sabato 7 febbraio 2015

Giannino e le sue spalle

Oggi sulla radio della Confindustria, organizzazione guidata da Squinzi i cui grandi elettori sono stati ENI ed ENEL, il dr Giannino ha dato il meglio di sé. Esortando un paziente Borghi a dare risposte concrete, visto che "si parla di cose concrete, del risparmio, del patrimonio", Giannino, sostenuto dalle sue due spalle, incalza Borghi: "Domani avete vinto le elezioni, la Merkel vi sorride in faccia, ecco - mi limito a dire quello - voglio sapere: come pagate i titoli denominati in euro agli italiani che ce li hanno in tasca? Come si fa con le imprese italiane indebitate in euro non convertibili a fronte del fatto che hanno un valore degli asset che a quel punto scende incorporando una svalutazione del, vogliamo dire di che ordine di grandezza? La sa solo il padreterno! A fronte di questi problemi, che sono gravi, perché significa il valore reale di risparmi e patrimoni..." Interloquisce una delle sue spalle: "Significa che ENEL, ENI, le grandi aziende italiane hanno i debiti in euro, eh!" Un'altra spalla: "Il problema è ENEL che è sovraindebitata ed ha tutto emesso in English law e quindi non convertibile". Riprende il capocomico: "Questo è l'enorme problema in cui Claudio Borghi, diciamo, idealmente, responsabile economico della Lega, che diventa ministro dell'economia e delle finanze, deve a quel punto dare una risposta".

Oh, questo si che è parlar chiaro! Spero che dopo questo intervento non oserete più accusare il dr. Giannino (e le sue due spalle) di disonestà intellettuale. Sì, d'accordo, c'è quella piccola forzatura logica, alla quale ci hanno abituato gli amici "de sinistra", quella secondo la quale "la svalutazione non sappiamo quanto sarà ma certamente sarà catastrofica"! Ma devo dire che, come sempre in Italia, la migliore informazione si trova nelle trasmissioni di avanspettacolo.

Avrete infatti notato due preziosi elementi di verità, che ci consentono di unire i puntini.

Il primo è che i guitti di Confindustria confessano il proprio conflitto di interessi, senza pensarci troppo su. Il loro puparo è stato messo lì da ENI ed ENEL, e quindi, ovviamente, loro si preoccupano per ENI ed ENEL, e gli altri si fottano. Del resto, in apertura di trasmissione Giannino aveva detto che "la deflazione non è male per chi ha un lavoro". Quindi se la deflazione stermina famiglie e piccole imprese ce ne possiamo fare una ragione: a noi il lavoro lo danno ENI ed ENEL.

Non si può dire che non sia un ragionamento razionale...

La seconda preziosa informazione è che il debito di ENI ed ENEL non si può convertire perché, come dice una delle spalle dell'indegno millantatore, è "under English law". Ma va? Che bella scoperta dell'acqua calda! Lo sapevamo anche noi, basta dare un'occhiata a Bloomberg:


Sappiamo quali e quanti sono i titoli italiani "under English law", e sappiamo quale impatto macroeconomico avrebbe il "mismatch" determinato dalla loro rivalutazione. Ma la cosa interessante non è questa. La cosa interessante è che Giannino, nell'incalzare Borghi, risponde alla sua (di Giannino) prima domanda. Infatti, se il problema che sta a cuore a lui è che i bond ENI non potranno essere ridenominati, be', allora è chiaro che il problema dei titoli di Stato è risolto, perché quelli, invece, potranno essere ridenominati (la percentuale under foreign law essendo inferiore al 6% del totale)! Quindi per ripagarli, guarda un po', si emetteranno nuove lire.

Povero Giannino! Nella sua foga di dare addosso a Borghi ha fatto autogol, ma non se ne è nemmeno accorto (e del resto perché dovrebbe? Lui di economia cosa ne sa?).
Ma attenzione! Perché il punto al quale la macchietta Giannino vuole arrivare, con la sua opera di terrorismo, è sempre il solito: convincere gli ascoltatori che una svalutazione dell'x% decurterebbe dell'x% il valore reale dei risparmi accumulati, ovvero lo stock di ricchezza (in attività reali e fisiche - abitazioni e beni di consumo durevole). Lo dice lui, e gliel'ho sentito dire anche in televisione, l'unica volta in cui ho fatto la triste esperienza di incontrarlo.

Ma, scusate, i dati ci sono! Quelli sulla ricchezza delle famiglie sono qui. Li ho riportati a prezzi 2013 usando l'indice dei prezzi al consumo, e sono andato a vedere se quando abbiamo svalutato del 20% (fra 1992 e 1993) il valore della ricchezza degli italiani in termini reali (cioè a prezzi costanti) è calato del 20%.

Giudicate voi:


Qui avete le attività reali (tangible), finanziarie (financial) e il loro totale (total). Fra 1992 e 1993 la lira si svalutò in termini effettivi nominali del 20%. La ricchezza totale crebbe dell'1%, con un aumento delle attività finanziarie del 6% e un cedimento dei prezzi delle abitazioni. Nell'anno successivo ci fu un'ulteriore flessione dello stock di abitazioni, e quindi la ricchezza totale cedette del 4%, per poi riprendere a crescere dall'anno dopo. Nel 1996 era al livello del 1992, e nel 1997 l'8% sopra.

"Quindi ha ragione Giannino, visto! La ricchezza è diminuita!"

No, amici, non ha ragione Giannino. Il mondo che descrive Giannino, giocando in modo sporchissimo, direi lurido, sull'equivoco fra valore esterno della moneta (potere di acquisto all'estero, che dipende dal cambio, cioè da quanta moneta estera ti danno per quella nazionale), e valore interno della moneta (potere d'acquisto all'interno, che dipende da quanto crescono i prezzi interni, se crescono), non è un mondo nel quale due anni dopo la ricchezza reale cala perché diminuisce lo stock di tangible assets (cosa che avvenne illo tempore per motivi del tutto scollegati, non solo temporalmente - come vedete - ma anche logicamente, dalla svalutazione), ma nel quale tutta la ricchezza si abbatte immediatamente per effetto della svalutazione.

Il mondo di Giannino, insomma, è solo il mondo di Giannino, e per quello nel grafico lo abbiamo indicato come "Giannino".

Se le cose andassero come dice lui, il nostro simpatico guitto, i dati seguirebbero la linea violetta: il giorno dopo la svalutazione, gli italiani si sveglierebbero con l'alito pesante, un cerchio alla testa, e andando a guardare nei loro libretti postali, nei loro conti in banca, nelle loro quote di fondi comuni, ecc., ovunque, insomma, troverebbero il 20% in meno. I dati dicono che questo non è successo (o meglio: è successo solo nel mondo di Giannino). Ma questo a Giannino e alle sue due spalle non interessa: l'importante è terrorizzare la vecchietta perché voti deflazione, affinché suo figlio si suicidi, dopo essere stato mantenuto da lei fino a 50 anni, ma il bond ENI sia salvo!

Inutile commentare lo spessore etico di questa operazione: Giannino è Giannino: un caratterista, una macchietta, come Gumpel, per dire. Ma una delle sue due spalle (non so nemmeno se questa mattina fosse lì) è un docente di un prestigioso ateneo italiano, che va lì ad ascoltare ogni giorno baggianate simili e ad avvalorarle con il prestigio della sua credibilità scientifica. Non so quanto prenda per fare questo lavoro, ma di una cosa sono certo: non è abbastanza. È triste e riprovevole che un collega si presti a simili attività di squallida disinformazione. Tanto più se inter pocula si fa quattro risate sulla pochezza analitica del capocomico, che non sa nemmeno scrivere l'equazione degli scambi di Fisher mettendo le variabili al posto giusto. Perdere la stima di tante persone per bene per spalleggiare una persona che in fondo non si stima è cosa che sinceramente per me rasenta la follia. Quando gli parlavo, cioè prima di questa mattina, gliel'ho fatto presente, alla simpatica spalla del simpatico guitto millantatore.

Ora basta, però.

Il tempo del dialogo, della tolleranza, verso chi sovverte i più banali fatti economici a scopo terroristico, per difendere interessi particolari che ha pure la sfacciataggine di confessare (tanto pensa che voi non capiate), credo sia finito. Questo non significa, ovviamente, che si debba andare a cercare queste persone e indurle a ragionare. Assolutamente no: non è il nostro lavoro e non sono i nostri metodi. Significa solo che chi dirà delle balle stratosferiche, come quella che la svalutazione decurta per un pari importo l'ammontare di risparmi accumulati dalle famiglie (cioè il loro stock di ricchezza), avrà la buona grazia di sottoporsi al fact checking, nell'attesa che l'ordinamento giuridico italiano evolva, sanzionando pesantemente chi diffonde dati palesemente falsi. Non credo che sia più tollerabile il livello di disinformazione dei media, e qui le opinioni non c'entrano.Giannino è pur sempre questo qui: un mentitore seriale, sui dati economici come sul suo curriculum universitario. La sua presenza sulla radio della Confindustria è la più chiara illustrazione della natura cialtrona e corrotta del grande capitalismo italiano.

Ma sono profondamente amareggiato nello scoprire che una persona (o forse due) che mi sembravano degne di stima facciano parte di una simile compagnia di giro, e soprattutto mi chiedo: io sono tollerante, perché lo sono nato, e perché non ho mai avuto molto da perdere, ma le piccole e medie imprese fino a quando sopporteranno questo scempio?

136 commenti:

  1. Il suo "collega" stamane credo non abbia proferito parola, vigliaccamente direi, dando "lustro" con la sola presenza nei titoli. In compenso Le ha minacciato nemmeno troppo velatamente guai se non si calma. Ma davvero è uno stimato professore? Sembra più un camorrista.

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    1. SCONSOLATO non ho altri aggettivi che possiamo fare? Io tutti i giorni nel mio taxi cerco di far capire come posso a chi salendo sù mi parladi governo sindaco politica.... cerco di spiegare che il proproblema è di modello economico come con quello Keynesiano siamo cresciuti fino a diventare la quinta economia mondiale e che dal 12/2/1981 il famoso divorzio tra banca d'Italia e governo i nostri politici ci hanno consegnato nelle mani dei mercati avendoci sottratto la sovranità monetaria proponendo ci il modello neoliberale (leggi neoclassico) il mantra dell'epoca fù lo stato è inefficiente e ladro per cui meno stato e più privato partono i governi Dini, Amato, D'Alema e Prodi ed iniziano le famose privatizzazioni ricordate la Sip trasformata in Telekom poi enel la stessa banca d'Italia trasformata in spa e privatizzata dall'altra parte dell'oceano Clinton si affrettava ad abolire la Glass Stegall act (separazione tra banca d'investimento e banca di prossimità) con il contestuale libero transito dei capitali quindi il totale asservimento dei politici al progetto delle grandi multinazionali e banchieri non se ne viene fuori il problema è politico ......i servi e collaborazionisti esistevano anche nella II GM Prego il buon Dio che dia un rigurgito di coscienza a chi è responsabile politicamente e si muova per il bene del popolo italiano cmq grazie di tutto professore. ...... se ha bisogno di un taxi a roma mi contatti per lei sempre disponibile. ...Vincenzo

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  2. Interessante scoprire che gli investimenti in moneta estera, che si rivaluterebbero, siano irrilevanti ("quanti risparmi degli Italiani in proporzione sono in moneta estera" dicono i compari) mentre la svalutazione degli immobili sia molto più importante. Dimenticandosi di quanto sia stata molto più grave la perdita di valore di immobili e aziende dall'ingresso nell'euro.
    Probabilmente Giannino pensa che il sogno di ogni Italiano sia vendere i suoi immobili all'estero.

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  3. La trasmissione di stamattina è stata da volta stomaco. L'unica cosa che rimpiango è il non aver potuto osservare in diretta le espressioni di Claudio Borghi.

    Su Eni, si è sentita anche una battuta in sottofondo del tipo: con tutti gli utili che fa non possiamo permetterci di perderla (una cosa simile).
    Questo, se mi è permesso, è un altro grosso scivolone che fanno poichè i Giannino sono gli stessi che tifano per la privatizzazione (anche estera) di tali aziende.
    Ma come, hai una gallina dalle uova d'oro del genere che dobbiamo preservare a tutti i costi però non vediamo l'ora di venderla all'estero ?

    E poi, per quale diavolo di motivo per due aziende dobbiamo sacrificare 60 milioni di Italiani ?
    Vado a letto con la nausea, è tutto il giorno che ripenso a ciò che hanno detto stamattina con l'aggravante di far passare il messaggio che lei e Borghi la facciate facile valutando solo il t+1 e non il t0. Ma da chi si permette di storpiare l'inno italiano in questo modo... cosa vogliamo pretendere ?

    A proposito: perchè Giannino non va negli USA a prendere per il sedere il loro inno ? Là sono così liberi, ma così liberi che si divertiranno di sicuro... o forse no.

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  4. "Ma una delle sue due spalle (non so nemmeno se questa mattina fosse lì)…"

    C'era c'era, magari non si sente bene, ma se si ascolta con attenzione lo si sente.

    Comunque, se si può credere di portare 20 milioni di persone sui Pirenei con uno sceneggiato TV, in un luogo visitato da milioni di persone da 150 anni (da quando cioè la TV non era nemmeno nei sogni) e se si crede che la teologia non è una scienza perché non si tocca con le mani (come a volte fanno i bebè con i loro escrementi), ALLORA (e sottolineo ALLORA) non è una sorpresa se si condivide la "visione del mondo" (concetto francamente esagerato in questo caso, diciamo meglio: la visione dell'ampio spazio compreso fra il proprio apparato riproduttivo e il ricordo del cordone ombelicale) di un giannino.



    Chi non crede in Dio non è vero che non crede in niente perché comincia a credere a tutto.

    Gilbert Keith Chesterton

    (giornalista anche questo, ma alter sport rispetto alle chiaviche che oggi vanno per la maggiore)



    Ah un'altra cosa, da quando la leggo sono diventato molto più diffidente e miscredente verso quello che leggo e sento e QUINDI (e sottolineo QUINDI) un molto migliore (o meglio: meno peggiore) cattolico. E questo è un ALTRO debito nei suoi confronti (la lista si allunga).




    Ad ogni modo, giannino a Milano ha chiuso:

    http://www.dagospia.com/rubrica-5/cafonal/ieri-sera-finita-epoca-chiusura-ristorante-giannino-93874.htm

    ...coi segni non si scherza… ;-)

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    1. Commento spassosissimo. Comunque se siamo riusciti a digerire il fatto che la terra gira attorno al sole direi che abbiamo speranza no?

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  6. La cosa aberrante, nei 10 minuti 10 di ascolto della trasmissione, fu l'affermazione di una delle spalle del noto caratterista, rimbrottare il paziente Claudio sull'effetto della svalutazione: "ma allora quello che dici è che le imprese estere dopo l'eurexit verranno a fare acquisti da noi? Dimmelo, perchè a me, se fosse così, starebbe bene", denotando 1) poca dimestichezza col mondo reale, attuale dell'Euro, nel quale succede ciò che lui auspica: aziende estere che acquistano per pochi spiccioli aziende italiane decotte per distruggerle definitivamente solo con l'intento di acquisire quote di mercato 2) zero mentalità pratica, in quanto l'imprenditore di un'azienda italiana in ripresa dopo l'uscita dall'Euro non avrebbe grande interesse a cedere la propria azienda, ora che ha un futuro positivo.

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    1. non mi sembra che i tedeschi abbiano comprato ducati per distruggerla e vendere più moto BMW...

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    2. Be', no, in effeow-tti non avrebbe senso, la tua osservazione è giusta. Compri un marchio riconosciuto per sfruttare il suo posizionamento nel mercato, e metterti in tasca i soldi. Naturalmente, se il marchio resta in mano italiana, i soldi restano in Italia. Il punto è solo questo. Ci sono però casi di aziende che non hanno un marchio posizionato sul mercato, ma magari know-how o altri asset materiali o immateriali interessanti, e lì il rischio "spoliazione" (chiusura dell'azienda o di parte di essa per trasferire linee produttive in paesi più "competitivi") è più concreto.

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    3. BMW/Ducati no, ma che mi dici di Lactalis/Parmalat? Conquistata la maggioranza, hanno acquisito i marchi locali e chiuso un po' di stabilimenti di produzione. E il latte? Tedesco o austriaco.

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  7. Da otto e mezzo del 6/2 minuto 27:40.
    Monti: "Oggi il mondo non è governato e la capacità di contribuire a governare il mondo da parte delle - chiamiamole - democrazie di stampo occidentale sta declinando rispetto al ruolo, comunque molto difficile nel governare il mondo, dei paesi autoritari. Dobbiamo chiederci se le nostre democrazie siano in grado non solo - e già è un problema molto difficile - di gestire se stesse, il proprio sviluppo economico, guardando al lungo periodo mentre sono schiave di sondaggi quotidiani, e sempre delle prossime elezioni, ma anche in particolare se sia mai più possibile condurre delle politiche estere lungimiranti in paesi che sono condannati a questo tipo di dittatura del cortotermismo, dittatura del brevissimo periodo."

    Anche Monti vorrebbe non avere bisogno di Giannino per convincere la vecchietta, e per farlo lavora per quella che prima o poi chiameranno apertamente: una "democrazia di stampo autoritario".

    (lorluc)

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    1. La "confrontation"... Monti evidentemente ha imparato l'italiano da Celentano...

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    2. Anche io a malincuore ho seguito, giusto per vedere con quale faccia tosta il nostro "salvatore" Monty si fosse presentato. Ovviamente non mi ha deluso. Quanto riportato da Lorenzo risponde alla domanda "che cosa si dovrebbe fare contro l'ISIS?". Il salvatore dopo aver apertamente manifestato la propria incompetenza sull'argomento sfrutta ogni secondo televisivo per propinare la solita propaganda "più europa". Chiaro no? Si devono allontanare i centri di potere dagli elettori, renderli indipendenti dai sondaggi politici, solo in questo modo si potrà governare "correttamente" il mondo. "Fate fare a noi popolo bue che faremo bene". Peccato non venga spiegato bene per chi.

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  8. È una vitaccia! È una vitaccia! Disse il cacciavite.
    Albè non ti preoccupare che Giannino e la sua orchestra stanno allegramente pisciando controvento, con le ovvie conseguenze. Ma visto che il web non dimentica ai tre cabarettisti verrà ricordato il loro tradimento costantemente.

    P. S. Cambia giro di amicizie che gli "economisti" son brutta gente!

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  9. che giannetto sia una macchietta e' ovvio, basta vedere come veste....

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  10. La prima cosa che ho pensato dopo aver ascoltato è che fece bene lo scaltro Zingales a sputtanarlo pubblicamente un paio d'anni fa (magra consolazione di fronte alle volgari movenze di un tale squallido ed assordante guitto ...) , ma questo è come un pupazzo gonfiato (stile Galbani), si rialza ogni volta con la sua grottesca faccia di tolla.
    La seconda che ho pensato, invece, mi ha rattristato di più, perché mi è venuta rispondendo alla sua ultima domanda: Confcommercio non faceva e continua a non fare gli interessi dei suoi associati, la sua dirigenza prende ordini e prebende dai suoi cugini più grandi .... vedi caso Billè (esperienze personali passate mi hanno permesso di verificare direttamente il clima che si respira li dentro ...); Confesercenti, CNA sono storicamente legate all'area PD (anche se a parole dicono che loro sono indipendenti , bla bla e ancora bla); Confagricoltura non pervenuta; CGIA Mestre non pervenuta, o meglio pervenuta nel PD ...; Legacoop? beh qui ogni commento è inutile, il nostro ministro del lavoro si sta riposando da poco dopo avere ultimato il suo ultimo capolavoro... e poi la GDO coop sta facendo dei bei bilanci nonostante la crisi, e sono molto orgogliosi di riportarlo nelle loro informative sociali ( provenendo da quelle zone so bene quanto sono tosti... ma veramente eh ! Non lo dico in senso ironico, stavolta).
    Paradossalmente l'unico sollevamento di schiena potrebbe venire teoricamente dalla parte di Confindustria composta dalle PMI, ma anche se decidessero di alzare la testa non avrebbero abbastanza voti per imporsi (ENI ed Enel, solo loro, hanno ancora una bella botta di dipendenti...).
    Quindi la vedo molto, ma molto improbabile, ed è per questo che mi sento po' triste!
    P.s.: non è fantascienza o complottissmo pensare che un rilevante (molto rilevante!) motivo per cui non si può fare in Italia un serio dibattito, partendo da dati veri, sull'uscita dall'euro, sia proprio la presenza di due o tre gruppi multinazionali rilevanti nei loro rispettivi settori (gli ultimi rimasti, uno molto noto già se ne andò!). Ricordiamoci che i signori in questione hanno potenti mezzi finanziari per fare lobbing and corporate relationship, magari senza bisogno di possedere direttamente un giornale o una televisione come in passato.


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    1. Non sentirti triste, l'uscita non sarà, come non è mai stata, si origine istituzionale ma "forzata dagli eventi" come quelli dell'otto settembre 1943...basta un birillo nell'euro che cade e l'effetto domino sarà interessante come lo è stato nella crisi delle tigri asiatiche del 1997: partita la Tailandia tutte le altre hanno fatto la stessa fine; per questo anche Cipro e la Grecia sono importanti per il Nazieuropeismo! Consolati comprando delle belle obbligazioni in USD con scadenza successiva al 2018!!!

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    2. non sapendo come entrare mi inserisco rispondendo. volevo solo affermare che quando si fanno cose in malomodo dopo si hanno i risultati. l'euro e' stato imposto cioe' senza referendum e senza fare votazioni in parlamento. come puo' un paese intero sopportare una cosa cosi? ma perche' paghiamo tutti quei coglioni di parlamentari senza che questi che hanno giurato sulla costituzione (che della liberta' e la democrazia ne difende i cardini) abbiano fatto nulla per non farsi imporre una moneta. si sa da quando si fa ragioneria che le monete sono la bilancia che permette la fluttuazione del valore tra paesi. cioe' tee lo spiegano a quattordici anni che una moneta non la si deve ancorare ma lasciarla fluttuare perche' determina il valore del paese e se vale poco da polmone al paese per esportare e rimettersi e se vale tanto si rivaluta rispetto alle altre monete. se togli la possibilita' di fluttuazione se ne ricava che dai al paese una valutazione che non e' reale con le conseguenze che abbiamo visto con argentina e altre situazioni. ora noi siamo in questa situazione per merito dei cosidetti professori prodi ciampi (che peste li colga) come possiamo uscirne. beh a mio avviso siccome non siamo soli ma in buona compagnia penso che se francia italia spagna portogallo grecia ecc. si riunissero da soli e programmassero l'uscita la farebbero come vogliono. non si devono rispettare i trattati in questo caso. poi vanno a comunicare cosa hanno deciso alla germania e il gioco e' fatto. tutto si riassesta. tutti lavorano di piu' tutti mangiano e vivono una vita normale. altro che stare li a farsi abbindolare da questi europeisti che sono cinque anni che dicono che basta rimodulare l'europa in modo piu' morbido e non lo fanno mai e tutto va a posto

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    3. Ottimo consiglio microeconomico !!! Ad averne già pronti .... ahhhh!

      Comunque vedremo se e quando ci sarà il primo birillo, e chi sarà ...

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    4. E' verosimile ma, di fronte ad una Paese sconfitto (il Paese nel quale sono nato, vivo e, probabilmente, vivrò) prima che da potenze estere dal provincialismo e senso di inferiorità delle sue classi dirigenti, insensibili a qualunque senso di responsabilità, non mi rallegrerei neppure fossi uno scaltro rentier. Invece che acquisire solo obbligazioni USD o corone danesi, diversificherei il portafoglio sostenendo un' informazione corretta in Italia (e perchè no) anche in Germania.

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    5. @Erik Babini
      Sono d'accordo con Lei per quanto riguarda la diversificazione proposta. Per quanto mi riguarda ho sempre cercato di praticarla, nelle mie possibilità, da 35 anni a questa parte … diciamo con alterni successi!
      Per quanto riguarda il consiglio datomi da Robertobocco, io l'ho preso come una simpatica battuta ai fini di una migliore allocazione del risparmio privato dato l'attuale contesto finanziario UEM, eventuali altri intendimenti (se ve ne sono stati) non mi interessano ne mi toccano.
      D'altronde lei sa bene che il risparmio (e la sua tutela) è un termine dell'equazione del sistema economico in cui tutti viviamo, ci piaccia o meno.

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  11. Una spalla di Giannino dice, a Claudio Borghi: “Sei l’unico partito che in questo momento vuole uscire dall’euro”.
    Dimenticandosi anche che una parte del PD, specie Stefano Fassina e Gianni Cuperlo, è contraria all’euro.
    La spalla chiede a Borghi: “Bisogna uscire dall’euro a sorpresa oppure di concerto con l’Europa ? L’uscita dall’euro sarebbe come un’esplosione nucleare. Per questo io contesto a te, e ad Alberto Bagnai che non ci dite cosa succede nella transizione, dal tempo t con zero al tempo t con 1. Si esce dall’euro appena la Lega ha responsabilità di governo ?”.
    Borghi: “Da tempo sono in coordinazione con quasi tutti i politici e gli economisti di tutta Europa. E la risposta è uscita dall’alto, della Germania, con conseguente uscita degli altri Paesi.”
    Borghi: “I costi dell’uscita dall’euro sono minori dei costi del rimanere, questo dobbiamo sempre tenerlo presente. Noi italiani possiamo ridenominare il nostro debito pubblico in valuta nazionale, in qualsiasi momento. Questa è la nostra grande fortuna, rispetto ad altri Paesi.”
    Giannino a Borghi: “In caso di uscita dall’euro ci vorrebbe una dittatura assoluta, che ci dice che cosa si fa e che cosa non si fa per molto tempo”.


    Considerazioni personali:
    Sono molto molto molto sorpreso da questo video.
    Sia per il fatto che Confindustria parli di uscita dall’euro, sia per il fatto che ne parli Giannino. Una discussione seria ed analitica.
    Complimenti a Borghi, solo contro 3 !
    Perché una spalla cita Bagnai ? E’ uno dei massimi esperti italiani di uscita dall’euro ? Se sì, allora perché non viene invitato da Giannino in trasmissione ?
    Giannino si preoccupa di Eni ed Enel, coloro che hanno messo Squinzi alla Presidenza di Confindustria. Domanda: e a noi italiani cosa importa di Eni ed Enel ? A noi italiani importa poco o niente di Eni ed Enel. Una spalla dice che Eni ed Enel hanno titoli soggetti alla legge inglese: affari di Eni ed Enel. Mi domando ulteriormente: se le oscillazioni dei titoli, in legge inglese, di Eni ed Enel portano utili a tali aziende, arrivano dei guadagni ai cittadini italiani ? Magari in termini di riduzione delle tariffe energetiche ? Non mi risulta affatto. E allora mi viene spontanea la considerazione, per Eni ed Enel: è il rischio d’impresa (oscillazioni di cambio) bellezza ! Abbiamo (avete) voluto il mercato aperto ? Bene, ora voi di Eni ed Enel ve ne assumete le responsabilità e ve ne accollate le perdite, di buon grado.
    Tutte le domande, così forzatamente enfatiche, di Giannino a Borghi, perché non sono state poste PRIMA di entrare nell’euro ? Perché non sono state poste in questi 15 anni di euro in vigore in Italia ?
    Infine, sulla presunta variazione del valore degli immobili, in caso di uscita dall’euro, che Borghi abilmente confuta a Giannino, mi chiedo: cosa ha fatto Confindustria, a partire dal 2010 circa, quando la crisi ha iniziato a colpire duro i piccoli artigiani dell’edilizia, i rivenditori edili e le tante piccole imprese di costruzione ?
    Risposta, ovvia e conosciuta: nulla. Assolutamente nulla. E ora Confindustria si preoccupa della variazione del prezzo degli immobili, in caso di uscita dall’euro ? Tempo scaduto, Confindustria ha perso credibilità.

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  12. Giannino sapevo analizzava sempre le dinamiche dell'offerta (quando la crisi è dovuta ad un crollo della domanda) ma non pensavo sinceramente ad affermare cio'! è possibile che non conosceva il debito Greco?

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    1. Perdonami: ti stai chiedendo se Bombolo sapesse calcolare il red shift. Ti faccio presente che considerare come economista un simile essere significa insultarmi.

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    2. giannino è un marchio ed è in vendita ; la sua loquela a macchinetta la voce e il look e soprattutto la fama ,squallida , sono doc ; confindustria lo compra si serve di quel marchio lo sbatte in prima pagina ( i mostri servono a questo) e lo spalleggia di economisti pare doc, e questa è la cosa forse più grave, per sparare incertezza e dubbi , proprio contro chi , vedi bagnai e borghi , cerca di informare senza deformare

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  13. Il baffetto benvestito non considera che rimanendo nell'euro gli immobili continueranno a scendere di valore fino ad arrivare ben sotto i valori di Berlino ( al momento centro di Roma o centro di Milano 10mila al MQ circa e centro di Berlino 3 mila )
    http://www.frontlineberlin.com/it/immobilare/Berlino/Friedrichshain/Appartamento_Koppenstr._2Stanze_FBPS3747.html
    come è successo agli immobili dell'area valutaria subottimale che nel 1860 è stata creata da Garibaldi &co. Palermo valeva molto più di Torino o Roma.....
    Solo una uscita dall'euro permetterebbe agli immobili di risalire per il ritorno dell'attività economica, non solo quella di sussistenza, e la demografia: i giovani che non espatriano.

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  14. Il cambio delle mutande è un atto dovuto di igiene personale, divenuto per i Quisling locali bisogno fisiologico.

    Hic manebimus optime.

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  15. Buongiorno Professore,è da qualche settimana che la seguo sul suo blog, e ho letto anche quasi la metà del suo secondo libro, e ovviamente leggerò il primo.
    Avevo in mente i concetti che lei sta chiarendo a tutti, ma senza gli strumenti tecnici e logici.
    La ringrazio per il lavoro che sta facendo per tutti noi e per i nostri figli.

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  16. La cosa peggiore è che questo terrorismo si radica nei pensieri delle masse. Funziona a tal punto che qualcuno non riesce più a convincersi del contrario anche quando a spiegare che ci hanno mentito e ci mentono c'è una persona illustre.

    Non è facile spazzare via un imprinting di anni in poco tempo. Se la pubblicità ti ha convinto che c'è un mondo sano e naturale fatto di biscotti e merendine piene di grassi saturi, con lo stesso mezzo puoi credere che senza euro non esisterebbe più l'Italia.

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    1. In Italia dal 1922 al 1943 "l'imprinting" fu molto attivo! Giudica tu se dal settembre 1943 in poi la vaccinazione ha funzionato.

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    2. Non sono convinto: prima di leggere Giacchè (Anschluss) e Bagnai (blog e libri) un paio di anni fa oramai, ero anche io piuttusto pesantemente influenzato da questa informazione. Vero che qualcosa non mi quadrava perché vivo nel mondo reale ma pensavo che i problemi fossero davvero la corruzzzzione e il debito pubblico. La mia vecchia e polverosa laurea in economia non mi aiutava più di tanto a capire; certo mi ha poi aiutato a capire più in fretta le letture di cui sopra ma sono state queste e solo queste ad aprirmi gli occhi. Io credo che gran del popolo si stia svegliando, la divulgazione è importante, i social aiutano quindi condividi più che puoi, anche parlandone al lavoro, al bar, al circolo delle bocce. Non abbiate paura.

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    3. La vaccinazione ancora non è arrivata al suo zenith...

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  17. L'ho ascoltata, quella imbarazzante scenetta di circa mezz'ora, e il prof. Borghi con molto garbo ha fatto capire abbastanza chiaramente che il trio era in malafede o ignorante. Secondo me i tempi sono effettivamente cambiati grazie a voi tutti che avete lavorato per diffondere notizie corrette e dato la possibilità a noi che vi abbiamo ascoltato di condurre a voi altra gente che voleva capire. Non è più possibile fregare la stessa quantità di italiani che si facevano fregare facilmente in passato. Il livello di consapevolezza almeno su internet è aumentato. Certo raggiungere i meno al passo coi tempi resta il lavoro più difficile. Ma rispetto a qualche anno fa stiamo messi un po' meglio, mi pare. Avanti così! Anche se dubito che la liberazione dalla tonnara sarà opera degli italiani.

    Inoltre, sono preoccupato per la crisi russa, oltre che per quella economica. Ma quella, è un'altra storia. Buona giornata!

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    1. Caro Salvatore,
      sono sempre più preoccupata anch'io, specie da quando ho visto la foto della culona che vorrebbe pagare il dietologo agli altri e il pesce lesso soli al tavolo con Putin.
      Oltre a non avere nessuna fiducia in quelle due "persone", mi domando a quale titolo quei due rappresentino l'Europa. Non abbiamo un parlamento europeo? Non abbiamo un "Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza" in Europa? (è la Mogherini? Ah, ok, allora è meglio che stia a casa).

      Di nuovo l'Italia (insieme ad altri 20) è stata tagliata fuori, tanto più che i caccia non avranno nemmeno bisogno di violare i nostri spazi aerei (credo).
      Sul caso, al quale il nostro Paese assiste impotente, interviene Berlusconi: «È inaccettabile che si rischi la guerra con la Russia senza che l'Italia faccia sentire la sua voce per fermare questa follia», ha detto ieri l'ex premier. Aridatece er satiro di Arcore che, al confronto di questa brutta coppia, può fare la sua bella figura di grande statista.
      Signor Putin, confidiamo in lei...

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  18. Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincie ma BORDELLO!
    Dalla nascita della lingua Italiana alla morte della nazione italiota nulla è cambiato.
    Dal popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori alla popolaglia di ruffiani, di cocotte.....
    Sono inorridito

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    1. Se non ha di meglio da fare che dare della puttana all'Italia, può anche levarsi dai coglioni. Magari può andare a lustrare le ghette di Giannino.
      L'Italia ce la farà, nonostante gli idioti come lei.

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    2. Marie Antoinette, ti vedo un po' sanguinaria. Stai combattendo su due fronti, o sbaglio?

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    3. Dall'Alpi alle Piramidi,
      dal Manzanarre al Reno:
      gli idioti mi danno la carica su tutti i fronti.
      E poi è domenica, ho tempo.

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  19. sto ascoltando… bisogna dire che Borghi ha veramente stomaco ad andare in questi “salotti”. Chapeau. Ma che fatica stare dietro a sta gente…

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  20. Le "domande" di Giannino sono delle dissertazioni piene di affermazioni apodittiche che nella migliore delle ipotesi sono molto discutibili. Le risposte devono sempre essere "rapidissime". Dopo la risposta arriva la chiosa di Giannino che rielabora a modo suo (totalmente distorto) le cose dette dall'interlocutore (quando non gli attribuisce cose mai dette) senza che questo abbia la possibilità di rettificare.

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    1. Esatto. La disonestà intellettuale dell'operazione è trasparente. E chi partecipa a una operazione (intellettualmente) disonesta può giocare al galantuomo quanto gli pare: per me è un mascalzone (intellettuale).

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    2. Mi avete fatto venire in mente un'intera tipologia di persone che ho conosciuto lavorando e bevendo birre. Chiosare discorsi altrui per cercare di dimostrarsi preparati e intelligenti facendo cascar le palle al povero interlocutore è un viziaccio diffuso!

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  21. Sono convinto che l' opera quotidiana di controinformazione (scusate questo relitto terminologico del sessantottismo) ed il lavoro instancabile del blog e del suo autore, delle sue monografie imperdibili, stiano producendo importanti risultati. Lo percepisco dal cambiamento di atteggiamento di coloro che fino a pochi mesi fa inorridivano al solo pensiero della uscita dalla moneta unica. Oggi, nonostante gli sforzi immani dei media di regime (PUDE) e dei lacchè giornalisti distribuiti con sapienza su tutte le reti TV e radio, la percezione che ho, frequentando e incontrando per lavoro molte persone ogni giorno, è quella di una inversione brusca degli umori finora acquiescenti verso le politiche europee e l' euro. Purtroppo, temo, sarà il ceto dirigente tutto (industriale, politico, economico) l' ultimo a comprendere la necessità e l' urgenza di uscita dall' euro, così come la storia ci ha insegnato negli avvenimenti importanti del nostro paese. Ho invece più fiducia di ieri che la consapevolezza del popolo, fino a poco tempo fa patrimonio di una piccolissima e colta minoranza, soprattutto a causa delle condizioni sempre più nere dell' economia nazionale, stia divenendo sempre più diffusa. E credo anche che su questo occorra lavorare sempre di più. I risultati non tarderanno ad arrivare.

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  22. Intervengo (in punta di piedi e con un po' di imbarazzo lo ammetto) solo per dire che farò ascoltare a tutti i miei conoscenti la discussione fra Giannino&Co e Claudio Borghi Aquilini.
    Basta aver compreso qualche nozione elementare sulle dinamiche dei tassi di cambio per inquadrare perfettamente le dramatis personae della trasmissione.
    Non so se per merito di Borghi Aquilini, per colpa di Giannino o semplicemente perché a volte la verità tende a manifestarsi con forza, ma fin dai primi minuti di ascolto ho avuto la netta percezione di assistere ad uno scontro fra due punti di vista assolutamente distanti.
    Borghi Aquilini si è posto dal punto di vista della famiglia monoreddito, che conduce una vita modesta e con una piccola casetta di proprietà; dal punto di vista del piccolo-medio imprenditore che fa gravitare la sua vita attorno alla sua attività e che se va in ferie fa al massimo un giretto nella spiaggia/montagna più vicina. Lo stesso imprenditore che se la sua azienda riesce a fatturare non si sognerebbe mai di venderla, perché è parte della sua vita e storia familiare; la stessa famiglia che se vende casa è perchè costretta a prenderne una un pelo più grande (magari per far posto ad un genitore non più autosufficiente o ad un figlio).
    Il trio Giannino-Seminerio-Maffè si poneva semplicemente (e spietatamente) dal punto di vista di coloro che questo tipo di vita non la conoscono e non la vogliono nemmeno conoscere (pensando altezzosamente e forse stupidamente che non sia cosa che li riguardi). Il loro puto di vista era appunto quello di alto o medio alto borghese (magari uno del CDA di ENI-ENEL?) che quando parla di beni immobiliari pensa ad un investimento non alla propria casetta; che quando parla di spese familiari pensa alla nuova BMW, agli sci stoeckli o ai mobili etnici di teak equobiosolidali non a quattro mele e un po' di pane dal pizzicagnolo.
    "Gli interessi in qualche modo possono essere contrapposti o quantomeno i ruoli sono contrapposti...e bisogna tenerne conto" cito (impropriamente me ne rendo BEN conto! In questo caso gli interessi sono totalmente contrapposti solo per chi è miope e guarda solo al breve periodo ) il Prof. solo perché la sua frase rimbombava nella mia mente mentre ascoltavo la trasmissione; la domanda che farò ai miei conoscenti dopo l'ascolto è: "su chi poggiano le basi della nostra nazione? Tu da che parte stai?".
    Grazie per l'ospitalità Prof.!

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  23. Propongo il seguente brano, tratto da un editoriale del Tirreno (gruppo L’Espresso), del solito “talebano”:

    “Il Bazooka di Draghi frena il contagio greco

    […] A ciò si aggiunge il fatto che è in corso una rapida fuga di depositi dagli istituti del paese (la Grecia n.d.r.) per la paura del ritorno alla dracma; una fuga che ha coinvolto quasi 20 miliardi di euro tra dicembre e gennaio scorsi, circa il 10% del totale. […]
    Tsipras ha posto sul tavolo anche la prospettiva di una ristrutturazione del proprio gigantesco debito attraverso una conversione degli attuali titoli, molto onerosi, in titoli perpetui o agganciati al Pil. Si tratta di soluzioni assai fantasiose, già conosciute nel corso della storia – soprattutto di quella remota – che hanno avuto pochi esempi recenti. In Italia, dopo una prima esperienza in età giolittiana, titoli simili furono emessi nel 1935 dal governo Mussolini per finanziare la guerra d’Etiopia. D’altra parte titoli “irredimibili” in Italia non sono più possibili dal 1981, in coerenza con quanto avviene col resto del mondo. In quest’ottica, la nuova ingegneria finanziaria di Tsipras e Varoufakis è poco credibile all’interno delle attuali coordinate dei mercati; […]”

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  24. Devo dire che rimango sgomento come non sia a tutti chiara la differenza tra valore esterno e quello interno di una moneta: l'ho capito pure io che so solo che l'aoristo secondo o forte di blosko è emolon (Bagnai mi asfalti pure per l'asserzione). Forse perché vivo nel paese di Razzi e quando ritorno in Patria mi sento un signore più dell'Ulisse di Monteverdi? Non so. Comunque, dare i soldi a Giannino per parlare di economia mi sembra intollerabile: esiste tanta gente povera al mondo. Orsù, facciamo beneficienza: let's praise Lord Jesus.

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  25. E' chiaro che ormai l'euroexit viene considerato probabile da chi comanda in Confindustria e cioè Eni, Enel, alcune grandi banche e alcuni grandi delocalizzatori (Guidi, Squinzi). Tali soggetti sarebbero colpiti dall'euroexit e intendono limitare i danni, peraltro derivanti da errate scelte imprenditoriali. Ciò comporta (finalmente) l'identificazione del vero, grande problema: come "tutelare" i soggetti con debiti regolati da legislazione non italiana...e l'apertura di una trattativa. Mi sembra un fatto positivo. E' triste che ciò avvenga anche per il tramite di uno sguaiato clown e di due persone stimabili che per vantaggi finanziari e di immagine hanno deciso di rovinare la propria reputazione, ma tant'è. Molti dei dirigenti delle aziende sopra citate hanno bisogno di un intervento statale che eviti loro il fallimento (Enel, alcune banche) e/o il carcere per bancarotta fraudolenta e/o preferenziale.

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  26. [...] la più chiara illustrazione della natura cialtrona e corrotta del grande capitalismo italiano

    Io toglierei italiano.

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  27. Mi limito a considerazioni "formali".
    Fin dall'apertura -battutine da bulletto liceale e scoppi di risate isteriche del conduttore come intercalare- è stato evidente quale sarebbe stato il grado di malcelata aggressiva nervosa malafede con cui Giannino&soci avrebbero condotto il confronto con Borghi (il branco contro un individuo solo?? :) ).
    Il tentativo di ridicolizzare l'interlocutore e le sue posizioni per screditarne pubblicamente l'autorevolezza è in ogni caso malamente fallito (chi ne dubitava?) di fronte all'inconsistenza dei ragionamenti economici, anzi ha prodotto un effetto boomerang (oh "effetto cabaret", come dice lei, prof), dato che mi pare di aver sentito ad un certo punto qualcosa di simile a:"l'attività twitter stamane è intensa, non siamo abituati...".
    Il cammino è lungo ed i risultati si vedranno solo sulla lunga distanza, ma pian piano ci stiamo arrivando, anche (o soprattutto) grazie a persone come lei che producono cultura ed informazione "vere". Grazie prof.

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  28. A me, la trasmissione di cui sopra (non uso la parola "dibattito", che è cosa diversa) è parso un ottimo segno: anche il fronte avverso, sebbene si riducesse al massimo strumentalismo, è stato COSTRETTO a 1) ammettere come realistica l'ipotesi di eurexit 2) alzare un polverone fantasy sul costo dell'eurexit.
    Il che implica che non ci si può più dire: "l'euro è irreversibile".
    A questo punto dello scontro, mi pare che la linea più efficace sia battere e ribattere sulla questione di fondo, che da sempre è politica. Ogni volta che si tocca il tema eurexit (cioè sempre, d'ora in poi) battere e ribattere e ancora ribattere su CHI CI GUADAGNA (e quanto, e perchè) e CHI CI PERDE (e quanto, e perchè). Facendo naturalmente nomi, cognomi, codici fiscali e ragioni sociali. Dopo di che si può cominciare, sul serio, a "dibattere".

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    1. Sono d'accordo con il suo "bicchiere mezzo pieno", anche perché è l'unica arma che si è data.

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  29. “»Noi non indietreggiamo davanti a niente,» rispose Michele Chrestien. «Se tu avessi la disgrazia di uccidere la tua amante, io ti aiuterei a nascondere il tuo delitto e forse potrei anche stimarti; ma se tu diventassi una spia, io ti fuggirei con orrore, perché ciò vorrebbe dire che tu saresti vigliacco e infame per calcolo. Ecco in due parole il giornalismo.
    L'amicizia perdona l'errore, l'impulso della passione; ma deve essere implacabile di fronte alla decisione deliberata di fare baratto della propria anima, del proprio spirito, del proprio pensiero.»”

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  30. Si infervora, Oscar, nel perorare le sue stravaganti convinzioni. Il che è comprensibile: dopo un po' si semina da solo e di fronte alle obiezioni di Borghi stenta a raccapezzarsi.
    Bisogna però riconoscergli che negli ultimi tempi veste quasi normalmente e si è finalmente reso conto che radersi in maniera convenzionale migliora sensibilmente il suo aspetto, pur restando sotto gli standard normalmente suggeriti in un civile consesso.
    Non credo che Oscar sia pagato per illustrare il suo pensiero. Credo piuttosto che si tratti di volontariato e che la sua rubrica su Radio 24 vada intesa come l'“angolo del buonumore”. Ascoltare Giannino che sibila “sappiamo quello che lo Stato italiano ha fatto con la liretta”, o che si auto-suggestiona parlando di cose che non gli sono del tutto chiare può anche risultare divertente – se si ha del tempo da perdere. Del resto, le cose andranno comunque come devono andare nonostante Giannino.
    Il che implica che forse domani Oscar dovrà trovarsi un vero lavoro.

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    1. Spero sia chiaro a tutti che io per Giannino ho la massima compassione (in senso manzoniano), mentre stento ad averne per Carnevale Maffè e per Seminerio, che sinceramente poteva risparmiarsi il suo "Bagnai la fa facile", per motivi che circostanzierò sul Fatto Quotidiano. Un minimo di onestà intellettuale non guasterebbe, tutto qui...

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  31. Evviva il fact checking porca miseria ladra!!
    Sembra un girone dantesco: gli squallidi professionisti della (dis)informazione mentono sistematicamente, con la grave colpa di nascondere la verità. In t0 le loro sstoriche performance ce le ritroviamo già nel nostro regno, il loro inferno, e qui sono costretti al contrappasso Bagnaesco: bastonati senza tregua dallo stesso potente strumento che in vita decisero di manipolare. Quell'informazione che hanno quotidianamente stuprato e violentato perchè piegati al denaro del padrone. Senza pietà signori!
    Ps: Prof puó darsi che sia una mia distorsione, ma ultimamente Giannino a noi ci faceva tenerezza. Gli succedevano cose più grandi di lui, le sconfitte, ecc...questa gente non ha certo la sua pietas, hanno solo faccia tosta.

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  32. Prof segnalo il solito articolo del Federico Rampini su Repubblica.
    Solito accento eurista ed europeista.
    Eccezzzzionale veramente come l'ordine della svalutazione in Italia che sarebbe del 50% e sarebbe catastrofica!
    Buona domenica Prof!
    (spero di non aver mandato due volte lo stesso commento...mi perdoni nel caso!)

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  33. OT Hellzapoppin: chi ha detto cosa? (ma qualcosa è stato detto)
    Anche stamattina su Repubblica online è presente, nella sezione Economia e finanza, un articolo di Maurizio Ricci per la rubrica "Eurobarometro". C'era già ieri e il titolo è interessante: "La crisi dell'euro? Un conflitto tra capitale e lavoro".
    Secondo Ricci la fonte sarebbe un articolo di Michael Pettis pubblicato sul Financial Times; cercando di controllare (non sono abbonato a FT) mi pare che l'articolo originale di Pettis sia stato pubblicato sul suo blog e rilanciato dal FT con un post di Mattew Klein in un blog istituzionale chiamato Alphaville.
    L'articolo di Ricci esordisce prendendo qualche distanza in tono leggero e un po' ironico, salvo poi accreditare il pensiero di Pettis come vicino a ciò che si pensa "a Washington e a Londra". L'insieme è alquanto confuso (effetto helzapoppin) ma resta il fatto che Ricci ha avuto il permesso di riportare certi argomenti, e questo è piuttosto significativo.
    A proposito del FT, piccola chicca: il post di Mattew Klein comincia solennemente: "This is literally the best analysis of the euro area’s problems we’ve ever read", niente di meno.
    Ognuno ha i propri limiti linguistici, conviene essere comprensivi verso gli svantaggiati anglofoni e sostenere il prof. Bagnai quando posta in inglese, affinché il buon Klein possa leggere analisi migliori.

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  34. Ragazzi io credo che sia tempo i fare qualcosa in più. non è possibile continuare a guardare. Stiamo morendo ascoltando parlare Giannino. Pazzesco...

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    1. Chiedo scusa, ma io sui "qualcosisti" mi sono già espresso. Continuate a diffondere dati. Continuate a esprimere il vostro sdegno di fronte alla falsificazioni. Continuate a spingere sui social quando a/simmetrie è in trasmissione. Il resto è inutile.

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    2. "Qualcosa" qui si sta facendo: una rivoluzione culturale.
      Non so se basterà, ma non mi sembra poca cosa.

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    3. Si ma perchè non organizziamo una bella manifestazione no euro come hanno fatto in Grecia in Francia in Spagna? Che si debba svalutare la moneta per dare la possibilità a tutti di fare economia è a questo punto l'unica rivoluzione politica, e oserei dire l'unica alternativa politica e la gente lo deve capire, e deve aprire gli occhi come l'abbiamo fatto noi. Dobbiamo alzare la voce, farci sentire nelle piazze, almeno provarci cazzo, e smettere di chiuderci nella nostra solitudine e disperazione. Perchè è quello che vogliono e perchè moriremo noi prima dell'euro altrimenti. Devono capire che quantomeno abbiamo capito csa sta succedendo e che ci ribelliamo. con la non violenza e con la forza delle idee, ma ci ribelliamo!

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  35. secondo me faremmo bene a considerare dibattiti come questo come degli allenamenti verso i dibattiti che seguiranno all' uscita dell' Italia dall' euro. Dopo l' uscita argomenti simili a quelli di Giannino verranno usati, insieme a molti altri, per imporre un ulteriore inasprimento della politica di bilancio e un mantenimento dell' indipendenza della Banca d' Italia al fine supremo di tener sotto controllo svalutazione e inflazione.

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    1. Questa è un'ottima osservazione ed è in effetti il pezzo più squallido del film già visto: conviene prepararsi. Basta leggere la nota intervista a Monti nel 1993.

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    2. Nuovo rallentamento dell’€urozona!! Lo conferma il BALTIK INDEX.
      Vi posto quanto asserito il 05.02.15 dal Sole 24 Ore cito testualmente:
      “ L’indice ERA un TEMPO (ora hanno deciso di NO!) considerato un buon anticipatore dello stato della salute dell’economia mondiale. Ma all’origine dei ribassi secondo gli ANALISTI (i soliti noti?) stavolta c’è SOPRATTUTTO L’ECCESSIVA OFFERTA DI NAVI, (certo, se vanno piano piano!!) piuttosto che un CROLLO (??) della domanda di trasporto di materie prime. Bene Confindustria ha nascosto l'articolo ... io l'avevo fotografato, grazie Prof.
      (Foto articolo: http://sopravviverenelxxisecolo.blogspot.it/2015/02/parol-parol-parol.html?m=1)

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  36. Prof., chiedo scusa. Mi permetto di porre una domanda (senza la pretesa che lei abbia voglia o tempo di rispondere). Le sorti di due grandi imprese come ENI ed ENEL mi stanno particolarmente a cuore in quanto imprese che possiamo ancora definire pubbliche - la cui importanza odierna, so non altro, sconfessa proprio gli argomenti (argomenti? o forse sarebbe meglio dire slogan?) di quei pasdaran che "lo statoladro non deve intervenire nell'economia, deve solo lasciar fare..." - anche se già fin troppo privatizzate per i miei gusti. Quindi, posto che il problema dei titoli emessi under english law per queste realtà esiste (e riguarda, probabilmente, anche diverse banche), mi chiedo: come si salvano (anche) queste importanti imprese italiane, di rilevanza strategica (oltre che datrici di lavoro a migliaia e migliaia di persone)? Con la nazionalizzazione?

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    1. Guarda che io non ho un fatto personale contro ENI ed ENEL, sia chiaro! Anzi, è evidente (Davide sopra lo ricorda, o lo ha fatto su Twitter) che il partito dell'euro è anche e soprattutto il partito della spoliazione dell'Italia, cioè di quelli che vogliono vendere agli investitori esteri le nostre aziende strategiche (soprattutto l'ENI, e se ne è parlato più volte). Abbiamo più e più volte spiegato perché l'euro non difende le nostre aziende, ma anzi le espone al rischio predazione. Detto questo, "io non sono un aziendalista ma" da un'occhiata molto rapida al bilancio dell'ENEL, mi risultano nel conto economico una cosa intorno ai 5-6 miliardi di oneri finanziari, che più o meno si parlano con i 50 miliardi di passività a lungo termine e altri spicci vari che vedo nello stato patrimoniale (quando li ho studiati io si scrivevano in modo un po' diverso). Ora, se non mi sto sbagliando molto (ma se mi sbaglio mi corrigerete), se domani scadessero tutti insieme tutti i bond ENEL e svalutassimo contemporaneamente e subito del 20%, magari questo significherebbe per l'ENEL dover pagare 10 miliardi in più (il che, considerando che ha un utile di 5 miliardi, forse non è così catastrofico). Poi bisogna considerare che in pratica: non tutti i bond scadono domani; la svalutazione è una botta secca e istantanea del 20% (o del millemila%) solo nel mondo di Giannino (nel mondo vero i riallineamenti prendono tempo, mediamente intorno al semestre); ecc.

      Quindi, come dire: più che temeraria la mia posizione, mi sembra sinceramente un po' pelosetta quella dei difensori dell'ENEL! Qui c'è una discussione fra Borghi, che ne sa più di me, e uno dei tanti "difensori" (ma in realtà liquidatori) del patrimonio italiano.

      Aggiungo che per me la nazionalizzazione di certe aziende di servizi non è un tabù, né come economista, né come consumatore, visto che i benefici della privatizzazione da consumatore non mi sono apparsi particolarmente evidenti (e questa, sì, è una mia opinione).

      Che ne pensa? Comunque grazie per la domanda perché era molto pertinente.

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    2. Grazie a lei per la risposta, come al solito rassicurante (come ogni frutto dell'applicazione della conoscenza scientifica e della razionalità).

      "Io non sono un aziendalista..." (né un economista) e mi preoccupava il ricordo di una conversazione informale avuta qualche anno fa con un dirigente dell'ufficio legale di Enel, il quale spiegò che, a un certo punto, Enel AVEVA DOVUTO indebitarsi emettendo titoli obbligazionari - e con i fondi raccolti tentare prima l'acquisizione di EDF (fallita, a suo dire, per il veto politico di Sarkozy, il quale durante una telefonata di cortesia di Berlusconi alla vigilia del comunicato rappresentò a quest'ultimo che quell'acquisizione sarebbe stata considerata pressapoco alla stregua di un atto di guerra) e successivamente acquisire Endesa - perché, come è noto, un gruppo societario poco indebitato (per gli espertoni: con basso debt/equity ratio) è in pericolo, nel senso che rischia di essere scalato grazie ai suoi stessi flussi di cassa attesi (il c.d. leverage buyout).

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    3. Gentile At,
      sommessamente mi permetto di osservare il seguente:
      il problema non è se si possono definire ancora pubbliche o private (peraltro di fatto operano come se fossero completamente in mano ai privati nonostante il 30% circa sia ancora in mano al Tesoro), la questione per questo tipo di utility è se il management ha ricevuto dall'azionista di riferimento il mandato a coniugare la massimizzazione del profitto (onde remunerare il mercato degli investitori e sorreggere il corso dell'azione) con le strategie di politica energetica/industriale utili al paese di riferimento (nel nostro caso l'Italia), e se è in grado di farlo, oppure no.
      Per quanto riguarda ENI, durante la gestione Mattei probabilmente ci fu questa coniugazione, e ci fu esclusivamente per opera sua, non certo su mandato (almeno esplicito) dello Stato, in quanto la classe politica del nostro paese non ha mai elaborato una politica energetica nazionale indipendente, anzi non ha mai elaborato proprio un bel nulla. Poi abbiamo visto che fine ha fatto Mattei …
      Quindi l'importante dovrebbe essere la politica di gestione, sulla base di una politica energetica nazionale definita per l'interesse del paese. Se per fare questo si dovesse ritenere più utile un azionista di riferimento pubblico piuttosto che privato, ben venga se è in grado di garantire efficacemente il raggiungimento degli obiettivi dichiarati. Probabilmente sarebbe più semplice così che normare tramite authorities e leggi particolari un privato. Ciò che conta è che vengano gestite al meglio e non succeda che vengano perseguiti altri scopi od interessi (e qui devo dire che a volte è dura capire chi è meglio/peggio tra stato e privato…).
      Mi permetto, inoltre, sempre molto sommessamente, che secondo me quel signore (da lei citato) Le ha detto una mezza verità (o mezza bugia): è vero che Enel si dovette indebitare per andare a fare shopping in Europa (guarda caso proprio in quella parte d'Europa che si chiama UEM…), d'altronde era la grande stagione degli shopping reciproci tra i grandi gruppi degli stati UEM e la parola d'ordine era "grande per competere meglio nel mondo globalizzato"; ma non è vero (nel caso di Enel) che se non si fosse indebitata sarebbe stata facilmente scalata. E questo perché, nel caso di società come Enel, esiste la golden share in mano al Tesoro (dato il settore rilevante), e qualora fosse stata tolta il Governo avrebbe potuto ostacolare con altri tipi di strumenti legislativi (vedi caso Finmeccanica).
      Lo stesso caso EDF citato ne è la dimostrazione pratica: quando uno Stato ha voluto salvaguardare la propria indipendenza strategica ha trovato il mezzo per farlo, alla faccia dei regolamenti (cretini?) della Commissione UE.
      Cordialità.
      P.S.: un esempio concreto della coniugazione di cui dicevo sopra è Gazprom.

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    4. Quello che lei scrive è in parte condivisibile.

      Da parte di queste società - dopo, ahimè, la strada della privatizzazione e della quotazione - c'è sicuramente la necessità di rispondere agli investitori e remunerarli; investitori che in qualche caso sono organizzati, e tra loro coordinati, per votare e pesare (ad esempio, aderendo in massa ad un'OPA ostile): se guarda sul sito di Borsa italiana le informazioni societarie di Enel si renderà conto che una buona fetta del cap. sociale è in mano ad investitori istituzionali.

      Tenga presente, però, che le organizzazioni complesse come ENI ed ENEL non sono un monolite. All'interno degli sciagurati vincoli derivanti dalla quotazione c'è ancora margine di manovra per fare l'interesse nazionale nel mondo. Prendiamo la Saipem: i miei amici che ci lavorano mi dicono che è una società (che negli ultimi anni ha fatto fatica coi profitti, anche a causa dello scandalo, sapientemente sollevato, corruzione in Algeria, ) che dispone di una tecnologia nella costruzione di impianti off-shore a notevoli profondità che nessun concorrente al mondo riesce ad eguagliare. Per ragioni che qui sarebbe troppo lungo spiegare questo fatto conferisce potere contrattuale al governo italiano (che di fatto ancora ne controlla le scelte strategiche) nelle relazioni internazionali. Guarda caso, Saipem (con la scusa della scarsa redditività dei titoli) è una delle principali candidate alla spoliazione.

      Per quanto riguarda la Golden share - attenzione - quello che scrive, preso a sé, è fattualmente vero. Ma è un quadro parziale e, dunque, nel complesso, non pienamente veritiero. L'esercizio della G S è previsto solo per alcune ragioni: la legge parla di "interessi vitali dello Stato" (essenzialmente per motivi di sicurezza nazionale) e nel quadro delle regole europee, come già emerso
      dagli orientamenti della Corte di Giustizia Europea, con tutta probabilità sarebbe considerato illegittimo per violazione dei principi di libera circolazione dei capitali (torniamo al punto di partenza). Come dice Corto Maltese: "uno l'autorità ce l'ha fino a che non è costretto ad esercitarla"

      Nel caso EDF l'Opa fu bloccata per motivi politici dopo una telefonata informale tra due capi di governo. In punto di diritto Enel avrebbe avuto ogni titolo per lanciare l'offerta, con alta possibilità di successo (ricordiamoci che EDF fu in seguito acquisita da Suez).

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    5. Gentile,
      mi sembra di capire che al di là della forma e di come arrivarci, nella sostanza concordiamo sull'importanza vitale per una economia moderna nel potersi gestire al meglio la propria politica energetica.
      Per quanto riguarda Saipem conosco un poco il mondo ENI (indirettamente per passate esperienze professionali e direttamente da conoscenze di dirigenti che vi lavorano e vi hanno lavorato) e pertanto so bene che Saipem è un vero gioiello industriale (tra l'altro essa opera storicamente nella città dove abito) . Non ho avuto né tempo né modo di seguire il processo di dismissioni annunciate (peraltro ora sospese) e capire quali siano i reali motivi e chi acquisterà (credo che la scusa ufficiale sia quella del non essere più strategica... e qui siamo veramente al ridicolo , mentre il potenziale buyer interessato sarebbe stato Rosneft!) ma certamente anche per me rimane l'amarezza di constatare che un altro pezzo pregiato dell'industria italiana è stato messo in svendita per fare cassa a prezzi da discount (agli attuali corsi di borsa il titolo è sottostimato di almeno il 45-50%, al netto del calo del petrolio e indotto perso per Saipem, etc). E' una vergogna, la cui causa indiretta va ricercata anche nella situazione che sta vivendo la nostra industria nazionale priva di politiche industriali e nello stesso tempo in balia di mercati finanziari che sotto l'ombrello dell'euro condizionano fortemente le strategie delle società quotate.
      Infine la voglio ringraziare per avermi evidenziato la contraddizione "golden share-libera circolazione dei capitali", perché questo mi da l'alibi per evidenziare ancora una volta (in questo blog) che la libertà di movimento dei capitali in Europa, di cui l'euro è corollario ed ulteriore lubrificante, ha un costo a volte molto, molto alto per i cittadini tutti: e cioè la facilità e la velocità delle operazioni sul capitale di aziende private (merger & aquisition, leveraged buy out, fusioni, scissioni, scambi azionari etc.) portano altrove, "delocalizzano" (non necessariamente gli impianti ma le strategie e la gestione!) aziende strategiche utili allo sviluppo di quel particolare paese e non altri, con danni enormi per lo stesso. E questo è un fatto gravissimo!
      Ora ci sono paesi come la Francia che uno straccio di politica energetica l'hanno fatta e la fanno (discutibile quanto si vuole... vedi centrali nucleari... ma c'è!), e pertanto possono dire no ad Enel e dire invece si ai cugini di Suez, evidentemente più in linea con le loro strategie.
      Ed ecco spiegata la contraddizione di cui sopra, alla faccia dei regolamenti cretini, ma tutti rigorosamente pro elite finanziarie, UE.
      Cordialità.

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  37. Altra cosa interessante, così, giusto per tigna, sarebbe quella di sapere chi ha deciso in ENEL ed ENI di emettere bond soggetti alla English Law.
    Mi verrebbe da dire che la decisione sia stata presa, che ne so, dal consiglio di amministrazione... magari suggerita da un advisor, e verificata come congrua da un organo di sorveglianza che per ENI ad esempio dovrebbe essere la Corte dei Conti.

    Visto che ad esempio dallo screenshot si legge "issue date: November 7, 2007", uno potrebbe andare a vedere chi c'era nei CDA di ENI ed ENEL a quell'epoca, e magari poi andare a intervistare gli interessati per capire quale vantaggio l'azienda e la nazione abbiano ricevuto da questa loro scelta.

    Qui c'è la relazione di bilancio dell'ENI per l'anno 2006, redatta quindi più o meno a metà 2007.
    E' facile che chi era in CDA all'epoca lo fosse anche a Novembre.

    Io ho questa fissa per i nomi e i cognomi, sarei veramente curioso di sapere chi abbia votato pro e chi contro a una decisione così importante, e con quali motivazioni (mi gioco quello che non ho che i vantaggi siano stati tattici e di breve termine, a fronte di enormi svantaggi strategici e di lungo termine).

    Lo sapremo mai?

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    1. "Lo sapremo mai?"

      Ma cosa c'e' da sapere/chiedere che gia' non sia chiarissimo agli occhi di una qualunque persona adulta pratica di come funziona un qualunque CDA di una multinazionale?

      Voglio subito rassicurare il Prof., preferisco anche io la bella Jean ad un tale Michael (autore omonimo 'complottista') e mi prendesse un colpo se dovessi mai piu' ripetere la leggerezza di scrivere le cose che scrissi in alcuni post precedenti (che ho ovviamente provveduto a rimuovere, per non rischiare di screditare il blog agli occhi delle 'anime belle', visto che il blog e' stato creato dal Prof. con altre finalita') ma possibile che nessuno abbia fatto caso all'accoppiata 'exchange market/clearing house'?

      Se un future porta il 4.75% di interesse (valore molto elevato in assoluto anche nel 2007) in valuta forte c'e' praticamente sempre un solo motivo (vediamo un po', forse creare provviste off-shore in capo a qualcuno che ha facilitato qualcosa?).

      http://en.wikipedia.org/wiki/Clearstream

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    2. Boh, magari facendo una bella visura alle isole Vergini (BRITISH Virgin Islands) potremmo NON scoprire chi è che ne trae vantaggio... o no?

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  38. Condivido la considerazione di Gaspare di Girolamo. Se posso osare, andrei oltre e chiederei a tutti noi di agire come lobby, una sana lobby popolare, che spinga sugli organi di informazione, sui giornalisti autori della disinformazione, attraverso i social media e la rete. Perchè tutti siamo consapevoli della cialtronaggine di Giannino, ma sulla buona fede e sulla correttezza di Giannini a Ballarò, di Formigli a Piazza Pulita, della Gruber a ottoemezzo, di Floris a Di martedì, di Santoro a Anno Zero e così via....è lecito nutrire dubbi. La pressione sugli organi d' informazione dovrebbe essere puntuale, precisa, costante e implacabile.Per esempio : chiedere agli autori delle trasmissioni d' informazione la dichiarazione preventiva sui conflitti d' interesse degli invitati, chiedere i curricula e lo specifico campo di studio o ricerca, chiedere la onesta rappresentazione delle opinioni diverse sull' argomento, boicottare e denunciare la mistificazione, la falsa informazione e le menzogne. Questo noi potremo fare con forza da domani.

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  39. Ma come si fa a seguire una persona che disse di aver partecipato allo Zecchino d'oro e non era vero?

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    1. Mi ricordo di quando istwine venne a dirci che Giannino faceva non so quale opera di beneficenza. Povero istwine, lui non ne ha colpa, ma sarà stata una balla anche questa. Io non ce l'ho con Giannino: è tecnicamente un mitomane, ed è in qualche modo anche la dimostrazione della sua tesi principale, quella che gli italiani siano un popolo di cialtroni incapaci di governarsi. Solo un popolo di tal fatta accetterebbe di farsi informare da un mitomane, no? Ripeto, il problema è un altro: tu non puoi fare il docente alla Bocconi e poi andare in trasmissione a sentire uno che dice "la deflazione per chi lavora un vantaggio ce l'ha" e non aprire bocca, magari con la scusa che il dato di per sé è corretto (cioè fottendotene del fatto che per avere deflazione occorre che molte persone non lavorino). Anche perché il dato è comunque sbagliato! Il Pil pro capite a prezzi costanti è comunque diminuito lo scorso anno. Se ti tagliano lo stipendio del 10% ma i prezzi sono più bassi dell'1% ci hai guadagnato o ci hai rimesso? Questo calcolo Giannino non lo sa fare, ma forse Carnevale Maffè sì. La mia indignazione deriva solo da questo. Probabilmente sono troppo idealista. C'è chi è perbenista e chi è idealista. Sono ideologie diverse!

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    2. Mi dispiace ma si vedeva. Gente col culo coperto che si può permettere di passeggiare sui cadaveri. E lo dico da figlio di imprenditori che dipendono da domanda interna.

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    3. Giannino però è funzionale al sistema euro, tant'è che nonostante la tavanata galattica sulle sue credenziali, c'è qualcuno disposto ad ospitarlo e a fargli continuare l'opera.
      E non radio comune di Francizuppoli...
      Una dimostrazione ulteriore, semmai ce ne fosse bisogno, che i grandi media usano tutti i mezzi possibili per condurre le masse a credere alle balle giganti sulla crisi. Perchè il giochino ha bisogno di tante menzogne per manternersi in piedi e chi meglio di Giannino?

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    4. O forse è semplicemente realista… e quindi necessariamente incazzato!

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    5. Vabbè, guru, io rispetto il suo garbo nei confronti dei conduttori dei talk. Ma noi possiamo essere un poco più rudi ? E dire, per esempio, che lo spazio televisivo offerto da Formigli in prima serata a Giannino al fianco di Fassina è risultato quantomeno irritante, se confrontato con quello riservato a lei a tarda serata ? Per di più a fianco di un poco credibile Passera ? Vogliamo dire che queste asimmetrie dell' informazione televisiva cominciano a farci girare le palle come le pale di elicotteri ?
      E possiamo fare arrivare le nostre parole a questi signori dell' informazione, in modo che sappiano che la nostra pazienza è finita ?

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    6. Gentile Professor Bagnai,
      Colgo l’ultima sua osservazione per sottoporle una “notizia” che è apparsa su la Repubblica, il quotidiano eurista per definizione. Le scrivo dall’estero, da Ginevra, da dove sono dovuto espatriare per ragioni che immagino lei possa facilmente immaginare e per fortuna ho avuto la “fortuna” di non ascoltare il presunto “dr.” Giannino. L’Italia è il mio paese, tuttavia. E la sua agonia mi fa male e per questo motivo leggo e la leggo ringraziandola ogni volta non solo per la sua intelligenza ma per la tenacia con la quale combatte una battaglia (di verità) che pochi sarebbero in grado di intraprendere.
      La notizia a cui mi riferisco è stata pubblicata nella rubrica”Eurobarometro” del quotidiano nazi-eurista “la Repubblica”. Domenica 8 Febbraio 2015 – a questo link (http://www.repubblica.it/economia/rubriche/eurobarometro/2015/02/06/news/la_crisi_dell_euro_un_conflitto_tra_capitale_e_lavoro-106702975/?ref=HRLV-6) – non si parla dei “Giannino” ma della scoperta di verità un po’ più scomode : ovvero di ciò che si pensa della crisi dell’eurozona dall’altra parte dell’Atlantico, nelle pagine del più importante giornale finanziario del pianeta : il Financial Times. “La crisi dell'euro? - titola e sintetizza Maurizio Ricci su la Repubblica - Un conflitto tra capitale e lavoro … questo non è un confronto-scontro fra Germania e Grecia, fra paesi virtuosi e paesi neghittosi, fra chi ha fatto le riforme e chi non le ha fatte. Non è un conflitto nazionale, ma sociale: i lavoratori e le classi medie sia della Germania che della Grecia e degli altri paesi, contro gli azionisti e i creditori delle banche, cioè i capitalisti. Neanche Tsipras e Varoufakis sono così espliciti. La sintesi più lucida di questa intepretazione l'ha fatta un ex banchiere e professore di finanza, Michael Pettis e il Financial Times la rilancia con entusiasmo.”
      Il riassunto fatto dal quotidiano romano dell’articolo originale del giornale finanziario americano - “Michael Pettis explains the euro crisis (and a lot of other things, too)” – che si trova a questo link : http://ftalphaville.ft.com/2015/02/06/2113951/michael-pettis-explains-the-euro-crisis-and-a-lot-of-other-things-too/ - è abbastanza fedele all’originale. L’articolo a mio avviso va letto. Non dice niente di ciò che lei già sappia ma è utile a ricordarci che la PROPAGANDA a volte è costretta a dire verità (o parti di verità). In generale, ciò accade quando queste ultime non si possono più negare. E forse nella desolazione dei Giannino anche questo dobbiamo ricordarcelo : mentre i carri armati americani scorazzavano nella Ruhr, anche Hitler fu costretto ad ammettere che la guerra con gli USA era stata un’inutile tragedia. I fatti - lei ce lo ricorda - hanno la testa dura. Dura come la sua onesta ostinazione.
      Mi congedo inviandole i più cordiali saluti nella speranza di non di non essere stato inopportuno.

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    7. se per questo ha detto anche che aveva fatto il concorsoin magistratura e lo aveva vinto ma la passione per la politica ha preso il sopravvento....un pazzo totale, che comunque ha goduto e a quanto pare gode ancora del sostegno dei poteri forti. il folle ha fatto la guerra per anni ad antonio fazio perchè il guitto era l'espressione di interessi divergenti da quelli del governatore di banca d'italia per poi cambiare atteggiamento e opinione verso fazio. a questo punto c'è da chiedersi se stiamo difronte allo smarrimento dell'establishment italiano che affida l'estrema difesa ad un giullare simile?

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    8. Prof, ci stavo discutendo stamattina con Maffè perchè a seguito di un affermazione del Papa sulle morti causate dall'economia, sosteneva che l'economia non ha mai ucciso nessuno e che per dimostrare quanto si dice ci vogliono i dati.
      Alchè gli ho voluto chiedere, vista la sua irreprimibile ed irrefrenabile richiesta di dati, il perchè a Giannino, invece non li ha chiesti.
      Giannino durante la trasmissione ha chiesto a Borghi a quanto sarebbe ammontata la svalutazione in caso di €xit, aggiungendo, dio solo sa quanto... e lo ha fatto volutamente in maniera catastrofista (almeno a me ha dato questa idea).
      Strano che lì non sia intevenuto Maffè. Strano che non abbia detto a Giannino che di solito si guardano i differenziali di inflazione e che comunque il valore della moneta si sarebbe dovuto paragonare al valore di più monete e quindi avrebbe dovuto specificare verso quale moneta avremmo svalutato.
      Il dollaro ? Il Marco ? Il franco ?
      Ha lasciato bellamente vagare le parole di Giannino nell'etere e le persone che non hanno seguito il dibattito sono convinte che un'eventuale exit sarebbe un disastro.
      Ma non esiste un codice deontologico tra gli economisti ?

      Maffè avrebbe il dovere di fare chiarezza su certe cose, anche se non la pensa come noi. Dovrebbe favorire il dibattito cercando di ampliare il ventaglio dell'analisi. Ma lo deve fare su Radio 24, non su twitter dove siamo in 4 gatti.

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    9. Davide,

      se tolgo il saluto a una persona un motivo c'è. Devo aggiungere altro? Sì. Lascialo perdere. Non ne vale la pena. Mi pesa moltissimo doverlo dire.

      A.

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    10. Ma come si fa allora a nominare ministro dell'economia uno che e' stato sputtanato 'urbi et orbi' dalla celebre frase:

      "Sometimes economists in official positions give bad advice; sometimes they give very, very bad advice; and sometimes they work at the OECD."

      http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/04/30/the-beatings-must-continue-2/

      Un incapace (nel senso proprio di incapace di formulare giudizi e/o analisi tecniche sensate in tema di macro-economia) che viene scelto come ministro dell'economia mi sembra molto peggio di uno vestito chiaramente da buffone che spara minchiate a ruota libera.

      Il minchione si puo' facilmente eliminare spegnendo la radio o la televisione, l'incapace al governo puo' essere rimosso solo con.... gia', come si fa a rimuovere un incapace nominato da un altro nominato (piu' mentitore ancora), entrambi eletti da nessuno ed insediati a colpi di decreti presidenziali, elezioni con leggi incostituzionali e trasformismo parlamentare della peggiore specie, gia' come si puo' fare in questo caso?

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  40. Non c'è nulla da fare, ormai è chiaro.
    Dopo che il fallimento dell'Euro si sta facendo evidente anche ai più cechi, la propaganda di regime ha deciso di adottare un altra strategia (senza scordarsi mai però di quella autorazzista), cioè di terrorizzare la popolazione sugli effetti di un uscita dall'Eurozona, inventandosi scenari da cataclisma.
    Ovviamente dietro a questa strategia è comunque nascosto un fondo di verità dato dal fatto che il regime dirigista che ha ideato questo progetto, non consentirà di effettuare passeggiate di salute semmai dovesse accadere quello che Draghi definisce un evento impossibile.
    L'unica soluzione che rimane per annullare questa trappola, a referenti politici, oltre che tecnici come Borghi, è quello di essere sempre pronti e preparati a ribattere scientificamente con dati alla mano a tali cassandre, uttilizzando però anche e soprattutto la situazione attuale, economica e politica, proiettandola nel futuro, descrivendo come dietro tutto questo bailamme si nasconda anche un "leggero" problema democratico.

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  41. A proposito di informazione....ecco cosa afferma Varoufakis,in un passaggio di una sua intervista a "Presa diretta" che dovrebbe andare in onda stasera 8/02/2015: "L'uscita della Grecia dall'euro non e' una prospettiva che rientra nei nostri piani, semplicemente perche' riteniamo che l'Euro sia fragile. E' come quando si costruisce un castello di carte. Se togli la carta greca cascano anche le altre. L'Europa nasce per uscire per sempre dagli orrori della guerra e dei conflitti, per esplorare finalmente il terreno dei vantaggi reciproci"
    Se neppure un ministro di un governo greco in bancarotta ha la decenza di dire la verità e risparmiarci queste balle....figuriamci un Giannino!
    Si,noi lo abbiamo capito che sarebbe andata così grazie al Prof. e a pochi intrepidi ma è davvero disarmante ciò che accade ogni giorno.
    E' una lotta bestiale.
    La fonte è questa e spero sia attendibile

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    1. Davide, bisogna anche tenere conto della posizione negoziale da cui muove Varoufakis - tempo qua Bagnai ha già spiegato come uno degli scenari possibili sia l'uscita della Germania, che userà Grecia, Italia etc. come "capro espiatorio" per giustificare agli elettori la decisione.
      Insomma: esistono una serie di "postulati" su cui si è tenuta in piedi l'intera operazione da principio, penso che qui Varoufakis stia semplicemente cercare di usarli per ingraziarsi gli interlocutori, per la serie "veniamoci incontro: voi mi sostenete e io continuo a reggervi il gioco".

      Dire la verità adesso non so quanto gli convenga - ricordiamoci che il rischio di destabilizzazione in caso di Grexit è stato in qualche modo smorzato per cui non è che abbia molte carte in mano.

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    2. Mi sembra una valutazione saggia. In effetti, noi sappiamo solo quello che vediamo, e io, vi assicuro, vedo molto poco più di voi. Le dichiarazioni lasciano il tempo che trovano.

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    3. e non abbiamo modo di sapere cosa si dicano veramente negli incontri a quattrocchi.

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    4. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=676579769117042

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    5. Può anche essere che tutti hanno bisogno di tempo per i rispettivi piani b.
      Mi sembra che da salvare ci sia poco, e di espedienti per passare la nottata ce ne siano ormai pochi. Il 2015 è lungo da affrontare con queste premesse.

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    6. Ho un minimo di esperienza in negoziazione, per lavoro e formazione. Mi confronto anche quotidianamente con il coniuge che ne ha ancora più di me. La nostra impressione è che Varoufakis sia un negoziatore molto più abile di quasi tutti quelli che ha incontrato sinora (almeno pubblicamente). È una impressione e vale quello che vale peró è netta, condivisa. Vedremo.

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  42. Nella "relazione finanziaria" di Enel spa al 31 dicembre 2013 leggiamo (alle pagine 24 e 25 ci sono tutti i dettagli) che :
    - il 3 settembre 2013 è stato emesso sul mercato internazionale un prestito obbligazionario non convertibile in due tranches. Prima tranche di 1250 milioni di euro e seconda di 400 milioni di sterline;
    - il 17 settembre è stato emesso sul mercato USA un prestito obbligazionario non convertibile, denominato in dollari ammerecani, per 1250 milioni.
    Immagino che le operazioni di cui sopra siano state poste in essere per mezzo della finanziaria olandese del gruppo Enel, con sede legale ad Amsterdam.
    Immagino anche che Giannino queste cose le sappia.
    Forse Giannino non si interfaccia con la realtà in maniera serena.

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    1. Sì, ma questo riguarda le ultime emissioni. Quello che mi manca (sicuramente c'è, ma non posso leggere 300 pagine di relazione) è quanto sullo stock di debito complessivo sia "under foreign law". La mia sensazione, dati gli ordini di grandezza e qualche scambio di idee rapido con Claudio, è che non siano tali da determinare una catastrofe irrimediabile. Quando parla di "asset-liaibilities mismatch" Giannino ripete una frase che ha orecchiato al tempo dell'Argentina, dove il dollaro passo da 1 a 3 pesos nel giro di un semestre. Da noi il marco passerebbe da 1 a 1.3 nuove lire. Non so se è chiaro l'ordine di grandezza dei due "mismatch"! Son cose che son sempre successe, cazzo! La Polonia avrebbe dovuto scomparire nel 2009, se il mondo di Giannino fosse anche il nostro e non solo il suo. Orsù, giriamo pagina, non tanto su Giannino (che il suo lavoro di macchietta lo fa piuttosto bene), quanto sulle sue spalle...

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    2. Aggiungiamo che un CFO decente ( non bravo , ma decente) probabilmente ha swappato sia tassi che valuta per ottimizzare il flusso di cassa necessario.
      Quindi solo DOPO che esce il bilancio sappiamo quanto ha fatto bene o male. Il dato delle emissioni spesso conta quanto il bilancio della ENRON.
      Se io emettessi in Foreign law in USD tasso fisso e poi lo swappo in yen variabile per "giocarmi" l'indebolimento dello yen, in caso di euroexit il cambio con il nazieuro conta poco. Conta la banca che mi ha fatto da controparte: sperem che non fallisca!!!

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  43. Gentile Prof. Bagnai,

    mi sono presentato a Lei nel convegno di Montesilvano del Novembre scorso, ero a tavola per la cena con dei suoi "assistenti/allievi" tra cui Stefano, credo, con cui ho scambiato interessanti opinioni. Ad inizio 2013 avevo letto il suo libro "Il Tramonto dell'Euro" e tutto era chiaro. Cioè che lei già sapeva tutto e aveva compreso tutto, con una impressionante lucidità. Questo spiega l'efficacia della sua tenace,faticosa, opera divulgativa. Ritengo anche che quando arriverà il giorno in cui si dovrà "attaccare all'alba" Lei dovrà essere uno dei protagonisti. Per il bene di tutti, anche di Oscar e della radio libera da cui trasmette. Ho ascoltato la trasmissione e comprendo la sua amarezza soprattutto verso i suoi colleghi. Sa, sarò un ingenuo, ma sembra proprio che i suoi libri non li abbiano letti, forse il sottotitolo. La mia personale opinione è che la cifra di questa trasmissione è forse un pò più complessa. Condivido alcuni post al riguardo. Al di là delle sparate (e retromarce) l'impressione è che più che ridicolizzare l'euroexit (quasi rituale) essi volessero acquisire informazioni "in chiave pubblica" sugli orientamenti di Claudio Borghi nel caso in cui..... Palesavano anche una certa ansia da obiettivo. Dico "chiave pubblica" perchè gli azionisti di riferimento credo non avrebbero problemi ad organizzare un incontro riservato con Lei e Claudio Borghi per discuterne. Sì, il tema è sul tavolo e organizzazioni complesse hanno l'esigenza di sapere (su come poi negli anni siano state gestite, bè, è un altro discorso..) Anche se in maniera maldestra, consapevolmente o nò, inviano un segnale. Se è un guanto di sfida,lo raccolga professore. Se lo doveva aspettare. In re ipsa.

    Cordiali saluti
    Massimo Gentili

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  44. Non a caso l'anagramma di Oscar Giannino è Non ci si ragiona ma anche Osò ingannarci. Nomen omen

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  45. Sarebbe utile far osservare al Giannino di turno che i direttori finanziari di grandi multinazionali come Enel, Eni, Finmeccanica, gestiscono normalmente le oscillazioni valutarie perchè aziende di questa dimensione hanno ricavi in svariate monete diverse, le più importanti delle quali sono l'euro, la sterlina ed il dollaro. Immaginare che gli oneri finanziari in conto economico siano coperti solo dai ricavi in euro è una ulteriore riprova che chi fa questi ragionamenti non sa neanche di cosa parla.
    Ad esempio Finmeccanica ha emesso bond denominati in Sterline ma fa anche il 20% del suo fatturato in quella moneta.
    Altro punto da evidenziare... se la moneta italiana si svaluta, vuol dire che le altre monete si rivalutano, e quindi nel bilancio consolidato di una multinazionale aumentano per effetto cambio i contributi al fatturato dovuti alle monete diverse da quella italiana. Questo effetto si rileva ad esempio nel bilancio dell'ENI relativo ai primi nove mesi del 2014 nel quale si evidenzia un contributo all'utile netto consolidato dovuto a "Differenze di cambio da conversione dei bilanci in moneta diversa dall'euro " pari a 3,7 Mld. Credo che buona parte di questo contributo sia spiegato dalla svalutazione dell'euro rispetto al dollaro a partire da Maggio 2014. Evidentemente Eni fa molti ricavi in dollari.
    Quindi la svalutazione della moneta in cui si scrive il consolidato è vero che fa aumentare il peso dell'indebitamento denominato nelle altre monete, ma fa anche aumentare i ricavi. Visto che i CFO non sono fessi, cioè si indebitano in una data moneta secondo il corrispondente fatturato, di solito le oscillazioni valutarie hanno effetto nullo.

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    1. Bell'intervento toti tot, dimostra una volta di più come la prospettiva cambi passando dal mondodigiannino al mondo reale, cioè al mondo tout court

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    2. @toti tot

      Grazie per il tuo intervento. Salutare per gli stupidi come me. Se puoi continua, te ne saremo grati dal fondo della nostra colpevole ignoranza

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    3. @toti tot
      Mi associo. A parte quello con due lauree finte, questo purtroppo, getta ancor più discredito al cattedratico

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  46. Si è dimenticato di citare anche i CS (Currency Swap) tipico contratto derivato che le multinazionali usano (almeno dal 1990!) per coprirsi dai rischi sui cambi. Ed probabile che una ENI o Enel abbiamo già da tempo avviato coperture su questo fronte, prevedendo, secondo prudenziale gestione, uno scenario di ITexit. Almeno lo spero dal momento che il loro 30% circa è ancora in mano pubblica, cioè alla fin fine anche sua e mia… tramite taxation (without representation) !
    Il vero problema per i grandi gruppi multinazionali operanti nell'euro zona (in particolare Enel), più che per il rischio su cambi relativo ai ricavi e alla parte di debito denominata in valuta estera (che pure esiste) è dover rinunciare alle sinergie finanziarie che la moneta unica offre ad essi nell'ambito della finanza infragruppo, nel movimento di capitali e nelle operazioni societarie straordinarie.

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  47. @Carlo Guadagni

    Grazie anche a te, Carlo. Anche nel tuo caso vale quanto detto a toti tot

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  48. Grande intervento prof.
    Segnalo che il Grande Rampinì prosegue la sua opera di "divulgazione" - daje de tacco, daje de punta... - sulle pagine littoriali della repubblichina sociale scalfarista...

    ORA E’ BERLINO A TIFARE PER LA “GREXIT” - IL CENTRO STUDI TEDESCO IFO, SOSTIENE CHE ALLA GERMANIA CONVIENE LASCIARE CHE TSPIRAS ESCA DALL’EURO - ANCHE CON LE PERDITE PER LE BANCHE CREDITRICI, ALLA FINE BERLINO RISPARMIEREBBE

    "...Gli investitori chiederebbero un risarcimento anticipato, per proteggersi, prima di comprare Btp italiani: con enorme aggravio del debito pubblico…"

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    1. E' folle come nessuno punti il dito sulla luna...che NON ESISTE NESSUNA FORMA DI DIRITTO CHE TUTELA INTEGRALMENTE SEMPE E COMUNQUE IL CREDITORE. !!
      Questi malviventi hanno introdotto qualcosa che non esiste..la garanzia di rimborsabilita' sempre e comunque dei creditori, accollandola anche a terzi..(L'erario, ovvio..). Il diritto fallimentare dell'intero pianeta prevede che gli azionisti perdano tutto e gli obbligazionisti vengano dopo i privilegiati (Stato e lavoratori in primis..) e prendano le briciole residue della liquidazione ..4/10/15 centesimi a euro, e buonanotte suonatori. Gli "investitori" possono chiedere quel che credono..la giurisprudenza e' precisa...la risposta e' una sonora pernacchia...a meno di non piegare e reinventare le leggi...come si stanno, appunto, inventando.

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  49. Insomma, dopo anni (non mesi, anni) a sproloquiare sullo stato ladrone (spesa pubblica = corruzione), una campagna elettorale basata sul principio che "lo Stato ha fatto la crisi, ripagasse quindi il debito vendendo le proprietà pubbliche", e soprattutto a spiegare dall'alto di un corso di lingua fatto a Chicago le meraviglie del capitalismo duro e puro, adesso scopriamo che... toh, il laissez faire funziona solo finché non è il proprio datore di lavoro ad abbassare la saracinesca. Puff, sparisce l'etica protestante, sparisce il profitto visto come il puro contraltare del rischio, e improvvisamente anche il debito diventa meno "cattivo", e compaiono allegre nuances di grigio qui e lì.

    Il problema non è che la "visione" è asimmetrica, il problema è che è incoerente PRIMA ANCORA, di essere asimmetrica.

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  50. Buongiorno, per quanto sgangherate e interessate, le critiche di Giannino si rivolgono alla questione più delicata – e meno discussa – dell’uscita dall’euro. Ovviamente il problema non riguarda le società industriali, per le quali il problema, come ampiamente illustrato nei post precedenti, è di pochissimo, se non nullo, rilievo. Il problema vero è nei bilanci bancari, i cui attivi in larghissima parte verrebbero ridenominati in lire (con buona pace di chi cerca di spaventare gli italiani dicendo che si ritroveranno a pagare mutui in euro con stipendi in lire), ma i cui passivi, in misura temo assai rilevante, resteranno in euro, proprio perché derivanti da contratti non soggetti alla legge italiana.
    Le banche italiane, nella prospettiva di un’uscita dell’Italia dall’euro, fallirebbero istantaneamente. Proprio per questo motivo, l’eventualità di un’uscita della Germania sarebbe assai più percorribile, perché escluderebbe una crisi bancaria nei paesi deboli. Insomma, la proprietà commutativa non vale per l’operazione “uscita dall’euro”, e l’ordine in cui i paesi dovessero uscirne cambia in modo radicale il risultato finale.
    Vorrei quindi sapere da lei, egregio Professore, di quali dati dispone circa la situazione del sistema bancario italiano, se tali dati giustificano la mia preoccupazione e quali soluzioni immagina per arginare, nel caso di un’uscita dell’Italia dall’euro, la crisi che colpirebbe il sistema bancario.

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    1. Ho dei dati che confermano che la sua affermazione apodittica ("la banche fallirebbero immediatamente") è del tutto (cioè DEL TUTTO) scollata dalla realtà. Sarà il prossimo post tecnico del blog. Per rasserenarsi legga Nordvig!

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    2. Non tutte le banche fallirebbero (anzi, finirebbe l'aumento costante delle sofferenze), ma, come ho già scritto, per alcune legate al Pd (Mps, Carige, BancaMarche, forse l'assicurazione Unipol) l'uscita dall'euro potrebbe rappresentare il colpo finale, con conseguenze molto pesanti anche sotto il profilo penale. Ho idea che i dirigenti e i padrini politici di tali Istituti gradirebbero una soluzione "inglese" (nazionalizzazione, notevoli liquidazioni, garanzia di nessun problema penale, come fu per gli amministratori delle banche inglesi nazionalizzate nel 2008). Fino a che non saranno tranquilli Pd e delocalizzatori combatteranno la battaglia pro euro, a suon di panzane dei vari Giannino, Napoletano, Barisoni etc etc
      OFF TOPIC, ma non troppo. Segnalo questa intervista del prof. Pennisi, polemica nei confronti suoi e di altri professori noeuro, perchè da una risposta di Pennisi forse si comprende perchè Alesina ha cambiato idea sull'euro....e anche perchè altri professori preferiscano essere associati a dei guitti, piuttosto che rischiare penalizzazioni di carriera.

      Quali economisti si opposero al progetto dell’euro in quegli anni? E lei cosa fece?
      Portai a conoscenza dell’organo politico un saggio di Martin Feldstein e soprattutto uno di Alberto Alesina, Enrico Spolaore e Romain Wacziarg molto critici nei confronti del Trattato di Maastricht. Il risultato fu il licenziamento in tronco di Alberto Alesina dal Consiglio degli Esperti del Direttore Generale del Tesoro.

      http://www.formiche.net/2014/01/04/pennisi-bagnai-rinaldi-borghi-euro/

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    3. @Camillo: se nn le fosse del tutto chiara la risposta: "CIOÈ DEL TUTTO inventata!!!!"
      Come la laurea del Giannino d'altronde e molte altre delizie d'altronde...
      Waiting next post!

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    4. Conosco Giuseppe, che ha qualche anno più di me, e anche Formiche.net. Sono in rapporti molto cordiali con lui e sono certo che Formiche, seguendo un certo stile giornalistico, avrà voluto caricare i toni nel tentativo di cercare audience, suscitando una polemica sul nulla. Giuseppe ha esattamente venti anni più di me, il che significa che quando io, nel 1997, scrivevo il mio breve saggio per dimostrare che i vantaggi della moneta unica erano inesistenti, e lo presentavo di fronte a Filippo Maria Pandolfi (del quale sapete la storia, dalla dichiarazione di voto favorevole all'entrata nello SME, alle posizioni di ministro ed europarlamentare), se io avevo 35 anni, lui ne aveva 55, cioè era più anziano di quanto sia io adesso. Questo per dire che se io a 35 anni, battendomene il cazzo dell'economia (perché io ero econometrico e musicista), riuscivo a dire quelle cose in certi contesti, non credo mi si possa rimproverare né pavidità né scarsità di vedute.

      Ho sempre riconosciuto i miei debiti intellettuali, quindi non sono sospettabile di opportunismo.

      Mettiamola così: se Giuseppe si è realmente espresso in quei termini, la riflessione che mi viene da fare è la solita: "Amici, che questa fosse una cazzata si sapeva dal 1957. Nel momento in cui voi dite che lo avete detto e non vi hanno ascoltato, dovete chiedervi perché quando lo dico io mi ascoltano. E la risposta è che io sono un artista: ho creato un linguaggio, ho creato nuove forme di comunicazione, e sono stato ascoltato. Voi siete tutti più bravi di me - come economisti. Accontentavene, e ricordatevi: non assumes nomen Bagnai in vanum".

      Nel dubbio, mando la risposta anche a Giuseppe per capire cosa intendesse realmente dire.

      Pax et bonum.

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    5. La ringrazio per la risposta. La tenuta del sistema bancario è davvero l’ultima preoccupazione che ancora mi induce a guardare con paura all’uscita dall’euro: attendo quindi con impazienza il post tecnico da lei annunciato per capire quanto possano essere infondati i miei timori.

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    6. Sempre OT (ma non troppo).....all'epoca il Direttore Generale del Tesoro che licenziò Alesina era Mario Draghi

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    7. In questi giorni, a La Spezia, Ubi Banco San Giorgio ha chiuso tre filiali.

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  51. Ora io vi chiedo: quanto sangue siete disposti a versare per sopravvivere?

    Qua in trincea la puzza è forte, si resiste, ma fino a quando?
    Poi, quando Giannino e le sue spalle (ma soprattutto quest’ultime, di Giannino m’importa poco) avranno un po’ di tempo libero, li inviterei volentieri ad uno stage formativo di una settimana presso la mia piccola azienda. A stage finito, potrebbero anche non cambiare le loro idee ma, sono convinto, che proverebbero almeno un po’ più di vergogna a divulgarle (Giannino no! Vestirsi in quel modo costa e lui lo sa)
    Luca N.

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    1. scusate, forse ho fatto un uso maldestro del link attivo
      il primo rimanda ad una citazione dal film SAW 5 (niente di importante). Il secondo rimanda qui: http://www.notiziediprato.it/news/eurotintoria-gli-ex-operai-presidiano-la-fabbrica

      chiedo ancora scusa
      Luca N.

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  52. Dopo essere stato smacherato, speravo che Giannino sparisse defitivamente, invece è ritornato agguerrito come prima. Molto triste lui, ma anche chi crede a quello che dice.

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  53. Su RaiNews24 oggi è passato un servizio (uno dei tanti, ormai non possono più nasconderlo) in cui intervistavano un ingegnere elettronico di 60/65 anni, disoccupato dal 2011 che frequenta una sede caritas in fila per un sacchetto di cibo con cui dar da mangiare ai suoi famigliari oltre a sè.
    Inutile dire l'impressione che fà vedere persone con istruzione e professionalità ridotte a piangere per lo stato in cui si trovano (sono tanti anche gli italiani e laureati).
    Il senso di responsabilità di chi ha un ruolo nel raccontare e spiegare tutto ciò dovrebbe sempre fare i conti con questi casi che ormai diventano atroce routine e rifiutarsi di trattare l'argomento con leggerezza e men che meno con disonestà.

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  54. Spuntano dalle fottute pareti. I piddini? No, simmetricamente, le fondamenta della Goofynomics.
    Dalla liturgia di ieri (rito ambrosiano):
    “Per questo li ho abbattuti per mezzo di Bagnai e Borghi, li ho uccisi con le parole della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: perché voglio l’amore, non il sacrificio, la conoscenza della macroeconomia più della durezza del vivere”
    (vabbè ho interpretato un po’ liberamente)
    E ancora:
    “un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due”.
    Ma come, 2000 anni fa non c’era la durezza del vivere? I debiti non venivano prolungati, socializzati e accollati a qualche EFSF, MES o simili per tutelare i pooooveri creditori?
    Eh no, i creditori venivano a patti con la realtà e rinunciavano ai crediti inesigibili. Oggi “per fortuna”, grazie alla UE, ci siamo evoluti: i creditori avidi e imprudenti hanno un diritto inalienabile a rivedere indietro tutto, anche a costo di riaverlo da parti terze.
    Ora capisco in quale senso l’Europa ha perso le sue radici cristiane, e come l’ideologia che sottende il “più Europa” ci ha fatto fare decisi salti indietro di civiltà… rispetto a 2000 anni fa. E poi dicono che il passo indietro sarebbe tornare alla lira.

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    1. Lei è in ritardo: siamo già ai sacrifici umani, altro che la perdita del giubileo...

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  55. Su Zelig (oddio! Le televisioni di B.!) andava in onda qualche anno fa una simpatica macchietta della assessore (ascesciore) Cangini che finiva sempre con la seguente frase:" Coscia volevo dire non lo sciò, ma i fatti mi cosciano. Fatti! Non pugnette! Valá, valá!". Ecco il livello è lo stesso ma qualcuno pretenderebbe di essere serio.

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  56. Segnalo nuovamente un post dal blog di "Uriel Fanelli": http://www.keinpfusch.net/2015/02/amburgo-15-febbraio-2015.html perchè mi pare abbia degli spunti interessanti sia sull'ipotesi del Grexit che su una eventuale Gerxit (uscita della Germania).

    Tengo anche sempre a ricordare che la persona che cura il blog è estremamente intelligente, ma anche estremamente opinionated per cui secondo me a volte si spinge un po' troppo in là nelle sue analisi/ipotesi (inoltre, tanto perchè sappiate cosa aspettarvi, la sua posizione riguardo all'Euro è fondamentalmente filo-tedesca, nel senso che per lui le difficoltà dei PIGS sono in massima parte colpa dei PIGS stessi).

    Al netto di questo, vale la pena di leggere quali sono le forze in gioco in termini di politica tedesca:
    http://www.keinpfusch.net/2015/02/amburgo-15-febbraio-2015.html

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    1. Mai letto così tante cazzate, a mè sto uriel fanelli fa un po compassione, :-)) il giannino tedesco :-)

      Leggiti un po questo


      Se Tsipras fosse un grillo qualunque i media tedesci non spalmerebbero merda sulla grecia è specialmente sul duo Tsipras/Vafoufakis nonstop.
      Quello che succede in grecia viene seguito minuziosamente dai media tedesci.

      Il mio forcast per la grecia:

      a) Tsipras tira dritto, il suo traguardo è una specie di Transferunion è qui si va a scontrare direttamente coi crucchi. I crucchi è tutto il PUDE europeo dice Nein, grecia esce, grexit. Il PIL Greco dopo 1 anno dal grexit cresce del 3-4%, fine del euro.

      b) Si trova una via di mezzo con dei compromessi a favore della grecia.
      Il partito Podemos spagnolo a fine anno stravince le elezioni in spagna.
      Podemos si allea con Syriza è insieme fanno pressione per una Transferunion europea è qui la spagna ha un potere negoziabile nei confronti della Germania immenso, la Germania getta la spugna è esce dal euro. con un AfD probabilmente al 20-25%.

      c) Tsipras si sottomette al PUDE europeo, dopo di chè Syriza viene spazzata via. Dopo Syriza ci sono 2 alternative o i militari prendono il potere è l'aventura euro si chiude subito o va al potere alba dorata.


      Il mio favorito è a).


      È intanto la situazione greca si evolve. Cypro offre ai Russi una base militare

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    2. Alexis Sfigas sta per fare un bel bagno di realtà.
      Pensava di poter trattare, ma riceve solo rifiuti e gli chiudono i rubinetti della liquidità.
      Lo costringeranno a lasciare l'euro, giusto per non affogare subito, ma lo legheranno con qualche forma di accordo monetario, per strozzare la crescita e dimostrare ad eventuali altri riottosi che fuori dall'euro non c'è speranza.
      A meno che non parta prima la campagna di Russia...

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    3. Fanelli è certamente una persona acuta, con punti di vista anche originali e -qualche volta- bene argomentati. Peccato che di economia (ma anche di altro) non capisca una beneamata fava, e che i suoi post in tal senso siano un misto di luoghi comuni corroborati da dati che non sa leggere. In buona sostanza è un expat che risolve il complesso di inferiorità mitizzando il paese che lo ospita (guarda caso, la Germania).

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    4. Sì, non intendo mitizzarlo, e condivido che su certe cose si faccia prendere la mano dal suo desiderio di voler sempre dire la sua (parlo di argomenti non legati all'economia di cui mi picco di saperne qualcosa pure io, nello specifico).

      Gli do atto che però a differenza di altri expat (per esempio: io) si sbatta di seguire le news e la politica locale per cui specialmente su quello il suo punto di vista mi pare interessante (anche se sempre con opportune quantità di sale in grani)

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  57. Eccoli i risultati del meraviglioso mondo:http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/prestito-negato-a-un-76ennemotivo-ormai-deve-morire_1104205_11/

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  58. Letto, grazie.

    Ne terrò debitamente conto nel leggere i futuri post di Uriel.

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  59. Mi permetto di far notare ciò che ha detto da poco Obama in conferenza stampa con la Merkel. Forse, dico forse, A WIND OF CHANGE IS COMING...

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  60. @Corrado Tedeschi Per me vale la profezia del capo di Alba dorata, che ha detto che tsipras fallirà e noi andremo al potere. Rimane il problema di come gli americani gestiranno la disordinata uscita dal'euro visto che molti paesi che usciranno per vendetta entreranno nell'orbita russa e Putin controllerà buona parte del mediterraneo tramite i porti di questi paesi. Non vorrei che si finisse come in Siria

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  61. Meritocrazia? perché queste assunzioni non vengono decise per concorso? Su molte cose che afferma Giannino non sono d'accordo pero' penso che su questo abbia ragione! le assunzioni per concorso basta col potere discrezionale o assoluto! https://www.youtube.com/watch?v=pkZaz6-z5xE

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