lunedì 5 settembre 2016

La dignità

(...mi faccio un regalo...)

Cosimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "...und Frieden (il camice rosso)": 

Buongiorno Professore.

Io faccio parte di coloro che, con buona probabilità, verranno duramente colpiti dalla situazione che si sta venendo a creare (finora mi sono salvato, ma credo che ciò non durerà). Guardo al mio futuro con poca speranza e le sue parole e i suoi sentimenti, oggi più che mai, non mi lasciano certo indifferente. So che lei ha lottato anche per me: affinché persone come me non venissero massacrate dagli eventi che lei lucidamente aveva previsto e prefigura. 

Io verrò massacrato, ma lei, per quanto mi riguarda, non avrà lottato invano.

Se non avessi avuto la fortuna di incontrarla sarei stato massacrato come un topo da laboratorio o un maiale da allevamento. Avrei sofferto e pianto, ma senza consapevolezza. Sarei finito nel tritacarne della storia maledicendo il destino e la mia incapacità di aiutare i mei cari. Mi sarei fatto forse delle domande, ma così generiche da non poter avere una risposta.

Grazie al suo impegno divulgativo quando verrò travolto avrò delle domande chiare in testa e qualche risposta. Avrò la possibilità di andare incontro alla morte con la calma che deriva dal poter guardare in faccia il proprio nemico, privo del terrore dell'animale in cattività che percepisce la propria morte imminente ma non sa come e perchè. Continuerò a maledirmi per non essere stato forte abbastanza da aver difeso i miei cari, ma saprò attendere il carnefice a testa alta: possono uccidermi ma non possono più prendermi per il culo. 

Per me questo vale molto. 

È un regalo che lei mi ha fatto che per me ha un grande valore. 

È l'avermi permesso di riguadagnare un piccolo pezzo di dignità che mi avevano tolto e che mi ero lasciato togliere.

Grazie. 


Postato da Cosimo in  Goofynomics alle 5 settembre 2016 13:34



(...quando speri che una granata venga a sollevarti dal peso della lotta, arriva invece una lettera che ti dà la forza di continuare. E allora, en avant: Montjoie et Saint Denis...)


55 commenti:

  1. Sabina Guzzanti ha visto la luce (cit. Nero).
    Adesso posta su facebook l'intervista ar cavajere nero di Byoblu!

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    1. Lei è ricco prof.
      Questo post ne è la prova, la vera fonte dei rosicamenti della gente povera (di spirito, inutile dire che non parlo di fattori economici).
      Quanto le costa possiamo intuirlo.
      Grazie.

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    2. Già. E la pagina dei commenti è subito stata invasa dai "piazzaloretisti".
      "Sveglia", "Era ora" "so'cinquanni" e via dicendo.
      Ma si può ?

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    3. Posto qui un commento di Sabina sulla sua pagina e una risposta ad un peracottaro:

      " che gioia. ieri sera quando ho pubblicato questo post ero convinta che non avrebbe risposto nessuno perché è un po' complesso. ho riaperto fb adesso e trovo moltissimi commenti. sono felice. ora vi leggo"

      La domanda: "Ci siamo arrivati tardi ma ci siamo arrivati. Meglio tardi che mai. Peccato che quando nel 2011 Bagnai diceva queste cose, ed eravamo 4 gatti a seguirlo, venne sbeffeggiato proprio a sinistra, sia dalla sinistra più estrema che dal pd, ca va sans dire."

      La risposta: "ognuno è concentrato su alcune cose. tante concetti che a me sembravano evidenti dieci anni fa sono evidenti a tutti solo ora. cerchiamo di non trasformare in occasione di conflitto anche il processo di comprensione che comunque è sempre in divenire, non è che si arriva a un punto fermo. semplicemente si aprono dei canali di riflessione che col tempo diventano più o meno importanti"


      Esorto i tanti che pensano di essere più sveeeeeeeeegli e più fuuuuuuuuuuuuuuuuurbi, a capire che non siamo ancora al 26 Aprile, e il cucuzzaro eurista non è ancora crollato.

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    4. La risposta è molto elegante e sincera. Qui fanno tutti gli splendidi, ma sei anni fa il tizio che oggi aggredisce la Guzzanti avrebbe aggredito me se gli avessi parlato. Qui fanno tutti i politologi (con le mie terga), ma appena si apre uno spiraglio sul versante sul quale mi sono speso per anni e del quale abbiamo bisogno, che sia Fassina o che sia Sabina, tutti a dargli addosso per chiuderlo. Allora: io, di sinistra, vi ho dimostrato disponibilità a parlare con tutti in un momento nel quale il paese ha bisogno di essere unito per resistere a un'aggressione esterna (la troika quello è). Voi, da destra, ora mi ricambierete la cortesia o andrete da un'altra parte c

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    5. Luca 15, 31-32. Io sono per la politica del vitello grasso per chi torna alla casa dei giusti con convinzione. È la strategia più utile e illuminata.

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    6. Ho sempre cercato di capire perché in tanti, da quando un musicista dei Parioli cercò di far capire che la sx ha tradito se stessa perché si credeva migliore di altri, molti di quei tanti, abbiano pensato che la destra sia esente da colpe. E non sono riuscito ancora a capirlo...

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  2. No. Dignità è lottare. È forse morire con la lancia in resta. Ma forse vincere, per noi, per i nostri figli. Loro non sono immortali: anche loro lo sanno. Perciò, rammentiamoglielo. Duramente. Si è forti, se si vuole.

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    1. Sono d'accordo con Martinet.
      Ricordiamoci il verso di Shakespeare (Henry V, atto III, scena I) che citò Christopher Granville all'inizio della sessione da lui presieduta al Goofycompleanno dell'anno scorso: "Once more unto the breach, dear friends, once more!". E la scena continua con l'esortazione ad abbandonare la mitezza e la calma, e ad assumere il fiero cipiglio di chi è disposto a morire combattendo. Ieri Marco Palombi scherzava, dicendo ad Alberto "Ti avrei voluto dire ma che te strilli!". Ormai c'è poco da scherzare. Io credo che sarebbe ben più strano, e dimostrazione di un cuore arido e freddo, non perdere la calma quando si ricevono lettere come quella di Camillo, attestazioni di stima di tanti che stanno rischiando la sopravvivenza, e intanto quelli che avrebbero tutti i mezzi per capire stanno ancora spargendo menzogne...
      Ma non saremo da meno degli inglesi: non dobbiamo arrenderci, restare nel nostro paese è un nostro diritto, e un diritto dei nostri figli. E non allontaniamo chi ha capito, avremo bisogno di tutti, tutti. Non è il momento di essere sprezzanti con chi ha capito dopo.

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    2. What thou lovest well remains,
      the rest is dross
      What thou lov’st well shall not be reft from thee
      What thou lov’st well is thy true heritage
      Whose world, or mine or theirs
      or is it of none?
      First came the seen, then thus the palpable
      Elysium, though it were in the halls of hell,
      What thou lovest well is thy true heritage
      What thou lov’st well shall not be reft from thee
      The ant’s a centaur in his dragon world.
      Pull down thy vanity, it is not man
      Made courage, or made order, or made grace,
      Pull down thy vanity, I say pull down.
      Learn of the green world what can be thy place
      In scaled invention or true artistry,
      Pull down thy vanity,
      Paquin pull down!
      The green casque has outdone your elegance.

      “Master thyself, then others shall thee beare”
      Pull down thy vanity
      Thou art a beaten dog beneath the hail,
      A swollen magpie in a fitful sun,
      Half black half white
      Nor knowst’ou wing from tail
      Pull down thy vanity
      How mean thy hates
      Fostered in falsity,
      Pull down thy vanity,
      Rathe to destroy, niggard in charity,
      Pull down thy vanity,
      I say pull down.

      But to have done instead of not doing
      this is not vanity
      To have, with decency, knocked
      That a Blunt should open
      To have gathered from the air a live tradition
      or from a fine old eye the unconquered flame
      This is not vanity.
      Here error is all in the not done,
      all in the diffidence that faltered . . .

      Canto LXXXI (scritto in una gabbia)

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    3. @Martinet: totalmente d'accordo. Basta farsi scannare senza lottare: non serve, né commuove i carnefici.
      D'accordo anche, con un po' d'invidia e tristezza, con quel commento di un paio di giorni fa sul perché e come vivere all'estero. Invidia dovuta al fatto che proprio in questo periodo sta diventando sempre più chiaro che sarà, ahimé, impossibile farlo...

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  3. "...possono uccidermi ma non possono più prendermi per il culo".

    Da incorniciare. Senza commenti.

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  4. In effetti, avere chiaro il quadro d'insieme non è poco in mezzo alla confusione che regna sovrana ovunque.
    Purtroppo, questo è uno di quei casi in cui la conoscenza porta anche sofferenza, come ricordava anche il Prof..

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    1. È vero, conoscenza porta anche sofferenza. Ma, il valore aggiunto "umano" di questo blog è la tutela della dignità delle persone e, conseguentemente, la sollecitazione all'empatia (valore aggiunto "sociale"). Non è poco. Anzi. È tanta roba.

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  5. Professore, il mio ultimo commento risale al lontano gennaio 2013.
    Ma stavolta non riesco a trattenermi: mi sono commosso, fino alla soglia delle lacrime.
    Come si può non riconoscersi nelle parole di Cosimo e non sentirlo Fratello?
    Alla nostra generazione è toccata questa guerra. Probabilmente la perderemo ma solo la dignità con cui la combatteremo, perché va combattuta, potrà essere il germe della rinascita.

    Grazie,
    anche a (e per) tutta la meravigliosa comunità di Uomini e Donne che la seguono.
    Fabio

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  6. "Vedendo, o Krishna, questi miei parenti radunati qui desiderosi di combattere, le mie membra vengono meno e la mia bocca è secca.
    "Tremo tutto e mi si rizzano i capelli. Il sacro arco Gandiva mi scivola dalla mano e la mia pelle brucia.
    "Né riesco a rimanere in piedi. La mia mente erra di qua e di là, o Keshava, e vedo cattivi presagi.
    "Né, o Krishna, percepisco alcun effetto salutare nell'uccidere i miei parenti in battaglia. Io non desidero né il trionfo né il regno, e neppure i piaceri dei sensi.
    "A che ci serve il dominio, a che ci serve la felicità o perfino continuare a vivere, o Govinda? Gli stessi cari per amore dei quali desideriamo l'impero, la gioia e il piacere, sono qui schierati in battaglia, pronti ad abbandonare vita e ricchezze: precettori, padri, figli, nonni, zii, suoceri, nipoti, cognati e altri parenti.
    "O Madhusudana, anche se questi guerrieri dovessero uccidermi, io non potrei mai desiderare di ucciderli, neanche se facendolo ottenessi il dominio sui tre mondi. E quanto meno potrei farlo per amore della terra!
    "Invero quale felicità potremmo ottenere, o Janardana, uccidendo i figli di Dhritarashtra? L'uccisione di questi uomini malvagi ci getterebbe soltanto nelle grinfie del peccato.
    "Perciò non siamo legittimati a uccidere i nostri parenti, i figli di Dhritarashtra. O Madhava, come potremmo ottenere la felicità uccidendo i nostri parenti?
    "Sebbene costoro, con l'intelligenza offuscata dall'avidità, non vedano calamità nella rovina delle famiglie e non vedano il male nell'ostilità contro gli amici, perché - o Janardana - noi, che percepiamo distintamente il male dovuto alla distruzione delle famiglie, non dovremmo cercare di evitare questo peccato?
    "Con la distruzione della famiglia, periscono gli antichissimi riti religiosi familiari. Quando viene distrutta la religione che ci sostiene, allora il peccato sopraffà l'intera famiglia.
    "O Krishna, per mancanza di religione (adharma) le donne della famiglia diventano cattive. E quando - o Varshneya - le donne sono corrotte, l'adulterio si diffonde tra le caste.
    "L'adulterazione del sangue della famiglia manderà all'inferno i distruttori del clan, insieme alla famiglia stessa. E soccomberanno anche gli spiriti dei loro antenati, privati delle offerte di acqua e dolci di riso.
    "Con le malefatte dei distruttori della famiglia, che producono la confusione delle caste, vengono distrutti gli antichissimi riti religiosi (dharma) di casta e di stirpe.
    "E noi abbiamo appreso, o Janardana, che gli uomini privi di riti religiosi familiari vengono certamente condannati a dimorare all'inferno.
    "Spinti dall'avidità del piacere di possedere un regno, siamo pronti ad uccidere i nostri parenti - un'azione che ci coinvolgerà in una grande iniquità.
    "Se i figli di Dhritarashtra, con le armi in mano, mi uccidessero nella battaglia mentre io rimango disarmato e senza opporre resistenza, questo mi sarebbe più gradito e benefico".

    Questo è solo l'inizio, professore, il meglio deve ancora venire.

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    1. Continua più avanti con la risposta di Krishna, che riassunta dice più o meno così: non combatti per vincere, combatti perché è giusto combattere. Punto. Chi vince non dipende da te e non ti deve importare, e non deve essere un criterio per decidere se combattere o meno. Se è giusto, allora combatti.

      Gandhi ha aggiunto a questo un corollario: combatti in modo non violento, perché non puoi essere sicuro di avere ragione. Ma più senti che è giusto, più devi lottare. E più sei forte più riuscirai a essere nonviolento (e fermo nella Verità: cioè satyagraha, neologismo coniato da Gandhi).

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    2. Su Gandhi nutro dei forti dubbi:
      sarebbe riuscito nella sua impresa se chi ha vinto la guerra, gli USA, non avessero preteso lo smantellamento degli imperi coloniali inglesi e francesi?
      Se riflettiamo bene anche allora vi fu all' origine un FATE PRESTO (la politica della porta aperta in Asia non poteva attendere) che ha fatto sentire gli effetti in Kashmir, Vietnam, Birmania, Palestina...

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  7. Forza Cosimo, io ci passai nel '92, e purtroppo ne porto ancora conseguenze, gravi, sulla psiche dei miei cari, (io credo di essere immune a tutto, data la mia filosofia di vita e la mia sostanziale insensibilità umana), ma se può servire ed è assolutamente vero, ti dico di non abbatterti, ci si riprende e forse si sta meglio di prima. Coraggio!

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  8. Se noi ci affliggiamo, ci disperiamo, ci deprimiamo non cambia assolutamente nulla, le cose rimangono esattamente come sono, non siamo di alcun giovamento nè a noi nè ai nostri simili. Qui e adesso ci siamo noi, non c'è qualcun'altro, dobbiamo batterci pro aris et focis, lo faremo perchè non c'è nessun altro che possa farlo al nostro posto.

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  9. Credo di poter dire con tranquillità che questa consapevolezza vale per la maggior parte (ma mi viene da dire per tutti) i frequentatori di questo blog: si finisce qui non per caso, ma perché si è in cerca di risposte a domande che "ufficialmente" non si trovano. Anzi, se è per quello non troviamo neanche le domande. Certe domande, almeno: le più importanti. Per il resto sindrome di Stoccolma, del pollaio, di appartenenza, ecc. alla massa sono sufficienti a credere di essere al sicuro? Beata ignoranza! Almeno finché non comincia a mancare la terra sotto i piedi...
    Per il resto prof, non sia troppo duro né con noi (facciamo altro per campare, e come dicevo se siamo qui è perché siamo sostanzialmente degli instancabili curiosi) né con se stesso: lei qui sta facendo un'opera enorme che passerà alla Storia (alla SStoria, o meglio nella sua pattumiera passerà qualcun altro).


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  10. « Il mondo saprà che degli uomini liberi si sono opposti a un tiranno, che pochi si sono opposti a molti e, prima che questa battaglia sia finita, che persino un dio-re può sanguinare »
    (Leonida I)

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  11. Caro professore
    leggo puntualmente i contenuti di questo blog. Lascio di rado commenti perché sono acutamente consapevole della superfluità di essi. Le pochissime volte in cui l'ho fatto è stato per sua esplicita sollecitazione.Questa volta il disagio di non saper comunicare tutto il proprio apprezzamento mi spinge a un superfluo GRAZIE. Chissà se uno storico nel ricostruire gli eventi del nostro tempo coglierà la grande occasione che il suo lavoro insieme a quello di altri offre al nostro paese. Un occasione di coesione e pacificazione in termini di VERITA'.
    Sono pronto a riconoscere tutti i difetti che la retorica autorazzista attribuisce alla Gens Italica , specialmente se focalizzo la mia attenzione su personaggi che si fanno araldi di tale retorica , penso a Rondolino ad esempio.
    Riconosco senz' altro di essere un proletario, povero cioè di mezzi materiali ed intellettuali. Nondimeno gli stimoli che provengono dal suo lavoro sono straordinari e spingono allo studio. La mole di materiale di cui lei ha proposto a cominciare dai suoi libri e dagli articoli di questo blog lo studio è rilevante , ma come ogni studio impegnativo è anche foriera di soddisfazione.
    Il mio ringraziamento va anche a coloro che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare grazie a lei . Tra i molti il dott. Barra Caracciolo , il prof. Cesaratto , il prof. Borghi , il dott. Giacchè .

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    1. Mi unisco al tuo maiuscolo GRAZIE al professore. E faccio i miei personali complimenti a te e a chi ti ha insegnato a scrivere.

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  12. Cosimo, non sei solo. Non sai la depressione che ci prende in famiglia, dopo mezza vita dedicata con serietà a diffondere e coltivare lo studio delle lingue classiche. Assediati da mentecatti in vena di auto- ed eterodistruzioni, privati degli studenti, sbeffeggiati da quello che sostituisce a Platone lo studio delle recensioni su Tripadvisor, minacciati da continue riforme. Tuttavia ... nessuno di noi ha cambiato idea! Neanche un grammo. Andiamo avanti testardi, sicuri che se l'Europa rinascerà, rinascerà da gente che non si è fatta prendere in giro da questi buffoni neanche per un minuto.

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  13. Eugenio Montale, "L'anguilla".


    "L'anguilla, la sirena
    dei mari freddi che lascia il Baltico
    per giungere ai nostri mari,
    ai nostri estuari, ai fiumi
    che risale in profondo, sotto la piena avversa,
    di ramo in ramo e poi
    di capello in capello, assottigliati,
    sempre più addentro, sempre più nel cuore
    del macigno, filtrando
    tra gorielli di melma finché un giorno
    una luce scoccata dai castagni
    ne accende il guizzo in pozze d' acquamorta,
    nei fossi che declinano
    dai balzi d'Appennino alla Romagna;
    l'anguilla, torcia, frusta,
    freccia d'Amore in terra
    che solo i nostri botri o i disseccati
    ruscelli pirenaici riconducono
    a paradisi di fecondazione;
    l'anima verde che cerca
    vita là dove solo
    morde l'arsura e la desolazione,
    la scintilla che dice
    tutto comincia quando tutto pare
    incarbonirsi, bronco seppellito:
    l'iride breve, gemella
    di quella che incastonano i tuoi cigli
    e fai brillare intatta in mezzo ai figli
    dell'uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
    non crederla sorella?"



    (Alessandra/Cassandra da Firenze)

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  14. Io ieri ero lì, alla Versiliana, con qualche amico goofysta, per sentire Alberto in quello che pensavamo essere un normale dibattito di fine estate con le solite ambiguità. Invece siamo stati colti di sorpresa dalla chiamata alle armi di Giorgio Meletti. Non è stata eccessiva vis polemica e oratoria, come cercava di giustificare uno sconvolto Marco Palombi. È stato un intervento studiato, preparato e, sono sicuro, concordato quello di Giorgio Meletti. Sono mesi e mesi che ce la menano con la Troika: cominciò De Bortoli, se non ricordo male, continuò l'immancabile Scalfari (quello che era contro lo SME ma forse, causa Alzheimer, non se lo ricorda più), ultimamente il tema è stato ripreso da Zingales. Il quale, è bene chiarirlo subito, non va affatto sottovalutato: è la voce dell'America, è colui che non interviene mai a caso (e non a caso fece fallire Boldrin e amici che lottavano contro il declino; un giorno ci spiegheranno perché, ma state sicuri che così doveva essere). Dunque i suoi interventi non vanno presi alla leggera: se scrive un articolo, per dire che tutti i giornali prendono soldi dalle banche (e sono quindi condizionati) tranne uno, che non prende soldi dalle banche, ma vive grazie a quell'euro e mezzo che il semplice, il misero, l'orfano e la vedova versano nelle sue casse, ci sarà una ragione, no? La ragione l'abbiamo capita ieri: Il Fatto Quotidiano ha aperto la campagna d'autunno, per fare ingoiare alla popolazione la troika a furia di castacriccacorruzione. Zingales ci ha spiegato che la troika ci farebbe bene; la voce dell'indipendenza e della libertà ha trovato opportuno rilanciare la questione secondo il proprio stile preferito. (Trovo un caso sorprendente che la voce dell'America e quella dell'indipendenza e della libertà s'incontrino così opportunamente). Il discorso di Meletti è venuto dopo quello di Alberto, ne è stato la negazione e l'azzeramento, solleticando gli istinti più bassi di una platea ormai chiaramente dimentica di se stessa e dei proprii interessi. La risentita e superba replica di Alberto (per la quale tanto di cappello) non ha potuto spostare il sentimento della platea: quando Meletti, replicando ad Alberto, ha detto con tono oratorio studiato e appropriato "tra Patuelli e la troika io preferisco la troika", sollecitando gli applausi di una platea che inneggiava al taglio delle proprie pensioni, dei propri posti letto, dei posti a scuola per i propri figli, era l'adempimento di un impegno, di una linea editoriale e politica, liberamente scelta in qualche centro lontano da Marina di Pietrasanta. Ieri pomeriggio la festa del Fatto riuniva Furio Colombo, Massimo Fini, Stefano Feltri, l'amministratore delegato di Telecom Italia, Giorgio Meletti, Santoro, Cacciari. C'era poi Alberto Bagnai; a lui va la nostra riconoscenza: un fiore in mezzo al fango dell'€ e dell'Europa. E dell'umiliazione di questo paese ormai asservito

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    1. Di questo parliamo con più calma nel prossimo post. Intanto grazie, e ti ricordo che cominciò l'amico Lars... Ma grazie per i tanti utili riferimenti.

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    2. Quando accadono eventi come quello di ieri e' per me impossibile non pensare all'articolo di Agosto 1914 dell'Avanti (organo del Partito Socialista Italiano), a firma del fino ad allora non-interventista e direttore Benito Mussolini, fiero sostenitore delle insurrezioni operaie di Giugno 1914 contro la guerra, sulla presunta 'palingenesi rivoluzionaria' che sarebbe stata innescata dall'entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi Centrali.

      Immediatamente espulso dall'Avanti, Benito Mussolini fondo' allora il suo giornale "Il Popolo d'Italia", che in pochi mesi divenne la seconda o terza (se non ricordo male) testata giornalistica nazionale.

      Dopo oltre 70 anni, a seguito della scadenza dei termini del segreto di stato, gli storici hanno scoperto che tutta l'operazione "Popolo d'Italia" fu finanziata dal governo di sua maesta' britannica.

      Secondo me c'e' poco da razionalizzare o da capire.

      Il Fatto entro l'anno si affianchera' a Repubblica.

      Cosi' come nel recentissimo caso dello Stato della Citta' del Vaticano, che fu improvvisamente escluso dallo SWIFT nel 2013 salvo poi essere altrettanto improvvisamente riammesso pochi giorni dopo l'annuncio delle "dimissioni" di Papa Benedetto XVI.

      Per essere certi occorre ovviamente attendere i 70 anni canonici necessari per poter consultare gli archivi di stato.....

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    3. Non lo sanno ancora, ma sono PDini. Una categoria studiata benissimo qualche post fa. L'obiettivo è sempre lo stesso: SCHIAVITU'. IMBECILLI!
      E allora che fare? La storia ci da tutti i dettagli del futuro che ci attende, prepariamoci!

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    4. @Luca Cellai

      Il Fatto, da sempre, è la versione populista di Repubblica

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    5. Dopo aver visto il video dell'incontro della Versiliana ho avuto una sgradevolissima sensazione di qualcosa di "meditato". È una sensazione di uno spettatore che è nata dopo aver colto il gelo e l'imbarazzo seguiti allo reazione del professore. Ma è una sensazione, appunto. Quindi, lascia il tempo che trova. Volevo solo parteciparla.

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    6. Segnalo ai nuovi lettori che del finanziamento per Il Popolo d'Italia a Mussolini, da parte di intelligenze straniere, ne abbiamo già trattato nei commenti in precedenza.

      In particolare nel libro citato nel mio commento in quella conversazione, Colonia Italia, gli autori riportano che il finanziamento ricevuto da Mussolini, secondo i documenti desecretati, è equivalente agli odierni 7.000 euro a settimana (non posso al momento citarvi la pagina esatta perché l'ho prestato).

      Quando Celso poco sopra scrive «Dunque i suoi interventi non vanno presi alla leggera: se [Zingales] scrive un articolo, per dire che tutti i giornali prendono soldi dalle banche (e sono quindi condizionati) tranne uno, che non prende soldi dalle banche, ma vive grazie a quell'euro e mezzo che il semplice, il misero, l'orfano e la vedova versano nelle sue casse, ci sarà una ragione, no?» sta esprimendo qualcosa di più che un più o meno fondato sospetto: è lo scetticismo dello storico riguardo le cosiddette rivoluzioni dal basso.

      Quanto al comportamento de Il Fascio Quotidiano (così cominciai a chiamarlo nei commenti nel Luglio 2012) non sono sorpreso: dispiace per l'ottimo Marco Palombi (ed anche per il tuo momentaneo scoramento Alberto, anche se non credo ti sia mai fatto troppe illusioni), ma quella di dare voce ad opinioni contrarie per ammantarsi di (finto) pluralismo è una strategia per niente nuova.

      Ad esempio nel più volte citato The Crisis of Democracy (1975) a pagina 206 (foglio 214 del pdf) si legge:

      «One or two participants suggested that the whole discussion of governability distorted the real problems and was of concern only to an elite uneasy about its declining position in society! They maintained that factors such as rising inflation and the growth of public expenditure as a percentage of GNP (which were seen by some as causes or effects of governability problems) had nothing to do with governability and may, in fact, have produced more "positive" benefits by forcing better income distribution, via the "catch up" of wages and social welfare benefits.»

      Ovvero:

      «Uno o due partecipanti hanno suggerito che l'intera discussione sulla governabilità ha distorto i problemi reali ed era una preoccupazione solo per una élite a disagio per la propria posizione in declino nella società! Hanno sostenuto che fattori quali l'aumento dell'inflazione e la crescita della spesa pubblica in percentuale del PIL (che sono stati visti da alcuni come cause o effetti dei problemi di governabilità) non avevano nulla a che fare con la governabilità e possono, infatti, aver prodotto più "positivi" vantaggi forzando una migliore distribuzione del reddito, attraverso il "recupero" dei salari e delle prestazioni sociali.»

      Uno dei due è probabilmente Arthur M. Schlesinger Jr., citato nella Nota introduttiva, al foglio 6 del pdf, come una delle persone consultate per redigere il rapporto. Lo si è consultato, per poter sfoggiare la patente di pluralismo, ma 41 anni dopo possiamo constatare che lo si è completamente ignorato: di quel manuale operativo tutto o quasi si è messo in atto, senza lasciarsi distrarre da quelle due voci discordanti.

      Resta da valutare nel nostro contesto quali costi/benefici ha il lasciarsi usare per usarli e diffondere comunque un messaggio che ha una forza intrinseca.

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    7. Se per "meditato" intendete "premeditato" credo di potervi smentire. Non credo che né il Fatto né Meletti avessero interesse a attirarmi in una "trappola" di qualche tipo (a quale scopo, poi?). Ribadisco: voi state dando giudizi sommari su una persona basandovi su cinque parole effettivamente molto dolorose da sentire per me, che ho diversi amici greci, ma che non possono e non devono cancellare, e non cancellano, l'ottimo lavoro che Meletti ha fatto e sta facendo.

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  15. Caro Alberto ascoltandoti ieri alla Versiliana ho colto quella rabbia giusta, che non poteva essere altrimenti, nel replicare all'intervento di Meletti. Dire ciò che si pensa, senza ambiguità, è il segno della libertà di pensiero che ci hai sempre dimostrato avere sfuggendo a quegli atteggiamenti di mera convenienza. Il ringraziamento accorato di Cosimo, che è poi di tanti qui pur nella diversa condizione personale, credo si collochi in questo, per il tanto che hai dato, e stai continuando a dare, con grandi sacrifici personali tuoi e della tua famiglia, che non hanno prezzo.
    Ancora una volta grazie e sappi che non sei solo.

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  16. Buongiorno Professore.
    Grazie a Lei per tutto quello che ricevo.
    Grazie anche a Cosimo per lo scritto che mi ha colpito.
    Grazie anche alla comunità tutta.
    Con profonda stima. Sergio.

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  17. Prima c'era il maiale.

    Poi venne il norcino e con la sua sapienza, e almeno un coltello, lo trasformò in una varietà stupefacente di salumi: pancette, salsicce, buristi, prosciutti, capocolli, salami...

    Ora ne possiamo fare merende con gli amici; li possiamo (dobbiamo) dividere col padrone, magari a noi i buristi e a lui i prosciutti; li tesaurizziamo come provviste per un anno; possiamo utilizzarli per una cena golosa con l'aiuto di uno chef capace; li possiamo scambiare con ciò che ci manca e via, coi bisogni e la fantasia.

    Sempre maiale è ma acculturato.

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  18. Solitudine e senso di vuoto sono esperienze che ti segnano soprattutto quando immeritate e inflitte con sadismo da un'entità che invece dovrebbe aiutare a superare grandi difficoltà,spesso apparentemente insormontabili,terribili.I peggiori sentimenti e le peggiori idee frullano per la testa.E viene il punto di reagire. (molti non ci sono riusciti).
    Non hanno premura nè compassione.
    Anche a me mi han fatto sentir morto,un mentecatto inutile utile solo al prodotto farmaceutico.E anche io non mi sono piegato e ho recuperato la mia dignità.
    Questo spazio virtuale che più fisico non si può mi ha aiutato a superare giornate difficili senza speranza.
    L'uomo al comando di questo luogo,gli amici utenti,fin dal febbraio 2012 son stati parte della mia famiglia,costantemente.
    E' una reciproca stima sia per Alberto che per tutti coloro che ci si sono identificati scrivendo il proprio lato più umano.Come Davide Berolani lo feci anche io.(non me ne voglia Prof. ma il Nick falso fu solo casuale e pigro).
    Siamo sull'onda di una coscienza positiva e le difficoltà saranno ancora molte ma mai disperare nella solitudine totale,c'è sempre qualcuno che comprende.
    Il potere vuole massacrarci? Vedremo se sarà così.Il mostro diabolico che hanno creato sta per scoppiargli in mano e lo sanno.Noi lotteremo sempre e lo faremo assieme,con o senza tastiera.
    Non è facile,non è rapido e non è indolore ma necessario e di alta moralità.
    Cosa ci dovrebbe rimanere se non la nostra umanità nella sua complessità e bellezza e difenderla.I nostri affetti,tutto quello per cui respiriamo.
    Quindi forza Cosimo,non sei solo.
    Un abbraccio.

    (ha proposito Prof. Ce l'ho fatta ad arrivare al PC,dovevo.Poi jie manno sto video neurologico sull'altro post...mo sto incazzato che sento sempre SSciina,sosciale e me se so impastate i dita)

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  19. si , sentendo Melelli invocare la Troika mi son cadute le braccia , ma vorrei far osservare che in mancanza di un gruppo di intellettuali di elevato calibro culturale e morale, strutturato in qualche modo che non conosco (partito, forza, movimento...), accadrà che la massa dei disoccupati odierni e futuri, i giovani precari, i piccoli imprenditori stroncati dalla crisi e dalle banche, non avendo riferimanti culturali e politici verranno massacrati, e non sarà uno spettacolo edificante ; non possiamo capire solo noi; io, forse, ho capito, ma qualcuno deve serrare le fila o saremo spacciati.

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  20. Non c'entra con il post, ma volevo condividere con voi una considerazione che mi ha fatto scorrere un brivido lungo la schiena.
    Prima di questo brivido, pensavo, come molti, che si stesse tornando all'800 ma secondo me è ancora peggio: siamo andati oltre!
    Ciòe, siamo tornati a prima della rivoluzione francese.
    Per capirci mi riferisco alla questione della Apple che paga l' 1% di tasse. Un 1% che a breve diventerà 0,perché le aziende non potranno più permettersi di pagare tasse. Ma non è questo il punto che consiste nel fatto che è ormai passato il messaggio che qualcuno, come i nobili e il clero di un tempo, non debba pagare le tasse.
    Io non so voi, ma io sono sconvolto e forse, visto che nessuno inquadra la questione in questa cornice, la sfida è già persa.

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  21. Io sono solo un infermiere. Non so di poesia né di buona prosa.
    Ma conosco l'uomo sofferente.
    Ci sono diversi modi per portare la croce che troviamo sul nostro cammino.
    Lei, caro professore, é la seconda persona che mi aiuta a tenerla alta, e a non esserne schiacciato.
    Non siamo soli.
    (Ovviamente ognuno si regola come crede)

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    1. Non sarai un poeta o un prosatore ma queste cinque righe sono molto, molto belle, hanno un loro ritmo, un ritmo delle parole e del pensiero.
      Grazie.

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  22. Nel suo intervento alla Versiliana, nella sua incazzatura, nel suo dolore nel ribadire cose elementari e nel non essere compreso, ho visto (mai come prima) una persona vera e genuina; a me fa ridere chi negli anni si è lamentato del suo carattere senza capire che lei, a differenza di molti altri, non fa nulla per nasconderlo, mostrandosi completamente per ciò che è, pregi e difetti. Molto più comodo fingersi un finto compassionevole e accreditarsi presso i migliori circoli "de sinistra". Continui così prof, forza e coraggio. Un abbraccio a Cosimo.

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  23. Prof. così mi commuove!

    Grazie Fratelli! Macte animo: a chi è già caduto, a chi è ancora in piedi ma cadrà e a chi non cadrà e saprà aiutare gli altri a rialzarsi.

    Permettetemi una citazione un po'scanzonata che risuona spesso nella mia testa:
    "- We'll make it.
    - I don't think so. But we shall continue with style!"


    Buona lotta (non armata!) a tutti!

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    1. Solo la nonviolenza ci aiuterà. Ma una nonviolenza parecchio invazzata!

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    2. Errata corrige: la V era una C
      Penso si capisse, ma fa piacere sottolinearlo.

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  24. Mi associo, sottoscrivendo per intero il commento commovente di Cosimo.

    Vorrei aggiungere che, se anche la sua opera divulgativa non servisse ad evitare il peggio, almeno avrebbe alleviato il senso di colpa delle vittime cha hanno avuto la fortuna di incontrarla, mentre annaspavano nel mare aperto della disinformazione, e l'umiltà di seguirla nella sua paziente spiegazione (abbandonando gradualmente le zavorre, finte boe, delle false certezze propalate per decenni dalla disinformazione organizzata).

    Infatti, la cosa più spregevole di questa triste, e lunga, storia dell'integrazione europea come strumento di lotta di classe e di controrivoluzione è che le vittime (come spesso accade alle vittime, anche di altri tipi di violenza), per essere meglio dominate, sono state prima indotte, subdolamente, nei decenni, al senso di colpa collettivo ("come italiani abbiamo quello che ci meritiamo perché siamo un popolo di corrotti") e individuale ("se hai fallito, e con te i tuoi cari, quelli verso i quali senti di avere un obbligo di protezione, la colpa è tua, perché non sei stato abbastanza "competitivo"")

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  25. Professore, io lo scrissi già in passato e mi sento di confermarlo ora: senza di lei sarei un piddino da ROARS. Ricordo che nell'estate 2011 (inverno per me, perchè era la mia prima visita in Nuova Zelanda) seguivo da lontano la vicenda dello spread canticchiando "Bunga bunga con Lele", senza capirci alcunchè, e comunque "ha stato Abbelluscone". A mia attenuante parziale, posso dire che non avevo a disposizione nessuno che mi indicasse la via, perchè in Italia avevo vissuto piddino fra i piddini.

    Un giorno capitai su Byoblu e mi si aprì il mondo della verità. Grazie, Professore.

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  26. ‘Imamiyah'ayin-mem-mem

    Le apparenze limitano l’orizzonte

    I nati Dall’8 al 12 dicembre

    "Il compito degli ‘Imamiyah è uno dei più difficili e scomodi dell’intero panorama angelologico. È l’Angelo dei prigionieri (quella doppia mem, nel Nome, è anche l’immagine di una doppia cinta di mura), degli schiavi, di chi ha attorno a sé un nemico soverchiante: e a capo del nemico, sulla porta del carcere, sta l’inganno, l’ayin, l’apparenza che nasconde solamente il nulla. Gli ‘Imamiyah devono imparare e insegnare ad accorgersi di quanto la vita dei loro simili venga a trovarsi spesso in una situazione del genere. La gente comune non lo vede, o se anche lo vede non vuol farci caso " ..... e di questo il dobbiamo ringraziare Alberto e questo è stato fatto anche ieri in Versiliana. Il compito è difficile ma l'energia che trasmette e che si sente ha qualcosa di magico.

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  27. Mi associo anch'io al commento di Cosimo.
    Non ho parole per esprimerLe la mia riconoscenza che, se permette, estendo a Quarantotto, Comunardo, Borghi e a tutti i sostenitori di Goofy e A/simmetrie.
    Millemila volte Grazie!

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  28. evidentemente sono un cretino ceh pubblica solo cose sciocche... MAI che un mio commento passi l'esame dell'approivazione.
    Siccome immagino sia Bagnai a decidere, e ho sacro rispetto del Suo giudizio...
    ne sono decisamente intristito.
    NOn sapevo di essere un solenne imbecille.
    Me ne farò una ragione (ultimi 50 commenti: MAI nessuno ha passato l'approvazione...)

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    1. Oppure sei un furbino che vuol far chiudere questo blog. Chi può saperlo? Comunque, è opportuno che gli altri sappiano che c'è chi gioca questo gioco, chi è a giocarlo, e che non attacca. La chiudiamo qui fra noi?

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