sabato 21 novembre 2015

La bustineide (ovvero: aridatece Boldrin!)

Premessa: il capitalismo ha bisogno delle sue Pearl Harbor. Se sei marxista come Vlad Tepes dirai che servono a distruggere capitale, onde rialzare il saggio di profitto (nessuno è neoclassico quanto un marziano); se sei keynesiano, dirai che servono a fare la cosa giusta (politiche di bilancio espansive) nel modo sbagliato (bombardando qualcuno).

Attiro la vostra attenzione sul fatto che nessuno sta dicendo che l'unica cosa da fare sarebbe monetizzare il deficit, cioè abolire il "divorzio" fra Tesoro e Banca centrale. Questo è l'unico modo di sostenere la domanda con effetti espensivi su output e prezzi sufficientemente ampi e rapidi. Ma si sa, il divorzio è un diritto civile, quindi è "de sinistra" per definizione: per questo a sinistra si inventano qualsiasi cosa pur di non abolirlo. Anche quelli mediamente lucidi, tipo Wren-Lewis, parleranno di "helicopter money" (dimenticando che se usi il linguaggio del nemico hai già perso), o di "QE for people", e ti faranno così capire da che parte stanno: dalla parte di chi vuol dare "ar popolo" una mancetta (via banca centrale o via reddito della gleba), anziché un lavoro.

Vedrete: fra un paio di anni lo diranno tutti, e, come al solito, voi saprete perché.

Comunque, sia come sia, adesso il capitalismo la sua ricorrente Pearl Harbor l'ha avuta. Il modo per ottenerla è, naturalmente, sempre il solito: abbassare la guardia (qui). Fatto sta che io sono sempre in giro: a inizio mese ero, come sapete, a Rouen, ed ero partito con un solo bagaglio a mano, corredato da quei simpatici ammennicoli che distinguono l'uomo dalla bestia: deodorante, dentifricio, et similia, amenamente riposti nel bagaglio, senza alcuna bustina di plastica né altro. In teoria, avrebbero dovuto buttare tutto. In pratica, no. Perché io penso positivo, e perché la guardia era bassa. Tant'è che io, che sono umano e curioso, all'ultimo passaggio alla sicurezza di Fiumicino chiesi: "Ma com'è che oggi va tutto così liscio?" Risposta: "I livelli di allarme dipendono dalle destinazioni".

E Parigi era un luogo sicuro, come i fatti hanno dimostrato.

(...per i coglioni: non sto dicendo che i terroristi volano con EasyJet...)

A Pearl Harbor avvenuta, riparto per Parigi per un giorno con bagaglio minuscolo, e disposto a stivarlo per non avere rotture di cazzo ai controlli. Tuttavia, dato che il volo è in ritardo, una volta in aeroporto cerco di capire se posso portare il bagaglio in cabina, per non perdere tempo all'arrivo. Prevedendo una certa suscettibilità della security (porta sprangata a buoi scappati, secondo la migliore tradizione), cerco le mitiche "bustine di plastica trasparente sigillabili"...


Canto primo
Mi accosto al desk Vueling e alle sue splendide bigliettaie, e chiedo: "Scusate, so che non è compito vostro, ma... potreste dirmi dove trovo le famose bustine? Altrimenti mi tocca stivare un dentifricio". (la scusa più stronza...). Ed esse benignamente mi rispondono: "Veramente noi non sappiamo nulla, ma dovrebbe averle la security, dietro l'angolo".

Nota: sono anni che non vedo (e quindi non lo vedete nemmeno voi) distribuire bustine dalla security.

Giro l'angolo, e trovo le malebolge. Di bustine nemmeno l'ombra: una fila di dannati in coda verso il metal detector. A questo punto mi rassegno e procedo a stivare.

Canto secondo
Al check-in: "Signore, questa è la fila per la priority". E io: "Guardi che sono in priority: paga il Parlamento Europeo". Poi mi accosto, e dico: "Scusi, ma le famigerate bustine? Se non le trovo, devo stivare un bagaglio 10x20x30. Non mi sembra razionale". E la giovine: "Noi non le abbiamo, forse potrebbe averle la Feltrinelli, al piano di sotto." E io, dopo aver apprezzato fra me l'involontaria ironia consistente nell'associare il nome di Feltrinelli a delle operazioni di sicurezza, constato: "Sì, forse potrebbe: ma se poi non ce le ha, io come minimo mi faccio due volte la coda, e come massimo perdo il deodorante, che è una cosa utile. Possibile che non ci sia un distributore, qualcuno, qualcosa che le dia? Più in generale: possibile che uno debba perdere tutto sto cazzo di tempo perché un simpatico buontempone ha deciso di ricongiungersi con Allah?" E lei: "Mi dà un documento?" E io: "Volentieri!"

(...volentieri è scritto in una singola riga, quindi non si può leggere fra le righe. Tutto questo con un meraviglioso sorriso. Ah, a proposito: cara Vueling, il tuo nome è "mai più"!...)

Canto terzo
Stivato il microbagaglio, rigiro l'angolo, e trovo una piacente vigilante (la mia giornata fortunata). Con il mio miglior sorriso, deferente, moderatamente ammirato (ma sotto la soglia del viscido), cordiale (da "core", vedi alla voce L. Reichlin), chiedo: "Scusi, a me servirebbero le famose bustine. Secondo lei, dove posso trovarle?" E lei: "Ma, in teoria dovrebbero averle al banco del check-in, oppure ci dovrebbe essere qui uno prima dell'ingresso." E io: "La ringrazio. Sa, sono un ricercatore, a me le teorie appassionano molto. In pratica ho stivato il bagaglio". Sorriso di solidarietà, ciaone, e coda.

Canto quarto
A metà della file, controllo del boarding pass (questo lo scrivo così per Fausto: lui sa chi è, lui sa cos'è, lui sa perché). Al simpatico giovine dal capello alla moda chiedo: "Ma scusi, per curiosità, le bustine famose, chi dovrebbe averle?" E lui: "Ma, secondo me le trova al banco delle informazioni". E io: "Grazie!"

Rasserenato, comincio a intravedere una logica: forse, se avessi chiesto l'informazione alle informazioni, avrei avuto la bustina. Ma in realtà la composizione di questo delirio in una superiore razionalità arriva nel prossimo canto.

Canto quinto
Arrivo alle vaschette: tolgo cintura, apro borsa PC, ecc. (mentre il pirla davanti a me cerca la carta d'imbarco, della quale evidentemente non aveva intuito la ratio - da pronunciare, naturalmente, rescio). Approfittando di questo contrattempo, chiedo al baldo giovine dal capello non alla moda: "Ma scusi, giusto per sapere: le famose bustine, nelle quali in teoria dovrei mettere anche l'alimentatore del PC, in pratica dove le avrei dovute trovare?" (notate che formato dalle precedenti esperienze separavo accuratamente il livello teorico da quello pratico).

Risposta: "Ma guardi, veramente non servono a niente: basta che tiri tutto fuori".

E io: "Lo avevo sospettato: la settimana scorsa mi sono imbarcato al terminal 2 con pochi liquidi, ma rigorosamente in valigia, e non hanno detto niente".

E lui: "E a Parigi?"

E io: "Nemmeno a Parigi. Ma siccome poi è successo tutto sto casino, temevo che oggi voi voleste rendervi utili".

Ri-ciaone, e passaggio sotto il metal detector, che fischia per colpa delle Church (ste cazzo di scarpe extra-Eurozona...). Passo scalzo e procedo verso la "lange".

Morale
La morale è semplice. Voi Michele non l'avete saputo capire. Aveva ragione lui (solo in questo): come minchia si fa a vivere in un paese che detta regole, senza che vi sia un enforcement deterministico (ho detto enforcement per Fausto, ancora una volta), ma solo uno sporadico e aleatorio controllo, e senza che si sia messi in condizione di rispettarle? Se gli stessi controllori ti dicono che le regole non servono a una beneamata faba (è latino), capisci bene che tanto lontano non si andrà.

Dopo di che, ovviamente Michele, che è un intenditore (e ce ne siamo accorti), ha torto su tutto il resto.

L'unico modo di ovviare a una crisi di domanda con politiche dal lato dell'offerta è distruggere sufficiente offerta. Questo lo ricordo, con tanti auguri e un sorriso affettuoso, agli imprenditori che difendono l'euro. Quando schianterete (perché schianterete) sulla vostra tomba non ci sarà il mio fiore, ve lo dico subito: io nel mercato ho fiducia, quindi non contesto le sue decisioni. Se schianterete, vorrà dire che ve lo meritavate, e io il perché lo so. Perché mediamente vi credevate leoni, e invece eravate qualcos'altro: quello che pensavate fossero i tanti vostri colleghi che avete visto schiantare senza esprimere un minimo non dico di solidarietà, ma di preoccupazione.

Allo Stato dovreste chiedere di pagarvi "stampando moneta", come dite voi. Invece gli chiedete di scomparire. Ottima scelta: siete pesci piccoli, tolto di mezzo lo Stato i pesci grossi vi mangeranno.

Ecco: bisognerebbe che il vivere in un paese kafkiano (quello che la bustineide descrive, quello dove le cose dipendono sempre da un altro, e i controlli si fanno a simpatia...) non ci facesse mai perdere di vista il quadro generale.

Noi siamo qui per non perderlo di vista...

(...e ora qualcuno - lei sa chi è, lei sa perché, lei sa cos'è - andrà dall'ultimo dei moicani, Dal chiodo al computer, a comprare le cazzo di bustine, perché la prossim volta ritardo non si aggiunga a ritardo. Ringrazzziando anticipatamente...)

(...la mia allergia nei confronti della mia professione ha raggiunto livelli preoccupanti. Ormai mi stanno talmente sul cazzo tutti, che alla fine mi torna simpatico Boldrin. Ho fatto il giro...)

81 commenti:

  1. Mi chiedevo perché continuasse a domandare bustine!!! POI ho capito!

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  2. Aereoporto di Amburgo, un paio di anni fa. Scan dello zaino (bagaglio a mano) - l'impiegato della security mi contesta un tubetto di dentifricio.

    (lui, In Inglese) "Deve metterlo in una bustina trasparente o lo buttiamo via".
    (io, sempre in Inglese) "non ho la bustina trasparente".
    (va a prenderne una al distributore posto dopo gli scanner, me la porge, mi fa ripassare la bustina col contenuto).

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    1. I distributori in Italia mancano....facciamo business?

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    2. Effettivamente i tedeschi non sono virtuosi, ma sono organizzati. E' una loro caratteristica, nel bene e nel male, quando si tratta di imbarcare tubetti di dentifricio e quando si tratta di eliminare popoli...

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    3. Aereoporto di Ciampino, Agosto 2015.

      Nella bustina trasparente (per surgelati) che esibisco ai controlli del bagaglio a mano vi e' anche un tubetto di dentifricio mezzo consumato.

      Addetta ai controlli: "Signore il dentifricio non puo' imbarcarlo, supera i 125 cc".

      Rispondo: "Veramente li superava all'inizio, ora e' mezzo vuoto".

      Addetta ai controlli: "Signore, non importa, conta quello che e' scritto sul tubetto".

      Concludo: "Ho capito, la prossima volta cancello prima le scritte sulle confezioni e per stasera non mi lavo i denti....".

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    4. @Bruno - ma mi ricollego anche al posto sotto dove qualcuno chiede maliziosamente se non ci sia dell'Autorazzismo nel post originale.

      1) Sono consapevole che "the plural of anecdote is not data" per cui il fatto che mi sia capitato questo non va preso come indice assoluto di un bel niente.
      2) Ciononostante penso sia chiaro a tutti che anche se l'autorizziamo è sicuramente da combattere, ed è un pregiudizio particolarmente radicato a sinistra, rimane il fatto che se si viaggia spesso, specialmente per lavoro, una certa differenza si noti tra l'Italia e le altre nazioni europee.

      Io vivo in Germania da quasi due anni. I treni arrivano in ritardo pure qua, ve lo assicuro. Non è l'Eden.

      Ci sono delle cose che ad un Italiano paiono strane. A volte anche stupide. Ma in generale il rapporto tra il cittadino e qualsiasi ente pubblico (incluse grandi aziende, banche, compagnia elettrica etc.) è di natura completamente diversa.

      Cerchiamo di non dimenticarlo, aldilà di autorazzismo ed esterofilia.

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  3. Qualche giorno fa l’imbonitore rignanese se n’è uscito in pubblico dicendo che la chiusura delle frontiere non serve a nulla, poiché i terroristi prendono l’aereo per entrare nel paese (e perché non considerare pure il deltaplano o l’ultraleggero?); in effetti i molti km di costa e i relativi di montagna che costituiscono i confini italiani sono costellati da porte sprangabili: chiuse quelle non entrerebbe più nessuno da lì e si risparmierebbe pure sulla dispersione di riscaldamento. Ma quella degli aerei è una fregatura a cui non avevamo pensato. Oggi il Corriere afferma che Schengen sia stato pressoché sospeso e i viaggiatori aerei vengano sostanzialmente schedati. Vuoi dire che anche lì abbiano rinvenuto dei cancelli da poter incatenare? Intendiamoci: a chi vuole introdursi “professionalmente” si può soltanto rendere la vita più difficile. Eppure Severgnini spinge sulla china affermando che faccia bene il premier a sdrammatizzare la psicosi montante, e tuttavia “non lo rifaccia, le rassicurazioni eccessive diventano allarmanti” (se il meteorologo ripete che domani ci sarà il sole, rischia di piovere – ma si sa, la meteorologia non è una scienza perfetta, la psicologia di massa invece lo vorrebbe). Sembra di stare al teatro delle marionette, con la variante non irrilevante che quello discende da nobili natali, e tra un lazzo e uno sberleffo rammenta spesso semplici verità nascoste.

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  4. Se la situazione non fosse tragica, sarebbe comica. In effetti è sia l'una che l'altra.
    Non sono un pacifista, né un nonviolento (considero Gandhi un estremista decrescista e un fanatico religioso - alla stessa stregua di Bobby Sands, peraltro), ma gli esseri umani sembrano avere un notevole fiuto per fare costantemente la scelta sbagliata, me compreso.
    Alle 14 e qualche ho un treno per Parigi, così potrò incontrarla alla Casa dell'America Latina. Disgraziatamente l'ultimo treno utle per il ritorno è alle 20.30, quindi non mi potrò godere una serata a Parigi con lei e Sapir. E, a pensarci bene, anche questa degli orari dei treni è una contraddizione non da poco. Siamo capaci di bombardare a distanza le postazioni dell'ISIS in Siria, mi dicono con notevole precisione, ma non siamo capaci di consentire alle persone di muoversi da un capoluogo di dipartimento alla capitale e ritorno, se non negli orari utili all'apparato produttivo. Come dire che delle persone non ce ne frega un accidente.
    Me la prendo con l'Euro, perché - naturalmente - da quando c'è è stata una rincorsa a "tagliare i rami secchi", col risultato che dall'anno prossimo al posto dei treni viaggeranno gli autobus per collegare tra loro i villaggi francesi spersi nella campagna.
    Mi chiederà: "Ma cosa c'entra con la guerra, con le bustine, con la sicurezza?". C'entra. Perché tra tutti i modi di spendere i soldi pubblici la guerra mi pare quello meno razionale. Scavare buche e riempirle, almeno, non provoca lacrime, né orfani. Ripristinare la gioiosa usanza del potlach potrebbe essere una soluzione (invece di distruggere la domanda, distruggiamo l'offerta; questo consentirà di mantenere un livello dei prezzi adeguato e un livello di inflazione decente), ma gli unici beni distrutti, al momento, sono quelli che consentono alle persone normali di vivere: sanità, istruzione, lavoro. La sicurezza è un optional, e tra lei e la libertà ho sempre scelto la seconda - in fondo, anche oggi è un buon giorno per morire, ma lo è anche per vivere. Ma è sconfortante vedere come chi predica la durezza del vivere, chi esalta l'ebbrezza del rischio, il piiacere di vivere sul filo di lana, si riduca poi a chiedere la legge marziale non appena le sue auguste palle sembrino appena appena minacciate. Liberisti con ciò che non appartiene loro, protezionisti con tutto ciò che li riguarda.
    Spero di sentire qualcosa che mi induca a rimandare di qualche tempo la trasformazione di energia chimica in energia cinetica, con conseguente distruzione di beni e persone. Mi trattiene il fatto che sarei come loro, e ho troppo rispetto per una parte di me stesso per consentire che ciò possa avvenire.
    Buona vita
    Guglielmo

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    1. Peccato. Io veramente non credo di essere impegnato coi colleghi, e i seguaci li porterei qui: http://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g187147-d719216-Reviews-Le_Petit_Saint_Benoit-Paris_Ile_de_France.html (suggerimento di Santa Subito, aka S.A.R.).

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    2. Comunque se mi fai qualche ripetizione di chimica io la uso. Cor Palla.

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    3. Volentieri. Ci possiamo trovare su Skype. Sono stato felice di sentirla, e devo dire che, con la pssibile eccezione di Sapir, lei si è rivelato qualche metro al di sopra degli altri partecipanti al colloquio.
      Mitico l'intervento di quel signore che "sì, bisogna uscire dall'Euro, ma non si può dirlo alla gente se no non ci voterebbero!". E rimarco come l'unico a parlare esplictamente di conflitto di classe sia stato lei. Il che conforta la mia tesi che la Francia sia rimasta uno stato profondamente monarchico/napoleonico, e che i dipendenti pubblici siano davvro convinti di essere dei rentiers. Pas de problèmes, Messieur Guillotine reconnaîtra les siens.
      Piuttosto, se vuole mi offro volntario per tradurre i suoi post in francese. Poi glie li mando, lei crea un blog parallelo nella lingua d'oltralpe, e aiutiamo questi sfortunati cugini a comprendere che, quando verrà il momento, potranno scegliere contro chi puntare i fucili che qualcuno gli metterà in mano.

      Buona vita, e grazie.
      Guglielmo

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    4. Santa Subito di nome e di fatto: un ristorante a un tiro di schioppo da Rue du Bac

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    5. In ogni caso, la chimica è un gioco di lego. Non è altro che l'espressione del comportamento degli elettroni esterni (cioè degli elettroni negli orbitali più lontani dal nucleo). Una volta capito qesto concetto hai capito tutta la chimica che c'è (non scherzo; a mia figlia ho cominciato ad insegnarla con i Lego quando aveva 8 anni. Adesso ne ha dodici e, con un po' di fatica, riesce a dirmi il colore di una soluzione di un composto inorganico solo guardando la formula di struttura).

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    6. @Odysseos - Carissimo, ti segnalo questa interessante pubblicazione.
      http://www.blacklightpower.com/theory-2/theory/molecular-physics/

      La GUTCP (Grand Unified Theory of Classical Phisics) viene totalmente ignorata dal pensiero 'mainstream' ma IMHO e' veramente bellissima!

      I suoi modelli stereoscopici della materia (anche computerizzati, per applicazioni nella chimica) mi sembrano eccellenti.

      Il calcolo degli orbitali di tutti gli elementi (ed isotopi) viene svolto nella GUTCP in forma chiusa, senza invocare la teoria quantistica (e le sue densita' di probabilita' spaziali) ma utilizzando solo le equazioni di Maxwell!

      La sua teoria connessa dell'idrino promette anche interessantissime applicazioni nel campo dell'energia.

      Se dovessi scegliere tra teoria quantistica e GUTCP per descrivere l'Universo io non avrei dubbi, la GUTCP e' veramente una teoria unificata di gravita', elettromagnetismo e cosmolologia, cioe' una teoria unitaria del cosmo, dal quark all'Universo intero.

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    7. non sono un chimico ma ... secondo me è proprio così, basta leggere i dati e capirli. e guai a chi dice che Odysseos la fa facile.

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    8. Però Odisseos, gettar fango gratuito su Gandhi non mi sembra giusto. Meglio approfondire, no?

      https://en.m.wikipedia.org/wiki/J._C._Kumarappa

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    9. È solo la mia opinione. Non è detto sia corretta. Però è la mia.
      Dopodiché, un Paese di filatori di canapa non è il mio sogno.

      @Luca: forse non è necessario scegliere. Le equazioni di Maxwell vanno benissimo: Ora me lo scarico e me lo leggo, sperando di riuscire a seguire il formalismo matematico (sono un perito chimico, non un ingegnere. Fino alle differenziali di secondo grado ci posso arrivare). Grazie.

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    10. Io pure. E mi leggerei volentieri anche i fondamentali legoisti della chimica.
      Molto obbligato (anche con la cortesia del padrone di casa.

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  5. L'interpretazione della sua vicenda all'aeroporto non sarà alterata da un pregiudizio di autorazzismo? :)

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    1. No guarda, bellino, era proprio razzismo: di fiorentini un ce n'era punti.

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    2. @Alberto

      Noi siamo razzisti a 360 gradi, non ci sta bene nessuno, né del nord né del sud né dell'est né dell'ovest. Come disse l'irripetibile ruotista di via Scipione Ammirato (un tempo un artista vero della ruota motociclistica) a un giovinotto che aveva la sfortuna di discendere da genitori bolognesi: "ma come parlano i tu' genitori? Un potrebbero parlare normalmente?". Avevo uno zio che, socchiudendo gli occhi, mi diceva con tono calmo: "vedi, Andrea, io intorno alla Toscana ci metterei tutto filo spinato, così nessuno potrebbe entrare". Intorno alla Toscana: era già affetto dal morbo del mondialismo. Mia madre guardava i territori che si distendono al di là del Ponte alla Vittoria come si potrebbe contemplare la terra del "hic sunt leones". E in fondo Figline e Signa (oggi ci aggiungiamo anche Rignano) producono solo confusione di genti. Solo un architetto, inebriato da inopportuno spirito di emulazione europeista, poteva distruggere ai fiorentini il sistema delle mura. Ci lasciò nudi e indifesi. Vuoi mettere i senesi, che quasi fino alla seconda guerra mondiale la sera potevano chiudere le porte?

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  6. Ma è colpa sua, prof. Doveva ascoltare i saggi consigli di Velo di Maya: l'omo ha da puzza'. Altro che deodorante.

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    1. @Nat

      Anche la donna, Nat; Napoleone docet

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    2. Questo tipo di ethos un po' desueto è comodo per entrambi i sessi, perchè il detto vuole che la donna abbia da puzza' de l'omo suo ( tutto questo afrore è utile anche in caso di perquisizioni corporali)

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    3. Grazie per avermi sollevato dalla risposta, ser Brunetto. Ma tu che ne sai?

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  7. E dire che un caro amico forniva distributori di bustine a FCO e dovette ritirarli un paio d'anni fa. Comunque ho recuperato una bella, perchè è davvero bella bottiglia di Cardhu per Michele!

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  8. Confermata la mia esclusivamente personale avversione per i post tecnici (senza i quali ovviamente il blog non sarebbe stato lo stesso che è oggi) mi sono veramente estasiato a leggere questo ultimo.
    Infatti, dietro l'apparente e leggiadro cazzegio che solo il prof riesce così ironicamente a rendere incisivo, si leggono fra le righe tre belle bombarde per i libberisti de noantri, rigorosamente in ordine:
    1) A chi ha giovato Il divorzio fra Tesoro e Bankitalia in considerazione che il cattivissimo debito pubblico è esploso ancora più di quello che si pensasse all'epoca, nonostante il taglio dei cabasissi?
    2) A chi giova nel nostro Paese osservare regole ed una giurisprudenza farraginosa che, nel peggiore dei casi vengono applicate molto discrezionalmente e nel migliore, solo quando conviene a qualcuno piuttosto in alto?
    3) A chi giova tutto il ciarpame politico bi-partisan che vuole farci credere nel magico potere del machete nei confronti della spesa pubblica e dell'importanza di limitare (ho scritto annullare?) il più possibile l'intervento statale in ogni ambito della nostra esistenza?

    Le risposte sono alla portata di una qualsiasi studente della scuola elementare...

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    1. Della scuola elementare dei tuoi (e miei) tempi... Hai visto com'è ridotta oggi la primaria? Tra vent'anni non ci sarà più bisogno di spender tanti soldi in propaganda...

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  9. Dopo la lettura del post, comincio a fare pulizia nel telefono, dato che la memoria è quasi terminata. Mentre ero in cerca di foto e immagini da tagliare (come i salari: anche il cellulare ha la sua deflazione), spunta uno screen della pagina facebook di Gian Luca Brambilla: stavo per bestemmiare. Non ne vale la pena, è un pesce piccolo e verrà presto mangiato. Preghiamo anche per lui.

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    1. Ma chi, Gianluchino quello severamente sputtanato da Borghi?
      Ma è rimasto sempre lui oppure ha la faccia ancora cosparsa di piume e pece?

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  10. Cacchio! E mo chi glielo dice a Severgnini, hanno anche sospeso Schengen. Una volta l'ho sentito delirare, credo dalla Gruber, che si l'euro l'euro stava dando dei problemi ma vuoi mettere non dover dare il passaporto quando si va in Francia o in Germania. della serie siamo tutti piú poveri(tranne lui e i suoi amici, naturalmente) ma vuoi mettere quanto tempo risparmi in aeroporto, roba da TSO. E sta gente scrive editoriali sul corriere e sul NY times, roba da matti. Mala tempora....

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    1. Ma Beppe è consapevole di essere presente sulla "schwarze liste" (che non è certo il guinness world record)...

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    2. Le dittature old style ti schedavano e controllavano, ti toglievano i documenti, ti proibivano di viaggiare. Costi enormi, forte dissenso da gestire, insomma una faticaccia. Adesso e' tutto ottimizzato, semplicemente ti tagliano il reddito, sei sempre liberissimo di viaggiare, ma a piedi. Ed e' tutta e solo colpa tua, straccione fannullone choosy. Le dittature old style spendevano tantissimo per azzerarti l'autostima.

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  11. Ebbbasta! Mo je Le taglio 'ste bbustine!

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  12. "dimenticando che se usi il linguaggio del nemico hai già perso"

    Parole sante! Una (im)modesta proposta: basta parlare di "banca centrale indipendente" (dallo statobrutto) per descrivere una banca centrale DIPENDENTE dalle oligarchie finanziarie. E ovviamente basta parlare di "banca centrale dipendente" (dallo statobrutto) per descrivere una banca centrale INDIPENDENTE (sort of…) dalle oligarchie finanziarie. Magari provare con l'opposto non sarebbe male… kennepenZa?

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  13. Due risate sull'argomento grazie all'immenso Giorgio Carlino.

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  14. In pratica si è imbattuto in un mercato (ognuno per sé e Dio per tutti, competizZione a chi si fa meglio li cazzi sua) dove invece ci sarebbe stato bisogno di una cara vecchia sana gerarchia…

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    1. e dire che è stato pure in A.M.:

      Lesson 1: "senza la bbustina te se bbevono!"

      (a proposito di gerarchia)

      DAR

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    2. Grazzie maestro, le bacio la pantofola e corro ad aggiornare er cùricùlum con codesta gemma

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  15. Quindi i produttori di sacchetti per congelatore stanno perdendo una grossa opportunità di entrare nel business della sicurezza aeroportuale.

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  16. Oggi un socio mi ha proposto questa spiegazione al casino che viviamo.
    Off-topic, ma esplicativo del casino francese, mi darebbe un parere, prof?

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  17. e' un dejavu,le consiglio le dodici fatiche di asterix,la prova finale sulla burocrazia e' cio' che a lei e' capitato. saluti

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  18. Funziona cosi dappertutto, poste, ferrovie, sanità... Dov'è il problema?
    Nel fatti che una certa propaganda ci ha fatto credere che le cose cambiavano, che si diventava il famoso "paese normale" (perché non saremmo normali? Normali è solo come noi siamo). Facciamo questo, cambiamo quello, abbiamo attivato questo e quello... poi arrivi nei posti, e scopri che tutto e come prima. E allora hai due strade: o la prendi con filosofia o ti fai scoppiare il fegato.
    Ecco perché amo napoli. Quando ci andavo a dieci anni era un casino, oggi è un casino.
    Lo so, e questo conforta. Niente traumi.

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  19. Perchè tutti questi controlli in aeroporto e in stazione non ti controllano nemmeno che cosa c'è in valigia? In questo periodo mi sposto ogni settimana fra Roma e Firenze in treno e in stazione ti controllano solo il biglietto. Perché le famose bustine non sono mai arrivate in stazione? Si dà per scontato che il terrore arrivi dal cielo o mi sono perso qualcosa.

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    1. La seconda che hai detto: http://www.theguardian.com/world/2015/aug/29/eu-identity-checks-france-train-attack-bernard-cazeneuve

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  20. Si può dire che ho sempre ignorato l'esistenza di dette bustine che, peraltro, nessuno mi ha mai chiesto?

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  21. O Cazzo Alberto, la lettura di questo post mi ha fatto nascere un dubbio solenne: fra qualche giorno volo Orio al Serio-Colonia con Ryanair, solo bagaglio a mano ... Ho terminato ora di leggere "Termini e Condizioni Ryanair" - punto 8.10 - oggetti proibiti. Quasi quasi corro in aeroporto a vedere se recupero qualche bustina (quelle conformi ai requisiti di sicurezza EU, naturalmente), prima che pensino di fottersi gli strumenti per la pulizia vari ...

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  22. Per la cronaca nelle librerie dell'aeroporto non vendiamo le bustine trasparenti. Abbiamo dei kit completi per i liquidi che costano un occhio della testa. Visto che viaggia molto avrà notato all'uscita degli Arrivi Internazionali che il percorso di uscita è cambiato. Ora si passa attraverso una breve serpentina delimitata da pannelli neri che consente un deflusso abbastanza ordinato dei viaggiatori mentre prima (e questo per ben 15 anni) si finiva direttamente in braccio ad una massa indistinta di tassisti improvvisati e parenti scalmanati. Che ci creda o no, quella via di fuga l'ho disegnata e proposta io al gestore aeroportuale anche se per motivi prettamente utilitaristici, cioè l'aumento dei profitti della libreria e il mantenimento del posto di lavoro (Hobbes in questo caso aveva ragione da vendere). Neanche nel peggior incubo boldriniano uno si aspetterebbe di trovare le vie di fuga del maggiore aeroporto italiano disegnate da un commesso Feltrinelli, per cui converrà che a dispetto di quello che può sembrare, Boldrin è in realtà un ottimista accanito.

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  23. A Riyad con il mezzo litro d'acqua nel bagaglio a mano passai indenne non a uno bensì a due controlli. Strano che sulle tratte saudite non succeda mai nulla di spiacevole nonostante le gravi falle. O forse è tutto perfettamente logico?

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    1. I controlli di sicurezza che si subiscono ogni volta che prende un aereo sono riservati ai paesi esportatori netti di democrazia e ai loro fedeli alleati, tant'è vero che la prima cosa che ti succede quando scendi da un volo di provenienza extra-U€ è ripetere quei controlli che avresti già dovuto effettuare nell'aeroporto di partenza.
      Mi è capitato spesso di volare nei paesi del Golfo e in Africa e in effetti in aeroporto se ne vede di ogni, a cominciare dagli addetti ai controlli molto più interessati a giocare con lo smartphone che a quello che compare sullo schermo dello scanner dei bagagli. È sempre seccante ma se il metal detector suona a volte una ragione potrebbe anche averla, non per questo il solerte addetto ai controlli si sente in dovere di distogliere gli occhi dal proprio telefono.
      Solo ultimamente le regole europee (busta di plastica, no liquidi e altre amenità) vengono applicate anche negli aeroporti extraeuropei (quelli internazionali) ma solo se il volo ha destinazione in Europa e sono rigorosi solo se la compagnia è europea. Per il resto, a parte i controlli sommari che si sono sempre fatti anche prima del 9/11, la sicurezza non pare sia tenuta molto in considerazione e a volte se lo è forse i motivi sono altri. Le batterie, ad esempio, sono fra gli oggetti che non si possono mettere nel bagaglio (e qui si dirà: ma il telefono... e il portatile? Già, appunto) e non ho mai visto in nessun aeroporto sequestrare quelle che sono dentro agli apparecchi elettronici, solo in Iraq ai controlli non se ne facevano scappare una, ma solo di quelle formato standard, Chissà perché?
      Frangere gli zebedei con code interminabili e controlli minuziosi serve a mantenere alto non lo stato di attenzione, come ci raccontano i media ma la sensazione di insicurezza in modo che al prossimo evento un altro giro di vite a controlli e limitazioni della libertà non solo sia inevitabile ma anche accolto con gli applausi dagli €urosudditi.
      Vent'anni fa prendere l'aereo era una cosa quasi normale, si chiudeva la valigia e si correva al banco del checkin ora comunque devi cominciare a preparati con due giorni di anticipo: la busta di plastica, il flacone dello shampoo piccolo, niente oggetti di metallo appuntiti e se vuoi acquistare qualcosa al duty free devi ragionare su quanti voli e quanti controlli devi ancora fare, un vero incubo anche per chi viaggia spesso. Sotto questo aspetto il terrorismo lo hanno già fatto vincere.

      @Luca Cellai
      Mi è successa la stessa cosa a Pisa nel 2009 e nulla è valso far notare che il tubetto era pieno solo per un quarto, anche in quel caso mi è stato opposto che sopra c'era scritto 125ml, però la bottiglia vuota da mezzo litro è sempre passata senza problemi: misteri.

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  24. Ma? A me una volta buttarono via tutti i prodottini e mi rimproverarono per non avere la busta trasparente: non potevo mica rallentare i controlli in quel modo, non avevo forse letto il regolamento?
    Mi vergognai molto. In seguito comprai delle belle buste fatta apposta per il bagaglio a mano da Muji e da allora uso quelle.

    Fino a questa mattina non ho mai nemmeno lontanamente pensato che si potesse farne a meno o reperirne sul posto all’ultimo momento, diamine si rallentano i controlli!

    Evidentemente io ho un problema…

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  25. A Juliaca (Perù) mi ero dimenticato la navaja nello zaino a mano. Nessun problema ...

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  26. Come trovare bustine trasparenti da viaggio. Istruzioni per l'uso.

    1) Evitare di importunare addetti aereoporto, vigilesse piacenti, ragazzotti in coda al boarding (inclusi pelati)

    2) Googlare “bustine trasparenti da viaggio”

    3) Si trovano circa 185.000 risultati, tra cui, ad esempio, questo: http://www.lettera43.it/viaggi/guide/dove-comprare-buste-per-trasporto-liquidi-aereo_132329.htm

    4) Recarsi nel supermercato ( o da Buffetti, o dove cavolo si vuole), possibilmente prima di dar corso alla fase sub 1) (non si esclude trovarsi nel predetto commesse altrettanto piacenti delle vigilesse)

    5) Acquistare il prodotto.

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    1. Come al solito hai capito poco. Sarà per questo che non sentivo la tua mancanza? Vuoi provare a fare un piccolo sforzo insieme, o lasciamo perdere? Vedi tu. Nel tuo ragionamento c'è una falla evidente.

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    2. @ anto

      ...Ma quant'è Greca la tua punta del naso ???!!

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  27. Nel mio piccolissimo ho cercato di oppormi alla "distruzione dell'offerta". Non ci sono riuscito. La cultura dominante era contraria, anche se ho fatto interventi pubblici in varie forme e cercato di instillare memi nelle menti che ritenvo "opinion leader" (quante cene "distrettuali!) A dimostrazione del mio impegno decennale, il 6 ottobre inviai a info@asimmetrie.org un email con allegato uno studio che feci più di dieci anni fa dove cercavo di difendere quelli che chiamo "valori distrettuali" che poi sono i soli valori che possono generare sviluppo. Io ho provato ad oppormi a questo cambiamento antropologico seminando memi mentre vedevo scomparire centanaia di aziende del mio settore nell'indifferenza generale. La battaglia culturale ho provato a combatterla, sapevo che la colpa non era nostra, ma degli attacchi forsennati che hanno fatto terra bruciata del nostro manifatturiero.

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  28. Il professore ha detto una cosa molto importante: che TUTTI i mercati operano in un sistema REALMENTE chiuso. Quindi è possibile applicare a tale sistema le leggi dela fisica, ovvero le leggi della Termodinamica. La questione di fondo è: come un sistema chiuso resta in equilibrio? Con questo detto le strade non sono molte. Al professore spiegarlo. Ma la mia CONVIZIONE è quella di vivere in una pentola a pressione che non h una valvola di sfogo.Nella sua, giusta intemerata, evita e, come tutti, ignora la "Pressione interna". Inizi a considerare macroscopicamente l'impatto di 9 miliardi persone! il riequilibrio storicamente parlando era fatto da "Peste Nera" o da WW2. Ad essere cinici, in tempo di guerra e di peste la materia organica diventa Humus e prepara la terra a nuove colture..Vado avanti a fare la stronxa? Non me ne frega un cazzo se il professore denuncia l'euro. piattola per coglioni! con quattro diagrammi e la trasposizione della legge della termodinamica, spiega i trasferimenti delle caramelle. Sto sbattendo, fregandomene dell'italiano corretto, la traduzione dello studdio (con deu dd) di funzione di una curva termodinamica di un sistema chiuso. Dobbiamo ancora beccare un massimo. ma ci stiamo arrivando

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    1. Storie di ordinario decrescismo. Come sempre, chi è capace solo di un pensiero banale, banalizza l'altrui pensiero. Giovine Righi, faccia come il giovine Baroni: si industri a dare figli alla patria, che a nove miliardi ancora non ci siamo arrivati, e del resto lasci che si occupino i presbiteri (magari sorvegliando l'ortografia)...

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    2. Comunque ci sono tanti modi per dire "mi manchi"... OT: le battute al vetriolo der Palla fanno morire dal ridere... davvero crudeli...#freeErPalla #Pallaperlapatria

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  29. Bisogna fare come il Principe. Della risata, non di questo mondo (666, do you remember?)
    https://www.youtube.com/watch?v=b-QrJkXpgNw

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  30. A proposito di imprenditori e di offerta da distruggere, nelle mie letture sul FQ leggo il blog di Giuseppre Brianza ingegnere, che rispondendo ad un lettore che evidentemente conosce e segue asimmetrie (e lo invitava a guardarsi i video) risponde: "Sono andato a vedere quello che lei mi ha indicato. Istintivamente ho sentito una forte repulsione: non ho approfondito, ma la mia sensazione è che si tratta dei soliti incontri che servono a coloro che sono invitati a dire qualcosa per farsi immagine: sono anni che si fanno questi incontri: e sono anni che non vengono 'idee forti': non ho approfondito: ma per il nostro problema ci va uno sprizzo di fantasia, non un distillato della più evoluta 'economia universitaria' di qualsivoglia ateneo nel mondo: sono anni che questo approccio non produce altro che il 'nulla': e nel frattempo i nostri giovani passano una vita senza lavoro e senza pensione: io prenderei questi cervelloni e direi: ma non vi rendete conto che non siete finora stati in grado di dare un pur modesto contributo a questi ragazzi?
    Le aggiungo una considerazione, che viene da mie esperienze dirette con sei università italiane: lei si è mai chiesto se le nostre Università 'conoscono' il problema delle nostre aziende/aziendine? Vuole la risposta? No: no e poi no: il nostro sistema universitario non riesce a 'entrare' in questa realtà: a mio parere ci ha anche provato, ma è stato respinto con morti e feriti: perchè commette un errore colossale: non avendo 'studiato' la nostra realtà, nei fatti concreti spesso e volontieri ricicla verso le nostre aziende/aziendine una cultura americana, che proprio non si confà con le nostre realtà. In quella realtà che lei mi propone, aulica e beneparlante, manca una componente fondamentale: la 'freschezza del pensiero".
    Per fortuna non tutti gli Ingienggngneri sono così.

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    1. Ma questo vince il premio #taggaunporaccio dell'anno! E che cazzo farebbe nella vita questo "imprenditore"? Ci sono nostri soci e sostenitori che forse possono dargli una mano, e non mi riferisco agli psichiatri, ma a dei (veri) imprenditori!

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    2. Però sei una bestia! Sono andato a vedere. È un consulente ottantenne, che parla di freschezza del pensiero. Io l'ho segnalato a @taggaunporaccio, però dovreste (-emmo) avere un po' di umana pietà. Rispetto no, quello va meritato e poi difeso. Ma pietà sì, quella è di default. Che senso ha proporre del materiale a una persona che evidentemente non è attrezzata per capirlo e alla quale non serve? Quando questa storia sarà finita lui non sarà più con noi, e quindi sai cosa glie ne fotterà del mondo di merda che ha contribuito a lasciare alla sua discendenza?

      Certo che ne avete di tempo libero...

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    3. Amen: la Verità è dirimente, ma non sempre non tutta e non a tutti va detta.

      Dice bene prof, bisogna anche avere pietà per chi non può (più) portarla.

      Del resto, se la lotta è contro dei sociopatici pericolosi (vedi Operazione Odessa), la si vince anche coltivando - se non la Charitas - almeno la Pietas.

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  31. I Turchi abbattono un caccia russo. Impensabile che al momento di dare l'ordine Davutoglu non ne comprendesse il valore e l'estrema gravità ( circa le possibili conseguenze). Chiaramente silenzio su tutta la linea da parte della nostra politica, specie del Governo ( cosa altrettanto incredibile, anche se non nuova). Chiedo a Roberto ( Buffagni) in particolare se si è fatto un'idea di ciò che sta accadendo.

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  32. A proposito di controlli a simpatia:
    www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/testa-cavolo-bruxelles-giugno-dipartimento-stato-usa-113684.htm

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    1. Ho trovato interessante questo intervento di Caselli . Specie quando considera le differenze nei percorsi intrapresi nella lotta al terrorismo dai vari Paesi europei: Francia e Germania, da un lato, in confronto alle scelte operate dal nostro Paese, dall'altro.

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  33. Another M.A.S.T.E.R.P.I.E.C.E. !!
    Grande prof. !
    :-)

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