cosa!? Quando sarò impegnato con un partito, mi chiederete conto delle sue decisioni. Ma fino a quel momento sono un osservatore esterno come voi, con in più qualche riserva a voi nota sulle possibilità di risolvere per via politica la situazione in cui siamo.

      Seconda precisazione: i commenti del blog non sono la posta del cuore. Sono osservazioni che fate in tema all'oggetto del post, che pubblico se rilevanti e se consentono (come in questo caso) di fare precisazioni utili. Se volete scrivere a me, anche se un tema non interessante come questo, scrivete a me. Se scrivete al blog, finite qui.

      Ultima considerazione: noi, cioè l'Italia, abbiamo un nemico: il PD. Questo nemico è così ottuso (o sicuro di sé) da dirci ogni giorno cosa gli fa paura.

      Ma voi andate avanti così...

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  43. Risposte
    1. La prova del nove. Al di là del fatto che ci sono arrivati un giorno dopo di noi (magari per vie parallele, chissà... anche se noi siamo letti e la bufala è stata smascherata su Twitter, che i giornalisti leggono), vorrei farvi notare la povertà di analisi del pezzo: un elogio della deflazione del tutto consustanziale all'articolo che viene "criticato". La linea editoriale è la stessa per tutti.

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    2. Il problema di fondo è che è un pezzo di verità.
      Non è la verità ma una parte e quindi instaurando una discussione difficilmente si riesce a convincere l" interlocutore.
      Questo è un sistema ottimo per far convergere un ragionamento ossia indirizzarlo dove meglio conviene.
      Vi sono delle evidenze nel nostro modo di vivere che porta a far pensare che sia un sistema distruttivo e altamente nocivo, sia per noi che per tutto quello che ci circonda.
      Ho sempre apprezzato quello che lei ha fatto per noi sul piano del pensiero politico che in ambito economico ma sono sempre stato scettico sulla questione ecologica e sulle nostre reali prospettive per il futuro.
      Vi sono evidenze che vogliano deflazionare tutto ma non vi sono evidenze sul perche?
      Dal mio punto di vista la questione centrale è le risorse.
      Sono risorse limitate dentro un sistema che le considera illimitate.
      Il sistema sviluppisti americano somiglia molto al colonialismo perche è colonialismo, abbiamo vissuto credendo che il sistema consumista americano sia esportabile, cosa falsa e del tutto evidente a oggi.
      Era la solita storia paternalistica del forte e potente che aiuta il debole a emergere. Chi ha provato o tentato di attuare quel tipo di percorso a oggi o è fallito e in piena povertà o ha posto le basi per esserlo in seguito.
      La decrescita non è felice, la decrescita è qualcosa di già scritto ma evidentemente ognuno ha le proprie convinzioni, la propria visione del futuro.

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  44. Anni fa, col varo delle prime 'riforme' per la flessibilità del lavoro, il contesto economico consentiva ancora di assorbire l'offerta di lavoro. I giovani spesso erano ostaggio di tali riforme: trovavano occupazione ma in larga parte non si trattava di contratti a tempo indeterminato.
    Ebbene, i TG ed i quotidiani cosa titolavano in prima pagina? Qual era il ritornello?
    Lo ricordo perfettamente: scrivevano FLESSIBILE È BELLO. I GIOVANI SCELGONO I CONTRATTI ATIPICI E NON IL TEMPO INDETERMINATO. Come se il maggior orientamento verso le nuove forme contrattuali fosse scelta loro e non una necessità. Fulgido esempio di subalternità del quarto potere rispetto alla politica.
    Saluti.
    Giancarlo Cossu

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    1. Per lanciare l'alternanza scuola-lavoro Poletti disse che gli studenti italiani erano sfaticati! Il Corsera sempre in prima linea a rilanciare questo liquame sulle nostre facce.

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  45. L'ho trovato molto bello, anche se non sono d'accordo al 100%.
    Però il bello è bello e non si discute...

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  46. In realtà il protagonista maschile della novella simbolo del pauperismo euroliberista...

    http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/lsquo-viviamo-due-euro-giorno-rsquo-si-ma-mutuo-paga-154878.htm

    ...è invece un noto ex banchiere, aspirante politico di scarso successo...

    https://it.wikipedia.org/wiki/Corrado_Passera


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  47. OT - Ci serve il litio nell'acqua?

    Ai tempi della naja si evitava di bere il caffellatte la mattina perché si diceva che fosse pieno di bromuro (un blando calmante).

    Poi arrivò l'acqua al fluoro (sostanza tossica).

    Ma l'ecologia avanza e chissà, visto che gran parte della batterie sono al litio, perche' non aggiungerlo anche all'acqua potabile?

    Quindi puntualmente uno dei merdia meno screditati lancia la proposta demenziale di mettere il litio nell'acqua per....... ridurre il rischio della demenza.

    L'articolo lascientifico è qui:

    http://www.bbc.com/news/health-41024697

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    1. il litio come stabilizatore dell'umore. Ottimo per calmare le masse. Speriamo che l'acqua potabile la lascino tale!

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    2. Faranno le bottiglie da mezzo litio e da un litio e mezzo.

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    3. Probabilmente basta una bella caraffa con filtro (non faccio nomi).

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