lunedì 24 aprile 2017

Aspettando godo (2)...

(...la prima puntata era qui. Come passa il tempo!...)

Naturalmente da qui al secondo turno ne passerà di acqua sotto i ponti. Ma intanto permettetemi di intervenire per fatto personale, semplicemente per dirvi che

GODO

nel vedere Mélenchon trascinato a brandelli nel fango della storia.

Ed è solo il primo di quelli che voglio vedere, e vedrò, in queste condizioni, perché se lo meritano. Seguirà quel fariseo di De Masi, e seguiranno i simpatici fautori della censura per i social (in particolare Fassina, quello che esalta il dibattito del Sole 24 Ore).

Voi direte: ma perché tanta acredine? E che ti ha fatto il sociologo?

No, aspè... Intanto il sociologo De Masi qui non c'entra niente. Ma riavvolgiamo il nastro, altrimenti non riesco a farvi capire.

Non ve ne sarete nemmeno accorti, perché era una cosa organizzata male e condannata all'irrilevanza, ma la rete europea della sinistra di sinistra, quella che va sotto l'etichetta perdente di Plan B, aveva organizzato qui a Roma un raduno, nel mese di marzo. Questo non era esattamente il primo raduno della sinistra di sinistra. Ce n'era stato un altro, in particolare, a Parigi, in cui alcuni amici italiani avevano cercato di coinvolgermi, salvo poi dirmi che i francesi non avevano disponibilità, per un problema di quote rosa. Posto di fronte all'alternativa fra rinunciare a sedere in cotanto consesso, e rinunciare ai miei pondera (Super alta vectus Attis celeri rate maria...), dopo lunga esitazione, scelsi i pondera, soprattutto in base alla considerazione che in giro sono rari, ed è meglio tenerseli stretti: potrebbero servire...

Tanto più che, per blandirmi (ma perché blandire me che sono un pezzo di pane? È quando mi si blandisce che mi incazzo, et pour cause, come il resto della storia dimostrerà...) mi si diceva: vedrai! Quando ricorrerà l'augusto anniversario dei Trattati di Roma, organizziamo a Roma e tu potrai esprimerti. Io, naturalmente, annuivo compunto e pensavo ai fatti miei, che ne avevo e ne ho di ogni.

Arriva l'autunno (2016) e mi si dice: "Allora, mi raccomando, ci sarà il grande raduno europeo della sinistra di sinistra, devi esserci". E io, disciplinato: "Certo, naturalmente. E quando?" "Eh, nella prima metà di marzo" (2017). E io, remissivo: "Ma, veramente io avrei pensato di andare a Shanghai in quel periodo, e poi ci sarebbe anche un seminario di INFER a Kaifeng, però se la causa lo richiede rinuncio". E rinuncio.

Passa un giorno, passa l'altro...

Io, ormai, dopo sei anni di questa cazzo di trincea, ho un sesto senso piuttosto fine: so capire benissimo quand'è che a casa di chi mi invita qualcuno ha male al pancino. A me sembrava piuttosto strano che non mi venisse detto da subito quando e di cosa avrei dovuto parlare. Io non faccio così con le persone che invito ai miei eventi: né a quelli scientifici, né a quelli politici. Ma io, si sa, sono strano.

Fatto sta che me ne parto per la Francia (nella seconda settimana di febbraio) senza sapere ancora nulla, il che, tutto sommato, se non avessi avuto due revise&resubmit e sei referaggi da gestire, più l'articolo con i colleghi francesi di Paris XIII, mi avrebbe abbastanza infastidito, considerando che la mia agenda è messa peggio di quella di tanti politici, e soprattutto è messo peggio lo stipendio... Però, come mi diceva sempre il mio precedente direttore di dipartimento ("Professore Bagnai, lei è un sentimentale!"), io sono un sentimentale: il mio cuore è a sinistra, come dicono quelli che i coglioni li hanno intorno, anziché sotto... E quindi un po' perché distratto da altro, un po' perché sinceramente disponibile, aspettavo notizie, in altre faccende affaccendato.

Finché, il 13 febbraio, non mi viene girata una email inviata da un membro dello staff del gruppo parlamentare "GUE/NGL Another Europe is possible" ai membri del gruppo, su istigazione di una di essi, una persona a me (come credo alla maggior parte di voi) del tutto ignota, e senza futuro politico in Italia, ma che andava coinvolta nell'organizzazione dell'evento perché servivano du' spicci che solo un parlamentare europeo avrebbe potuto procurare. Il testo era un perentorio j'accuse alla mia persona:

FYI, hereby the link to the pamphlet published by northern league and ENF with the introduction of Alberto Bagnai


Eh, già! L'accusa era grave, e c'erano le prove! Avevo scritto, su richiesta di Claudio, la prefazione al Basta Euro di Salvini, il fasssssiiiiista, l'alleato della Le Pen. Morale della favola: siccome avevo parlato con Salvini, non potevo partecipare al convegno della sinistra de sinistra.

Si narra che Fassina abbia fatto una opposizione di circostanza, e che Zoe Kostantopolou ne abbia fatta una un po' più sostanziosa (da ciascuno secondo il suo testosterone). Ma la sintesi è che su imbeccata dei compagni di Rifondazione (cioè di quelli che avevo cercato di smuovere prima nel 2012, parlando con Ferrero, poi nel 2014, andando a Civitavecchia), quella fetecchia di Mélenchon aveva deciso, per motivi di bottega politica interna al suo paese, chi nel nostro paese potesse parlare a un convegno.

Questo con la sostanziale acquiescenza di Fassina e di De Masi (per citare gli altri politici rilevanti).

Che Rifondazione possa avercela con me lo capisco benissimo. Basta osservare il video dell'incontro con Ferrero: degno compare di Melensone! Uno al quale, nel 2012, avevo mostrato una prateria sterminata! A quel tempo, la Lega era ancora tutta ampolle e distintivo, europeista convinta, inebriata dalla stolta certezza di poter, per la propria superiorità etnica padana, competere contro il Sud in compagnia della Germania. Non avevano mica capito, ancora, e molti ancora non hanno capito (ma Salvini sì). La linea "ampollista" però non pagava, e la Lega era un filo sotto Rifondazione. Adottando una linea critica verso l'euro, Rifondazione, che era fuori dal Parlamento, avrebbe tranquillamente potuto rientrarci. Inutile consolarsi con la solfa che la progressione della Lega è dovuta ai voti rassssissti e xenofobi. Certo, lo so, c'è anche quella roba lì (e quando la incontro su Twitter la blocco). Ma c'è anche tanta gente di sinistra che vuole semplicemente vivere in un paese libero e non trova altrove chi glielo proponga. Molta di quella gente avrebbe votato molto più volentieri per Rifondazione che per la Lega (è lecito, se sei di sinistra, preferire di votare un partito di sinistra).

Non solo: se il tema della critica all'euro fosse stato occupato con decisione dalla sinistra, come sarebbe stato suo dovere fare, dato che l'euro è un progetto di compressione dei salari, e la sinistra dovrebbe difendere i lavoratori, se fosse stato presidiato, questo tema, sarebbe stato più complesso per le destre gestirlo, per un riflesso pavloviano uguale e contrario a quello che impedisce agli imbecilli "maiconisti" di parlare dei veri problemi. Perché per gli imbecilli i problemi della gente, se ne parla Salvini, diventano problemi di Salvini, e quindi siccome "mai con Salvini" allora di Unione Europea non si parla, di immigrazione non si parla, e chi ne parla deve essere epurato dal dibattito.

A dire il vero, non credo che a destra questo riflesso pavloviano esista in modo così diffuso. Fatto sta che i politici "de sinistra" ne sono totalmente succubi, e un motivo c'è. Avendo fallito nella loro missione in qualche modo "naturale" di difendere gli interessi del lavoro contro quelli del capitale, questi poracci, questi miserabili traditori, queste patetiche figure, sono alla ricerca, per coagulare un consenso, di una identità (proprio loro, che l'identità la demonizzano). Certo: se vuoi un voto, devi ahimè renderti identificabile, e siccome identificarsi come complici di trent'anni di attentati (riusciti) ai diritti dei lavoratori italiani non è esattamente un ottimo biglietto da visita, allora ti identifichi adolescenzialmente per negazione: "mai con...".

Certo, ai Rifondaroli dovevano scottare le parole che scrivo nella prefazione del Bastaeuro:

"Mi duole ammettere che questa operazione di verità, che nella sua essenza tutela gli interessi delle classi più deboli, quelle che l’Euro ha ulteriormente impoverito, venga portata avanti da un partito etichettato come “conservatore”: questo per me è un fallimento politico. Mi amareggia sottolineare che una simile operazione molti l’hanno aspettata invano da certe forze che a parole dicevano di voler combattere il progetto europeo. Li conoscerete dai loro frutti, è scritto, e la vita politica italiana ci sta offrendo tanti esempi di questa limpida verità."

Gli saranno fischiate le orecchie, e si sono regolati di conseguenza. Qui in Italia sono finiti, e quei quattro gatti che abbiamo mandato in Europa (e che non sono credibili nella loro critica all'Europa, dato che sanno benissimo che solo in quella sede possono ormai trovare di che campare...) saranno finiti (politicamente: umanamente non sono mai esistiti) al termine del loro mandato.

Su Fassina non mi dilungo. Il suo ruolo in questa vicenda è squallido: se non aveva le palle per difendermi, poteva non coinvolgermi. Le sue scuse, che ci sono state, non possono essere considerate credibili alla luce delle esternazioni successive: quella con cui ha appoggiato la crociata della terza carica dello Stato per censurare i social media, e quella in cui ha elogiato il ruolo svolto dal Sole 24 Ore nel promuovere il dibattito in Italia. Sono due esternazioni che si commentano da sé e compongono un quadro assolutamente coerente: misconoscere e vilipendere il ruolo svolto da questo blog nel promuovere il dibattito, auspicarne la censura, si sposa benissimo con il fatto di essersi limitato a una difesa di circostanza della mia libertà di espressione. Chi siano gli intellettuali di riferimento di cotanto statista si sa. Non commento.

Su De Masi, che sarà il prossimo a essere sbranato dagli elettori, vale invece la pena di aggiungere una chiosa. Perché io, ovviamente, non applicando i loro metodi da stalinisti da operetta, gliel'ho detto in faccia cosa pensavo. L'amico si è risentito, e per vie traverse mi ha fatto sapere che lui si era sentito attaccato personalmente (corretto: lo ho attaccato personalmente), cosa che non si aspettava da una persona della mia qualità (sbagliato: non bisogna sopravvalutarmi), e che comunque lui quella email non l'aveva letta perché aveva avuto altro da fare.

Come come come?....

Cosa cosa cosa?....

Si sta organizzando niente meno che il IV Forum internazionale del Plan B, della grande riunione politica della sinistra "de sinistra", e tu, che sei l'esponente di questa schiera di eletti (per ora nel doppio significato del termine) cosa fai? Nemmeno leggi le email nelle quali viene deciso il programma dell'evento? Eh, ma caro Fabio, così non si fa! Perché se si fa così, si fa capire una cosa, una sola: di non essere un politico di statura europea. Perché vedi, Fabiuccio, tu che sarai il prossimo a finire asfaltato dagli elettori (e quel giorno meriterai lapide su questo blog), se il raduno di Roma è stato un flop totale, un motivo c'è, e te lo dico io quale è: che quei "movimenti sociali" dei quali un anonimo sindacalista belga lamentava l'assenza al forum, in Italia, hanno un nome, e questo nome è: Goofynomics. Vi sarebbero bastate 50 persone, che per me non sono nemmeno un pubblico, sono gli amici coi quali vado in pizzeria, per considerare un successo quella cacata che avete fatto. E tu vuoi che uno che raduna seicento persone in provincia (come il tuo amico Flassbeck forse avrebbe dovuto dirti - qui per diversamente europei) non te ne avrebbe regalate un centinaio per venire a sentire il nulla che avevate da dire?

Ma tu, tronfio imperialista, tu, che a casa tua sarai anche qualcuno, ma che qui nessuno sa chi tu sia, hai dimostrato di battertene ampiamente la ciolla di cosa succede in quello che consideri un paese trascurabile nel quadro del Reich millenario. Con il che ci hai fatto capire tante cose, che però scriverò sulla tua, di lapide. Oggi torno a quella di Melensone, cui nella migliore delle ipotesi ti sei piegato (sbagliando).

Ecco: torniamo a Melensone.

Intanto, hai fatto la fine che ti meritavi. Ti ha fregato il tuo bordeggiare, il tuo essere tiepido. Andare in televisione a dire "il mio piano B è alzarmi dal tavolo così la Merkel torna per costringermi a fare il piano A" è stato un capolavoro, non di politica, ma di comicità involontaria, ed è stato remunerato coi due spicci elettorali che meritava.

Ora, poi, sei di fronte a un dilemma di non poco conto.

Se fai dichiarazione di voto per Macron (come alla fine farai) ti certificherai per quell'utile idiota che sei sempre stato e che qui abbiamo fotografato in tempi non sospetti. L'avevo detto nel 2012 che non avevi futuro. Perché hai provato ad averne? Non lo sai, birbantello, che quanto sta scritto qui poi succede?

Se invece non la fai, allora dimostrerai coerenza, ma proprio per questo motivo verrai ostracizzato come fasssssiiista da tutti i tuoi compari, e creerai a tua volta un enorme problema politico alle Fassine di tutta Europa, quelle che hanno accettato a casa loro che io non parlassi - perché avevo parlato con uno che aveva parlato con la Le Pen - e dovranno poi rassegnarsi al fatto che chi ha chiesto loro di coprirsi di vergogna con questo atto di censura, a casa sua, non si metta di traverso alla Le Pen.

Perché alla fine da questa storia quella che esce definitivamente insozzata, svilita, vilipesa, è l'immagine della sinistra, fatta di gente capace solo di pugnalare alle spalle, di soffocare il dibattito epurando le voci scomode, censurando i social, elogiando i dibattiti orientati, fatta di politici capaci di agire solo in base a effimere e contrastanti pulsioni tattiche (oggi non ascolto Bagnai perché ha parlato con Le Pen, domani non dico di votare contro Le Pen perché altrimenti mi schiero col capitale che dicevo di voler combattere, oppure dico di votare contro Le Pen, ma così faccio vedere che ho difeso fin dall'inizio il capitale che dicevo di voler combattere...), ominicchi privi di visione, privi di coraggio, che si sono inibiti qualsiasi possibilità di successo quando ce n'erano tante, forse perché a loro vincere non interessava, perché tutto quello che interessava loro, da ominicchi, era vivacchiare...

E allora, caro Melensone, a mai più rivederci

37 commenti:

  1. Prof,
    leggendo Lei io godo.
    E ho abbandondonato l'amarezza.
    Grazie!
    Giovanni Zanetta

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    1. Io no, ma andrà a esaurimento con questa classe di cialtroni.

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  2. boh, a me pare che al melensone sia andata fin troppo bene: quasi il 20%, il suo futuro politico personale è assicurato, che è poi quello che era realistico pensare volesse (e che penso vogliano le fassine e le nutelle, lo stipendio da parlamentare a fine mese, e al popolo, le brioches), non credo proprio che pensasse veramente di diventare presidente.

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    1. In un certo senso hai ragione. L'ottuso cretino, che comunque non poteva sopravvivere alle presidenziali, sopravviverà alle politiche. Ma attenzione! Intanto, un pezzo di voti lo perde sia se appoggia Macron che se si astiene dal farlo. E poi... gli conviene sperare che vinca Le Pen, perché se vince Macron la sinistra sarà spazzata via dalle prossime, di elezioni, verosimilmente anticipate. Il momento per rilanciare una sinistra "critica" era un altro, era quando lo chiedevamo qui. Altra, flebile, speranza per non essere spazzato via è che il Front National si disgreghi a causa del suo insuccesso. Tutto può essere, ma non credo succederà. L'appuntamento chiave è con le politiche.

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    2. Addirittura "verosimilmente anticipate"?

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    3. Anche secondo me il risultato elettorale ha graziato melensone.
      O quantomeno ha posticipato il suo essere spazzato via.
      Chiunque vinca ha più probabilità di insuccesso di chi ha perso.

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    4. Professo', l'Italia ha aumentato le spese militari fino al 2% del pil sotto richiesta americana. Ma non c'era er debbito?

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  3. Si può essere sofferenti e sperare che la Le Pen abbia un risultato clamoroso.
    Da sinistra.
    Quantomeno, lei è la Meloni usano la crasi, o allocuzione "dirittideilavoratori" nei propri ragionamenti.

    Poi, alle amiche francesi, elettrici di Melenchon, si spiegheranno Le cose con calma.

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  4. Buongiorno, probabilmente a questa tornata le cose non potevano andare diversamente. C'é da dire che la partita é ancora aperta, ma deve essere ben giocata, Macron si troverá a dover formulare un messaggio che vada bene agli elettori di Fillon, Melenchon, Hamon, e non la vedo facile, e limitarsi ad essere l'anti Le Pen potrebbe non bastare.Le Pen, dal canto suo, dovrá continuare ad essere molto precisa nello spiegare il suo progetto politico ed economico, cercando di resistere alle provocazioni sugli aspetti più attaccabili dall'avversario.Sará un bel match.

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    1. La Le Pen si è già spiegata benissimo, per chi voleva capire o cercare di capire. Da questo punto di vista la Francia è stata una delusione per come me la ricordavo: piena di "piddini" (quelli che sanno di sapere) e di "maiconisti". Per questo, che MLP non ce la potesse fare per me era palese fin dall'inizio, ma sinceramente mi aspettavo una percentuale più alta al primo turno.

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    2. Purtroppo il messaggio politico di Macron "Votatemi Pro Leuropa e contro la LePen" è già sufficiente ad aggregare tutti gli ominicchi politici e i portatori di inter€ssi francesi. Del resto chi meglio di lui incarna l'amante ideale della vecchia €uropa fognatrice! Questo appello al voto di Macron sarà sparato a tutto volume da tutti i media per obnubilare i votanti. Ma i Francesi sono un popolo caldo e coraggioso, se intuiscono la causa vera dell'ingiustizia arrivano al punto di rivoluzionare tutto. I semi della Verità sono stati gettati dalla LePen bisogna vedere se germogliano in tempo ...

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  5. https://it.businessinsider.com/il-debito-pubblico-e-la-vera-spina-nel-fianco-dellarea-delleuro-e-dellitalia-in-particolare/

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  6. Bicchiere mezzo vuoto.Mi impressiona la velocità con cui leuropa ha creato la candidatura di Macron (in Francia!),senza nemmeno il bisogno di un blog,di un partito-azienda,di una rivoluzione colorata.
    Salvo eventi imprevedibili la prossima finestra politica si aprirà tra cinque anni,ed è un tempo che difficilmente potremo permetterci vista la velocità della distruzione,l'avanzare della nostra età e di quella dei giovani,che non hanno mai visto altro che questo ed allora saranno sulla soglia dei 30.

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  7. La Storia ha sue ragioni che ragione potrebbe comprendere...

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  8. L'insulso Melensone ha preso 6,9 milioni di voti (!) cannibalizzando i socialisti, così le carte a sinistra le darà lui. Finirà anche lui per invitare a votare Macron "contro l'estremismo" come ha già fatto Fillon (gollisti). Il paradosso è che i francesi, così, si ritroveranno presidente "l'erede di Hollande" come lo definisce Le Pen.
    In realtà è quello che si voleva, evidente gattopardismo in salsa francese.

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  9. Professore è sempre un piacere leggerla.
    La sua determinazione è encomiabile

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  10. Credo che alla fine vincerà il banchiere candidato dall’establishment, con somma gioia dei talebani euristi, e per il 90 % dei francesi si prospetteranno momenti duri. Macron incarna alla perfezione il modello del tecnocratico montiano ciecamente fedele al sistema Berlino-Bruxelles, pronto a smantellare lo stato sociale di cui un tempo i transalpini andavano fieri, ponendo mano nel contempo ad una massiccia epurazione dei dipendenti pubblici (che in Francia non sono pochi), tanto odiati dalla stampa mainstream europea. Il suo programma, in effetti, è costruito proprio per compiacere i media e le elites, poi il fatto che lo abbiano votato molti di quelli che saranno vittime delle sue politiche dimostra che anche in Francia il condizionamento mediatico è ormai incontenibile, lo spauracchio del pericolo populista e nazionalista ha purtroppo funzionato. Certo, dopo qualche anno di cura Macron molti si accorgeranno di avere sbagliato, ma ovviamente sarà tardi. Quanto a Fassina, vorrei dire al professore che per un breve (brevissimo) periodo l’anno scorso mi ero illuso potesse essere un punto di riferimento politico, per costruire una sinistra consapevole della necessità di uscire dall’euro e dalla Ue. Ma è durata poco, l’uomo ha mostrato i suoi limiti e le sue terribili inadeguatezze, oggi mi sembra ridotto a un ruolo penosamente marginale, in cerca disperata di un seggio per le prossime elezioni. E l’episodio del convegno di Parigi rende bene l’idea della statura dei suoi compagni di avventura.


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  11. A proposito di censure, ieri sera de Mentana era un continuo ricordare quanto i francesi si dimentichino di essere stati collaborazionisti. E ghignavano mentre lo dicevano. Ai miei occhi fanno la stessa figura.

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  12. Che splendido lunedì, GRAZIE!

    (ogni tanto fa bene ripeterlo, altrimenti magari se ne dimentica)

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  13. Ma che vinca pure macron,con il suo piano di tagli strutturali da 60 migliardi, ci sarà da piangere per i francesi.
    Infondo non c'è modo migliore per svegliarsi che prendere un colpo in faccia.

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    1. Ci siamo presi Jobs Act, Fornero e MPS: tutta questa gente sveglia non c'è e non si vede.

      In Grecia si son presi di peggio, e al governo c'è Tsipras, malgrado tanti si sian fatti pestare a sangue.

      I colpi in faccia stordiscono e fan pensare alla propria singola sopravvivenza. La politica di Macron, come tutte quelle analoghe, magari dopo qualche fiammata, indebolirà le capacità di resistenza e di mobilitazione, non il contrario.

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    2. E allora come si spiega un Hitler all'epoca? Io credo piuttosto che, banalmente, non si stia ancora COSÌ male, tuttavia basta vedere la mappa che mostra i progressi del FN tra 2012 e 2017 per farsi un'idea.

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    3. Hitler è decisamente fin troppo citato. Fu comunque molto aiutato dall'esercito tedesco, in funzione antisocialista (Weimer nasce sulla repressione e la paura di un'insurrezione socialista). Ma la fame, la povertà, la debolezza non aiutano la ribellione intelligente e lucida, la sola che ti possa portare alla vittoria. Questo blog per dire l'ha creato un professore universitario (categoria che dispone di un certo agio, sicurezza economica, margini dimanovra, tempo libero e puo' coltivare ambiti di rigenerazione personale di tipo creativo come l'esecuzione musicale) di origini e cultura medio-alto borghesi. Non un disperato con contratto a voucher e i genitori a cui pensare o i figli cui pagare le medicine. 48 fa il magistrato ad altissimo livello, non torna a casa la sera senza potersi permettere il riscaldamento, impazzendo di freddo. Borghi faceva il finanziere, vive tra collezioni d'arte e un capolavoro di moglie, non in uno scantinato. Il non avere mezzi rallenta enormemente la penetrazione del loro discorso, non la favorisce, cosi' come non favorisce la presa di contatto di chi si trova dall'altra parte. Lenin ha fatto la rivoluzione anche grazie ai milioni tedeschi. Ecc.

      La miseria ti spinge a infilzarti sulle picche degli svizzeri in uno slancio cieco, non a vincere. Per avere margini di manovra, costruire una strategia, devi avere mezzi, tempo, lucidità, relative tranquillità. Il nichilismo di un Sansone in catene, la preoccupazione immediata del domani, possono portare solo a autodistruggersi.
      Zola lo spiega molto bene, letterariamente, in Germinale.

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    4. Il tuo discorso presuppone che sia già a livello teorico impossibile un qualunque miglioramento, oggi come in qualsiasi situazione del passato in cui le cose andassero "male".

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  14. In politica vale più che mai una libera interpretazione del rasoio di Occam: se un partito o un politico paiono non credibili, è perché non lo sono.

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  15. Grazie Professore, in particolare per avermi chiarito la differenza tra "l'essere nullità" e codardia, avendo raccontato, come ascoltato in anteprima ieri mattina, una serie di vicende relative a Fassina. Ammetto che l'umiliante "Fassina chi?" di Renzi, che lo qualificava implicitamente come nullità, pur trovandomi sostanzialmente d'accordo, mi aveva ispirato un moto di compassione per il poveretto. Dopo quanto da lei appreso il mio sentimento è cambiato. So bene che un vigliacco è molto più pericoloso di un prepotente, ma mi mancavano i parametri di identificazione della vigliaccheria in chiave politica. A questo punto comincio a diffidare (al di là del giudizio politico, comunque negativo) di chi esce dal PD tra gli insulti, come capitato anche a Speranza che si è lasciato appellare come "faccia di culo" da Giachetti nella democraticissima assemblea di partito, senza raggiungerlo, piazzargli una capocciata in bocca e poi "succeda quel che succeda", perché non posso credere che potrà mai sacrificare qualcosa di se stesso per il riscatto sociale di lavoratori, precari, senzatetto e via discorrendo. Trovo, a questo punto, anche vigliacco il comportamento dei "rifondaroli", che durante le svariate manifestazioni di protesta svoltesi in occasione della recente commemorazione dei trattati di Roma, hanno saltellato dall'una all'altra, da quella dei No Borders che si occupano solo dei muri da abbattere, a quella di Varoufakis & co. che vogliono cambiare UE ed Eurozona dall'interno (pratica che si è dimostrata di grande successo sia nel contesto europeo che in quello partitico) per infine approdare, in formazione ridotta, a quella della Piattaforma Eurostop, organizzata da Giorgio Cremaschi, USB e con la partecipazione dei "movimenti sociali" (quelli che invocava il sindacalista belga dell'altro suo articolo), con grande stupore dei soggetti politici e sociali che avevano dichiarato l'adesione da tempo (ed anche mio che ero lì, naturalmente). Vista con altri occhi, questa è la vigliaccheria di chi non sposa con decisione una causa pur di poter cavalcare qualsiasi cavallo risulti vincente e, nel frattempo, non pregiudicarsi le simpatie di nessuno. Qualificare questo comportamento come mero opportunismo sarebbe, a questo punto, molto limitativo. E' un tipo di comportamento che sembra ormai contrassegnare tutto il mondo della sinistra, anche a livello europeo, passando per Tsipras sino ad arrivare a Melensone e che rende difficile, ma tanto difficile, non provare un minimo di simpatia per la Le Pen, pur se ideologicamente tanto distante. La saluto professore, alla prossima.

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  16. "Se invece non la fai, allora dimostrerai coerenza, ma proprio per questo motivo verrai ostracizzato come fasssssiiista da tutti i tuoi compari, e creerai a tua volta un enorme problema politico alle Fassine di tutta Europa": e tanto maglio, sbarazzarsi definitivamente di un po' di polvere negli occhi.

    Per chi fosse interessato qui due siti ufficiali ben fatti e facili da consultare, con i risultati per dipartimento e per comune.
    In molti luoghi c'è stato un testa a testa Macron Mélenchon o Macron Fillon, a partire dall'Ile-de-France. In questi casi Le Pen sparisce o quasi.
    Ha aumentato i voti del FN, ma senza dubbio ha pagato lo scotto di essere confrontata a un candidato di destra estrema (Macron) che per quanto spietato e autoritario non ha alle spalle la storia del FN che tanti ricordano fin troppo bene.
    Inoltre nelle ultime settimane ha spesso diminuito l'insistenza sulla questione UE...

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  17. "...è l'immagine della sinistra, fatta di gente capace solo di pugnalare alle spalle,..."

    Proprio qualche giorno fa ricordavo, in altra sede, lo "sgarbo" giocato da Hitler a Röhm: passare dai "lunghi coltelli" ai "lunghi pugnali" deve, evidentemente, esser considerata una pratica di sinistra che pone al riparo dalle accuse di fascismo (a me vien sempre in mente la figura dell'onorevole Peppone quando, svegliato su uno scranno del Senato da un'involontaria gomitata del collega, si mette a gridare: "Fascisti! Dove eravate voi mentre noi facevamo l'Italia...", una scusante ormai divenuta comoda per tutte le stagioni – e tuttavia, lo stesso Guareschi riconobbe di stimare il personaggio originale che gl’ispirò la figura del sindaco Bottazzi: probabilmente, pur essendo un avversario politico, era poco avvezzo all’uso delle coltellate da tergo).
    In merito al godimento procurato da Melenchon, occorre ricordare che vada moltiplicato per ogni copia olografica esibita dal medesimo durante la campagna elettorale: attenti dunque, c’è di che sbattere la testa dall’inebriamento.

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  18. P.S.: Zoe Kostantopolou sembrava una persona in gamba. A quanto pare lo è.

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  19. Come dice il codice dei samurai, quando sguaini la tua katana e non sei disposto ad andare veramente fino in fondo, usandola solo per dimostrare vanamente qualcosa a qualcuno(piano B), il minimo che ti può succedere e di fare la fine di un Melensone.

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    1. “Un samurai disse: « Esistono due tipi di orgoglio: quello interiore e quello esteriore. Il samurai che non li possiede entrambi non vale niente”. L'orgoglio può essere paragonato a una spada, la cui lama deve essere affilata e riposta nel fodero.
      Di tanto in tanto viene sguainata, brandita, poi pulita per essere rinfoderata. Se la spada del samurai è sempre sguainata e levata minacciosamente, tutti ne avranno paura ed egli avrà difficoltà a farsi degli amici. Se, al contrario, la spada non viene mai tolta dal fodero, la lama perderà l'affilatura e si coprirà di ruggine, e nessuno temerà più chi la porta »”. (Hagakure, II)

      “Questa è la caratteristica essenziale nella Via del samurai: dedicare la propria vita e la persona al servizio del signore. Inoltre si devono coltivare tre qualità interiori: la saggezza (chi), la solidarietà (gin) e il coraggio (yù). La pratica di queste tre virtù è facile, benché l’uomo comune la trovi difficile. La saggezza consiste semplicemente nel saper conversare; dalla pratica del dialogo deriva una saggezza inestimabile. La solidarietà consiste nell’agire per gli altri: ci si paragona agli altri, e se ne vuole il bene. Il coraggio consiste nel mostrare i denti; ci si fa avanti senza pensare alle conseguenze, eliminando ogni perplessità. Nell’ambito della via interiore non ci sono altre qualità da prendere in considerazione”. (Hagakure, II)

      “Nakano Jinuemon ammoniva: “Imparare le tattiche militari non serve a nulla. Se il samurai non chiude gli occhi e non si scaglia contro il nemico, anche se è solo a un passo, tutto il resto non sarà di alcuna utilità”. Questa era anche l’opinione di Iyanaga Sasuke”. (Hagakure, XI)


      Interessanti le brevi definizioni di saggezza, solidarietà e coraggio che compaiono nel secondo estratto.
      Dopodiché s’impone un piccolo particolare: quelli erano samurai sul serio…
      (varrebbe pure la pena il ricordare come il termine “samurai”, o “saburai”, significhi esattamente “servitore”; se ne evince che avremmo maggior bisogno di servitori della nazione, che non di suoi “rappresentanti”).

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  20. Ho constato personalmente che la vigliaccheria dei piddini che contano politicamente qualcosa e la lobotizzazione ideologica dei piddini che non contano una fava, converge inequivocabilmente sul "razzismo" di Salvini, perchè una volta caduta la foglia di fico di Berlusconi, non sanno più dove appigliarsi per giustificare il fallimento delle loro politiche.

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  21. Egregio professore, credo meriti una critica politica molto netta e severa. Sono più vecchio di lei ed ho 'militato' in politica quando (volendo) si rischiava tutto. Perciò, dall'alto dei miei titoli (politici), le chiedo: come cazzo Le viene di dedicare tanto spazio, pensiero e sofferenza ad un'accozzaglia di idioti politici, che una volta riuscivano a fare solo danni e che ora non servono assolutamente a nulla, salvo che a sistemarsi in qualche anfratto istituzionale per sopravvivere?
    Sperando che la cosa La diverta, le dirò come si comportavano gli stessi 'idioti politici' nei ruggenti anni '70.
    A quei tempi bastava un volantino sgrammaticato di qualche studente dei collettivi e ci ritrovavamo in piazza 4/5000 ragazzi che arraffavano striscioni, volantini, bandiere e partivano per conto loro. Gli 'Idioti politici' (che, imperterriti, insistono o si riproducono come i 'caporali' di Totò) cominciavano a correre come forsennati, trascinandosi dietro lo striscione della loro grama organizzazione e lo piazzavano davanti al corteo. La seconda o terza volta li menammo e così capirono che queste cose non si fanno. La logica di questa 'sinistra' è rimasta la stessa. Corrono sempre dietro qualcosa col loro striscione, dietro al quale, tuttavia, non c'è niente, o, al massimo, la lotta e la vita di altri.
    Non potendoli menare li lasci perdere. Non sono loro l'alternativa. Sono il Danno.

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  22. 1956. Giuseppe Di Vittorio. “Io sto dalla parte
    degli operai ungheresi che combattono per la loro libertà e per i loro diritti: tra i carri armati russi e gli operai ungheresei il sindacato sta di fianco agli operai". Non era un "maiconista".

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