sabato 3 gennaio 2015

Paolo Savona

L'amico Ballardin mi ha girato due video che condivido con voi:






Ci sono dettagli coi quali come sapete sono in disaccordo (e ne ho parlato anche con l'interessato), e ci sono concetti che forse occorre precisare meglio per i meno esperti. Mi ci soffermo non per fare la lezioncina al prof. Savona (che non ne ha bisogno, tanto più che di queste cose abbiamo modo di discutere), ma per evitare che si scatenino due orde di imbecilli: quelli che "Bagnai ha cambiato idea!" (io non ho idee), e quelli che "Savona non ha detto che..." (quando intervisteranno voi riuscirete a fare di più in minor tempo).

Chiedo anche scusa se ho urtato la sensibilità di una terza categoria di imbecilli: quelli che si urtano quando chiamo imbecille un imbecille. Io purtroppo sono un tecnico e devo attenermi ai fatti.

Entrando nel merito, per quel che mi riguarda, come sapete (e come sa chiunque abbia letto il mio libro, incluso, credo, il prof. Savona), son dell'avviso di Feldstein:

There is of course nothing in economic logic or experience that implies that free trade requires a single currency. The North American Free Trade Area has stimulated increased trade without anyone thinking that the United States, Canada and Mexico would have a single currency. Japan has succeeded as a major global exporter despite substantial fluctuations in the value of its currency. We now see that the European Union has achieved a free trade market even though only 17 of its 27 members use the euro.

ovvero, per i diversamente europei:

Naturalmente nulla nella logica o nell'esperienza economica implica che il libero commercio richieda una moneta unica. Il NAFTA ha stimolato il commercio senza che nessuno pensasse che gli Stati Uniti, il Canada e il Messico dovessero avere una moneta unica. Il Giappone ha avuto successo come principale esportatore mondiale nonostante sostanziali fluttuazioni della sua valuta. Vediamo ora che l'Unione Europea ha liberalizzato il commercio anche se solo 17 dei suoi 27 membri usano l'euro.

Le parole di Feldstein mi sembrano tecnicamente inoppugnabili, ma intuisco anche il senso politico di quelle di Savona, che poi è il senso della pesca al polpo. Se vuoi tirarlo fuori dalla tana, non devi tirare, devi spingerlo dentro. Ah, non lo sapevate? Funziona così: se tirate, lui si appiccica ovunque con le sue ventose, e voi dovete avere i bicipiti di Tyson e i polmoni di un capodoglio. Se invece spingete, lui si stacca: allora potete rapidamente estrarlo. Provare per credere, io ho smesso di ammazzare animali.


Trovare un senso tecnico alla moneta unica, quando ne conosciamo il senso politico, serve comunque a rassicurare l'interlocutore: "c'era del buono, serviva per il mercato unico, ecc., ma purtroppo...". Serve a preparare quel "ma purtroppo" pesante come un macigno, che Savona squadra molto bene da ogni lato. Quindi non starei a discutere se ha fattualmente ragione Feldstein o Savona su questo punto. Seguirei la dialettica.

In termini comunicativi, io non direi che l'abbandono dell'euro è "un passo indietro verso il vecchio sistema del mercato unico" (sia perché contraddice l'assunto che non ci possa essere mercato unico senza moneta unica, sia perché mi sembra che conceda troppo al frame "Italiettalirettasvalutazzzione", del quale Zingy è come abbiamo visto più e più volte, l'aedo). Però è un dettaglio, serve a farsi capire dalla casalinga (ma le casalinghe, a me, mi capiscono?).

Notate come nel primo video Savona contestualizzi sia il problema attuale (il lavoro) che le conseguenze degli aggiustamenti passati (siamo sopravvissuti a inflazioni più alte di quella che ci aspetterebbe, mentre non sopravviveremmo a una deflazione). Lo fa molto bene. L'unica cosa che mi sentirei di precisare (ma non lo faccio sempre nemmeno io, e sicuramente lui sarebbe d'accordo su questo) è che è più facile comprare una cosa che costa il 5% in più se hai uno stipendio, che comprarne una che costa l'1% in meno se sei disoccupato. Questo, come notate, Savona lo dice: la deflazione mette a rischio la coesione sociale del paese. Lui lo sa e lo dice. Altri lo sanno e non lo dicono. Altri ancora sono fuori come un terrazzo. Ma gli italiani "si guardano in giro", come dice Savona, e vedono che "qualcosa non funziona".

Nel secondo video Savona affronta il problema che più o meno nello stesso periodo stava (pre)occupando De Grauwe: il fatto che entrando in un'unione monetaria di fatto un paese si "terzomondizza", nello specifico senso di perdere il controllo dell'emissione della valuta nella quale governo (e banche e cittadini) sono indebitati. Una cosa strutturalmente simile accade, come sapete, ai paesi del Terzo mondo, che per trovare credito sono costretti ad accettare contratti definiti in valuta estera e disciplinati dal diritto estero. Il caso di scuola qui è l'Argentina, che si è addirittura "dollarizzata" col meccanismo del currency board, ma non è certo l'unico. Come spiega il Fondo Monetario Internazionale, ogni crisi finanziaria nei paesi emergenti è stata preceduta da una qualche forma di aggancio valutario, e questo perché il cambio fisso rassicura gli investitori esteri; inoltre, come ci hanno raccontato Eichengreen, Hausman e Panizza, indipendentemente dal regime di cambio paesi con un passato di iperinflazione o default scontavano questo loro "peccato originale" essendo comunque costretti a indebitarsi in valuta estera (normalmente dollari), il che, ovviamente, avrebbe dovuto costituire un deterrente rispetto all'ipotesi di reagire a shock esterni svalutando (perché i debiti contratti si sarebbero parimenti rivalutati). In realtà questo deterrente non è che abbia funzionato poi benissimo. Le svalutazioni poi ci son state lo stesso, in presenza di forti shock o di squilibri non altrimenti correggibili. Lo prova la letteratura sulle contractionary devaluations (svalutazioni recessive), della quale si è occupato niente meno che Kruggy in uno dei suoi primissimi lavori (con Taylor, quello di Frenkel), e che trovate riassunta ad esempio da Céspedes. Il succo è che se gli operatori si indebitano in valuta estera, poi quando il paese è costretto a svalutare falliscono perché non riescono a tener fede ai propri pagamenti all'estero (il cui importo in valuta nazionale cresce, se questa si svaluta), e quindi l'impatto positivo della flessione del cambio su esportazioni e domanda potrebbe essere compensato da quello negativo legato alle difficoltà di banche e imprese. Come ci siamo detti più volte, questo è stato soprattutto il caso di certi paesi del Sud Est asiatico durante la crisi di fine anni '90, ma il fenomeno è generalizzato.

Nel suo discorso Savona non può entrare nel tecnico, ma noi possiamo: l'euro è una moneta straniera perché non ne abbiamo il controllo, ma è una moneta a corso legale nel nostro paese. La situazione italiana attuale quindi non è esattamente quella di un paese del Terzo mondo, nel senso che, come sapete, i contratti retti da diritto italiano potranno essere ridenominati. Questo non era il caso dei mutui in ECU, che nel 1992 non poterono essere ridenominati, perché non erano contratti in valuta a corso legale nel paese ed erano disciplinati dal diritto estero. Chi li aveva prese una legnata (ma prima aveva pagato interessi più bassi di chi invece si era indebitato in lire). Non è nemmeno il caso dei debiti in dollari degli argentini, per ovvi motivi (cha Savona spiega). La nostra situazione è un po' diversa ma rimane, certo, una quota di "peccato originale", cioè di obbligazioni in valuta estera non ridenominabili perché rette dal diritto estero. Si può stimare quante siano, e si può stimare l'impatto sul tasso di crescita di una loro "rivalutazione" (cioè di una svalutazione della valuta nazionale che costringa i debitori nazionali a rimborsare i propri debiti con l'estero in una valuta estera più cara). Lo faremo in un prossimo post, ma intanto è utile sapere che secondo le stime di Jens Nordvig, a fine 2012 l'Italia, fra i paesi dell'Eurozona, era quello con il "peccato originale" più piccolo. Da allora quello che è cambiato è soprattutto il crollo del Pil, che ha reso il peso di qualsiasi obbligazione (incluse quelle verso l'estero) meno sostenibile: se non guadagni, come rimborsi?

Certo che ci sarebbe un grande shock (forse) se uscissimo! Ma sarebbe peggio per molti altri, per ora, perché le loro esposizione sull'estero sono peggiori delle nostre (e ci sono anche degli insospettabili dentro). Vogliamo continuare a farci cuocere a fuoco lento per poi sentirci dire quello che ha detto la Merkel alla Grecia?

"L'Unione Europea ci strappa la sovranità fiscale senza darci l'unione politica."

Come sapete, io non credo che l'unione politica sia un obiettivo plausibile né desiderabile, ma ai tanti che lo credono penso che non ci sia modo migliore di far venire qualche dubbio di quello scelto da Savona con questa frase. Le sue parole di biasimo della "religione europea" sono impeccabili. La sua descrizione dell'alternativa fra la "pace" (o la "guerra") evocate dagli "europeisti" onirici, e la realtà del conflitto sociale che ci attende sono chiarissime. Inutile dire che la necessità del piano B è un dato ovvio, e come sapete potrei confermarvi che altri paesi europei se ne sono dotati fra 2011 e 2012 (tutta roba che è comparsa sui giornali, peraltro).

"Abbiamo cambiato la costituzione economica e sociale del paese con un atto illegittimo, ci siamo mossi con troppa superficialità."

Questo noi lo sappiamo e lo abbiamo scritto, ma è importante che venga detto così, come è importante che si capisca che "i gruppi dirigenti siamo tutti: i professori universitari, gli imprenditori, i sindacalisti, e tutto sommato anche i lavoratori". Il mio ultimo lavoro è dedicato alle responsabilità di queste categorie: dallo squallore scientifico e morale degli appellisti (gli economisti che fingono di ignorare quale sia il problema perché non vogliono assumersene la responsabilità), alla disfunzionalità di sindacati che agiscono contro gli interessi dei lavoratori non perché ci guadagnino qualcosa (come i loro colleghi tedeschi, che almeno vanno a troie coi padroni), ma perché non capiscono niente, alla miopia di una classe imprenditoriale che ha accettato l'imposizione di un vincolo esterno (quello del cambio) in cambio della rimozione del vincolo interno (quello del salario), pensando che per salvare la pelle bastasse orientare le scelte politiche verso un sistema nel quale il rischio d'impresa si scarica sistematicamente sul lavoratore (credits: @federiconero), senza capire che il modo in cui cercavano di guadagnare competitività (schiacciando i salari) e efficienza (licenziando) li condannava a morte, perché distruggeva il mercato interno.

L'Italia può farcela è stato scritto soprattutto per proporre un diverso patto sociale a queste classi dirigenti, che temo se ne batteranno il belino. Mi pare sia estremamente probabile che i tanti personaggi che abbiamo visto sfilare su questo blog ci condurranno a un catastrofico scoppio di violenza, nell'illusione di restarne immuni, e nella certezza che questo sia il modo migliore per non prendersi la propria parte di responsabilità di quanto è accaduto nel nostro paese. Il nostro paese è stato tradito, e se guardando Savona vi siete fatti delle illusioni, be', mi dispiace, ma è mio triste e sgradito dovere togliervele subito: qui bene amat bene castigat, il medico pietoso fa la piaga cancrenosa, e il peggio non è mai morto...

Soprattutto quando si parla di Presidenti di quella Repubblica che una volta era fondata sul lavoro. Chi vivrà vedrà, ma di illusioni, su questo, me ne faccio veramente poche.

32 commenti:

  1. "...intanto è utile sapere che secondo le stime di Jens Nordvig, a fine 2012 l'Italia, fra i paesi dell'Eurozona, era quello con il "peccato originale" più piccolo. Da allora quello che è cambiato è soprattutto il crollo del Pil, che ha reso il peso di qualsiasi obbligazione (incluse quelle verso l'estero) meno sostenibile: se non guadagni, come rimborsi?"

    Questo suo post mi ha suscitato un (altro) motivo di angoscia: e se la permanenza dell'Italia nell'euro servisse, oltre che a distruggere il tessuto produttivo e lo stato sociale nazionali, ad AUMENTARE il "peccato originale" di cui parla nel periodo che ho riportato, cioè ad aumentare la quota delle "obbligazioni in valuta estera non ridenominabili perché rette dal diritto estero"? Tanto più se si considera che questo processo avviene nel silenzio più completo, diversamente dalla distruzione dell'industria nazionale e del sistema di welfare, che invece un bel po' di casino lo provocano. Insomma l'aumento delle obbligazioni in valuta estera non ridenominabili perché rette dal diritto estero mi sembra paragonabile al tumore al pancreas, malattia bastarda perché asintomatica, o meglio che provoca dei sintomi quando ormai è incurabile e mortale…

    Per quanto riguarda il finale del post, in particolare la sua previsione di "un catastrofico scoppio di violenza", mi sento di dire che questo blog ha una funzione provvidenziale perché aiuterà chi la legge a non farsi coinvolgere da questa catastrofe, non tanto come vittima ma, il che è molto peggio, come carnefice.

    RispondiElimina
  2. Si l’ Italia è stata tradita ,spogliata e venduta ai mercanti .
    Niente piazzali Loreto siamo d’accordo ,ma mi piacerebbe che in ogni piazza di paese e città ,affianco alla stele del milite ignoto ce ne fosse un’altra con nomi cognomi e foto dei traditori a perenne loro sputtanamento .
    Farsi poi delle illusioni sulla classe politica italiana e in particolare sul Presidente
    della Repubblica ( se non è filo-europeo non sale neanche il primo gradino del
    Quirinale ) è da stolti . Ci aspettano due anni di tribolazioni se Hollande resiste ,poi
    la Francia della Le Pen darà via alle rivolte . Se Hollande cade prima del 2017 la
    svolta è abbreviata .
    Per i politici , i giornalisti, gli '' intellettuali '' e molti italiani il motto sarà " Io speriamo
    che me la cavo "

    RispondiElimina
  3. OT - Eterogenesi dei fini, ovvero come pare sia stato possibile creare fantastiliardi di $ fondi neri e sottrarli al fisco (USA).

    Quando Reagan divenne presidente degli USA nel 1980 pare che autorizzo' l'intelligence a creare decine, forse centinaia (non si sa con esattezza, perche' e' ancora un segreto) di societa' di copertura, finanziate inizialmente dal Tesoro USA, aventi lo scopo di raccogliere informazioni strategiche e di destabilizzare gli avversari geopolitici (URSS in primis).

    Per farsi una rapida idea della cosa basta leggersi il secondo capitolo del libro:
    http://www.wantarevelations.com/evidence/WANTA-Book.pdf

    L'idea di base, che forse per il contribuente USA dell'epoca poteva anche sembrare molto brillante, sembra fosse quella di guadagnare speculando sul mercato valutario (con fondi statali USA) in danno dell'URSS, al fine dichiarato di provocarne il collasso socio-economico.

    Le societa' cosi' create (che pare non abbiano mai smesso di operare sin da allora) godevano/godono del diritto legale alla totale segretezza, sia del loro 'modus operandi', che dei loro profitti, che, essendo coperti dal segreto di stato, non pare siano mai stati conferiti al governo USA - come inizialmente pianificato - ma piuttosto sottratti da vere e proprie organizzazioni criminali segrete.

    Il meccanismo, denunciato dall'ex-ambasciatore USA Lee E. Wanta (fiduciario incaricato da Reagan nel 1980 di tenere i conti dei profitti di una buona parte di queste societa' segrete, perche' un giorno fossero restituiti ai contribuenti USA), mi sembra molto plausibile per decodificare l'apparente follia della politica estera USA.

    Per mantenere il potere occorrono ingentissimi fondi e cosa c'e' di meglio di una rete occulta di societa' segrete capaci di generare ingentissimi profitti esentasse?
    Solo cosi' si potra' spiegare la probabile prossima elezione di Jeb Bush a Presidente USA.....

    RispondiElimina
  4. Credo che ci sia poco da aggiungere alla tua analisi lucida e spietata (spietata in quanto vera). C'è un passaggio di Savona, ma che anche tu hai avuto modo di evidenziare in alcune interviste, che da sto "casino" in cui siamo possiamo solo uscirne se aiutati da qualcuno. C'è poi da dire che se ne usciamo (Dio sa ) ne abbiamo altri dietro o davanti con un effetto moltiplicatore dei problemi da risolvere. E poi ci sarà un prezzo da pagare, gratis non vi è nulla (TTIP?). Gustiamoci allora gli ultimi Doc, IGP e DOP prima dell'evento.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, sembra l'aspetto più inquietante quello dell'uscita "con aiuto esterno".

      Anche perché una volta svelato il piano A (che sembra difficile immaginare adesso come un errore di costruzione) si profila un piano B che appare naturalmente necessario, ma non "naturalmente" non previsto.

      Questo sembra spiegare il silenzio di tutte le classi dirigenti come attesa di nuovi ordini.

      Elimina
  5. "la miopia di una classe imprenditoriale che ha accettato l'imposizione di un vincolo esterno (quello del cambio) in cambio della rimozione del vincolo interno (quello del salario), pensando che per salvare la pelle bastasse orientare le scelte politiche verso un sistema nel quale il rischio d'impresa si scarica sistematicamente sul lavoratore"

    Eppure quando sembrò che l'Italia non avrebbe aderito allo Sme, Il Sole 24 Ore pubblicò un editoriale che riletto oggi impressiona per la lucidità.

    E a Romiti, per la sua avversione all'euro, fu riservato un trattamento Boffo ante litteram.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Continuano a venire (tornare) a galla tessere di un mosaico che il prof ha descritto nel Tramonto e nell'Italia...

      Elimina
    2. Interessantisimo articolo, non l'avevo mai letto. È comunque risalente a prima che i fumi della "Chicago hangover" arrivassero in Italia.

      Elimina
  6. Mi sembra il momento opportuno per segnalare questo libro di Pelanda e Savona in cui mi imbattei tempo addietro: SOVRANITÀ & RICCHEZZA - Come riempire il vuoto politico della globalizzazione.

    A parte la critica del cambio flessibile («La flessibilità dei cambi è certamente un shock absorber, ma è anche una fonte di disturbi e, pertanto, non è il modello salutare per un sistema economico che voglia creare ricchezza e diffonderla socialmente») mi colpì questa enfasi, già nel 2001, sulla restituzione della sovranità agli Stati:

    «La novità del nostro approccio, se di novità si tratta, consiste nel concepire una funzione sovranazionale che fornisca, dall’esterno, agli Stati nazionali la possibilità di esercitare una propria sovranità nell’uso dei flussi globali e consenta loro di rendersi più permeabili alle regole del mercato internazionale.

    Abbiamo sintetizzato questo concetto denominandolo “sovranità bilanciata”.

    In tal modo, uno Stato nazionale avrà la possibilità di restituire ai cittadini quanto più possibile della loro sovranità, riconducendo la politica entro confini più accettabili. Ma potrà farlo solo se un ordinamento esterno renderà possibile il riappropriarsi dei poteri statuali esercitati dal mercato per impotenza o per semplice ignavia delle stesse autorità nazionali.

    Se portato avanti da una singola nazione in modo separato dalle altre, il tentativo di pervenire allo stesso risultato è destinato all’insuccesso, dato che il mercato globale ha forza sufficiente per impedirlo e per mantenere uno stato di quasi anarchia planetaria.

    ...

    Non auspichiamo, perché pericolosa, l’istituzione di un governo mondiale nel senso stretto del termine, ma riteniamo sufficiente simulare l’esistenza di un organismo sovrano capace di controllare i comportamenti dei mercati a favore di tutti, attraverso una più forte cooperazione tra Stati che si avvalga di organismi sovranazionali aventi come missione quella di restituire sovranità alle nazioni e non di espropriarla.»

    Naturalmente, mancando ancora oggi qualsiasi volontà politica di collaborare, la flessibilità del cambio rimane l'unica strada realmente percorribile.

    Poi scrivevano di una moneta globale, ma dall'introduzione non mi è chiaro se volessero proporre una specie di bancor o altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con il primo autore ho avuto modo di scambiare due parole di recente. Ti assicuro che la protezione dei popoli dal mercato è l'ultimo dei suoi pensieri, qualsiasi cosa abbia scritto. I suoi interessi personali sono altrove e mi sono convinto che siano i soli a contare (leggittimamente, per carità) per lui, che è uno di quelli che si sente più uguale degli altri per diritto divino e della democrazia ha un'idea molto minimalista: non esiste.
      Nello stesso passo che citi, da "sovranità bilanciata" in poi, ritrovo, velata e dissimulata, la stessa minaccia che mi ha espressa palese a parole: i governi fanno quello che i soldi dettano, la pistola alla tempia di chi legifera la teniamo noi, il capitale. Punto. Quindi immagino che sovranazionale, almeno dal suo punto di vista, significa diminuire i punti di pressione (e di resistenza). Che è quello che è avvenuto con l'euro.

      Elimina
    2. Infatti sopra ho scritto: «... mi colpì questa enfasi, già nel 2001, sulla restituzione della sovranità agli Stati:...». Spetterà poi a noi riprenderci quel tanto o poco di sovranità che saremo capaci di riconquistare come cittadini. La pistola alla tempia, in questo momento, è innanzitutto il vincolo esterno, le munizioni sono l'euro. Cominciamo col disarmare la pistola.

      Elimina
  7. Ottima integrazione e precisazione alle interviste del Prof. Savona , si capisce perfettamente l'importanza di sottolineare che un personaggio come Savona incominci a dare interviste parlando di piano B, tralasciando alcuni "dettagli"...
    È ottimo sopratutto l'articolo di Foa che descrive perfettamente ed analiticamente di che pasta è fatto il Presidente (che amava tanto i carriarmati .... Come ora ama l'euro....Speriamo che non sia un presagio!) .
    Anche io è un pezzo che non mi faccio illusioni perché so che questo paese è sempre stato tradito da una manica di politicanti cialtroni al servizio di varie elites e/o paesi forti . Prima ci fu un ventennio di promesse roboanti che finì con il tradimento della vita di milioni di persone, poi iniziò un nuovo settantennio (ancora in corso) con il primo tradimento perpetrato con lo sbarco degli alleati in Sicilia, che battezzò una lunga serie di successivi tradimenti e svendite.
    Non sono autorazzista, tutt'altro , però è un dato di fatto che almeno dal settantennio in poi questi signori li abbiamo votati e pertanto ce li siamo anche meritati: i governanti in una democrazia rappresentativa riflettono semplicemente l'elettore medio, non sono ne meglio ne peggio. E questo vale anche per le classi dirigenti.
    E allora avanti con il blog per lavorare dal basso a livello di conoscenza, consapevolezza ed apprendimento e tanta santa pazienza! D'altronde la speranza deve essere l'ultima cosa a morire in un uomo.
    Grazie ancora per il post, come sempre puntuale e rispondente, ora mi accingo a finire di leggere il suo ultimo libro.

    RispondiElimina
  8. Buongiorno e Buon Anno


    (ma le casalinghe, a me, mi capiscono?)

    Come casalingo se non é un post tennico o troppo prolisso, si.
    Conosco diverse colleghe che però fanno tanta tanta fatica.

    Maurizio Vavassori

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La mia casalinga di riferimento (87 anni) ha letto con piacere e interesse, tutto d'un fiato, il Tramonto dell'euro, comprendendolo e approvandone le tesi. Poi si è presa dalla mia libreria il secondo libro. Gli argomenti e la didattica di Alberto sono così efficaci che non capisce solo chi non vuole capire. Da 18 a 100 anni e qualsiasi mestiere faccia o abbia fatto.

      Elimina
  9. A proposito di "è più facile comprare una cosa che costa il 5% in più se hai uno stipendio, che comprarne una che costa l'1% in meno se sei disoccupato" date un'occhiata a questo video: https://www.youtube.com/watch?v=cVGgO-HXnrc (da 14:22 a 15:30). Mi sembra una sintesi efficace... (lascio al Prof tutti i distinguo del caso)
    Buon Anno a tutti

    RispondiElimina
  10. @Carlo Guadagni
    quindi gli africani meritano la povertà assoluta, gli americani dei governanti che vogliono disintegrare il mondo e i tedeschi meritavano Hitler..
    Semplicemente assurdo.
    Manipolare l'informazione, essere portati alla disperazione non sono motivazioni valide per dire che uno si merita i suoi governanti

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A parte il fatto che gli africani non è che abbiano potuto votare molto dall'indipendenza dei loro stati (dal colonialismo) fino ad oggi ... E che gli americani come sappiamo vanno a votare con percentuali medie simili a quelle delle nostre ultime regionali ... Quindi gli esempi proposti forse non sono perfettamente attinenti per dimostrare il contrario.
      Probabilmente gentile valsandra tu non meriti i tuoi governanti, come (forse) io non merito i miei , ma vorrei farti riflettere che sul punto si possono aprire due teorie opposte: 1. La storia la fanno esclusivamente alcuni "marziani" eletti, avulsi completamente dal contesto sociale nel quale un giorno sono piombati, da dove non si sa...(sto estremizzando solo per cercare di farmi capire con pochi caratteri a disposizione) o 2. La storia la facciamo tutti (i popoli) insieme, ognuno per la sua piccola infinitesima parte, votando,non votando, rubando, non rubando, capendo, non capendo, partecipando, non partecipando, fregandosene, non fregandosene, combattendo per procurarsi il cibo, morendo per fame, accumulando denaro, condividendo, non condividendo, avallando con un semplice voto un cialtrone anche solo per pigrizia, disinformazione, comodità, tornaconto etc. etc. etc. .....mi fermo qui perché se no non finisco più!
      Io sono, come avrai intuito, per questa seconda teoria. E tu ?
      Solo per un esempio: il nostro (vostro?) Presidente della Repubblica mi risulta nato in Italia con una importante storia politica alle spalle, dirigente di un importante partito che ha contribuito a determinare la storia di questo paese nel bene e nel male, così come si appalesa oggi. Faceva parte di una corrente del suo partito definita come i "miglioristi" ( scherzando ma non tanto mi viene da dire che è talmente migliorato fino ad arrivare a sposare l'euro dopo averlo condannato in Parlamento in quel del 1978...), ma in sostanza era (è ?) un importante intellettuale italiano espressione di un determinato contesto sociale che da 1946 fino ad oggi lo ha direttamente o indirettamente votato, quindi per me certamente non è un marziano venuto da qualche strano pianeta della Via Lattea!
      Con rispetto, Carlo.
      P.S. : gli americani non vogliono disintegrare il mondo (nonostante il clan Bush etc etc) hanno sempre preteso ( e ci sono anche riusciti) e tutt'ora pretendono di DOMINARE il mondo, Cina permettendo.... D'altronde si sa che l'American Way of Life è parecchio costoso! (anche quello degli europei non è poi così frugale, almeno rispetto a quello degli africani, ma ora con questa recessione che dura da ben 7 anni stiamo parzialmente compensando....)

      Elimina
  11. Ecco chi potrebbe essere il prossimo Presidente della Repubblica...

    RispondiElimina
  12. Soprattutto visto che da parecchio non abbiamo avuto la possibilità di eleggere il rappresentante in cui riponevamo (a torto o a ragione) fiducia, ma quello imposto dal partito. Il senso dell'inutilità del voto è cresciuto esponenzialmente, al punto che vedo molto più significativo un non voto, che andare e votare per il "meno peggio", con l'angoscia di pensare di aver contribuito fattivamente allo sfacelo in atto. Votare Borghi alle europee mi ha restituito la sensazione di star facendo qualcosa di utile, al di là del risultato. E mi piacerebbe molto poter dire che abbiamo i governanti che ci meritiamo. È un'utopia?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono pienamente d'accordo con te su come i partiti italiani organizzano e gestiscono il consenso. Anche io sono andato per votare Borghi alle europee ma purtroppo non era fra i candidati della mia circoscrizione (NordEst) e quindi ho votato il suo partito, devo dire con un leggero mal di pancia , solo leggero perché ormai dopo diverse tornate elettorali ci si fa abitudine...
      E comunque anche per me il non voto è comunque sempre un voto!
      Ma l'importante è sapere che non esiste solo il voto per manifestare le proprie idee e per cercare di affermarle in una sana dialettica, esistono anche i blog , per esempio ! O no?

      Elimina
  13. @ rockapasso

    Se votare Borghi alle europee Le ha "restituito la sensazione di star facendo qualcosa di utile", perché non votare Lega anche alle politiche ? In fin dei conti la Lega ha sempre dimostrato di essere all'altezza delle situazioni, ha sempre seguito un percorso politico coerente ed ha sempre espresso una classe politica/dirigente di un certo livello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amoreeee! C'è un troll per te. Che dico, che il Folletto ce l'abbiamo già? Che sei dal parrucchiere? O cce penzi tu?

      Elimina
    2. Pietrino, scusami, intanto ti do la mia di risposta, così poi la diffondi in sentina: io, finché a sinistra ci sono solo quacquaracquà, Claudio lo voterei anche se fosse iscritto alla Hitler Jugend. Poi se dalla mia parte appare qualcosa di minimamente presentabile e con un paio di idee in testa, allora non voto più Claudio, che lo sa e se ne farà una ragione! Ci sto lavorando e, tranquillo: ci riuscirò.

      Elimina
    3. ahò, è ritornato Yanez! E, c'era bello a Mompracem? e i tigrotti come stanno? :-D

      Elimina
    4. @PeterYanez Giustamente, essendo un troll fai una domanda alla quale ho già risposto: io ho votato Borghi, non la Lega. Sapendo che poteva non essere eletto. Non voterei invece un ignoto capolista scelto dalla Lega per le politiche. A suo tempo votai per il maggioritario, ma me ne sono amaramente pentita... comunque no ritengo che votare Lega sia molto peggio dell'aver continuato a votare PD per tanto tempo, quando era dai tempi della "Cosa" che subodoravo la fregatura. Ognuno ha i suoi scheletri nell'armadio.. Parlaci dei tuoi!

      Elimina

  14. É strano come una democrazia vista dal basso assomigli ad una dittatura.

    RispondiElimina
  15. In una economia aperta non si possono congiuntamente raggiungere gli obiettivi: a) libera circolazione dei capitali; b) tassi di cambio fissi; c) indipendenza della politica monetaria.

    [problema di Mundell-Fleming]

    RispondiElimina
  16. @Carlo Guadagni
    Alla fine la maggior parte delle persone rispetta le regole (lo si fa in Sicilia non capisco perché uno deve credere il contrario per il resto del mondo) ma..
    lo so che sono i pochi a decidere ma francamente ci tengo a sottolineare che CONSAPEVOLMENTE pochi italiani avrebbero scelto un sistema che crea povertà, distruzione e guerre.
    pochissimi..
    che qualcuno appoggi per convenienza o ideologia è un conto ma ci sono persone che sanno cosa propongono, sanno come vanno le cose e sanno come si evolveranno cambiando le regole del gioco.

    ecco, è questo ultimo punto a cui tengo: pochissimi sanno (il discorso mi spiace dirlo implica uno studio approfondito, varietà di conoscenze e applicazione.. cose che francamente sono dure) e quindi a quei molti che non sanno minimamente di che forze siamo costretti a fronteggiare che colpa dobbiamo dare?

    e poi una cosa: i francesi sono pirla, gli spagnoli sono pirla, gli italiani sono pirla, i tedeschi sono pirla (cazzo, sanno che stanno RUBANDO MEZZA EUROPA E CHE LI STIAMO MANTENENDO?), i polacchi sono pirla, i russi sono pirla (vuoi mettere per gli ex comunisti?), i cinesi sono pirla, gli africani sono pirla..
    gli americani sono pirla, gli inglesi sono pirla (cavolo, vuoi mettere la cattiveria di chi colonizza)?

    ma può essere mai che tutto il mondo sia fatto di pirla?

    RispondiElimina
  17. Nessuno di quei popoli da Lei nominati è pirla di default (anche se statisticamente qualche pirla ci sarà sempre, ma questa è la natura) e nessuno consapevolmente vorrebbe farsi massacrare ( a parte qualche sado-maso, anche qui è sempre la natura che fa) ma il fatto che le classi dirigenti possano tradire cambiando le regole del gioco (come giustamente Lei sottolinea) poggia anche sul presupposto che qualcuno le abbia elette a suo tempo e magari anche rielette! e/o in qualche maniera avallate (questo almeno nei cosiddetti paesi provvisti della cosiddetta democrazia rappresentativa) . Avallate come? Anche solo semplicemente non facendosi qualche domanda in più e delegando in bianco sempre gli altri (e non parlo solo di politici) . E questo il potere lo sa , e lo sa bene! Le dicono niente, per caso, le "notizie di distrazione di massa" propalate continuamente dai media?
    D'altronde se così non fosse, se tutti fossero perfettamente consapevoli dei veri (dico VERI) motivi e delle vere (dico VERE) modalità con cui sono costantemente turlupinati probabilmente darebbero forma ad una qualche forma di aggregazione (non il 5 stelle, quella è un altra roba...) e si ribellerebbero, ovviamente smettendo prima di votare i soliti noti.
    Ed invece siamo Lei ed io a dialogare piacevolmente su queste cose (invece che su altre, magari più interessanti e stimolanti) proprio perché di vera consapevolezza in giro ve ne è sempre poca ed il potere (di qualunque tipo esso sia) può continuare ad approfittarne.
    Buona serata.
    P.S. : io personalmente non mi sento totalmente innocente. Non so Lei. D'altronde la perfezione non è degli umani.

    RispondiElimina
  18. Lorosefromamerika and you reply to them? http://noisefromamerika.org/articolo/uscita-dall-euro-svalutazione-ripresa-riflessioni-dopo-week-end-dibattiti
    I had seen this analysis and after i thought that for Boldrin is only important save the banks. I inform you on Boldrin's analysis.

    RispondiElimina
  19. Condivido ogni parola del Prof. Savona: totalmente, assolutamente - paurosamente

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.