sabato 10 giugno 2017

Pordenone


(Ahi fiera compagnia!)

Sono molto contento di essere stato invitato a Pordenone il 12 alle 20:30 a parlare di euro con un mio ex collega di Dipartimento. Se ci siete passate. Lui è eurista, ma è una persona preparata, che non girerà intorno al nodo della questione. Quale sia questo nodo ormai è chiaro perfino ai lettori del 24 Ore, grazie a Zingales, ed è un nodo tutto tranne che economico.

Se il genere vi piace, ci sarà da divertirsi. Se mi incontrate prima del dibattito, invece di fare le fidanzatine fate finta di non conoscermi. Se mi incontrate dopo il dibattito, ricordatevi la buona educazione o ve la ricorderò io: sono un insegnante, temo sia mio dovere...

It's a dirty job but someone gotta do it. 


(...hint: alla domanda "chi sei?" la risposta non è un balbettante "Pr...Professore, lei non lo sa...". Grazie tante! Se lo sapessi, non te lo chiederei, non ti pare? Allora, chiariamo il punto: io non ho bisogno di fidanzatine, soprattutto se impreziosite da quelli che Catullo chiama pondera e che fanno rima con alcuni astanti. Ho bisogno di soldati. E un soldato, al suo superiore, si presenta. Punto. Se poi non ritenete di riconoscermi questa leadership, io ne sarò ben lieto, che di hobby ne ho tanti. Ma allora non venitemi in mezzo ai piedi, che di tempo ne ho poco! Quindi, ricapitolando: meno balbettii, più nomi e cognomi, e nessuno si farà del male. Ma tanto spiegare queste normali basi del vivere civile è fatica sprecata. E, ora che ci penso, il mio intervento partirà proprio da qui...)

111 commenti:

  1. Sono in zona, anzi della zona, presente!

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  2. Professore, ma sa che 3 giorni dopo ad Aviano (a 15 km da Pordenone) ho organizzato una serata con il professore Cesaratto? A Pordenone non si è mai parlato di questi temi e adesso arrivano due "guru" in meno di una settimana!
    Comunque io verrò a Pordenone e spero di poterla salutare...ah, mi chiamo Davide Peghin!

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    1. Posso chiederti qualche dettaglio (sede, orario, eventuali ospiti) riguardo all'incontro con Cesaratto?

      Stasera a PN non potrò esserci per impegni pregressi, ma a questo punto approfitterei per venire ad Aviano (sono di Trieste).


      Grazie
      Luca Baldassi

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    2. Giovedì 15 giugno ore 20.45 presso la sala conferenze dell'oratorio di Aviano, dietro la Chiesa in Piazza Duomo.
      Scusi professore se ho usato il post, non mi pubblichi se lo ritiene poco opportuno.

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    3. Aggiungo che, oltre a Cesaratto, sarà presente anche il professore Maurizio Zenezini dell'Università di Trieste.

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  3. Credo che passerò anche se probabilmente in ritardo.

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  4. La sala è piccolina, o Guru. Prevedo calca.

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  5. Signorsì sig. Generale:
    Ma dacci un Auftrag non una Mission

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  6. Alan Friedman...
    Agagahagaghhaaggahaahaggahahaaggaga

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    1. Raga, scialla. Io ho un dibattito con Guerrieri. Il resto non ci riguarda.

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    2. Eliminazione diretta, tramite Buttafuoco!

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  7. Il Professor Guerrieri , che aveva la cattedra di Economia I e II nei primi anni 90 alla Sapienza (ai tempi in cui ho studiato io): un Professore bravissimo, spiegava molto bene ed in modo approfondito. E gli esami che faceva erano molto, molto duri, un vero incubo. Pochi passavano l´esame scritto, ed erano esercizi di micro e macroeconomia applicata molto complessi, almeno per uno studente del primo o del secondo anno. Per questa ragione molti compagni di corso lo rifecero più volte l´esame – soprattutto Economia II - con pianti, frustrazioni e crisi emotive annesse. La lista degli ammessi all´esame orale era sempre molto corta: ma quello era un classico di quegli anni. Alla Sapienza per laurearti a quel tempo dovevi passare attraverso gente come lui, Acocella, Gandolfo, De Vincenti, Tosato, Carlucci, Pala e via discorrendo. Duri, ma formidabili, quegli anni. Eravamo, noi studenti, fortunati e non lo sapevamo.
    Sarà sicuramente tutto fuorché un dibattito banale o superficiale, che offrirà ottimi spunti.

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    1. Non credo che la parola “temibile“ sia appropriata. Erano semplicemente molto esigenti, tutti . Davano e chiedevano molto, in una chiara ed onesta distinzione di ruoli, come sempre dovrebbe essere in un ambiente accademico . La didattica era orientata alla formazione del pensiero critico - che postula l´acquisizione di una padronanza profonda della materia su cui esso si deve esercitare - e non alla memorizzazione di nozioni lette sui libri. Faccio due brevi esempi. Era un periodo in cui per passare l´esame di Economia Industriale dovevi studiare e dimostrare di aver capito bene Marx (studiando molti passi del Capitale, niente manuali o riassunti) da un lato e poi studiare “Bisogna prendere il Giappone sul serio” di Ronald Dore discutendo con il Professor Pala degli effetti sociali e culturali del modello giapponese. Il Sabato mattina, verso la fine degli anni 80 inizio 90, il Professor Sylos Labini riceveva liberamente tutti gli studenti – lui che insegnava a Statistica –. Io ci andai diverse volte con un compagno di Facoltà di Economia e discutemmo del suo famoso modello di oligopolio e progresso tecnico e molto altro: ti rendi conto? La possibilità di poter parlare di economia a 20 anni, senza la minima barriera, con un esponente cosi prestigioso della nostra scuola economica, mentre un americano qualsiasi per farsi insegnare le paccottiglie monetariste / neoclassiche da alcuni padri o figli “nobili” di quella scuola di pensiero spendeva (e spende) delle cifre assurde . Potrei continuare ma non voglio andare oltre, è molto doloroso per me constatare da un lato quanto é rimasto di tutto questo oggi, (quasi niente ) dall´altro ricordare che quella era scuola pubblica, sicuramente imperfetta, ma aperta a tutti, formava dei cittadini dando loro gli strumenti per pensare con la propria testa e permettendo loro di difendersi molto meglio di oggi dalle bugie e dalle manipolazioni. Non battersi per provare a recuperare quella scuola e quella visione dell´insegnamento è un atto di codardia civile.

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    2. Ma poi quel modello di università fine '80 inizio '90, nei fatti, ha funzionato?

      A guardare il risultato e chi sarà il prossimo presidente del Consiglio mi chiedo: cosa è successo agli alunni, adesso ormai cinquantenni, di quel periodo?

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    3. @ Federico Paolone

      Alla fine l'hai sentito il dibattito di Pordenone? Guerrieri ha fatto un'infilata di tutti i più triti luoghi comuni sull'euro e l'uscita dall'euro… Devo dire che il tuo commento mi aveva incuriosito e invece mi sono cadute le braccia: sconfortante. Come te lo spieghi? Se il piddino è colui che sa di sapere ma per sentito dire, cioè perché l'ha letto sul giornale, e Guerrieri invece dovrebbe essere quello che sa di sapere perché sa davvero, tu che l'hai conosciuto come bravo insegnante come te la spieghi tanta povertà retorica e argomentativa? Io i miei padri intellettuali li ho belli che sepolti per 'sta storia, ma questo fenomeno di "moria di intelligenze" non finisce mai di stupirmi, e di rattristarmi.

      @ Alessandro Ale
      Urca, mi son distratto: chi sarà il prossimo presidente del Consiglio? Intendi Drago Draghi?

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    4. Ho visto il filmato su Facebook. Il Professor Guerrieri pensa che il sistema e il progetto siano riformabili da dentro, e che la strada alternativa sia troppo pericolosa e ricca di incognite per potere anche essere solo presa in considerazione.
      Le posizioni del Professor Bagnai sono note a tutti e le ritengo condivisibili e meglio argomentate di quelle del Professor Guerrieri.
      Su una cosa Guerrieri ha messo indirettamente l´accento e ha ragione, nei fatti: manca una seria proposta politica TIA (there is alternative) , in Italia come in altri paesi , che possa con autorevolezza disegnare un percorso, e poi convincere chi la pensa diversamente sulla questione Euro, Unione Europea ed Italia . L´opera meritoria di pochi intellettuali di alto livello, alcuni dei quali coinvolti politicamente come il Professor Borghi, è necessaria, ma non sarà mai sufficiente.
      Ad un certo punto occorrerà, noi tutti, organizzarsi per andare a prendere i voti se si vuole che certe idee camminino oltre il passo delle gambe degli uomini che le hanno generate, o se non generate, almeno portate all´ attenzione generale e al dibattito.
      “Famo er partito”, insomma, anche se per alcuni è sicuramente un calice molto amaro da bere,. Ma c´è, razionalmente, onestamente, logicamente e storicamente un´alternativa ? Secondo me no: è solo una questione di tempo.

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    5. Guarda che la proposta seria c'è, ed è nel Tramonto dell'euro. Guerrieri ha detto due cose diverse, e a mio avviso gravi, cioè:

      1) che se si verificasse un evento traumatico non saprebbe come gestirlo, perché si rifiuta di prendere in considerazione questa eventualità e di studiarla (cosa che io invece ho fatto, pubblicando i risultati su una rivista di classe A);

      2) che se questa cosa succedesse lui si rifiuterebbe di collaborare con gli italiani.

      Ora, io so cosa fare, e sto dalla parte del mio
      Paese. Ne ho anche un po' piene le tasche di chi irride alle altrui soluzioni, ritenendole semplicistiche, e propone come panacea "andare in Europa" a risolvere tutto col negoziato, dopo aver appoggiato politicamente chi ha prodotto quel bel capolavoro del bail-in!

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    6. A livello di proposte politiche – quello che si deve fare e come farlo – ci sono molte cose e dettagliatamente spiegate nei lavori suoi e di altri.

      La mia considerazione è sulla incapacità da parte delle attuali forze politiche nel prendere quelle idee e proposte ed aggregare attorno ad esse un consenso elettorale di tale portata che permetta, poi con le persone giuste, di tradurle in realtà

      Ovviamente è nota l´eccezione della Lega, che su questi temi sta facendo. Ma non credo che la Lega da sola abbia le spalle cosi solide da poter sostenere con successo e da sola questa responsabilità quando la Storia farà il suo corso.

      Ad un certo punto qualcosa accadrà, passando forse per un evento traumatico. Non è un mistero che sia in Italia che fuori c´è un vuoto politico che dovrà necessariamente essere riempito da persone credibili, autorevoli e competenti. Anche senza fare come è stato detto inutili Norimberghe, tali persone non potranno essere le stesse che in quella situazione ci hanno portato.

      Avranno a quel punto una responsabilità tremenda sulle loro spalle e, soprattutto per questo, è meglio che abbiano anche una legittimazione democratica forte a loro sostegno.

      Il partito diventerà allora una necessità non differibile per coloro che amano il nostro Paese, come fu necessità in altro periodo e contesto storico la Resistenza.

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    7. @ Alberto Bagnai

      "Ma lascia stare le banche!"

      Che è come dire a Newton discutendo della mela: ma lascia stare la legge di gravità!

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    8. "Ma lascia stare le banche!"
      Qui è intervenuto il politico.
      PD.

      ----------------

      G.: "...io sto citando dei dati,poi ognuno può interpretarli come vuole...."
      B.: "..o integrarli, lo faremo..."
      G. direi che non ha colto.

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    9. Sono stupito quando qualche mio collega pretende di illustrare i dati ai miei lettori, che mediamente ne sanno molto più di lui! Esempio: l'infelice uscita propagandistica sulla Spagna...

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    10. Ho capito, ma non è che se uno diventa un politico PD deve abiurare all'intelligenza, al senso estetico o semplicemente al comune buon senso.
      Sembra di stare in un film di zombie, cos'è, il PD è la saliva o il sangue che trasmette il contagio?

      Più che altro mi chiedo in che banca abbia lui i suoi risparmi. Non certo in Popolare Vicenza o Etruria.

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    11. Mikez73,

      -La legge elettorale non si fa più.

      -Ad Ottobre non si vota più.

      -I crediti privati sono in aumento.

      -Banche e grosse aziende da mettere a posto.

      -Il vecchio Re esce dal sarcofago per avvisarci che una elezione sarebbe pericolosa per la credibilità del paese e dei mercati.

      -Berlusconi, che ha l'occhio lungo, esplicitamente dice che gli piacerebbe Draghi come primo ministro.

      È poco, ma questo so.
      Più che Draghi, ho terrore della scusa e della propaganda che metteranno in atto per "convincere" la popolazione. Un altra crisi come nel 2010 e saremo rovinati per decenni.

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    12. @mikez73 hai ragione, non è necessario, ma se sei li un po' ti devi adeguare, magari senza esagerare così.
      Poi le ragioni le conosce lui, ma non è stato un bel sentire.

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    13. Ho ascoltato guerrieri che del guerriero ha ben poco, nel suo discorso tanto dogmatismo, battipugnismo e faziosità.
      Per il famo er partito non sono d'accordo, sarebbe un gesto vano, in primo luogo per la mancanza di fondi e di copertura mediatica, un sistema ingrado di creare in vitro un macron in pochi mesi non puoi batterlo al suo stesso gioco.
      E in secondo luogo perché hanno già vinto controllano media socialnetwork istruzione l'unica speranza è il sed ferrum.

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    14. @ Sergio Panzeri.

      Certo, esiste la linea di partito: ho racconti di prima mano sui repentini cambi di idee a 180 gradi di uno dei boss del PD, presidente della mia regione (e che in regione, il palazzo, è soprannominata "frangetta nera"…) che alle riunioni locali sosteneva convinta una cosa, poi passava il weekend a Roma alla riunione del Partito e tornava sostenendo altrettanto convintamente la cosa opposta.

      D'altra parte un politico che ne sa? come il resto dell'umanità sarà esperto, se va bene, in uno o due campi e in tutto il resto segue o il consiglio di qualche presunto esperto o la linea del partito, sempre con lo sguardo della mucca di fronte al cartello stradale, immagino.

      Sinceramente lo trovo meno inquietante delle posizioni difese da Guerrieri, che invece mi sembrava sincero, sinceramente convinto di ciò che sosteneva, forte peraltro proprio del suo campo di expertise: lui ha insegnato "storia dell'integrazione europea", capito? O non ha mai letto nulla sulla vita di Jean Monnet, oppure è l'ennesima conferma che, come dice Jean-Claude Michéa, "si può sapere tutto e non comprendere niente".

      Cosa gli vuoi dire a uno che è convinto di poter cambiare le istituzioni europee dall'interno? Nel 2017? Gli chiedi come è stato il viaggio di ritorno da Marte e gli fai pat pat sulla schiena.


      @ Alessandro Ale

      L'unica certezza è che riescono sempre a trovarne uno peggio del precedente, che è già una bella impresa.

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    15. Peggio dell'uomo del monte e della sua amica piemontese l'è dura!
      Però di sicuro ci proveranno

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    16. Guardate che l'atteggiamento del prof. Guerrieri e delle altre intelligenti, preparate e degne persone (sul serio) come lui favorevoli alla UE per scelta pregiudiziale è una cosa già vista, e in merito a cose che in confronto all'euro e alla UE erano infinitamente più serie e gravi, tanto per non far nomi: il comunismo.
      Vittorio De Caprariis l'ha chiamato "Il pregiudizio favorevole" (in "Nord e Sud",a. VIII, n. 11, novembre 1961).
      Esempio preclaro, Piero Calamandrei (che non era comunista ma condivideva "il pregiudizio favorevole"). Scrivendo a suo figlio Franco, allora (1955-6)corrispondente de "L'Unità" da Pechino, Piero, che sta preparando un numero de "Il Ponte" dedicato alla Cina, gli chiede quanto segue: "Ora vorrei una spiegazione da te, caro Franco, SE PUOI DARMELA [corsivo nel testo]. In un articolo su 'La Cina vista dall'Inghilterra' del redattore del 'Manchester Guardian', l'autore che rifà la storia di come si è arrivati alla Cina popolare, dice a un certo punto: 'C'è stato terrorismo politico: nel 1952 ministri del governo annunciarono che erano stati sterminati 2.500.000 nemici di classe.' E' esatta questa notizia? E' controllabile? O è un'invenzione? Non so se tu sei in grado di rispondermi: in caso negativo, sia per non detto. CIO' NON AVREBBE IMPORTANZA SUL GIUDIZIO POSITIVO SULLA CINA ATTUALE; LE RIVOLUZIONI SONO RIVOLUZIONI COME LE GUERRE [maiuscolo mio]. Ma se la notizia fosse falsa vorrei ribatterla." (Piero e Franco Calamandrei, "Una famiglia in guerra. Lettere e scritti (1939-1956), Laterza 2008, p. 145).
      Oggi sappiamo che la notizia era vera, le cifre degli sterminati sono in quell'ordine di grandezza. Ma la cosa interessante è che Piero Calamandrei, persona intelligente, preparata e degna, di fronte a una cifra come 2.500.000 morti ammazzati non nel corso del conflitto guerreggiato ma dopo, a sangue freddo, a) non fa una piega b) non si chiede a chi e cosa corrisponda, nei fatti cinesi, il concetto di "nemico di classe" c) qualora il figlio lo accerti che la notizia è vera, addebita lo sterminio alla forza delle cose e al destino, tipo "chi va al mulino s'infarina" d) e dunque chiede verifica a Franco solo per cogliere una buona occasione di far polemica contro gli anticomunisti in caso la notizia fosse falsa.
      Si noti che Calamandrei non era comunista, nè aveva responsabilità politiche dirette nel movimento comunista (chi ha responsabilità politiche dirette tende inevitabilmente al cinismo pragmatico). Era un celebre e rispettatissimo studioso, certo politicamente schierato nel campo antifascista, ma non un agente del KGB, e nemmeno un membro dell'Ufficio Politico del PCI.
      Il prof. Guerrieri è anche un senatore del PD, qui si parla di crisi economica e di disagi anche gravi, ma non di 2 MLN e mezzo di morti ammazzati a sangue freddo. Quindi, direi che non c'è proprio da stupirsi. Si nota anzi un certo miglioramento, chissà...

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    17. Alberto Bagnai wrote: « 1) che se si verificasse un evento traumatico non saprebbe come gestirlo, perché si rifiuta di prendere in considerazione questa eventualità e di studiarla (cosa che io invece ho fatto, pubblicando i risultati su una rivista di classe A);»

      Modelli di uscita a confronto:

      Bagnai (paper in inglese. Economic Modelling
      Volume 64, August 2017, Pages 524–538): http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264999316308689

      Guerrieri (versione in tedesco): https://de.wikipedia.org/wiki/Der_Triumph_des_Todes_(Bruegel)

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    18. @ Kit Kot

      Per restare in tema Bruegel, il modello eurista di Guerrieri mi ricorda più "la parabola dei ciechi".

      @ Roberto Buffagni

      intanto grazie che mi hai fatto conoscere Vittorio De Caprariis, a me finora sconosciuto.
      Quanto all'esempio di Calamandrei, è sicuramente preclaro ma non so se è ben trovato. Ciò che a me stupisce nel caso specifico (Guerrieri) non è l'intellettuale che vivendo e lavorando immerso in un universo di simboli alla fine trasforma tutto in simbolo e perde contatto con la realtà, fino a considerare anche la vita e la morte di milioni di persone in termini puramente astratti - anzi, a tal proposito sono giusto reduce da un'immersione nella vita e nelle opere di Hermann Kahn, lo scienziato che fece da modello e ispirazione per il Dottor Stranamore di Kubrick.

      A me stupisce l'intellettuale che a prescindere da quale sia il suo pregiudizio non è in grado di connettere poi logicamente i simboli, visto che è quello che dovrebbe saper fare, la sua specialità. O perlomeno non si accorge che i simboli che usa non stanno assieme, né tra di loro né con i dati di realtà.
      Che non se ne accorga un giornalista o un politico piddino è un conto. Ma che lo faccia Guerrieri, dall'alto del suo curriculum scientifico, e usando per di più gli stessi argomenti degli altri due, ma ormai vecchi di 5 anni e già annientati dal dibattito e dalla realtà…

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    19. @mikez73

      L'esempio di Calamandrei mi è parso utile per i seguenti motivi:
      1) La cecità volontaria parziale di Calamandrei non dipende dal fatto che fosse un "intellettuale che vivendo e lavorando immerso in un universo di simboli alla fine trasforma tutto in simbolo e perde contatto con la realtà, fino a considerare anche la vita e la morte di milioni di persone in termini puramente astratti." La lettera citata è del 1952, a sette anni dalla conclusione di una guerra mondiale e di una guerra civile a cui Calamandrei aveva partecipato, anche se non con il mitra in mano. Quindi, i morti ammazzati li conosceva de visu e non solo “simbolicamente”.
      2) La cecità volontaria parziale di Calamandrei deriva da un pregiudizio ideologico, il "pregiudizio favorevole" al comunismo. C. non era comunista, ma era un azionista antifascista. Con la svolta di Salerno, il PCI si era proposto come campione dell'antifascismo e della democrazia; e per complesse ragioni storiche e ideologiche delle quali se vuoi discuteremo in altra occasione, la proposta era stata accolta da tutte le forze componenti il CLN, sebbene il PCI antifascista lo fosse stato senz’altro, ma democratico mai (accettava di fatto la democrazia rappresentativa pluralistica perché questo era il quadro di Yalta, ma non in linea di principio, e questo resterà vero fino a Berlinguer e oltre. È la celebre “doppiezza” togliattiana). Quindi, il PCI restava fuori dal governo in base a Yalta, ma sul piano ideologico e culturale il comunismo restava non solo accettabile pere tutti gli antifascisti, ma una forza e una cultura nei riguardi della quale le forze ex CLN nutrivano un "pregiudizio favorevole". Ragione di fondo: un tipo di interpretazione del fascismo (azionista e marxista, che convergono su questo giudizio per diverse vie) che lo vede come un pericolo permanente e ricorrente, contro il quale è indispensabile conservare l'alleanza antifascista anche quando il fascismo storico non esiste più perché sconfitto sul campo. A questo poi si aggiunga la solidarietà di interessi che sempre si stabilisce in una classe dirigente, e che prescrive quel che si può, e quel che NON si può dire pena serie difficoltà nella carriera, sino all’ostracismo. Conclusione: a fronte del pericolo di risorgenza del fascismo eterno, i 2MLN e mezzo di morti cinesi contano zero, e vanno passati sotto silenzio perché a parlarne “si fa il gioco del fascismo”; come si fa il gioco del fascismo a parlare del terrore leniniano e staliniano, del dissenso sovietico, e del fatto che il mito della Resistenza è, appunto, un mito che non corrisponde alla realtà, come non corrisponde alla realtà la vulgata secondo la quale il fascismo è “l’invasione degli Hyksos” (Croce) o “l’autobiografia della nazione” di un “popolo di scimmie” (Gobetti) o “il braccio armato del grande capitale che quando è in difficoltà lo tira sempre fuori dalla cassetta degli attrezzi” (marxisti tutti); e quindi, non si può MAI dire che il fascismo non è un errore CONTRO la cultura tout court, ma “un errore DELLA cultura”, e della migliore cultura italiana. (Noventa)
      [segue]

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    20. [segue dal post precedente]
      3.1Si faceva il gioco del fascismo anche se si parlava dell’adesione e collaborazione al fascismo, più o meno profondamente persuasa ma non solo forzata o motivata da inesperienza giovanile, di una larga parte della classe dirigente e degli intellettuali italiani antifascisti; tant’è vero che lo stesso Calamandrei, nel discorso tenuto il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico, alla presenza di Ferruccio Parri, ebbe a dire: “il ventennio fascista…fu un ventennio di sconcio illegalismo, di umiliazione, di corrosione morale, di soffocazione quotidiana…perché, sì, FU UN’INVASIONE CHE VENIVA DA DENTRO, un prevalere temporaneo di QUALCOSA CHE SI ERA ANNIDATO DENTRO DI NOI” [maiuscole mie]. L’oratore del Teatro Lirico era lo stesso medesimo prof. Piero Calamandrei che quattordici anni prima, nel 1940 (millenovecentoquaranta A.D.) era stato il principale collaboratore del Guardasigilli Grandi per l’elaborazione del nuovo codice di procedura civile, e che aveva steso per conto del ministro la Relazione al Re. Relazione che come di prammatica figura in premessa al testo del codice e ne proclama l’alta ispirazione fascista. “Sconcio illegalismo”?
      3) Nei partiti e tra gli intellettuali europeisti italiani prevale una cultura largamente ispirata all’azionismo antifascista (omogeneizzato e banalizzato modello Scalfari); come del resto nell’intero paese, dove è irriflessa ma è diventata senso comune. Rinnegata, senza vero riesame, la prospettiva comunista dopo l’implosione dell’URSS, gli intellettuali europeisti “desinistra” (cioè quasi tutti) hanno certo accettato la democrazia rappresentativa pluralistica e liberale, ma al “sogno di una cosa” comunista hanno sostituito, a svolgere la medesima funzione, il “sogno europeo”. Qual è, questa funzione? La stessa che con lodevole franchezza ci illustra Alberto Asor Rosa parlando della sua adesione al comunismo: “La promessa comunista ci apriva un orizzonte di cambiamento, la liberaldemocrazia no…eravamo dei marxisti conseguenti, NONCURANTI PERALTRO DELLE NOSTRE AZIONI [maiuscole mie]…Certo, inseguivamo un progetto ‘inverosimile’. Ma nel campo dei fenomeni intellettuali, ‘inverosimile’ non corrisponde automaticamente a ‘sbagliato’ ”(A. Asor Rosa, “Il grande silenzio. Intervista sugli intellettuali”, Laterza 2009, p. 20 e 29-30). Insomma, il comunismo ci faceva sognare (e cos’è la vita senza sogni, direbbe Marxzullo?); inoltre, noi in quanto intellettuali non siamo responsabili delle conseguenze reali delle nostre idee.
      [segue]

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    21. [segue dal post precedente]
      4) Non mi pare ci voglia la scala dei pompieri per giungere a stabilire una fruttuosa analogia tra “pregiudizio favorevole” al comunismo e “pregiudizio favorevole” alla UE. Come il comunismo, la UE cortesemente fornisce, gratis, “la prospettiva di cambiamento”, cioè il “sogno” senza il quale la vita, anche intellettuale, è sciapa assai; come gli intellettuali comunisti, o pregiudizialmente favorevoli al comunismo pur senza aderirvi, gli intellettuali europeisti non sono responsabili delle conseguenze delle loro idee; come nel caso del progetto comunista, il progetto europeista è “inverosimile”, ma “nel campo dei fenomeni intellettuali, ‘inverosimile’ non corrisponde automaticamente a ‘sbagliato’ “. Si aggiunga poi, naturalmente, che l’adesione al progetto europeista, come a suo tempo l’accettazione del “pregiudizio favorevole” al comunismo su base antifascista, a) garantisce la condivisione di oneri e onori elargiti dall’ufficialità b) favorisce la carriera e la cooptazione nella classe dirigente c) rasserena e rassicura la coscienza morale, perché come chi non aderiva al “pregiudizio favorevole” al comunismo “faceva il gioco del fascismo”, così chi non aderisce al “pregiudizio favorevole” alla UE fa il gioco del populismo, del nazionalismo, del razzismo: insomma, del presente avatar del fascismo eterno. E siccome la storia, conforme al detto marxiano, si presenta per la prima volta in tragedia, per la seconda in farsa, stavolta gli intellettuali e i politici antifascisti non hanno bisogno di far finta di non vedere (cosa non facilissima) stragi terrificanti di milioni di persone, campi di concentramento siberiani, colpi alla nuca nelle cantine della Lubianka, massacri a sangue freddo commessi da partigiani comunisti anni dopo la fine delle ostilità, testimonianze agghiaccianti e veritiere di dissidenti come Solgenitsin e Salamov, etc. Stavolta, agli intellettuali antifascisti europeisti basta far finta di non vedere un po’ di suicidi (e il suicidio ha sempre un fondo psicologico inscrutabile), una vasta disoccupazione (che comunque non costringe nessuno alla fame), una grave erosione della struttura industriale italiana (ma si può sempre emigrare e favorire gli investimenti esteri), un po’ di trucchetti più o meno leciti (ma sempre legali) per assicurare l’insediamento dei governi desiderati, una immigrazione di massa che provoca certo problemi (ma che è fattualmente inarrestabile e moralmente doveroso accettare), e il fatto, certo un po’ seccante, che il progetto europeista è politicamente inverosimile e disfunzionale, perché la UE non potrà mai trasformarsi in vero Stato federale. Insomma: gli intellettuali antifascisti con “pregiudizio favorevole” al comunismo della Prima Repubblica dovevano applicarsi sugli occhi spesse fette di salame, agli intellettuali antifascisti europeisti della Seconda Repubblica basta applicarsi una fettina quasi trasparente di prosciutto San Daniele.
      5) In tutto quanto precede, che posto ha l’Italia? Dico l’Italia realmente esistente, la povera invalida, l’amatissima troia che tanto ci ha fatto e ci farà soffrire e sperare? Che è pur sempre, per quanto malconcia e stralunata e rantolante, la patria Italia, la nostra casa comune? Purtroppo, secondo me, un posto proprio non ce l’ha: e non può neanche emigrare. Chi se la prende, se non la vogliamo neanche noi italiani?
      FINE

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    22. Però perdonami, Roberto, io non ho mai parlato di Calamandrei, e non metto in dubbio che il suo esempio fosse utile e giusto per spiegare il tuo di pensiero, ma continuo a non trovarlo particolarmente adatto a motivare il mio, di stupore, visto che eri intervenuto dicendo "di che vi stupite? Perfino Calamandrei aveva un pregiudizio ideologico! E nonostante realtà ben peggiori!"

      C'è un piano della verità "tecnica" che dovrebbe rimanere intoccato dal pregiudizio ideologico, uno si illude, un piano in cui 2+2 fa sempre quattro, per tutti: l'ingegnere europeista e antifa continuerà a fare i ponti secondo le leggi dell'ingegneria civile, il medico europeista e antifa a compiere operazioni di chirurgia toracica secondo quelle delle medicina etc. etc. Mi immaginavo che l'economista Guerrieri si potesse porre su quel piano di discussione e di verità tecnica, invece di raccontare le stesse fole di un giornalista qualsiasi. Tutto qua.

      Dopo di che, l'antifascismo cronico mi sembra molto utile per spiegare i riflessi pavloviani di molta propaganda eurista stile LaRep e di molti cortocircuiti mentali della platea elettorale piddina. Non entro nel merito dei tuoi punti 1, 2 e 3.1 perché ne ho una conoscenza davvero superficiale. Il punto 3.2 invece non fa una grinza e descrive perfettamente la sclerosi piddina, per come l'ho conosciuta anche personalmente. Però ecco, non mi sembra che l'antifascismo perenne spieghi tutto, non spiega Monti e Draghi, per esempio, cioè quel piano tecnocratico e iperuranico a cui pensavo appartenesse anche Guerrieri.

      Incidentalmente, l'incrocio tra piano tecnico e politico è il succo della tecnocrazia eurista, che vuole eliminare il secondo in nome del primo: non c'è niente da discutere o scegliere, perché esiste solo una verità tecnica da seguire. E questo a mio parere, è IL gancio - via marxismo (o almeno un'apologetica anni '60/'70 del marxismo) - che tiene in stato onirico la fascia generazionale piddina dei babyboomers più ancora dell'antifascismo: grazie a Marx essi avevano conosciuto le leggi del Divenire Storico, per cui:

      a) essi conoscevano la Verità e tutti gli altri erano capre.
      b) la rivoluzione e il comunismo sarebbero stati una semplice conseguenza "scientifica" che la loro attività politica avrebbe potuto solo più o meno accelerare.

      Si da il caso che il Divenire Storico abbia nel frattempo cambiato idea - e gli ex rivoluzionari hanno svoltato di conseguenza, rimanendo sempre nel giusto eh, sempre nella verità, ora che la verità si declina come mondialismo, il che gli permette di cantare le canzoni anarchiche con la lacrima sugli occhi la mattina e il pomeriggio votare PD come se nulla fosse.

      Sul punto 5, che dire, stringiamoci a coorte.

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    23. @ mikez72

      Grazie della replica articolata. Grazie anche del nesso che indichi tra il determinismo marxista e l'attuale TINA eurista, lo trovo un rilievo esattissimo.
      L'antifascismo perenne non spiega tutto, certo. Aggiungo che pregiudizi ideologici con relativi di accecamento volontario e propalazione della menzogna ce ne sono di tutte le marche, com'è naturale. Nel caso della UE, la filogenesi delle ideologie e delle classi dirigenti invita a cercare il pregiudizio ideologico nel campo azionista/antifascista, perchè da lì vengono entrambe. Il piano "tecnico-iperuranio", cioè l'elitismo dei Draghi, Monti, etc., è di pura marca azionista e comunista, perchè tanto gli azionisti quanto i comunisti condividono/condividevano una visione secondo la quale si può agire politicamente in modo serio solo se l'iniziativa è presa da minoranze organizzate e cooptate, mentre il processo democratico è per sua natura corrotto, inaffidabile e cialtrone (l'incontro sulla "questione morale" tra Berlinguer, La Malfa e Visentin fu trovato, negli anni 80, anche grazie a questa comunanza di valori e stili politici).
      Quanto alla "verità tecnica", naturale che esiste. Nessuno può sostenere che si possono erigere i muri senza obbedire alle leggi della fisica e sperare che stiano in piedi. In compenso,uno può tranquillamente ritenere che si possa e anche si debba implementare una politica economica che si sa squilibrata e nociva perchè il gioco vale la candela, cioè a dire il danno presente è giustificato dal beneficio futuro. Lo si può sostenere in buona fede, cioè a dire in vista di un bene superiore, e non soltanto in vista di un interesse personale o di ceto, esattamente come Calamandrei spazza sotto il tappeto i morti cinesi.
      In conformità a questi criteri si possono naturalmente fare disastri epocali, il che dimostra come spesso siano meno pericolosi coloro che perseguono banalmente il proprio interesse di coloro che agiscono generosamente, senza consultarti, "per il tuo bene".

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    24. Prego, e prego: il nesso l'ho trovato in un libretto del 2006 del filosofo francese Jacques Ranciére, "L'odio per la democrazia", scritto all'indomani del referendum in Francia sulla costituzione europea (esito: No), e che resta ovviamente attualissimo (un capitolo è dedicato a Platone), almeno finché ci sarà data la possibilità di votare e finché a noi plebaglia capiterà ogni tanto di votare come non dovremmo, vuoi per la legge delle probabilità, vuoi perché il cervello e l'istinto di sopravvivenza non saranno ancora del tutto in pappa.

      Sull'antifascismo perenne: io però tenderei a separare alcuni piani. Il pregiudizio ideologico azionista/antifascista è sicuramente attivo a livello nazionale, e nella coscienza/subconscio della nostra classe dirigente, ma è anche vero che la stessa classe dirigente è del tutto subalterna a quella estera, per cui le vere decisioni sembrano prese all'estero e qui da noi si tratta solo di farle ingollare alla plebaglia senza avere troppi fastidi. Voglio dire, mi sembra più un problema di propaganda/ideologico, a scopo elettorale, che non di effettiva "forza che governa il mondo" . Il movimento tettonico delle placche sotto i nostri piedi va più in profondità dell'epifenomeno fascista, storicamente morto e sepolto come tu non smetti mai di proclamare. Lo stesso discorso vale per la Francia: la contrapposizione orizzontale fascismo/antifascismo è strumentale, è la pseudo-lotta che nasconde quella vera, sull'asse verticale, tra élite e plebaglia.

      A me sembra che il fenomeno originario sia l'elitismo (la cui forma di governo è la tecnocrazia), e l'aspetto azionista-comunista solo un'incarnazione momentanea.
      Tanto è vero che il PD, il principale partito figlio della tradizione antifascista, erede tanto della corrente azionista che di quella comunista, è allo stesso tempo il principale artefice della programmata distruzione dell'impalcatura costituzionale (dichiaratamente antifascista) dello stato italiano, in stile JP Morgan.

      Il che, se da un parte conferma la strategia orwelliana del Potere di rincojonire i sudditi con un discorso pubblico schizofrenico (in cui cioè vengono affermate e propalate come vere due proposizioni/posizioni contraddittorie: il PD è antifascista e allo stesso tempo non-antifascista), dall'altra svela, forse, un'omologia di fondo tra il pensiero di sinistra e il movimento storico del capitale. Il Capitale, si sa, è rivoluzionario e progressista - questo è il movimento tellurico di fondo, rispetto al quale i fascismi tra le due guerre sembrerebbero solo una scossa di aggiustamento.

      Tra gli innumerevoli corollari di questo pensierino del lunedì mattina è che il modello di totalitarismo da cui guardarsi alle spalle per il futuro, cioè fra 5 minuti, non è quello di destra nazi-fascista ma quello comunista.

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  8. Il professor Paolo Guerrieri è anche un senatore piddino. La sua ultima analisi della situazione del'Eurozona, datata 22 maggio 2017, si potrebbe sintetizzare con: "Non abbiamo alternative".

    La trovate qui:

    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2017-05-22/una-nuova-governance-economica-dell-eurozona-192727.shtml?uuid=AEwkMnQB&refresh_ce=1

    Un articolo che trasuda un pessimismo cupo pur difendendo l'azione del governo. Nella migliore delle ipotesi prevede una crescita del PIL di mezzo punto percentuale all'anno per i prossimi 20 anni. A questo punto l'ipotesi peggiore NON vorrei conoscerla.

    Ho capito perché il professor Bagnai è così contento.

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    1. Il prof. Guerrieri che conosco io (e altri, a quanto vedo) non è un imbonitore ma una persona intellettualmente onesta. Tu, e questo è il principale motivo per il quale non ti apprezzo, sei convinto che un politico debba essere un imbonitore. Daqui i tuoi continui inviti a cavalcare il tema della corruzione "per fare cassa" elettoralmente. Sì, sono contento di incontrare una persona come il prof. Guerrieri.

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    2. L’argomentazione del prof. Guerrieri ha due pilastri: “promuovere nuovo corso delle politiche europee” e “rafforzare e accelerare le riforme”.

      Per quanto riguarda il primo, che non si tratti di puro wishful thinking è oggi come e più di ieri tutto da dimostrare, e l’onere della prova è indubbiamente tutto a carico di chi, come il prof. Guerrieri, insiste nel voler ritenere questa strada, oltre che (come in effetti sarebbe) economicamente sensata, politicamente praticabile.

      Per quanto riguarda il secondo, una semplice scorsa dei quattro filoni di riforme elencati dal prof. Guerrieri - nel merito da lui stesso severamente criticate - ne evidenzia il solito, ben noto e granitico, paradigma di riferimento: la legge dell’offerta e dell’offerta.

      Ora, un imbonitore è qualcuno che, se da un lato non si pone il problema dell’aderenza alla realtà, dall’altro è tale nella misura in cui, pur avendo cognizione della stessa, deliberatamente la travisa. Qui invece abbiamo di fronte un “professore bravissimo che spiegava molto bene ed in modo approfondito” e i cui esami “erano molto, molto duri, un vero incubo”, nonché parlamentare della Repubblica Italiana e come tale, si presume (e si spera), non del tutto a digiuno di politica. Date queste premesse, dovrebbe quindi trattarsi di qualcuno che non può essere così poco perspicace da non rendersi conto della manifesta debolezza politica e unilateralità teorica dei suoi argomenti.

      Se così non fosse, sinceramente non saprei come spiegare la cosa. Se invece così fosse, verrebbe da pensare che, forse, la sua posizione pubblica sia (legittimamente) influenzata dal suo ruolo politico, o dalla preoccupazione di non apparire come il Bagnai della situazione, o, sinergicamente, da entrambe le cose.

      Posto che questa lettura sia corretta, mi domando allora se, nella mente del piddino che legge il Sole, contribuisca a fare più chiarezza, al di là delle intenzioni, l’imbonitore sguaiatamente partigiano o il meditabondo pessimista che, con l’aura di autorevolezza di chi responsabilmente non nega le difficoltà e rifugge da semplificazioni e facili ottimismi, allude alle criticità ma, trincerandosi in partenza dietro un tetragono (e oggettivamente strumentale) TINA, sgombra a priori il campo da ogni possibilità di effettivo e non pilotato approfondimento della realtà dei fatti.

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    3. Bravo, Fabrizio. Hai fatto il tuo compitino. Ineccepibile. Si vede che frequenti i blog giusti. Hai anche qualche lezioncina di politica da farmi? Perché oggi è la giornata giusta...

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    4. Sarà stupido, ma è un dubbio sincero, che nasce principalmente dalla frequentazione - evidentemente per me non abbastanza proficua - di questo blog.

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    5. Davanti a posizioni del genere la domanda è sempre: sotto Jobs Act e affini cosa andrebbe ai salariati degli auspicati investimenti pubblici? Dato il crollo della domanda provocato dai tagli dei salari, non si sta forse pensando di sussidiare l'industria senza passare per un recupero del potere d'acquisto? Un po' come si sussidiano le banche via BCE senza più bisogno di passare per il risparmio delle famiglie? potrebbe essere questa, in fondo, la scelta politica che propone Guerrieri (il quale tra l'altro parla di "investimenti produttivi" e tepareva?)?

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    6. Caro Fabrizio, a un simpatico piazzaleloretista come te (a proposito, grazie per esserti contenuto) mi posso anche aspettare che sia sfuggito ciò che penso della categoria di biona fede, pilastro di simili dubbi. Gli occhi iniettati di sangue, infatti, indipendentemente dalle ottime ragioni per le quali uno possa averli, non sono propizi a una lettura nitida...

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    7. Non possiamo essere super partes: io almeno non ci riesco, Fabrizio nemmeno, anche se si contiene bene. Almeno, Albè, riconosci che non è facile dopo almeno 6 anni in cui è stato detto tutto sull'argomento ed il Paese continua a morire tra l'indifferenza beffarda degli appellisti.

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    8. "Il prof. Guerrieri [...] e' una persona intellettualmente onesta." Quindi si puo' pacificamente assumere conosca il problema almeno quanto il padrone di casa, ma non concordi sulla soluzione. Quando buchi, puoi scegliere se fermarti e cambiare la gomma oppure proseguire - rovinandola completamente - fino all'officina. Ci sono pro e contro, ad esempio la pericolosita' della strada.

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  9. Serendippo,se come afferma Paolo Guerrieri, praticamente l'alternativa migliore sarebbe quella di morire fucilati e l'ipotesi peggiore quella di morire impiccati,non capisco perchè il prof.Bagnai dovrebbe essere contento,invece che molto arrabbiato.Ma forse la possibilità di avere fra le mani un piddino,per di più colto,serio e alquanto blasonato,potrebbe averlo messo di buonumore.Di sicuro non invidio il bravo prof.Guerrieri e non vorrei assolutamente trovarmi nei suoi panni!

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  10. Elezioni amministrative 2017: il ritorno del bipolarismo (parole scelte per necessità di sintesi) esplicita il fatto che dire bastaeuro non è sufficiente. Occorre esprimere l'idea di una nuova (o vecchia) visione della società. Se chiedete a me partirei dagli ultimi, dai disoccupati e dai poveri.

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    1. ".... dagli ultimi, dai disoccupati e dai poveri."

      Appunto.
      E il pd cosa sta facendo?
      Sta partendo da quelli più ultimi, più poveri e più disoccupati di noi. Non ti bastano le centinaia di barconi che arrivano tutti i giorni? :-)

      Occhio, non far sapere ste cose alla presidentessa maxima che ti prende ancora di più alla lettera! :-)

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    2. Adesso te ne racconto una: la domenica delle ultime primarie pd porto mio figlio di 3 anni al parco giochi. Proprio dentro al parco si svolgevano le votazioni. Alle ore 12 il pargolo reclama il rancio e me lo carico in braccio. Per uscire dovevo passare davanti al banco delle votazioni e non riesco a trattenermi: entro e comincio ad attaccar bottone. Mi sforzo con successo di non far partire dei pipponi. Dopo aver fatto le mie critiche alla sinistra ed alla moneta unica vedo che la fede nel partito della povera iscritta comincia a vacillare e dice: "ho una figlia di 25 anni disoccupata e mi vergogno". Il piccolino scalcia le parti intime per la fame e mi fa male. Continuo le mie critiche e chiedo: "ma quando vi trovate con gli altri responsabili ve le dite queste cose oppure no?". Lei per la prima volta abbassa lo sguardo, osserva un silenzio di qualche secondo e dice: "sì solo che..." la frase la finisco io: "solo che non si può dire di aver fatto tutti questi sbagli vero?" E lei continuando a guardare in basso annuisce. L'ultimo calcio nelle palle fa malissimo e raggiungiamo il resto della famiglia a gambe levate.

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  11. Non capisco perchè dovrebbe proccuparsi Guerrieri.
    Il prof. non ha mai mangiato nessuno.
    Al massimo asfaltato.
    Scherzi a parte, Guerrieri, che io non conosco, è stato descritto come intellettualmente onesto.
    Confronti con chi lo è sono sempre costruttivi, difficilmente la buttano in caciara, qualcosa di buono esce sempre.
    E poi, io dico, bisogna fidarsi del prof.

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    1. Uno ci spera sempre ma tant'è...
      In ogni caso portarli allo scoperto ha la sua funzione: metterli davanti alle loro responsabilità.
      E l'intervento di Perotti, appena citato dal Prof. su Tw, ammonisce e invita a rigore e prudenza.

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  12. OT (nemmeno tanto; scritto sotto il post sbagliato, ma forse nemmeno tanto...) - Se il MIA2017 prevedesse la categoria "miglior spot pubblicitario", voterei per quello della Jakult: "Scienza, non magia".
    PS per @Pego, che notava quanto a Pordenone si parli poco di certi temi. Qui Torino, che è Torino, pare che non se ne parli affatto, non ostante Fusaro o Rizzo; è un po' come la ferrovia: i luoghi che non sono sull'asse Milano-Napoli, diventano difficilmente raggiungibili...

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  13. Come dimenticare le due regole di buona creanza:

    Art. 27: Saluto
    1. Il saluto è manifestazione di disciplina e di osservanza dei doveri derivanti dai rapporti goofynomici ed è dovuto, nelle forme prescritte, dal seguace al proprio guru.
    2. La restituzione del saluto è sempre facoltativa.
    3. Apposite disposizioni regolano i casi particolari nei quali il seguace è dispensato dal saluto.

    Articolo 37: Norme di tratto.
    1. La correttezza nel tratto non è richiesta al seguace: basta che mi dica chi cazzo è.
    2. Nei rapporti orali o scritti di servizio tra seguaci di grado diverso fate come vi pare.
    3. Il seguace si presenta al guru con il saluto, indicando il nickname e il cognome. Nel riferirsi e nel rivolgersi ad altro seguace deve usare l'indicazione del nickname, seguita o meno dal cognome.

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    1. Se mai sará, cosí suonerà: son Giònni Smítti, Gruista Biennale, da Subalpinia, esperto d'iconiche scienze. Servo Vostro etc etc...(mò mebbánna...)

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  14. Beh, letto cosí, "rapporti orali" pur temperato da un susseguente "o scritti", lascia alquanto perplesso il seguace novizio... ;)

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    1. Chiarisco: queste espressioni sono tratte verbatim dal Manuale di disciplina. Il servizio militare non essendo la patria delle circonlocuzioni, puoi stare sicuro che per rapporti orali si intende proprio rapporti orali, non...

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    2. Una domanda semplice : perche' nessuno dice chi sono I proprietri Della goldmann Sachs ,lazard bank ,JP Morgan Lehmann brother,hambro bank ecc ecc ecc.Sono curioso!!

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    3. Jahwohl (errore voluto, Jah s'intenda Geova, Jahvé), compriéndo. Avendo (rara avis ormai) fatto il militare da semplice marmittòne non recuerdo bòno. Certo che il sottile portato softporno al netto della retorica militare dona fascino alla discussiáo.
      Ritorno nell'ombra all'ascolto di Marta Argerich, ora su radiorai3.
      Come siempre un abbraccio a tutti.

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  15. Sono Castelletto Golfredo presidente di retemmt fvg. Conto di esserci

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  16. Sentito il dibattito di Pordenone , ma avete notato che tutti i politici PD hanno fatto lo stesso corso di comunicazione ? parlano tutti con la stessa ritmica mettendo la stessa enfasi su parte della parola , mi spiace , pensavo di assistere ad un dibattito tra due economisti di punta e invece c'era un economista e un politico , drammatico sentire come la personalità politica abbia soppresso la parte scientifica , ritorno sempre sui miei passi: tanto che il parlamento italiano non viene spostato sul gennargentu non se ne viene fuori , a Roma il tredicesimo virus , non presente nel vaccino LORENZIN ma presente sicuramente nelle mura del parlamento e del senato romano , deve in qualche modo ridurre in schiavitù i neuroni e portare al pensiero unico , tra l'altro in natura virus o batteri dei genere esistono realmente....

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  17. Alberto, sto guardando il video sulla pagina fb di Pordenonepensa: Guerrati,bravo professore intellettualmente onesto. Bravo è bravo. Senza di te noi che facciamo? Non avrei mai voluto dirtelo così. Scusa.

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    1. E per chi non é feisbuchiáno? Nessun link?

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    2. Non serve l'account facebook per vedere.
      Qui il video dell'incontro.

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    3. Grazie per i video.
      Sospendo il giudizio come indicato dal padrone di casa... rilevo solo che una vecchia indicazione di alberto si è mostrata, ancora una volta, nella sua totale verità: le contraddizioni sono interne ai loro stessi discorsi.

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  18. Riscusa dimenticavo: con te non ho paura.

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  19. Bisogna darti staff e ricercatori. Punto.
    Poi vediamo.

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  20. Un dibattito tra Bagnai e Guerrieri senza un moderatore capace e competente è un'occasione persa. Come in effetti è stata. Il dibattito autogestito si è subito cristallizzato, uno strano galateo impediva ai contendenti di parlarsi, come a briscola. L'atmosfera si è fatta subito marzulliana, ognuno si faceva le domande e si dava le risposte.
    Ha vinto Bagnai ai punti ma anche Guerrieri ha fatto una affermazione scientifica, scientifica perché confutabile sperimentalmente: la forza politica di Macron in Francia può consentire quelle riforme della zona Euro fino a ora impraticabili. Questione di mesi e sapremo empiricamente, senza modelli o equazioni, se è vero. Sarà il tema delle prossima campagna elettorale italiana.

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    1. Non puoi essere così scemo! Macron fallirà, è ovvio. Adesso però mi hai seccato: se vuoi venire qui a fare il saccente, getta la maschera. Ieri Guerrieri si è fatto riprendere mentre diceva questa cosa, che è e resta una lieve imprecisione. Lui però ci ha messo la faccia. Tu no. Quindi ora vai a cuccia.

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  21. Visto il video. Fantastico. L'uomo nuovo, l'irraggiungibile Zaratustra, e l'ultimo uomo. L'apertura e il rispetto che ha mostrato, nonostante la passione etica!!! Che lezione ragazzi. Una lezione su come governare e riformare anzitutto se stessi. Io so bene che ho un debito con lei. E più passa il tempo e più cresce. Mi consideri sull'attenti, in attesa di ordini.

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  22. @ Federico Paolone: quoto interamente;

    @ Alessandro Ale: Ma poi quel modello di università fine '80 inizio '90, nei fatti, ha funzionato? - nei più dei venti anni a seguire, per quello che mi riguarda personalmente, posso essere stato semplicemente come Neo che provava il disagio, avvertiva che qualcosa non andava, che i conti non tornavano, e continuava a farsi la domanda... e a cercare la risposta, ... ma io sono soltanto un ingegn(i)ere; per Tutti gli Altri Lettori e Commentatori che sono qui, direi proprio di sì, ha funzionato. Grazie a Tutti. Salute.

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    1. Parlavo di chi studiava economia.
      Anche io da semplice perito, avvertivo che più di qualcosa non quadrava, fin dal trattato di Maastricht. Come molti non economisti non sapevo spiegarlo.

      Buona parte di coloro che hanno studiato economia in quegli anni, successivamente è diventato o impiegato di banca, o professore, o qualcos'altro di inerente. A guardare i risultati concreti, mi chiedo cosa non ha funzionato.

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  23. Tino: "pensavo di assistere ad un dibattito tra due economisti di punta e invece c'era un economista e un politico".

    Purtroppo io ho avuto una sensazione più spiacevole (diciamo).
    Ho sentito due ottimi economisti e due ottimi politici.
    Uno al servizio di una profonda svolta autoritaria (con tutto quello che può implicare), l' altro al servizio degli Italiani e della pace.

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    1. Infatti, la accettazione, o meglio il sostegno esplicito alla svolta autoritaria si è percepito chiaramente due volte, la prima quando ha parlato della maggiore integrazione e la seconda alla fine: "dovremmo rifletterci". Di fatto sono gli unici due passaggi in cui ha detto qualcosa, e qualcosa di tremendo per di più: il resto era fuffa soporifera, penso voluta, per mimetizzare cos'è la decisione presa. Se parlava sempre in quel modo a lezione spero per i suoi studenti che avesse adottato un ottimo libro di testo!

      Sarebbero interessanti più dettagli su come dovremo "pagare il conto".

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  24. A proposito di politici. A me
    questa intervista a Claudio Borghi
    pare il discorso di uno statista.

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  25. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  26. "C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico…". Pisapia lancia il nuovo partito: "Prodi premier? Ci metterei la firma". Intanto Berlusconi prepara il rientro: i due simpatici vecchietti si apprestano a un nuovo valzer sul Titanic. Per loro, la scialuppa disponibile c'è sempre.

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  27. Chissa' perche' i discorsi del Prof. Guerrieri mi hanno fatto ritornare in mente l'aforisma di un oligarca dell'antica Grecia:

    "Per fortuna che Atene non e' un'isola".

    Se fosse stata un'isola infatti non sarebbe stato possibile per gli oligarchi ateniesi di tradire lo stato ed aprire le porte al nemico esterno per abbattere la democrazia e governare.

    Il Prof. Guerrieri pensa e parla come un oligarca liberista.

    In cosa creda veramente lo sa solo lui, ma per quanto mi riguarda: click.

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    1. Luca, dai che lo sai bene! Il problema, per un economista è rispettare la scienza o non rispettarla.
      Nessun economista può ignorare i fondamentali dell'economia, chi lo fa o è in malafede o ha problemi di tipo cognitivo.

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    2. Pare che l' autore di quel libello fosse Crizia il capo dei 30 tiranni. benchè non fosse Atene un' isola ebbe dal"demo"la punizione per i suoi delitti.Speriamo che la storia si ripeta in maniera meno cruenta

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    3. Se sbaglio correggetemi:d' opinabile in economia è il punto di vista dal quale si parte,poi non si può derogare dalle premesse.Nel nostro caso se partiamo dalla premessa della moneta unica e del liberoscambismo allora tutto quelloche ha fatto monti era giusto ed è stato il salvatore della Patria.Se partiamo da una premessa di sovranità monetaria e realizzazione della democrazia necessitata dai diritti socio-economici monti è un traditore da trattare con clemenza ,data l' età,e da dimenticare.

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  28. Su questioni com l'euro ci si deve rendere conto che un Mughini che chiede il commissariamento dell'Italia o un Cecchi Paone 'fanno più opinione'di un Bagnai Borghi Aquilini Paolo Savona o perfino Keynes redivivo,la casalinga di Voghera non conosce questi nomi ma pende dalle labbra di questi veicolatori di presunto buon senso,il loro apporto all'affondamento della causa antieuro può essere purtroppo decisivo.Contribuiscono a tenere 'l'obinione bubbliga'sotto strizza e farla continuare a depensare:'l'euro ci ha salvati signora mia'Steve

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  29. Mi chiedo una cosa. Il senatore ci crede veramente a quello che dice? Analisi storica-sociologica banale come per esempio quando afferma: "Gli Stati Uniti quanto ci hanno messo anni a diventare una super potenza? hanno anche avuto una guerra civile, quindi noi Europei dobbiamo aspettare(?)" o ancora "Non è previsto uscire dall'euro dai trattati" quando i trattati prevedono espressamente lo Stato Membro con deroga ovvero lo Stato senza euro facente parte della UE ( Svezia, Romania, Polonia ); "le politiche Europee diventeranno più democratiche" ed in questo caso preciso, dimentica che il TFUE non prevede neppure lontanamente forme di democrazia diretta ed esempio lampante è un parlamento spogliato da iniziativa legislativa. E quando insinua che gli States non hanno nessun controllo sulla UE? Il suo caro DeGasperi oltre a insinuare che "alcune scelte non devono essere prese dai popoli" affermava anche che "per la riuscita della UE/CE servirà una costante tensione con la Russia." Relativismo e permeismo a quintali

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  30. Guerrieri: "Scrivere le regole": le avevano scritte Keynes (e le nostre Costituzioni).

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  31. Ho visto ora il video del dibattito.
    Il prof.Guerrieri mi ha fatto una pessima impressione. Dato il suo curriculum e ciò che molti di voi hanno riportato qui sul suo conto non ho alcun dubbio sia persona di intelletto e preparata. Proprio per questo ho trovato il suo modo di porsi e argomentare estremamente scorretti.
    Ho percepito un paternalismo sconfinato: un Antonio Ferrer che strilla in italiano alla folla con argomenti inconsistenti (ma adatti al popolino) mentre pensa in spagnolo (o in tedesco forse).
    Durante il dibattito mi è sembrato sempre più nervoso; indispettito dal fatto di trovarsi allo stesso tavolo con un tizio che dice la verità indifferentemente in spagnolo e in italiano, e faccia a faccia con una platea divenuta di conseguenza bilingue.
    Penso che alla fine sia stato pure maleducato nei confronti del Prof. squalificandosi ulteriormente ai miei occhi.
    Magari sbaglio ma l'ho trovato molto più insopportabile dei tipici parlamentari piddini da studio televisivo. Proprio perché ho percepito che il prof. Guerrieri non è un mezzobusto ammaestrato ma semmai è uno degli ammaestratori.

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  32. Dopo nemmeno 24ore, con il corpo del sogno ancora caldo, entra in scena la realtà


    https://www.milanofinanza.it/news/weidmann-no-agli-pseudo-eurobond-della-commissione-ue-201706141153442490

    Notare il "...potrebbero essere interpretati come mutualizzazione del debito"

    Mentre Guerrieri crede, spera, sogna, auspica, di riformare, questi non vogliono nemmeno
    l'"interpretazione".Non vogliono nemmeno fare finta!

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    1. E meno male!
      Ci manca solo che creiamo altro debito estero in euro con i tedeschi e poi saremmo legati mani e piedi per l'eternità.

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    2. Non sarebbe debito estero se si realizzasse ciò che Guerrieri spera si realizzi: gli Stati Uniti Europei.








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    3. Ufficialmente no, ma moralmente si.
      Diventerebbe un ricatto quotidiano.
      I tedeschi, quando si impegnano,sono peggio delle comari. :-)

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    4. Questo NO enorme, granitico, è stato espresso in più sedi, da un pò di anni, da più tedeschi, nonostante tutto l'ostinazione di qualcuno in casa nostra nel ritenere possibili soluzioni tipo eurobond, rimane altrettanto granitica, dimenticando del tutto con chi stanno cercando il dialogo...
      ...o peggio dimenticando la storia.

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  33. Scrive Altiero Spinelli: "Per quanto non si possa dire pubblicamente, il fatto è che l’Europa per nascere ha bisogno di una forte tensione russo-americana, e non della distensione, così come per consolidarsi essa avrà bisogno di una guerra contro l’Unione Sovietica, da saper fare al momento buono” [in A. Spinelli, Diario Europeo (1948-1969), il Mulino, 1989, p. 175].

    Ecco chi erano i padri della Patria.

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  35. Ho seguito i sassolini bianchi, splendenti nella notte (appropò: sassolino1 da vedere, niveo sotto la luna, dopo sassolino2, sennò va a finire come alla proiezione cineteco-felsinea di Tree of Life di Malick).
    Tante conferme, dialogo pacato, educatissimo come vorremmo sempre vedere. La sfiducia grave e ponderosa del Prof. On.Sen. Guerrieri contrapposta alla fiducia agile di Alberto Bagnai. All'uomo (attento) della strada sembrava più lucido e piacevole il ragionamento della parte sinistra del tavolo. Fantastica la barba sumerbabilonassiraprorasiàna del moderàtor. Moderàtor, alla fine dell'impervia scalata, contentissimo, si godeva il panorama.

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  36. Ho seguito il dibattito su Youtube (merxlma grazie di esistere). A parte un personale disagio nei riguardi dei fischi verso un professionista, che accetta di intervenire in un dibattito da una posizione dichiarata (ecco, dichiarare la propria posizione, questa sí è trasparenza), ho visto nel Prof. Guerrieri il disagio di dover difendere per adesione politica, un progetto che sa essere tecnicamente insostenibile.
    Di fronte al rilievo del Prof. Bagnai sul perchè questa UE da rifare non si è già rifatta, e che cosa ci garantisce che se rifatta non si rifarebbe nell'interesse del più forte, le risposte sono state evasive. Sul primo punto il Prof. Guerrieri incideva sulla necessità delle regole per imbrigliare lo Stato Forte (quindi più regole o regole diverse). Sul secondo punto la risposta, accennata appena, mi sembra di aver capito essere la unione panmediterranea contro lo Stato Forte. Ma il nocciolo della questione, non è stato toccato. In particolare non mi sembra che il Prof. Guerrieri abbia potuto date una risposta al perchè in luogo delle riforme, si continua con l'austerità, che si sapeva sbagliata allora e si sa sbagliata oggi, e del perchè si insiste a dire che la crisi è di debito pubblico quando, dati alla mano, la BCE ci dice almeno dal 2011 che è una crisi di debito privato.

    Mi sono anche molto piaciute le domande del pubblico, in particolare quella su che farebbe il PD se gli italiani chiedessero l'uscita dall'euro, e se lo Stato abbia un piano sull'uscita laddove questa ci venisse imposta dagli altri.

    Complimenti.

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  37. Ho cominciato a vedere il video dell'incontro di Pordenone, grazie a chi l'ha caricato.

    Mi soffermo sul primo intervento del prof. Guerrieri in cui i paesi dell'eurozona vengono più o meno dipinti come delle nazioni dickensiane che dovrebbero chiedere "please sir, I want some more" al proprio carceriere invece di tirargli un destro nel naso, spezzare la catena e prendere in mano la situazione per non dover più chiedere niente a nessuno.

    Avvilente.


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  38. Dopo aver visto il confronto di Pordenone confesso che ho provato imbarazzo per le argomentazioni del Prof. Guerrieri. Perché, prima di essere Senatore, Guerrieri è Professore di economia alla Sapienza dal 1992. E pertanto non può non sapere come andrà a finire questa unione monetaria, che non è un' OCA e fallirà con grave danno per le popolazioni europee coinvolte nel folle progetto.
    Sono cose che sappiamo, grazie al lavoro del Prof. Bagnai, a questo blog, ad a/simmetrie.
    Ma il disagio provocato dalla ipocrisia di un ordinario di economia mi ha stimolato ad una più profonda riflessione sullo stato della nostra Università.
    Confesso che la mia conoscenza delle dinamiche e dei processi di selezione delle carriere universitarie è parziale e limitata. Ma le storie che ho osservato con i miei occhi e le parole udite con le mie orecchie in tanti anni di professione mi hanno convinto da tempo (sarei già in pensione in un paese normale, ma Monti e Fornero hanno pensato diversamente) che qualcosa di profondamente distorto e sbagliato corrode il mondo dell' Università italiana. Ne sono diventato consapevole fin dagli anni nei quali, come specializzando non retribuito, ho fatto l' autista per il padrino illustre del mio direttore, oppure quando dovevo scrivere relazioni farlocche sui progetti di ricerca assegnati.
    Mi rendo conto del rischio che corro, quello di fare di tutte le erbe un fascio e sono consapevole che la realtà delle Università italiane è differente nelle varie facoltà, sedi e Dipartimenti. Ma esiste un nesso forte che lega le carriere dell' Università alle "massonerie" e alla politica, un nesso che ho riscontrato in passato come studente e ho vissuto ripetutamente nella mia attività di professionista, un nesso che passa oltre le competenze, le capacità, i meriti. Sono i legami di clan, le cordate, i gruppi di potere. E' il nepotismo insopportabile, il familismo immorale di certe dinastie universitarie, di certi concorsi, le carriere improbabili costruite sul consenso e sull' appartenenza, sviluppatesi nel silenzio omertoso di colleghi e cattedratici.
    Temo che il Prof. Bagnai e il Prof. Cesaratto in quel mondo rappresentino eccezioni, anomalie, per il semplice fatto di sostenere con coerenza le evidenze che emergono dalla letteratura scientifica e dalla Storia.
    Scusate il pessimismo, ma credo che il conformismo degli universitari abbia radici antiche, che affondano nella solitudine di quella dozzina di docenti, su oltre milleduecento, che tenerono la schiena dritta e dissero NO al duce.



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    1. Ho gradito molto la visione del confronto tramite il web.
      Premesso il rituale apprezzamento per il prof. Guerrieri, in quanto non si è sottratto al confronto, devo dire che mi ha dato particolarmente fastidio il suo proporre continuamente l'argumentum ab auctoritate, per suffragare le sue tesi.
      Il Krugman buono a convenienza, De Gaseri e Adenauer per negare lo zampino Usa nella costruzione Europea tralasciando l'ovvio che i due grandi e indiscussi statisti governavano paesi nell'immediatezza di una sonora sconfitta militare e nel perdurare dell'occupazione militare ecc.., infine i premi nobel esibiti come trofei del politicamente corretto
      Provo particolare disagio verso il malcostume di usare l'appello all'autorità, per sottrarsi a ragionamenti di logici.
      Se si considera poi che generalmente si sono volute giustificare le pene dei popoli mediterranei con il loro essere antropologicamente pigri e p.i.g.s. si comprende l'inappropriatezza di certe costruzioni retoriche.
      Questi tra gli altri i motivi per il quale ritengo deludente l'intervento dell'esimio prof. Guerrieri.

      Nel merito del'interessante dibattito, se posso, azzarderei un mio personale contributo facendo un parallelismo di tipo storico: Anche Il nazismo tedesco nei suoi esordi ebbe un determinante appoggio in ambienti anglosassoni (anche in Italia come dimenticare il consistenti aiuti dalla Gran Bretagna al Secolo d'italia), ad un certo punto però avvenne la svolta capitanata dall'Inghilterra. Se l'attuale crisi economica può essere equiparata ad una guerra, la Brexit può considerarsi una svolta, da corsi e ricorsi storici?

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  39. Ho visto il video. Mi convinco sempre di più che usciremo da questa follia tra molti anni e ad un prezzo altissimo. Sono fortunato. Ho i figli all'estero, Nuova Zelanda e Australia. Probabilmente, con buona pace di mia moglie, saremo costretti a trasferirci nelle colonie della perfida Albione.http://www.italiaitaly.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=60&Itemid=165

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  40. Vorrei chiedere a Paolo Guerrieri, ed agli altri appellisti, viste le implicazioni sulla possibilità di modificare l' atteggiamento tedesco e della UEM e quindi sull'economia dell' eurozona e sulle politiche generali del lavoro e della crescita, se si intende richiedere in modo radicale e inderogabile, alla UEM ed ai suoi organismi, di apportare modifiche all' art 127 del TFUE che ribadisce paro paro l' art. 88 della Legge fondamentale tedesca(GRUNDGESETZ)

    Artikel 88

    Der Bund errichtet eine Währungs- und Notenbank als Bundesbank. Ihre Aufgaben und Befugnisse können im Rahmen der Europäischen Union der Europäischen Zentralbank übertragen werden, die unabhängig ist und dem vorrangigen Ziel der Sicherung der Preisstabilität verpflichtet.


    Articolo 127

    (ex articolo 105 del TCE)

    1. L'obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali, in appresso denominato "SEBC", è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo una efficace allocazione delle risorse e rispettando i principi di cui all'articolo 119.


    Per chi voglia capire meglio, magari potrebbe Guerrieri esprimere un suo illuminato parere, c' è questo video della BCE, fatto alla bisogna per i ragazzi delle squole ma che a mio avviso, non modesto, andrebbe analizzato previa lettura del libro IPF.

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    1. No vabbè, ragazzi guardate tutti il video della BCE e il... mostro dell'inflazione, che esce cosí, dal nulla, a rendere la vita grama ai poveri operai vestiti di cenci.
      Neanche un grafico hanno trovato, che facesse loro un cartone animato decente... ma veramente ci governa questa gente?
      Ah, c'era anche il mostro della deflazione, ma quello era un po' più carino...

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    2. Caro Marvin,
      ho come la vaga sensazione che il problema non sia quello della manifattura del video; dietro l'imbarazzante sequenza di superficiali asserzioni si nasconde l'impossibilità di dire cose che stiano in piedi secondo qualsiasi filone o scuola scientifica. Siamo a mio avviso in ambito fideistico religioso.

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  41. Rispetto all'articolo di classe A a cui si fa riferimento nel video, in questo blog o nei commenti; o in generale rispetto all'analisi del professore sulle conseguenze di un'uscita dall'euro potreste consigliarmi qualche link "pubblico"? Purtroppo (forse per incapacitá mia) non l'ho trovato, e mi piacerebbe farmi un'idea un po' più tecnica, anche se sono pienamente d'accordo che il punto è più che altro politico

    Saluti cordiali

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    1. L'articolo è questo:
      http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264999316308689
      Le conseguenze dell' uscita dall' euro dipendono da chi sarà chiamato a gestirla e da come verrà gestita. I libri del Prof. Bagnai "Il tramonto dell' euro" e "L'Italia può farcela" mettono in evidenza tutte le problematiche da affrontare.
      Ma il problema è soprattutto politico, come ben dici.

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    2. Grazie mille!
      Saluti cordiali e buon fine settimana :)

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  42. Posizione dell'€uropeista: credo quia absurdum est.

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  43. Ogni persona ha il suo percorso di vita e in questo caso il suo collocamento nel "dibattito".

    Se c'è una cosa che ho capito in questo blog (l'ho fatta mia per tante analisi al di fuori del contesto economico-sociale) è quello che riguarda le dinamiche.
    Ora, la classe politica italiana è stata spazzata via e quindi come per il Mezzogiorno (ovvero l'Italia! battute a parte, penso che il mezzogiorno fosse chiamato così) con l'Unità del 1860-1870, ai politici rimasti non rimane che obbedire all'esterno (i vincitori).
    Le famose tasse sul grano dovrebbero ricordare qualcosa.

    E questo è un punto.

    Poi ci sono quelli che odiano il Paese.. che ci possiamo fare?
    D'altro canto pare che pure in germania odiano i tedeschi.

    L'aspetto dei presunti intellettuali è per me un altro percorso.
    La differenza la fa quando uno è chiamato a riflettere.
    Ho visto in vita mia che riflettere dà fastidio (vale per noi del Sud, del Nord e gli stranieri, tutti uguali!).
    Anche a lavoro, nel 99% delle volte non ci si spinge oltre l'A->B (ammesso sia corretta la relazione visto che sempre nel 99% dei casi non si guarda al controfattuale).
    Fare A implica B e questo implica C e quindi D.. beh, non lo fa quasi nessuno.

    Ora, se sei chiamato nel dibattito e non fai degli sforzi cognitivi (tipo: "Draghi ha detto che dobbiamo pagare 300mld" e allora perché non chiedersi:
    "mettiamoli nel debito pubblico"
    "sottraiamoli alla germania"
    e via dicendo)

    di che cosa dobbiamo parlare se non avere un'idea che sia un mix di malafede e inedia intellettiva (INTELLETTIVA).


    Poi esiste il senso del "peccato" e spesso mancanza di "empatia".
    Sono cresciuto in un paesino operaio* e credevo che la "parità" tra persone in senso di dignità fosse una cosa normale.
    Invece con il cavolo..
    Il senso di appartenenza sotto forma di eliterismo è una forma che spesso sfocia nella perversione intellettuale.
    Tutto questo porta ad alcuni fatti:
    1) impossibilità ad ammettere errori di valutazione o di faciloneria: significherebbe accollarsi colpe intellettuali che portano a suicidi e l'annientamento di nazioni. Francamente bisogna essere due volte onesti intellettualmente (uno per ammettere l'errore e/o la faciloneria e l'altro per andare avanti).

    2) sotto forma di eliterismo questi possono infischiarsene di morti e disperati.. semplicemente come in famiglia quando si pranza a Natale e si mangiano tutte le stesse cose, seguono il volere "superiore" e si accodano (sembra proprio che invece di essere intellettuali siano amebe intellettuali).




    *anni fa (5) ho "litigato" (discussione in cui ho mandato a qual paese) con mio cognato perché gli spiegavo che la crisi era violenta (per lui non esisteva).
    E ho aggiunto (ricordo il mio senso di sdegno) che il problema in linea di principio non è la fame ma la disperazione (suicidi) e la violenza (crimini).
    Non vi dico cosa stia succedendo da me...

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  44. Ah professo', e quesso ha scritto alla fine del 2009!!!!!!

    Tra le tante cose che la visione dei filmati, conclusa or ora, mi sollecita, vorrei toccare brevemente un unico punto. L'economista, il senatore, il 'c'ha un curriculum tanto', non ha detto mai che Bagnai aveva torto, ma ha sempre tenuto a precisare di aver ragione.
    Mi pare un punto non da poco, non tanto perché inaspettato, tutt'altro, quanto perché questi figuri (più sopra mi sono auto censurato un meritato mentecatto) sono peggio di quello che immaginiamo nei nostri peggiori incubi.
    Finirà male e ci vorrà molto tempo.

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