mercoledì 23 luglio 2014

Zingy 3: cambio e autorazzismo (meglio fascista che piddino)

La discussione sollevata dai due post precedenti, questo e questo, nei quali ho stigmatizzato il fatto che il prof. Zingales abbia dato in Commissione finanze una rappresentazione sciatta, approssimativa e tendenziosa della recente storia monetaria italiana, ha evidenziato un paio di atteggiamenti che viziano gravissimamente il dibattito. Uno di questi, il permeismo, è universale. Il secondo è tipicamente italiano, ed è stato stigmatizzato da Nat con queste alate parole:

Nat ha lasciato un nuovo commento sul tuo post ""Siamo troppo medi!": lineamenti di etica piddina":

I piddini soffrono in misura spropositata della porca rogna italiana dell'autodenigrazione. Difficile capire perché.

Postato da Nat in Goofynomics alle 22 luglio 2014 14:02


La porca rogna dell'autodenigrazione, dell'autorazzismo, che anche Dominick Salvatore regolarmente nei suoi interventi indica come caratteristica specifica del nostro popolo, come enorme vincolo allo sviluppo delle sue potenzialità, è proprio quello che impedisce a molti di capire che la lira non è stata "peggiore" della sterlina. Ma come!? La sterlina è inglese, gli inglesi sono seri, quindi, è chiaro, devono aver gestito la loro moneta meglio di noi. "Secondo mè é kosi' xke' lo dice Zingales"...

Chiaro, no?

Un altro esempio qui, nelle parole di un altro gentile lettore:

tenormadness81 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Zingy 2: niente svalutazione, siamo inglesi!":

Chiedo venia. Ma gli anni indicati nel grafico non sono quelli dello SME (in)credibile? Insomma non sono tanto sorpreso che a cambi (quasi) bloccati GBP e lira andassero a braccetto...

I dati per gli anni 70 sono un po' diversi e quelli degli anni 90 anche...

... poi ora mi viene anche un dubbio... Forse sul lungo termine uno dovrebbe guardare ai cambi reali (aggiustati per l'inflazione)? Vabbe' a differenza del tipo di sopra io preferisco i post di musica barocca, che quando guardo sti grafici dentro ci vedo sempre un citriolo (senza offesa per chi e grafici li fa e per chi li guarda).
Postato da tenormadness81 in Goofynomics alle 21 luglio 2014 16:53

È evidente che non sono riuscito a spiegarmi bene (vedete come sono gentile: tanto gentile che ometterò di citare le migliaia di persone che invece mi hanno capito). Sotto sotto c'è sempre la solita accusa, quella del buon Alessandro kmofds, ovvero quella di aver manipolato i dati scegliendo un campione ad hoc, per nascondere il fatto che la sterlina si sarebbe comportata come la lira "solo" negli anni evidenziati in questo grafico:


Due osservazioni rapide. Intanto essere andati a braccetto "solo" per 11 anni significherebbe comunque che il discorso di Zingales è intellettualmente disonesto. Per almeno 11 anni la sterlina si sarebbe svalutata in modo strutturale e continuo rispetto al marco, come la lira. Il che significa, lo ripeto, ma tanto non lo capite, che in realtà era il marco che stava andando in direzione ostinata e contraria, rivalutandosi per il normale gioco delle forze di mercato, tant'è che, ve lo ripeto, ma tanto non lo capite, il marco si riallineò al rialzo sei volte all'interno dello SME nel periodo considerato, e la lira solo quattro volte al ribasso, perché, ve lo ripeto ma tanto non lo capite, il surplus, cioè l'eccesso di domanda di beni tedeschi era maggiore del deficit, cioè dell'eccesso di offerta, di beni italiani, ed era quindi naturale che l'aggiustamento avvenisse (al rialzo) dalla parte dello squilibrio maggiore (nel senso dell'eccesso di domanda).

Ora, che non lo capiate voi, che siete beati, non stupisce. Ma che su questo punto glissino gli alfieri del mercato è chiaro segno di ributtante disonestà intellettuale. Quindi, vedete, su un punto concordo con voi. Non è vero che gli italiani siano migliori degli altri. Uno è peggiore: Zingales.

L'osservazione sul cambio reale non merita particolare risposta, perché Zingales si riferiva al cambo nominale. Il cambio reale misura la competitività, nel breve come nel lungo. La distinzione breve-lungo qui non c'entra nulla, Zingales stava solo insinuando che l'Italia, nel breve come nel lungo, avesse truccato la competitività gestendo slealmente la propria moneta a differenza dell'Inghilterra. Cosa che i dati dimostrano essere falsa.

L'osservazione sul campione è ancora più interessante: si tratta di permeismo della più bell'acqua. "Eh, ma secondo me negli anni '70 i dati erano diversi...". Qui si incrociano due fattori, uno endogeno e l'altro indotto. Quello endogeno è, appunto, il permeismo. Quello indotto è il fottuto frame degli anni '70, quello costruito da una stampa disonesta e mercenaria, che vuole convincerci che stessimo peggio quando avevamo il controllo della nostra politica economica, cioè, appunto, negli anni '70.

E allora vediamoli 'sti cazzo di dati (e con questo siamo a 108, per chi fosse interessato), visto che vi pesano le mani e anche voi, come l'esimio Prof. Zingales non avete tempo per consultare l'ottimo sito di Werner Antweiler. I cambi di lira e sterlina contro marco (price quotation system, cioè prezzo del marco in lire o in sterline, cioè quotazioni incerto per certo, quella che tutto il mondo tranne Bisin usa), dal 1971 a oggi, li vedete qui:


(con la lira misurata sulla scala di destra), e qui:


espressi come indice per facilitarvi il confronto.

Aaaaaaah! Ti abbiamo colto in castagna, Bagnai! Ci hai mentito! Hai visto? Nel 1979 la sterlina si è rivalutata, mentre la liretta restava alta (cioè bassa) sul marco. Ha ragione Zingales: siccome nel 1979 la sterlina ha reagito a uno shock in modo diverso dall'Italia, allora la sterlina si è sempre mossa solo per reagire in modo intelligente e leale a shock esterni, mentre la lira è sempre stata gestita in modo sleale da cialtroni come Baffi, Ciampi, Carli, Dini, Sarcinelli, Savona, Masera, ecc. (per citare alcuni membri del direttorio della Banca d'Italia in quegli anni: una nota banda di cialtroni delinquenti, secondo Zingales, va da sé...).

[DIGRESSIONE ON]
Durante l'assegnazione del premio Canova, Grilli cantava la stessa canzoncina di Zingales: "Bagnai ha ragione ma non ci meritiamo la lira perché l'abbiamo gestita male". Io mi son girato verso Savona, che era alla mia destra (Grilli alla mia sinistra) e gli ho sussurrato in un orecchio: "Sta dicendo che te e Rainer (Masera, seduto in prima fila) non sapevate fare il vostro lavoro!", strizzandogli l'occhio. Un meraviglioso sorriso fu l'eloquente risposta...
[DIGRESSIONE OFF]

Bene. Allora torniamo sui libri del primo anno.

Intanto, i grafici mostrano che dal 1971 al 1978 lira e sterlina sono andate di pari passo. Ancora una volta, questo significa che per "soli" sette anni l'affermazione di Zingales è confutata. Ribadisco: ciò significa, lo ripeto, ma tanto non lo capite, che in realtà era il marco che stava andando in direzione ostinata e contraria, rivalutandosi per il normale gioco delle forze di mercato, perché, ve lo ripeto ma tanto non lo capite, il surplus, cioè l'eccesso di domanda di beni tedeschi era maggiore del deficit, cioè dell'eccesso di offerta, di beni italiani, ed era quindi naturale che l'aggiustamento avvenisse (al rialzo) dalla parte dello squilibrio maggiore (nel senso dell'eccesso di domanda).

E con questo gli anni nei quali l'affermazione di Zingales si rivela "lievemente imprecisa" (cioè una sesquipedale cazzata - 109) sono 7+11=18, cioè il 41% del campione, anzi: l'85%, visto che per ora ci stiamo occupando solo del periodo fino al 1992. Avere un futuro ministro dell'economia che mente solo all'85% potrebbe anche essere visto come un vantaggio, rispetto agli standard attuali, ne convengo, ma voglio farvi una domanda da primo anno, se me lo permettete.

Nel 1979 l'economia mondiale era in crisi, e vediamo che la sterlina rivalutò.

Domanda: perché mai rivalutare dovrebbe essere considerata una risposta intelligente in caso di crisi? Non è strano che la sterlina si sia comportata così? Non è che ci sta (che vi sta) sfuggendo un dettaglio?

Bene, vi do un aiutino, così forse la piantate di scassarmi la uallera col vostro autorazzismo da minus habens. Questi due grafici riportano gli indicatori di vantaggio comparato rivelato dell'Italia e dell'Inghilterra, costruiti dal CEPII e aggiornati ogni anno nel suo panorama dell'economia mondiale, che potete scaricare qui (e dovreste farlo). L'indicatore di vantaggio comparato rivelato misura in quali campi l'economia considerata ha un vantaggio competitivo, e lo fa partendo dall'osservazione dei dati commerciali (che appunto rivelano i settori nei quali l'economia è più "performante", come direbbe un economista). La metodologia è descritta nelle fonti citate. Questi sono i dati per l'Italia:


e questi quelli per l'Inghilterra:


Eh, certo, le due economie non si assomigliano molto, direi proprio di no. La vedete la linea rossa? Bene, ora voglio dirvi una parolina: Brent. Sapete cos'è? No? E allora perché venite qui a dirmi "secondo IO gli altri italiani sono peggiori degli inglesi, mentre IO che sono un traditore della patria, un ignorante, un cialtrone e un presuntuoso sono migliore dei miei compatrioti, sono quasi inglese"?

Se non sapete che significa Brent leggete il linchino siuuichipidia che vi aiuterà, cari porci traditori di un paese per il quale tante persone (tutte peggiori di voi, va da sé) hanno versato il proprio sangue nel vallone dell'Agnellizza, ma anche altrove.

Aspettate, apro e chiudo una parentesi per fornirvi un altro puntino.

Ultimamente siamo abituati a presidenti "democratici" degli Stati Uniti che inanellano figure di merda: il simpatico cubista si sta muovendo sullo scacchiere internazionale come io potrei muovermi su una pista di pattinaggio artistico. Ma anche qui, guardate il bicchiere mezzo pieno. Nella storia degli Stati Uniti è successo di molto peggio! Sapete com'è, nel 1978 gli iraniani si erano fatti rodere il chiccherone di essere guidati da governi fantoccio schiavi delle multinazionali (forse avremmo qualcosa da imparare da quel popolo di antica civiltà), e quindi, come dire, all'inizio del 1979 si produsse qualche lieve tensione sul prezzo del petrolio:


Robetta da nulla, il prezzo praticamente triplicò in meno di un anno (immaginatevi il barile a 300 dollari a dicembre di quest'anno: daje a ride...).

Ora, cos'era successo nel frattempo? Che i campi petroliferi del Brent, entrati in produzione nel 1976, cominciavano a entrare a regime, e quindi l'Inghilterra, nonostante stesse per chiudere (o avesse chiuso, non lo so) le sue miniere di carbone, passò rapidamente da una situazione di svantaggio a una di vantaggio comparato in campo energetico, a differenza dell'Italia, proprio mentre il mondo subiva un gigantesco shock dal lato dell'offerta determinato dall'esplosione dei prezzi dell'energia.

Non è quindi strano che l'Inghilterra, in quella specifica circostanza, mentre gli elicotteri della Delta Force si schiantavano uno contro l'altro nel deserto e gli ayatollah sghignazzando davano un altro giro al rubinetto per chiuderlo meglio, l'Inghilterra non abbia dovuto recuperare competitività facendo cedere il cambio. Tanto più gli amici islamici chiudevano il rubinetto, tanto più aumentava la domanda di Brent, mi sembra abbastanza ovvio, no, amici? Quindi è chiaro che in quella circostanza specifica la sterlina si sia rivalutata: per avere il brentino ti serviva la sterlinuccia, e sai com'è, quando la chiedi il prezzo aumenta. Ma, passato quel momento magico, la sterlina si rimise su un percorso assolutamente parallelo a quello dell'Italia (quello che vedete nel primo grafico di questo post).

In altre parole: al di fuori dell'unica circostanza che l'ha eccezionalmente favorita, la sterlina non ha mostrato mai di essere particolarmente più forte della lira, e questo per il semplice motivo che quello che si stava rivalutando era il marco (rispetto a sterlina e lira), salvo nel periodo in cui l'Inghilterra si trovò in un fugace momento di vantaggio dovuto al possesso di risorse strategiche e alla turbolenza indotta da quei gran pirla degli americani. Punto.


E ora vorrei spiegarvi una cosa.

Fin dal mio primo intervento, tre anni fa, ho denunciato il carattere fascista del regime eurista, intendendo per fascista un regime con un chiaro orientamento classista, a danno delle classi subalterne, e caratterizzato da un ributtante paternalismo. Di questo regime Zingy è stato l'apologeta fino a poco fa, pur essendo perfettamente in grado di capirne il non senso economico, ma questo riguarda lui e Lui.

Ora, però, mi sono convinto che l'eurista italiano è peggiore del fascista storico.

Qual è stato il più grande crimine del fascismo storico? Difficile stabilire una graduatoria, ma diciamo che sicuramente le leggi razziali sono state un culmine. Ora, vedete, che un uomo stabilisca per legge l'inferiorità di un altro uomo, è cosa di inaudita gravità, è un gesto rivoltante, che nessuno di noi potrebbe ragionevolmente ammettere nel proprio orizzonte etico, anche senza considerare la catena di lutti alla quale questo gesto insensato (e peraltro indotto, come al solito, dai fratelli tedeschi) ha condotto.

Eppure l'eurista italiano è peggio.

Perché, vedete, se la legge scritta che dichiarava gli ebrei esseri inferiori certo non è condivisibile, però è comprensibile in chiave storica, nel senso molto specifico che è prassi consolidata dei regimi quella di attestarsi sulle proprie posizioni di potere utilizzando la paura del diverso. Questa cosa, orrenda, deprecabile, rivoltante, disumana, è successa migliaia di volte nella storia dell'umanità. Nella storia recente ci son andati di mezzo per lo più gli ebrei, ma non è successo solo a loro, come tutti sappiamo: è una prassi standard del potere.

Quello che non ha precedenti nella storia dell'umanità è la legge razziale non scritta dei piddini euristi italiani secondo la quale gli italiani sono una razza inferiore. Non è mai successo nella storia dell'umanità che un regime consolidasse il proprio potere utilizzando non la paura del diverso, ma il disprezzo del proprio prossimo. Ci volevano i padri nobili dell'euro perché si arrivasse a questo crimine contro l'umanità, contro quella porzione dell'umanità che è il popolo italiano, al quale l'umanità tanto deve, e dalla quale sta ricevendo in cambio l'odio delle proprie classi dirigenti. Fateci caso: non è possibile trovare un riformatore dell'Italia, un padre nobile, che non parta dall'odio verso il popolo italiano, malcelato dietro due o tre parolette di circostanza, le quali non riescono a celare un dato palese: che quando parlano d'Italia, cioè di noi, questi padri nobili non sanno assolutamente di cosa stiano parlando.

E, come sempre, il razzismo, o, come nel caso dell'Italia, l'autorazzismo, oltre a urtare contro un principio etico, urta contro un principio razionale: i dati continuano a non dire che siamo stati peggiori degli altri, e soprattutto continuano a non dire che, quando potevamo farlo, eravamo incapaci di governarci. E, ancora una volta come sempre, il razzismo chiede un tributo di sangue alle sue vittime, che in questo caso siamo noi. Quelli che dicono "secondo me ha ragione Zingales" sono quindi, loro malgrado, peggiori dei fascisti storici. Il loro autorazzismo è più rivoltante e più irrazionale del razzismo che ha caratterizzato gli altri regimi totalitari, quelli che hanno preceduto il regime eurista.

Io confido che questi dati li aiutino a ravvedersi, a capire che ragionare in termini di superiorità o inferiorità etnica non porta da nessuna parte, a capire che nessuno ha il diritto di dichiarare l'inferiorità di nessun gruppo, nemmeno di quello al quale appartiene, a capire che questo tipo di dichiarazioni sono un parto dei regimi totalitari, e che quindi lo stesso fatto che la stampa e i politici italiani ci bombardino con queste affermazioni mendaci circa la nostra inferiorità sono il più chiaro segno del fatto che viviamo in un regime totalitario, nel quale non è a rischio solo la pagnotta, ma la democrazia, la libertà di espressione, la libertà tout court.

Continuo a essere un illuminista: tale sono nato, e tale morirò. Ma se i grafici di questo post non vi aiutano, vuol dire che forse avete ragione voi, cari autorazzisti...

Ve lo spiego in un altro modo. Per me non c'è nulla di male ad essere patrioti, e non c'è nulla di male a essere collaborazionisti. Ognuno deve seguire la propria vocazione. Attenti, però, perché non tutti sono laici e non violenti come me, e la Storia ha delle oscillazioni non lineari. Quisling venne fucilato perché aveva reintrodotto la pena di morte per compiacere i suoi mandanti tedeschi. I norvegesi lo fucilarono, e poi abolirono nuovamente la pena di morte. Il che, fra l'altro, contiene una serie di interessanti spunti di riflessione per i manipolatori seriali della nostra costituzione (nella quale speriamo che l'Europa non ci chieda di reintrodurre la pena di morte, anche se, ahimè, de facto essa è stata introdotta con l'euro, che sta mandando al macello tante persone che non sono peggio delle altre per il fatto di essere italiane).

Bene: con questo il discorso su Zingales e i cambi è definitivamente chiuso. Sicuramente torneremo a occuparci del nostro amico, che è una fucina di affermazioni dilettantesche. Del resto, lui non si occupa di economia internazionale.

Ma ora vado in palestra...

78 commenti:

  1. Post da incorniciare; una splendida lezione di economia, di politica e di cultura.
    Il veleno ideologico che oggi va per la maggiore è che la causa dei nostri mali sta tutta nei nostri difetti: statali, burocratici, nazionali, razziali.
    Aboliamo stato, burocrazia, nazione e popolo italiano e saremo in paradiso.
    E' il migliore esempio d'istigazione al suicidio collettivo che mi ricordi.

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    1. Sottoscrivo.

      È d'obbligo anche aggiungere, come ben sai pure te, caro Frank, che l'autorazzismo è molto meno "auto" e crucco-indotto di quello che si possa pensare.

      In realtà il razzismo tedesco esplode proprio in contrapposizione a quello che sta alle basi del progetto (pan)europeista e dei suoi fratellini.

      Razzismo di classe e razzismo di etnia, purtroppo, sono sulla medesima traiettoria e pare proprio che finiranno con il saldarsi come nella miglior tradizione anglo-liberista.

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    2. Parlavo con un nostro comune conoscente che avanzava l'ipotesi che simili campagne per l'autorazzismo siano già state sperimentate in paesi coloniali. Non sarebbe in contrasto con lo schema che vediamo all'opera.

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  2. penso che tutti questi articoli di Bagnai debbano essere raccolti e spiegati agli studenti delle scuole medie superiori di qualsiasi indirizzo.

    andando un po' OT, stamattina mi sono imbattuto in questo commento di un utente su un forum politico, come dargli torto?

    "...io ero 20 anni che sentivo le cazzate dei leghisti, della locomotiva del nord, del federalismo fiscale, della mafia che non esiste al nord,dei terroni che non hanno voglia di lavorare ecc ecc,

    poi si è scoperto che la mafia esiste pure al nord, che torino è la città più indebitata d'italia per abitante, le mangerie del mose e dell'expo, dei consigli regionali magnoni, ecc ecc

    in pratica tutte le banalità leghiste e razziste sono cadute.


    adesso la storia si replica paro paro con l'europa, e mi tocca sentire le stesse cazzate, la locomotiva d'europa, l'europa federale, la corruzione che non esiste nel nord europa, la mafia non esiste in germania, e contemporaneamente i fancazzisti non sono solo i terroni, il terronismo si è allargato a macchia d'olio. non c'hanno voglia di fare un cazzo tutti gli italiani, i portoghesi, i greci, gli spagnoli, i francesi, gli irlandesi, gli sloveni, ecc ecc

    i veneti sono un caso emblematico di gianobifrontismo. sono operosissimi e fancazzisti allo stesso tempo, a seconda che li si guardi da sud o da nord


    sarà sempre troppo tardi quando ci si accorgerà che il razzismo è dato sostanzialmente da chi fa fare semplicemente una guerra fra poveri e che le elites guadagnano di più viaggiando sotto al pil potenziale in una data area economica perchè di fatto si crea disoccupazione e quindi i lavoratori non rompono le palle ad accampare diritti.
    semplicemente viviamo in un sistema di tipo capitalistico e in questo momento sta vincendo il capitalista e la sta prendendo in quel posto il salariato"

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  3. zingy non si occupa di economia internazionale ma si occupa di petrolio ora, cos'è il brent dovrebbe saperlo..

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  4. Oggi doppia razione: due baci in fronte, due abbracci e due scroscianti applausi. Ricordi che cosa si dice in Fiorenza, quando si evoca la Juve? "Juve merda, scusami merda". La tentazione di dire "euro fascista, scusami fascista" è forte, perché non vorrai mica mettere un fascista degli inizii con l'élite coloniale attuale? (Quella che, allevata nell'odio, lavora per i dominatori nell'odio dei proprii concittadini). Non è mica facile trovare un sedicente "liberale" (sicuramente si definisce così) che gioisce per la distruzione di un popolo, definendolo un grande successo dell'€. L'autorazzismo italiano sarà sicuramente argomento di studio per i posteri: è stato un sentimento coltivato e rafforzato deliberatamente negli ultimi 25 anni. Continuo a pensare che tutta mani pulite, le articolate e coordinate campagne stampa e televisive da allora in poi sono state la cornice fondamentale, per la disarticolazione e la svendita del paese. Per favore, leggete i dati della corruzione tedesca (in casa e fuori), informatevi sul sistema giudiziario tedesco, vi procurerà qualche sorpresa. Perfino De Cecco (de Cecco, mein Gott) un paio di anni fa oerse la pazienza con la Bundesbank e ci rivelò (ma chi lo avrebbe mai pensato?) che questa splendida istituzione ritagliata nello splendore del Diamante non era poi così indipendente dal potere politico e che un suo presidente si era dovuto dimettere perché prendeva soldi dai banchieri! Ma che mi dice, signora mia? Un così elevato funzionario, con il senso dello stato appreso col latte materno leggendo Hegel, che si faceva pagare? Ma sta scherzando? Però faccia attenzione: si è dimesso, mica come qui. Ecco mi sono un po' seccato del noto ritornello. Anzi, ricordate: c'è un presidente della Repubblica federale che si è dimesso, perché gli hanno pagato una stanza d'albergo. Che popolo, saperlipopette! Sulla moglie di Cesare nemmeno il sospetto (peccato che si dicesse che Cesare era "la moglie di tutti i mariti")! Ma davvero credete una balla del genere! Davvero ve la bevete? Lo so, sono un complottista. Ma come si fa a non esserlo: Giacchè ci racconta che l'agenzia per la riunificazione (si fa per dire) ha avuto in quattro anni tre presidenti, di cui uno ammazzato a pistolettate per la strada. Ma dove siamo? A Palermo? Ah, già, ma fu uno della Rote Armée Fraktion. Trovarono il suo cappellino sul posto. Peccato che poi sia morto in un conflitto a fuoco per la strada (ricordo bene, mi sto sbagliando? Correggetemi eventualmente). E leggete, leggete in quel testo di riferimento per tutti noi, come sono stati dati i finanziamenti sempre per la riunificazione (si fa sempre per dire); ma sembra di essere a Roma. Ah, dimenticavo: sapete che sembra (sembra, mi piacerebbe sapere se è vero da qualche esperto) che la mancanza di reati associativi (cioè gli individui rispondono solo di ciò che hanno concretamente fatto; ve lo immaginate il processo Craxi? Vi immaginate qualche processo Berlusconi con queste premesse?) sia stata utile nei processi per nazismo. Così mi dice una cara amica che abita da tempo in Germania. Ma non vorrei sbagliarmi, non vorrei passare per antitedesco (viscerale, così come negli anni settanta mi dicevano che ero un anticomunista viscerale).

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    1. Va bè, lo dico io: il fascismo (un grave errore della cultura italiana) fu infinitamente migliore dell'attuale regime coloniale. Basta paragonare a) la politica sociale b) la politica scolastica, e il conto si fa da solo.
      Poi, vero che il fascismo fu responsabile di alcune catastrofi che non trovano parallelo odierno, vedi IIGM e leggi razziali: ma non bisogna avere fretta, teniamo d'occhio l'Ucraina e chissà...

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    2. No niente concessioni ai revisionismi. Il Prof, in quel tempo, avrebbe dovuto firmare il giuramento di fedelta' al regime fascista (con "riserva interiore", va da se'). Al piu' possiamo concordare che il fascismo odierno sia piu' strisciante, ma ne' meglio ne' peggio. Poi ognuno ha i propri cromosomi, il termine "anticomunista" per me esprime un sentimento - analogo al pasionario-comunista. Nei miei personali cromosomi, il comunismo rimane un'impossibile utopia positiva, ma appunto sono sentimenti.

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    3. Ottima osservazione, che serve a far capire che in effetti stiamo messi peggio di allora. A quei tempi infatti una quindicina di persone si rifiutarono di giurare. Oggi, apparentemente, una sola. Guess who?

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    4. @a perfect world, vorrei risponderti, per il detto e il non detto del tuo intervento. Ma non lo faccio, perché dovrei scrivere troppo e parlare di me: il che produce in me un immediato senso del ridicolo. Voglio solo ricordarti che in questo blog nutriamo tutti, anche grazie agli acuti interventi del suo fondatore, per Sir John Maynard Keynes: era un Lord, era un liberale, era un anticomunista. Sosteneva che Il Capitale era un libro sbagliato (Alberto mi perdonerà, se mi esprimo in maniera così approssimativa e dilettantesca). Io questo leggevo a diciotto-venti anni, per capire dove andare. Non era sentimento, era una scelta.

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    5. E' un fatto che allora chi non firmava perdeva il posto e/o era costretto all'esilio. Oggi, per ora, no. Poi se si da' davvero fastidio, la violenza si applica anche oggi, hanno solo raffinato le soglie. Cio' immagino crei il consenso della maggioranza, la dittatura non troppo violenta accontenta i piu'.

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    6. Sei un po' naif, secondo me. Ci sono molti modi di esercitare la violenza, e molti modi di perdere il posto (ad esempio, non venendo nominato a certe cariche, non avendo più lavori di consulenza, ecc.). Il potere è diventato semplicemente più furbo. Bisognerebbe anche capire che dire che l'UE è un regime, non significa, ovviamente, fare l'apologia del fascismo. E bisognerebbe anche riflettere sul fatto che certe strategie odierne hanno il grande vantaggio (per il potere) di impedire che una resistenza esplicita possa nascere. Guarda che prima o poi l'errore lo faranno, e la resistenza nascerà. Per ora il mondo è pieno di persone come te, che sottovalutano la gravità di quanto sta accadendo, e questa è la più grande vittoria del potere, una della quale potrà ancora per poco essere fiero.

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    7. Sono appunto una persona comunissima, che rischia realmente di perdere il posto assieme alla moglie. Non sottovaluto, anzi, (come ho scritto sopra, hanno solo raffinato le soglie) e la ringrazio per la risposta, spigolosa come deve essere. Sulla resistenza non saprei, un impero cosi' esteso e pervasivo non si e' mai visto, sara' inedita anche la forma di resistenza? Sono in trasferta nel New jersey, che fo rimango?

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    8. a perfect world
      oggi il posto lo perdi e basta: a loro importa solo dei nostri soldi non di quelle cose così romanticamente inutili come le firme.
      Chi non rientra nella categoria "perdente posto" è tra quelli che lavorano per pagare le tasse (da dipendente o autonomo è lo stesso) sotto la minaccia di non lavorare.
      L'esilio equivale alla migrazione per necessità, forzosa e senza alternative.
      Quanto alla violenza non esiste solo quella fisica.
      Quindi la vedo proprio pari e patta, risultato assai scontato visto che si tratta di due dittature.

      La dittatura all'apparenza "nonviolenta" non accontenta proprio nessuno (tranne il dittatore e i suoi più stetti collaboratori) soltanto che chi al massimo dello sforzo intellettivo riesce a partorire un ragionamento basato sull'inferiorità etnica è troppo imbecille per capire che siamo in regime di dittatura.

      ps
      e io che quando ho trovato Goofy pensavo che fosse solo un sito di economia... una rivoluzione copernicana a 360° in tutti gli aspetti della mia vita (unica nota negativa un certo sentimento di disadattamento).
      Se può esserle di qualche conforto, in cambio, le confido che ho capito che era il marco che rivalutava.

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    9. Sarà che sono un fedele lettore di Vico ("Scienza nuova", Degnità “Historia se repetit”) ma l’analogia storica oggi più calzante, forse, è con la sorte del Regno delle Due Sicilie al tempo dell’unificazione. Subalternità culturale e ideologica delle classi dirigenti rispetto al nemico (i Savoia, e l’Impero britannico che gli stava alle spalle). Dissoluzione spirituale e politica, voltafaccia più o meno prezzolato, trasformazione delle suddette in borghesia compradora di una colonia interna dell’entità politica inglobante. Politica monetaria di spoliazione e deindustrializzazione. In breve, condanna storica a divenire una pittoresca landa di criminali, puttane, pagliacci e lacchè. Mancheranno le insorgenze sanfediste, perché, a parte che qui nessuno ha più voglia di rischiar la pelle pro aris et focis, questa guerra viene condotta per via economico-amministrativa, non per via militare, e mentre i soldati si vedono con gli occhi del corpo, le direttive economiche, le operazioni finanziarie, la Endlosung della scuola si vedono con gli occhi della mente, cioè con la coscienza storica e culturale.
      A spiegare la nostra corsa dei lemming concorrono certo tante ragioni d’ordine storico, economico, etc.; e quando mai mancano? Dal mio punto di vista, però, una cosa mi pare risalti assai netta. Che tutto questo non potrebbe accadere così, senza che una enorme fetta di salame foderasse gli occhi di gente che altrimenti ci vede anche troppo bene. Magari, anzi probabilmente, perderemmo lo stesso, ma perlomeno proveremmo a difenderci. Perdere combattendo è bruttissimo, perché sei uno sconfitto; ma perdere senza capire il perché e il percome c’è stata una guerra è molto peggio, perché sei una vittima. Per gli sconfitti c’è la possibilità della rivincita. Per le vittime, almeno in questo mondo, no.
      E qual è, questa fettona di salame? Per come si è formata la nostra classe dirigente politica e intellettuale, è la “cultura di sinistra”, quella che si è formata intorno al valore fondante dell’antifascismo e della resistenza. Nelle sue varie declinazioni, l’abbiamo assorbita tutti fin dalla più tenera età, compreso chi come me non è mai stato militante dei partiti o dei movimenti da quella espressi (gli unici esclusi sono stati gli autoreclusi in ghetti ideologici avversi e subalterni).
      Diceva Noventa che la resistenza italiana era stata più promettente e più importante dell’antifascismo, perché era stato il movimento politico degli italiani che ammettevano di non capire – più - e di non sapere - ancora; mentre l’antifascismo – quello delle “aquile cieche” del Pd’A, i suoi amici di gioventù – era il movimento di chi da sempre e per sempre aveva saputo e capito che il fascismo era stato un errore degli altri. Naturalmente, si sbagliava: come politico, Noventa non era un gran che. Era un poeta, e i poeti vedono meglio il possibile dell’attuale. Se quel possibile che Noventa credette di vedere si fosse realizzato, non dovrei fare questi discorsi da funerale, oggi.
      [segue, mi scuso per la lunghezza]

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    10. Nel caso dei repubblichini, però, la costellazione tragica è più evidente, perché la repubblica italiana, definendosi antifascista nella carta costituzionale, ha formalmente e simbolicamente sancito la propria fondazione sulle spoglie insepolte del fratello nemico, e si è ufficialmente vietata di seppellirlo fino a quando essa medesima non sarà seppellita. Il nuovo nato si è simbolicamente legato a un morto insepolto.
      (Avevano margini di scelta, i padri costituenti? No, certo che no. Perché, che margini di scelta ha avuto Edipo?)
      Per i greci, una violazione di leggi sacre scatenava un tremendo morbo endemico, che per semplificare chiamiamo peste. Qual è, per noi, la peste scatenata dalla violazione della legge sacra che impone di seppellire il fratello (cioè di confessarlo pubblicamente tale) anche quando si comporti non solo da ribelle, ma da criminale?
      Io credo che sia la distorsione della coscienza e della realtà che oggi ci impedisce di vedere quel che sarebbe sotto gli occhi di noi tutti, e che non so ancora bene come chiamare: genocidio culturale, come diceva Pasolini? No. Melodrammatico, e consolatorio (sembra che sia tutta colpa degli altri, e non è così). Finis Italiae? Mah. Insomma, all’ingrosso ci siamo capiti: parlo del naufragio di un progetto politico durato sette secoli, che trascina con sé una voce che qualcosa ha pur detto e cantato, nel frattempo, e che forse il mondo non ascolterà mai più, sul serio mai più. Gli uomini, le nazioni, i popoli, le culture, le civiltà finiscono infatti sul serio e per sempre, e viene il momento che questa risaputa e banale nozione riguarda – incredibile! – te, proprio te.
      L’Italia sconfitta è stata governata da una classe dirigente che si sentiva (che era, certo) un esercito vittorioso; e che ha convinto se stessa e gli italiani che non loro, ma altri - altri non veramente italiani, non veramente figli della stessa madre e dello stesso padre - avevano perduto.
      La verità è, purtroppo, che la loro vittoria era una vittoria altrui: altri, veramente altri, veramente figli di altra madre e altro padre, avevano vinto anche per loro. Se avessero (se avessimo) sepolto il fratello ribelle, lo avrebbero (avremmo) riconosciuto per fratello, per figlio della stessa madre e dello stesso padre; e avrebbero (e avremmo) allora compreso che la nostra, era una condizione di sconfitti.
      Sembra poco, ma oggi si vede chiaro che è quasi tutto: perché senza quel minimo esame di realtà, come dicono gli psicanalisti, oggi noi non capiamo nulla di quel che fummo, siamo e saremo, e andiamo al macello ridendo scherzando e chiacchierando, distratti e supponenti, cinici e infantili: e questa è la straziante commedia, l’indecente grottesco che accompagna e sfigura lo svolgersi maestoso e ammonitore di questo tragico, amaro contrappasso storico.
      [fine]

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    11. [questa è la SECONDA parte del lungo post precedente. L'avevo già inserita, ma per qualche errore tecnico non è stata pubblicata. Prego di inserirla, sennè non si capisce niente. Grazie]
      [segue, II parte]
      Insomma. Fatto sta che oggi, uno come me, che fascista non è stato mai neanche lontanamente e per distrazione, è costretto ad ammettere che il pretesto, la giustificazione sbilenca, l’autoinganno, la “falsa coscienza necessaria”, come dice Marx, dei migliori combattenti della Repubblica di Salò (“facciamo la scelta, che sappiamo disastrosa, di stare con l’alleato-nemico contro il nemico-alleato, perché la vittoria degli angloamericani ci priverà dell’indipendenza non solo politica, ma culturale e spirituale”) oggi diventa vera.
      Avevano torto, i repubblichini? Certo che avevano torto. Era bene che vincessero le potenze alleate, e con loro i resistenti italiani? Certo che era bene. C’era margine di scelta, allora, fra resistenza e RSI? No che non c’era. Eppure, la menzogna dei repubblichini di allora dice la nostra verità di oggi.
      Ora, quando si verifica una costellazione storica come questa, io non ho dubbi. Dopo venticinque anni di lavoro teatrale, se mi mettono sotto il naso una tragedia, me ne accorgo; e questa è una tragedia nella sua forma più greca, classica e pura.
      Dirò di più. So anche di quale tragedia si tratta: si tratta della più melensamente celebre delle tragedie, vale a dire dell’Antigone: perché la tragedia storica italiana è una tragedia del fratello insepolto. (Hegel, filosofo intelligentissimo ma pessimo critico d’arte, ha sbagliato di grosso nella sua lettura dell’Antigone, perché ci ha trovato solo quel che ci cercava. Il fratello ribelle e sconfitto ha torto marcio, ma Creonte non ha affatto ragione. Non ne proibisce la sepoltura per le nobili ragioni da Hegel addotte, ma solo per consolidare il suo comando e salvare la poltrona nel breve periodo: chi viene dopo, si arrangi. Di conseguenza, Antigone non ha ragione solo in cielo, ma anche in terra. Leggere senza pregiudizi quel che c’è scritto per credere).
      Non parlo solo dei repubblichini. Ci sono anche i “briganti”. Oggi 2006, buona parte degli archivi militari italiani relativi alla campagna di repressione del brigantaggio sono tuttora secretati e inaccessibili. Ci sono gli anarchici, l’espressione politica dei milioni di emigrati per i quali conquista della patria grande volle dire perdita della patria piccola. Ci sono i terroristi degli anni Settanta, i figli che delirando con intransigenza, testimoniarono visibilmente, usque ad sanguinem, l’errore dei padri.

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    12. Ok: allora adesso fai tu una cosa per me. Sopprimi la tua anima ecologista, prendi una bella risma di carta e stampa dieci volte questo post. Poi recati presso il droghiere più vicino, comprati mezzo chilo di ceci, e il resto te lo immagini. Ti farà bene, e farà soprattutto bene a me saperlo.

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    13. (P.s.: needless to say, la mia è una osservazione sul metodo. Sul merito non entro, avrai certamente ragione, ma non ho tempo di verificarlo perché sto lavorando. Con affetto. I ceci poi puoi anche sciacquarli bene e cuocerli. Se li metti in ammollo subito li puoi fare domani col baccalà. Thx).

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  5. Apprezzo i grafici del post (e chissà che prima o poi li capisca anch'io), ma soprattutto apprezzo la sua bellissima lezione di storia secondo-novecentesca.

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  6. La speranza è che la cultura che riversa il Prof. sia capita ed assimilata e il Prof. non arrivi a -1.000.000 anche se il debito dei padri si tramuterebbe nella ricchezza dei figli.
    La certezza è che essendo da molto a contatto con molte persone ho capito che almeno il 90% , nonostante le apparenze, ha spento buona parte del cervello e avremo a breve una ragazzina milionaria ....
    Per la cronaca a Genova stanno svendendo tutto e fanno le valigie , non è proprio un buon segno , in 4 anni gli immobili hanno perso ottimisticamente il 30% del loro valore , ma anche con punte di 50% e nessuno compra penso che una cosa del genere sia terrorizzante ma a Roma si parla di senatori e di brioches ...

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  7. Che poi sono cent'anni che la sterlina svaluta.

    http://coppolacomment.blogspot.co.uk/2014/02/the-long-decline-of-great-british-pound.html

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  8. 'Mazza professo' quanti post, meglio, meglio!
    Intervengo a favore del mio omonimo Alessandro, quello che diceva: "a me sembra che bla bla"..
    Se la prende per una mancanza di rispetto, ma se la dovrebbe prendere (e giustamente lo fa) con i suoi colleghi. Sono loro che sminuiscono la credibilità degli economisti.
    Faceva l'esempio del medico. Certo che se un medico dice c'e' un tumore va fatta la chemio, un altro che è un raffreddore, ancora un altro che è un tumore ma se si cura è peggio, poi è normale che si perde di credibilità ognuno dica la sua incurante dei dati (se lo fa chi ha studiato).
    Da umile operaio non mi sogno di sminuire chi ha studiato una vita. Ci pensano i suoi colleghi che (tutti o quasi) in tv dicono che l'euro ci difende. Chi prende le distanze (quanti?) Dicono che l'euro non è bellissimo ma uscirne sarebbe una catastrofe. Poi c'è lei con altri due (di numero) ad avere il coraggio di dire le cose. E il più grande merito è portando i dati. Non le chiacchiere. Mostrando rispetto per la sua onestà intellettuale, e rispettando la scienza economica.

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  9. "ma adesso vado in palestra"

    QUOD NUNC RATIO EST
    IMPETUS ANTE FUIT

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  10. "Ma se i grafici di questo post non vi aiutano, vuol dire che forse avete ragione voi, cari autorazzisti..."
    Esatto!
    E' proprio questo il punto. Quando l'autorazzismo (con "auto" rigorosamente rivolto al prossimo, però!) è opinione maggioritaria, finisce per contenere del vero e avere gli stessi effetti di una reale inferiorità di popolo. Che è quello che stiamo osservando.
    Scardinare opinioni maggioritarie con la ragione è impresa da titani e solo per il fatto di provarci, la ammiro incondizionatamente.

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  11. non sempre riesco a seguire il suo blog e le sue fatiche per mancanza di tempo, ma ogni volta che visito questo blog e leggo qualcosa, trovo i suoi interventi sempre precisi, documentati e chiari. Mi congratulo con lei e spero che con il tempo la verità si manifesti .Tuttavia vorrei usare questo mio intervento, oltre che per congratularmi con lei anche per condividere, se posso quanto segue:
    io ritengo che tutto questo avvenga perché la nuova generazione di cui forse io faccio ancora parte, ha perso il senso del giusto, e che per affermare un diritto non basta un enunciato ma è necessario pretenderne il rispetto.
    Durante una discussione con un anziano signore sull'Euro e dopo essere quasi riuscito a persuaderlo che avesse torto a difenderlo, a un cento punto non ho avuto risposte per il mio interlocutore.
    Infatti, al culmine della conversazione pronunciava più o meno la seguente frase: io ho 63 anni , sono prossimo alla pensione e le mie battaglie da giovane, giuste o sbagliate le ho condotte, adesso cosa pretendi che la "rivoluzione" la faccia io?
    A questa domanda gli ho risposto semplicemente: hai ragione!
    Sono passati circa 2 anni da quella conversazione e qualche sera fa, ho ascoltato su una rete televisiva, un'affermazione più o meno simile del più alto rappresentante dell'Euro e del "PIDDISMO", un certo Prodi che incalzato dalle domande dell'intervistatore sul perché con una disoccupazione a questi livelli, vi fosse ancora pace sociale, affermava più o meno che: ai miei tempi ci sarebbero state già rivolte, i giovani di oggi sono distratti, vanno ognuno per la propria strada, sono attirati dai Social Network, e altre "smanettate" simili..... e mi è tornata alla mente la conversazione di qualche anno prima, e anche in questo occasione ho pensato :Prodi hai ragione!
    Dunque, se il "piddino" si sente superiore al popolo italiano che in quanto italiano deve essere guidato, malmenato .....e aggiungete voi quello che vi pare, è perché conducono una battaglia senza avversario, fintanto che i giovani, me incluso, anche se ho ben 44 primavere, non capirà che bisogna lottare per i propri diritti e " S C E N D E R E I N P I A Z Z A" non per un giorno o per una settimana ma per mesi, non cambierà mai nulla e non avremo che da rassegnarci e sperare che gli eventi facciano da soli il loro corso, accontentandoci di dare solo una degna sepoltura ai morti. Se mai questo commento verrà pubblicato, mi aspetto la seguente risposta: ma sei matto, noi siamo non violenti, siamo per la lotta democratica ecc, bene una GROSSA, GRASSA, risata , la mia risposta! ...... mi sono perso qualcosa , forse , ma non ho ancora visto nessuno per strada che "DEMOCRATICAMENTE" e con forza aggregante dica chiaro e tondo BASTA,
    Quando qualcuno, senza mezzi mal organizzato ha provato a fare qualcosa con la forca in mano, tutti a prendere le distanze, tutti a dire sono dei cialtroni ecc, quanti hanno avuto il coraggio di manifestare, quanti hanno preso spunto da una scintilla che era partita per aggregarsi anche con ideali e pensieri diversi,,,, io c'ero e sono rimasto solo. Alla faccia della lotta democratica.

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    1. Il Prof insegna, ovvero fornisce gli strumenti per capire meglio la realta'. Ognuno di noi reagira' secondo le proprie inclinazioni e situazioni (vincoli interni ed esterni), per esempio emigrando per tempo. Io ho aderito a tutti gli scioperi per "difendere" i livelli occupazionali nella mia azienda, ma con la chiara coscienza della fondamentale irrilevanza della mia azione, sia per i numeri (bassa adesione) che per l'effettivo potere contrattuale verso la tipica multinazionale. Chiamiamola azione velleitaria a basso rischio (ancora non sparano sugli scioperanti) e discreto ritorno di autostima. Una p.ppa insomma...

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    2. Qui si sta toccando la questione delle questioni. io sono nato nel 76 e l' anno dopo, mi racconta la storia recente per quel poco che mi sono documentato, in italia si tocca un picco di una decennale protesta/e, nella quale in alcuni momenti vediamo saldate le proteste operaie e studentesche, mi sembra con un ruolo ambiguo del sindacato o, per i sindacalisti ambiguo di alcuni protestatari. dopo di ché (è corretto scriverlo così? :) passo la mia adolescenza fino alle superiori senza interessarmi di nulla tranne che a fare a pugni. Prima di diplomarmi va al governo berlusconi, prendo parte al movim. studentesco dei primi anni '90 e scopro una coscienza politica. Dopo tento la carriera nel pds e mi va tutto come previsto. dopo 5 anni circa mollo tutto, sto male, devo trovare me stesso. quasi mi laureo in scienze politiche, ma improvvisamente sono costretto ad abbandonare per lavorare a tempo pieno.
      basta autobiografia scusatemi. non ho vissuto i 60 e 70, ma sembra di essere di fronte o a un notevole cambiamento antropologico, nel quale la vessazione e l' autoritarismo viene tollerato e le coscienze distratte da videogiochi, pc, discoteche, apice del consumismo e/o di un cambiamento "istituzionale", nel quale l' autorganizzazione dal basso fatica a trovare sbocchi politici concreti, e nel frattempo le forze e la mente si sfibrano e torniamo tutti a casa. Nel frattempo bisogna lavorare di piu' per guadagnare meno, e spesso aumenta l' indebitamento privato.
      Per un insieme di motivi nell' arco di 30 anni circa la coesione sociale va in pezzi ed ora siamo qui. Forse serve un sociologo oppure, meglio, troviamoci a cena spesso e confrontiamo le nostre esperienze, perchè senza domanda di accesso al sistema politico, la democrazia smette di essere inclusiva, quindi occorrono sforzi organizzativi al di fuori.
      Lucido e lungimirante il think tank asimmetrie, ma in assenza di conflitto sociale non so se la volubilità di voto (in italia, a differenza di altre democrazie, storicamente è trascurabile, cioè tradizionalmente votiamo per appartenenza, se prodi delude difficilmente chi lo ha votato vota centrodestra) o l' astensionismo possa bastare a ricostruire un paese. Si certo, possiamo sempre delegare i mercati, smonteranno la moneta unica e poi? Condivido il commento di STIX77, infatti, notoriamente i movimenti studenteschi anni '90 erano strumentalizzati e/o condizionati da cgil e pds/rifondazione o cmq ci provavano. D' altronde loro erano organizzati, mentre tu agivi nel massimo della destrutturazione possibile, ma almeno avevi la rete degli istituti scolastici.
      Negli ultimi anni, dall' esterno, noto una certa maturità nei movimenti stud. autunnali, ma noi lavoratori desindacalizzati o meno, li abbandoniamo perchè non abbiamo tempo, abbiamo il mutuo e la famiglia. Dobbiamo occuparci delle scuole, dei loro studenti ora, dei loro futuri insegnanti...ma quante kilocalorie servono? Grazie Alberto per questa ennesima meravigliosa sincera chiara lezione di storia. Il nuovo libro lo presenti in PIDDINIA?

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  12. Buona palestra, prof. Presto anche di lei potremo quindi dire che "gladly gave in and became a bronzed glamour boy for your sake, instead of remaining a scholar and, well, an educator" (lo becchi senza googlare, eh?).
    Per me resta sempre molto illuminante un commento di Buffagni su questo blog, per cui un ceto dirigente perdente nei confronti dei ceti dirigenti di altri paesi, quale con ogni evidenza è il nostro (con i suoi pugnetti da battere su tavoli immaginari), non ha altra strada che spingere il proprio popolo all'autodisprezzo, per fargli credere che la colpa è loro e magari evitare che a qualcuni salti il ticchio di sostituirli. Credo che siano meccanismi tipici delle colonie, ma in realtà di tutte le situazioni in cui c'è un rapporto oppressori-oppressi: c'è sempre qualcuno (anche un intero ceto) tra gli oppressi che si allea con gli oppressori sperando (a volte illudendosi) di trarne vantaggi.
    Nel ghetto di Varsavia c'era una polizia ebraica che prima aveva collaborato a deportare gli ebrei e poi fu deportata a sua volta, alla fine (fonte: Sono un assassino? Autodifesa di un poliziotto ebreo, Calel Perechodnik, Feltrinelli).
    In situazioni mooooolto meno tragiche, poche cose mi fanno tristezza come gli amici (italiani) della pagina Facebook di Udo Gumpel, che gli fanno coro tutti compiaciuti nelle sue tirate protedesche e antiitaliane.

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    1. Nat, per i corifei di Udo Gumpel scomodi la terribile situazione della polizia ebraica nel ghetto di Varsavia? Mah

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    2. Ma in realtà l'ho scomodata per quanto precedeva, Celso, e poi con le cinque "o" pensavo di avere suggerito un certo stacco.
      In realtà però ammetto che è un punto che mi duole, e parecchio: se è già umiliante che un corrispondente straniero nostro ospite si permetta tranquillamente di denigrarci, ancora più deprimente e chi gli si formi intorno una corticina di nostri connazionali plaudenti... per questo ammetto volentieri che il 9 luglio, quando finalmente qualcuno ha osato eccepire proprio sul punto delle lezzioncine in sé (vedi alla voce Godi, popolo) in effetti ho goduto (provando quella gioia contenuta e profonda così ben espressa da certi pezzi di Alessandro Scarlatti).

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  13. Ps.: Gli anni '70... Non erano rose e fiori gli anni Settanta, anzi, allora si svilupparono le proteste e le lotte studentesche e operaie tra le più intense del secondo dopoguerra, ma tutto ciò non già perché la lira svalutasse strutturalmente, ma perché c'era una concezione politica della società strutturalmente alternativa allo stato di cose esistente. Oggi, mutatis mutandis (ossia, cambiate le mutande), i nipotini del regime DC spuntano come la gramigna, inquadrati, per una nemesi storica, nel partito a quello un tempo opposto, e con orgoglio rivendicano la loro appartenenza ideale (ammesso che orgoglio e ideale siano cose alla loro bassezza) ai politici democristiani di quel periodo (last but not least la Boschi che cita Fanfani). Con la differenza, rispetto ad allora, che oggi hanno costretto gli italiani nel cul-de-sac del metodo euro.
    @ tino: fatti come quelli che dici succedono un po' dappertutto in Italia, ma è un dolore supplementare sapere che avvengono nella città medaglia d'oro della Resistenza e della rivolta del 30 giugno 1960

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    1. La Boschi prima di citare Fanfani (quello del piano casa, per capirsi) dovrebbe sciacquarsi la bocca.
      Ma credo che si sia semplicememente confusa con un altro intellettuale toscano: Collodi.

      Da sinistra sarebbe forse il caso di guardare bene chi erano i democristiani come Fanfani e La Pira. AVERNE A SINISTRA DI GENTE COSI'!

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  14. A pranzo con dei colleghi, a mensa.
    Iniziano a parlare bene della Germania, che rispetto a noi sono meglio organizzati, più efficienti, più produttivi. Intervengo: "avete ragione, i tedeschi sono più bravi di voi qua seduti in termini di produttività, organizzazione ed efficienza."
    Mi guardano sbalorditi: "come sarebbe rispetto a noi??"
    E io: "l'avete appena detto no? vi sto dando ragione. I tedeschi che fanno il vostro lavoro lo fanno meglio di voi, quindi aggiungo che costate troppo e che dovrebbero come minimo tagliarvi lo stipendio per garantire competitività alla nostra impresa. Io personalmente penso di lavorare meglio di un mio pari tedesco, per cui il mio stipendio me lo tengo."
    Non capisco perchè poi si sono incazzati... in fondo ho dato loro ragione.

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    1. E' da anni che non vado in mensa con i colleghi...

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    2. Durante un pranzo dove colleghi nordici e tedeschi cominciavano con il solito frame sud-caldo-pigro-e-indolente, ho ricordato di aver letto che un ambasciatore (inglese?) decrisse la Germania e il Giappone pre-industriali come popolati da individui troppo emotivi e pigri, non adatti a sviluppare un'industria.
      I colleghi si son fermati, e han realizzato che "e' una ruota che gira".
      Beati loro che non sanno che a volte e' un cetriolo...

      Ho pero' perso la fonte... Qualcuno se la ricorda?

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  15. ...e poi, scusate, ma non si è detto più e più volte su questo blog che le monete si svalutano o rivalutano in maniera automatica seguendo la legge della domanda e dell'offerta?
    E se il marco si rivaltava era (ed è) perchè quei c....zzi di tedeschi facevano (fanno) bene i loro prodotti e a pagavano male i loro operai ("male" rispetto alla loro produttività e adesso, con le Hartz, "male a prescindere"). Anche noi facciamo benissimo il parmigiano reggiano e la mozzarella di bufala, ma se poi ci fregano mettendo l'etichetta Parmesan alle loro ciofeche, noi come possiamo difenderci? Mettiamo la scritta MERZEDES su che cosa?

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  16. Bel post, ma non siamo gli unici ad essere autorazzisti. In Irlanda il popolo ha accettato tutte le imposizioni legate all'austerità praticamente senza fiatare. Questa cosa ha destato scalpore, come si intuisce da articoli come questo:
    https://www.opendemocracy.net/can-europe-make-it/laurence-cox/why-are-irish-not-resisting-austerity

    Eppure una cosa che non è stata discussa è come gli irlandesi abbiano accettato tutto per una solta di "colpa percepita" di esserselo meritato, sono stati troppo ingordi, avidi, e quindi è arrivata la giusta punizione. Non è che è il cattolicesimo alla base di questo autorazzismo?

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    1. Osservazione interessante. Una certa concezione della religione tende ad azzerare l'autostima - premessa fondamentale per l'esercizio incontrastato del potere. Poi una bassa autostima va a braccetto con il disimpegno, e la pigrizia, l'inerzia, l'indifferenza (Gramsci) sono attributi cosi' umani...

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    2. Non ti sembra strano che la morte dell'Impero romano sia concisa con la nascita dell' istituzione religiosa cattolica, e che con questa si sia ucciso un po' lo stesso cristianesimo e lo si stia ancora facendo?
      E comunque questo genere di propaganda auto razzista è da manuale come sa chi ha visto cos'è successo in argentina che si è "agganciata" al dollaro per dimostrare di esser più credibile, dimostrando così di non esserlo.
      Un po' come dimostrare di esser democratico non avendo idee ma delegando tutto alla maggioranza, o alla rete..
      È assolutamente da guardare il documentario sull'Argentina per farvi capire come un popolo che crede di essere zozzone ignorante, facendo leva sul potente e intimo senso di vergogna da inadeguatezza "mondiale", sia disposto alla qualsiasi. Persino a tagliare il welfare.

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  17. Lei è sempre indispensabile per andare ogni giorno un po' più in là.I piddini,almeno una larga parte,credo abbiano perso una parte della loro umanità.Così come gli Zingales e tanti altri.Non so,per questi credo si tratti una sociopatia o qualcosa d'altro.
    Per loro il risveglio sarà un vero e proprio trauma.
    Noi metabolizziamo grazie alla sua lodevole opera di divulgazione.

    P.S. Anche Caracciolo fa parte di quell'accrescimento indispensabile che ci permette di non esser più degli euro fascisti.Lascio qua il mio grazie anche per lui.

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  18. Post da incorniciare, di cui condivido praticamente ogni parola. Pero' "un'altro giro di rubinetto" da Bagnai non me l`aspettavo... Si scherza, cavajere, eh!

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  19. E comunque, permetta Prof: lei è BELLISSIMO quando s'incazza. Un sobrio inchino per il Crotalo (evito movimenti bruschi).

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  20. Grazie Professore, illuminante come al solito, e, come al solito riesce a farmi notare che sono beato! Ormai il quadro mi è chiaro, ma spesso l'ingenuità mi fa trasalire: è palese che se certi economisti sostengono l'insostenibile lo fanno per perseguire la loro sete di potere, ma non avevo fatto 1+1 : Zingales ministro!!??
    Era meglio se rimanevo "beato" e mi dedicavo, come la maggioranza dei miei concittadini, alla Fiorentina!!

    Grazie con amarezza.

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  21. Bellissimo post, abbagliante per la lucidita' e drammaticamente vero! Non ho fatto in tempo a finire di leggerlo che per poco non mi strozzo con il caffe' al bar.... gia' perche' mentre scambiavo due chiacchiere con la barista su dove avrebbe passato le vacanze, mi sento rispondere testuali parole: "A Bruxelles e dintorni, non perche' sia particolarmente bella ma per andare lontano dalle mete preferite dagli italiani!"
    Ovviamente ho pagato e me ne sono andata.

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  22. "Nel 2000, l’Unione europea (UE) ha adottato due direttive (direttiva 2000/43/CE e 2000/78/CE) che vietano le discriminazioni dirette e indirette basate sulla razza o sull’origine etnica, sulla religione o sulle convinzioni, sull’handicap, sull’età e sull’orientamento sessuale."

    Dai, su, autorazzisti, apritevi da soli una procedura di infrazione contro l'Italia, ve la meritate, no?

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  23. Caro Prof...non ho le conoscenze tecniche per giudicare il suo lavoro di economista...Allora perché vengo qui tutti i giorni a leggere?

    Perché lei è un gran "PENSATORE"...e un onestissimo intellettuale.

    Ce ne fossero tanti come lei! Sempre grazie!

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  24. Bagnai, Zingales e lo zen

    "Le lezioni del maestro Bankei non erano frequentate solo dagli studenti di Zen ma anche da persone di ogni ceto e di ogni setta. Lui non citava i sutra né si dilungava in dissertazioni dottrinali. Al contrario, le parole gli uscivano direttamente dal cuore e raggiungevano il cuore di chi lo ascoltava.

    Che lui avesse un pubblico tanto numeroso fece infuriare un prete della setta Nichiren, perché tutti i suoi seguaci lo avevano abbandonato per andare a sentire lo Zen. L'egocentrico prete Nichiren si recò al tempio, risoluto ad avere un contraddittorio con Bankei.

    «Ehi, insegnante di Zen!» gridò. «Aspetta un momento. Chi ti rispetta obbedirà a quello che dici, ma un uomo come me non ti rispetta. Puoi convincermi ad obbedirti?».

    «Vieni qui accanto a me e te ne darò la prova» disse Bankei.

    Con aria altera, il prete si fece largo in mezzo alla folla e si avvicinò all'insegnante.

    Bankei sorrise. «Vieni qui alla mia sinistra» Il prete obbedì.

    «No,» disse Bankei «parleremo meglio se ti metti alla mia destra. Vieni da quest'altra parte».

    Con aria sprezzante il prete passò dall'altra parte.

    «Come vedi,» osservò Bankei «tu mi stai obbedendo, e io trovo che sei veramente gentile. Ora siediti e ascolta».

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    Risposte
    1. Io preferisco questa.

      "È nella natura delle bestie minacciare il debole e temere il forte.
      Gli studiosi contemporanei delle varie scuole Buddiste si comportano come loro: disdegnano un saggio senza potere ma temono i governanti malvagi.
      Non sono altro che cortigiani servili.
      Solo sconfiggendo un potente nemico si può dimostrare la propria vera forza."
      Nichiren Daishonin
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  25. Prof., ho gli occhi lucidi, non scherzo!
    Come mi è capitato in quest'altra occasione; alla fine, il Silenzio, e i brividi...

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/07/05/news/redipuglia-blindata-attesi-7-mila-spettatori-1.9545217

    Un giretto da queste parti, potrebbe aiutare gli Uomini!
    Pure su qualche monte qui vicino (oltre all'Ortigara), un nome, tra tanti, ... Pal Piccolo...
    Musei, sacrari a cielo aperto "ad imperitura memoria".
    Da Aquileia partì pure il milite ignoto del Vittoriano...

    Grazie

    Non saranno mai sufficienti e non saranno mai abbastanza!

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  26. OT da Roma mi segnalano QUESTO.Credo solo perché vedo.

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    1. "happydays" (in perfetto stile Renzie)
      Propongo l'aggravante per sadismo.

      Ogni volta che sento un PD penso che sia il peggio che abbia mai sentito.
      Fino a quello successivo. Inesauribili.

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    2. Puoi crederci, te lo confermo.....ebbene si, mea culpa mea maxima culpa!
      Trascinata da amici mi sono ritrovata alla festa pudina ma almeno mi sono risparmiata i patetici comizi visto che l' obiettivo era esclusivamente eno-gastronomico! :-)

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  27. Bagnai-sensei, chiedo venia per questo secondo post ma credo sia utile per tutti una precisazione sul rapporto tra fascismo e razzismo.
    Non la faccio io ma la lascio fare al miglior storico vivente sull'argomento, Emilio Gentile del quale straconsiglio questo libro:
    "La via italiana al totalitarismo. Il partito e lo Stato nel regime fascista"

    Ed ecco il prof. Gentile:

    Il fascismo e il razzismo (e l`antisemitismo) ~ Domande alla storia

    https://www.youtube.com/watch?v=Yz1C0UcHBr0

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  28. Ammesso, per assurdo, che Zingales abbia ragione e che il nostro svalutare sia stato sbagliato, la domanda dovrebbe essere questa: "E perchè mai per riparare i presunti danni di errori politici del passato, la politica contemporanea deve rispondere creando povertà, disuguaglianza, discoccupazione, competizione a morte (quella che se non sei competitivo, cioè se non ti pieghi in modo che il tuo salario diventi piatto e lineare, devi soffrire quanto soffrono in Grecia), riduzione dei diritti dei lavoratori?
    Insomma siamo stati cattivi e ora ci tocca far morire di fame il popolo italiano? Se questa è l'Europa, tanto valeva continuare ad essere cattivi e svalutare, almeno un tempo si faceva IL MESE DI VILLEGGIATURA, ora a stento ti fai la settimana di ferie... e sono in due a lavorare!!! Pure perchè questa presunta cattiveria non sarebbe poi cosi peggio della cattiveria della riforma Hartz.

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  29. Posso capire il sentirsi coglioni; a me capita tranquillamente (sono un perfezionista), ed è un modo colorito per operare una sana e costruttiva autocritica, e poi procedere con maggiori stimoli, forze e idee. Ma è un'operazione di ricambio e rigenerazione che si effettua dal di dentro, mobilitando concentrazione e recezione attiva; l'autostima non c'entra nulla, per certi versi appesantisce e immobilizza delle energie. Mai riuscirei a comprendere il perché dell'umiliarsi ed autodenigrarsi in modo servile e supino (peraltro stupidamente, perché vera umiltà è tutt'altro) innanzi a qualcun altro (soprattutto se se la tira come il più ganzo della classe). Sono caduto come un fesso? Beh, mi rialzo da solo, o accetto l’aiuto di persone degne. Quelle davvero intelligenti, poi, tendono a collaborare e condividere le conoscenze, piuttosto che creare contrapposizioni o divergenze, e senza richiedere omaggi sperticati alla loro presunta grandezza, pur se occupano un seggio più elevato. Il fatto che sian rare non vuol dire non esistano.

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  30. "Perché, vedete, se la legge scritta che dichiarava gli ebrei esseri inferiori certo non è condivisibile, però è comprensibile in chiave storica, nel senso molto specifico che è prassi consolidata dei regimi quella di attestarsi sulle proprie posizioni di potere utilizzando la paura del diverso. Questa cosa, orrenda, deprecabile, rivoltante, disumana, è successa migliaia di volte nella storia dell'umanità".
    Anche i nativi sudamericani, gli "indios" per dire con l'equivoco che li definisce da più di 500 anni, al momento della loro "scoperta" sono stati considerati dalla Chiesa e dagli spagnoli (che non erano fascisti nel senso storico) privi d'anima per una quarantina d'anni prima che Paolo III li "riabilitasse": "Il papa Paolo III incide il suo nome sul sigillo di piombo, che mostra le effigi di san Pietro e san Paolo, e lo lega alla pergamena. Una nuova bolla esce dal Vaticano. Si chiama Sublimis Deus e scopre che gli indios sono esseri umani dotati di anima e di ragione" (E. Galeano, "Memoria del fuoco", vol, 1, "Le origini").
    Prima d'allora fior d'intellettuali e teologi avevano stabilito che gli indios fossero homunculi, come l'umanista Juan Gines de Sepulveda, che asseriva gli indios essere "servi per natura", richiamandosi perfno ad Aristotele.
    Ma la Riforma luterana stava affermandosi e la Chiesa cattolica aveva bisogno di sdoganare gli indios in quanto uomini veri per poterli convertire e legittimare il lavoro dei missionari.

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    1. Interessante!

      "Anche i nativi sudamericani[…] al momento della loro "scoperta" sono stati considerati dalla Chiesa […] privi d'anima per una quarantina d'anni […]"

      Visto che ha citato la fonte con la quale la Chiesa afferma IL CONTRARIO di quanto da lei affermato, potrebbe citare anche la fonte della sua affermazione che ho riportato sopra?

      Grazie


      P.s.: non per sterile polemica, ma per mantenere lo standard del nostro ospite, aduso a supportare con FATTI le sue affermazioni...

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    2. Nell'attesa di una risposta propongo alla lettura dei frequentatori del blog del maestro - e al nostro ospite - questo scritto trovato in rete che tratta proprio degli argomenti toccati da roberto b.
      L'autore è uno che ha lo stesso rispetto per i DATI (storici, nel suo caso) di quanto ne ha il maestro…

      P.s.: nel mio intervento precedente ho precisato che non è mia intenzione fare della (sterile) polemica, ma cercare il più possibile di stare ai FATTI… però, però, l'affermazione:

      "Ma la Riforma luterana stava affermandosi e la Chiesa cattolica aveva bisogno di sdoganare gli indios in quanto uomini veri per poterli convertire e legittimare il lavoro dei missionari"

      mi sembra proprio una sesquipedale - ancorché lievissima - IMPRECISIONE.

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  31. Occhio professore che potrei leggere un libro di Brancaccio e poi anzichè chiedere a lui venire a rompere le scatole a lei che si presta!!!! :D

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  32. Riconosco che è pesante, ma veramente pesante per un illuminista come lei vivere in un periodo buio come questo.
    Stiamo vivendo un nuovo medioevo, un nuovo oscurantismo globalizzato dove l'informazione manipolizzata crea persone inconsapevolmente ignoranti, che è quanto di più pericoloso possa esistere, persone che pensano di avere tutti gli strumenti per giudicare, ma che non si rendono conto di avere in mano nozioni distorte, false, o inutili.
    Come nella pubblicità la ripetizione ossessiva di uno slogan diventa così potente da inculcare nella mente dell'ascoltatore passivo il bisogno irrefrenabile del prodotto pubblicizzato,
    alla stessa maniera le false credenze, le idee precostituite, i pregiudizi rimbalzano identici nei titoli dei giornali e nelle televisioni, conditi in modi diversi, ma in fondo sempre gli stessi.
    Come difenderci da tutto ciò?
    Io ho una mia personale ricetta,quello di porre a me stessa delle continue domande, che mi servono a coltivare dei ragionamenti il più possibile autonomi:
    per esempio una domanda che in questo periodo mi pongo spesso è questa:
    Ma davvero abbiamo bisogno di cambiare il Senato? Davvero abbiamo bisogno di modificare gli equilibri tra i poteri definiti dalla Costituzione? Possibile che siano riusciti a convincere gli italiani che per uscire dalla crisi sia necessario cambiare le nostre istituzioni democratiche?

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    1. Ma non c'è nessun bisogno di convincerli, tanto le cambiano lo stesso e di noi se ne strabattono: è sufficiente sentire la Boschi dire che chi parla di svolta autoritaria ha le allucinazioni e si capisce tutto. La domanda è: ma la Boschi c'è o ci fa? Sembra una "dormiente" svegliata da una telefonata in codice, pronta ad affermare qualsiasi falsità e a passare sul cadavere di chiunque per portare a termine il compito che le è stato assegnato...

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    2. "Stiamo vivendo un nuovo medioevo, un nuovo oscurantismo globalizzato…"

      E dalli, possibile che il peggio a cui si riesce a pensare quando si vuole parlare di "secoli bui" sia il medioevo??? E per di più come italiani, quindi - si suppone - facendo riferimento al medioevo italiano!?!

      Ma cazzo e stracazzo, oltre a tutto il resto (oltre a tutto il TANTO resto) perché prima di fare certi paragoni non si va - anche solo col pensiero - alla piazza del Duomo di Pisa?!?!

      Se proprio si vuole trovare un paragone per gli anni di merda e piscio che stiamo vivendo - magari - si potrebbe provare col più schifoso dei secoli: il decimonono...

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    3. a me, vedendola, ha sempre ricordato uno squalo.

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  33. Nel godibile, ma certo non eccelso, Kingdom of Heavens, il regista Ridley Scott mette in bocca quella che, a mio parere, è la migliore e più iconica battuta del film al personaggio più ignobile e odioso, il templare fellone Reginaldo di Chatillon. Il quale, dopo aver massacrato qualche migliaio di musulmani e insultato la sorella di Salah al-Din strappandole il velo, la guarda con gli occhi quasi velati di tristezza e le dice: "I'm what I am. Someone has to be".
    I piddini sono ciò che sono. Il fatto che lo siano loro risparmia a me di dovermi assumere il loro ruolo.

    A tal proposito avanzo una proposta. Come molti di coloro che si avventurano in lande inesplorate in questo gruppo ci siamo talvolta trovati in difficoltà nel tentare di definire nuove categorie, ricorrendo al riutilizzo di termini che, originariamente, indicavano altro.
    Questo, unito a quello sport che sta diventando estremamente popolare un po' world-wide e che qualcuno chiama benaltrismo, ma che non è altro che totale incapacità di assumersi la seppur minima responsabilità condita dal perverso piacere del mediocre che si bea della propria mediocrità avendo trovato un imbecille da usare come parafulmini, questo, dicevo, espone il fianco all'uso della più tremenda arma di frantumamento di coglioni di massa, il "sì, ma" (o anche "ma" da solo, o qualunque altra forma di obiezione). Se a un piddino gli dici "Sei fascista" quello ti sciorinerà tutti i punti che (nella sua mente di mediocre il cui apice d'astuzia è usare un imbecille come parafulmini per la propria mediocrità) lo separano dal fascista ma mai, né domani, né tra un anno, né tra un miliardo (caso mai fosse uno scientologist) comprenderà quanto la pelata del Benito sia sovrapponibile alla propria. Né, peggio ancora, perché.
    Accettate perciò un consiglio da un membro di una community che cerca di correggere un errore simile da più di trent'anni (hacker non vuole in nessun modo dire quello che pensate voi. No, non lo so cosa pensate. Ma so cos'è un hacker, e so che non c'è alcuna possibilità che lo sappiate voi. Per esempio, Bagnai non lo sa e probabilmente manco gliene frega un razzo, ma è uno degli hacker più dotati che conosco. E dei più pazienti): coniamo un termine nuovo, uno che non abbia ancora usato nessuno ma che racchiuda in sé tutti questi aspetti che sono propri dell collaborazionista eurista. Tra di noi c'è chi sa di latino, chi di greco, chi di cermanico, e sono sicuro che almeno altre 4 - 5 lingue fra tutti i lettori le conosciamo. Raccogliamo un po' di radici, le mettiamo in una scatola, diamo una bella shakerata e vediamo che razza di etimo ne salta fuori.

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  34. @nicola strada

    Proposta nuova definizione: "manigoldi"

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    1. Calzante, ma incompleta. E non risponde al requisito di essere inutilizzata

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  35. "l'ottimo sito di Werner Antweiler"

    Ma sono le stesse informazioni che si trovano anche su quello di Banca d'Italia, giusto?
    https://www.bancaditalia.it/banca_centrale/cambi/cambi/cambi-medi

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  36. La parte tecnica è da incorniciare. La parte politica no, troppo schietta e dimostra subito i propri limiti in questa situazione. Se è vero che Zingales si sta definitivamente posizionando verso una visione anti euro è vero pure che la transizione dovrà necessariamente essere messa in atto da un personaggio in qualche modo colluso con l'attuale sistema. L'alternativa è un passaggio storico da ghigliottina anche se spero che nessuno tifi seriamente per i forconi. Quindi W Zingales, mi sembra l'ultima soluzione e personalmente mi auguro che funzioni. Professore per favore non si offenda...

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    1. Scusa, non è cattiveria, e non voglio le tue cornici, né quelle altrui, ma sinceramente comincio ad averne abbastanza di commenti di questo tipo. Vedi, quello che tu dici o lo hai letto nel mio libro (per avere espresso questo concetto sono stato aspramente criticato da sonori imbecilli), e allora che me lo ripeti a fare? Oppure non hai letto il mio libro, cosa lecita perché la sua lettura non è, né deve, né vuole essere obbligatoria, ma allora perché interpelli uno che non conosci?

      Abbiamo tonnellate di persone esperte VERAMENTE del problema e "colluse" col potere, come tu dici, pur avendo a cuore gli interessi del potere e mantenendo una certa integrità etica. Ne vuoi uno? Paolo Savona. Ecco: io non sono sempre d'accordo con lui e qualche volta non lo capisco, ma lui è stato parte dell'establishment, è ascoltato in certi ambienti, è competente (cosa che Zingales non è), ed è rassicurante per una platea molto ampia (cosa che io non sono e non voglio essere).

      Abbiamo bisogno di Zingales? Sicuro? Non è che invece abbiamo bisogno di rileggerci il Tramonto dell'euro? Ti mando il pdf? Se lo cerchi con Google lo trovi...

      E ora ti ho dimostrato i tuoi limiti in questa situazione. Che il 25 luglio 2014 ci sia ancora qualcuno che voglia darmi lezioni di politica ha dell'incredibile, ma riconduce nello spettro degli eventi possibili l'adozione dell'euro.

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  37. So già da solo di avere dei limiti, ma come peraltro già successo con i 5s una rivoluzione pacifica difficilmente si vince contro un potere così grande ed allora le alternative sono scegliere persone (sì, colluse) mediate dal sistema o serie. Peccato che mettere al potere quelle serie si rivelerà impossibile , quando accadono stravolgimenti del genere non finisce mai bene e la razionalità salta sempre prima portando il caos. Comunque OK, la chiudo qui.

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    1. Caro, tu devi leggere anche il Vangelo. Non devi fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te. Se esordisci parlando dei miei limiti (senza avere capito una mazza, come ti ho dimostrato), poi non devi prendere di aceto se ti si fanno notare i tuoi! Grazie per il commento che chiarisce quanto avevo intuito: sei venuto a fare la lezioncina. Quindi sei inutile: sei uno dei tanti che non si sanno collocare. Collocati, e poi ci interesserà quello che hai da dire.

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