venerdì 20 novembre 2015

Euro-dinamite dall'Italia

(...traduzione dell'articolo di Heiner Flassbeck per i meno germanofoni - aka diversamente europei - a cura di Laura Filippelli...)


Lo scorso fine settimana mi trovavo in Italia per partecipare a una conferenza sull’euro. A Pescara, infatti, ormai da qualche anno Alberto Bagnai, acuto professore di Economia (il nome del suo blog italiano è goofynomics), riunisce un gran numero di politici italiani per discutere dell’euro e delle prospettive economiche dell’Italia.

Alla conferenza, iniziata sabato mattina e conclusa domenica sera, hanno preso parte circa 600 persone, appartenenti alle più disparate fazioni politiche. Sebbene Bagnai definisca sé stesso come “di sinistra” e rivolga il suo impegno “a sinistra”, è in grado di portare a Pescara anche partiti di destra. Domenica per esempio era al tavolo Matteo Salvini, segretario generale della Lega Nord, per un’intervista. Ciò che unisce i vari partecipanti è il desiderio e la determinazione a uscire (a ogni costo) dall’unione monetaria.

La diagnosi sulla situazione dell’Italia e sull’euro che ho potuto ascoltare a Pescara, va sostanzialmente nella giusta direzione. È noto che l’Italia versa in una situazione economica estremamente difficile, quasi senza via di scampo, ed è altrettanto chiaro quale grande peso abbia il commercio estero all’interno dell’area euro su questa situazione di difficoltà. E la maggior parte dei partecipanti, e prima di tutti Alberto Bagnai, sapevano anche esattamente chi è il responsabile di questa situazione: la Germania!

È sorprendente come a Pescara si siano seduti allo stesso tavolo partiti, dall’estrema sinistra all’estrema destra, che sarebbero altrimenti profondamente divisi, perché uniti dall’obiettivo comune di sviluppare un piano per uscire dall’euro nel modo migliore e più veloce possibile. Tanto è vero che si è parlato di agire in stretta collaborazione come in tempi di guerra unicamente per questo scopo, l’uscita dall’euro, ben sapendo che dopo si tornerà a percorrere strade diverse nella normale attività politica. Tutto questo riflette un impeto politico che io stesso avevo sottovalutato finora.

Questa conferenza, durante la quale ho presentato la mia consueta analisi della crisi dell’euro, pur facendo io solitamente parte di quella schiera di persone che mettevano in guardia contro decisioni affrettate, dimostra chiaramente due aspetti. Primo, in paesi come l’Italia (ma vale anche per la Francia) sta crescendo sempre più velocemente la consapevolezza che l’unione monetaria non solo non abbia portato nulla di positivo dal punto di vista economico, bensì – e in questo il ruolo di una Germania mercantilista è centrale – che sia anche responsabile della malattia incurabile che lentamente sta consumando questi paesi. È chiaro quasi a tutti ormai che l’idea di poter raggiungere la Germania tramite delle “riforme”, considerati i suoi forti e persistenti avanzi delle partite correnti, fosse una mera illusione.

Secondo, la dimensione del problema di questi paesi, qui in Germania viene tragicamente sottovalutata. Molti credono, come ho potuto constatare ancora a Berlino solo lo scorso lunedì, che vista la crisi dei profughi e il terrorismo, l’euro e la situazione economica siano passati in secondo piano. Questo è un fatale errore di valutazione. In Francia ci si occuperà probabilmente per giorni e forse settimane per lo più di terrorismo, ma la catastrofe economica tornerà immancabilmente alla ribalta, e verrà attribuita sempre più direttamente all’euro e indirettamente alla Germania. Non è certo un caso che Wolfgang Münchau affermi in questi giorni sulla rivista Spiegel-Online ciò che nessuno per ora osa ammettere: è colpa della Germania. Münchau ha infatti partecipato a una conferenza in Inghilterra dai toni e dai contenuti evidentemente simili a quelli di Pescara.

È palese che il tentativo della politica tedesca di coprire le colpe della Germania con dimostrazioni di forza, o di nascondere la polvere sotto il tappeto, sia definitivamente fallito. Fattore scatenante di questa ondata anti-euro è senza dubbio il comportamento spietato della Troika nei confronti della Grecia durante l’estate scorsa, ma anche in assenza di questo comportamento, prima o poi non sarebbe stato più possibile nascondere il fatto che la Germania stessa non rispetta alcune norme fondamentali, mentre ammonisce di continuo gli altri paesi per la violazione delle norme.

Sì, non è un’esagerazione: la Germania viola la norma più importante di tutte quando si parla della convivenza tra Stati. Questa norma dice che bisogna dare un po’ di ossigeno ai paesi partner e che tutti devono avere la possibilità di migliorare la propria situazione economica in seguito a una grande recessione, invece di restare bloccati in una situazione di stagnazione e alti tassi di disoccupazione. È chiaro che prima o poi arriverà il momento in cui gli altri “ti ripagano con la stessa moneta” in modo incontrollato e incontrollabile. Dopo l’esperienza di questo fine settimana, questo momento mi sembra molto più vicino di quanto non immaginiamo.



(...si apra la discussione, ma non mi fate le fidanZatine anZiose, perché sto preparandomi per Parigi e ho ben altri cazzi che gestire la coda di moderazzzzione del blog. Quindi dite le vostre minchiate come io dico le mie, ma siate così gentili da avere un minimo di pazienza se non riuscirò a sbloccarle subito, ok? Daje, che tutti dicono che siamo una bella community! Non è che si vedano tanto spesso 600 persone che riescono con tanta credibbbilità a far finta di capire quello che viene detto. Siete tutto il mio orgoglio! Poi rispondo anche a Flassbeck, ma in tedesco - devo esercitarmi - e con un vincolo esterno simile capirete che le attese in aeroporto passeranno in un lampo...)


(...Laura, grazie! Solo una cosa: se dobbiamo frequentarci, devi prendere una decisione. Non nel senso di lasciare il tuo eventuale uomo, ma nel senso - forse più doloroso - di decidere se per te la terza persona singolare del verbo essere si scrive, in maiuscolo, È o E'. Non farmele convivere, è una convivenza impossibile. Sacrificane una. Questa volta l'ho fatto per te, ma, come sai, perder tempo ecc....)

41 commenti:

  1. Sotto certi aspetti il fatto di criticare di più la Germania che l'euro potrebbe essere condivisibile ma,come Lei ha sollevato più volte,gli europeisti,quattro anni fa,elogiavano la Germania e adesso è cattiva.Questa interpretazione può essere un'arma a doppio taglio per loro perché,da un punto di vista politico,bisognava tenere conto delle politiche tedesche prima di intraprendere questo percorso.Sull'unione tra destra e sinistra riguardante l'uscita,riconosciuta da Flassbeck,basterebbe ricordarci che in passato le due fazioni erano unite per un progetto antidemocratico e adesso,grazie al fatto che Lei sta lavorando per due volte per questo paese,si stanno unendo per fronteggiarlo.

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  2. Sono idealmente uno dei 600, anche se non ho potuto e difficilmente potrò anche in futuro essere presente fisicamente. Per vari e reali motivi.
    Ma ho scritto fisicamente perché la mente e il cuore erano lì a Pescara.
    La strada da fare è ancora lunga e difficile, complessa e piena di insidie. Ma la direzione è presa.
    In bocca al lupo, prof.

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    1. Mi associo. Sono con voi con tutto il cuore. Siete uno spettacolo. Devo ancora finire di vedere tutto. A propos. c'è un link globbbbale a tutte le sessioni?
      Un piacere immenso sentirvi e vedervi per la prima volta, per es. sentire e vedere il Velo di Maya o F.Bilancia. OMG Vi devo tutti n'aperitivo

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  3. un giorno potrò raccontare a miei figli che c'ero anche io quel giorno a Pescara.

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  4. Oh giornate del nostro riscatto! Oh dolente per sempre colui Che da lunge, dal labbro d'altrui, Come un uomo straniero, le udrà! Che a'suoi figli narrandole un giorno, Dovrà dir sospirando: "io non c'era"; Che la santa vittrice bandiera Salutata quel dì non avrà.

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  5. Ascoltando l'intervento di Pescara del prof. Flassbeck, e leggendo questo articolo, risulta chiaro che è un patriota tedesco: chi ama la sua patria sa dirle anche le verità difficili. E' su questo piano - il piano della verità e dell'amor di patria - che ci si può intendere e collaborare, tra europei.

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  6. Comunicazione di servigio:
    la visualizzazione dei "Tweets di @AlbertoBagnai", su questo blog, con il navigatore Mozilla Firefox, non è completa. Anzi, non si vede quasi nulla.
    Con Explorer e con Google Crome, invece, tutto regolare.

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  7. L'immagine della mucca che guarda il cartello stradale possiamo a questo punto estenderla non solo ai politici italiani ma anche a quelli tedeschi, come ci avvisa l'informato H.Flassbeck. Quelli che sapevano come sarebbe finita oggi sono a margine (o così sembra), mentre quelli che sono in sella probabilmente non hanno la percezione fino in fondo della portata di questa crisi. Ovvero se l'hanno sono troppo impegnati a vivere il day by day cercando di comprare tempo o a lucrare sulle rispettive posizioni. Questo la dice lunga sul fatto che non potremo contare su scelte illuminate che ribaltino lo status quo o che correggano l'errore iniziale. Ripensare l' unione dell'europa dovrebbe essere l'impegno della politica (quella alta) ma temo non accadrà, a meno di eventi catastrofici dove sarà l'emergenza a guidare le dissoluzioni (più o meno ordinate a seconda della preparazione dei singoli Stati coinvolti), God help us.

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    1. Mi rifiuto di credere che il meschino in questione abbia un qualche ruolo effettivo (anche se un certo omonimo, o forse proprio lui, googlando lo si trova, e visti i tempi correnti potrei e dovrei ricredermi assai velocemente...). Gli riesce pure d'inserire Luciano Canfora tra gli economisti di sinistra, il che potrebbe far supporre che manco sappia chi sia davvero. Invoca la fucilazione alle spalle, ma dubito che riesca perfino a riconoscere una schiena da un petto. Allo stato delle cose, i commenti da lui esibiti sembrano quelli d'uno svalvolato che funga da asta di bandiere e striscioni, durante comizi e manifestazioni (mi ero fermato ad assimilare certi comportamenti sudaticci alla foga degli ultrà sportivi più oltranzisti e meno "cerebrati", ma debbo essermi perso qualcosa, nel frattempo).

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    2. Sono sorpreso dalla tua incredulità, Citodacal: la cosiddetta strategia della tensione è stata messa in opera proprio grazie all'esistenza di un ristretto gruppo di insostituibili utilissimi idioti (sia a sinistra che a destra; naturalmente ci sono anche gli agitatori di professione). Questi anticapitalisti da operetta sono, di fatto, i migliori cani da guardia del capitale internazionale.

      Brigitte Granville al Goofy4 ha affermato che se Marine Le Pen vincesse le elezioni e tentasse di portare la Francia fuori dall'eurozona, forse anche dall'UE, ci sarebbe un'insurrezione. Come avete interpretato questa sua affermazione? Come una battuta eccessiva?

      Penso che l'uso dei coglioni sia un'opzione come un'altra, visto che non si sono fatti il minimo scrupolo nell'usare l'attentato di Parigi per: sostenere che dobbiamo cedere libertà in cambio di sicurezza, proporre un esercito europeo, reiterare la necessità degli Stati Uniti d'Europa, affermare che siamo in guerra, anche se non si sa bene contro chi, ecc...

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    3. @CorrettoreDiBozzi
      Mi rendo conto che il dialogo sul web appiattisce l'esposizione, poiché manca la gestualità, la percezione visiva e l'inflessione vocale; e non tutti sono Proust o Melville nello scrivere.
      La mia "incredulità" intendeva proprio esprimere, evidentemente in maniera poco palesemente ironica, il rifiuto a pensare un soggetto simile come avente un ruolo diverso, nei termini della razionalità, dallo starnazzante a titolo proprio o delegato altrui, anche se poi è presidente di qualcosa (e se foto e video reperite su Google coincidono col soggetto effettivo sono già sufficienti a spiegare molte cose...); da qui ne segue la dichiarazione d’intenzionalità cosciente di non abdicare all'idea che simili elementi possano realmente rappresentare "qualcosa" di fondato dal punto di vista del buonsenso razionale (il che non significa, ahinoi, che non possano avere un cospicuo seguito d’altrettanti fuffaroli). Mi rendo conto che tutta questa mia considerazione faccia prevalente riferimento, come dire, a una logica di riferimento “logico” piuttosto che a una (il)logica in atto. Volevo quindi esprimere in controluce, evidentemente senza esservi riuscito, quanto la seconda si discosti dalla prima, al punto da carpirne il posto per scalzarla nella percezione comune, contribuendo certo alla composizione di atti reali: ma resta comunque una non-logica, alla quale non intendo offrire alcun intrinseco credito.

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    4. Credo si tratti di uno spinner. (Inserire citaz.) distingue spin doctors e spinners. I primi sopppagati, quell'altri cercano lavoro (o vanno avanti alla giornata) nel meraviglioso mondo dello spettacolo ...
      PS Io le è maiuscole non le pozzo propio fari costa tastieridda misiscusassero :)

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    5. citodacal: grazie del chiarimento. Non avevo dubbi sul fatto che non intendessi offrirgli alcun credito.

      ——————————

      Ho aggiornato il mio post segnalato sopra: non essendo meditato, è frutto di una reazione immediata, più al richiamo a fucilazioni sommarie che all'ennesima scomunica del pretino rosé che si crede Papa rosso.

      In seguito mi è sorto un dubbio e sono andato a controllare in archivio: avevo completamente rimosso il fatto che qui era già stato segnalato uno scritto nel soggetto in questione e se ne era brevemente discusso.

      Ho trovato anche un suo Storify che mi sembra indicativo del modo di (s)ragionare in quegli ambienti.

      Al Goofy4 abbiamo sentito Claudio Borghi che ha esordito con una brutale autocritica, una cosa del tipo (vado a memoria) se dopo 4 anni ci ritroviamo qui vuol dire che siamo dei falliti ed io più di voi. Confrontiamolo con alcuni passaggi dello Storify:

      «In effetti non mi risulta che a Bruxelles negli anni Novanta abbiano tremato nel sapere che un liceale di Pavia li odiava. Del resto non credo che tremino neanche a sapere che si parla contro di loro all'università di Chieti e Pescara.»

      Mi sembra lievemente egocentrico: pone un se stesso (ai tempi del liceo) come misura del mondo, ma non è un suo lavoro ad essere stato segnalato su Eurointelligence.

      «Ma se Bagnai si riferisce non a me individualmente,...»

      Gli sorge un dubbio, meno male!

      «... ma ad un ampio movimento che si è opposto al trattato di Maastricht, alle guerre condotte dall'UE, all'austerity su scala continentale, al trattato di Lisbona... è davvero preoccupante che non si sia accorto che ben prima dell'apertura del suo blog c'era gente che ci metteva la faccia e il corpo nel lottare contro il capitalismo europeo e i suoi strumenti istituzionali, militari e monetari.

      Per esempio, forse Bagnai non sa che le sinistre radicali europee sono riuscite in più di un'occasione a mettere in scacco l'Establishment europeo in occasione dei referendum per l'approvazione della Costituzione Europea (in rosso dove ha vinto il No, in rosa dove hanno dovuto sospendere il referendum):...
      »

      Prendiamo per buona la sua ricostruzione sul contributo, a suo dire più unico che determinante, delle sinistre radicali riguardo i referendum (a me non risulta, ma concediamoglielo). Ebbene com'è possibile appropriarsi di un successo altrui, quando in Italia a sinistra la minima critica all'€ e alla UE era (e in certi ambienti è ancora) equivalente a bestemmiare Cristo in Chiesa?

      E ancora: com'è possibile scomunicare e minacciare velatamente un gruppo di intellettuali che cerca di far convergere su una posizione comune esponenti di un ampio spettro di forze politiche, quando a chiacchiere la sedicente sinistra radicale dichiara di condividerne parte degli obbiettivi?

      Questi si sono costruiti un ghetto, in cui si sentono duri e puri, e vi si sono rinchiusi; sono indifferenti alla realtà esterna e non li sfiorerà mai il dubbio di aver sbagliato qualcosa, nonostante il regresso sia evidente.

      Ma a loro sta bene così: tanto peggio, tanto meglio... se non la rivoluzione, almeno vogliono assistere al crollo del capitalismo. Peccato che quest'ultimo storicamente nei periodi di crisi si sia trasformato e rigenerato. Peccato che i sociopatici che stanno gestendo la situazione sembrano più interessati ad una forma di nuovo feudalesimo che ad un nuovo capitalismo.

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  9. Ha ragione prof! Avendo fatto la revisione della traduzione a "quattro mani", siamo scivolati sulla È maiuscola (la mia decisione, in effetti, l'avevo presa). Grazie a Lei, alla prossima.

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  10. Mi stupisce sempre vedere gli stranieri stupirsi di quanto gli italiani possano essere un popolo serio e concorde. :-D

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  11. Flassbeck e' stato chiaramente colpito dalla consapevolezza di chi era al goofy #4, e particolarmente della presenza di esponenti politici (Salvini) e dalla capacita' di Bagnai di riunirli.
    Il problema sono quelli che non hanno partecipato e che, per ora, hanno le leve del potere o rischiano di averle (5s). La situazione pero' e' evolutiva e questo lui, da tedesco, lo ha ben chiaro. Ovviamente non lo ascolteranno.

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    1. Secondo me ha ripetuto troppe volte "colpa della Germania" senza elaborare meglio. Boh, io ho letto solo 'sto pezzo ma detta così, in Germania, lo capisce solo chi già sà tutto

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  12. C'era un vecchio spot pubblicitario degli anni '70, della Ignis, con Adolfo Celi che recitava la parte di un cliente veramente incontentabile...
    Ecco,.. diciamo che mi sono rivisto in quel personaggio dopo aver letto le conclusioni finali dell'intervento di Flassbeck, laddove afferma "Sì, non è un’esagerazione: la Germania viola la norma più importante di tutte quando si parla della convivenza tra Stati. Questa norma dice che bisogna dare un po’ di ossigeno ai paesi partner e che tutti devono avere la possibilità di migliorare la propria situazione economica in seguito a una grande recessione, invece di restare bloccati in una situazione di stagnazione e alti tassi di disoccupazione".
    Infatti mi è venuto da pensare "...tutto qui"?
    Probabilmente è vero sono proprio incontentabile.

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  13. C'è qualcosa di rassicurante davanti a un articolo che lascia perplesso, nel sapere che ci sarà risposta.

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  14. Che bella soddisfazione. Per lei, ma anche per noi tutti.
    Ricordo ancora il Goofy2 seguito da casa mentre alcuni "espertoni" mi prendevano per il sedere dandomi del pazzo.
    Ero tra i 600, e come l'anno scorso è stato un bellissimo convegno.
    Non sono però ottimista come lo è lui, purtroppo sono più dell'idea che l'euro se ne andrà, ma che i politici arriveranno solo per gestire l'emergenza.
    Speriamo bene. Si riguardi a Parigi.
    Buona serata

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  15. Torno brevemente ad un tema affrontato qualche post fa: il tradimento degli intellettuali.
    Stamattina, assemblea sindacale sul contratto docenti. Poiché usualmente si discute degli effetti ignorando le cause, ho preparato una brevissima presentazione sul tema 'L'euro è solo una moneta' - comprensivo dello squilibrio della bilancia dei pagamenti con la Germania e relativo 'salvataggio' e 'riforme strutturali'. Finita l'assemblea, la piacevole sorpresa: un collega (insegna storia) mi ha chiesto di ripetere la presentazione per i suoi studenti (scuole superiori). Qualcosa inizia a muoversi, nel pantano.

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    1. Forse che insegni storia non e' un caso.

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    2. Bravissimo, questi sono i commenti più belli da leggere, grazie.

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  16. L'anno scorso fu Brigitte Granville a dire che il dibattito in Italia era più avanti che non in Francia. Adesso Flassbeck a dare atto che siamo avanti rispetto ai tedeschi. Ci danno e ci diamo continuamente addosso ma le loro parole ci dovrebbero confortare: il gioco mediatico e partitico messo su a difesa dell'indifendibile è rodato, efficace e fin qui ha funzionato alla grande in tutta Europa. Pare di capire che sgamare il trucco non è cosa per l'ultimo degli stronzi, dovremmo sapercene fare un vanto. Ovviamente la massa continua a dormire, ma pure alle Termopili erano solo 300. Noi a Montesilvano eravamo il doppio. Sparta ce spicca casa.

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  17. Non so se essere maggiormente preoccupato del presente (non proprio esaltante) o del futuro, quando, dopo l'euro, la Germania si ritrovera' (grazie alla rivalutazione del Marco) ad essere di nuovo il malato d'Europa e la disoccupazione al o sopra il 10%.
    Chi spieghera' al popolo tedesco che le loro elite hanno di fatto tradito per fare profitti (non siamo stati traditi solo noi, ma almeno capisco il motivo per cui le elite tedesche hanno fatto quello che hanno fatto: soldi! Noi siamo stati traditi per un fottuto senso di inferiorita'!)?
    Chi voteranno.... dopo?

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    1. Hitler. Noi stiamo già votando Mussolini. Quindi? Se sono preoccupato ci sarà un motivo, no? Sono quattro anni che vi spiego che dell'economia non me ne fotte niente. Secondo voi perché mi sto sbattendo così tanto?

      Ah, a proposito: cacciatevelo in testa. Quello che stiamo facendo qui è inutile. Ma non perché non usciremo dall'euro. Quella è una cazzata: usciremo per forza. Perché non eviteremo un conflitto mondiale. Finché ci sarà un piccolo imprenditore convinto che la colpa è dello Statoladro e un insegnante convinto che la colpa è dell'artigianocolsuv la guerra sarà inevitabile. Rinnego la mia umanità (perdonate questo momento di stanchezza) per constatare che se ci libererà da simili fetecchie capisco che qualcuno potrà essere tentato di trovarla desiderabile.

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    2. La storia si ripete. Anzi, si peggiora.

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    5. Forse non è chiaro: non è un blog per turisti. L'economia non è una scienza e cazzate simili qui non sono ammesse. Quando io parlo la gente mi ascolta, e in diverse lingue. Se non ascolta te, ti sono vicino nella tua frustrazione, ma significa SOLO che non hai studiato abbastanza.

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  18. Non potevo essere a Pescara, ma grazie allo streaming ho potuto seguire quasi tutti gli interventi. Purtroppo ho perso quello di H. Flassbeck. Chiedo, per favore, se esiste un link dove è possibile rivederlo. Grazie.

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    1. Non dateglielo. Wer immer strebend sich bemüht, den können wir erlösen. Per gli altri c'è l'euro. Non è questione di buone maniere. Siamo in trincea. Il punto non è dire "mi perdoni, dovrei accedere al nido di mitragliatrici onde deporvi una granata, posso chiederle di non intralciarmi". Il punto è l'imperativo kantiano di non usare mai gli altri come un segretario, ma come un fine. Io questo devo insegnarvi: non che l'euro "non funziona". Usate il cazzo di Google e acquisite l'elementare nozione che i lavori di a/simmetrie si trovano sul sito di a/simmetrie. Se non c'è questo, non ci serve a un cazzo di nulla essere qui in dieci volte quelli delle Termopili. Spero di essere stato sufficientemente antipatico, ma posso far di peggio.

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    2. Prof non si è mai abbastanza peggiori.
      Qualcuno continua a non capire che la pigrizia va mandata a farsi...... benedire.
      Chi cerca trova.
      Buona giornata

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  19. sto ascoltando (siamo alla fine) l'intervista di Salvini.
    Ringrazio come sempre il prof perché in questi 4 anni ha delineato un percorso culturale, senza proporre schemi o slogan (vabbuò.. a qualcuno parte l'embolo con le sue frasi e va bene).
    Ecco, questa è la forza di tutto.
    Per questo si può ascoltare Salvini (o altri) avendo chiare alcune cose.
    Una per esempio: ha risposto bene alle domande ma..
    ma alla fine in alcune questioni (sostanziali) il discorso cadeva sempre "si discute con l'europa".
    alla fine qua siamo ancora scoperti.
    faccio un esempio: parlava della questione (critica) dell'essere grandi però quando parlava di Italia ha affermato che deve essere Unita perché altrimenti non avremmo peso nel prendere alcune decisioni importanti contro la UE.
    Ora, per reductio, lo stesso discorso potrebbe valere "contro la Cina" e quindi finiamo là.

    La strada da percorrere è ancora tanta e pure in salita e ahimé non abbiamo la buonanima del Pirata.
    Per ora

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  20. non mi pare che l'unità che ora salvini vuole sia per combattere la solita cina di turno...premetto che l'intervista di salvini non mi ha entusiasmato; salvini, che mi pareva nervoso, ha sostanzialmente ripetuto cose già dette senza spunti originali ...la sua presenza al raduno goofy, oltre ad essere un omaggio onesto e doveroso al prof., è più che altro simbolica della posizione di ln , disponibile a unirsi in allenza politica a tutte le forze che, non solo a chiacchiere, vogliono al più presto l'uscita dall'euro e anche, successivamente, la rifondazione dei rapporti economici e politici fra gli stati europei per le altre politiche che sarebbe meglio non affrontate isolatamente, facendosi ognuno i cazzi suoi , vedi l'immigrazione e la politica estera in primis...

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