martedì 26 maggio 2015

La tragedia greca: senza anagnorisis non c'è catarsis

(...da Charlie Brown, un economista che preferisce non essere individuato, ricevo e volentieri pubblico. Inutile dire che condivido...)




Nessuno può negare che la situazione greca sia una tragedia vera. Quale sia l’entità delle sofferenze del paese lo si intuisce leggendo  "The Lost Continent" di Gavin Hewitt, editore della BBC per l’Europa.

Parlo di questo.

Secondo Aristotele, la sfortuna dell’eroe tragico è da ricondurre alla sua hamartia, ossia ad un suo errore di fondo che lo precipita in una serie di eventi negativi provocandone la rovina. Dalla sua disgrazia l’eroe tragico attiene però una illuminazione circa la realtà vera, l’anagnorisis. Esito del tutto è la catarsi, una purificazione ed un rinnovamento.

Insomma: vederci chiaro dopo il proprio fondamentale errore, purificandosi e rinnovandosi.

Nulla di ciò è presente nella attuale tragedia greca, che assume quindi i connotati di una sordida disavventura.

L’hamartia, il tragico errore di fondo c’è, eccome. Alberto ha più volte sottolineato che   tale errore consiste nell’aver consegnato al mercantilismo ed agli appetiti della finanzia internazionale il “sogno europeo”. L’incarnazione di tale errore, di tale  ripugnante e mostruoso  accoppiamento tra ideali ed egoistiche  mire è l’euro,  vincolo assurdo e strumento di sopraffazione.

L’attuale crisi greca, come le precedenti, non è che la manifestazione pratica di tale voluta ottusità. È una crisi che non ammette soluzione razionale perché è il sintomo di una irrazionalità di fondo.

Tecnicamente si possono confrontare le “ipotesi” e le pie intenzioni dell’ultima lista di "riforme"  con  l'andamento reale   dell’economia greca la quale, sulla base dei propri flussi finanziari interni, ha già fatto default sull'ultima rata dovuta al FMI .

Chi poi sia responsabile dell’insostenibile debito greco e come l'imbroglio  e l'avidità dei grandi interessi economici e finanziari abbiano peggiorato una situazione già in partenza assurda è noto a tutti coloro che si informano un minimo.

È l’anagnorisis, l’apertura degli occhi alla realtà, che manca del tutto.

Edipo che continua pervicace nell’incesto perché non vuole capire.
Vederci chiaro sulla Grecia è l’ultima cosa che gli Euro geni vogliono. Un po’ per superbia un po’ per paura  e per terrore .

Raggiungiamo noi l’anagnorisis dunque: apriamo gli occhi alla fondamentale verità di questa lunghissima crisi:

1) Se la crisi si  “risolve” (con un commissariamento ed con nuovi “aiuti” – si mormora ad alta voce di un nuovo bail out se il paese capitola alle condizioni dei creditori) l’euro è fallito politicamente poiché è fallito l’ideale di mettere in comune le proprie istituzioni per progredire insieme ed in pace.  Emerge in tale scenario che,  soprattutto a causa dell’Euro, nel continente vale la regola del più forte e del più furbo. “Might is right”. 

2) Se la crisi non si risolve (e la Grecia esce dall’eurozona o fa la fine di Cipro) l’euro è fallito tecnicamente. Ma è fallito anche politicamente poiché esso è stato dichiarato  chiave d'arco dell’intera costruzione europea.

Il risultato non cambia: l’euro è già ampiamente fallito.

Quale la catarsi?

Molto semplice: la purificazione dalla velenosa menzogna  che indentifica l’euro con la convivenza ed il progresso in Europa.

Una menzogna  alla quale si vuole continuare a credere e per la quale si vuole continuare a “combattere” ma che resta sempre e solo questo: una bugia.

51 commenti:

  1. Molto bello e molto colto. Ma arrivati a questo punto c'è ancora bisogno di mantenere l'anonimato per dire queste cose?

    Che bello quando si sente parlare del ventennio fascista come di un'epoca (quella!) di plumbeo conformismo!

    Vabbé, tiremm innanz...

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  2. sarà fallito ma gli scopi per cui è stato ideato stanno venendo raggiunti lentamente ma in modo inarrestabile.

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  3. comunque il problema è sempre lo stesso; perchè la gente non si ribella ed accetta tutto quello che sta accadendo?

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    1. Perche' la percentuale di chi effettivamente e' con le spalle al muro e' ancora bassa, perche' i circenses sono in ogni casa e a basso costo e "oppiacei" per il cervello, perche' isolamento e individualismo prevalgono su qualsiasi idea di solidarietà, e il "vai avanti tu che a me scappa da ridere" e' piuttosto diffuso ?

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    2. perché siamo una maggioranza non organizzata.

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    3. Forse, perché siamo quelli che siamo. Sia "noi", che "loro".
      Proprio perché non sono un economista, trovo che lettere come questa siano importanti; in fondo, i cambiamenti di paradigma sono rari e benché avvengano rapidamente, dietro c'è sempre un lavorio immenso e faticoso.

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  4. 3) se l'autore di una lucida analisi economica sente il bisogno di mantenere l'anonimato, non solo l'euro anche l'Unione Europea, come massima realizzazione di libertà, civiltà e progresso è fallita (ma non è una novità qui).
    Anche la pace vacilla.
    A nessuno dovrebbe essere richiesto di scegliere tra menzogna e immolazione.

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  5. Questo lo rilancio su FB. Tranquilli...metto sempre i credits. :)

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  6. Caro Prof.
    Ti voglio segnalare Zapping su Radio1 del 26/05/2015 condotto da Ruggero Po in cui si dibatteva di Grecia con Fabio Pammolli “prof. economia e management” (così definito dal sito della RAI) e Viki Markaki giornalista greca.
    http://www.zapping.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-d444a2bf-3933-488e-a171-5c86243a0ab4.html#
    In risposta alle domande del giornalista (27:54), il Pammolli tesse elogi dapprima all’odierno discorso di Visco e poi a quanto affermato da Prodi nella sua intervista al Corriere, tanto per chiarire in quale prospettiva si colloca, ma dà il proprio meglio sulla Grecia e sull’ipotesi di una sua uscita dall’euro.
    Inizialmente produce una sfilza delle consuete affermazioni dogmatiche tese solo a confermare l’irreversibilità dell’unione monetaria, pena “scenari apocalittici” e sofferenze paragonabili alle piaghe d'Egitto, ricordando tra l’altro il rischio per l’Italia, in quanto terzo paese creditore della Grecia , ma non spiegando il meccanismo infernale per il quale lo siamo divenuti. Anche il giornalista non scherza, preannuncia che vuole parlare del rischio per i risparmiatori italiani in caso di Grexit, perché anche se “un titolo di un TG dice che sono esclusi, ma mica sempre ci fidiamo del tutto”. Insomma una sana diffidenza verso l’informazione, specie quella che non cerca di terrorizzare gli ascoltatori! Ma non è questo un Paese fantastico!
    Però ad un certo punto il professore, rispondendo a una domanda di un ascoltatore che paragonava Grecia e Argentina (34:20) incorre in una contraddizione insanabile, un vero e proprio autogol, quando afferma che il paese sudamericano era in una condizione migliore per vari motivi, ma anche perché “non era stato costretto a un’unione monetaria e fiscale che l’aveva portata fino a questo livello”. Ha detto proprio così! ha confessato il misfatto, senza alcun imbarazzo, proprio dopo aver elencato solo le colpe dei Greci (le solite: mancate riforme, pensioni con tredicesima e quattordicesima, etc. etc. ).
    Ma senti quello che viene dopo. Al minuto 41:50 un ascoltatore viene lasciato intervenire e dice che “in Italia c’è un MOVIMENTO DI PROFESSORI che appunto hanno per anni … CONTINUA ANCORA ADESSO A IPOTIZZARE L’USCITA DALL’EURO DA PARTE DELL’ITALIA …” [interruzione da parte del giornalista che gli chiede se vuole il parere del professore] ma lo sventurato puntualizza: “perché DAL PUNTO DI VISTA DELLA STORIA NON È CHE ABBIAMO ESEMPI DI NAZIONI CHE SIANO USCITI DA MONETE UNICHE …” al che il giornalista fa rispondere il Pammolli che tranquillo afferma: “Ha ragione ... E’ bene che questi economisti siano molto più prudenti anche oggi quando parlano dell’uscita dall’euro della Grecia …”. Quindi il giornalista, eccitato, incalza il professore (43:25): “Si chiedeva ... su che cosa si basano queste previsioni dei NO EURO” ottenendo questa risposta: “A NON LO SO GUARDI. SINCERAMENTE NON CREDO CHE ABBIANO BASI FONDATE, CREDO CHE L’ITALIA SI DEBBA TENERE BEN STRETTA LA DISCIPLINA CHE DERIVA DALLO STARE NELL’EURO, DEBBA RIFORMARE LA PROPRIA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, DEBBA FARE LA SPENDING REWIEW, DEBBA ESSERE UN PAESE SERIO E CON ISTITUZIONI SOLIDE.”.
    Anche questo florilegio non lo trovi meraviglioso! Dopo la confessione (“non lo so, guardi”) che equivale alla premessa “io non sono un economista, ma …” viene sciorinato un condensato PUDE, un “credo” nella migliore tradizione dogmatica piddina. Una trasmissione che invera lo slogan RAI “di tutto, di più”. E siamo pure costretti a pagare il canone per essere deliziati da questa roba.

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    1. Non so se sia lo stesso "economista" (chiedere a Bisin) dato che quando lavoro a volte faccio un casino infernale, ma ho sentito chiaramente che ha detto:"....è bene che la Grecia esca dall'euro perchè l'euro è una moneta che se la può permettere solo chi ha una vera economia di mercato."

      E' cambiato il paradigma?

      p.s. Ma il mercantilismo non è quello che fa attenzione alla bilancia commerciale e, se serve, si dota di misure protezionistiche fin anche ai dazi e alla svalutazione?
      O il termine ultimamente ha preso un significato diverso?

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    2. E' la "quinta operazione" di cui parlava Leszek Kolakowski, a proposito del marxismo e del dibattito nei paesi comunisti.
      Le quattro operazioni tradizionali sono addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione. Si eseguono per conoscere il risultato, prima di eseguirle ignoto.
      La quinta operazione, invece, si fa così: prima si stabilisce il risultato, poi si inseriscono i fattori che consentono di ottenerlo.
      Se il risultato deve essere: "la rivoluzione comunista vincerà", potrai inserire infiniti fattori nella quinta operazione, da "è una necessità storica" a "lo ha detto il compagno Stalin": l'importante che la loro combinazione dia il risultato voluto.
      Se il risultato dev'essere "la UE e l'euro sono il nostro destino", etc.

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  7. Non ci sarà il ravvedimento e la catarsi; bensì la catarsi e poi, forse, il ravvedimento.

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  8. Questo post non aggiunge nulla che i lettori di questo blog non sappiano da anni. Il vero messaggio è l'anonimato. Sarebbe utile sapere che cosa dica questo signore nell'ufficialità del suo lavoro (aula, conferenze). Se dovesse ripetere il mantra eurista, che cosa è venuto a dirci qui?

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    1. Lo sapete che avete rotto il cazzo? Tu perché non dici chi sei, fenomeno? E quando istwine, che a suo dire era solo uno studentello, non si firmava, nessuno si adontava, giusto? Ah fenomeno, sai che c'è? Che se un altro fa questa osservazione, vi chiedo un indirizzo email verificato per commentare. Preferisci?

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    2. @Io

      Ma come vuoi abolire il voto segreto? Gli ultimi spazi di libertà? È richiesta solo la buona educazione.

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    3. Beh, insomma. Io sono un dipendente metalmeccanico, semplice impiegato in una grossa azienda dell'acciaio (che va alla grande perchè esporta l'85% della produzione. sIC). DA TRE ANNI ho appeso in ufficio (piccolo porto di mare per come è posizionato) le iconette di Tatcher e Prodi cone le loro famose dichiarzioni sull'euro ("è un pericolo per la democrazia, distruggerà le economie più deboli" la prima, "lavorerremo un giorno in meno e guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più" il secondo), più il grafico di Banca d'Italia che evidenzia i 50 mld buttati nel cesso del fondo salvastati. Quando lo feci, un collega mi intimò: "staccali, quella è politica". Io ribattei "Per me parla solo di economia e moneta, se vuoi staccali tu". Sono ancora li in bella mostra, letti da ormai decine di persone, il 99% guarda di straforo come un vescovo guarderebbe un calendario di donne nude, ma nessuno dice nulla, dirigenti compresi. Un mese fa un fornitore esterno ha dato un urlo e ha chiesto il permesso di fotografarli... Sembrava avesse visto la Madonna. TUTTI sanno che li ho appesi io, tre anni fa ero il pazzo, ora i miei tre colleghi hanno capito (pur con i loro limiti) in che situazione ci hanno messo... E si, io mi chiamo Guido Parchi.

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    4. "Staccali, quella è politica!" Quanta verità in questa frase. Da quattro anni in Italia si fa politica. Solo qui, certo, ma è un inizio.

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    5. @Guido Parchi
      Anche se con tre anni di ritardo credo proprio che seguirò il tuo esempio.

      Nell'azienda per cui lavoro siamo in 3 a "sapere", gli altri hanno paura della Cina. Ahimé, ormai divido il mondo in queste due categorie

      Poi alle riunioni sindacali si indignano perchè "non siamo uniti!". Ho pungolato più volte il sindacalista FIOM, il quale ha enunciato che "il tempo dell'analisi è finito! Non è colpa del sindacato se in Giappone rifanno le strade in 8 giorni mentre qui ci vogliono 20 anni per avere un permesso, e se la corruzione in Italia ha un costo maggiore del PIL" (si, avete letto bene)

      E a me viene da pensare ai 100 asini che, unendosi, vorrebbero correre più di un cavallo..

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    6. Tutt'altro che un fenomeno. Perciò accuso chi aveva la responsabilità di capire prima e meglio di me.

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  9. E intanto in Italia...
    Tornando a casa, dal lavoro, ieri pomeriggio si chiacchierava. Mia moglie fa: “sono stata dal parrucchiere. Sai, oggi c'era l'offerta del colore. Ho parlato un po' con la signora che lavora lì, vent'anni di esperienza in giro per il mondo, e ora in quel negozio che è una catena di quelle in franchising... e, insomma, sai quanto ha detto che prende? 3 euro l'ora nette! Lavora 10 ore senza pausa ed è assicurata per 3 ore! Le ho chiesto come fa: “Non ho alternative. Cerco di resistere”. Tutto questo nella (un tempo) ridente e ricca provincia toscana, a tre passi da casa mia. Quanto mancherà, mi chiedo, al botto finale?
    Un caro saluto

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  10. Risposte
    1. Come si fa a non volervi bene, nonostante tutto?

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    2. Pensate se per assurdo questi pellegrini riescono a sbancare (non sbiancare mi raccomando) e portare a casa il malloppo. Un bel problema per i partiti popolar-pudeisti.

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  11. DUGENDOMILIONI
    I giornali igienici scrivono che la grecia passa da 140 a 130 miliardi sui depositi e interpretano come fuga dagli sportelli ma nella realtà è un messaggio della popolazione che vuole l'euro e ne tiene un pochi nel materasso. :)))

    Il fondo salva stati che diventerà MES (meccanismo europeo di stabilità) ha una dotazione per semplicità diciamo di 1000 miliardi.
    L'italia ne ha messi 125 che sono andati ad aumentare il debito publico. Chi parla di aumento del debito pubblico sotto renzi e varufakis dovrebbe decurtare il MES per correttezza politica.
    La grecia ne ha messi 20 di euromiliardi.
    LA GRECIA HA MESSO 20 MILIARDI al fondo salva stati e ora sembra che non abbia dugendomilioni....ahahhaah SVEGLIAAAAAAAA

    non è il debito pubblico in essere che conterà d'ora in poi nell'area del pupillo euro ma solo la capacità di restituire interessi al MES o al FMI..
    il MES avrà lo scopo di tenere gli interessi sul debito all'1 / 2 % circa in tutta europa e diventerà anche emettitore di bond fra non molto i famosi eurobond.mai sentiti?
    la grecia ha 20 miliardi suoi dentro la pancia del Mes che da soldi al 1% mentre il FMI da soldi al 5%. è solo un discorso di interessi e non pochi.
    la grecia perde l'euro per dugendomilioni???ahahahah solo lo stolto che legge i giornali igienici ci crede.fanno scena per spaventare. per autorizzare nuove manovre...

    la grecia vuole rinegoziare tutti gli interessi dei
    20 miliardi di debito in scadenza quest'anno che al 5% fa 1 miliardo di euri mentre al 1% fa
    DUGENTOMILIONI
    sveglia è un grande varufakis mica scemo....

    (cioè l'italia mette 125 per avere una potenza di fuoco di 1000 se avrà problemi
    senza contare le nuove emissioni)
    il MES avrà fra qualche anno in dotazione tutto il debito pubblico europeo ed emetterà i famosi bond a tasso fisso per la crescita dove ce ne sarà bisogno.


    la grecia non vuole dare soldi al FMI perchè ha già dato dice ed è vero perchè è una questione di interessi...
    il FMI se non ricordo male dava sghei al 5% ora il MES darebbe sghei alla grecia a 1%

    SVEGLIAAAAAAAA
    varufakis non è mica scemo

    le rate in scadenza hanno interessi da 5% e verranno rimesse all'1%
    stanno solo concordando gli interessi
    il tutto nel breve si traduce in

    LONG EURO

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    1. Son scelte individuali. A te conviene che gli altri pensino il contrario. Mai come in finanza è veramente intelligente chi si sta zitto.

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    2. Ma tentare di articolare un discorso vagamente sensato proprio no?
      Che ne so, tipo quelli che propone regolarmente zerohedge?

      http://www.zerohedge.com/news/2015-05-25/greece-was-20-votes-away-defaulting

      http://www.zerohedge.com/news/2015-04-28/how-will-greece-default-let-us-count-ways

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    3. @pigreco san
      Scusa dell'invito ma, prima di giocarti casa, fossi in te studierei un po' meglio la storia, non la ragioneria e le %...Strumenti come il MES si chiamavano diversamente e sono finiti come al solito, nel cesso.
      Aggiungo che fossi in te cercherei di essere un po' meno sicuro: "questa volta è diverso" sono le 4 parole più costose del mondo e se davvero questa volta è diverso e l'euro sopravviverà, a differenza delle altre decine di pseudoeuri nel mondo, sei sicuro che sarà la valuta da avere oppure il differenziale di interessi è uno strumento principe che quelli come me usano per separare il prossimo dal "gruzzolo"? Oppure la deflazione SENZA implosione economica sarà il nuovo paradigma europeo? Nella city si dice GOOD LUCK

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    4. Non metterti mai in un carry trade dove paghi il cost of carry, invece di incassarlo pigreco san. Se il cost of carry lo incassi, delle oscillazioni te ne freghi...se lo paghi...sei morto. La goccia...spacca la pietra. E essere long di un accordo di cambi fissi...e non di una valuta ? ....GOOD LUCK.

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    5. Vorrei far osservare a San Pigreco, ovvero al santo che ha fatto il miracolo della quadratura del cerchio, che dimentica che alcuni paesi hanno pagato molto più di altri quella fasulla garanzia del fondo salvastati. Fasulla per due motivi:
      - il primo per l' entità dei mezzi, assolutamente ridicola di fronte alla somma dei debiti aggregati da garantire;
      - il secondo è la non automaticità dell' intervento di tale fondo di garanzia, ovvero la non sincronizzazione in tempo reale, cosa assolutamente necessaria davanti all' attacco dei debiti, della difesa.
      Probabilmente lui, il santo, è un emulo di Boldrin che è un grande difensore delle taumaturgiche proprietà del fondo salvastati; siamo sempre in ambiti trascendenti.

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  12. Bell' articolo di questo economista che mi ricorda qualcuno ma non saprei dire chi, a causa della mia incipiente demenza senile.
    La tragedia Greca è pesante da guardare, ma è tutta la situazione nell' area che è tragica e surreale. Un paese come l' Italia, in crisi da anni che ha dovuto fare debito per salvare la Grecia, ( come se ad esempio la Florida si fosse dovuta indebitare per salvare l' Alabama) mettendo i suoi 40 e passa MLD (dei circa 70 già versati a debito e con tassi di interesse tripli o quadrupli rispetto al concorrente tedesco sleale, perchè di questo si tratta, in tutte le sue implicazioni monetarie) nelle mani di un gruppo di incompetenti, non eletti e senza contrappesi democratici che li hanno bruciati sull' altare della filosofia economica tedesca, che ancora ispira l' azione ed ispirerà le successive e probabili dazioni non solo alla Grecia, per salvare le glabre chiappe dei paesi esposti sul debito greco. La tragedia Greca innestata su una immane tragedia generale di un ridicolo e allucinante edificio che quando crollerà, provocherà terribili conseguenze ma almeno renderà migliore il panorama del mondo e sicuramente più vivibile.

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  13. Secondo me ci terranno dentro finchè non ci avranno spremuto come limoni, poi forse faranno cadere questo FOGNO EUROPEO e ci lasceranno tornare alle nostre monete, ma sarà troppo tardi.

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  14. dal link del "terrore":

    Some economists think Italy is essentially a lost cause. “The global crisis has exposed severe structural flaws in the Italian socio-political-economic system and not created them,” said an April paper written by Gianluigi Pelloni and Marco Savioli for the Rimini Centre for Economic Analysis. It concludes that Italy is trapped in an “anti-growth culture, hindering restructuring.”

    Che cos'e' la cultura "anti-crescita"? Per me profano, e' solo uno slogan, anche un po' liso, per indicare la necessita' assoluta di lavorare di piu' e, almeno per i piu' deboli, guadagnare di meno.
    Ma piu' interessante e' il concetto di "causa persa". Cosa significa? Qual e' la definizione di una nazione / economia in modalita' "causa persa"? E soprattutto, se una costola fondamentale e' ormai perduta, puo' il resto dell'organismo europeo sopravvivere?

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  15. appena letto la cavolata twittata dall'ammericano Zucconi...
    avvisatelo che ci sono stati i morti proprio perche' non sono stati rispettati i confini degli stati e qualcuno ha INVASO qualcun'altro...
    al tempo hanno invaso con i soldati ora hanno invaso con le merci e i capitali.
    la fine sara' la medesima?

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  16. Segnalo il seguente link, una lettura interessante:

    https://www.stratfor.com/weekly/net-assessment-europe

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  17. La chiave d'arco è l' Italia?
    Certamente si. Nel 2011 arrivò Draghi alla BCE, fu cosa legata al semplice avvicendamento di una scelta tra un paio di nomi o ci fu dietro una strategia per inchiavardare quella chiave traballante? E ancora, quella costruzione malandata, instabile, gracile, improbabile tenuta in piedi con lo spago ed il fil di ferro, dal 2011, come faceva bravamente un mio manutentore con una vecchia rotativa al Corsera, sarebbe sopravvissuta al crollo se fosse arrivato un qualsiasi Weidmann a Francoforte? E quando il mandato di Draghi cesserà fra quattro anni, ammesso che resista nella posizione e qualche spiacevole episodio non lo ponga in una situazione difficile prima della fine del mandato, e l' avvicendamento sarà quasi certamente di Weidmann, allora resisterà ancora la palafitta?

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  18. E intanto peggiorano i dati sulla disoccupazione, ma il Prof lo ha ben spiegato in qualche articolo fa, come le riforme peggiorino la situazione invece di migliorarla.

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  19. A me pare di vivere sempre più in una situazione ante rivoluzione francese, quando solo il 3% della popolazione otteneva benefici in quel genere di società, e gli altri arrivavano al punto di non aver il pane!

    Anche all'epoca il problema più grosso era l'enorme debito pubblico del paese Francese dovuto agli enormi sprechi di denaro per finanziare guerre non nell'interesse collettivo ma interessi di parte della monarchia regnante.
    Ricordo che la rivoluzione francese durò in tutto 10 anni, portò enormi sofferenze per tutto il popolo Francese, guerra civile, centinaia di migliaia di morti in quello che era all'epoca lo stato più popoloso d'Europa con continui cambiamenti ai vertici del potere vittime di esecuzioni sommarie.
    Napoleone sparse la guerra e le insurrezioni in tutta Europa, coinvolgendo tutti nei messaggi universali di UGUALIANZA, FRATELLANZA, LIBERTA'!

    Ma forse mi sbaglio, forse la CONCENTRAZIONE del potere, della ricchezza, dei diritti, continuerà in eterno grazie alla finanza speculativa in leva per la gioia di tutti!

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  20. Secondo Zitara, se il Regno di Napoli avesse aiutato economicamente - se lo poteva permettere - i reali francesi, la rivoluzione probabilmente non sarebbe avvenuta.

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  21. Mi chiedo come il popolo greco possa raggiungere agnorisis prima e catarsi dopo se neanche più di 100 miliardi di tagli e la distruzione dei loro parametri economici in questi anni hanno minato la fede eurista. Si ci sono le scusanti dai parafulmini antiauserità, di un'informazione come conosciamo bene anche in Italia... Ma sembra proprio che ci sia maggior consapevolezza del problema e minor distacco dalla realtà (o se vogliamo agnorisis) proprio nei paesi core che meno hanno sofferto questa crisi come la Francia e la Germania. Magari mi sbaglio ma così l'ho percepita, i greci sono più "europeisti" dell'Europa, nonostante tutto.

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  22. mi scuso, devo spezzare in due parti:
    1

    Perdonate, ma forse va aggiunta qualche informazione alla efficace metafora proposta dal nostro amico economista.
    Siccome si parla di Grecia, noi, giustamente, ma anche ovviamente, subito ricolleghiamo alla Tragedia.
    Inutile dire che, non ostante quello sia il nostro nucleo, il cuore pulsante del mondo occidentale, e probabilmente sempre lo sarà, la letteratura drammatica è andata oltre.
    L’economista cita Edipo. Ebbene, è possibile tracciare uno splendido arco di 180° che parte proprio da Edipo, il quale sopprime la figura paterna (ed avuta la “agnizione” si punisce, si acceca, rendendo indelebile per se stesso e gli altri la sua storia e la sua colpa); arrivati al grado novantesimo, incontriamo Amleto, il quale si pone mille e più dubbi sul fatto se sia giusto o no eseguire gi ordini dello spettro, e cioè sopprimere la figura paterna in quel caso rappresentata dallo zio, re Claudio: lo farà, ma in un finale a dir poco rocambolesco, contorto, che in qualche modo lascia sottintendere il dubbio stesso dell’autore su quel tipo di “espiazione”; al vertice opposto di Edipo, troviamo Kostantino, de “Il gabbiano” di Cechov: Kostija, incapace di rivolgere l’arma verso la figura paterna, in questo dramma rappresentata dall’amante della madre, lo scrittore Trigorin, si suicida.
    Non deve stupire se in quegli stessi anni in cui scriveva Cechov, un certo sign. Freud elaborava a Vienna le sue teorie. I due non sapevano nulla l’uno dell’altro, ma evidentemente le idee sono nell’aria...
    A questo punto, dal suicidio di Kostja, nasce il Dramma. Che è cosa diversa dalla Tragedia. Questa contempla una possibilità di purificazione in un lavacro di sangue, purificazione e rigenerazione appunto, come il nostro amico economista indica. Il Dramma no.
    Il personaggio è “schiacciato” dal sistema sociale e anche dalle sue convenzioni. Il consesso degli uomini non considera più l’omicidio come una giusta via di uscita. E il dramma, in queste sue feroci, per l’individuo, regole, lascia emergere palesemente un nuovo elemento che, sia pure in embrione, fin da Shakespeare si era mostrato: il grottesco. Grottesco molto ben definito da Jan Kott in un vecchio saggio, “Shakespeare nostro contemporaneo”: “Cos’è il grottesco se non che la impossibilità di compiere la tragedia in un mondo tragico?”.
    Questa condizione nuova darà la stura per esempio la teatro di Pirandello, dove alcune tragedie si compiranno, ma sempre nella giustificazione di una condizione fuori dai canoni socialmente riconosciuti, vedi, ad esempio, la pazzia di Enrico IV, che presa coscienza della impossibilità di tornare alla “vita normale” (agnizione), sceglie la via della vendetta condannandosi alla “pazzia”: un lavacro, dunque, che non ha purificazione, ma solo una liberazione dell’inconscio dal proprio “peso”. Così, mentre gli altri convenuti porteranno via il cadavere di Belcredi al grido di: “È pazzo, è pazzo”, egli non potrà che concludere, rivolgendosi ai suoi finti consiglieri “Ora sì. Per forza. Qua insieme, qua insieme. E per sempre”.
    Ora, tralascinado la disamina politico/economica del nostro simpaticamente misterioso amico, che reputo perfetta (e, bravo lui, anche sintetica), ci si dovrebbe chiedere se la situazione greca e quella della UE più in generale, sia effettivamente assimilabile alla Tragedia. Paradossalmente le sono assimilabili le tre unità: tempo, poichè sovrapponibile all’obiettivo; luogo, la UE nella sua concezione; azione, nella distruzione sistematica delle democrazie sia pure condotta con tempi e ritmi diversi a seconda dei Paesi.
    Personanalmente la reputo più vicina al Dramma, carica com’è di una sua dose di doloroso grottesco, lì dove il consesso civile ci impedisce di spargere sangue, come magari talvolta saremmo portati a desiderare.
    Come combinare, dunque, il nostro giusto desiderio di purificazione con il tenersi lontani dal piazzaloretismo? Come evitare, anche, di fare la fine dell’Enrico pirandelliano?
    (...)

    RispondiElimina
  23. (...)
    2

    La risposta, io penso, ce la fornisce, tornando un pochino indietro, il dolce autore russo, Anton Pavlovic Cechov, nel suo capolavoro: “Il giardino dei ciliegi”.
    Quando Anton Pavlovic finì di scrivere questa commedia, come egli stesso volle definirla, esultò, sicuro di avere finalmente scritto un testo comico. E litigò malamente con Stanislavskji quando questi la mise per la prima volta in scena (17 gennaio 1904) tirandone fuori tutto il portato malinconico.
    Ma aveva ragione Stanislavskji. Ciò che Cechov intuiva era di essere riuscito a fare qualcosa di grande, di immenso: avere superato la tragedia greca nella sua mancanza interiore, per il personaggio, di una via d’uscita defintiva (Edipo che resta cieco). Un qualcosa che egli stesso non sapeva forse ancora definire, e lo assimilava alla commedia. Quel che gli mancava era la nuova parola che definisse la nuova narrazione.
    La malinconia che pervade quasi tutta la commedia, è frutto del tentativo di salvare la vittima sacrificale che darà il via alla purificazione: il giardino. Il tentativo di salvarlo darà esattamente il risultato opposto, cioè la fine del giardino. Ma la sua fine non sarà più accettata dai protagonisti come una “tragedia”, bensì come liberazione, e un senso profondo di leggerezza pervaderà tutti (tranne uno, il vecchio cameriere...).
    Il contadino arricchito Lopachin lo dice in tutti i modi ai “padroni”: devono abbattere il giardino, lottizzare, cambiare completamente direzione, solo così saranno salvi. Essi ostinatamente rifiutano, andando a sbattere contro “l’agnizione”. E alla fine loro stessi, per primi, ammetteranno il senso di leggerezza.
    Ecco, io penso andrà un po’ così: il tentativo di salvare la “creatura” porterà inevitabilmente alla sua fine. Coloro che non hanno voluto ascoltare andranno a sbattere contro l’agnizione... resterà solo da vedere fino a che punto saranno pervasi dalla leggerezza.
    Noi di sicuro sì. E non mi pare ci sia altro, di fondamentale, a cui aspiriamo.

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  24. La cosa più triste di tutte è l'anonimato dell'autore. E questo, da solo, spiega come l'euro abbia potuto affermarsi e prosperare.
    Francesco Mazzuoli

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    1. Forse mi sono dimenticato di dirlo: perché l'anonimato di istwine andava bene e questo no? Perché quello di kthrcds o di porter o di Quarantotto (finché ha voluto essere anonimo) andavano bene e questo no?

      Siccome avete rotto il cazzo l'ho già detto, ora gradirei una risposta articolata e convincente. Dare lezioncine di coraggio civile ai miei amici è come darle a me, cioè è schierarsi dalla parte degli utili idioti da prima serata.

      Alberto Bagnai

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  25. Francamente, rispondendo a me in questi toni -tra l'altro poco urbani - sbaglia persona. Come può vedere dal link qui di seguito sono stato forse il primo in Italia a porle la fatidica domanda su come uscire dall'euro nell'ormai lontano Ottobre 2011 al convegno di Chianciano "Fuori dal debito, fuori dall'euro" cui ero presente come uditore
    https://www.youtube.com/watch?v=0kGWzyv5glQ
    Inoltre, nello stesso convegno, il giorno successivo al suo intervento, ebbi modo di intervenire e di metterci davvero la faccia in quello che ancora oggi resta una delle più inequivocabili e argomentate prese di posizione contro la UE e l'euro e per la riconquista della sovranità monetaria e nazionale in toto. Ecco qui l'intervento
    https://www.youtube.com/watch?v=QTEIjXNoWOw
    Poi, qui può leggere anche alcuni miei articoli, che raccontano la traiettoria dell'euro anche dal punto di vista storico e della propaganda
    http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2013/05/storia-di-un-romanzo-criminale-la.html
    http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2013/06/euro-dittatura-e-comunicazione-bisogna.html
    Ritengo che l'euro abbia potuto imporsi anche perchè molti portatori di interesse hanno contribuito alla sua affermazione: non solo i banchieri o i grandi industriali o i decisori politici, ma naturalmeente i giornalisti e molti intellettuali, tra cui senz'altro una maggioranza di economisti, che pur avendo i mezzi intellettuali per contrastare questo crimine e questa tragedia non l'hanno fatto per opportunismo e squallide ragioni di carriera.

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    1. So benissimo chi sei. Appartieni al simpatico humus per il quale 1000 asini corrono più di un cavallo, e che ha eletto a suo idolo uno che è stato zitto per anni perché stava in una importante banca, e che per farsi perdonare la sua latenza è rientrato nel dibattito insultandomi (in modo molto urbano). Proprio per questo ti ri-pongo la domanda, alla quale non hai risposto: il tuo CV non è una risposta.

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    2. Te lo dico in un altro modo: ci possono essere mille ragioni per non volersi mettere in mostra. Nobili o ignobili. Noi giochiamo in campionati diversi (cosa che in Illinois non avete voluto capire, e il vostro non volerlo capire è stata causa del mio lasciarvi perdere), quindi tu non hai modo di valutare queste ragioni, né le ragioni del perché tanti colleghi de sinistra tacciano (pur sproloquiando di un Bagnai leghista). Siccome se pubblico queste ragioni le ho soppesate io, facendo la tua filippica moralistica insulti me. E tu sei uno che a parlare aveva da perdere quello che avevo io: zero. Questo è quello che mi infastidisce.

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