martedì 28 ottobre 2014

L'abbondanza frugare

(Twitter è una fogna, ma ogni tanto ci sono cose che ti riconciliano con l'esistenza...)




E questa, prodotta dall'ISTITUTO PUD€, la dedichiamo agli amici della decrescita, felice per le banche, un po' meno per chi è costretto a frugare nell'abbondanza dei cassonetti. Non hanno capito, porelli, che quello della decrescita è un frame scientificamente costruito dalle élite ordoliberiste del Nord per indurre i loro subalterni ad accettare con animo lieto mezzo secolo di repressione dei salari, che è cosa buona e giusta, come avrete capito, visto che è anche repressione dei consumi immorali e inquinanti. Le élite, come dice Alberto Montero Soler, che non vedo l'ora di incontrare al #goofy3, hanno dichiarato guerra alle leggi dell'economia, e quindi anche alla contabilità, e, come più volte abbiamo qui documentato, alla stessa logica. Fare del Pil un nemico, dimenticando che la riconversione energetica aumenta il Pil, è un chiaro esempio di lotta alla logica. Ma anche ieri sera non è andata male. Era tutto un "noi siamo troppo piccoli, uscire sarebbe una catastrofe, quindi dobbiamo minacciare la Germania per farle fare quello che vogliamo noi". Ma non siamo troppo piccoli per farci sentire? "Sì, ma nel popolo c'è un forte risentimento antitedesco, che noi europeisti dobbiamo mobilitare per salvare l'euro".

Ah, vabbe'... Si materializzava di fronte ai miei occhi una delle mie tante previsioni: la chiamata alle armi contro il tedesco per salvare la moneta del tedesco. Povero Aristotele, e poveri figli miei...

(non chiedetemi chi e dove perché non ve lo dico, tanto la pensano tutti così ovunque, non è importante il dato, e domani la penseranno tutti come noi...)

Riprendendo il filo, con noi è stato più facile. Per farci accettare tutto, non hanno nemmeno dovuto inventarsi un frame buonista. La soluzione era a portata di mano. Gli è bastato dirci: "Fate schifo", come spiego nel mio prossimo libro, e abbiamo accettato tutto.

(il prossimo libro ha sdoganato il "fate skifen" nella letteratura italiana: ne sono molto fiero...)

Vedete com'è bello riciclare?

Ieri ho incontrato un immondo vegliardo che ben meriterebbe di essere al posto di questo povero Cristo. Diceva: "Gli economisti non possono far niente, c'è il primato della politica!" E io, secco: "Bene, e allora tirateci fuori voi da questa merda!".

"Il primate della politica", l'ha soprannominato il professor Santarelli.

La povertà culturale e morale che ci circonda è, vi assicuro, più spaventosa della povertà materiale che questa foto documenta. I politici non sanno, e quelli vecchi non vogliono sapere: hanno paura di guardarsi allo specchio.

Ma ce la faremo.

156 commenti:

  1. Pienamente d'accordo! E comunque che il cambiamento è in atto lo si vede bene, forse sarà anche più veloce di quello che speravamo se il comandante continua con queste dichiarazioni di guerra ai propri elettori. Buona giornata

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  2. Mamma non voglio andare a scuola perché fuori è pieno di bulli ed io sono troppo piccolo per ribellarmi.
    Hai ragione tesoro della mamma, esci e minacciane uno così gli altri impareranno e ti lasceranno andare a scuola...
    Si, però con la testa infilata in un paio di mutande usate...

    I frame sono purtroppo fortissimi, bisogna avere pazienza... Fosse facile... Ora siamo passati, come aveva previsto, alla fase: è colpa dei tedeschi...

    Intanto io mi segno un bel -11 che mi dà speranza.
    Per il resto confido nel vostro lavoro ed intanto ripasso il tramonto dell'euro.

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  3. Il primato della politica?
    Lo vedo anch'io, sul fondo di questo cassonetto.
    E girando per le strade, per le fabbriche vuote, ma anche in quelle aperte piene di persone che, rassegnate, accettano contratti che non li tutelano minimamente e convivono con la speranza di rinnovo in rinnovo.
    Ce la faremo? Ne sono convinto.
    Nonostante il primato di questa politica, che è tutto, tranne che l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti .

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  4. certamente, si chiama rimozione, si passa rapidamemte al giorno dopo ... anche se la tolda e' gia ben inclinata ... ma, d'altra parte, la storia insegna : siamo noi a non imparare ...
    sempre grazie Alberto Bagnai !

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  5. Una richiesta fuori tema (ma anche no) al prof e ai lettori: un collega sudamericano (tanto per chiarire, uno che dalle scuole serali dopo lavoro è arrivato fino ad un'università del nord europa) mi diceva come per lui sia difficile credere che la crisi europea sia vera crisi, e che in fondo da perdere ne abbiamo ancora parecchio. Io gli ho fatto notare che la crisi europea era la stessa zuppa di vent'anni prima in sudamerica, e che i soldi che perdevamo noi non andavano certo in tasca a lui. Mi sono però reso conto di non avere un buon supporto per spiegare (e capire) nel dettaglio come, appunto, i soldi che perdiamo noi nella crisi, non vanno certo a finire nelle favelas di Rio (cosa su cui purtroppo non nutro molti dubbi). Sareste così gentili da indicarmi un'analisi di questo tema? Magari è una scusa per il prof per scrivere una lettera ad un amico no-global? Chiedo scusa per usare il blog per fare sostanzialmente i fatti miei, ma ho pensato che potesse forse essere interessante anche per altri.

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    1. Una domanda legittima: ma perchè non dici al tuo amico di tornare nel suo paese a risolvere tutti i problemi che loro hanno? Che interesse verso il proprio paese dimostra nella pratica il tuo amico? Solo cianciare a caso facendo paragoni tra gli ultimi e i penultimi? E poi: digli di non preoccuparsi che sarà solo il tempo in cui l'euro resterà in piedi a far comparire anche da noi i bambini che sniffano colla in mezzo ad una strada; però i disperati che rovistano nei cassonetti ci sono già qua in Italia! Allora che utilità e che rispetto ha verso queste persone il tuo amico nel dire a questi disperati che in Brasile è peggio? Dovrebbero, questi disperati italiani, regalargli anche la spazzatura che trovano nei cassonetti italiani? Dovrebbero sentirsi più sollevati nell'apprendere che in Brasile muoiono di fame? Il tuo amico mi ricorda tanti immigrati razzisti verso gli italiani, che vengono qui a farci la Lezioncina, a dirci che siamo tutti viziati, che abbiamo troppi "privilegi", e mentre dicono ciò, loro, gli immigrati latinoamericani "austeri", si gingillano con l'ultimo modello di iphone comprato a rate, naturalmente, perchè gli stipendi da fame qui in Italia non gli permettono certo di avere un iphone comprato in cash!

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    2. Se il livello della domanda fosse questo, di certo non ci perderei tempo. La mia era una domanda più tecnica: non conosco un'analisi degli effetti negativi, dal punto di vista sia economico che politico, che la situazione europea può avere sui paesi meno ricchi. Intuitivamente immagino possano essercene molti, ma mi piacerebbe conoscere un'analisi dettagliata di questo aspetto.

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    3. @ricercanwo Capisco l'irritazione, ma una risposta un po' meno aggressiva si poteva forse trovare.
      @sambarluc A naso mi sento di dire questo al tuo amico: tanto per cominciare, come confessato da Monti e più volte rimarcato qui, la principale preoccupazione dei nostri ultimi governi è stata quella di "disintegrare la domanda interna per ridurre le importazioni". Ciò vuol dire che i soldi che i lavoratori italiani hanno perso in questi anni sono andati in due posti (no, non lì: lì ci hanno infilato qualunque cosa, ma non soldi): in Germania, per pagare merci tedesche e intessi su debiti taliani privati e pubblici, o sono rimasti in Italia nelle tasche di chi li aveva già. Almeno questo è ciò che mi suggerisce l'andamento dell'indice di Gini in Europa, se ho scritto una cxxxxa sono certo che verrò tempestivamente corretto.
      Perciò quelli che perdiamo qui non vanno in Brasile, e se anche ci arrivano nelle favelas al massimo vedono le briciole delle briciole. Che dovranno comunque leccare da terra...
      Per quanto riguarda il fatto che da perdere ci sia ancora parecchio, beh, ha ragione. E' proprio questo frame che il prof. condanna con il post odierno: certo che si può stare peggio, il punto è che non è vero che non ci sia modo di stare tutti un po' meglio. Vale per noi e vale anche per i brasiliani. Piuttosto che domandarsi di cosa si lamentano gli italiani, dovrebbe domandarsi cosa diavolo aspettano i brasiliani a pretendere ciò che appartiene loro per diritto

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    4. @ sambarluc. La risposta era scontata. Semplicemente se tu guardi l'aumento delle disuguaglianze in tutti i paesi del mondo vedrai che la ricchezza non si diffonde dai paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo, ma da i poveri di tutti i paesi verso le élite finanziarie. Il frame che la povertà di un italiano aumenti la ricchezza di un bambino delle favelas è degna di un enciclica papale ma non appartiene al dominio della verità

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    5. Secondo me il tuo amico ha ragione.

      Ho incontrato ultimamente un ragazzo ucraino, al quale ho cercato di spiegare quanto stiamo male ultimamente, ma sinceramente non credo che abbia capito.
      Effettivamente lì non hanno acqua calda nelle case, mentre io qui la uso per lavare il cane.
      Ora, appurato che noi stiamo comunque meglio di molti tanti, perchè ci sentiamo così in crisi?
      Forse perchè abbiamo scoperto che se un Paese alleato, tipo la Grecia ha bisogno di 10 mld, noi, non glieli diamo? Anzi aspettiamo che gliene servano 250mld per aiutarli ad interessi del 20%? Inutile ricordare che è peccato grave, punibile con l' inferno, del quale ci siamo macchiati tutti?
      O forse perchè abbiamo scoperto che quando licenziano il nostro vicino di scrivania esultiamo perchè noi siamo salvi?
      No, secondo me siamo in crisi, perchè i malati di SLA usano 0,5 mld nostri per vivere meglio?



      La crisi economica è solo un cavaliere nero.
      Molti altri cavalieri arriveranno, si vede già la polvere in lontananza

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    6. Mi hai fatto venire un idea per uscire dalla nostra finta crisi caro Alessandro, lasciamo perdere le proposte di quel Bagnai che vuol vivere nell opulenza alla faccia dei bambini delle favelas. Tassiamo invece tutti i proprietari di cani italiani che vivono nel vizio immondo perché si ostinano a mantenere il proprio cane pulito e in ordine. Perché, naturalmente, è colpa del tuo cane se muoiono milioni di bambini nel mondo,...

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    7. Il frame divulgato da Alessandro è quello che vale anche nel contesto nazionale, dove vengono accusati i garantiti dall'articolo 18 di rubare il futuro a chi non lo è, ai disoccupati; il fine, naturalmente non è innalzare i diritti di tutti, ma distruggere i diritti dei penultimi attraverso il senso di colpa verso gli ultimi; il frame spaccia come positivo il trasferimento di diritti e risorse (elemosina) dalla classe media in via di disfacimento verso i più poveri del mondo, mentre l'elite nel frattempo diventa sempre più ricca e i poveri, nonostante l'elemosina e la riduzione dei diritti della classe media, sempre più poveri; non è con l'elemosina e la distruzione dei diritti che si può solidarizzare con i paesi del terzo mondo, ma con un serio sforzo conoscitivo e pressante sull'opinione pubblica al fine di cambiare le regole economiche globali, che penalizzano la maggior parte della popolazione e dove i propoalatori in stile Renzi spacciano una riduzione dei diritti dei penultimi come un guadagno degli ultimi, sfruttando di gran lena il senso di colpa di questi penultimi. Per finire; non si capisce come mai il popolo brasiliano debba chiedere l'elemosina a quello italiano, che non è certo il più messo bene d'Europa, anzichè sollevarsi contro le regole economiche del loro governo e cambiare le regole del gioco nel proprio paese. Sarà mica perchè gli basta un'antenna satellitare impiantata nelle loro favelas per renderli tutti rincoglioniti?

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    8. Il frame divulgato da Alessandro è quello che vale anche nel contesto nazionale, dove vengono accusati i garantiti dall'articolo 18 di rubare il futuro a chi non lo è, ai disoccupati; il fine, naturalmente non è innalzare i diritti di tutti, ma distruggere i diritti dei penultimi attraverso il senso di colpa verso gli ultimi; il frame spaccia come positivo il trasferimento di diritti e risorse (elemosina) dalla classe media in via di disfacimento verso i più poveri del mondo, mentre l'elite nel frattempo diventa sempre più ricca e i poveri, nonostante l'elemosina e la riduzione dei diritti della classe media, sempre più poveri; non è con l'elemosina e la distruzione dei diritti che si può solidarizzare con i paesi del terzo mondo, ma con un serio sforzo conoscitivo e pressante sull'opinione pubblica al fine di cambiare le regole economiche globali, che penalizzano la maggior parte della popolazione e dove i propoalatori in stile Renzi spacciano una riduzione dei diritti dei penultimi come un guadagno degli ultimi, sfruttando di gran lena il senso di colpa di questi penultimi. Per finire; non si capisce come mai il popolo brasiliano debba chiedere l'elemosina a quello italiano, che non è certo il più messo bene d'Europa, anzichè sollevarsi contro le regole economiche del loro governo e cambiare le regole del gioco nel proprio paese. Sarà mica perchè gli basta un'antenna satellitare impiantata nelle loro favelas per renderli tutti rincoglioniti?

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    9. Pensavo di aver proposto un altro atteggiamento, come sei potuto passare direttamente alle tasse, lo sai tu... e quelli che sono al governo da 3 anni.
      Comunque forse aiutare i bambini delle favelas, potrebbe essere più utile di pagare i contributi della pensione. Sapere che c'è qualcuno che se sei disperato ti può aiutare è una pensione buona come la minima.

      Comunque, loro l' acqua calda l' hanno persa in un giorno. Prima c'era e poi non c'era più, come per magia. Prima non la pagavano e ora non lo pagano ugualmente, prima ce l' avevano e ora non più. Non sono i soldi a spiegare il perchè dunque.....

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    10. Alessandro, qualsiasi persona pensante e sensibile si preoccupa di uno dei paesi più diseguali del globo, il Brasile, il problema è che abbiamo molti disperati anche qui in Italia, e la disperazione degli italiani sta aumentando giornalmente, se continua di questo passo chi oggi laverà il cane con l'acqua calda domani non avrà nemmeno le mutande per comprirsi; allora arriveranno quelli come te dal Brasile a dire che gli opulenti brasiliani non si interessano degli italiani.... E' con piagnisteo terzomoindista che stanno incolpando le classi medie dei paesi occidentali, facendole sentire in colpa del loro temporaneo e ormai effimero benessere raggiunto dopo anni di lotte; Una cosa è certa, non è l'elemosina delle clessi medie occidentali che salverà un paese come il Brasile; servono riforme e pressione sull'opinine pubblica e sulla politica locale al fine di rendere meno ingiusto il paese, ma i politici locali per ora si accontentano di regalare parabole alla gente delle favelas, per rincoglionirli; e di questi drammi non può essere certo incolpato un povero cristo italiano che ancora riesce a lavare il proprio cane con l'acqua calda, oggi, perchè domani anche questo povero cristo si ritroverà per la strada senza pensione, sanità, o qualsivoglia altro servizio sociale; se non ascoltiamo quello che ha da dire Bagnai

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    11. @ricercanwo, ma perchè bisogna sempre sperare che sia l' opinione pubblica a cambiare il mondo. L' opinione pubblica, è l'opinione di pochi.
      Vuoi alzare i salari?
      La domenica mattina vai a messa. Non andrai a fare la spesa al supermercato e il supermercato rimarrà chiuso, il cassiere prenderà poco, ma lavorerà 5 giorni, gli altri due liberi, se vorrà li userà per arricchirsi con ciò che vuole, un orto, un libro, un allevamento di uccelli.
      Invece no, il cassiere sta li anche la domenica, vende 100, come se fosse stato chiuso, ma per averlo lavorerà 7 giorni. Per colpa tua.
      Quando vai al ristorante, lascia 10 euro di mancia. Forse il cameriere li userà per comprare qualcosa che fai tu, oppure che fa qualcun altro che comprerà da te. Invece tu vai a mangiare dove si paga di meno, anzi se il ristoratore a fine mese ci rimette, tu sei pure contento, perchè sai di aver fatto un buon affare, hai risparmiato! (secondo me il sottotitolo del blog, va modificato)
      Senti che bella questa. RICERCANWO,
      La tua ricerca finirà quando scoprirai quanto sei forte e potente. Quando scoprirai che hai la potenza per distruggere tutto, allora capirai quanto sei stupido e accetterai di seguire tuo padre.

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    12. -se continua di questo passo chi oggi laverà il cane con l'acqua calda domani non avrà nemmeno le mutande per comprirsi; allora arriveranno quelli come te dal Brasile-
      Non hai capito... proprio perchè tu non ci sei andato, non aprendo una strada, sarà più difficile che gli altri vengano da te, perchè la strada non è stata aperta.

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    13. Ma caro Alessandro io al ristorante semplicemente non ci posso andare perché non ho un lavoro e non riesco quasi a pagare le bollette, figurati lasciare la mancia. Ho inviato centinaia di curriculum qua in Italia e nessuno mi ha mai risposto. Sinceramente delle tue paternali ne faccio volentieri a meno, in quanto a mio padre 15 anni fa se ne andato con una donna peruviana che gli ha detto che noi figli italiani siamo tutti viziati, intanto lei si è presa la casa di mio padre e io potrò morire in mezzo ad una strada.... A già ma qui in Italia siamo tutti ricchi come te

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    14. "non hai capito perché non ci sei andato", non ci sono andato perché non ho soldi da buttare via perché sono disoccupato senza indennità di disoccupazione ne cassa integrazione, vivo con miseri risparmi da vecchi lavori, oltre a ciò, visto la mia situazione, non credo che sia molto utile vedere altri disperati un po più disperati di me, caro Il mio Alessandro dai mille fulmini e dalle mille lezioncine

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    15. In questo periodo lavoro con un collega egiziano: 29 anni, laureato, senza famiglia, buon inglese, 12 ore di lavoro al giorno e pure qualche notte, 850 euri/mese. Io 20 anni in piu', quasi tre volte lo stipendio, famiglia. Per quale motivo l'azienda dovrebbe tenermi? L'egiziano scioperera' mai per me? Ma soprattutto, scioperero' mai io per far aumentare lo stipendio all'egiziano? Non esiste piu' il potere contrattuale individuale, anche ai piu' alti livelli di professionalita', perche' abbiamo scritto il software e costruito le reti che appunto NON hanno unito i proletari di tutto il mondo, anzi.

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    16. " Quando vai al ristorante, lascia 10 euro di mancia." ma caro Alessandro come puoi dire a me di fare 10 euro di mancia quando non ho nemmeno i soldi per l'affitto..... Ha ho capito, la crisi c'è perché é tutta colpa dei disoccupati scansa fatiche che non vogliono cercarsi un lavoro e quindi non pagano le mance ai camerieri, ma credevo di essere in un blog di un esperto di economia e non al bar dello sport

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    17. " perchè tu non ci sei andato, non aprendo una strada" e ti dico di più : E non ci voglio andare, me ne batto il belino negli scogli del tuo pietismo terzimondista. Non è il mio obiettivo quello di consegnare le ultime monetine dei miei risparmi da disoccupato ai poveracci brasiliani. Se devo prendere un volo, i miei ultimi risparmi li investirò per un viaggio di sola andata per la scandinavia. Perché va bene essere buoni e solidali, ma quando nel mio paese a me che ho laurea e specializzazioni non mi offrono ne lavoro ne indennità di disoccupazione, e il mio stesso paese mi tratta come se fossi un clandestino senza alcun diritto sinceramente il pensiero. Che ci siano bambini delle favelas mi sfiora solo di striscio, perché prima di tutto penso alla mia sopravvivenza e alla mia dignità, o secondo te dovrei tagliarmi le palle che mi rimangono per "costruire ponti"?

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    18. E per finire caro il mio pietista costruttore di ponti ti dico un ultima cosa : Io a casa l'acqua calda ce l'ho ancora, ma la tengo spenta 320 giorni all'anno, perché non posso permettermi bollette di riscaldamento elevate, ma sai... Chi non ha l'acqua calda sono sempre gli altri stranieri..... Chi non ha lavoro sono sempre gli stranieri brasiliani, perché tutti qui ce la spassiamo da Dio ooooo, e siamo tutti degli sporchi viziati che se ne sbattono dei bambini delle favelas ; ma di un po se domani io finisco i pochi soldi che ho per pagare l'affitto, i miei pochi risparmi con i quali pago il canone di un appartamento di 30 mq pieno di muffa e infiltrazioni, poi secondo te arriveranno i solidali brasiliani ad aiutarmi quando sarò in mezzo ad una strada in un paese, il mio, per il quale i miei nonni avevano combattuto per ottenere uno straccio di Costituzione? Un paese che gli euristi hanno distrutto. E i pochi privilegiati come te che lo abitano da benestanti e privi di problemi ancora non riescono a vedere il disastro in cui siamo. Ma un giorno vi sveglierete, e se non sarà la povertà e la disoccupazione a farlo saranno le bombe, e quando cadranno le bombe nel vostro paese allora poi andate a chiamare i brasiliani in vostro aiuto.....

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    19. Cari tutti, che dibattete furiosamente su questo tema apparentemente appassionante di quanto ancora possiamo perdere. Posso permettermi un'osservazione, certamente non richiesta, di carattere metodologico? Di carattere metodologico, perché. come è facile intuire, io non saprei dare una risposta all'osservazione dell'immancabile uomo nuovo che si è fatto da solo, venendo dal basso e lottando contro tutti e tutto, il che probabilmente è vero (in linea di massima sarei d'accordo con chi ha detto che in tutti i paesi si trasferiscono soldi dal basso verso l'alto, ma davvero non potrei affrontare una discussione seria sull'argomento). Sono molto colpito però dal fatto che cadete nella trappola di parlare di un fenomeno economico epocale, che poi vuol dire politico, in termini "morali". Sembrate grillini. Lo so è un'accusa non piacevole, ma questo mi sembra. Vi sembra normale che una persona colta, intelligente, che si è fatta da sola, che insegna nelle mitiche università del nord, risponda a una situazione economica drammatica come quella europea con un semplice "avete ancora molto da perdere"? Glielo ha suggerito Schaeuble per caso? A uno che imposta così i problemi si risponde semplicemente "Ciao, caro, ci vediamo un'altra volta", perché la grande capacità di queste persone è di farti sembrare imbecille alla fine di una discussione senza senso. E non può che essere così, se i problemi vengono affrontati su un terreno diverso da quello loro proprio. Se tutto ciò assomiglia troppo a un pistolotto, scusatemi. Ma sono reduce da universitari che mi fanno girare le scatole con le loro osservazioni "moralistiche" su gravi problemi economici, quindi politici

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    20. Finalmente Celso; hai capito il DiscorZetto morale dietro la propaganda moralista delle università no global del Nord; in sostanza dovremmo prenderci a martellate le palle perchè noi italiani fino adesso siamo stati degli sporchi viziosi e abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità indifferenti del destino dei bambini delle favelas; quindi via con le riforme strutturali per eliminare parassitismi, baby pensionati, corruZZione, vizi e privilegi; e voi garantiti che togliete futuro ai giovani, abbandonate il posto fisso; firmato: Mario Draghi

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    21. Complimenti a Celso, più che d'accordo.
      Aggiungo solo che:
      1. la povertà e la ricchezza sono, da sempre, concetti relativi a un contesto. Nonno Ahmed che ricongiuntosi al figlio immigrato in Italia incassa la pensione minima, se la spende qui è un poveraccio, se la spende al suo villaggio natale è un nababbo.

      2. se perdiamo qui quel che "abbiamo ancora da perdere", sta' sicuro non lo guadagnano i poveri sudamericani.

      3. se il difetto rovinoso dei ricchi è l'egoismo, il difetto rovinoso (e incapacitante) del poveri è l'invidia.

      4. Da che mondo è mondo sull'invidia dei poveri fanno leva quelli che li opprimono già (i megaricchi che così li mettono contro al ceto medio) o quelli che li opprimeranno poi (v. vicenda URSS & C.)

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    22. E' come dite, ricercanwo e Roberto. Il compito più difficile sarà quello di abbattere il paradigma autorazzista coltivato con cura e diligenza da oltre 25 anni. Credo che nella storia culturale europea sia un fatto unico (ma potrei sbagliarmi). Le anime, i cervelli sono talmente intossicati, che riportarli alla ragionevolezza sarà molto difficile. Ma siamo noi, che dobbiamo essere lucidi e coerenti: a noi interessa solo l'abbattimento dell'euro. Di questo vogliamo capire le ragioni, di questo vogliamo discutere. Poi vogliamo menare una guerra senza quartiere alla propaganda autorazzista (vaste programme, direbbe il Generale). E soprattutto noi non parliamo di morale. Per ora, ben inteso. POI, se e quando saremo nuovamente liberi (almeno avendone un minimo di illusione, come un tempo), ognuno di noi riprenderà a pensare le cose in termini personali e secondo i parametri, anche morali, che riterrà opportuni. Ma prima viene la libertà. Che per noi non ha prezzo.

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    23. Scusate, non ho potuto seguire la discussione prima. Mi pare di capire di aver usato le parole sbagliate nel descrivere il mio collega. È più uno studente che un professore, e in Europa ci è arrivato con una borsa di studio che terminerà a breve, anche se tutto sommato questo mi sembra totalmente irrilevante. In Italia, per inciso, non c'è mai stato, e della situazione italiana non sa niente e non ha mai detto niente.
      Quello che mi ha detto e che mi ha fatto riflettere è che non capisce molto la crisi europea, dal suo punto di vista tutti sono privilegiati qui (in Belgio), e non vede come lo coinvolga. Ora questo può infastidire o meno, sia me che voi, ma mi interessa molto di più la domanda: in che modo la crisi europea coinvolge i paesi in via di sviluppo? Intuitivamente penso molto, capisco che il calo della domanda europea li coinvolga, ma speravo di trovare qualcosa di più specifico, perché mi sembra una questione importante, diciamo dal punto di vista geopolitico.

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  6. Non c’è un solo diritto basilare della nostra Costituzione che non risulti modificato in maniera sostanziale dall’applicazione dei trattati europei: Non è solo a causa dell’euro, ma anche dell’Unione Europea di cui l‘euro è perversa conseguenza.
    Dagli anni ‘80, e poi definitivamente con Maastricht, i principi primari delle Costituzioni europee sono diventati ostacoli da abbattere. La Costituzione Italiana in contrasto coi trattati è stata disattivata.
    Questo nuovi trattati europei di castrazione delle sovranità nazionali ci ha condotti verso l’impossibilità giuridica di disciplinare numerose materie di interesse pubblico.
    Ad esempio l’articolo 41 della nostra Costituzione , recita:
    “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
    La parte più nobile del trattato costituzionale è dunque la parte che disciplina i rapporti economici: ristabilire la legalità costituzionale significa pertanto prevedere partecipazioni statali ed aiuti di Stato ad imprese in settori strategici . Oggi, all’interno dell’Unione Europea, tutto questo risulta essere inapplicabile.

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  7. "Ma ce la faremo". Me lo ripeto ogni santo giorno.
    Ho iniziato a lavorare a 19 anni, lavoravo e studiavo. Dopo un anno mi sono trovata a dover scegliere, Università o lavoro? Ho scelto il lavoro. Era il 1996 un bel lavoro dipendente commerciale esterno, mi hanno detto ti facciamo un contratto Co.Co.Pro è nuovo, noi paghiamo di meno e tu in busta paga hai di più ed è stato vero. Ma quando hanno dovuto regolarizzarmi, a T. Indeterminato quel più è diventato meno, molto molto meno, "Sai non possiamo garantirti lo stesso, perchè ci costa di più". Un anno e ho deciso di cambiare settore, non lavoro. Non ho più avuto un contratto "regolare", nei servizi poi non ne parliamo è praticamente impossibile. Fatto gavetta, con il PC zero problemi, imparato a gestire le vendite, a capire i clienti, le trattative, mi dicevo fa esperienza mi aprirò una Partita Iva. E' dal 2011 che vorrei aprirla, per stare in piedi dovrei gestire almeno due settori ma la mia abilitazione mi consente di seguirne solo uno, non posso integrare con altro. Mi chiedo ma tutta questa libertà di impresa dov'è ? Ma come si fa in un' Europa che ci è stata venduta come un mare di opportunità e in un' Italia da ormai 7 anni in crisi evidente essere ciechi sul cambio fisso e non allentare almeno la rigidità dell'avviamento di un' attività professionale, certo non importante come quella di un avvocato o di un architetto. Incontro persone tutti i giorni, come è cambiato l'approccio di una persona all'acquisto anche del bene più ambito glielo leggi negli occhi. Ho voglia di lavorare, mi piace. Come mi piace fare un mare di altre cose, vorrei solo poter avere la possibilità di farlo serenamente e di vedere anche i miei clienti lavorare e potersi permettere con gioia, e non solo sacrifici, quello che vogliono.
    La voglia di lavorare ce la stanno facendo perdere loro.

    Grazie prof. Bagnai e scusi se ho sfruttato questo post.

    P.S. Quelli della decrescita felice vadano pure a vivere nella capanna dello zio Tom in mezzo al bosco, senza wifi però.

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  8. Forte somiglianza tra il comportamento dei politici italiani di oggi e quello dei politici italiani nel 1943: stesso correre in tondo come galline decapitate, stessa speranza nevrotica che ci si possa sfilare dall'alleanza che ti porta al disastro senza dirlo apertamente all'alleato germanico (e incolpandolo però di tutto).
    Dovrebbe arrivare presto, secondo analogia, un 25 luglio; ma non verrà, perchè non abbiamo a chi arrenderci: o forse è già arrivato con Renzi, che ha aperto in franchising una sede locale del Partito Democratico americano.
    Stavolta, gli americani non ci "libereranno" dai tedeschi, perchè l'alleato germanico è pure suballeato loro, e per ragioni geopolitiche non vogliono il crollo della UE. Vogliono invece il Trattato Transatlantico; e come l'altra volta, esigono la resa senza condizioni.
    Renzi sta lavorando per loro: tutto l'ambaradan sull'art. 18 etc. serve a sgomberare il terreno in vista dello sbarco in Normandia 2.
    Stavolta però, forse la Normandia non gradirà. Speriamo.

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  9. "La povertà culturale e morale che ci circonda è, vi assicuro, più spaventosa della povertà materiale"

    Soprattutto quella culturale (arti del trivio e del quadrivio): sono rimasto molto male a vedere Salvini impallinato in questo modo.

    Che la persona non sia mai stata una cima lo capivo da solo, ma farsi impallinare cosi' dal PUDE di Bruxelles, mentre avrebbe potuto esserci Claudio Borghi su quel seggio....

    http://video.leggo.it/primopiano/il_parlamento_europeo_salvini_sei_un_fannullone-21902.shtml

    Ce la faremo (lo so) ma siccome non saro' presente di persona a Pescara un piccolo incoraggiamento non credo che guasti (CRO 3029258561201030).

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    1. Grazie Luca, gli incoraggiamenti non bastano mai, perché comunque il convegno non copre i propri costi, e l'associazione non ha ancora trovato sponsor adeguati. Ma li troverà.

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    2. Avrei voluto esserci ma non ho fatto in tempo era già tutto sold out. Avrei voluto vedere il mio professore cesaratto che dialoga con boldrin e soci. Non mi sarei perso lo spettacolo per nulla al mondo. Appena torno a casa dai miei faccio una donazione anche io, esigua purtroppo visti i tempi. Sperando che resti almeno la testimonianza storica di chi ha resistito a questo abominio.

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    3. Ho contribuito ora, dall'alta, bionda e produttiva Nederlandia. Spero ci sia il breakup stanotte e il contributo arrivi in fiorni.

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    4. lo spero anch'io, dopo l'ennesimo trasloco ho ritrovato una banconota da 25 Gulden ... mi ha dato una strana emozione rivederla, dopo tanti anni passati in Olacchia. Speriam riacquistino valore legale.

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    5. Piccolo contributo anche da parte mia
      (TRN 0306997813666701482260022600IT)

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    6. Buon lavoro e grazie.
      CRO/TRN: 1101143010258887

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  10. Il primato della politica.... che ride! anzi, daje a ride!

    Mi torna in mente, storici presenti correggetemi, la Bonino quando si profilava un intervento armato di terra in Jugoslavia.
    Contro il parere di tutti gli strateghi militari, certi di un bagno di sangue inimmaginabile, lei continuava a sostenere (non con queste esatte parole) il primato della politica.

    Che è come dire che un anestesista non sa quando una persona è morta, perché c'è il primato della politica che lo stabilisce, e poco importa che le conoscenze scientifiche vengano un attimino calpestate.

    Pensa che ridere se un ingegnere mettesse le armature di una trave secondo il primato della politica e non secondo i teoremi della scienza delle costruzioni.

    O un pilota d'aereo che manovrasse secondo i dettami del politico a bordo invece che a seconda dei venti presenti in quel momento.

    A quando la violazione delle leggi fondamentali del moto e dell'elettromagnetismo?
    Newton e Maxwell alzate le mani, arriva la politica!

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    1. Infatti Galileo e soprattutto Giordano Bruno hanno avuto i guai loro. Basta sostituire a "politica" il "potere" e tutto torna al suo posto. Quanti re sole in sedicesimo, che tristezza.

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  11. Forse qualcosa inizia a muoversi ieri lunedì 27/10 trasmissione radiofonica su radio 24 "MIX" diretto da Minoli l'onorevole Fassina ha detto chiaro e tondo se si va avanti così l'euro finirà ho cercato di FAR CAPIRE A CHI DI DOVERE CHE ABBIAMO BISOGNO DI UN PIANO"B" ascoltare per credere.........

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  12. Come diceva il buon vecchio Charles D. :

    MADRE NATURA SE NE FOTTE

    Ecco perchè loro perderanno ( volevo scrivere "ecco perchè vinceremo noi" ma sinceramente non me la sono sentita ).

    Ave atque vale

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  13. E' bello sapere che esiste ancora qualcuno che riesce ad essere ottimista! Grazie di esistere

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  14. Vero, siamo circondati da una povertà culturale e morale da far paura, e le metafore pietose su non so che iPhone e gettoni trasudate dal convegno dei renziani ne sono la degna epitome.
    Ieri una mia collega ha cercato a lungo di convincermi che dobbiamo puntare tutto sul turismo, glielo aveva spiegato il marito dirigente bancario. Un'altra a pranzo se ne è uscita in un "Fuori dall'euro? E poi come possiamo farcela da soli?". Le ho chiesto, provando un po' di maieutica, in che cosa concretamente le sembra che l'appartenere all'eurozona ci renda "meno soli".
    Mi ricordo una bella vignetta di tanti anni fa di Ellekappa: "Tutti corrono in farmacia a comprare questo olio di ricino di cui hanno tanto sentito parlare in tivù".
    Farsi cinque ore di treno sarà un po' pesante, ma sono veramente felice di venire al Goofy3 (ho iniziato a rileggere il Tramonto dell'euro come fase propedeutica).

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    1. A proposito di turismo... l'hai sentito (l'avete sentito) Farinetti ieri sera a Piazza Pulita?
      Per la verità non ha parlato solo di turismo ma anche di moda, di manifatturiero (meccanica di precisione e non)...
      Io ho sempre un certo rispetto per chi costruisce un impero, piccolo o grande che sia, perché non può essere un coglione a prescindere.

      In linea di principio dunque non declasserei le affermazioni di Farinetti (come pure di Briatore o simili) a "cazzata".
      E quindi nemmeno quelle della tua collega, anche se magari le avrà ripetute a pappagallo.

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    2. Non solo circondati. Anche e soprattutto sovrastati. Solo élites imperdonabilmente prive di senso estetico possono aspirare a regnare su cumuli di macerie e immondizie.

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    3. @mic1972 Ma sai che hai fatto un esempio di scuola di sillogismo sbagliato? A meno che Farinetti non sia sposato con la mia collega, poi glielo chiedo.

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    4. @ mic 1972

      Già che parliamo di meccanica.

      Comau è una delle realtà di robotica industrale più grandi è importanti al mondo, ed è italiana.

      http://it.wikipedia.org/wiki/Comau#Robot_Industriali.5B11.5D.5B12.5D

      Produce queste cose qui. (tra l'altro)

      https://www.google.ch/search?q=comau&biw=784&bih=364&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=CJdPVLmsGcK4aaySgeAL&sqi=2&ved=0CAYQ_AUoAQ


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    5. mic1972 28 ottobre 2014 12:28

      Farinetti e Briatore… l'ennesima conferma del genio italico… di Cesare Lombroso!

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    6. @Nat
      Ehm... che ho fatto?! Oddio, è una cosa grave?
      ehehehe
      Mi verrebbe da dire "e 'sti cazzi", ma nel senso che gli si attribuisce a Roma, non nel resto d'Italia.. :-)


      @Paolo Corrado
      Conoscevo Comau per fama.
      Ma ti potrei fare decine di altri esempi, anche di aziende molto più piccole, nel campo dei trasformatori per trazione, degli shelter per il settore difesa, del cartotecnico, etc.

      In generale però non capisco, non sarà il tuo caso, perché si voglia vedere il turismo in contrapposizione coi robot o coi satelliti.
      C'è un mercato potenziale costituito da oltre 1 miliardo di turisti, i quali da qualche parte porteranno i loro soldi.
      Perché non intercettarli? Ce l'ha comandato il dottore di costruire le turbine con le stampanti 3D e non occuparci dei servizi alla persona?

      Come dice Briatore, che non è un premio Nobel ma nemmeno il primo coglione che passa (almeno se misuriamo tutto in termini di soldi, successo, e gnocca).... qualunque cosa è un prodotto e può essere venduta... un satellite, un servizio di traduzione, una macchina, o un soggiorno a Capri.

      E poi sicuri-sicuri che i settori cosiddetti a bassa tecnologia lo siano davvero?
      Proprio sicuri?
      Avete idea di quante conoscenze si debbano mettere in campo p.es. per allevare in modo "industriale" le capre o fare i formaggi?
      E quanta tecnologia si possa portare dietro la coltivazione dei pomodori o della vite?
      Forse produrre pomodori non ha stimolato l'Olanda a realizzare una automatizzazione spinta e una ricerca (di base e applicata) di primissimo livello?

      Anche la più banale delle attività economiche può essere impostata su basi altamente tecniche.
      Quindi quando qualcuno osserva che i servizi dedicati al turismo in Italia sono mediocri, io lo ascolto, e non replico che dovremmo fare come Singapore (P. Angela docet) o costruire bielle col 3D.
      Insomma, se uno mi gioca bastoni, io non rispondo a coppe solo perché ritengo che ci sia una sorta di supremazia culturale-economica del satellite rispetto al servizio turistico.
      Che poi quanti cazzo di satelliti vendiamo al mondo?
      Quanti ne possiamo vendere?
      7 miliardi di persone si nutriranno di satelliti o anche di capre, pomodori e "bellezza"?
      Non capisco queste contrapposizioni, francamente.

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    7. @ mic1972

      Ma io non ho niente contro il turismo, basta che non sia tipo "Ballermann Mallorca". :-)))

      E' non ho nemmeno qualcosa contro gli agricoltori, Ussignur.

      Volevo solo far vedere che non tutto in italia è merda, come dicono gli autorassisti del "fate scifo".



      Quanti satelliti vendiamo, boh. Forse bisogna mandare in giro per il mondo venditori professionisti come fanno i tedesci con le valigette piene zeppe di euros. Finanziati dallo stato tedesco.


      E' adesso aspetto i numeri di ottobre di FCA negli states, il Forecast da un +20% y/y. Impressionante. Se va avanti così FCA diventa il Nr.2 negli USA. Pensare che nel 2009 Chrysler non la voleva nessuno, nemmeno gratis ;-))


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    8. @ Paolo Corrado
      Non ce l'avevo con te.
      Non ce l'avevo con nessuno, a dir la verità.
      Parlavo con tono appassionato e basta... :-)

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    9. @mic1972 Hai fatto un ragionamento tipo questo: tutti i vegetali sono verdi - le rane sono verdi - le rane sono vegetali. O almeno, questo è l'effetto che ha fatto a me. Ma non è grave.
      P.S. Per un milanese comprendere il significato di "esticazzi" è praticamente impossibile, qui all'ombra della Madonnina suona assolutamente come "ecchecazzo", o semplicemente "cazzo!", quindi, se ben capisco, al contrario. Qui a Milano esprimiamo invece un concetto simile con "e alura?" o, "ca-apirai!" o, in tempi più recenti, "e chissene".

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    10. Cara Nat,

      quando uno una parola non la capisce, può anche non usarla. Ad esempio, perché qui pavlate tutti di euvo...

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    11. Caro prof,
      ma io "sticazzi" non l'ho mai detto in vita mia, infatti (per chi mi prende?).

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  15. Io -in tutta onestà- non riesco (neanche con la migliore buona volontà) a chiamare "decrescita felice" cose come questa:

    http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/10/28/il-sud-come-ai-tempi-della-grande-guerra-piu-morti-che-nati-nel-2013_8d79d544-e86f-4058-b687-29105c4f605e.html

    e mi chiedo davvero dove sia finito il comune buon senso. Poi mi viene in mente la folla di commentatori esultanti di fronte ai deliri pseudo-intellettuali di Valentina Nappi, e capisco tante cose.....

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    1. @Lorenzo Carnimeo

      Non credo ci sia anche un solo italiano disposto a prendere sul serio i "deliri" di Valentina Nappi.
      Si chiama "umorismo",parola sconosciuta agli intellettualoni di sinistra.Non a caso quando devono fare le manovre più sporche chiamano i vari professoroni seri de sinistra-sic!- alla Ciampi,Prodi,Padoa Schioppa con il plauso degli elettori colti de sinistra che puntualmente si fanno fregare.

      Se non c'era il prof,stavate ancora li' a osannarli e a imputare al berlusca tutti i mali economici dell'Italia.

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    2. Purtroppo, se si va a vedere i commenti in fondo ai suoi articoli, si trovano degli elogiatori estasiati. C'è perfino chi "nota con piacere la brillantezza intellettuale [..] di una giovane mente non bruciata dall' edonismo e suoi derivati.".......

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    3. ....e son proprio quelli che han sempre votato a sinistra.Un berlusconiano non si esprimerebbe con quel linguaggio finto-raffinato.

      Sono i radical-chic de Micromega....e da radical-chic a radical-shit il passo è breve!

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  16. Tristemente cosi`...
    Come si fa a parlare di consumismo, di consumo di risorse senza rendersi complici di queste élites?

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  17. Anche il problema degli inceneritori è risolto: ti danno direttamente meno soldi (invece di riprenderteli in tasse e tariffe), e i rifiuti li bruci tu nel camino per riscaldarti.

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  18. Venerdì sera alla solita cena di amici progressisti fin troppo benestanti si è sviluppata, brevemente, la solita discussione stantia sul declino dell'Italia. Brevemente, perché ho deciso, di fronte all'indignazione intellettual-morale, di lasciar perdere assai presto (c'erano troppe persone e già così il clima si stava guastando, e mia moglie non era contenta per la mia ennesima esibizione non richiesta sull'Europa). Ma sentire un cattedratico di storia, già allievo negli anni di fuoco di un noto liceo milanese di sinistra, e sempre rimasto a sinistra pervicacemente, sostenere scemenze, che avrebbero suscitato l'ilarità del mondo intellettuale comunista in altri tempi, mi ha fatto una tristezza indicibile. Come al solito: casta, cricca , corruzione e mafia. Ho cercato di spiegare che siamo sempre stati degli schifosi, come tutti gli essere umani, ma che almeno prima eravamo la quinta potenza economica al mondo; e ho cercato, udite udite, di ricorrere a vecchi arnesi culturali tipo "struttura" e "sovrastruttura". Insomma non sono riuscito a far passare la spiegazione che siamo in un sistema economico e monetario sbagliato. Nella conversazione siamo passati dalla mafia alla burocrazia asfissiante del dipartimento per ordinare una cartuccia della stampante. La logica, come sostiene Alberto, ormai se ne è volata via da questo paese. Ma non importa: tiremm innanz (ma si scrive così?).

    P.S. Oggi ho letto un titolo su Il Foglio di un articolo dell'ineffabile Marco Valerio Loprete: ci comunica, pare, che fra non molto tempo probabilmente l'euro, così come lo conosciamo, non ci sarà più, perché sarà buttato a mare dalla Germania stessa. Ma guarda un po', lo avreste mai detto, gufisti impenitenti che frequentate questo isolato paradiso terrestre della ragione?

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    1. Devo dire che ho sempre avuto una pessima opinione di Loprete, tanto che mi son visto costretto a bloccarlo su Twitter.

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    2. "....così come lo conosciamo...."
      Personalmente l'euro lo sto veramente imparando a conoscere solo da tre-quattro anni; e ancora mi manca molto.
      Prima certamente non sapevo cosa fosse.

      Loprete lo conosceva? Oppure anche lui si sta svegliando solo adesso?
      E adesso veramente pensa di conoscerlo del tutto?

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    3. "Tiremm innanz".

      A questo proposito, ricordo a tutti gli adepti/seguaci/fan/groupies ecc. di questo blo g che:

      «in considerazione della aumentata pericolosità di sette e di movimenti fanatici, che tentano di contrastare l'autorità dell'Imperial-Regio Governo ... chiunque sarà colto nell'atto di svolgere attività sovversiva in qualunque forma sarà consegnato alla Gendarmeria e immediatamente impiccato.»

      Un Imperial-Regio governo ce lo abbiamo, l'Eurogendfor pure...e poi non dite che non vi avevano avvisato!

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    4. l'impressione è che i tedeschi siano indecisi : se escono dall'euro e torna il marco ciò non farebbe il gioco del loro export su cui vivono , per questo cercano di rimanerci o comunque di farlo esistere il più al lungo per sfiancare al massimo i concorrenti

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  19. Facebook © 2014
    Notizie
    Ugo Boghetta
    5 min ·

    Oltre l'euro: sinistra, sovranità nazionale socialismo;
    pubblicazione interventi del convegno di bologna del 18 ottobre 2014: introduzione di Mimmo Porcaro

    su Intanto lo posto, non l' ho letto, ma sento cattivi odori, forse è la melanzana?.

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  20. Sono scene che ho visto di persona al di fuori di un Lidl e sono disperanti.Ed è anche un reato (per cui si rischia una denuncia !)
    Il sistema euro ed UE come è concepito è di per sè stesso talmente rigido che non può resistere al dinamismo della realtà.Anch'esso dipende da leggi naturali e la sua entropia è evidente a tutte le persone con un po' di senno ed informate.
    Anche la scienza economia è dinamica e Bagnai è un ottimo esempio di elasticità scientifica ed onestà morale e....politica.
    Il caos provocato dall'eurozona e dai trattati negli strati sociali più svantaggiati sono la conseguenza della sublimazione della sovranità degli Stati.
    Democrazia e libertà e giustizia vengono subordinate ad interessi particolari asociali in nome di un progetto criminale che provoca sofferenze a decine di milioni di persone trattati come oggetti e merce ad uso di pochi potenti.
    Ce la faremo e speriamo che tutto avvenga pacificamente.In questa situazione basta un nulla per perdere il controllo.Ce lo insegna la Storia.
    Ai primati della politica,intesi come babbuini,gli si può solo perdonare il fatto che sono degli animali ( e mi scuso con il resto della fauna).Il resto lo vedremo dopo.
    Una proposta sarebbe quella di riformulare la definizione di schiavismo allargandolo anche alla soggezione psicologica provocata dai media come reato,e non solo alla soggezione politica-economica degli individui.
    Il mondo cambia e si evolve e così anche le sue leggi devono adeguarsi.
    Sono diventato fassista...

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  21. Intanto in Francia...
    http://www.lemonde.fr/politique/article/2014/10/28/budget-de-la-securite-sociale-les-deputes-ps-frondeurs-confirment-leur-abstention_4513589_823448.html

    La notizia mi rimanda agli immortali versi del Trilussa ("Musica")

    Un Somaro monarchico italiano
    disse a un Ciuccio francese:
    Felice te, che sei repubbricano!
    Io, invece, devo sta' sotto a un padrone
    che me se succhia er sangue e che me carica
    la groppa co' le palle de cannone!
    Propio nu' je la fo, caro compagno!
    Er peso è troppo forte in proporzione
    de li torzi de broccolo che magno!
    Spessissimo succede che me lagno,
    ma quello se ne buggera e me sona
    l'Inno reale mentre me bastona...
    Tutto er monno è paese:
    disse er Ciuccio francese -
    defatti puro el mio fa tale e quale,
    ma invece de sonà l'Inno reale
    canta la Marsijese...

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  22. Ok la decrescita no, però un piccolo paracadute di resilienza possiamo aprirlo? Posso andare a vivere nel bosco in una casetta piccolina con il WiFi e la banda larga? Certo l'arroganza del nostro pres. non ha pari "surreale pensare di trattare". Ma come si permette?
    Ieri sera ero a Saint Vincent , una di quelle amene località turistiche, dove la dignità le persone la gettano nel cesso, volontariamente. Lo spettacolo era avvilente, non so se contribuiva l'anticipo della notte dovuto all'ora solare ma non penso che la desolazione avesse atteso il tramonto: serrande abbassate con cartelli "AFFITTASI" pressochè ovunque, nei bar solitari clienti al bancone, traffico assente, ville con giardino disabitate. "Noi stiamo alla finestra, a guardare", pensavo, mentre mio figlio mi dice:
    - Però, Pà, mi piace questo angolo di mondo.-
    Io scoppio a ridere perchè mio figlio ha in dono un ottimismo senza pudore, ridevo perchè la frase cozzava con il mio stato d'animo. Comunque dico
    - Sì, in effetti è proprio un bell'angolo della galassia questo.-
    Poi venendo via passo sotto il CASINO, che adesso ha un'insegna cangiante RGB enorme e gli dico di guardare in sù e lui:
    - Ah! -
    Seguono decine di minuti di silenziosa riflessione. La decadenza ha il suo fascino, ma anche no.

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  23. Risposte
    1. l'iperlink rimanda a una pagina non trovata del blog.Quello esatto è questo.
      Capita..

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    2. Ciao Erik , ci sei venerdi alla presentazione di Anschluss ?

      Elimina
    3. Gattei l' ho già sentito altre volte su youtube un po' di tempo fa e mi è sembrata una brava persona, vengo molto volentieri. Striscerò per la stanchezza ma non farci caso. Come ci riconosciamo? erik1917@tiscali.it Ciao e grazie.

      Elimina
  24. I benefici effetti degli IDE, prima lezione: come eliminare la concorrenza.

    Sieg Hei(nke)l!

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    1. Non è che solamente chiude un impresa è perdono il lavoro 80 persone.

      E' che con ogni chiusura di un impresa aumentano anche le sofferenze delle bance italiane.

      L'impresa aveva debiti ?
      Di quelle 80 persone licenziate, quanti hanno un ipoteca ?


      Trovo incredibile che il governo italiano non faccia nessun sforzo per cambiare queste poltici economice suicidali.

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  25. In effetti è sempre stato così. La questione meridionale, il risolverla non è una questione legale. Ma una questione di volontà politica. Così diceva Gennaro Miceli, parlamentare del PCI nato a Caraffa di Catanzaro. Va da se il capire che l' inazione politica e la morte economica sono fratelli siamesi. O sorelle?

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  26. http://www.corriere.it/reportage/cronache/2014/felici-senza-soldi-storie-di-una-scelta-di-vita/ ah bene, ormai ci sono le guide online firmate RCS… neanche Latouche, che personalmente rispetto, ho letto e seguito in passato, si sognerebbe di propagandare tuttociò.

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    1. Hp letto.
      E' una presa per il culo voler far credere di poter fare a meno dei soldi.
      Questo qui ha girato il mondo, usa internet, usa il telefono, ha scritto libri, vive su un terreno donato e non ha mai usato il denaro?
      Ha viaggiato per tre anni in sudamerica senza usare denaro?
      Chi gli paga internet, il telefono, chi lo ha sfamato per tre anni, etc. etc.?
      Lui non usa il denaro, ma qualcuno lo usa per lui, quindi?
      Quindi lui usa il denaro!
      Ho un amico estremista, con la stessa testa, che vive in un bosco in un rudere di pietra, ma è costretto a fare piccoli lavori per avere i soldi, che ovviamente disprezza, per fare la spesa e non morire di fame, oppure per fare la ricarica del telefonino.
      Però continua a dire che lui vive senza denaro...
      Quindi che la piantassero di dipingersi eroi moderni, o anarchici, o decrescisti, la realta è tutt'altro.

      P.S.: «s’è installato in una roulotte»
      beh, vedo che non disprezza la borghese comodità di un ambiente protetto.

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    2. Supercazzole a mille! Ve li immaginate i 10 milioni di abitanti della sola Lombardia che si istallano sulla riva del fiume e vivono "naturalmente"! E a questi "estremisti" chi c.zzo gli rifornisce il negozietto del paese, oppure solo patate a km zero? Tutti invidiosi del nonno di Heidi? Eppure anche lui doveva scendere nel c.zzo di negozietto per scambiare il suo latte! La modernita' ci ha tolto dalla miseria, dalla servitu', dalla paura. Adesso il respiro sociale sembra essersi fermato, ma non e' a causa della modernita'.

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  27. E' mia opinione ormai da tempo che, tra le tante cose da fare in questa rivoluzione culturale, occorrerà mettere al bando, o, quantomeno, in quarantena (anni però, non giorni) la parola competizione, con tutte le sue desinenze.

    Non ne posso proprio più di sentirla nominare, tra la gente, tra i colleghi, negli spot della UE, alla radio, è un condizionamento continuo.
    E sono pure uno che, da biologo, di Darwin ha pure avuto stima; ora mi ritrovo quasi a maledirlo, lui e il darwinismo sociale che, almeno in parte, dalle sue teorie deriva.
    Riporto una semplice botta e risposta del testo che ho linkato più su:

    STUDENTESSA: Secondo Lei, perché oggi siamo arrivati ad una società presso la quale la parola d'ordine è "competizione"?

    ANDREOLI: Credo per errore: a me non piace questa società, penso si sia capito. Ti racconto una storia: qualche mese fa ho visitato un asilo giapponese dove ci sono bambini di tre o quattro anni già capaci di usare il computer e già indirizzati all’apprendimento di una lingua straniera; alcuni di loro, quelli che lo studiano, mi hanno persino accolto dicendomi delle frasi in italiano: in Giappone c'è una grande passione per la musica lirica, e ovviamente tale passione viene trasmessa ai bambini. Ora, in questo asilo c’è una straordinaria competizione, perché vi vige la regola in base alla quale chi va meglio all'asilo potrà accedere alle più importanti scuole elementari e sostare un gradino più in alto rispetto agli altri nella scala della competizione. Tutto questo non è determinato: è, al contrario, il frutto di una scelta sociale che ha costi alti in termini di follia – ovviamente, facendo lo psichiatra, guardo ai comportamenti patologici. Per ogni trionfatore, per ogni festeggiamento in onore di un vincente, vi sarà sempre un perdente, un escluso in preda alla sensazione di non possedere nessun significato. Credo sia possibile pensare a delle società diverse: forse è solo un’utopia, ma penso che anche le utopie possano essere utili, specialmente se remano contro tali atteggiamenti di assurda competizione.

    Ma è inutile...sono tutti microchippati e anelanti a quel dannato orizzonte che è la competitività.
    Ma se decidi di coltivare un orsù di orto, ti sogneresti di premiare e selezionare le piante più competitive? A sì? Bene, allora mangiati la gramigna ed estirpa i pomodori, grandissima testa di cazzo! (l'euro lo porto a Pescara).

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    1. Non potrei essere più d'accordo con te. A tutto si cerca una soluzione con il competere, come se l'idea, invece, di collaborare - ma pensa un po' - fosse riprovevole. Che poi il grande etologo Konrad Lorenz fa notare che la competizione intraspecifica porta a disastri, anche in termini evolutivi.

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    2. Sono d' accordissimo, anche se nutro una diffidenza antropologica nei confronti della professione del Dott. Andreoli.
      Questa è una questione da approfondire.
      Sopratutto alla luce del rapporto tra libertà e democrazia e della natura competitiva del funzionamento dei nostri sistemi politici. In fondo nell' antica Grecia le Olimpiadi pare abbiano forgiato il metodo decisionale assembleare (Celso correggimi se dico castronerie). David Groeber (antropologo e attivista) c' insegna che esistono altri metodi per far funzionare i meccanismi decisionali. Ma come si fa a studiare e sperimentare se tutti i giorni si deve lottare per la sopravvivenza?

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    3. Ma scusate, l' uomo, secondo voi, si e' evoluto (darwinianamente, ebbene si) per via della competizione o per via della COLLABORAZIONE?
      Con la sola competizione, probabilmente saremmo ancora nelle caverne come degli animali. O no?

      A meno che, be', a meno che non si pensi che gli uomini siano delle besite o delle piante.

      Elimina
    4. Andreoli chi? Vittorino?
      Personaggio un po' strano (perché... quando guardi l'abisso, l'abisso ti guarda), però mi ci trovo abbastanza d'accordo il più delle volte.
      Non so se Nat sarebbe d'accordo con lui dopo aver letto un vecchio articolo (sarà di 15 anni fa) sulle donne... non ho il link, solo il cartaceo da qualche parte.

      In effetti la collaborazione è un comportamento altamente sociale e proficuo, purché tutti la applichino.
      Laddove iniziano i comportamenti egoistici (legge della sopravvivenza nella jungla, per capirci), è la fine. O meglio, si salvano in meno di quanti si sarebbero salvati collaborando.
      La cosa strana è che p.es. durante certe selezioni militari, pur in un clima di estrema competizione, si insegna e si richiede un grande spirito di gruppo. Mentre in altri gruppi sociali hanno prevalso comportamenti individualistici secondo lo schema "fotti o sarai fottuto".
      E' chiaro che tutto questo porta a dei disastri di varia natura.

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    5. A nessuno viene in mente che la competizione sia una variante del "credere, obbedire, combattere"? In molte società del passato, spesso considerate arcaiche, la competitività non riscuoteva l'ipertrofico credito odierno, nemmeno tra contendenti. Concordo dunque con Nat sullo sviluppo della capacità di collaborare, peraltro molto più difficile, profonda, completa e impegnativa da realizzare della semplice competizione (metti due galli in un metro quadrato e subito inizieranno a guardarsi male… quanto dimostra che sempre polli sono). Però, a guastare tutto giunge il fatto che nel competere ce lo si può continuamente misurare, collaborando invece no.

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    6. Facciamo talmente skifen che per evitare ogni forma di competizione fratricida saremo presto costretti a rifugiarci nell'atarassia settaria di stampo ellenistico, se ci dice male, o nei campi elisi di un ecumenismo pansessuale prodromico alla palingenesi del mondo ('a rivoluzione curturale).

      Però si badi bene: saranno ammesse in questa angelica cooperativa solo le anime sensibili che entro i venticinque anni di età abbiano letto i classici del pensiero occidentale stabiliti in numero di tre autori per ogni lettera dell'alfabeto (anglosassone), di minimo cinque letterature di paesi differenti (emergenti esclusi), e almeno un terzo dei quali in lingua originale. A ciò si aggiungerà la conoscenza dei teoremi fondamentali del calcolo differenziale e qualche elemento di teoria dei gruppi.
      Aver trascorso un periodo di tempo all'estero non è richiesto, ma fortemente consigliato.

      Quanto agli altri, che continuino pure a competere per la sopravvivenza come si confà alla loro natura animalesca: potevano leggere qualche libro senza figure invece di abbrutirsi davanti alla tv o sfinirsi a seguire le gesta di ventidue scimmioni in mutande... signore mie.

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    7. Scusate però io penso la società tutta competizione e distintivo è una lieve imprecisione. Così come la società tutta collaborazione e distintivo.
      Esiste l' una e l' altra. Come c'era scritto su quel libro? C' è un tempo per X (collaborare) e c'è un tempo per Y (competere). N' zomma è come a 'a Germagna, non esiste ne X ne Y.
      Il darwinismo, ovvero la sintesi neodarwiniana quella degli anni 30, parla di competizione fra geni, non fra individui (fenotipi) o gruppi.

      Ok se viene un biologo evoluzionista e mi asfalta me la sono cercata.

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    8. @nat, @citodacal

      siete ingiusti.

      Anche da noi la politica privilegia la capacità di collaborare al competere.

      Intesa nella forma di collaborazionismo.

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    9. @mic1972
      In una accademia militare inglese, e con la presenza di ruolo, se ben ricordo, del noto insegnante, storico militare e giornalista John Keegan, vennero condotti studi volti a evidenziare cosa spingesse gli uomini ad agire in battaglia. Tra le spiegazioni più accreditate, ovvero il timore di punizioni, della morte, di ferite o mutilazioni, l'essere proni innanzi all'autorità dei superiori, oppure il desiderio di riconoscimenti e onorificenze, emerse invece la preoccupazione di non voler deludere i propri compagni, di non abbandonarli nel momento del bisogno, di non essere loro di danno o inutilità: queste motivazioni passavano sensibilmente al di sopra delle prime, postulate come più probabili. Lo stesso esito è stato confermato in molte interviste rilasciate da reduci di tutto il mondo; laddove l’esperienza sia stata reale e legata alla drammaticità della prima linea, i veterani tendono in genere a indicare il compagno di buca, di squadra o di plotone come l’eroe meritevole e mai se stessi, anche se hanno letteralmente tolto le bombe a mano disinnescate da sotto i piedi dei compagni, o si sono pericolosamente esposti per coprirne i movimenti, e si scherniscono genuinamente a pensare d’essere stati loro a compiere qualcosa d’importante o rimarchevole sotto il profilo del coraggio, o del gesto utile per la sopravvivenza dell’unità d’appartenenza.

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    10. Molto interessante, creano un gruppo e poi ti dicono che se non fai il tuo dovere, il tuo compagno morira'. Ma mica l'ammazzo io! Lo ammazzano loro, che ci gettano entrambi in guerre idiote...

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  28. Il "fate skifen", ovvero il disprezzo dei governanti per i loro governati, è cosa antica. Un aneddoto, raccontatomi da un testimone "uditivo", credo la dica lunga su questo. Nei primi anni Settanta, un senatore della mia città andò a una cena dov'era anche il Presidente del consiglio d'allora, il democristiano Rumor. Il governo aveva appena varato la legge finanziaria e il senatore domandò a Rumor: "Presidente, non ritieni che la nuova finanziaria sia troppo pesante per gli italiani?" (anche allora non erano tutti rose e fiori). E Rumor: " Non preoccuparti, noi gli italiani possiamo mandarli a letto senza cena e con la candela in mano". Ma questo disprezzo i governanti non possono manifestarlo apertamente. Sarebbe politicamente controproducente. Per cui sono i giornalisti che s'incaricano di fare il lavoro sporco. Ma se prima i giornalisti ci andavano cauti, perché nell'accesa lotta politica i giornali della fazione avversa avrebbero avuto buon gioco a stigmatizzarli come nemici del popolo, ora possono permettersi di dirlo apertamente, perché sanno che nessuno aprirebbe bocca. La novità, oggi, per cui il "fate skifen" è stato sdoganato alla grande, mi pare essere il vincolo esterno, ossia la funzionalità del "fare skifen" rispetto all'avvento diretto della Troika in Italia.

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  29. Su wikipedia ho trovato scritto questo:
    -Successivamente interviene la riforma luterana e le idee di Calvino a sostenere la necessità di accettare il pagamento di interessi.-

    Ma solo io vedo la questione europea come una guerra religiosa?





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    1. No, siamo almeno in due. Dopo la fine del regime di Westfalia, si stanno disegnendo i campi di una guerra di religione/cultura/civiltà, che coincidono abbastanza esattamente con i campi della lotta protestantesimo/cattolicesimo. Ci sono le new entries USA (nel campo protestante) e Russia (nel campo cattolico, perchè stavolta la funzione egemonica nello scontro ce l'avranno gli ortodossi)

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    2. ALESSANDRO13 28 ottobre 2014 15:04

      Roberto Buffagni 28 ottobre 2014 17:07


      Tre. Più precisamente la questione europea è parte non piccola di tempi, quali quelli che stiamo vivendo, che possiamo tranquillamente definire apocalittici, nel senso proprio del termine, cioè "rivelatori". Servirebbero intelligenze capaci di praticare la teologia della storia…















      P.s.: per eventuali intellettuali dai molti nomi e cognomi all'ascolto: la teologia NON è una scienza, ripeto: la teologia NON è una scienza.












      P.p.s.: ovviamente è vero l'esatto contrario: la teologia non solo è UNA scienza, ma è LA scienza par excellence… quanto sopra (nel p.s.) va inteso come disinfettante per liberare i locali da coglioni pensierodebolisti...

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    3. C' è anche un altro terzo incomodo, l' ISLAM.
      Comunque ritornando a quanto sopra, risulta sorprendente come gli schieramenti fossero già stati anticipati quasi cento anni fa, in un periodo in cui la Russia uccideva i cattolici.
      Fortuna, che chi vuole, può sapere cosa accadrà e cosa è necessario fare.

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    4. Quindi secondo voi l'euro serve a sottomettere i cattolici e gli ortodossi?
      E questa volta gli Austriaci stanno dalla nostra parte vero?

      Ps. Io che sono Buddista (senza h) sono salvo, oppure le prendo da tutti?
      :-)

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    5. Più che la teologia, poté la teurgia o la teofania.

      @Alessandro Ale
      I Buddisti le prenderanno da tutti, per realizzare appieno quanto indicato nei versetti 3 e 4 del Dhammapada...

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    6. a Alessandro Ale

      Non c'è solo l'euro, al mondo.
      Lei è buddista, ma se è anche italiano, in uno scontro di religione (cioè di cultura e civiltà) viene coinvolto lo stesso.

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    7. E quelli come me, che considerano le religioni come agli antipodi di cultura e civilta'?

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    8. @Citodacal
      Ovviamente ero ironico ;-)
      Ebbene si, sono Buddista (Mahaiana, Sutra del Loto). Volevo rimanere discreto ma ormai mi sono sgamato.... :-)

      Io conosco questa, tra le tante:
      《 La dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita rivelata nel quinto volume di Grande Concentrazione e Visione Profonda è particolarmente profonda. Se la propagate, i demoni sorgeranno certamente. Se così non fosse, non ci sarebbe modo di sapere che questo è il vero insegnamento. In un brano dello stesso volume si legge: "Quando la pratica [Buddista] progredisce e aumenta la conoscenza, i tre ostacoli e i quattro demoni emergono in maniera disorientante, facendo a gara per interferire. Non dovete farvi influenzare né spaventare da loro. Se vi fate influenzare da loro, sarete trascinati nei sentieri del male. Se vi fate spaventare, vi sarà impedito di praticare il corretto insegnamento". 》

      Ovviamente i demoni non sono esseri esterni ma sono manifestazioni interne al del nostro inconscio.
      L'ostacolo invece potrebbe essere un fanatico Luterano oppure un collega piddino o qualsiasi altra manifestazione esterna.

      Scusatemi se vi ho annoiato.

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    9. @Roberto Buffagni

      È probabile che lei abbia ragione e a me manca un qualche passaggio.
      Anche se Buddista, rimango Italiano certo (e ne sono fiero); la mia religione non mi preclude di vivere secondo i miei usi e costumi, finché essi non entrano in contraddizione con i principi di base.

      Ma allora, lo scontro è culturale o religioso? Scusa la mia ignoranza ma a me 2+2 continua a non farmi 4.
      Oppure la religione viene usata, per l'ennesima volta, come scusante per coprire ben altri interessi?

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    10. @perfectworld
      -E quelli come me, che considerano le religioni come agli antipodi di cultura e civilta'?- In realtà seguono una religione, quella dominante.
      @Alessandro Ale
      Ma allora, lo scontro è culturale o religioso? Perchè la religione e la cultura sono cose diverse?
      Posizionare il i ben altri interessi come scopo principale, è già una religione.
      Quando poni l' uomo a servizio del denaro stai seguendo già un' altra religione, quella che ci sta distruggendo. Il denaro nella religione protestante è dimostrazione della Grazia, nel cattolicesimo invece è spesso dimostrazione di corruzione. Così se Finmeccanica paga gli indiani per vendere elicotteri è corruzione, se invece lo fa siemens è dimostrazione della produttività.

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  30. Posso riportare una risposta che di recente mi è arrivata via mail, da un piddino colto (pure molto stimabile), laureatosi in economia negli anni 60, culturalmente aggiornato...? Ho provato a dirgli che i suoi ragionamenti sono lievemente antidemocratici. Ma... DAR:
    "L'economia - macro e micro - non è una scienza. Come la storia, è un campo di pensiero e azione razionale, che in quanto tale sconta, senza poterne tener conto se non ex post, dell'irrazionalità che è in noi.
    L'unione politica era un oggetto impossibile prima dell'unificazione monetaria, che è stata voluta - anche dagli allora governanti USA - proprio come passo preliminare all'unione politica.
    Una moneta richiede un governo, lo sanno anche i sassi, e se l'euro non avrà un governo avremo fatto un salto indietro di due generazioni, pagando prezzi che neppure si possono immaginare in ambito civile e politico (diritti, libertà, democrazia, indipendenza) prima ancora che in ambito economico.
    L'idea di tornare alla sovranità statale è l'equivalente del voler tornare bambini perché la vita adulta non ci piace.
    Il nostro problema sta tutto nella incompresione della intrinseca natura politica - non economica né monetaria - dell'Europa diventata materialmente una parte minore del mondo dopo essersi suicidata con la prima guerra mondiale (frutto sostanzialmente di arroganza e stupidità, due facce della stessa medaglia ancora in circolo) e avere concluso la lotta antistorica contro la democrazia con la seconda. Gli interessi miopi sia dei ceti dominanti sia di una vasta parte degli elettori sono le radici delle nostre difficoltà, non per la prima volta, né per l'ultima.
    Se ci sarà implosione, nascerà da qui, non dall'unione monetaria, che è in sé un fatto puramente tecnico. Come per l'URSS, che pure ha cercato di evitare il peggio ma senza avere le risorse culturali, economiche e politiche che invece noi abbiamo, anche se non le usiamo o le usiamo male (vale a dire, in un'ottica nazionale che ha fatto il suo tempo nel 1945, come aveva ben capito lo storico tedesco Ludwig Dehio: Equilibrio o egemonia è il testo storicamente fondante dell'unione europea e della sua unità politica; se hai tempo, leggilo, è un investimento ad alto rendimento).
    Ancora una volta, è solo una questione di tempo perché questa piccola Europa si unifichi in pace e libertà, e di gradi di sofferenza."

    Giuro, tutto originale, di pugno suo di lui.

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    1. Sono reduce da una breve visita di lavoro ai vecchi compagni di merende della Piddinia Autonoma di Trento. La consapevolezza dei singoli processi, nella loro meccanica, almeno nel Piddino Capo, è perfetta. Il Piddino Capo si spinge addirittura a deplorare "un mondo dominato dalla finanza".
      Dopodichè, il suo credo (quia absurdum) è nell'euro, e "noantri semo corotti". PUNTO.

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    2. Già che parla di sofferenza.


      Bisognerebbe tagliarli la pensione del 80% è dirgli, c'è lo chiede l'euro, adesso poi tornare a fare il bambino.


      Io per questi fascisti avrei anche altre soluzioni più pratice, ma mi fermo qui.

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    3. stefano locatelli 28 ottobre 2014 15:06

      Giuro, tutto originale, di pugno suo di lui.


      … mah, "pugno"… esagerato! "Pugnetta" mi sembra più attinente alla qualità del penZiero da lei riportato…

      Valentina Nappi è viva e pugna insieme a noi!!

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    4. Ciò che è veramente terrorizzante è che questi signori teorizzano la necessità dei "gradi di sofferenza". Morire per il Grande Fogno, morire per l'euro.
      Una volta gli feci notare che questo tipo di ragionamenti sono un tantino sorprendenti in gente che trova inconcepibile che quasi un intero popolo abbia potuto un tempo giurare fedeltà al Fascismo o al Nazismo. "Eh, ma non è la stessa cosa. L'ha cera la 'banalità del male'. Ora noi invece dobbiamo realizzare il grande progetto europeo, per un'Europa pacifica e solidale, A TUTTI I COSTI".

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    5. Tralasciando la schizofrenia per cui la storia sia razionale, ma sconti l’irrazionalità umana (il che sarebbe come dire che, quando dormo, divento un’altra persona), e tacitando i dubbi sulla validità effettiva d’una razionalità che non sappia tener conto dell’irrazionalità, ebbene la chiave di lettura sta nella frase che segue (la quale, peraltro, contraddice l’affermata necessità d’un governo; l’Europa unita non avrebbe una sua sovranità? Sarebbe governata solo dai mercati?): "L'idea di tornare alla sovranità statale è l'equivalente del voler tornare bambini perché la vita adulta non ci piace". Qui si nasconde l'ossessione di non essere adulti, di non saperlo essere, di non conoscere cosa possa essere – ed anche il sottovalutare e un poco disprezzare l’identità infantile - , se non per via di schemi che piacciono e seducono in qualche modo la propria presunzione, così come dovrebbe, agli immaturi, piacere e ancora sedurre la vita da bambini. Ho del liceo il ricordo d’una compagna assai studiosa e zelante, i cui modi composti e moderati lasciavano a intendere per una sua maturità già in atto, in loco di noialtri più o meno scalzacani; ebbene, un bel dì, allorché il prof. di Fisica ebbe l’inaccortezza di dichiarare in pubblico che quella ragazza non era degli altri più matura, la stessa scoppiò in lacrime - il che peraltro, mettendone così vistosamente a nudo la facciata, la rese più simpatica e vicina. Chi sia il vero immaturo, dunque, verrebbe ora da chiedersi (se poi sia anche utile il farlo…), peraltro preservando il sacrosanto diritto per cui la vita da adulti, presunti o non presunti, possa davvero non piacere, così come sgraditi possono essere conflitti e carestie, vecchiaia e malattie, a cui la vita, bambina oppur adulta, tutti assoggetta senza troppi dubbi, prima o poi. E allora, per rinfrancar se stessi che adulti si è davvero, avanti con quei gesti marcati ed eclatanti, che tanta condivisione riscuotono nel Prof.
      Uno di questi è stato concepire l’euro così com’è avvenuto, a quanto pare (ma almeno fosse stato il solo…).

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    6. World Class Manifacturing. Ecco il nuovo "uomo nuovo", senza nazione, lingua, territorio, risorsa riallocabile sempre e ovunque. Ma per realizzare l'uomo nuovo, Terzani ricordava che tutti i regimi hanno cercato di eliminare gli uomini vecchi. Il bello e' che non ha mai funzionato. Che sia la volta buona?

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  31. “Ecco, Varvara, com’è fatta la vita! Oh, Vàren’ka, è un martirio sentir domandare la carità, la carità per l’amor di Dio, e passare oltre senza dar niente, dicendo: «Dio te la mandi!».
    [...]
    Oggi, per esempio, quando ho preso la carta del ragazzo, lì vicino, presso il parapetto, un tale che non chiedeva a tutti, mi ha bisbigliato: «Una piccola moneta, signore, per l’amor di Dio!». E questo con voce così tremante, così soffocata, che io ho avuto un sussulto, ma non ho dato niente, perché niente avevo. E poi ai ricchi non piace esser disturbati, non piace che i poveri si lamentino della cattiva sorte: sono così importuni! Già, la povertà è sempre importuna, i lamenti degli affamati non fanno chiudere occhio alla gente perbene!”

    Povera gente, Dostoevskij

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  32. ma ce la faremo....
    http://www.ilnord.it/c-3698_LA_PERCENTUALE_DI_ITALIANI_CHE_DISPREZZA_LEURO_PER_LA_PRIMA_VOLTA_SUPERA_QUELLA_DI_CHI_LO_CONSIDERA_POSITIVO

    a Dio piacendo sembra che questa piccola notizia dia concretezza alla nostra speranza.

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    1. Secondo quale automatismo un sondaggio che dà il 47% del campione di italiani intervistati concorde nel ritenere l'euro negativo per il proprio Paese darebbe "concretezza alla nostra speranza"? Ah già, la volontà del popolo è sovrana. Lo vedete che non serve votare? Basta er sondaggio!

      Comunque no: Dio mi ha riferito (apertis verbis in camera caritatis) che la cosa non lo tange manco per sbaglio. Ora è affaccendato in Africa per salvare la vita a qualche migliaio di disperati (dice lui, ma siccome le vie per arrivarci - in Africa - sono infinite, il mistero si infittisce...), dovesse trovare tempo in agenda se ne riparla tra non meno di un anno. Spiacente.

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  33. Metto su un pò di muscoli, mi vado a rileggere Darwin, magari mi iscrivo a qualche corso di sopravvivenza. Altro che decrescita felice... questi ci stanno dicendo che la merda è buona!
    Non vedo l'ora che arrivi il goofy3. Ho voglia di empatia, " l'ognun per sè e Dio per tutti" mi staziona da sempre sul membro...e poi sono ateo.

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    1. Be', fosse merda alla parmigiana.. :-)
      https://www.youtube.com/watch?v=C5BzF5J7Hhc

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  34. Basta ragionare per luoghi comuni sulla decrescita. Se vuole capire un po meglio il legame che c'è fra crescita ed emissioni, si legga il bel libro di Tim Jackson " prosperity without growth " prima di parlare..o qualcosa di latouche..in ogni caso, lei pensa che sia possibile crescere all'infinito in un pianeta finito? ?

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    1. Confondi la crescita "fisica" con quella del Pil. Per capirci: se domani si decidesse di applicare tecniche di efficienza energetica a tutte le case il pil crescerebbe e i consumi no. C'è un post apposito, basta cercare.

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    2. elu ei 28 ottobre 2014 20:14

      Confondi la crescita "fisica" con quella del Pil.

      Esatto.

      E perché succede questo?

      Propongo una risposta: perché si considera l'uomo una scimmia senza peli, o una formica un po' più grande, o un porco senza setole, inZomma: una bestia fra le bestie.

      E invece no. Checché ne penZino decrescisti, ecologisti e compagnia bella (bella sta' cippa, of course).

      E invece no, dicevo, come in questo Paese (maiuscola in faccia agli stronzi che leggono, sia detto senza polemica, ma carinamente e coccolosamente), come in questo Paese - dicevo - si sa bene da MOOOOOLTO tempo e come è stato molteplici volte dimostrato nel corso di MOOOOOLTI secoli.

      Propongo un solo esempio, fra tantissimi, di italiano che ha fatto per il PIL del nostro Paese più di tutto quello che potranno fare in tutta la loro esistenza tutti i decrescisti/ecologisti dei miei ciufoli: Giuseppe Benedetto Cottolengo.

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    3. Ripeto: parlate di cose che non conoscete...il PIL scenderebbe se si utilizzassero apparecchi più efficienti, ma chi lo sa...se o consumi aumentassero, forse in aggregato sarebbe utilizzata più energia, cioè si brucerebbe più petrolio etc...inoltre, mai sentito parlare di effetto rimbalzo? Se consumo di meno per le lampadine, col risparmio posso farmi un viaggio in aereo alle Maldive, cosa che impatta assai di più sull' ambiente ( Niko Paech, " liberation from excess"). Ma su che cosa vi siete basati per capire la decrescita?? Sui luoghi comuni?

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    5. pier28 ottobre 2014 16:47

      È semplice aritmetica. Se gli individui (Homo sapiens) aumentano e il pil non aumenta proporzionalmente gli individui impoveriscono.

      Marco S.28 ottobre 2014 22:17

      Se l'uomo (aka bipede implume) non è un animale come tutti gli altri (stamattina mi sento generoso) chiedo cosa è.

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    6. Se la nostra ricchezza deve distruggere o danneggiare il pianeta preferisco essere più povero e lasciare un posto migliore per i miei figli

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    7. Caro pier, se io fossi un "decrescista serio" ti direi: "Ma stai zitto, cretino!" Invece credo che non esistano decrescisti seri, anche se Marino Badiale, che rispetto, all'inizio ha cercato di convincermene, ma (chissà perché), quel filo poi si è interrotto, e quindi ti dico: grazie!

      Hai proprio dimostrato cos'è il movimento della "decrescita": un cumulo di ottusi settari decerebrati che non capiscono una beneamata fava di economia né di contabilità, capiscono solo di essere dalla parte del giusto (beati loro), e che quando gli dici che il pianeta si arricchisce (contabilmente, cioè che si genera valore aggiunto, ovvero Pil) rendendolo più verde, ti rispondono: "Io voglio essere povero per essere più verde!"

      Il dialogo fra sordi non mi interessa. Questo, poi, è un dialogo con Sordi.

      Se c'è qualche ossimoro (alias: decrescista assennato) che voglia contribuire alla discussione è benvenuto, ma cortesemente parta dalla nozione di valore aggiunto, che qui gli slogan demagogici ce li appendiamo al cambio.

      Grazie.

      A lasciare un posto migliore ai tuoi figli ci stiamo già pensando noi. Tu torna pure nella tua grotta ad occuparti di loro. Io sono interessato, e nel mio libro c'è scritto, a preservare ambiente e territorio. Non sono interessato a perdere tempo.

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    8. Il valore aggiunto può anche non essere misurato in termini monetari (orto dietro casa, attenzione verso le altre persone). Quindi secondo lei Tim Jackson sarebbe un ottuso decretato. ..uno che ha scritto un libro che è stato apprezzato perfino dal financial times ed è prof. Universitario come lei, e anche cone latouche.....mi sa che è lei il cretino, legga qualcosa di serio, apra gli occhi e si liberi dei pregiudizi. Ps: il titolo del libro è prosperity without growth.

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    9. Marino Badiale? ? Ma chi è poi? Si legga qualcosa di serio prima, poi ne parliamo...I nomi li ho già scritti sopra. ..mi fa Cmq piacere che secondo lei altri professori su economia che so interrogano sul futuro sono ottusi settori decelebrati. La rispetto per il suo lavoro sugli argomenti che conosce e la seguo da tempo, ma non sia così superficiale. ..

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    10. Caro, tu vieni a parlare a me, che sono uno scrittore e un musicista, di cosa dia valore alla vita. Molto interessante. Perdi completamente di vista il punto. Il punto è che SE il valore aggiunto viene misurato in termini monetari (e ciò viene fatto perché in una economia di mercato questo è l'unico modo sensato per fare confronti uniformi e quindi impostare politiche sensate), ALLORA uno stile di vita più razionale NON NECESSARIAMENTE implica una decrescita del valore aggiunto monetario come gli imbecilli schiavi di uno slogan demagogico e funzionale a filosofie politiche naziste (quindi non tu, sia chiaro) ci ripetono.

      Diciamo che se voglio vederlo lungo me lo misuro in millimetri, ma sempre quello è. Il problema è che se un altro se lo misura in metri, non per questo ce l'ha più corto. Perdona il disegnino un po' irriverente, però forse ti aiuta.

      Quanto a Tim Jackson, su IDEAS non l'ho trovato, e googlandolo trovo solo pagine di pubblicità del suo libro, e non una homepage con la sua affiliation accademica. Se mi dai qualche elemento concreto, ti vengo incontro nella fallacia ad auctoritatem.

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    11. Anche io sono un musicista, infatti apprezzo molto la sua passione per il barocco, anche se io sono più romantico (sono un pianista, anche diplomato). Sono inoltre laureato in ingegneria gestionale a Torino. Cmq, io la penso cosi: troverà notizie di lui sulla pagina wiki in inglese. Inoltre ci sono altri nomi che vorrei consigliarle: Niko Paech e Serge Latouche. Se questo autori non sono presenti nella letteratura ufficiale, forse è perché cercano di esplorare strade meno "ufficiali". Non per questo secondo me vanno disprezzato a priori. Cmq il libro "prosperity without growth" glielo consiglio davvero, è scorrevole, piacevole e documentato, proprio come il suo, che ho letto con grande piacere

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    12. http://www.surrey.ac.uk/ces/people/tim_jackson/

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    13. "Decelebrato"... Certi lessici rinviano a certe etiche.

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    14. Ok, grazie per il riferimento, poi me lo studio, oggi devo scrivere.

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    15. Chiedo scusa per gli errori ma scrivo dal telefonino. ..

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    16. Come ho già scritto la decrescrita si fa riducendo la quantità e aumentando la qualità. Invece di mangiare 1 Kg di carne allevata in batteria nutrendo le bestie con scarti marci e antibiotici e ormoni ne mangi meno, ma di qualità migliore e LA PAGHI DI PIU'. Non diventi obeso, e il Prodotto Interno rimane costante, o anche aumenta.
      L'argomento NON ha alcuna valenza contabile, per cui il termine stesso di "decrescita" è fuorviante. Semmai, si tratta di crescita più lungimirante.

      Molti decrescisti sono in teoria dei simpatici utopisti, nella pratica però non sono simpatici proprio per niente. Un po' come i vegetariani, che in linea di principio sono molto ammirevoli, ma nella pratica spesso purtoppo ti scassano grandemente i marroni. E questo li rende MENO ammirevoli.

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    17. Buon lavoro. Chiedo scusa per gli errori ma scrivo dal telefonino...

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    18. In "bisogna decrescere" c'è una fastidiosa ambiguità lessicale. È ovvio che alcune cose non possono continuare indefinitamente a lungo (il consumo di petrolio, la crescita della popolazione, etc.). Altre invece sì (conoscenza scientifica, produzione artistica, benessere e sicurezza sociale, etc.). Quindi bisogna fare in modo che le prime non ostacolino le seconde.

      La risposta standard che ho trovato è che quando una risorsa diventa scarsa, il prezzo aumenta fino a che non diventa conveniente sostituirla con qualcos'altro, funzionalmente equivalente: la carenza di ossidiana di buona qualità non è un problema per noi, perché i coltelli li facciamo d'acciaio.

      Ma trovare un sostituto non è automatico, ed un sostituto perfetto spesso non esiste: per passare da una risorsa ad un' altra è necessario riadattare tecnologie e modi di vivere. Anche se alla fine si vive meglio, ci vuole un sacco di tempo, ed il transiente non è facile.

      Per esempio, nel campo dell'energia, Vaclav Smil documenta quanto grandi sono stati i cambiamenti e gli aggiustamenti necessari per passare da biomasse a carbone e da carbone a petrolio.

      Eseguire transizioni di questo genere, oltre che tempo, richiede risorse (investimenti prima in ricerca e poi in infrastrutture). Quello che mi preoccupa molto è che la nostra lunghissima crisi ci stia
      impedendo di allocare le risorse per far fronte alla necessità prossima ventura di effettuare transizioni da una risorsa a un'altra.

      Se si accetta che una transizione richiede alcuni decenni (30-50 anni...), direi che siamo in ritardo riguardo alla transizione energetica (se non siamo sul picco del petrolio ci massacrano i cambiamenti climatici, se invece c'è già carenza di petrolio... prepariamoci a tornare a vivere nelle caverne).
      È del tutto possibile che dovremo affrontare una transizione nelle tecnologie di fertilizzazione agricola (carenza di fosforo). Anche il rame potrebbe crearci qualche problema: per trasmettere segnali stiamo già sostituendo i fili elettrici con fibre ottiche. Per trasmettere potenza non esiste alcun sostituto ad un robusto cavo in rame (i sostituti perfetti esistono in natura, ma sono argento e oro; la trasmissione di potenza a grandi distanze via microonde è rimasta un sogno fantascientifico, o al massimo un'arma; non sono a conoscenza di altri possibili sostituti).

      Ho provato a cercare qualche risposta a questi dubbi, ma al massimo ho trovato un articolo di Solow che mi sembra che riconosca il problema, ma non mi sembra preoccuparsene. E non ho capito perché! (mia ignoranza e incapacità di capire la letteratura economica).

      La domanda, quindi, mi rimane: dato per scontato che i problemi di esaurimento delle risorse possono essere risolti se affrontati per tempo, perché molti economisti non sembrano preoccupati dal nostro accumulare ritardo nel cercare soluzioni per le transizioni che dovremo affrontare nel XXI secolo?

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    19. Per come la vedo io, questo è più un problema da ingegneri, non s economisti ( perlomeno economisti tradizionali). I modelli economici non si occupano di ecologia o di risorse naturali, danno tutto ciò per scontato..è credono che sia tutto infinito. Ovviamente il discorso sarebbe molto lungo..

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    20. Sono discretamente esperta in campo ambientale, e ormai quando sento dire decrescita felice comincio a provare un certo disagio (eufemismo da dizionario).

      La decrescita mi sembra sempre di più il greenwashing del processo di impoverimento e privazione di diritti delle popolazioni. Il tema, per come è diventato nel mainstream (precisando che ci sono senz'altro persone serie che lo hanno affrontato), ricorda quello dei diritti spruzzati qui e lì (infatti mi sembra azzeccata la definizione diritti cosmetici) per abbellire la disoccupazione, i bassi salari, la progressiva diminuzione di politiche sociali (e pure di politiche ambientali fra l’altro!).

      Così la cosiddetta decrescita si è appropriata di tematiche (a mio parere sacrosante) di protezione dell’ambiente e sostenibilità nell’utilizzo delle risorse naturali, spesso banalizzandole (e infatti si sprecano i tuttologi che dicono la qualunque, tanto per fare un esempio mi viene in mente un diversamente laureato piuttosto noto ai lettori di questo blog).

      Per non dilungarmi (ché i commenti lunghi annoiano e qui sono ospite a casa di qualcun altro), lancio un paio di spunti di riflessione per chi fosse interessato.

      L’ossessione del PIL: partendo dall’assunto che il PIL non è un indicatore sufficiente della qualità della vita e non deve essere l’unico obiettivo della politica (e fin qui sono d’accordo), i decrescisti (?) tendono a sostenere la necessità della diminuzione del PIL. E’ come se, partendo dall’idea che non basta avere cibo sufficiente e di buona qualità per essere felici, si arrivasse alla conclusione che il modo migliore per essere felici sia dedicarsi a prolungati digiuni.

      La crescita del PIL fa crescere l’inquinamento? Non sempre, e spesso la relazione non è così semplice. Ci sono studi secondo i quali, per alcune componenti ambientali, la relazione si avvicina a una curva a U rovesciata, ovvero il consumo di risorse inizialmente cresce, ma a un certo punto lo sviluppo tecnologico va a moderare e poi invertire la tendenza. Ma per altri fattori ambientali la diminuzione del PIL fa aumentare i fenomeni di inquinamento, vi faccio un esempio che -tanto per cambiare- viene da Atene: il peggioramento della qualità dell’aria, perché la gente per scaldarsi brucia quello che trova:

      grecia aumenta l’inquinamento

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    21. Intervengo a molto a margine, cioè solo per l'argomento GRECIA che mi sta a cuore "a prescindere".
      La notizia colta mesi fa, non ricordo dove, diceva che la GRECIA rischiava multe Ue per tale inquinamento.
      Dunque, la Ue con le sue mazzolate alla GRECIA la induce all'inquinamento, poi si appresta a mazzolarla ancora per tale indotto inquinamento.
      Non ho seguita la cosa e non so come sia finita.

      In genere notizie freschissime sulla GRECIA le si trova nel blog dell'antropologo Panagiotis Grigoriou dal titolo "Greek crisis" scritto in francese.
      Credo che da quelle parti molti non vedano tanto felicemente la (propria) decrescita.
      Poiché nulla so dei contributi seri che certo esisteranno - tranne aver letto qualcosa di Badiale, che ho dimenticato, sorry - mi chiedo se la decrescita felice non sia sempre e solo quella del vicino, o magari del lontano...di classe sociale, di mentalità, di possibilità, e vicino solo nel medesimo Paese, vicino che deve appunto decrescere perché qualcun. altro ancor più accumuli.
      E poi, a ben vedere, c'è sempre il libero arbitrio, per cui chi si scalda con roba inquinante potrebbe sempre decidere di morire di freddo.
      Ecco la soluzione!

      Sarà che sono stanca e un poco stufa, anche se, a differenza di Mark Twain, mi sento, piuttosto bene...;-) per ora ;-)

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    22. Interessante la relazione tra crescita del Pil ed inquinamento. Inquadra il problema.
      Ho studiato Rifkin e letto Latouche. Ma dopo alcuni anni di riflessioni penso che il concetto di decrescita sia fuorviante, se riferito ad un processo di emancipazione. Sarebbe invece appropriato parlare di crescita della quota salari, convertita però in minor tempo di lavoro. Ma occorrono rapporti di forza inimmaginabili. Le otto ore furono concesse in Germania e in Italia dopo il primo conflitto mondiale a fronte di partiti di massa socialisti e comunisti in crescita in regimi elettorali a suffragio universale e galvanizzati dal 1917 in Russia. Gli autori sopracitati omettono o non riflettono a sufficienza sul conflitto redistributivo asimmetrico e le sue conseguenze. Forse proprio perchè sono organici ad una parte? Il solito interclassismo (Bonapartista, Mussoliniano, Blairiano, Clintoniano, Renziano ecc. ) che ritorna quando bisogna che il popolo, in regime di suffragio universale, faccia la scelta giusta, cioè approvi la tutela della libertà dei pochi compromettendo la propria.
      A questo punto si approda alla curva di Philips?

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  35. A proposito di povertà ... tedesca:

    Nel 2010 quasi una persona su sei in Germania era povera, disoccupati e sottoccupati compresi, per un totale di 12,5 milioni di persone. Il che equivale a dire 1 milione di persone in più rispetto al 2008. […]
    Tra il 2000 e il 2011 la quota di impieghi atipici o non standard (nonché quelli a bassa retribuzione) è passata dal 20 al 25%. L’introduzione dell’Agenda 2010, con la legge sul lavoro temporaneo (2002), le norme sulle occupazioni non a tempo pieno e l’innalzamento dei tetti di guadagno da 325 a 400 euro (2003) per i minijob hanno dato uno speciale impulso all’occupazione «non tradizionale» e al lavoro part-time. Stando alle statistiche dell’Agenzia federale per l’impiego, il numero di detentori di minijob è cresciuto costantemente a partire dal 2002, arrivando a quota 2,5 milioni di lavoratori nel 2011. […]
    Ci sono milioni di lavoratori che devono fare i conti con lo stipendio mensile, quelli che nelle statistiche ufficiali risultano occupati ma che guadagnano meno di quanto hanno bisogno per vivere, per esistere. Sono parte del boom occupazionale tedesco ma non riescono a trarne vantaggio, devono fare 2 o 3 lavori poco retribuiti per riuscire a mantenere le loro famiglie. Sono i cosiddetti «working poor» (poveri che lavorano), vittime delle riforme del mercato del lavoro e del conseguente boom occupazionale.
    Difficile trovare una definizione univoca di working poor: vanno analizzati tutti gli indicatori relativi alla persona, al tipo di occupazione, al nucleo familiare mettendoli a confronto con il rischio povertà di chi è disoccupato (o inattivo). Tuttavia, quella ufficiale di Eurostat coglie nel segno: «Individui che vengono classificati come “occupati” (distinguendo tra “lavoratori dipendenti più lavoratori autonomi” e solo “lavoratori dipendenti”) e che sono a rischio povertà».

    Tratto da
    Patricia Szarvas
    “Ricca Germania poveri tedeschi”

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  36. Se mi vuoi proporre il tema ambientale, caro politico di palazzo pude, impedendo che il mio salario cresca per limitare il mio inquinamento, allora mi devi anche mostrare che questa cosa che definisci decrescita sia democratica.

    Perchè se accetto la povertà che mi imponi non posso accettare che sulla mia povertà ci siano alcuni che si arricchiscono a dismisura. Cioè che tutto il mio non inquinare sia l'inquinamento per produrre il benessere smisurato di pochi.

    Mi togli i 50 cavalli della mia auto perchè tu possa averne 3000 per lo yacht?
    3000 cavalli a volte non bastano per superare le alterazioni climatiche, quelle che si generano dal vorticoso girare di cogl....

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  37. ...a questo punto la si rigira agli euristi:bisogna obbligare Svezia,Norvegia,Danimarca e Inghilterra(soprattutto quest'ultima,visto che ha quote rilevanti della Bce)ad adottare l'euro.

    Con i loro particolarismi e nazionalismi sono un pericolo per la pace e stabilità europee.

    Finché non rinunceranno alle loro valute nazionali non avranno accesso agli "Use come gli Usa",alla" Bce come la Fed" e soprattutto al parlamento europeo democraticamente eletto.

    Avere questi Stati-Nazione alle frontiere e' un pericolo per tutto il mondo europeo.Se non accettano li si sanziona come con la Russia.

    Voglio vedere che caxxo rispondono...

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  38. Del Rio ha detto che per risollevare il Sud bisognerebbe adottare le politiche che la Germania Ovest ha praticato per la Germania Est. Ma da chi siamo governati!
    Qualcuno gli regali Anschluss.

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  39. Tg Rainews24, 21:20 ca., servizio sul sud Italia, dove nel 2013 i decessi hanno superato le nascite. "Giornalista" di turno:
    "La caduta del Pil del sud Italia è dell'1,5%, a fronte dello -0,4% nazionale (...) Il crollo dell'occupazione al Sud riporta le lancette al 1977, quando l'Italia era una delle grandi malate d'Europa".
    Proprio non piace ai "giornalisti" il 1977 (forse perché hanno saputo che allora c'era ancora un movimento d'opposizione?). Vabbe', dovrò ricordare d'appuntare il nome del "giornalista" sulla mia agenda (nera).
    Dopodiché, un buona notizia cosmetica: l'unico dato in aumento in Italia è quello delle quota rosa in politica.

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    1. Cacchien, @roberto b.
      Con la tua pacatezza e finezza quasi quasi mi fai vergognare, mai accadutomi prima, di essere una...rosa (sic) - unica scusante, non sono in politica.

      Per tutti i femministi di ritorno e d'andata: in realtà si scherza, ma è la realtà a non scherzare.

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  40. ho visto che i posti a sedere al convegno di asimmetrie sono tutti finiti, ci sono in piedi? o è una domanda troppo stupida?

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  41. credo che molti usino oggi il termine fascista in modo generico , nel giorno del 28 ottobre solo un piccolo ricordo di tutto quanto partendo dalla legge bancaria del '36 , passando allo stato sociale come "eravamo " abituati a ricordarlo, alla sovranità nazionale energetica (ENI), monetaria e culturale ci venisse abilmente sfilata sotto il naso

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  42. A proposito di "fate skifen"...

    "Quando scoppia la seconda fase della crisi (la fase europea), essa viene falsamente interpretata come una crisi del debito pubblico, mentre si trattava essenzialmente di una crisi da squilibri delle bilance commerciali (e la crescita del debito pubblico era in ultima analisi una derivata della crisi stessa [cfr. Giacché 2012: 64-67]). E qui entrano in gioco altri importanti punti di contatto con le vicende della Germania orientale.

    Il primo è la colpevolizzazione delle vittime: improvvisamente, per i giornali tedeschi (e anche di buona parte dei Paesi europei non coinvolti – o non ancora coinvolti – dalla crisi), i Greci diventano un popolo di pigri – o, peggio, lestofanti – che si arricchivano alle spalle degli onesti lavoratori del nord Europa; lo stesso schema sarà poi applicato, con varianti adattate ai diversi cliché nazionali, a tutti gli altri Paesi successivamente presi nel gorgo della crisi (Italia inclusa).

    Il secondo, davvero grottesco, è rappresentato dalla riproposizione, a partire dal caso greco, del modello della Treuhandanstalt. Viene infatti proposto di creare un fondo fiduciario (gestito di fatto dai Paesi creditori) cui conferire tutte le proprietà pubbliche del paese in crisi, per poterle agevolmente privatizzare: così da ridurre il debito e da «rilanciare l’economia e renderla efficiente» (in coerenza con l’ortodossia economica attuale, che vuole che l’impresa privata sia per definizione più efficiente dell’impresa pubblica).[...]"


    "[...]non appena si manifestarono i problemi economici causati dalle modalità dell’unificazione, e un numero crescente di persone cominciò ad opporsi a decisioni assunte (di nuovo) sopra le loro teste e che adesso minavano le loro stesse basi materiali di esistenza, l'atteggiamento cominciò a cambiare. Per un verso la quasi totalità dei problemi fu addebitata alla situazione economica ereditata dalla Rdt, d’altra parte cominciò a farsi largo nell’opinione pubblica tedesco-occidentale l’idea – raramente espressa esplicitamente in questi termini, ma serpeggiante non troppo nascostamente in articoli giornalistici e in interventi politici – che il problema consistesse negli stessi tedeschi dell’Est, «danneggiati mentalmente» dal «regime collettivistico» e quindi divenuti loro malgrado un «fattore frenante dal punto di vista sistemico», che impediva e impedisce ai pregi dell’economia di mercato di manifestarsi nella loro benefica potenza (Baale 2008: 204-205). Si tratta di un punto di vista assolutamente ingiustificato, non privo di un retrogusto razzistico, e che finisce per attribuire alle vittime di processi economici posti in essere da altri la colpa dei loro stessi guai. È un modello ben noto in Occidente: si tratta infatti del comportamento riservato ai popoli colonizzati."


    "Si assiste quindi a un fenomeno per certi versi paradossale: gli esponenti della Pds che nel governo Modrow avevano cercato di operare una transizione meno brusca e traumatica alla Germania unita... sono sic et simpliciter identificati come esponenti e difensori del «vecchio sistema», membri di «vecchie cordate» da smantellare. Mentre parte di coloro che del «vecchio sistema» avevano effettivamente fatto parte si accreditano adesso come esponenti del nuovo... E per riuscire nel loro intento assumono ovviamente un atteggiamento quanto più radicalmente distruttivo nei confronti della realtà politica e sociale della Rdt e quanto più possibile remissivo nei confronti delle richieste provenienti dagli esponenti politici della Germania Ovest. Questa, in fondo, è la storia della stesura dei due trattati che costruiscono l’unità tedesca."

    (da "ANSCHLUSS. L 'annessione ", di Vladimiro Giacché)

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  43. "Il fascista disdegna la vita comoda"

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    1. Il fascista ha un'altra concezione di comodità, e vuole imporla come fanno il borghese capitalista, o lo stalinista, con la loro.

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  44. Gent.mo Prof. Bagnai, da buon decrescentista ho provveduto a riponderLe anche in questo suo articolo critico nei confronti della decrescita (felice!). Di seguito il link: http://www.decrescita.com/news/in-risposta-ad-alberto-bagnai-2/?doing_wp_cron=1415276524.0467479228973388671875

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    1. finalmente uno che gliele canta a quel cazzone inquinatore del Bagnai malefico...
      ho già spento il riscladamento (...del vicino...ovviamente....)

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