mercoledì 10 settembre 2014

Lame di squallore trafiggono il mio povero cuore (la demografia tedesca)

Dunque: son tornato nella grande meretrice, dove termino il libro iniziato di fronte a Seine Majestät der Schlern, e tolgo libri dagli scatoloni. Faccio certe scoperte! Accadono anche episodi incresciosi. Ad esempio, mentre collocavo fuori dalla portata del mio occhio, nel settimo ripiano della libreria, alcuni libri di Rockapasso (la guerra è guerra) accade che er Palla, nel passarmi un libro, mi fa: "Questo me lo tengo, lo voglio leggere". Io me lo guardo: "Che è?" Era 'na cosa de Che Guevara.

Me so' messo l'animo in pace. Non sono riuscito a farne un musicista, lui che sarebbe così dotato, ma almeno sarà amministratore delegato di una multinazionale americana.

Continuo però a volergli bene, s'intende.

Qui a Roma mi sono anche liberato dalla televisione, che invece in montagna è nella Stube. Era rotta, ma Rockapasso l'ha fatta riparare, e così ogni tanto, uscendo dalla mia tana, venivo a contatto con l'orrendo oggetto. Si portano molto, non so se ci avete fatto caso, gli sceneggiati e i film tedeschi. Ora, gli ammeregani saranno anche imperialisti, ma almeno i film li sanno fare (io poi non li guardo, ma quello è un problema mio). I film tedeschi nun se possono guarda'!

Una sera passa la storia di uno che fa il wedding planner, come la Giorgia del Claudio, ma su' madre, porella, è tanta tanta preoccupada perché lui nun vole spossa'. E questo un giorno che fa? Capita per errore nella stanza d'albergo di un violoncellista francese borioso e stronzo (tanto per essere geopoliticamente corretti), in assenza di lui ma in presenza di quella gran gnocca della sua donna, tedesca (perché mogli und buoi dei paesi suoi).

Risparmio il seguito.

Il giorno dopo, a colazione, una specie di serial, su una nave, una specie di Kostaconcordien, dove il capitano celebra in simultanea le nozze di due coppie che si sono conosciute a bordo. Salute e figli maschi, dei dialoghi che avrebbero fatto cacare il Davide di Donatello (ma anche il Perseo, per dire, o il Nettuno dell'Ammannati), poi qualche insulso espediente per animare la trama, non ricordo bene...

Uga seguiva abbastanza attenta (se sa, sso femmine, er matrimonio ce l'hanno microchippato dalla nascita), er Palla, scanzonato, all'ennesimo Kolpen di scenen profferisce: "lame di squallore trafiggono il mio povero cuore".

Io guardo Rockapasso, e le chiedo: "Ma tu almeno sai perché?"

"Perché cosa?"

"Perché ci stracciano il belino con tutti 'sti matrimoni, 'sti wedding planner, 'ste madri ansiose che er fijo nun dà fiji a la patrien?"

"No."

"Eh, ma questo è sempre il paese di Goebbels e della Riefenstahl, dove niente si filma per caso: hanno un problema demografico grosso come una montagna, e quindi ti credo che i filmetti per il Volk pompano l'idea del matrimonio. C'est simple comme bonjour..."

Ecco, di questo non mi pare si parli molto, eppure, come dire, non è un dato di piccolo conto (e fra l'altro, molto appropriatamente Jacques Sapir lo cita nella sua lettera aperta a Hollande come elemento strutturale della tendenza germanica alla deflazione, che tante soddisfazioni ci sta dando).

Non so se abbiate un'idea delle dimensioni del fenomeno, che è abbastanza impressionante.

La Germania è il paese europeo con l'età mediana più alta: il 50% della popolazione ha più di 45 anni, contro i 35 dell'Islanda:


Di per sé noi non staremmo meglissimo: veniamo subito dopo. Sta meglio la Francia, con un'età mediana di 40 anni. Ma attenzione: la dinamica conta, in economia come in demografia. La Germania è, fra i grandi paesi europei, quello che ha avuto l'incremento più rapido dell'età mediana:


Dal 2000 a oggi è aumentata di 5 anni e mezzo, da noi di poco più di quattro, in Francia di circa tre. In Lituania è andata peggio, certo, ma la Lituania partiva da un'età mediana molto più bassa!

Per il tasso di dipendenza (rapporto fra anziani e persone in età lavorativa) vale la stessa cosa. Certo, noi lì siamo messi peggio di loro:


(ma di poco), però loro ci superano come incremento negli ultimi dodici anni (e di molto), il che lascia supporre che presto ci supereranno:



Eh già! Perché se vai a vedere le proiezioni demografiche, lì l'è maiala di molto, per i nostri cugini tedeschi...


Vedete? All'orizzonte 2080 la grande Germania avrà una popolazione uguale alla nostra, e sarà stata superata dalla Francia di quasi 15 milioni di abitanti.

Credo che niente meglio di questo dia una rappresentazione più plastica del perché il Fiscal sustainability report del 2012 emetteva questa valutazione:


(l'Italia come unico paese con debito sostenibile a lungo termine), e soprattutto del perché le élite tedesche abbiano visibilmente una fretta fottuta di stravincere la guerra economica che hanno dichiarato al resto del continente. Sanno che, se non si sbrigano, non avranno più soldati per combattere. La loro intransigenza quindi si può spiegare in tanti modi, ma se avesse una base razionale, sarebbe quella di spingere, con la morsa dell'austerità, le forze migliori e più giovani dei paesi sudditi a muoversi verso il loro paese demograficamente esangue, per arricchirlo delle competenze che gli mancano e abbassarne l'età media.

Ma ovviamente razionalità non c'è.

E allora mettiamocela noi, difendendoci nell'unico modo che la teoria e la storia economica ci indicano risolutivo. Sarete sorpresi di sapere che non è metter su banchetti per chiedere "una firma contro la droga". No: è sganciarsi. E ci sganceremo.

152 commenti:

  1. Risposte
    1. Sostituendo le proiezioni demografiche United Nations a quelle Eurostat l'analisi cambia sensibilmente : http://populationpyramid.net/it/italia/2075/ la popolazione italiana passerebbe a 56 mln a fronte dei 65 mln ca. ipotizzati da Eurostat al 2075

      Elimina
  2. "Les sanglots longs
    Des violons
    De l’automne
    Blessent mon cœur
    D’une langueur
    Monotone."
    (P. Verlaine)

    Fu perfino usata da Radio Londra per annunciare l'imminente sbarco alleato alla resistenza francese. Vuoi vedere che funziona un'altra volta per sganciarsi dal germanico?

    RispondiElimina
  3. Si prof ma famo presto, qui non se ne può più.

    Al lavoro i piddini e il sindacato che ti raccontano quanto è bello l'euro.
    Nello spogliatoio dopo il calcetto gente che urla contro Berlusconi,
    un altro pro Renzi, un altro ancora a favore dell'ortottero, tutti quanti
    credendo di aver ragione perché uno ha visto il tg1 e un altro il tg5;
    Se mentre stai cenando poi hai la sfortuna di avere acceso
    l'orrendo oggetto su un qualsiasi canale rai puoi finire bene la giornata
    con un paio di spot di propaganda fascista che ti raccontano che senza
    L'EUROPA (che poi nel cervello diventa euro) staremmo
    in guerra/con le pezze al culo/analfabeti e bla bla bla.
    Scusi lo sfogo, ma da quando la seguo le mie incazzature sono aumentate
    esponenzialmente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non so tu da quando ti incazzi in modo esponenziale alle cazzate piddine,
      posso dirti che la mia incazzatura è attualmente decrescente per aver metabolizzato, anche se in parte, il fatto che ad oggi chi non ha capito, forse non capirà mai.

      E non parlo dei collaborazionisti, ma di chi sa di sapere.

      Elimina
    2. Parole sante. Ciò che si poteva fare, altri lo hanno già tentato. Puoi provare ad educare il popolo, ma gli individui sarranno sempre liberi di decidere. Se quasi 61 milioni di uomini (nel senso della specie, non del sesso) accettano passivamente di lasciarsi dominare da interessi terzi nell'Europa del 2014, non c'è complotto che tenga: è una scelta.
      Viene compiuta ogni volta che insegnamo ai nostri figli a fregarsene di ciò che dice l'insegnante ("tanto non capisce nulla"), ogni volta che con l'esempio mostriamo loro che il codice della strada vale solo se non hai fretta. Tutte le volte che scrolliamo le spalle, ci penseremo dopo. Non c'è un dopo, perché mentre tu scrolli le spalle, altri ti scavano la fossa sotto i piedi.
      Se tu non ti ami abbastanza da prenderti cura di te stesso, perché dovrei curarmene io?
      "Sicuramente ci sono alcuni più colpevoli di altri che dovranno rispondere di tutto ciò. Ma, ancora una volta a dire la verità, se cercate un colpevole non c'è che da guardarsi allo specchio".
      E non fu la paura, a guidare quasta scelta (ché quanto meno l'istinto di autoconservazione una sua logica ce l'ha). Fu semplice menefreghismo

      Elimina
  4. Ma nelle proiezioni la probabile immigrazione di gente qualificata proveniente dai piigs (industrialmente desertificati) e' inclusa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti sarebbe una domanda interessante, anche perchè più che i lavoratori giovani credo cerchino di rubare gli studenti giovani (con i mini-job, amici e conoscenti sono ricorsi ad essi). Ma non saprei dove cercare i dati, su eurostat non c'è niente di simile

      Elimina
    2. Qui (http://tempofertile.blogspot.com/2014/01/segnali-di-crisi-e-dati-italia-e.html) avevo cercato alcuni dati sia da ricerche italiane (e emergerebbe che emigrano dalle regioni del nord e più ricche) sia da fonti tedesche (Istituto federale di statistica) che segnalano tra 2012 e 2013 un incremento molto forte di immigrazione (totale 1 milione di persone in un anno) come sempre soprattutto dall'est ma anche in forte crescita dal sud (italia +40%). Ma ci sono anche altre sorpresine...

      Elimina
  5. I fattori demografici e climatici caratterizzano le componenti di fondo di molti fenomeni sociali.

    La Germania già adesso esporta (deporta?) i "nonni" verso altri lidi così da ridurre il carico del proprio sistema sanitario. In generale, sembra che tutto il mondo occidentale sia messo maluccio in termini di "piramide di età".

    Una curiosa statistica demografica rivela in modo un po' empirico l'invecchiamento della popolazione negli USA. Chissà quali curve osserveremmo per i paesi UE !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gli USA stanno risolvendo il problema con l'immigrazione dei latino-americani. Per il resto come hai detto giustamente la germania importa giovani e esporta anziani. Finito con l'immigrazione europea attaccheranno a importare manodopera dal resto del mondo. Il problema è il nostro paese destinato al collasso demografico

      Elimina
  6. Magnifico. Da iperbole a ipobole... Un po' per uno in braccio a mamma.

    RispondiElimina
  7. tanto in Germania si pensa, non so se si dice anche credo di no, ma le elites pensano già candidamente di risolvere il problema demografico tramite immigrazione di manodopera dalla periferia.

    e fino ad ora in parte ci stanno anche riuscendo anche se sono solo all'inizio. perchè non sono pochi i giovani qualificati che prendono il volo.

    però se restiamo dentro l'eurozona e la UE in una ventina d'anni il problema l'avranno risolto e le previsioni di quel grafico sull'andamento demografico fra 50 anni saranno da rivedere completamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse lo pensavano anche i cinesi quando fecero la politica del figlio unico (vedi il post sul nazistello un paio di giorni fa), e le proiezioni non sono da rivedere. In ogni caso, questo cambia poco: ti sembra facile gestire un paese col 20% di immigrati? Le camicie brune sono comunque dietro l'angolo, con annessa distruzione della Germania, se non ci tiriamo fuori. Non è una bella situazione.

      Elimina
    2. Lo dicono, lo dicono, se ne era già discusso in questo blog.

      ".. occorre mantenere il flusso annuale di migranti, specie qualificati, a un livello di almeno 400mila l'anno. Al momento ne arrivano soprattutto dall'Europa meridionale in crisi (giovani laureati disoccupati e simili) o dal Centro-Est dai buoni sistemi d'istruzione e dalle economie (Polonia, Repubblica cèca, Slovacchia) altamente integrate con quella tedesca. Ma le risorse umane, e demografiche, del resto della Ue, non sono infinite, e tra 20 anni al massimo, o prima, non basteranno più. Occorre dunque una politica attiva e ben mirata di incentivo all'immigrazione qualificata dall'Africa, dall'America latina, dall'India e da altri paesi asiatici."

      E' chiaro che per attuare un programma di sistematica "deportazione" della forza lavoro qualificata, in assenza di occupazione militare, servono quantomeno governi collaborazionisti che accettino la distruzione delle proprie economie.

      Se il lavoro rende liberi, la disoccupazione rende schiavi.

      Elimina
    3. In effetti, in Europa non ci sono governi collaborazionisti.
      La Verita' rende liberi, arbeit macht frei lasciamolo alla Storia.

      Elimina
    4. Gli immigrati arrivano sì in europa, ma come illegali. Di fatto vivono tra noi, anche molti anni, ma senza pieni diritti di cittadinanza, destinati ai lavori peggio pagati. Sono cittadini di serie B. In fondo è lo stesso concetto dei nazisti, che, almeno in origine, non volevano tanto sterminare ebrei, zingari, oppositori politici, etc..., ma ridurli alla condizione servile (da cui il motto"il lavoro rende liberi").

      Quanto alle politiche di riduzione della natalità, beh, mi pare che un certo ruolo l'ebbe anche il Club di Roma di Aurelio Peccei... (oh, altra analogia italia-germania...)

      Elimina
    5. Più che giusto professore, oltre una certa soglia e velocità l'immigrazione non è sostenibile per evidenti ragioni di coesione sociale, vasta letteratura in merito. Inoltre, la depressione salariale che attuano per conservare le condizioni di competitività provoca un controflusso verso l'esterno di trentenni laureati ad alta qualificazione che cercano lavori migliori in Svizzera, Olanda, etc... Si tratta di una politica tipicamente tedesca: prima di visione strategica e di immaginazione.

      Elimina
    6. però l'esempio di un paese che ha puntato molto su un processo di questo genere, riuscendoci in pieno su tutta la linea, ce l'abbiamo.

      gli USA.

      il contesto è completamente diverso lo ammetto. dico però che c'è proprio da star poco tranquilli e vista la determinazione nei propri intenti nefasti dell'elite europea c'è da credere che non si fermeranno fino allo sfascio.

      Elimina
  8. qualcuno potrebbe spiegare ai tedeschi, anzi alle "elites" tedesche che per incentivare i giovani a figliare bisogna dare loro un reddito certo e quindi un lavoro? Solo cosi' la popolazione aumenta....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma i poveri non facevano fanno figli perché sono poveri?
      "È più probabile che la cosa funzioni così: disuguaglianza causa sottosviluppo che causa crescita demografica."
      Mi spiego: meglio accettare un calo demografico in cambio di maggiore uguaglianza o vogliamo aumentare la popolazione tout-court?

      Elimina
    2. Ti posso assicurare che questo accade.
      Kindergeld, servizi pubblici adatti e città sicure e ben collegate.
      Il problema andrebbe ricercato a mio avviso altrove, ma non sono un demografo e non azzardo acrobazie in tal senso.

      Elimina
  9. Niente paura, tra un po' gli sceneggiati crucchi arriveranno anche "qui nello Stivale" ('na guera pe' gnente!); sarà la famosa egemonia culturale della sinistra?

    Frattanto il convento RAI passa la zuppa "Don Matteo XXV - L'ascensione" (dei miei coglioni...) e qualche motivo ci sarà. Pur di porre fine a un tale supplizio anche l'estrema unzione diventa una via di fuga accettabile!

    Se per ovvie ragioni ai telemorenti (© Boncompagni) de fijà non passa manco per l'anticamera del cervello, magari l'idea subliminale di pentirsi e contrirsi per lo stato pietoso in cui lasceranno il loro paese ("da cui troppo hanno ricevuto per le proprie limitate disponibilità") potrebbe anche passare.

    Redenti no, quello no. Ci pensino i nipoti a redimersi: piglino i voti che di 'sti tempi le vocazioni scarseggiano: vitto, alloggio e tante, tante occasioni per fare bbbene all'italiano medio impoverito - in nome di Nostro Signore.

    La giustizia non sarà di questo mondo, ma una zuppa calda non si rifiuta a nessuno.

    Amen.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora ho capito male! Quindi la serata dei telemorenti è stata trasmessa dalla RAI, non da qualche tv tedesca captata in valle.

      Fiuuu... Già mi ero immaginato la famiglia Bagnai guardare produzioni alamanne in lingua originale sottotitolate in polacco, con il capofamiglia a tradurre in tempo reale :)

      Elimina
  10. Bellissimo post. Una delle cose che più mi stringono il cuore, di questa maledetta crisi, sono le mie amiche che non riescono più a far figli perché non trovano lavoro (mi è sempre stato molto chiaro che se sono riuscita ad avere tre figlie non è nonostante lavori, ma perché lavoro e con tutte le garanzie previste per la maternità in una società civile). Mi resta un dubbio: perché per fare questi confronti si usa la mediana e non la media?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. (Intanto buongiorno...)

      Ma guarda, già ci stavo riflettendo imbeccato dal precedente post... io non sono mica tanto convinto che sia (solo) un problema economico quello di non fare figli.
      Io non li ho fatti (ma non escludo che li possa fare) più per caso, per tenermi le mani libere, perché non sopporto i bambini piccoli che fanno perdere il sonno e la pazienza, ultimamente anche per questioni logistiche ed economiche, etc etc... diciamo che è molto meglio un cane, costa meno, rompe meno, è sempre fedele e affettuoso, ed è autonomo dopo 6 mesi anziché dopo 20 anni.

      Ma a parte le battute, in generale ci sono aspetti culturali e sociali che guidano le dinamiche demografiche, non ti sfuggirà che nei paesi poveri e sottosviluppati la natalità di solito è alta (invece è bassa in quelli evoluti, soldi o non soldi).
      Discorso lungo e complesso, però interessante, che non si può liquidare certo con una battuta o qualche affermazione perentoria o superficiale (parlo per me ovviamente).

      Concludo con una informazione che ai più sarà sfuggita: ogni coppia dovrebbe fare mediamente un po' più di 2 figli a testa per garantire la continuità del proprio "gruppo" sociale, quindi chi di noi sta sotto questa cifra (io per primo, essendo a zero.... o almeno ritenendo di esservi fino a prova contraria, del DNA ovviamente... ^__^) si metta una mano sulla coscienza.

      Elimina
    2. me ce provo, visto che mi era sorta la medesima domanda e quindi son fresco fresco di wikipedia & co.

      la prima necessaria premessa è che la mediana è più difficile da calcolare (e da aggiornare quando arrivano nuovi dati) rispetto alla media. se la tua distribuzione è grosso modo simmetrica, dove non fa molta differenza, usi la media anche perché fai prima.

      il problema si pone su distribuzioni non simmetriche, e l'età di una popolazione è tipicamente una di queste (vedi qui). un altro esempio tipico è la distribuzione del reddito, per interpretare la quale infatti si usano 'decili', 'centili', 'quartili' etc., che sono statistiche d'ordine come la mediana (che per coerenza morfologica personalmente avrei chiamato 'mezzile').

      in una distribuzione asimmetrica, la mediana è più indicativa della media, la quale risente di ogni bozzo nella curva di distribuzione. inoltre ha la piacevole caratteristica di prescindere dal fatto che tu stia usando una scala lineare o, per esempio, logaritmica (ok, sull'età il problema non si pone seriamente, ma già sul reddito...).

      altro non ho trovato, ma a me è bastato.

      Elimina
    3. Le donne non fanno figli perchè non li vogliono.
      Preferiscono unghie lunghe e curate piuttosto che cacca e pipì.
      Preferiscono mandare i figli di 3 mesi in istituti con persone sconosciute e andare a battere i tasti di qualche tastiera.

      Elimina
    4. @NaNdo Grazie! Anche io ho consultato anche altre fonti (il solito ingegnere de passaggio) e sono arrivata (o meglio, sono stata guidata) a conclusioni simili
      @mic1972 Buongiorno, ma a parte i micugginismi è nei dati che in Italia le nascite sono in ulteriore declino, a parte le scelte personali, conseguenza ovvia di politiche che si occupano della famiglia rigorosamente solo a parole; è vero che nei paesi molto poveri nascono molti più figli, ma anche che tra paesi avanzati politiche di sostegno aiutano a non far declinare troppo le nascite (comunque io posso dire con fierezza di avere fatto del mio meglio...;-)).

      Elimina
    5. Per quale calcolo una coppia dovrebbe fare "un po' più di 2 figli per garantire la continuità del proprio gruppo sociale"?

      Elimina
    6. @Alessandro13

      (e mmo so' cazzi tua...)

      Elimina
    7. Sono due le crature a cui non bisogna pestare la coda in questa community. Una la conoscono tutti, l'altra è Nat

      Elimina
    8. Nicola, posso ricambiare quanto hai appena immotivatamente affermato nei miei confronti (sono una persona dolcissima) con una cosa che volevo dirti da tempo? Trovo che tu sia la persona più gentile di questo blog, i tuoi post di benvenuto e qualche piccola istruzione ai nuovi arrivati mi hanno sempre commossa.
      E ora, Nicola e prof, due persone della cui intelligenza non mi sento spinta a dubitare: secondo voi, secondo voi io veramente dovrei rispondere a una stronzata simile? Se lo pensa veramente, Alessandro13 ha avuto probabilmente un'adolescenza infelice e gli consiglio il classico bravo psicoterapista. Se è una battuta, boh, magari c'è persino qualcuno al mondo che potrebbe riderne (ah, prof, a proposito: anche su Crozza alla fine devo dare ragione a lei). Se è una provocazione, la prima regola della comunicazione militante è che alle provocazioni non si risponde. Soprattutto quando sarebbero risultate stantìe già negli anni cinquanta.
      Baci a tutti, in particolare ad Alessandro13. Vedi, Ale, ora ti dirò un particolare della mia vita che ti stupirà: mia madre aveva quattro figli e una cattedra di fisica nucleare. Questo ha avuto vantaggi e svantaggi, ma sicuramente contro i discorsi che contengono insieme le parole "donne", "unghie lunghe" e "tastiere" sono risultata vaccinata.

      Elimina
    9. @Alessandro 13 e chiunque desideri una crotalite mini-minor, perché quella acuta non è in potere di produrla, qui dentro, un'umile lettrice ma solo chi-sappiamo-chi.


      In generale.

      Figli and son on: ci si mettessero gli uomini a reggere tutte le menate della casalinghità e (quasi) tutte quelle della maternità e prima e ben dopo i tre (perché solo tre?) mesi, senza fare gli splendidi con l'"aiutino" alle madri e mogli ogni tanto: alzarsi di notte quando il pupo strilla, se gliene capita uno così, allattarlo, parlare con le maestre, portarlo dal medico, a nuoto, a catechismo, consolarlo ecc ecc, lavori che limiti precisi di età non ne hanno.
      Poi se ne riparla.

      Nel personale (mio).

      Figli:
      mai desiderati, conseguentemente mai fatti, mai rimpianti.

      Unghie:
      mangiate senza remore all'età giusta (?), talvolta e sempre senza remore anche dopo, conseguentemente senza remore mai curate.

      Cacca e pipì:
      ritenuta di sufficiente interesse la "produzione propria".


      La risposta arriva perché:
      a) non sono gentile come @Nat e migliaia di altri umani, donne o uomini;
      b) devo impiegare il tempo colpevolmente mai dedicato a figli.

      Non entro pesantemente nel personale altrui (...) perché:
      a) sono una signora o, a scelta (???) di chi legge, un signore dotato...di cervello, cioè, appunto, una signora - come già scritto qualche giorno fa; b) posso, in quanto non dedita ad alcun parto o ex-parto.
      Per un più di indegnità aggiungo che, mentre i piatti giacciono nel lavello e il pavimento fa schifo, sto pensando alla terza gita fiorentina in breve tempo, visto che mi trovo ancora colpevolmente - anche se per poco - in vacanza.
      Terza di questa estate, intendo.


      Conclusione:
      aveva ragione @Alberto (10 settembre 18:56).

      Elimina
    10. @ Strada
      ma Nat ha 3 figli, e la madre ne ha fatti 4 non credo di aver ferito la sua sensibilità.
      @ prof.
      Sembra passata indenne.... (aveva paura?)
      @ Nat
      per info,la mia adolescenza è stata infelice, alcuni giorni, e felice, altri, quindi ci hai azzeccato a metà.

      Comunque,



      come si può pensare di avere un' espansione economica, o demografica, se una mamma non è in grado di sacrificarsi totalmente per un figlio?

      L' euro è diventato la rappresentazione più azzeccata dei valori suicidi di questa società. Competizione, stabilità, produttività, tassi d’interesse, riforma, non c’è un solo valore con una valenza positiva.
      Si può credere davvero di vincere con i soldi? Guarda gli africani, o i cinesi, poveri come il più povero mendicante dell' ultima periferia d' Italia eppure, sono tanti e crescono. Noi, invece, ricchi, ma molto ricchi (ancora ora), diminuiamo, non nasciamo, appassiamo. Come un fiore che si allunga, per arrivare a prendere più sole, e finalmente quando ci arriva, e comincia a fiorire, si accorge che lo stelo si è allungato troppo per reggere il peso del germoglio.


      Elimina
    11. @Alessandro13: Hic sunt leones. Secondo me ti sei appena infilato in un discorso che forse ti è sembrato semplice a prima vista, ma il cui approfondimento potrebbe richiedere uno sforzo non inferiore a quello che è stato fatto qui.
      Quello spirito di abnegazione che nella tua esperienza è stato incarnato, presumibilmente, da tua madre, nella mia famiglia era (ed è) rappresentato da mio padre, che ha letteralmente sacrificato la sua vita all'amore per i suoi figli, e adesso, a quasi sessant'anni, paga in silenzio il prezzo delle sue scelte.
      Siamo proprio sicuri che il problema sia che la donna è uscita di casa per andare a fare l'uomo?
      Io la vedo diversamente, e considero che prima di questo euro (sia maledetto lui, il suo nome, e il giorno che lo ha visto venire al mondo) mio padre aveva, a quattro anni dal diploma (e lo sottolineo, diploma. Che diavolo di problema hanno le imprese con i diplomati? A che cavolo ti serve un fisico subnucleare per un posto da operaio in catena di montaggio?) la direzione generale di uno stabilimento caseario con annesso allevamento, lavoro che gli permetteva di mantenere una moglie casalinga e tre figli dai 4 anni in giù. Poi arrivò anche il quarto.
      Comici a vederlo, il problema?
      Ci sarebbe anche da considerare una marea di altri aspetti, uno su tutti il ruolo della scuola e quello della famiglia nella società di oggi, ma qui usciamo di molto dal seminato, e non è il caso.
      Hai però accidentalmente smosso un tasto che mi interessa in modo particolare, perciò se ti interessa proseguire il discorso privatamente sarò felice di darti il mio indirizzo e-mail.

      @Nat: io non ho mai detto che tu non sia dolce (del che non dubito affatto. Ci vuole amore per farne uno, di figlio, figuriamoci tre), soltanto che sei pericolosa (o meglio, che è pericoloso ciò che Alessandro13 ha fatto). Non so per il commento di Alberto, ma il mio è nato così: ho visto il zampa tenera avvicinarsi per mordicchiare la coda di Bagheera, e mi apprestavo a godere di quello che viene dopo, quando Bagheera si stanca del gioco del cucciolo.
      Nel paese in cui Alberto è (per ora solo in potenza) il cattivo più temibile la malignità è una medaglia da esibire con fierezza, diamine!

      Elimina
    12. Caro Alessandro13,

      permettimi di darti una rimbeccata uguale e contraria a quella di Nat. Il fatto è che non si può avere un'espansione economica se i padri non sono in grado di sacrificarsi totalmente per i figli. Essendo infatti noto da tempo che le donne sono creature diversamente superiori, è meglio che del frutto del loro seno se ne occupino il meno possibile. Questo, almeno, da Pontassieve in giù.

      E ora che abbiamo alzato il tono della discussione, possiamo andare avanti...


      (p.s.: posso chiedervi cosa avete contro la merda? Io e Rockapasso ci litigavamo il privilegio di cambiare er Palla. Ecco perché quelli che sentenziosi mi dicevano "Eh, vedrai quando avrai un figlio..." poi non hanno visto un beneamato cazzo - e altrettanto vedranno quelli che "Vedrai quando Giulia sarà adolescente", ecc. I figli bisogna amarli, e vi assicuro che viene piuttosto naturale. Bisogna farli stare al posto loro, e questo risulta difficile oggi per condizionamenti culturali, ai quali è soggetto chi vuole esserne soggetto. Bisogna considerarli quello che sono: un dato aleatorio e naturale. Punto. Ma che minchia di discorso è "le donne che non si sacrificano!"?)

      Elimina
    13. @Nicola Scusa, solo per fugare ogni dubbio: mentre sul mio essere dolce ero ironica, sul fatto che ho apprezzato davvero il tuo stile, no; era davvero un po' che volevo dirti che mi sono piaciuti molto alcuni tuoi post molto gentili nei confronti di nuovi arrivati (un'attenzione che per esempio io non ho avuto) e che per questo mi hai dato l'idea di essere una persona particolarmente attenta agli altri (lo dico perché mi è venuto il timore che tu pensassi che io avessi fatto del sarcasmo, mannaggia la scrittura che non si fa aiutare dal tono di voce).

      @prof non fa una grinza (tanto vivo a nord di Pontassieve), tuttavia io PREMETTENDO CHE NON VOGLIO INSEGNARLE NIENTE personalmente non mi sento di negare che l'adolescenza della mia figlia numero due, che amo con tutte le mie forze, da lei ampiamente ricambiata, è stata comunque un passaggio difficile; per esempio quella della figlia uno, no, lei si è presa tutta la sua autonomia con la grazia e la naturalità dell'elicrisio, quel fiorellino giallo e profumato capace di crescere ovunque, anche sugli scogli più impervi, purché in vista del mare; mentre la seconda è fiorita come un cespuglio di rose, prima ci sono state le spine. Perché negarlo? Mi è capitato che mi abbia trattata in modo da farmi piangere, qualche volta, non per questo l'ho amata meno, ma neppure è stato meno doloroso. Oggi ci ridiamo su insieme. Con la terza non so come andrà, vedremo. Quanto ai condizionamenti culturali "ai quali è soggetto chi vuole esserne soggetto", ha ragione, sì, tuttavia sono pressanti, invadenti, pervasivi, supportati collettivamente e resistere è faticoso e difficile (=MIA ESPERIENZA SENZA INTENTI DIDATTICI).
      Comunque io sono pazzamente fiera delle mie figlie, le amo, mi amano, e questo mi basta. E la definizione di "dato aleatorio e naturale" è perfetta.
      Sul punto che le madri debbano anche lavorare e i padri occuparsi dei figli, mi sembra talmente fuori discussione che non ne parlo neanche.
      Bene, se non arriva la spigola (non si sa mai), vorrà dire che ho parlato di figli su questo blog senza ricevere una spigolata (incredibile dictu).

      Elimina
    14. @Hilda
      Più che un calcolo è semplice ragionamento... spanne per pi-greco, eh, lavoriamo sui concetti non sui decimali spaccacapello.

      Considera la popolazione come un insieme di coppie uomo-donna.
      Ciascuna coppia è destinata a morire, e quindi per mantenere il nr totale di individui ogni coppia dovrebbe fare 2 figli.
      Ma siccome ci sono gli scapoli e le zitelle,le coppie sterili, i morti prematuri, etc etc... non basta che le coppie che procreano ne facciano solo 2, ne devono fare un po' di più... non ti saprei dire quanti di più, a occhio direi intorno a 2,3 ~ 2,4.
      Se cerchi in rete vedrai che qualcosa trovi.
      ciao

      Elimina
    15. @ prof
      Bene, ha abboccato.
      E’ qui che speravo che si arrivasse, quando ho scritto quel commento.
      Non nego che avevo scritto anche qualcosa sui padri, ma poi ho preferito cancellarlo per non spegnere il fuoco.
      Ora le chiedo, a lei e ai lettori, è nato prima l’ uovo o la gallina?
      Sono i problemi economici che ci spingono a fare meno figli, oppure è perché facciamo meno figli che abbiamo problemi economici?

      Credete davvero che, usciti dall’ euro, mantenendo un sistema valoriale fondato su valori come competizione, produttività, reddito pro capite, etc…, sia possibile crescere?

      Ho avuto questa intuizione, proprio qui, leggendo un post, e aspettavo di condividerla in un post adeguato.
      Si parlava di pensioni. Di sistema contributivo o retributivo.
      Al che mi dissi, ma se domani non lavora più nessuno, quale sarà il sistema giusto?
      Così capii qualcosa.
      Non esiste teoria economica o altro che ci può garantire una vecchiaia serena, se non la SPERANZA che domani i nostri figli ci vogliano bene e lavorino per noi. Capisce cosa vuol dire questo? Non è il calcolo economico che sistema le pensioni, ma è il legame sociale, è la religione, l’ unica speranza di avere una pensione.
      Rileggendo la società in questa chiave, ossia dalle fondamenta, molte cose si sono schiarite, o meglio, si sono annerite.

      Vede professore, non so se tutti hanno capito in che momento storico ci troviamo, ma quando nel giro di tre generazioni ci sono tre guerre mondiali, c’è qualcosa che non va, non va per niente bene.




      P.s. sono dottore in Sociologia, con indirizzo economico, ma pur sempre sociologia, forse è solo per questo che la vedo così.

      Elimina
    16. @Nat: purtroppo condivido anch'io un grave difetto dei mediocri (categoria alla quale potrei persino appartenere, chissà...), che mi attirerà probabilmente gli strali del buon Bagnai: ho letto ben pochi libri senza figure, e quei pochi con scarsa attenzione.
      Uno di questi ha lasciato però un solco indelebile nella mia anima, The Jungle Book, di Rudyard Kipling.
      C'è un passaggio (chi lo ha letto lo ricorderà senz'altro) in cui Mowgli viene rapito dalla versione indiana dei piddini: il bandar-log.
      Baloo e Bagheera si rivolgono a Kaa, il pitone delle rocce, che li accompagna alle tane fredde a fare strage delle fastidiose scimmie. Quando finalmente Mowgli è salvo, lo ringrazia educatamente secondo la Legge della Jungla insegnatagli a ceffoni dal vecchio Baloo.
      E Kaa, colpito, osserva: "A brave heart and a courteous tongue [...] shall carry thee far through the Jungle, manling.".
      "Un cuore impavido (spesso lo si trova tradotto con "leale") e una lingua cortese ti porteranno lontano nella Jungla, cucciolo d'uomo".

      L'ho adottato (o, quanto meno, ci provo con alterne fortune) come baluardo contro i miei innumerevoli difetti, primo fra tutti l'arroganza, di cui il professore forse ha potuto cogliere un orrido bagliore.

      Spero mi sia perdonato il personalissimo off-topic.

      Nota per il Alberto, il crotalo delle rocce (che nel libro non c'è, ma avrebbe dovuto esserci): non è che potresti far avere questo messaggio alla buona Nat senza necessità di imbrattare i commenti con le nostre sedute di terapia di gruppo? Non è molto carino usare i commenti per chiederti di fare da passacarte, ma su twitter non l'ho trovata e su facebook non ci sono io...
      Magari la prossima volta che passi per l'Alto Adige offro birra & stinco a Foresta e andiamo in pari (spero).

      Elimina
    17. Alessandro, prima di leggerti avevo dei pregiudizi sulla sociologia.

      Elimina
    18. @Alberto (11 settembre 11:57)

      Rispondo per quel mi riguarda sulla citata "merda".

      Nulla ho contro - anche perché un fatto fisiologico non mi par suscettibile di tifo pro o contro, fa parte della vita e basta, e del buon funzionamento della vita di un essere dotato di corpo.

      L'ho inclusa nell'elenco dei punti a cui rispondere perché era nei punti di un commento a cui stavo rispondendo, e, visto che di figli qua non se ne sono fatti, si può anche dedurne, se proprio si vuole, che di materia corporea - questa, altra e altre - mi sia bastata la personale mia.

      Mi rendo conto solo ora di aver trascurato il concetto di "battere"...sui tasti. Boh, e che dire: una signora non può/deve rispondere a tutto, specialmente a ciò che non le interessa.

      Quello che mi piace, in tutta la discussione sviluppatasi dentro una discussione più ampia, è che si sia rimasti tranquillamente nei termini di uno scambio di idee con approfondimento.

      Aggiungo, nel caso non sia stata detta: smettiamola di dare la colpa alle donne, luogo comune a tutti i colori. Intendo: qui la crisi sarebbe colpa loro perché fanno pochi figli?
      E allora in molti altrove dove ne fanno di più, non cadono in crisi solo perché da secoli non hanno nemmeno, come si dice, occhi per piangere, né donne né uomini.
      Come stanno, dunque, le cose?

      Sul concetto e sulla pratica di "sacrificio": che ciascuno possa davvero "sacrificarsi" per ciò per cui sceglie liberamente di farlo: è già privilegio e difficoltà riuscire ad ascoltare prioritariamente la propria coscienza: le voci seconde, terze, quarte e quinte potrebbero e dovrebbero limitarsi a un flebile rumoretto di fondo.





      Elimina
    19. "Credete davvero che, usciti dall’ euro, mantenendo un sistema valoriale fondato su valori come competizione, produttività, reddito pro capite, etc…, sia possibile crescere?".
      No, e pensare che noi lo si possa pensare va a braccetto con i vari "Bagnai la fa facile".
      Nessuno ha mai scritto, da nessuna parte in questo blog (non senza subire, giustamente, l'onta del ridicolo), che l'euro è Il Problema, unico e solo, risolto il quale tutto il resto si aggiusta da se.
      Quello lo dicono i piddini nel tristissimo tentativo di perculare.
      Ciò che si sostiene (a grandi linee) qui, è che la sua rimozione è condizione necessaria e imprescindibile prima di poter muovere altri passi in altre direzioni.
      Vale a dire che tu hai ragione, ci sono ben altri problemi, sotto certi punti di vista, persino più pressanti.
      Ma questo è ciò che in Informatica si chiama un problema bloccante, cioè qualcosa che rende inutilizzabile il sistema, per quanto meraviglioso e ben architettato. È del tutto inutile riprogettare tutto il resto, perché se non risolvi prima il tuo problema bloccante il sistema non ripartirà mai.
      A ben vedere, se vogliamo, l'adozione stessa dell'euro è stata resa possibile da tutti i problemi preesistenti e che tu, in parte, hai sicuramente individuato.
      Il fatto è che ora l'euro c'è e finché ce lo teniamo non possiamo mettere mano al sistema Paese

      Elimina
    20. Si fanno i figli quando invece di aver paura di morire, si ha voglia di vivere.
      Per non essere da meno del kamikaze @Alessandro13, segnalo poi che a partire dal varo della legge 194, alcuni milioncini di italiani sono stati abortiti (legalmente) dalle italiane, e dunque mancano all'appello demografico.

      Elimina
  11. Probabilmente noi non ci sganceremo volontariamente. Purtroppo ci sgancerà la Francia con un magnifico deja-vu: i francesi hanno imposto alla Germania "l'austerity" con Versailles nel 1919 e la Germania ha risposto con Hitler, la Germania ha imposto l'austerity ai francesi e i francesi risponderanno con Le Pen!
    Quando la Francia salterà il fosso ci sarà un meraviglioso effetto domino:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_finanziaria_asiatica

    Nella primavera del 2017 si prega di indossare le cinture di sicurezza, perturbazione in arrivo con le elezioni francesi.

    RispondiElimina
  12. Buongiorno prof Bagnai.
    Conoscevo la caratteristica tendenza demografica negativa dei nostri fratelloni tedeschi.Ora, grazie a Lei, ho potuto unire i puntini ed il disegno è chiaro e non confutabile. La seguo da qualche mese e sono diventato un suo lettore fisso. Apprezzo molto la sua rigorosità preparazione e onestà di pensiero.
    Grazie di tutto . Gian Battista Sanviti.

    RispondiElimina
  13. Sganciarsi sì, ma io ho paura che questo paese sia entrato in una fase storica negativa (intesa come declino economico, morale, culturale ec.). I segni ci sono tutti. E le fasi storiche, purtroppo, non si risolvono in pochi anni.
    Sono molto pessimista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. lascerei stare il declino "morale" e "culturale". E' il declino economico che conta. In un paese in cui crescono povertà e disoccupazione non possono che peggiorare tutti gli aspetti della vita sociale.

      Elimina
  14. Il problema è dove recarsi dopo la laurea per chi, giovane e di belle speranze, deve emigrare; la Germania va schifata a priori e mi consolano questi dati; come si sa i tedeschi mi stanno sui coglioni, qui sopra vedo anche encouraging data in this regard. Buone prospettive per Spagna e Francia. Per tante altre ragioni UK è la migliore destinazione come vedo per i dati sopra esposti, e come pensavo già, volendo restare in Europa.
    L' obiettivo è: si salvi chi può!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mediamente mi stanno sui cogl. tutti, incluso myself, una specie di misantropia globalizzata. Il problema tedesco e' la lingua, Francia ed Albione decisamente piu' facili. Ripeto comunque che all'estero si e' stranieri, non mi permetto di fare 1000 copia ed incolla come il Prof. ma e' cosi'. All'estero si e' stranieri.

      Elimina
    2. Si ma quelli, sono i peggio e Rossellini lo capì prima di altri (tempo 6':55"); la loro lingua, foneticamente parlando, è il loro emblema. Comunque un po', anzi tanto, mi sto anch' io sui coglioni; non saprei diversamente, altrimenti accettarmi, amico!

      Elimina
  15. "La loro intransigenza quindi si può spiegare in tanti modi, ma se avesse una base razionale, sarebbe quella di spingere, con la morsa dell'austerità, le forze migliori e più giovani dei paesi sudditi a muoversi verso il loro paese demograficamente esangue, per arricchirlo delle competenze che gli mancano e abbassarne l'età media".

    Direi che lo stanno già facendo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo ci era noto. Diciamo che qualsiasi cosa passi per un blog italiano prima è passata da qui.

      Elimina
    2. Aggiungo che questo dipende dai miei lettori. Non è per merito mio che riesco a dire l'ovvio prima di Krugman! ;)

      Elimina
  16. Anch'io guardo la tv a momenti alterni. Come family man ho il tempo che trovo. In questo periodo ho iniziato a guardare i programmi rai, aiutato anche dal fatto che ho installato il dish. Ho notato che i telefilms hanno qualcosa di diverso non e' che sembrano stupidi ma hanno qualcosa che non quadra. Il sospetto al primo telefilm, parlavano di dollari e si vedeva chiaramente che stavano manipolando euro. Da qui ho iniziato a controllare i cognomi degli attori... suonavano tutti in tedesco...

    RispondiElimina
  17. Osservazioni perfette. Ricordano alcune osservazioni del misterioso e intrigante Tremonti: l'economia è fatta di tante cose, (seguiva elenco), e anche di demografia. All'epoca non capivo bene, fino in fondo, tale osservazione (anche perché il controverso Giulio si guardava bene dall'andare più a fondo e spiegare). Però si capiva che egli capiva. Ho cominciato a capire a fondo grazie ai due nostri ecisti: Alberto e Jacques Sapir. Fra l'altro, la spiegazione demografica offre una quinta scenica politica opportuna e sensata, per capire quanto sta avvenendo (confesso che in me suscita anche pensieri legati a spostamenti di popolazioni, invasioni barbariche etc. etc. A proposito, ma perché non si può più dire che le invasioni barbariche assestarono un colpo mortale all'impero romano? Vero: le cause sono molteplici, ma ora si deve dire che l'impero non crollò; si trasformò. Consigliabile la lettura di Ward-Perkins al riguardo). Questa osservazione tra parentesi mi offre l'opportunità di creare un "ponte" con le osservazioni di Alberto riguardo ai film e ai telefilm tedeschi che ci stanno invadendo: hanno sollevato il mio entusiasmo, perché in famiglia non ne possono più di sentirmi inveire contro questo imbonimento germanico. Ma è tutto un "pacchetto" dell'agenzia Deutschland: austerità, deprezzamento del lavoro, deflazione, perdita di sovranità, colonizzazione, affermazione di superiorità complessiva, anche negli stili di vita. I film, i telefilm servono a questo, a inoculare dolcemente nelle menti degli Untermenschen che sono appunto inferiori, che un mondo migliore esiste fuori dai loro confini. E smettiamola di dire che in quei confini ci stavano dei barbari dai modi poco simpatici. In fondo hanno rinsanguato un'impero ormai indebolito irrimediabilmente.
    Mi scuso per la grossolanità di queste osservazioni, gli amici storici romani sarebbero inorriditi da tanta leggerezza, ma ogni tanto semplificare al massimo è utile, tanto per avere più chiara la cornice generale del problema. Comunque non lo farò più, anche se stare in pensione mi fa perdere quell'accortezza e sottigliezza intellettuale che sarebbe richiesta. Ah, scusate, ma qualcuno di voi ha partecipato a qualche manifestazione o celebrazione per i cento anni della prima guerra mondiale?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Celso
      Vedendo quasi esclusivamente RAI Storia, in questi ultimi 5/6 mesi, non ho partecipato direttamente a eventi o celebrazioni specifiche, ma mi sono ristudiata tutto l’archivio dei fatti tramite i programmi della suddetta rete.
      Utimamente vengono riproposti argomenti, almeno per me, molto interessanti, tipo il fenomeno del brigantaggio all’epoca dell’unità d’Italia (proprio qualche sera fa mi ero cercata in rete il film sulla vita di Carmine Crocco).
      Purtroppo io non sono in grado di valutare l’attendibilità degli esperti che parlano a Rai Storia, ma senza prendere per oro colato tutto, fa sempre bene una “ripassata”.
      Inoltre si evitano le produzioni tedesche di cui state parlando: scusate, ma posso tollerare di vedere un “Ispettore Derrick” una volta ogni sei mesi, non di più.

      Elimina
    2. Sì, i corpi degli alpini ancora intrappolati nei ghiacci.

      Elimina
    3. Qui si tocca il mio campo di specializzazione e un tasto molto dolente. La caduta dell’Impero Romano è un problema di cui si discute da quasi due secoli e ci sono ancora liti furibonde.

      Come in economia, ci sono varie correnti anche in storiografia e Ward-Perkins fa parte dei discontinuisti o catastrofisti. Che la caduta dell’Impero Romano d’Occidente sia stata causata anche dall’arrivo dei barbari è un dato di fatto, che sia questo che abbia portato ad una regressione irreversibile del livello di vita e della popolazione e delle istituzioni è invece da dimostrare ancora. Non basta dire che vivevano visibilmente peggio, per dare la colpa all’arrivo di popolazioni alloctone. I barbari cominciarono a insediarsi alla fine del IV secolo con accordi presi con l’autorità romana in varie zone dell’impero, ma la situazione cominciava già ad essere critica alla fine del III secolo. Proprio quando l’aristocrazia costruisce ville maestose e finemente curate, grazie ai proventi delle terre possedute in tutto il Mediterraneo. Questo a mio parere è un argomento fondamentale a favore dei continuisti (come Peter Brown o Cristina La Rocca): lo squilibrio era interno e chi entra nell’impero lo fa grazie all’impoverimento e si adegua fino a quando l’autorità imperiale scompare (e anche dopo). Si dovrebbe aprire un capitolo intero sul concetto di romanizzazione, ma mi sembra davvero troppo.

      Senza contare che qui si parla di parte occidentale, ma non si menziona mai la parte orientale che in pieno VI secolo è in grado di organizzare una guerra su vasta scala in tutto il Mediterraneo e di riconquistare buona parte delle coste mediterranee e tutta l’Italia. Solo l’espansione araba metterà in crisi Costantinopoli, che fino ad allora aveva retto ben due fronti aperti: quello dei Balcani e quello del confine con i Parti.

      A questo punto la domanda è: perché la parte occidentale cade e quella orientale no, nonostante avessero fronti di guerra aperti entrambe? A questa domanda Ward-Perkins non risponde, che io mi ricordi ci dedica solo una paginetta scarsa. Insomma, esistono chiavi di lettura migliori rispetto a questa visione semplicistica sui barbari che ormai risale a Mommsen.

      Elimina
    4. @alessio paonessa

      Caro Alessio,
      Parto dal fondo: "...che ormai risale a Mommsen". Vogliamo metterci d'accordo su un punto? Nelle materie umanistiche non esiste un "progresso" delle scienze come altrove; certo, se viene fuori documentazione nuova che mette in crisi quanto sostenuto in passato, allora si cambia prospettiva. Se ciò non avviene, bisogna ricordare che uno storico romano oggi non è più "avanti" di Mommsen, perché vive oltre un secolo dopo. Ti ricordo che la grande stagione dei filologi classici è tutta nel passato. Quando ricordi il continuismo di Peter Brown, dimentichi di dire che è essenzialmente uno storico della cultura, ambito in cui è più facile stabilire le continuità. Che naturalmente esistono, lo sappiamo, ma io in realtà parlavo di altro, di una cosa banale, del punto di vista. Come ci ha insegnato lo storicismo e Benedetto Croce, qui da noi, la conoscenza del passato è sempre un atto di intelligenza e di comprensione del presente. È questo che mi interessa: Ward-Perkins, per esempio, sottolinea opportunamente che i tempi attuali non sono "favorevoli" a parlare dei barbari come se ne parlava decenni fa. Già perché? Perché la Germania sta dominando ormai da oltre venti anni l'Europa. Ma ancora prima è successo di peggio: gli stessi antichisti, almeno dagli anni '80, hanno cominciato a ridimensionare gli storici antichi fino a farli diventare "non colleghi" (roba da ridere, naturalmente, non vorrai mica sentirti un "collega" di Tucidide?). Oggi l'offensiva è quasi totalmente riuscita, ci sono ormai pochi resistenti che si oppongono al pensiero dominante, e soprattutto gli storici sono stati completamente spodestati dagli archeologi. Ti sei mai chiesto perché? Mommsen e Wilamovitz, Schwartz e Jacoby non avevano capito nulla? Ah, è vero erano reazionari ecc ecc il che è vero, insomma la contemporaneità distorceva il loro sguardo sull'antichità. Il che in parte è vero. E oggi no? Oggi sono al di sopra del contesto? Oppure sono espressione del contesto e non se ne accorgono? Io penso proprio questa seconda cosa: la storia è stata distrutta dall'offensiva economica e culturale degli ultimi trenta anni con il risultato che ormai contano di più certe cose. Per esempio bisogna rifiutare i giudizi di valori: non si può più usare termini come ascesa, caduta ecc ecc perché ideologicamente ambigui. Quindi la storia né ascende né decade, bensì si trasforma: ne capisci le implicazioni ideologiche? In ultimo ti chiedo: hai partecipato a qualche manifestazione per i cento anni della prima guerra mondiale? Come ne possiamo parlare nell'era del dominio tedesco in Europa? Sai che ho assistito a una ricostruzione della storiografia del dopoguerra da parte di un noto storico tedesco senza che facesse della riunificazione uno snodo fondamentale, per capire quanto avveniva nella storiografia tedesca? Ma sono impazziti? Non c'è bisogno di leggere Momigliano, per capirlo.
      P.S. Nella caduta dell'impero romano furono travolti anche i tetti in tegole della perfida Albione. Tornarono alla paglia, ci vollero secoli per tornare alle tegole. Roma regredì a poche decine di migliaia di abitanti. Edifici come il Pantheon erano un lontano ricordo, ma come disse uno squisito storico inglese erano diversamente lussuosi. Infine, ma la crisi di III secolo c'è stata o non c'è stata? (Ma ormai ci sono storici che negano perfino la crisi del XVII secolo in Italia).

      Elimina
    5. Caro Celso,

      Cercherò di muovermi con ordine, perché hai parlato di talmente tanti argomenti che potremmo aprire un seminario.

      Intanto, una precisazione: io sono un archeologo. Il dibattito sul rapporto tra storia e archeologia è molto complicato, ma sostanzialmente vale il principio di validazione reciproca. Se però una fonte scrive che una città era devastata dall'invasione e noi troviamo continuità di ceramica fino al VII secolo siamo costretti a dire che quello storico ha distorto la realtà, e accade molto spesso. Il dato materiale viene prodotto oggi, quello storico di fonte indiretta invece presenta molti più problemi di validazione.

      Non sono d'accordo sull'evoluzione nelle scienze umanistiche. Se Mommsen fosse ancora valido, vorrebbe dire che i nostri modelli interpretativi non hanno posto domande nuove alle quali lui non avrebbe mai potuto rispondere. Anche senza altri dati, la storiografia evolve proprio rispondendo alle domande poste dai vecchi modelli e cercandone altre. Questo ci permette di dire che i nostri modelli sono qualitativamente migliori, senza dimenticarci che sono figli del nostro presente e che saranno a loro volta superati.

      Ecco il motivo per il quale Tucidide o Senofonte non possono essere nostri colleghi. A lezione di storia greca ci era proprio stato spiegato che sono più simili a giornalisti che a storiografi nel senso moderno del termine e sono d'accordo. Possiamo prendere per buoni i sogni e i fantasmi di Erodoto? Non credo.

      Partendo da questo, io non credo che sia a causa dell'espansione economica tedesca che noi interpretiamo come trasformazione quel periodo. La mia considerazione è semplice: la pressione militare era forte su entrambi i fronti, ma una parte fu colpita duramente e l'altra no. Le ragioni evidentemente devono essere trovate in altro, dilatando le cause della crisi e questo è un fattore di continuità. Non è solo Brown, ma ci sono La Rocca, Zanini, Pergola, Crow, Cameron, Wickham e anche altri (tutti di settori diversi). Tra l'altro, i tedeschi sono tra i più fedeli alla tradizione (ho studiato in Germania e storia dell'archeologia in tre esami).

      Sui dati che metti alla fine: i calcoli sulla popolazione di Roma sono talmente aleatori che non andrebbero neanche presi in considerazione. Non sto qui a spiegare come vengono fatti, ma si basano su pura speculazione. Quindi dire che Roma si ridusse da un milione di abitanti a poche decine di migliaia è molto opinabile. Non c'era il Pantheon, ma veniva costruita Santa Sofia. Posso poi portarti centinaia di esempi di edifici costruiti in tegole e pietra dopo il V secolo, dato che li ho scavati ;-)

      Mi dispiace per la forma concisa e diretta, ma ho dovuto essere sintetico. Sto scrivendo solo per piacere di confronto e nient'altro.

      Elimina
    6. Caro Alessio

      tanto per prendere il toro per le corna: senza Erodoto e Tucidide la storia greca, e la storia antica in genere, sarebbe un'altra cosa. Senza Platone, la filosofia sarebbe altra cosa. Non che non esisterebbe, ma sarebbe altra cosa. Se tu hai studiato su manuali impostati in un certo modo, è perché Erodoto e Tucidide hanno delimitato l'orizzonte in cui ci muoviamo. Spero poi che tu non voglia spiegarmi che Erodoto è vissuto 2500 anni fa e che faceva parte di un contesto culturale e storico completamente diverso. Ciò che sfugge agli archeologi, è una distinzione tra elementi aneddotici ed elementi strutturali nella storiografia antica. E' evidente che loro scrivono per un altro contesto culturale, ma i criterii fondamentali (strutturali) della ricerca storica sono stati elaborati da Erodoto e Tucidide. Il "principio di documentazione "(caposaldo della ricerca storica di ogni tempo) deriva da quei due che tu definisci "giornalisti". Forse non avete letto bene i primi cinque capitoli di Erodoto, nel senso che non leggi al di là del senso superficiale che ne ricavi: lì lo "spudorato mentitore" di Alicarnasso fonda l'idea di "processo storico", delimita lo spatium historicum da prendere in considerazione, avanza una spiegazione personale di quanto racconta, respingendo le spiegazioni tradizionali e appellandosi alla PROPRIA RICERCA PERSONALE che cercherà di sostenere con la DOCUMENTAZIONE possibile a disposizione (apodeixis non è "pubblicazione o esposizione", come ormai vuole il mondo anglosassone, ma è la banale, si fa per dire, DEMONSTRATIO latina). Questo ha fatto il "GIORNALISTA" di Bodrum? certo se uno legge "Hanno creduto i Greci ai loro miti?" ha una sensazione diversa. Quel libro, Paul Veyne lo ha scritto in agosto sotto l'ombrellone, come dice un mio caro amico assai intelligente, perché, leggendo il primo capitolo, sembra non avere chiara contezza di Erodoto e Tucidide. Altra domanda: come puoi parlare della storia di Atene tra il 560 e il 500 ca. a.C, senza le due digressioni erodotee del I e V libro? me lo spieghi per favore? Come puoi parlare della guerra del Peloponneso senza Tucidide? Come dice Luciano Canfora da qualche parte, noi siamo prigionieri degli antichi. Ma tu sei archeologo, questo è il punto. E su questo mi riservo di intervenire successivamente, se il padrone di casa mi concederà ospitalità. Perché voi mi dovete spiegare con chiarezza, perché avete distrutto secoli di collegamento (creativo e di trasformazione chiaramente) con la tradizione classica e soprattutto con la STORIA intesa come l'abbiamo intesa per secoli. E voglio anche che tu mi spieghi, se ne hai voglia, che cosa significa nelle sue implicazioni ideologiche che "LA STORIA Né ASCENDE Né DECADE, MA SI TRASFORMA". Non sono un fautore delle ascese e cadute, rassicurati, ma sono sempre più curioso di approfondire il concetto di TRASFORMAZIONE. Seguendo questo blog, mai troppo benedetto, comincio faticosamente a farmi un'idea.
      Brevemente: non c'entra nulla il tradizionalismo degli studii tedeschi (per altro assai indebolito), dicevo soltanto che non si parla più dei "barbari" come se ne parlava tra le due guerre e naturalmente dopo. Non mi dici poi come si può parlare della I guerra mondiale nell'èra della dominazione tedesca in Europa. Su Mommsen lascio perdere: penso solo al divertito sarcasmo di Giovanni Pugliese Carratelli, se avesse sentito ciò che dici. Domanda: tu, io siamo più intelligenti di Erodoto, Tucidide, Platone, Aristotele, Euclide ecc ecc? Brunelleschi è "arretrato" rispetto agli architetti di oggi? Forse urge una diversa impostazione ideologica. Claude Lèvi-Strauss potrebbe essere utile. Le domande che oggi tu poni non sono MIGLIORI di quelle di Mommse (ach, mein Gott), sono diverse. Per molte ragioni che sarebbe bene che gli antichisti avessero ben chiare.
      Ti ringrazio del dialogo. Ne traggo piacere e stimolo

      Elimina
    7. Anche noi (nel senso di Noi, Alberto Bagnai, principe di Goofynomics, marchese di a/simmetrie, duca della Mensola, e barone dell'IKEA. Quando gli archeologi arriveranno a casa mia sapranno quello che sto passando... La Storia, nel frattempo, l'avrà scritta la vincitrice: Rockapasso),

      Elimina
    8. Non sempre la storia è scritta dei vincitori: è per questo che Ward-Perkins può parlare così male dei barbari. Le consiglio professore di non farsi tumulare con un martello IKEA però, la prenderebbero ovviamente come un’invasore svedese. Rispondo e poi chiudo, altrimenti diventerebbe un discorso infinito:

      · Un modello interpretativo che risponde alle domande del passato, ponendo altre domande è qualitativamente migliore perché ha dato risposte alle quali il vecchio modello non è arrivato. Se non siamo d’accordo su questo, abbiamo una visione diversa di progresso scientifico. Newton era più intelligente di Einstein, o l’ultimo godeva solo di un grande vantaggio comparato di qualche secolo di avanzamento negli studi? Io mi considero una formica sulle spalle di gente molto preparata e che ha scritto tanto, ma se non rispondessi alle loro domande mi sentirei inutile.

      · L’archeologia racconta una storia diversa, ed è più o meno la differenza tra storia evenemenziale e storia globale (e l’Ècole des Annales mi sembra già una bella evoluzione rispetto al pensiero di Mommsen). La fonte storica viene integrata dove non può arrivare, cioè alla vita materiale delle persone. Potremmo scrivere la storia di Atene in quei secoli? Già lo facciamo e dove Senofonte od Erodoto non arrivavano, perché non scrivevano della dieta dello schiavo o dei vasi a figure rosse. Potremmo ricostruire la data della battaglia di Salamina o il discorso di Pericle? No di certo. Fonti diverse danno risultati diversi e complementari, che vengono corretti in caso di disaccordo dalla fonte di validazione più recente, se c’è sovrapposizione. Siccome la ceramica aspetta lì da secoli, siamo noi a studiarla direttamente. Non possiamo resuscitare Tucidide o un testimone per chiedergli se è sicuro di aver riportato bene il discorso.

      · Non me la sento di parlare a nome di tutta la categoria, ma cercherò di spiegare il mio punto di vista. Solo i collegamenti che non trovano riscontro nella realtà materiale vengono rivisti.
      Prendiamo la distruzione di Atene da parte di Serse: è stata dimostrata attraverso lo scavo della Colmata Persiana e abbiamo confermato il collegamento con la tradizione classica (ma recentemente sono stati avanzati dei dubbi).
      Un esempio contrario: la storiografia greco-romana ci dice che i latini sono un popolo di origine greca. Purtroppo non si hanno riscontri di questa migrazione, ma dal punto di vista della cultura materiale si integrano perfettamente nel panorama italico. La tradizione è quindi da rigettare, non c’è motivo di credere che Livio possa ricostruire con precisione eventi di quasi un millennio prima e che questi non abbiano riscontro archeologico.
      Altro esempio contrario: Procopio, nel suo De bello gothico a un certo punto mi comunica che Genua è al confine con la Tuscia. Non penso esista nessuno che l’abbia preso per buono.

      · Per i popoli dell’Europa settentrionale e centrale è stato un affarone la migrazione, quindi dal loro punto di vista hanno occupato un territorio più ricco. Gli aristocratici romani hanno perso e non si sono dimenticati di comunicarcelo. Siamo così sicuri che i contadini romani della Gallia fossero così scontenti dell’invasione? Abbiamo fonti che riportano come fossero ben contenti di pagare meno tasse agli invasori. Gli aristocratici di Costantinopoli quando hanno messo le mani sul grano egizio erano tristi? Alla fine la storia è ascesa, discesa o si è trasformata? Qualcuno ci ha guadagnato e qualcuno ci ha perso, mi sembra.

      · Tra le due guerre alcuni storici nazionalsocialisti scrivevano che i Romani erano un popolo del Nord Europa e che i popoli del Nord avevano portato un’era di progresso con il Medioevo. Avrebbero dovuto trovare modi migliori di parlar male dei barbari o forse la tradizione non è univoca. Non azzarderei affermazioni troppo perentorie.
      Non sono in grado di rispondere alla questione sulla I guerra mondiale. Il professore mi ha convertito all’"appostismo" e siamo fuori di qualche secolo dal mio ambito :-)

      Elimina
    9. Però quando uno lancia la palla dovreste riportargliela! Sì, lo so che la storia non la scrivono sempre i vincitori. Mettiamola così: la storia scritta dai vincitori spesso non passa alla storia. Ho vaghe reminescenze, ma non credo che Tacito fosse un vincitore. Noi non siamo vincitori, ma stiamo scrivendo un pezzi di storia. Non omnes moriemur. Siamo solo piuttosto incazzati.

      Mi piacerebbe intervenire nel vostro dibattito, ma non ho tempo. Quello chennepenZo è scritto nel prossimo libro.

      Elimina
    10. Mi scusi, sono relativamente giovane e queste discussioni teoriche mi prendono molto: ero troppo concentrato sull'obiettivo. Tacito era un vincitore che scriveva per i vincitori, ma ha avuto la fortuna di sopravvivere a quei barbari incolti che lo hanno copiato con cura.

      Aspetterò allora il suo libro. Guardare al presente è il miglior modo di capire il passato e lei ha già dato molti spunti a chi sa leggerli con la sua opera di divulgazione. Mi piacerebbe però un breve anticipo, se possibile.

      Elimina
    11. Pensavo che le riflessioni di A. Snodgrass sui difficili e complessi rapporti tra fonti letterarie e fonti archeologiche avesse ancora validità, così come la sua prudenza nel decidere che una fonte letteraria va scartata se non viene 'validata' dall'archeologia (un caso classico è Tucidide, VI,6, quando afferma che in Sicilia prima dell'arrivo dei Greci gruppi di Fenici erano stanziati tutt'attorno alla Sicilia e commerciavano con i Siculi; nessuna testimonianza, o come si deve dire oggi, nessuna evidenza archeologica suffraga tale affermazione, ma Snodgrass elenca i motivi di un atteggiamento prudente). Rimango francamente sorpreso che un antichista possa parlare di Mommsen in termini riduttivi: stai parlando del più grande antichista del XIX secolo, giurista, numismatico, epigrafista e naturalmente storico. A lui dobbiamo il Corpus Inscriptionum Latinarum, studi fondamentali di diritto romano, centinaia e centinaia di articoli di ogni genere, una capacità organizzativa straordinaria. Vinse anche il Nobel per la sua Storia di Roma. Comunque credo che siamo arrivati a un punto di disaccordo irriducibile. Come spesso capita, e non cercheremo di analizzare ulteriormente i motivi di disaccordo e legittimamente ci teniamo le proprie idee.
      Un unica precisazione: quando ho detto che con la caduta dell'impero furono travolte anche le costruzioni in mattoni o in pietra legate a calce (così dice Ward-Perkins pp. 183-4), mi riferivo alla Britannia (la perfida Albione). Hai scavato lì e hai trovato evidenze che contraddicono lo studioso inglese? Su quanto dici circa i calcoli della popolazione romana, capisco che si tratti di cifre tendenziali, ma sono perplesso per le conseguenze che trai. Bene, possiamo dire de hoc satis, no?
      Un saluto amichevole

      Elimina
    12. Ultime precisazioni tecniche, senza entrare nella teoria.

      Non è vero, che ci fossero insediamenti fenici è dimostrato dall’archeologia. Non conosco lo scritto di Snodgrass, ma ho il sospetto che cominci a sentire l’età. Qui una sintesi del rapporto tra Fenici e Greci nel Mediterraneo occidentale.

      No, non ho scavato in Gran Bretagna (yet), ma mi sono appena riletto il paragrafo e qualcun altro le ha scavate per me. Posso contraddirlo almeno in tre punti: il primo sono gli edifici ecclesiastici, sicuramente costruiti in pietra legata da calce (lui cita Spagna e Italia, si dimentica casualmente di dirlo anche per la Gran Bretagna); il secondo che i mattoni crudi legati da malta di terra sono difficilmente distinguibili dal pisé (lui dovrebbe saperlo bene dato che è un archeologo ed ha scavato a Luni); il terzo sono le fortificazioni, che sono ancora costruite in pietra. Non c’è regressione tecnologica evidentemente, sanno ancora usare la pietra e la calce. L’aristocrazia dell’Altomedioevo è più povera di quella romana? Sì, penso di sì, non credo sia una scelta culturale, e c’è anche una diversa allocazione delle risorse.

      Non sono cifre tendenziali, sono cifre estremamente speculative. Essenzialmente vengono usati per le città sistemi derivati dei poligoni di Thyssen: a una data area, applichi un coefficiente di popolazione e moltiplichi per la superficie. Questo presuppone che (a) noi conosciamo esattamente l’area abitata, (b) conosciamo la tipologia di edifici, il loro numero e la capacità di popolazione, (c) quindi possiamo applicare con sicurezza il coefficiente. Negli scavi urbani è impossibile conoscere queste tre componenti, perché è uno scavo per sua stessa natura casuale e sparso. Senza contare che è praticamente impossibile capire quante persone abitavano esattamente un edificio in un dato istante. Vengono talvolta usati anche altri metodi (calcoli della capacità degli acquedotti o dei fori, calcolo del numero degli schiavi e presunto rapporto numerico con i padroni), ma nulla che possa dare cifre anche solo vagamente sicure. Insomma, sapendo come vengono calcolate, io ci starei lontano.

      Saluti e grazie per la discussione!

      Elimina
    13. Ohhhh che vergogna! "Un'unica precisazione".

      Elimina
    14. Magari prima di dare del rimbecillito a un archeologo autorevole con decenni di esperienza, non sarebbe male leggere che cosa dice; poi si è liberi di criticare e argomentare contro come si vuole. Sulla Britannia prendo atto per il momento. Sullo spopolamento di Roma, che ci fu, ancora non ho capito bene che cosa pensi al di là delle tue riserve che immagino fondate in senso generale. Ma il problema al fondo è uno solo: io penso che ci fu una contrazione di "civiltà", tu no. Non mi metto a spiegare che con il termine "civiltà" non intendo dare un giudizio di valore, altrimenti non la smettiamo più. Ti faccio solo una domanda: l'Europa dal 1945 al 2014 si è semplicemente "trasformata"?
      Vielen Dank

      Elimina
    15. Tre domande @Celso e @Alessio Paonessa
      1) Su che giornali scrivono Erodoto e Tuicidide, che mi abbono subito?
      2) E' certo importante ricercare i fatti della storia. E ricercarne il senso? Proibito, permesso, inutile?
      3) Anche quando una persona muore, si può dire che "si trasforma." Si può dire la stessa cosa anche per gli ordini simbolici che strutturano le civiltà?

      Elimina
  18. Non so se lei è daccordo però,leggendo il post,mi ha riportato alla mente quelli che alcuni sociologi e psicologi chiamano "processo di incivilizzazione".Sopraffazione di tutto ciò che è altro da sè istituzionallizzato e vissuto come un comportamento naturale.Incivilizzazione nei rapporti sociali in cui gli uomini, a dispetto di un’epoca che garantisce loro possibilità comunicative sconfinate, sono lontani gli uni dagli altri; incivilizzazione perché vi è enfasi più sui rapporti sessuali che su quelli amorosi, quasi che, ontologicamente, vi fossero solo maschi e femmine e non uomini e donne.E il mercato del sesso prospera,procura piacere ma non è finalizzato al progetto di creazione (familiare) e procreazione.
    Una carestia culturale e sociale con radici profonde nello stato economico.
    Mi fermo quà.Ritengo che si raccordi bene con i dati demografici del post (eppoi il correttore ortografico mi segna rossi dappertutto ☺).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma come ricorda il Prof., le donne hanno il matrimonio microchippato, assieme all'istinto riproduttivo, sono banali leggi di natura. Se una donna non figlia, il motivo e' davvero grave. L'incivilizzazione e' un collaterale dell'ignoranza, mentre l'isolamento puo' essere collaterale del benessere, nel senso che non sono piu' costretto alla vita in comunita' - con persone che tipicamente non scelgo - per proteggermi da un ambiente ostile.

      Elimina
  19. Prof. le consiglio un film: "Metropolis" di Fritz Lang. Una delle poche cose buone partorite da quelle latitudini del mondo. Troverà tante cosine divertenti circa l'idea futurista-schiavista di lavoro del capitalismo tedesco. Anche se ha il classico lieto fine ed un tono decisamente melodrammatico potrà trovare interessanti spunti di riflessione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @marco colacino
      Winckelmann, Goethe, Schiller, Hölderlin, Heine, Mann, i filosofi, i musicisti (che non elenchiamo, altrimenti finiremmo domani) ecc ecc. Noi qui siamo giustamente animosi per quanto avviene, ma equanimi e spesso pieni di ammirazione per quanto hanno pensato e prodotto. È un dovere cercare di essere "giusti". Un obiettivo tendenziale, naturalmente, o, come si diceva un tempo, un dover essere

      Elimina
    2. Il Prof. Bagnai lo sa ciò di cui parlo: Pisandel, Treu, Stölzel e persino Bach (anche se solo con delle riduzioni) hanno attinto a piene mani da Vivaldi, uno dei tanti italiani notoriamente ladri, furbi, farabutti, corrotti, incapaci, terroni, effeminati, oziosi e sudici (al riguardo rimando a ciò che pensavano - e forse pensano ancora - di noi gli avi di Merkel & Co.
      Diamo a Cesare quel che è di Cesare, ma davvero. Dovremmo smettere di sminuirci e considerarci feccia, perché questo autorazzismo è dannoso per noi.
      Ad ogni modo, il film che ho citato è uno dei capolavori della storia del cinema: spero lo vedrai (c'è una versione ancora più bella dell'originale in cui si trova una colonna sonora realizzata da Giorgio Moroder).

      Elimina
  20. Di economia non ne capisco molto...stranamente pero'non soffro di solitudine ....cmq grazie.

    RispondiElimina
  21. Consiglio a tutti di leggere il libro di Jean Paul Fitoussi "Il teorema del lampione". C'è un capitolo in cui l'autore espone diversi grafici sull'andamento demografico in Germania, arrivando alle stesse conclusioni del prof..
    Alla faccia dei tanti detrattori che asseriscono che stragrande la maggioranza degli economisti ha bocciato le idee di Bagnai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'eroismo richiede abnegazione, ma non può diventare scusa per la sopraffazione, a mio parere.
      Abbiamo concetti diversi di eroismo, e non dubito che, dovesse avere successo, Angela sarà un'eroina in patria, tra cent'anni.
      Con la speranza che per allora la sua patria non sia arrivata a bagnarsi i piedi nel Mediterraneo

      Elimina
  22. "...le forze migliori e più giovani dei paesi sudditi a muoversi verso il loro paese demograficamente esangue, per arricchirlo delle competenze che gli mancano e abbassarne l'età media."
    Questo vale anche per chi da anni emigra verso l'Italia?

    RispondiElimina
  23. Ricapitolando i tedesci stanno combattendo i loro problemi demografici su due fronti:

    1) Aumento delle disuguaglianze interne, sperando in un probabile aumento delle nascite, a meno di amanti contro natura o altri problemi.

    2) Aumento import manodopera a basso costo dai paesi del sud in piena crisi.

    In tutto questo i loro biondi "imprenditori" stanno sperimentando una crescita mai vista a scapito del prossimo (ma chi se ne frega). :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'italia non è un paese di manodopera a basso costo, se nè accorgerà quando Marchionne porterà a porto il progetto Alfa Romeo con progettazione è produzione fatti interamente in Italia, Alfa Romeo entrerà in diretta concorrenza di BMW, Audi, Daimler, cioè nel segmento Premium. Al contrario di tanti Italiani, io sono un grande Fan di Marchionne. Quello che sta facendo con FCA negli USA è semplicemtne fenomenale, ha trasformanto una carcassa come Chrysler in un impresa altamente profitabile, prodotti come Grand Cherooke, Cherooke, RAM 1500 stanno avendo un successo strepitoso è l'ultima uscita la Chrysler 200 fà ben sperare, tutti prodotti con dentro Know-how italiano. Non ho nessun dubbio che Marchione avrà successo anche con Alfa.
      Maserati nel 2012 vendeva un paio di centinaia di unità al anno, quest anno Maserati probabilmente sfonderà le 30.000 unità, Maserati è un prodotto con una rendita molto alta, una delle più alte nel mercato auto.
      Ogni prodotto FCA venduto andrà à rafforzare il progetto Alfa Romeo di Marchionne. Alfa Romeo ha un potenziale altissimo, questo lo sà anche VW che disperatamente cerca di impadronirsi di Alfa Romeo, sè non ci fosse stato Marchionne il brand Alfa Romeo sarebbe già passato in mani tedesce.
      E' adesso aspettiamo il lancio di Jeep Renegade è Fiat 500x, che sè avranno successo è non nè dubito, andranno a dare una boccata di ossigeno al così martoriato meridione. (Melfi)

      Elimina
    2. (e io che avevo appena fatto un post ad ok...)

      Elimina
    3. Forse è americano. Là funzionano anche "tonite" e "I LUV U"...

      Elimina
    4. E' dalla Uno, Thema e 156 che aspetto di vedere un'auto italiana degna di cotanto nome. Marchionne ha conquistato la fiducia dell'establishment USA, il che non e' scontato. Se son rose fioriranno, ma sono testimone di troppi annunci roboanti per essere fiducioso al 100%. Va da se' che NOI abbiamo insegnato a tutti come si fanno le auto, che ricordo rimane il settore industriale piu' grande del mondo.

      Elimina
    5. @ a perfect world

      Marchionne a investito là dove c'era è c'è tutt'ora crescita, cioè negli USA. La fusione con Chrysler è costato soldi, Chrysler nel 2009 era una carcassa che non voleva nessuno, nemmeno gratis. Il risanamento di Chrysler è costato soldi, Marchionne ha dovuto decidersi, inverstire negli USA che cresceva o in Europa (Italia), per tutti è 2 i mercati semplicemte mancavano i soldi. Marchionne si è deciso per gli USA, secondo mè una decisione perfetta è giustissima, sè si pensa cosa è successo con l'europa das 2009 in poi, praticamente il pricipale mercato di Fiat è letteralmente collassato (sudeuropa) italia in primis.
      Tanti annunci roboanti, Marchionne nel 2009 disse che porterà Chrysler a vecchi splendori, reazione, tutti a ridere, tedesci in primis, adesso non ridono più :-) perchè stà diventando un vero concorrente del segmento Premium tedesco. Alfa Romeo fino al 2018 ha la pipeline piena, la 4c è solo un apperitivo per quello che verrà, un apripista per fare appetito, tra l'altro con i libri vendite col tutto eusaurito fino al 2016.
      Io credo che il progetto Alfa Romeo andrà a porto, senza Marchionne avrei seri dubbi che Alfa Romeo sarebbe ancora italiana.
      Adesso aspettiamo il lancio di Renegade è Fiat 500x, la cosa importante è che vengono costruite a Melfi è danno lavoro in Campania. Non vedo problemi sul marchio Jeep, Jeep adesso apartiene a FCA, nella nuova Cherooke c'è dentro tanta tecnologia italiana, RAM 1500 ha il motore ecodiese di VM Motori (ferrara), la nuova Chrysler 200 viene costruita su piattaforma Alfa Romeo (Giulietta).
      Come detto ogni prodotto FCA venduto andrà a finanziare il progetto Alfa Romeo con progettazione è costruzione interamente in Italia. Bisogna avere pazienza.

      @ CHECOLA

      Marchionne non è americano, Marchionne è italo-canadese.
      Fin quando "le tonite" I LUV U rimenpieno le casse ben venga, quel che interessa Marchionne, il resto son chiaccere. :-))

      Elimina
    6. Cito il tuo commento precedente: "I'm sorry".
      E da quello successivo: "Marchionne a investito là dove c'era è c'è tutt'ora crescita, cioè negli USA."
      Di solito, ci si scusa quando si è compreso l'errore, manifestando così la propria volontà di migliorarsi.









      You are doing it wrong

      Elimina
  24. Non l'avevo mai messo in correlazione, ma ecco dove vanno a parare i messaggi subliminali dei film e telefilm alemanni sullo sposatevi e moltiplicatevi. L'è l'ovo di Colombo, e come tutti gli ovi dà da penza'.
    Quanto ar Palla, trovo che sia un bene che i giovani conoscano la vita degli eroi.

    RispondiElimina
  25. Eh già: mentre cercano di accaparrarsi a prezzi stracciati le migliori risorse culturali ed economiche dei paesi dell'eurozona in crisi, (soprattutto del nostro) Deutsche Bahn dal 2017 chiude
    Autozug in Alessandria, il servizio di trasporto auto su treno dalla Germania




    RispondiElimina
    Risposte
    1. Italienische Bahn greift DB in Deutschland an.

      http://www.welt.de/wirtschaft/article126187154/Italienische-Bahn-greift-DB-in-Deutschland-an.html

      FS vuole espandersi in Germania, dopo Netinera è TX Logistik.

      Elimina
  26. Non è il posto giusto per questo commento...(ma forse anche si). Ad ogni modo, enjoy: http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-984_en.htm

    RispondiElimina
  27. In effetti è già un paio di estati che la RAI ci rifila in prima serata questi filmetti tedeschi veramente brutti.
    Tra l'altro i protagonisti, futuri sposi, sono quasi sempre dei quarantenni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché è giovane e bello (fiorentino no! Non mi fate incazzare Bagnai) e ci ha la faccia come il culo (un culo simpatico, s'intende). Ho vinto qualcosa?

      Elimina
  28. Chi non ricorda la propria storia e' destinato a riviverla.

    Circa 85 anni fa Benito Mussolini pubblico' un saggio su Gerarchia (9.9.1928) in cui spiegava perche' per il regime fascista "il numero e' potenza".

    Quel saggio fu ripreso piu' tardi anche dai nazisti ed analoghe politiche per "l'incremento del numero e della qualita' della razza" furono piu' o meno contemporaneamente implementate in Italia e Germania (anche prima del 1936, anno in cui inizio' la deriva Italiana verso la promulgazione delle leggi razziali del 1938 e 1939).

    Per i piu' curiosi:

    http://www.demolab.org/testi/8DemografiaFascismo.pdf
    http://seieditrice.com/chiaroscuro/files/2010/03/V3_U4-ipertestoA.pdf


    RispondiElimina
    Risposte
    1. @luca

      Luca, mi viene in mente che Erodoto, parlando dei Persiani, dice: credono che il numero sia potenza

      Elimina
    2. @ Celso
      L'uomo di lettere in casa e' mio figlio, che da bravo studente di liceo classico prima, e di lettere ora, mi erudisce ogni tanto raccontandomi delle sue letture dei classici Greci (che io a suo tempo trascurai colpevolmente perche' gli ingegneri hanno anche questo difetto).
      Non manchero' stasera di chiedergli lumi.
      A questo proposito mi piace raccontare un piccolo aneddoto familiare.
      Mio figlio si iscrisse all'universita' poco tempo dopo che avevo iniziato a frequentare questo blog ed all'epoca era molto timoroso di un mio probabile (secondo lui) giudizio negativo sulla sua volonta' di iscriversi alla facolta' di lettere.
      In effetti rimase molto stupito della mia paterna benedizione.
      Il fatto che non ho mai confessato a nessuno prima e' che leggere questo blog (ed i commenti degli altri lettori) mi ha completamente fatto cambiare punto di vista su tante cose (e non solo apprendere i rudimenti della macro-economia).
      Di questo non posso che ringraziare il Prof..



      Elimina
    3. "Questo per loro è segno di virilità: dopo essere guerrieri valorosi, avere molti figli. Il re ogni anno manda doni a che ne ha di più. Credono che il grande numero costituisca forza"

      Erodoto, I, 136, 1

      Elimina
    4. Luca, io al contrario provo ormai vergogna per quanto sono colpevolmente ignorante nelle cose scientifiche. Mi sembra inaccettabile, ma ormai credo sia troppo tardi.

      Elimina
    5. @Luca Ed ecco un'altra prova che gli ingegneri non sono ingengnieri ;-)

      Elimina
  29. Da "La Settimana Enigmistica Piddina" - Il passatempo più sano ed ECONOMICO

    Quesito con la Pina (voi sapete quale) n. 3249

    Pina, che vuole un'Europa sempre più unita, spera che al referendum per la secessione della Scozia vinca il no, ed annuisce soddifatta quando legge sul Volkischer Beobachter salmonato queste parole del governatore di BoE contro gli scozzesi che vorrebbero mantenere la sterlina anche in caso di secessione:
    «Un'unione monetaria è incompatibile con la sovranità».
    Matteo (voi sapete quale), amico di Pina, è come lei uno strenuo sostenitore dell'euro e delle ragioni contro l'indipendenza della Scozia, anzi sono tutti e due d'accordo sul fatto che anche il Regno Unito dovrebbe adottare l'euro, eppure sostiene che «Non è l’Europa che ci deve dire cosa fare».
    Quando Alberto (voi sapete quale) fa cortesemente notare a Pina che la posizione di Matteo contiene contraddizioni insanabili, Pina risponde con sicurezza: "Matteo ha ragione su tutto!"

    Perché Matteo ha ragione?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. perché è giovane e parla bene ed è contro i salotti buoni ed il grasso che cola e ... gli piace tanto il pallone (in tutti i sensi)

      Elimina
  30. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tutto è cominciato con la riduzione dei salari tedeschi.
      Hanno smesso di mandare le signore tedesche in vacanza a Rimini e così sono nati meno crucchetti.
      Si ritorna sempre al punto di partenza...

      Elimina
  31. Professore, lo merita un Qed questo?
    <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-09-07/l-avvento-quarto-reich-081519.shtml?uuid=ABCaiFrB>L'avvento del Quarto Reich (Il Sole 24 Ore 07/09/2014)</a>.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cito: "© RIPRODUZIONE RISERVATA
      il libro
      Questo articolo è un'anticipazione
      del libro Il Quarto Reich. Come la Germania ha sottomesso l'Europa
      di Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano, pubblicato da Mondadori, Milano
      (128 pagine, € 17,00).
      Sarà in libreria da martedì 9 settembre"

      Devono essere pagine di grande valore, visto che costano 13 centesimi l'una.
      Mi sorge spontanea una domanda: Feltri dirige giornali dal '92, fanno 22 anni. In 22 anni non ha mai trovato 128 pagine per farle prima queste riflessioni?
      Servo per scelta, sta solo cercando un nuovo padrone ora che il vecchio s'è dimenticato di riempirgli la ciotola

      Elimina
    2. Deliziosa ed esemplare la descrizione della riunificazione, si va da "La Germania federale era una delle più evolute e ricche potenze del pianeta, mentre quella cosiddetta "democratica", che eccelleva solo nello sport attraverso un uso sconsiderato del doping, era stata ridotta in miseria dal comunismo." fino a "Tra i primi atti vi fu l'istituzione di un Fondo per l'unità tedesca ... che soltanto tra il 1990 e il 1994 erogò ai nuovi Länder contributi per la colossale cifra di 82 miliardi di euro."
      Se si è letto "Anschluss" di Vladimiro Giacchè, si può apprezzare al meglio il serio e corretto approfondimento che il libro promette.
      Eppure, nonostante le evidenti ed enormi lacune nelle ricerche preliminari di base, sembra l'evidenza dei fatti in qualche modo s'imponga agli autori (comunque i libro di Giacchè è insostituibile per chi cerca informazioni e non emozzziàani).

      Elimina
  32. Io ho un grosso dubbio. E' davvero efficace applicare questi trend ad orizzonti temporali cosí lunghi ?

    A mio parere questo gigante problema demografico è risolvibile solamente con una nuova rivoluzione industriale, basata su nuove tecnologie (costi dell'energia più bassi, nuovi modelli di trasporto, nanotecnologie, biotech, nuovi materiali, sviluppo della potenza di calcolo delle macchine e relativa autonomia etc.etc.) ed una diminuzione crescente del bisogno di lavoro fisico.
    Dal momento che usare la sfera di cristallo è improprio, temo che dovremo accontentarci di aspettare e vedere se arriverà prima la crisi demografica in tutta la sua tragedia oppure lo sviluppo di un nuovo paradigma industriale che postponga il problema di qualche altro secolo.

    Ripeto, io non sono un economista, non mi occupo di demografia e non ho i superpoteri, ma i razionalissimi quanto sbagliatissimi calcoli di Malthus non ci hanno insegnato qualcosa ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Innanzi tutto Malthus fu "smentito" già all' indomani della prima rivoluzione industriale: la relazione fra aumento della popolazione e crisi cicliche da scarsità delle risorse fu rotta con l'avvento del capitalismo.
      In un post precedente, il professore ci ha ricordato come grazie ad esso non si ereditano più i cenci come accadeva prima del suo avvento. Altra riflessione riguarda il futuro. Un economista attinge dalle sue conoscenze, legge i dati e formula delle previsioni; immaginare che un domani qualcuno scopra una pietra filosofale che mette in discussione le attuali conoscenze e riflessioni credo appartenga ad ambiti che nulla hanno a che fare con la scienza economica.

      Elimina
    2. Penso che l'analisi basata su tempi lunghi sia ragionevole e corretta, perchè l'essere umano maschio raggiunge la maturità sessuale mediamente tra i 12 ed i 15 anni. Anche ammesso che trovasse subito l'occasione per riprodursi, l'intervallo tra due generazioni non può essere inferiore a questo. Diciamo quindi che "il sistema" nel suo complesso mostra una certa inerzia. E sistemi lenti vanno misurati nel lungo termine.

      Un esempio di problema riproduttivo:
      In una bottiglia di acqua metti una cellula.
      ogni minuto la cellula si replica.
      Dopo un minuto hai due cellule,
      dopo due minuti ne hai quattro, e così via.
      Alle 11.00 del mattino la bottiglia è completamente riempita di cellule, non c'è più spazio per nulla.
      A che ora la bottiglia era piena per metà ?

      Elimina
    3. Esatto, e questo porta direttamente al punto.
      Alle 10.55, solo 5 minuti prima del botto, nella bottiglia c'era oltre il 96% di spazio libero (per i precisini, il 96,875%).
      Se alle 10.55 una cellula-Bagnai avesse detto: signori qui c'è un problema grave, che va affrontato subito, o siamo spacciati, la stragrande maggioranza delle cellule presenti gli avrebbe detto: Ma che cazzate dici? Non lo vedi quanto spazio c'è ancora?
      E persino alle 10.59 la maggior parte direbbe ancora: la bottiglia è mezza vuota, perchè angosciarsi? Poi, alle 11.00...

      BANG !

      Ecco...
      io cerco di sforzarmi di essere ottimista, di credere che c'è un piano B già pronto, che quando si volterà pagina tutti quelli che hanno il potere di decidere sappiano esattamente cosa va fatto, come va fatto e perchè. Faccio del mio meglio per spiegare a chi conosco che la bottiglia si sta per riempire, che un piano B è possibile, se solo lo si vuole, ma intanto mi chiedo e vi chiedo:

      CHE ORE SONO?
      NO, DAVVERO: CHE ORE SONO IN QUESTO CAZZO DI BOTTIGLIA?

      Perchè adesso che, grazie a questo immenso lavoro che è stato fatto in questo blog, ho capito fino in fondo, il sospetto che ho sempre avuto si è trasformato in paura. Non ho paura del change-over, mi spaventa il fatto che non ci sia nessuno che sappia o voglia gestirlo. Eh già: Ma dopo dottore... dopo ?

      E questo NON VUOL DIRE: facciamo il partito !

      Un bacione da Firenze.

      Elimina
    4. Se non gestisci, vieni gestito. Punto.
      Il change over lo gestiranno i francesi e noi saremo travolti ma qualche mese di bufera ( evitabile) è meglio del presente senza speranza.

      Elimina
  33. Ancora La montagna incantata, Settembrini e Castorp?! Scusate, ma non ce la faccio a resistere:

    “Caro disse, caro amico! Occorrerà prendere decisioni,... decisioni di incalcolabile portata per la felicità e per l'avvenire d'Europa, e al suo paese toccherà prenderle, nella sua anima dovranno maturare.
    Trovandosi tra l'Oriente e l'Occidente, sarà costretto a fare la scelta, a risolversi definitivamente e con coscienza tra le sfere che se lo contendono.
    Lei è giovane, prenderà parte a quella decisione, è chiamato a esercitarvi la sua influenza.
    Sia perciò benedetta la sorte che l'ha sbalestrata in questa orribile regione, ma nello stesso tempo offre a me l'occasione d'influire con la mia parola non priva d'esercizio, non del tutto fiacca, sulla sua plasmabile giovinezza e di farle sentire la responsabilità che ha, che il suo paese ha verso la civiltà... Castorp, seduto, col mento nella mano, guardava dal la finestra della soffitta e i suoi schietti occhi celesti avevano l'espressione di chi non si vuol arrendere.
    Taceva.
    Lei tace notò Settembrini commosso. Lei e il suo paese osservano un silenzio pieno di riserve, la cui tenebra non consente di farsi un giudizio della sua profondità.
    Lei non ama la parola e non la possiede o la santifica in maniera scortese;... il mondo articolato non sa e non viene a sapere come lei la pensi.
    Badi, amico, è pericoloso.
    La lingua è per se stessa civiltà...
    La parola, anche la più contraddittoria, è impegnativa...
    L'assenza della parola crea la solitudine...
    Si suppone che lei tenterà di rompere la sua solitudine con l'azione.
    Lei farà comparire suo cugino Giacomo (per comodità Settembrini chiamava Joachim Giacomo), lo farà comparire davanti al suo silenzio, "e con terribili fendenti due stende a terra, gli altri volge in fuga..."
    Siccome Castorp cominciò a ridere, Settembrini sorrise, soddisfatto per il momento dell'effetto ottenuto con la sua plastica parola.
    Bene, ridiamo ! esclamò. Lei mi troverà sempre pronto all'allegria. "Il riso è uno scintillio dell'anima", dice un antico.”

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Dragan, anche se ne ho apprezzato molto alcune parti, non è un libro che ho amato particolarmente (magari prima o poi lo rileggo), ma ne ho trovato davvero sconvolgente la fine. Dopo tante pagine di raffinatezze, di pensieri, di amori, di sogni - di cure, soprattutto, di cure! - l'immagine dei soldati che muoiono nel fango, trasformati neppure più in animali, ma in bersagli, oggetti, rifiuti, anzi, da calpestare senza neanche smettere di cantare... E tra questi, uno di questi, lui, ecco Hans Castorp... Quel Castorp di cui abbiamo seguito il manifestarsi dei primi sintomi, il sigaro che perde sapore, le leggere vertigini... Lui, che con tanta cura aveva imparato ad accomodare nel modo giusto la coperta per fare la cura d'aria del pomeriggio... Eccolo, lui, "buttato ventre a terra, perché un cane infernale arriva ululando, una grossa granata dirompente, un ributtante pan di zucchero dell'abisso".
      Davvero, il finale, che chiude più di 600 pagine di Europa con l'immagine cruda di come l'Europa si è autodistrutta mi ha veramente sconvolta.

      "Oh, quei giovani con zaino e baionetta, con mantella e stivali insudiciati! Alla maniera beatamente umanistica potremmo osservarli sognando anche altre visioni. Potremmo figurarceli nell'atto di guazzare cavalli alla cavezza in una insenatura marina, di passeggiare con l'innamorata lungo la spiaggia, con le labbra all'orecchia della tenera sposa, o anche nel felice e amichevole compito d'insegnarsi a vicenda a tirare con l'arco. Invece giacciono qui col naso nel fango. (...) Ecco il nostro conoscente, ecco Hans Castorp! (...) È tutto bagnato e arde, come tutti. Corre coi piedi appesantiti dalle zolle, bilanciando il fucile nella mano abbassata. Ecco, calpesta la mano di un camerata caduto, con lo stivale chiodato preme quella mano dentro al terreno pantanoso, coperto di rami scheggiati. Ciò nonostante è lui. Canta persino!"

      Mi viene in mente che una volta in un qualche talk show del cavolo un commentatore presente (forse Luttwak), parlando della crisi, disse "L'Europa ogni quarant'anni decide di autodistruggersi".

      Elimina
    2. Ciao Nat, che La montagna incantata sia un libro speciale, direi particolare, non ci sono dubbi. È un libro molto tedesco (parole di Mann) e secondo parere dello stesso autore sarebbe necessario leggerlo due volte.
      I brani che hai scelto sono molto significativi e dimostrano la brevità del passo tra trovarsi sdraiati, indifferenti e ignari di quello che sta succedendo e poi d'improvviso con la faccia in giù, nel fango a partecipare in una guerra voluta e decisa da altri.
      Il fatto che Castorp sia un ingegnere potrebbe essere una pura casualità.
      Scherzi a parte, mio figlio si è iscritto all'ingegneria gestionale.

      Il nome di Luttwak mi fa pensare più ad un calcolatore (prodotto con un errore di fabbrica e buono soltanto se spento per sempre) che ad una persona umana e mi ricorda la tragedia che il mio popolo ha vissuto.
      Ogni volta che lo vedevo in televisione mi veniva voglia di fare come il protagonista di un film di Kusturica, che infuriato per le notizie e la propaganda della guerra che stava iniziando, buttava fuori per la finestra il televisore e con fucile da caccia gli sparava due colpi.
      Comunque, del mio televisore mi sono liberato in modo non così violento, semplicemente regalandolo ad uno.

      Elimina
  34. Non ci sganceremo dall'€zona perché in assenza dei cosiddetti.
    Le prime vittime sacrificali dell'idrocefalo di turno -alias Katainen e dell'inutile Moscovici, saranno statali e pensionati. Non mi aspetto alcuna reazione dal popolo italiano. Si adeguerá come l'acqua nelle tubazioni. Soffrirá in silenzio aspettando tempi migliori comprovando l'idea manzoniana che King George Neapolitan ha da sempre avuto del tipico popolo che nella provvidenza spera.
    La storia ripete se stessa per assuefazione alla paura."Addá passá a nuttat".

    L'italiano medio non é in grado di capire un concetto provato con numeri -non opinioni, neanche se l'eccezionale opera di evangelizzazione che lei ha strutturato nel corso di questi anni venisse trasmessa in prima serata a reti unificate. Troppo impegnativo per chi é abituato alle boiate televisive. Non leggerebbe neanche, troppo "palloso".
    Dunque non resta che affidarsi all'effetto risacca che vedrá l'onda del rigetto di origine francese. Sará la Banca d'italia pronta in quel momento?
    Dubito. La Banca d'Italia non é in grado di anticipare la dissoluzione di questo regime. Non lo fu nel 1992 quando vi fu la vendita massiccia di Lire ed il depauperamento delle risorse valutarie straniere che avrebbe logicamente dovuto portare al collasso lo SME.
    Al contrario, é noto come le banche centrali dei paesi con esposizioni notevoli (soprattutto derivanti da mutui correnti, cartolarizzati e venduti all'estero) presso l'€zona abbiano da tempo avviato progetti di mitigazione del rischio circa una "eventuale" (non alla inglese, per cui leggasi "sicura") implosione della valuta unica.
    La BoE si sta preparando nonostante non abbia ancora divulgato alcuna linea di guida alle banche con sede legale nel Regno Unito circa lo smantellamento dell'€.
    http://uk.reuters.com/article/2014/07/01/uk-britain-boe-eurocrisis-idUKKBN0F643U20140701

    Ció nonostante, nel 'backtesting' dei modelli di previsione delle esposizioni future in relazione a valute di riferimento, gli scenari stressati e sotto condizioni normali dei fattori di rischio di credito e mercato causati dalla rottura dell'eurozona sono ampiamente illustrati ed inclusi nei calcoli.
    Preveggenza o scienza?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi ha studiato seriamente la teoria economica, ma soprattutto ha imparato ha leggere tra le righe della storia, immagina come finirà la moneta comune.

      Mi sorprenderebbe se alcuni operatori nazionali ed esteri, non avessero preso tutte le precauzioni o misure, che si renderanno necessarie quando sarà
      il momento x.

      È molto probabile, invece, che la nostra classe dirigente, si faccia trovare impreparata, come spesso è successo.

      Elimina
    2. Caro Hydroptere,
      com'è che tu hai capito tutto? Pensi proprio di essere meglio del popolo italiano?
      Ti ricordo che una delle idee fondanti di questa comunità è che solo i piddini si ritengono più furbi degli altri.
      Distinguiamo tra la posizione di debolezza di chi non ha gli strumenti per capire e la responsabilità grave dei disinformatori di regime.

      Vuoi vedere un po' di roba forte? In Ucraina e Siria cercano volontari.

      Elimina
    3. Inclusi nei calcoli? Quelli al fegato! I risk managers delle banche sono secoli che prendono schiaffi dalle ali della curva di Gauss.
      Caro Hydroptere, non mi fiderei molto dei modelli delle banche dell'eurozona...a buon intenditore poche parole...e buon conto corrente!

      Elimina
    4. Conosco l'eterno dilemma. Taleb ha chiamato la curva: "the greatest intellectual fraud". Sono d'accordo in linea di principio specialmente dopo aver letto "fooled by randomness". Ma sono anche cosciente dell'impossibilitá di prevedere l'impatto dell'altamente improbabile (l'outlier) con le metodologie approvate dai regolatori.
      Prezzare un derivato includendo l'osservazione con bassa probabilitá ma dall'alto impatto sul VaR significherebbe spararsi ai piedi. Non comprerebbe nessuno per due motivi.
      1) Il tuo modello sovrastima l'esposizione, quindi il prezzo per mitigare con l'hedge
      2) non seguiresti la metodologia "mainstream" delle grandi "cesse" del credit risk che gestiscono il mondo del rating (quindi BIS e Commissione Europea)
      I modelli, come saprai, sono costituiti da serie storiche di dati economici e di mercato ai quali si applica un modello matematico fornito gentilmente da cervelloni greci, italiani e russi con Phd in fisica quantistica. Questi modelli devono riflettere le linee guida dei regolatori approvate dalla commissione europea.
      Gli istituti d'investimento sono l'ultimo anello della catena. Spregevoli esecutori di regole definite a monte. C'é chi poi abusa e le interpreta al limite (hedge funds, banche "sofisticate") e chi invece agisce da pirata (Goldman?) che strutturava ABS, vendeva e "scommetteva" contro la loro performance per profitto.
      E' una giungla.
      Noi lo abbiamo capito da tempo. Pensa invece ai tedeschi che hanno ricordato Gauss sulla banconota da 10 Marchi. Tutto un programma che provó la carenza di credit risk, vedi DepfaHypo Real Estate, il piú grande fallimento bancario dell'€zona di cui nessuno parla.
      cheers

      PS
      Perdonerete l'eccesso di accenti acuti ed apostrofi. La mia QWERTY non risponde

      Elimina
  35. Leggendo Diego Fusaro (Il mito del mercato: la civiltà di Robinson Crusoe) mi e' venuto in mente che una possibile spiegazione antropologica del perche' le societa' piu' ricche alla fine smettono di riprodursi a sufficienza risieda proprio nel modo di produzione capitalistico (quello che Fusaro identifica nel 'capitalismo trionfante').

    "La polverizzazione individualistica della società trasforma i cittadini associati in consumatori individualizzati e uniti solo dal credo consumistico: ne scaturisce la società individualizzata di cui siamo abitatori, atomizzata nella pura serialità delle macchine desideranti differenziate unicamente per il potere d’acquisto. Può così imporsi sovranamente, senza gli ostacoli rappresentati dalle tradizionali comunità, quella dinamica di universalizzazione dell’individualismo acquisitivo che, cifra dell’antropologia mercatistica, si regge sulle due istanze reciprocamente innervate della perdita della stabilità del lavoro (l’homo precarius è l’autentico coronamento di ogni individualismo, in quanto intensifica a dismisura lo sradicamento) e della disgregazione delle precedenti comunità etiche familiari, religiose e statali (si spiega, in quest’ottica, la funzione ultra-capitalistica dell’incessante diffamazione a cui sono sottoposte la famiglia, la religione e lo Stato) (Cfr. Toscano M.A., 2007).”

    “L’unica comunità possibile che l’epoca della tecnica planetaria sembra potersi permettere è, allora, quella modellata a propria immagine e somiglianza dal nesso liberoscambista. Disegnata secondo la fisionomia del do ut des utilitaristico, è la comunità globale delle solitudini atomistiche che, unite dal solo valore del credo consumistico (consumo, ergo sum in Bauman Z., 2007), si incontrano al solo fine di scambiare merci.”

    "Individualismo sfrenato e omologazione sotto il segno della merce si rivelano, ancora una volta, fenomeni apparentemente antitetici e, in verità, segretamente complementari della prima società della storia umana che, nel nome della tutela delle differenze e dell’irriducibilità dell’individuo, ha completamente livellato l’umanità in un gregge anonimo, in un amorfo coacervo di atomi seriali e reciprocamente interscambiabili. Si tratta, con la Dialettica negativa (Adorno T.W., 1966, p. 276), di un’uguaglianza in cui spariscono le differenze e, per ciò stesso, sono segretamente favorite le disuguaglianze in forme sempre più oscene."

    La mia congettura e' che quanto piu' "l'homo precarius" si trasforma in atomo individuale di consumo tanto meno sente l'impulso alla riproduzione.

    http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CCMQFjAA&url=http%3A%2F%2Fsiba-ese.unisalento.it%2Findex.php%2Fh-ermes%2Farticle%2Fdownload%2F13550%2F11986&ei=NVwQVNanDaf9ygPR04KABg&usg=AFQjCNEcjqEs4XmXGCKIELTLoL5Kr9GqXQ&sig2=nSdGE5dfZomx4KZk0a767w&bvm=bv.74649129,d.bGQ

    RispondiElimina
  36. Guarda caso, qualche mese fa la Boldrini tessé un elogio sperticato dei migranti, affermando che il loro spostarsi diverrà un futuro stile di vita per parecchi (è facile enumerare le poetiche bellezze del temporale o del burrascoso mare, gettando lo sguardo dagli appannati vetri e sorseggiando il tè...). Dovesse deflagrare la terza guerra mondiale, sarebbe egualmente stile di vita il socializzare nei rifugi, oppur dal panettiere, tra un tiro di cecchino e l'altro (magari potrebbe essere propizia l'occasione per maneggiare una Pecheneg o un G36, in luogo di una ben più discreta e consentita Glock). Ora, non sia mai il supporre che intercorra un nesso tra tutti questi eventi (il complottismo non è cosa sensata, le trame invece sì). Morale: espropri e deportazioni, di cui la storia abbonda, si compiono in altro modo, stavolta sotto la magniloquente ed educata egida del "progressismo" cultural-mercantile (eppure qualcuno, da vetusta data, mise ripetutamente in guardia che Angra Mainyu è proteiforme ed ama vestirsi d'angelo). Del resto, anche Battista ci si è messo nel difendere l’introduzione nel Pil dei redditi da malavita, essendo che l’indice in questione misura la ricchezza di un paese (si sa, i soldi non puzzano, nemmeno hanno colore); però se ancora 1+1 eguaglia 2, vuol dire che il concetto stesso di ricchezza, in sé, esula ormai dalla legalità (altro che cafonazzi arricchiti con Rolex al polso e cavezza d’oro al collo…). Accanto a flussi coattamente migratori, attendiamoci dunque il riesumo del titolo di baronetto per elementi al pari dell’allora Francis Drake (altro che lo “scarparo” di Firenze, o l’ “automobilaro” dell’ormai Detroit…), noto per aver composto parte cospicua della fortuna inglese depredando porti e navi della nemica Spagna; unica nota: egli versava lauta parte del bottino alle casse britanniche e, quantomeno, rischiava la ghirba per morte di spada o di capestro.

    RispondiElimina
  37. Dopo le fiction, vedrai che importeranno massicce quantita' di...peperoncino calabrese!
    E la lira (o l'euro) si impenna!!

    RispondiElimina
  38. Secondo mè l'unica Serie tedesca interessante era: "Ein Fall für zwei", con il dedective privato Matula, forse perchè Matula guidava sempre un Alfa. :-))


    http://it.wikipedia.org/wiki/Un_caso_per_due

    Il resto delle Serie tedesce sono solamente noiose.

    RispondiElimina
  39. In questo post: http://goofynomics.blogspot.it/2012/08/le-aporie-del-piu-europa.html, Emanuela Vera 06 agosto 2012 02:58, ha fatto un commento molto bello che andrebbe bene anche nel post attuale.

    RispondiElimina
  40. Insomma, si dice che:
    in un'economia sviluppata sei meno propenso a far figli (perchè? Perchè anche le donne lavorano? Perchè la società perde il concetto di "generare" prole per aggiungere braccia all'agricoltura? Che poi basta sostituire agricoltura con pensione e il risultato non cambia molto).

    Poi si dice,

    più l'economia va in crisi (e si "sottosviluppa" mi si passi il termine) e meno figli sei portato a fare (ovvio non puoi mantenerli, e prima che le loro "braccia" possano arrecarti beneficio economico nelle società attuali, progredite culturalmente, passerebbe troppo tempo?)

    Infatti i paesi sottosviluppati sfornano prole in continuazione, forse perché lì a 14/15 anni già puoi portare i soldi a casa? Ma poi vedi i paesi africani dove i figli raramente arrivano ad età lavorativa e ritorni al punto di partenza:

    Allora è tutta una questione culturale?

    Davvero è "colpa" del consumismo di massa (di preservativi quantomeno) anche questo? Quantomeno un effetto collaterale dei "modelli" estetici pubblicitari? delle donne occidentali, come diceva qualcuno qualche commento sopra, interessate troppo all'apparire esteticamente "perfette"?

    Insomma non ci sto capendo niente, il problema demografico ha ragioni principalmente economiche? O principalmente culturali? Ovviamente entrambe è la risposta. Ma una maggior chiarezza su questo non farebbe male!

    Ps: io sono uno di quelli che vorrebbe tanto un figlio ma ha paura di non poterselo permettere. Che dite se vado in Africa mi passa?

    RispondiElimina
  41. Tutte queste considerazioni giustissime del Prof., a mio avviso, non fanno i conti con un piccolo oste/variabile/innovazione tecnologica applicata alla demografia.

    Ovvero sia, l'utero artificiale.

    Il quale, a questi ritmi, credo che per il 2080 sarà abbastanza diffuso :)


    http://motherboard.vice.com/read/artificial-wombs-are-coming-and-the-controversys-already-here

    RispondiElimina
  42. FUORI TEMA
    3 settembre - ilsole24ore
    "L'economia svizzera è ancora una volta la più competitiva al mondo"
    (italiabruttasolo49esima)

    A distanza di pochi giorni:
    "Svizzera, Pil a quota zero. I cantoni soffrono la crisi europea"
    Tra le cause della frenata:
    - meno esportazioni verso EU con ricadute negative sulla domanda interna
    - investimenti in difficoltà
    - spese pubbliche in calo (il deflatore dei prezzi ha intanto registrato crescita zero, con flessioni nel settore dei consumi e degli investimenti, e aumenti nelle costruzioni)
    - La Svizzera è penalizzata da un cambio piuttosto forte malgrado la Banca nazionale (Bns) abbia difeso un livello dell'euro a 1,20 franchi

    A parte la lettura di questi due articoli non so niente dell'economia Svizzera, ma a cosa le serve tutta questa competitività? Ad avere un PIL al palo e solo +0,2 rispetto al nostro?
    So che qui la falsa questione della competitività non è una novità, ho riportato i due dati solo perché insieme mi sembrano grottescamente ridicoli.

    RispondiElimina
  43. Con tutto il rispetto questo post non mi piace, e tanto meno il dibattito che ha generato. Questa splendida community sta scivolando in una forma di "razzismo" e di odio verso il tedesco. Non credo che sia il modo giusto per affrontare i temi che più ci stanno a cuore : il riequilibrio in Europa, il futuro del nostro paese inserito nel nostro continente. Non facciamoci prendere la mano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so da quanto sei con noi, ma credo da molto poco, il che ti giustifica. Forse sarebbe il caso che ti chiavassi bene in testa due principi metodologici che qui non troverai mai smentiti. Il primo è che non esiste "la Germania", e il secondo è che non esiste "il tedesco". Se anche volessimo odiare qualcuno (e potremmo farlo ognuno a casa nostra) non potremmo odiare qualcuno che NON esiste. La Merkel sta facendo una politica lungimirante? Sì, no, perché? Questa è eventualmente una domanda da porsi. Ma in questo post mi interessava solo evidenziare la strana corrispondenza fra i messaggi "positivi" della paccottiglia televisiva, e i reali problemi del paese. Strana, vero? E pensa che quella è roba che non può avere mercato, quindi l'ha pagata lo Stato.

      Detto questo, l'odio antitedesco lo troverai presso i piddini. Sarà la loro ultima via di fuga, per scaricarsi dalle loro responsabilità, e la stanno già usando (vedi austeritàbrutta)...

      Elimina
    2. Ma dai, Simone, quale razzismo? Si parla come sempre di dati, un po' sensibili, magari, perché derivano da scelte fondamentali come la procreazione, ma sempre dati che hanno attinenza con il ragionamento generale e come tali vanno analizzati.

      Poi, consentimi una nota sul razzismo che mi attirerà critiche. La scienza attuale ci dice che il cervello di un individuo e i comportamenti (incoscienti, coscienti e deliberati) che ne derivano sono in primo luogo geneticamente determinati e influenzati dall'ambiente in modo solo parziale e, comunque, limitato dai vincoli imposti dal patrimonio genetico. Se non ci credi, ho pane per te.
      Dunque, non trovo nulla di sconveniente e, a priori, di scientificamente falso nel ritrovare caratteristiche peculiari nei comportamenti comuni degli appartenenti a una razza. Quello che ci deve trattenere dall'estendere il "razzismo", nell'accezione in cui sto qui usando la parola, ovvero come presunzione di affinità comportmentale tra individui dello stesso ceppo, al razzismo come generalmente inteso in senso deteriore, è piuttosto la gran mescolanza genetica della maggior parte dei popoli, che ci impedisce di considerarli razze.
      Mi ha sempre sorpreso come il "politically correct" e molti assiomi della nostra attuale vita sociale siano palesemente in contrasto con i portati della scienza e tuttavia rimangano sacri e inviolabili. Essere razzisti nel senso cui mi riferivo sopra e comprendendone i limiti è porgere orecchio alla scienza. Essere razzisti in senso discriminatorio è stupido, visto che le caratteristiche diverse non sono tutte univocamente positive o negative, né presenti in uguali sfumature e combinazioni negli individui, e, forse, anch'esso sintomo di una idiosincrasia ereditaria, la diffidenza verso l'alieno. Il mondo è pieno di razze elette, pur mancandone di elettrici.

      Elimina
    3. Se il razzismo tedesco, fose pari al supposto razzismo qui esposto, secondo Rupoli, razzismo tedesco massicciamente rivolto, non solo verso gli italiani, allora l' Europa sarebbe a cavallo e sarebbe una realtà da anni consolidata.
      Qui non c' è razzismo, qui c' è semplicemente l' analisi fredda di ciò che è, e la sua dimostrazione scientifica dell' ente, e sarebbe cosa auspicabile che anche da loro ne applicassero analogamente la metodologia qui presente, ma basta farsi un giro sui loro mezzi di informazione per capire che così non è, tranne rarissime eccezioni.
      Io conosco tanti tedeschi, sono frequentatore assiduo di enti culturali tedeschi qui a Roma, amo la pittura tedesca del '700 e dell'800 a partire da J.Ph.Hackert, ed ho lavorato in aziende italiane che hanno investito miliardi di lire in impianti forniti da grandissime aziende tedesche; qui cambiano atteggiamento dopo un po' di lisci e busso, ma li in casa loro,soprattutto dopo l' introduzione della moneta unica, svolgono evidentemente benissimo il compito di considerare gli italiani un popolo figlio di un Dio minore.
      Loro ce l' hanno nel DNA e questi sono i risultati; qui si cerca di evitare quegli esiti.

      Elimina
    4. Benvenuto Simone. Sensibilita' e coraggio portano a conclusioni spesso lontane dal punto di approdo che ci si immaginava.
      Controindicazioni: provoca sofferenza.
      Ma si guadagna in autodeterminazione e liberta'.

      Elimina
    5. @simone rupoli

      Simone, mein Gott! Forse hai bisogno di leggere qualche titolo di qualche giornale popolare tedesco. Forse il video, cui rimanda Alberto49, dà una certa idea del "sentiment" (come si dice idiotamente oggi) diffuso in Germania verso gli Italiani, ma non solo. Sai, qualcuno ha chiamato i Greci "raccoglitori di olive"; vogliamo poi spendere qualche parola su quella disgustosa definizione di PIIGS? Ti sembra normale etichettare interi laesi sotto un acronimo che significa "maiali"? Dove vivi, Simone? L'ho già fatto una volta su questo blog, vuoi che racconti nuovamente la calorosa accoglienza ricevuta a Berlino dall'allieva di una mia cara amica? Persino un coriaceo europeista come Massimo Cacciari riconosce che nella cultura tedesca ci sono tendenze persitenti all'egemonismo, l'aver studiato la cultura austro-tedesca lo mette davanti a una realtà che non si può non riconoscere (naturalmente, la signora Gruber fu presa in contropiede da tali affermazioni di Cacciari, perché ha un'idea di cultura da propaganda televisiva). Qui in tanti siamo ammiratori della cultura tedesca, e non smetteremo di esserlo a causa di Schröder, Schäuble e Merkel (come disse Lévi-Strauss, che ci posso fare se la quinta di Beethoven piaceva anche a Hitler?), ma ciò che non ci piace è porgere volontariamente il capo alla bipenne degli interessi del poco simpatico capitalismo tedesco; e siamo solidali con le vittime delle riforme Hartz, che però, bada bene, proprio perché immiserite non esitano a incolpare della loro sventura chi non c'entra niente: e lo si fa sempre ricorrendo agli stessi luoghi comuni, pizze, mandolini, pigrizia, maschilismo, mammismo ecc ecc. Ecco, personalmente mi sono un po' stufato, anche perché ho una qualche conoscenza di un altro paese del nord, e ti dirò chiaramente che io non la penso come te: io non sono per il "riequilibrio" in Europa, io sono per scappare, per riconquistare almeno una parvenza di libertà. Vaste programme, come disse il Generale. Fossimo negli anni '70, si potrebbe dire che tu sei "oggettivamente" un amico loro, ma sappiamo che non è così: soffri solo della sindrome di non fare brutta figura con chi ci domina (incosapevolmente). Perché una delle loro armi principali è quella di farti sentire in colpa: schiere di "scienziati" e giornalisti collaborano a questa loro nobile impresa. Ma qui prendiamo esempio dal padrone di casa.

      Elimina
  44. "molto appropriatamente Jacques Sapir lo cita [la tendenza demografica tedesca] nella sua lettera aperta a Hollande come elemento strutturale della tendenza germanica alla deflazione, che tante soddisfazioni ci sta dando"

    Ecco, questa, profe, ce la deve proprio spiegare; anzi, meriterebbe un bel post (mi scusi se la tiro per la giacchetta).
    Anche se dal basso dei miei mezzi ho come elaborato una specie nebulosa di teoria che, chissà, i dati potrebbero rafforzare (o anche no).
    A parte gli scherzi; se qualcuno avesse voglia di spiegarmi questo passaggio (senza scomodare il profe) gli sarei grato.

    RispondiElimina
  45. Leggendo l'articolo mi è tornato in mente uno studio della Stiftung Marktwirtschaft (fondazione economia di mercato) sulla sostenibilità del debito pubblico degli stati europei a lungo termine, di cui trovate un breve riassunto in inglese (per i diversamente e/o parzialmente europei :)) qui:

    http://www.stiftung-marktwirtschaft.de/fileadmin/user_upload/Generationenbilanz/Summary_Honorable-States_2013.pdf

    A parte alcune amenità del tipo "were European countries to have had a stronger fiscal position at the onset of the crisis, governments would have been in a much better position to manage the fiscal challenges" (e vabbè)

    la parte che ho trovato più interessante riguarda il metodo di calcolo del debito complessivo, che tiene conto anche del debito implicito (dinamiche demografiche e loro ricadute a lungo termine sul debito):

    "the traditional way of calculating government debt almost entirely excludes future revenues and obligations from consideration. [...] Even when such considerations are incorporated into financial planning, the economic and deficit assumptions tend to reflect rather wishful thinking." [...] Taking the future into account reveals some troublesome developments. Demographic changes, namely a rapid ageing of the population, will significantly increase pressure on age-related public expenditures,
    such as retirement benefits, pensions, health care and long-term care [...]."

    In soldoni, tenendo conto della demografia futura, l´Italia sembra non essere poi messa (per ora!) tanto male se paragonata ai vicini europei (secondo posto dopo la Lettonia)...

    Mi sono però sorpreso a vedere la Francia così indietro in quella classifica (16° su 27), nonostante l'evelata crescita demografica.

    RispondiElimina
  46. Mi ripeto ma l'unica serie tedesca interessante degli ultimi tempi é stata "unsere mütter unsere väter". Una delle scene finali mi é rimasta impressa: un ebreo (nato in Germania), onesto lavoratore ecc, scampato con mille peripezie al campo di concentramento, incontra un ex ufficiale della Gestapo in un ufficio pubblico, dopo la fine della guerra, quello che lo aveva incastrato, tra le macerie di Berlino. L'ex ufficiale lavora lì. I due hanno una conversazione:
    Ebreo (incredulo): - "tu?"
    Ex-ufficiale (con non curanza) "hanno bisogno di persone con esperienza. "
    Ex-ufficiale (rivolgendosi ad un collega) "lo sai io ho salvato questo ebreo, se é vivo lo deve a me."
    Ebreo fugge dalla stanza inorridito, dimenticando quello per cui era venuto.

    Sono convinto che arriveranno anche a questo. Dopo avere messo l'Italia in questo enorme guaio, diranno trionfalmente che ce ne hanno tirato fuori.

    RispondiElimina
  47. Solo un/a babbeo/a potrebbe bersi i proclami dei vari tg che non è possibile fermare l'afflusso di carrette dalle coste africane.
    C'è posto per tutti; gli africani e i diversamente africani (siriani, irakeni, palestinesi etc etc) rimpiazzeranno gli italiani che rimpiazzeranno i tedeschi.

    A pensarci bene (o male), le primavere arabe (DAR) e il ridimensionamento sunnita cadono a fagiuolo.

    RispondiElimina
  48. Perché ci troviamo sommersi da produzioni-spazzatura europee (non che quelle americane siano molto migliori, si intende)? Semplice:
    Ce lo chiede l'Europa (art. 16)
    Per raggiungere il tetto imposto, qualunque schifezza prodotta in Europa va bene (purché costi poco, o comunque meno che una produzione nazionale).

    RispondiElimina
  49. Io inserirei due o tre considerazioni. Il tasso di sostituzione è 2,1 figli per donna, non tutte le donne partoriscono, e non tutti i nati sopravvivono. Nei paesi ad alto tasso di natalità, il tasso di mortalità è altrettanto alto. Siccome non tutti sopravvivono, sono poveri, l' alto numero di figli, altro non è che un' assicurazione sulla propria discendenza. In questi casi IIIIIIIIIIIIIIO conta.
    Naturalmente questo fatto, può avere più interpretazioni. Io mi limiterò a due. Quella piddina, secondo la quale volere e desiderare la propria discendenza, è paternalismo unito all' egoismomaternobrutto.
    Quella nazista,troppa discendenza è un cancro morale, sterilizzare, sterilizzare, sterilizzare. En passant, la sterilizzazione vigeva nell' avanzata Svezia fino al 75.
    Passando ad un altro aspetto, che trovo particolarmente grave, trovo che si stia sviluppando in nuce un vero e proprio odio per i bambini. Lo potete notare nelle tante iniziative (se fa pe di), no kids nei ristoranti, in spiaggia, il tutto contemporaneamente a quelli animal friendly (sicuri che su questo non c'è da riflettere?). Ho avuto modo di ascoltare persone che fanno del progressismo religione personale, proporre scompartimenti appositi per i bambini, con acconpagnatori eh! Particolarmente problematico, trovo l' approccio di quelle coppie senza figli, che al solo sentir la parola bimbo inarcano sopracciglia e aggrottano le fronti, pontificare su educazione, e soprattutto sulla maleducazione dei figli altrui. E si badi bene, tutto questo dopo aver latrato con la bava alla bocca all' aperitivo con gli amici progressisti, sui preti che non hanno figli eqquindi, non devono occuparsene. Una società che "odia" i bambini, non va tanto lontano.
    Finisco dando quelle che penso essere due informazioni antiluogocomuniste: una è che il paese più ateo e laico d' Europa, quello che praticava il controllo delle nascite nell' 800, la Francia, è quello con il più alto tasso di natalità in Europa.
    La seconda è che i tassi di natalità nei paesi islamici, sono in forte calo e la dinamica, non lascia prevedere miglioramenti.
    Ma siamo sicuri che un aumento della povertà in paesi che hanno vissuto il benessere, porti ad un aumento delle nascite? Nel 73 in un loro articolo, uno fra i più citati nella letteratura scientifica, Kanemhan e Tverski dimostarono che uno che ha avuto 10 e si riduce a 1, psicologicamente, sta molto peggio di chi a sempre avuto 1. In queste condizioni pscicologiche, converrete che non è semplice voler mettere al mondo figli, che a mio modesto parere, entrerebbero a far parte di un mondo che in parte li disprezza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Dino977

      All'odio strisciante per i bimbi (ma dal punto di vista di un regime, sotto sotto c'è sempre stato, perché i figli vengono partoriti per la guerra o la miniera, il che sembra una manna, ed è invece l'esercizio d'una vera e propria forma d'odio occulto) aggiungerei quello per gli anziani; guarda caso sono le fasce anagraficamente improduttive della società. Si vorrebbe che i bambini crescessero in fretta per mandarli presto in linea (l'Isis già lo fa e altri prima ancora), e poiché hanno un tempo loro, o li si ingozza come anitre per il foie gras, oppure si tralascia il generarli; si vorrebbe poi che gli anziani se ne andassero presto dai coglioni, forse giusto a Big Pharma riescono ancora utili: in ambo i casi viene delineata una concezione sociale abnormemente "presentocratica", che rifiuta o rimuove il "prima" e il "dopo" di quanto ritiene l' "adesso", una visione della ciclicità esistenziale in piena aderenza a quella del ciclo d'un prodotto di consumo. Preoccupante; anche questo vuol dire segare il ramo su cui si è seduti, come esseri umani. Ed è ben peggio d'ogni razzismo. Si dice che un vero Maestro auspichi per i propri allievi l'andare oltre lui stesso, sicché lo superino per ampliarne l'esperienza ed arricchire le generazioni prossime. Credo sia questo l'affetto migliore per i bimbi: auspicare e operare perché diventino esseri umani migliori di noi stessi.

      Elimina
  50. Questo odio per i bambini non lo vedo nella mia esperienza. E' vero che il rilassarsi delle piu' elementari regole del viver civile, ovvero imporre la propria maleducazione, quella dei propri figli, cani e compagnia varia puo' scatenare delle reazioni di difesa, delle regole apparentemente assurde.
    Cio' detto, un elevato e diffuso livello culturale dovrebbe comportare delle scelte esistenziali piu' libere e consapevoli. Far figli non mi sembra un valore positivo assoluto, a meno che non si considerino assoluti positivi tutti i nostri istinti. Amarli si', perche' loro non ci hanno chiesto di nascere, e lontani dovrebbero essere i tempi del "crescete e moltiplicatevi". Ci sarebbe anche - provocatoriamente - da considerare che se io faccio cinque figli, inevitabilmente tolgo spazio vitale ad altri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A prescindere da tutto il resto (che è veramente tanto), fare figli è "un valore positivo assoluto" eccome, perchè altrimenti ci si estingue.

      Elimina
  51. Da beato ho provato a ragionarci su senza alcuna pretesa scientifica.

    Dal 2012 la Germania è diventata una strategica destinazione dei flussi migratori globali, seconda solo agli Stati Uniti tra i paesi Ocse. Secondo i dati dell'ultimo rapporto Ocse i flussi permanenti in entrata sono aumentati di circa un terzo rispetto al 2011, portando il totale a 400000 unità (300000 provenienti dalla sola Unione Europea - secondo incremento consecutivo del 50% su base annua). Nel 2012 925000 cittadini europei sono emigrati in un altro paese dell'Unione, sicché i flussi intraeuropei sono aumentati del 12%: in termini assoluti tale incremento corrisponde quasi interamente a quello registrato in entrata dalla Germania.

    I flussi provengono principalmente dai paesi dell'Europa centro-orientale (polacchi, ungheresi, romeni e bulgari su tutti) e in misura minore da quelli meridionali. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'ente di statistica tedesco, nel 2013 la tendenza in atto si sarebbe attenuata per i flussi da Est, mentre sarebbe aumentata per quelli da Sud.

    Tuttavia, per contrastare il declino demografico della popolazione tedesca servirebbe un aumento dell'immigrazione attiva ben più consistente di quanto finora prospettato dal modello per componenti (quello usato da Eurostat). Senza considerare le ovvie tensioni sociali che provocherebbe un fenomeno di queste proporzioni.

    E però, stanti il crollo di consumi e investimenti, l'aumento di precarietà e disoccupazione e la desertificazione produttiva galoppante, i paesi periferici dell'Eurozona continueranno a subire massicci deflussi di forza lavoro, qualificata e non, diretti verso il magnete tedesco. Forza lavoro, peraltro, i cui costi di formazione continueranno ad essere sostenuti da istituzioni e fiscalità dei paesi d'origine, non da quelle tedesche (il che renderebbe doppiamente ipocrita discriminare i "beneficiari" dei sussidi Hartz come già si sta pensando di fare...).

    Ipotizzando inoltre una capacità produttiva simile a quella attuale, assorbire buona parte della disoccupazione proveniente dai paesi periferici dell'Unione (così come da Nord Africa, Medio Oriente, Russia, Cina e Stati Uniti) garantirebbe al capitale tedesco il non trascurabile vantaggio di vedere compresso l'aumento dei salari, altrimenti inevitabile in caso di eccesso di domanda di lavoro dovuto al declino demografico.* Nel caso di costante eccesso di offerta garantito dagli immigrati - il solito esercito di riserva - il vantaggio competitivo delle esportazioni tedesche rimarrebbe cospicuo anche in presenza di un moderato aumento di consumi e investimenti interni (e relativo aumento dei prezzi) che di una concomitante svalutazione interna dei concorrenti periferici.

    Infine, quando si uscirà dall'euro (recuperando competitività e creando occupazione) nessun automatismo garantisce che i lavoratori emigrati in Germania tornerebbero da dove sono venuti: una volta divenuti cittadini tedeschi con famiglia e prole, avrebbero più di un motivo per rimanere in quella che riterrebbero casa loro.

    Nel lungo periodo non verrebbe risolto il declino demografico (posto che tra settant'anni...), ma nel breve-medio periodo il capitale tedesco continuerebbe a farci il culo a capanna.

    Comunque la si guardi, la morale appropriata è quella del prof: hanno una fretta fottuta... E, aggiungerei, le politiche dell'UE in tema di mobilità intraeuropea dei fattori produttivi (OCA endogena coperta da un allure "sociale" e "de sinistra" - ecco il ruolo assegnato dal capitale tedesco alla socialdemocrazia...) sono ritagliate esattamente sulle esigenze di Berlino, come da Maastricht in poi qualsiasi altra politica ordoliberista prescritta da un'istituzione €uropea.

    [Fine della modalità espertone...]

    RispondiElimina
    Risposte
    1. * A meno che si realizzi lo scenario abbastanza improbabile in cui il governo federale preferisca ad una massiccia immigrazione l'aumento e l'estensione alla totalità della forza lavoro di sussidi e agevolazioni fiscali (gli aiuti di stato alle imprese mascherati da integrazione del reddito), minando però l'obiettivo di rendere sostenibile la posizione fiscale nel lungo periodo. In tal caso la complicità dei sindacati tedeschi, nel consueto ruolo di garanti della stabilità del sistema, potrebbe smorzare le naturali rivendicazioni salariali dei lavoratori.

      Sempre che, per quel tempo, non siano già stati completamente rimossi anche in Germania gli accordi di contrattazione nazionale e settoriale in favore del decentramento a livello di impresa. Ciò renderebbe la funzione di mediazione del sindacato non più necessaria.

      PS_Va anche detto che la Blitzkrieg non ha mai portato molta fortuna ai tedeschi. I calcoli erano sempre quelli "giusti" e le prime vittorie tattiche cementavano questa convinzione. Peccato che a posteriori voler stravincere porti a perdere. Tutti.

      Elimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.