mercoledì 16 aprile 2014

Per i ... (3): "Ma perché la Germagna non cresce?"

Cari lettori, grazie. Vi ringrazio perché questa è stata la giornata che ha dato un senso alla mia vita, che mi ha fatto capire quanto sia valsa la pena di spendermi al di là delle mie forze per portare una parola di verità in un dibattito così cruciale per la vita economica, sociale e politica del nostro paese, che mi ha mostrato a cosa sia servito lambiccarmi il cervello per illustrare ai daltonici che il colore del cielo si situa in uno spettro di frequenze lievemente più alte di quello del prato. Per un combattente, come io lo nacqui, è importante sapere per cosa si è combattuto, è importante sapere a cosa è servito sudare sangue.

E oggi lo so.




























































A UN BENEAMATO CAZZO DI NIENTE!



































































Ma non è un problema. Io elaboro lutti come un Cray elabora la tabellina dell'uno. Vi costringerò a capire, dovessi venire casa per casa con una mazza da baseball e farvela entrare, l'economia, non in testa, dove evidentemente non a tutti entra, nonostante er famoso libbro...

Allora: riprendiamo il discorso dal post precedente, nel quale ho spiegato come costruire il grafico della vergogna. Osservazione di un gentile lettore:



francccp ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Per i ... (2): l'inizio del declino":

appurato che si tratta di variabili differenti, nonostante io abbia letto il libro non riesco a cogliere la ragione per la quale il confronto con la singola germania non evidenzi la stessa caduta libera.

Postato da francccp in Goofynomics alle 16 aprile 2014 17:57



E la domanda è: ma perché mai dovrebbe? Cioè, fatemi capire, voi siete quelli che "la Germania è la locomotiva dell'Eurozona?". Ma questo fatelo dire ai Perotti, ai Giavazzi! I dati dicono un'altra cosa, e qui lo sappiamo benissimo! La Germania è cresciuta sufficientemente poco nel periodo pre-crisi, e questo come risultato della politica di compressione della domanda interna che tenendo bassi consumi e investimenti (perché inquinano, eh!) ha permesso di moderare il costo della vita e quello del lavoro e di esportare così tanto (ma, beninteso, solo una volta bloccato il cambio nominale, perché prima non ce la faceva).

Quindi, se, come qui tutti sappiamo, la Germania è cresciuta poco, perché mai noi dovremmo cadere a piombo rispetto a lei?

Ma quello che vi ho proposto non è un confronto con "la Germania" (che, temo, nonostante i miei sforzi, per voi continui ad essere una signora bionda che parla tedesco e vive in Germania), ma un confronto con la media europea, cioè con il "baricentro" della distribuzione dei redditi europei. Questo confronto, secondo me, è più sensato, semplicemente perché se siamo un'Unione credo sia per diventare più simili, per avvicinarci, non per allontanarci. E invece ci allontaniamo (dalla media, non dalla Germania).

Naturalmente, per come sono fatte le medie, se qualcuno sta sotto (noi) qualcuno sta sopra. E chi sta sopra? Basta calcolarlo:


(n.b. nel famoso foglio Excel i dati per Danimarca, Regno Unito e Svezia sono in valuta locale e quindi li ho dovuti convertire in euro usando il cambio nominale dell'anno base)

...e già vi sento: "Quindi la colpa è... la colpa è... del Lussemburgo!"

Ussignùr...

Allora, calma: il reddito medio EU15 è costruito come media ponderata. Ora, capita che il Lussemburgo sia un paese molto ricco: come ho detto oggi, è un paese grande come la provincia di Caserta dove tutti lavorano in banca (o in istituzioni finanziarie ancora più opache e remunerative), o, se gli va male, fanno i burocrati europei: chiaro che il reddito medio è alto!

(per inciso: nel mio caso la fortuna ci vede benissimo! La superficie del Lussemburgo è di 2586 km quadrati, quella della provincia di Caserta 2651 km quadrati. Per andare più vicino avrei dovuto dire Piacenza, ma non mi sembrava cortese per i padroni di casa. Morale della favola: vi do dati giusti anche quando li do strettamente a casaccio...)

Però... Siccome il Lussemburgo esprime circa lo 0.5% del Pil dell'Unione (è grande come la provincia di Caserta, ricordate?), il suo peso nella media non è determinante. Quindi, se proprio volete cercare un "colpevole", non credo sia il caso di cercarlo lì. Voglio dire che è sì ovvio che se noi ci siamo progressivamente scostati verso il basso dalla media qualcuno deve, per un mero fatto statistico, essersi scostato verso l'alto. Ma è anche vero che gli scostamenti significativi verso l'alto, quelli che hanno "tirato su" la media (rispetto a noi), non sono certo quelli di paesi minuscoli come il Lussemburgo, e nemmeno quelli di paesi medio piccoli come l'Irlanda.

Soffermiamoci allora su alcuni paesi un po' più grandicelli, togliendo dal grafico quelli medi e piccoli. Il risultato è questo:



e si legge così: noi abbiamo perso terreno rispetto alla media europea, e così ha fatto la Francia (vedete quanto siamo simili), e perfino la Germania (fino al 2006). Chi lo ha guadagnato? Regno Unito (ricordate? Non ho parlato di Eurozona, ma di EU15, quindi c'è il Regno Unito, poi Olanda, Svezia, ad esempio - ma anche Austria ecc.). Fra i big 5 (Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna) l'unico ad andare decisamente in su, dal 1992, è stato il Regno Unito, che, guarda caso, in quell'anno si sganciò dallo Sme (un giorno prima di noi, la sterlinetta...) e poi non ci rientrò. Dopo di che oggi succede questo (e ce lo dicono pure... ma guarda, e pensare che il Regno Unito ha monetizzato il debito: e l'inflazione, e la carestia? Povero Boeri, chi glielo dice?).

Sintesi: non c'è nulla, ma proprio nulla di strano nel fatto che un paese la cui crescita è stata compressa da un cambio sopravvalutato (l'Italia) non si discosti fino a un certo punto da un paese la cui crescita è stata compressa da una politica di repressione della domanda interna (la Germania). Queste sono cose che pensavamo sapessimo.

Ma oggi mi avete dato una grande lezione di umiltà: la mia vita è stata inutile.

Non preoccupatevi: pure la vostra.

Ma almeno se semo divertiti!

58 commenti:

  1. Vorrei porgere una parola di speranza alla sua delusione:
    forse i dubbi dipendono solo dal fatto che poi non ha più affrontato la faccenda della media del pollo e siamo rimasti ai "polli" della media. Le medie fregano un sacco di gente che è stata fregata alle medie. Da una inadeguata "offerta formativa", per adottare il lessico di chi ha interesse a mantenerla tale.
    Porti pazienza, anche nel riavvicinare i suoi lettori al ragionamento matematico ha accumulato meriti enormi e la sua vita è preziosa per tutti noi. Nulla dies sine linea.

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  2. Oltre al doveroso ringraziamento per il post esplicativo le dico cosa mi è passato per la mente mentre lo leggevo: alla storia della compressione dei salari in Germania avrei dovuto "crederci" maggiormente. Mi scuso, inoltre, per aver contribuito a ridimensionare le sue convinzioni. Al suo posto mi sarei limitato ad inveire contro il sottoscritto.

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    1. In estrema sintesi (sperando di non fare una bella figura di m....): nei paesi del sud si comprimono i salari per dare una maggiore competitività di prezzo alla merce che si esporta, ma ciò che le classi svantaggiate guadagnano se lo spendono per importare le più convenienti merci del nord alimentando il debito privato (il famigerato circolo di Frenkel); in quelli del nord si comprimono i salari per dare una maggiore competitività di prezzo alla merce che si esporta, ma ciò che le classi svantaggiate guadagnano se lo spendono per importare le più convenienti merci dei paesi brics alimentando il debito privato. Sia nell'uno che nell'altro caso non c'è il benchè minimo accenno al rafforzamento della domanda interna mediante lo stimolo sul mercato interno.

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    2. Pecchi d'arroganza. Se avesse inveito solo contro di te, tutti noi altri poveri peccatori (ché non sì è mai soli nell'errore, ricordalo) non avremmo imparato nulla e la lezione sarebbe servita (forse) a te soltanto. Colpirne uno per educarne cento, l'hai mai sentito dire? Avendo scelto un pubblico così numeroso il professore deve necessariamente adottare queste strategie, onde poter raggiungere più orecchie possibile. Del che gli sono enormemente grato, dal canto mio

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    3. guarda magna magna magna io mi metto da solo nell'ultimo banco ma credo che seclassi svantaggiatedel sud spendono per comperare le convenienti merci del nord si crea disocupazione al sud perchè le aziende che producono merci non convenienti chiudono

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    4. "un livello piuttosto alto che non impedirà comunque al governo di continuare in un percorso di crescita costruttivo, basato su austerità e tagli alla spesa pubblica." - Eh?!

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    5. @gransage sage: ed infatti questo è proprio il "famigerato circolo (aka ciclo) di Frenkel".

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  3. Quindi diamo ragione a Marco Basilisco?!

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  4. Pensavo: effetti collaterali?
    Il dibattito da lei aperto ormai si sta allargando e sta, sempre più spesso, prendendo piede. Questo è bello, ma si deve anche calcolare l'avvicinarsi di persone che magari da poco stan prendendo confidenza con i suoi post, i suoi articoli e i suoi video (e spero pure con Il tramonto dell'euro). Mettiamoci pure il clima elettorale che da sempre richiama molti italiani, almeno per un mesetto, ad interessarsi sia di politica che di economia ed ecco spiegato il perché potrebbero giungerle molte domande un pochino "strane".

    Scrivo questo post pro "neofiti" forse perché mi sento un po' la coda di paglia ;)

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  5. Ho trovato il riferimento alla GB ancora più simpatico confrontandolo con questo articolo del 2009.
    Le matte risate (amare, ma pur sempre risate)

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  6. Io sono daltonico
    Tanti italiani maschi sono daltonici
    Un grafico come questo risulta incomprensibile
    Perché non mette un simbolo sulle linee?
    Grazie, cazzo
    Altrimenti voto Beppe Grillo che ha bei disegnini

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    1. Ecco perché continuano a vedere rosso dove proprio non ce n'è....

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  7. Non solo se semo divertiti, ma sono certo che se divertiremo. Perché presto o tardi nella corazzata della non-informazione si aprirà una falla. E coloro che vedono il sole dell'avvenire nel modello alemanno si ricrederanno a causa di tre paroline magiche: GERMANY INCOME INEQUALITY.
    Prima o poi anche gli editoriali economici repubblichini, rosasalmonati (e compagnia cantando) riporteranno enunciati tipo
    1 - "since 2000, income inequality and poverty have grown faster in Germany than in any other OECD country" (lo ha detto l'OCSE nel 2008)
    2 - "most significantly, the design of the tax and social security contributions burden as well as the rising relevance of value-added taxes have exhibited negative redistributive effects for low income households" (sono gli alemanni Schmid e Stein ad averlo detto nel 2013, parlando di casa loro)
    In ogni caso, basta una ricerca su Google per capire che il successo nell'export della Germania può essere spiegato, almeno in parte, nei termini che seguono:
    "qualcuno è stato fottuto"

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  8. la prova sul post precedente con la Germania e la Spagna oltre all'Italia me l'ero fatto pure io (tutti rapportati alla media EU15... siamo umani e quindi deboli prof) e avevo concluso che l'euro non aveva fatto bene neanche ai biondi amici almeno fino al 2005... (e ora rischio) poi riforme Hartz che salvano la nazione e PIL che riparte, ma dovremmo guardare la quota salari per capire come sia stato redistribuito questo reddito.... quindi in Germania come qui un euro che chiede flessibilità al ribasso ai salari... come lei diceva oggi il PCI lo sapeva... poi ha cambiato nome e perso la memoria... comunque è colpa sua, nel senso di lei professor Bagnai, ma anche di post-PCI, non mi sarei mai ritrovato ad ascoltare Alemanno e a rovinare la domenica con gli amici di sempre perchè voterò Salvini (Borghi se si può).... e sono di Napoli! quindi il suo impegno non sarà servito ad un cazzo ma quantomeno mi sta rovinando i fine settimana, le pause pranzo...

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  9. In effetti è difficile pensare che applichi politiche deflazionistiche un paese come la Germania che non l'ha mai fatto, a parte una breve parentesi tra il 1870 ed il 2016. E le ha fatte solo per motivi contingenti.

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  10. Avvicinandosi la data delle elezioni per il parlamento europeo avremo molte occasioni di risentire con particolare frenesia i soliti luoghi-comuni su benefici dell'Euro e sulle "sciagure" che avremmo rinunciando ad esso. Ma è soltanto falsa informazione che tracima ovunque.

    Nelle ultime due settimane ad esempio avevo già riascoltato (da persone apparentemente normali, ma evidentemente puddine e/o piddine) il ritornello del "comesifaconilmutuoineuro " e anche quello della "svalutazione-inflazione-benzina". Vabbè, allora ho dato loro qualche spiegazione in materia e suggerito letture e link. Sembrava tutto ok (due anime perse riconquistate?), poi il frame-euro (come direbbe Foa) ha ripreso il sopravvento su di loro con l'argomento "lasciando l'euro tornerebbero le frontiere e dovremmo cambiare i soldi" mmm...argomento esiziale e soprattutto inoppugnabile, nel senso che è talmente idiota da non meritare alcuna risposta. Non c'è peggior sordo di chi non vuole ascoltare.

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    1. Io, francamente, ho rinunciato a spiegare la situazione, a chi non vuol capire.
      Lo trovo tempo perso, ma soprattutto cerco di evitare di farmi il sangue amaro.
      Prof. non sia deluso, sul grafico si vede bene che quando è iniziato il processo di convergenza verso l'euro, le politiche economiche dei paesi aderenti sono state di tipo deflattive, e non è un caso che tra i 15 paesi che stanno meglio, sono quelli che non hanno l'euro ( svezia, GB, etc. ), perchè hanno conservato autonomia monetaria, fiscale, e cambio flutt., e se la crisi 2008 li ha colpiti, il riallineamento del cambio li ha aiutati.


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  11. Prof però se mi fa i grafici così stretti è normale che le divergenze risultino ampliate, il problema non esiste, è un discorso di effetto ottico! Dai se fa pe ride Prof

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  12. "da un paese la cui crescita è stata compressa da una politica di repressione della domanda interna (la Germania)."

    E che ha compensato con la politica del "beggar-thy-neighbour": vendo meno a casa mia ma grazie alla compressione dei salari e al fatto di avere una moneta "debole" in rapporto alla forza dell'economia, vendo tanto fuori da casa mia.
    Da cui i continui surplus commerciali, reinvestiti nella periferia (altrimenti non hanno i soldi per comperare le merci tedeschi) senza rischio di cambio.
    Se ho capito bene, a grandi linee, ha funzionato così....

    A tal proposito segnalo:

    Integration, Currency Unions, and Balance of Payments
    Asymmetrical monetary unions, wherever and whenever they are are attempted in the absence of corresponding political institutions, have ended badly. Is the European Union heading down this road? This keynote panel featuring speakers William Mitchell, Peter Temin, Martin Wolf, and Richard Koo, moderated by Amanda Lang, probes for answers to this crucial global question.

    https://www.youtube.com/watch?v=Yjq1-OtJxAg&list=UUp5hG8rt1z2MJ9aNVxY2Xdg

    "If all the big countries are exporters, who are the importers?"

    Il Prof. Temin lo definisce come "the international paradox of thrift"... a me sembra semplicemente il paradosso della discesa di Pippo.

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  13. Io invece oggi, mentre scriveva che quel che ha fatto non è servito a un beneamato cazzo, ho capito che per una volta si è sbagliato. Di sicuro, però, ha ragione quando dice che se semo divertiti. Anzi, se stamo ancora divertendo. Rispondere per le rime a un rappresentante dell'UE che aveva attaccato con la litania del debito pubblico come causa della crisi e del dividendo dell'euro sprecato, per poi replicare che l'economia non è una scienza esatta; sentirlo garbatamente ripreso da due suoi colleghi; essere avvicinato da un altro suo collega e sentirmi dire che avevo detto una cosa giusta (pur se mi spiegava di confidare in una soluzione politica agli squilibri, buon per lui che è ottimista)... Tutto questo per un beato come me non ha prezzo. E dimostra che è proprio vero: non possono più permettersi di dire la qualunque, perché un povero pirla che gli risponde "don't piss on my head and tell me it's raining" lo trovano dappertutto.

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  14. Pur capendo ben poco di economia, oggi per la prima volta in vita mia mi sono messo a fare propaganda elettorale tra amici, parenti e conoscenti, indicando nel nome di Borghi Aquilini il candidato da sostenere. Poi ho scritto a una carissima amica (purtroppo del PD... civatiana), dicendole senza mezze misure, e con un linguaggio da strada, che mi sono rotto il cazzo di vedere spot pubblicitari in cui si dice: "Preferisco le tedesche!", ricordando come le suddette tedesche le preferirebbe Cetto La Qualunque (mah, a cosa non si deve ricorrere...). Dopodiché ho così corretto il noto modo di dire latino: "In vino atque in trivialibus verbis veritas".

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  15. Su "rete 4" trasmettono "speciale Medjugorje"..... poi ci stupiamo quando la gente vota Grillo!!!

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  16. Non si scoraggi, un paio di anni fa prima di conoscerLa eravamo tutti piddini.

    Grazie per essere venuto a Napoli.

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  17. Siamo quasi al capolinea.

    Dopo "il grande successo" conseguito a margine dell'ultimo Consiglio europeo, martedì 15 aprile, durante l'ultima sessione plenaria prima dello scioglimento, il parlamento europeo ha definitivamente approvato le tre normative Ue meglio note come "Unione bancaria". Si attende l'ennesimo trattato intergovernativo in stile Mes per la creazione del Fondo unico di risoluzione bancaria, finanziato con apposita tassazione delle banche residenti nei paesi che ratificheranno l'accordo (per ora sostanzialmente l'Eurozona).

    Facile immaginare il numero dei voti favorevoli tra i parlamentari italiani, facile immaginare su chi si rivarranno le banche per far fronte all'esborso...

    In linea con le aspettative e nel solco delle larghe intese ben note al parlamento italiano, una maggioranza schiacciante di eurodeputati ha dunque sancito il principio del bail-in cipriota (*) come modello ideale per le banche soggette al nuovo supervisore unico (aka "ce lo chiede Mario"), tutto ciò naturalmente "per spezzare il circolo vizioso tra rischio bancario e rischio sovrano" (?).

    Infatti sono attesi per il prossimo autunno da parte della Bce controlli sul patrimonio netto delle banche e successive simulazioni di tenuta davanti a diversi scenari di rischio (i cosiddetti stress test): siccome il passivo di qualcuno è l'attivo di qualcun altro, come pensate che reagiranno i creditori delle numerose banche colabrodo sparse per l'Eurozona (soprattutto spagnole, irlandesi, greche, MPS...) sapendo che i primi a a pagare il conto delle voragini in bilancio saranno loro? E non potrebbero forse, i creditori (diciamo Germania in primis), cogliere l'occasione per fare soldi scaricando un po' più velocemente anche i titoli di stato periferici prima che l'attuale bolla scoppi, stante la divergenza tra i fondamentali macroeconomici post distruzione domanda interna e il basso tasso di interesse attualmente richiesto per comprare i titoli stessi?

    Avrebbero un alibi perfetto senza nemmeno "ingenerare i dubbi" (sic) del dicembre 2010, quando la Deutsche Bank dell'allora "consulente" Giuliano Amato (ora giudice della Consulta per decreto regio) diede il via all'attacco speculativo contro l'Italia. "Spezzare il circolo vizioso", dice il compagno Weidmann. E vabbè (a meno che...).

    Ascoltate il prof: la tregua degli dei mercanti non sarà infinita, la guerra dell'euro è ancora in corso e dopo l'estate certi faccioni elettorali, corifei mediatici al seguito, cambieranno espressione. Con o senza "l'attesissima" presidenza italiana dell'Unione europea (con buona pace di re Giorgio e del barcaiolo Matteo...).

    (*) In considerazione del noto effetto a catena per cui i destini dell'eurosistema finanziario sono interconnessi, per chi avesse ancora un patrimonio e fosse interessato (cioè non io), qui i dettagli sullo "strumento di bail-in" (Parte 1, pag. 210). Più interessanti le eccezioni alla tosatura...

    PS_Luigi Zingales NOMINATO da Renzi nel cda di ENI. Puro WC?

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  18. Interessante l'articolo di oggi di voci dall'estero

    qui

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  19. Fortissimo Fabrizio Goria nella rassegna stampa di radio tre stamani. A un ascoltatore che dimostrava la scientificità delle tesi al convegno del 12 aprile replicava che Bagnai e gli altri Anti euro non hanno mai fatto un'analisi quantitativa di quello che è successo con l'euro. Se il dottor Goria ci legge, cosa che dubito, ci dica cosa intende per analisi quantitativa. Glie ne forniamo a decine.

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    1. Analisi quantitativa = Quanto rende in busta paga?

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    2. detto da uno che non ha dato un esame di matematica in vita sua...

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  20. Prof se il suo "sudare sangue" non è servito a nulla, allora io ieri avrei dovuto fare il "gesto eclatante" lanciandomi dal III piano dell'ospedale. Ero li a trovare il mio datore di lavoro. Ultra settantenne, è caduto fratturandosi l'omero. Ovviamente vista la situazione deprimente a lavoro, gira e rigira si finisce sempre a parlare di politica ed economia. Non mi sono mai esposto con lui, ho cercato qualche volta di fargli capire che se nell'84 ha costruito un impero con investimenti pubblici (spesapubblicaimproduttiva) dando lavoro a 60 persone, ora non vedo perchè d'improvviso siamo diventati tutti fannulloni, fancazzisti, corrotti, ladri..ecc! Con una certa tenerezza ieri mi parlava di Renzi, che POVERINO non lo lasciano lavorare e fare le riforme! a un certo punto uno dice che i problemi sono gli sprechi, il debito pubblico senza il quale l'Italia potrebbe partire subito. E così ecco l'idea illuminante: è stato fatto il conteggio di quanto gravi questo debito su ogni cittadino italiano...se ognuno versasse la sua quota parte ecco che allora, magicamente....
    Mi sono morso la lingua, gli ho fatto gli auguri per l'intervento e sono andato via quasi piangendo....c'è ancora tanto lavoro da fare quaggiù! ma come è possibile, mi chiedo io, che un accanito Berlusconiano possa parlare così? deprimente!

    PS poi però guardi il video della Le Pen che asfalta la Gruber e la battaglia ricomincia! Che donna!!!

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  21. Bagnai, tu non dovevi fare (solo) l'economista, ma lo scrittore (umorista) con ambizioni musicali. Sei un incrocio tra Mark Twain (80%) e Woody Allen (20%); metto anche le percentuali come si conviene ad un blog economico. Che Dio ti benedica irascibile toscanaccio.

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    1. Il Prof conferma che le persone davvero brillanti, lo sono a 360 gradi. Da cio' si corrobora un'altra mia osservazione empirica: lo specialista - ovvero brillante in una direzione ma opaco nelle altre, non esiste.

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  22. OT - In occidente, nei regimi parlamentari, le scelte economiche e monetarie dipendono dai governi ed i governi a loro volta (tranne che negli ultimi anni in Italia, per via dell'anomalia Re Giorgio/EC) vengono formati in base ai risultati delle elezioni (universali ed a suffragio diretto).
    Un dubbio che fino ad oggi penso abbia colto tutte le persone di buon senso e' quanto le preferenze della maggioranza dei cittadini vengano effettivamente riflesse nelle scelte di un governo democraticamente eletto.
    La sensazione in Italia e' infatti che i governi seguano una agenda indipendente sia dall'interesse nazionale che dal volere della maggioranza.
    Se anche il 70% dei cittadini fosse a favore del ritorno alla lira, il governo in carica cosa farebbe?
    Ed ancora, il modello di democrazia diretta 'ortottera', che appare come una interessante alternativa per far arrivare le istanze della maggioranza con piu' efficacia ai governanti, potrebbe funzionare davvero (se i due capi arrivassero davvero a proporre in rete il 'quesito referendario')?
    Per rispondere alle domande precedenti bisognerebbe conoscere se esiste un metodo scientifico per misurare chi veramente influenza l'azione di governo.
    Il metodo esiste ed e' stato usato da alcuni studiosi di Princeton (per il caso USA, ma le stesse considerazioni IMHO valgono 'mutatis mutandis' pure per l'Europa).

    http://www.princeton.edu/~mgilens/Gilens%20homepage%20materials/Gilens%20and%20Page/Gilens%20and%20Page%202014-Testing%20Theories%203-7-14.pdf

    “American Democracy? Each of our four theoretical traditions (Majoritarian Electoral Democracy, Economic Elite Domination, Majoritarian Interest Group Pluralism, and Biased Pluralism) emphasizes different sets of actors as critical in determining U.S. policy outcomes, and each tradition has engendered a large empirical literature that seems to show a particular set of actors to be highly influential. Yet nearly all the empirical evidence has been essentially bivariate. Until very recently it has not been possible to test these theories against each other in a systematic, quantitative fashion.”

    “What do our findings say about democracy in America? They certainly constitute troubling news for advocates of “populistic” democracy, who want governments to respond primarily or exclusively to the policy preferences of their citizens. In the United States, our findings indicate, the majority does not rule -- at least not in the causal sense of actually determining policy outcomes. When a majority of citizens disagrees with economic elites and/or with organized interests, they generally lose. Moreover, because of the strong status quo bias built into the U.S. political system , even when fairly large majorities of Americans favor policy change, they generally do not get it.”

    Se prendiamo per buoni i risultati dello studio (lo so, a molti sembrera' la scoperta dell'acqua calda, ma lo studio ci fornisce il termometro con cui discriminare le acque diversamente calde), per uscire dall'Eurozona il consenso della maggioranza sembra solo una condizione desiderabile ma tutto sommato accessoria, mentre quello che potrebbe avere veramente un impatto sarebbe invece far eleggere persone di provata convinzione pro-uscita.
    Personalmente ho quindi deciso di votare Claudio Borghi.

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  23. So' sconvolto: non è colpa del lussemburgo, e la germagna non è bionda. quindi, mo' brunilde ce tocca falla proprio co' la parrucca nera nera nera...
    ma gli occhi azzurri se so' salvati?
    Prescindendo dal fatto che le cose inutili spesso, molto spesso sono belle, anche se non abbiamo capito una beneamata ceppa, un risultato lo ha ottenuto: stiamo diventando bastardi dentro. ieri, discussione, per fortuna non furiosa con amico de' sinistra- eurista:
    IO: guarda che finisce...
    Lui: noooo
    IO: guarda che finisce...
    Lui: noooo
    Io: bene, scommettiamo mille lire?
    lui (ridendo tutto contento): va bene, mille lire, ahahaha, mille lire, sì ci sto!
    io: perfetto. è andata, MILLE LIRE!
    Lui non lo sa, e io mi son guardato bene dal dirgli del cambio 1 a 1 (eheheheheh)

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    1. Azz, questa è proprio perfida. Più da crotalo che da cavajere nero...

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  24. La vera tragedia (per loro) è che una parte dell'industria delle esportazioni italiane nonostante: moneta forte, mafia, infrastruttore, burocrazia, e tutto quello che volete aggiungere vero o presunto continua ad esportare o in alcuni casi aumenta le sue esportazioni e quote di mercato. E siamo in questa situazione quindi figurarsi quello che succederebbe con la giusta moneta e un amministrazione un pelo più sensata. Ma è logico che quelli ci vogliono tenere dentro fino alla fine.

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  25. Stamane il prof. era a tgcom24.
    Qualcuno riesce a postare il link?

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    1. La domanda alla giornalista di TGCOM24 se questo e questo siano una notizia è veramente degna di un grande e fine umorista.
      Alla "sventurata" (ma, in fondo, fortunata) non rimane che rispondere un sì...
      Vinceremo con un sorriso.

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    2. Giuro che non volevo metterla in difficoltà. Me piace troppo! È sempre stata gentilissima con me, che, come ben sapete e come ha rimarcato Claudio Borghi in conferenza, in fondo non me lo merito...

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  26. Un po', ma non tanto, OT. Feci il mio esame di econometria (anzi "matematica per economisti") ormai quasi trenta anni fa. Mi rendo sempre più conto che dovrei rinverdire le mie conoscenze. Potrebbe segnalare a me, ma magari anche ad altri, un manuale "abbordabile", che cioè non richieda competenze di matematica da specialista?

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    1. http://host.uniroma3.it/docenti/costantini/EconomiaUrbanaLT_file/DispenseCOSTANTINI-TRIDICO_Macroeconomia_obbligatorio.pdf

      http://www.unich.it/docenti/bagnai/mqs/

      E buon ripasso!

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  27. Scusa prof ma non puoi applicare la media pesata al reddito e poi non applicarla ai commenti che ricevi, facendo partire l'incazzatura a ogni soffio di vento.:-)
    Così ti sfibri inutilmente, poi si innesca un circolo vizioso e non ne veniamo più a capo.
    Noi siamo preoccupati, perché se ci crolli tu poi chi ci rimane?

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  28. e meno male che l'economia non è la meccanica quantistica che li ci sono i quanti incomprensibili
    e invece in economia ci sono i tanti che capiscono poco..... poi i tonti e infine i tinti di rosso a volte per ideologia e a volte per il sangue degli altri

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  29. Dall'avvento di Monti ad oggi si sono susseguiti tre governi nell'arco di due anni, e tutti hanno annunciato l'attuazione di “riforme per la crescita”. Non fa eccezione il governo Renzi che nella persona del ministro dell'Economia Padoan annuncia anch'esso le riforme per la crescita, che vanno ad inserirsi in un quadro punteggiato da slogan tipo: “la svolta buona”, “cambiare verso”, e altri artifici retorici un tanto al chilo con cui il farfallone toscano rintrona gli italiani – o meglio, una minoranza di italiani tra coloro che hanno tempo da perdere – da oltre un mese.
    Osservando il serioso Padoan si sarebbe tentati di credere che un così austero professore sappia di cosa sta parlando e disponga degli strumenti per avviare la tanto sospirata “crescita”.
    Ci sono, però, alcuni elementi che suggeriscono cautela. Il primo è che già il “sobrio” professor Monti – celebrato all'epoca come “Salvatore della Patria” - ci spiegò con austero sussiego come avrebbe risanato i conti pubblici, salvo poi peggiorarli di nove punti in poco più di un anno; cosa, questa, largamente prevista da Bagnai nell'articolo che diede origine al blog.
    Il secondo è che Padoan è lo stesso che nell'aprile 2010, nell'autorevole veste di capo economista dell'Ocse, parlava di "segni incoraggianti" e di "ripresa che comincia a partire" sulla base di previsioni poi rivelatesi troppo ottimistiche, e suggeriva l'attuazione di «un "significativo taglio delle spese" e un'azione mirata "sulle cause della debolezza della crescita", ma senza mai dimenticare i margini di manovra limitati imposti dall'elevato indebitamento».

    All'epoca Berlusconi si destreggiò da par suo nella delicata situazione di crisi che cominciava ad attanagliare l'Italia ostentando ottimismo, e vagheggiando di ristoranti pieni e di voli aerei da prenotare, tanto era il benessere in cui nuotavano gli italiani grazie al suo governo. Fu una strategia fallimentare, come poi si è visto, ma il sire dei babbei non seppe escogitare nulla di meglio.
    Tanto Monti quanto Letta, invece, non dimenticarono di muoversi entro i margini di cui sopra, avendo cura di dare una connotazione di “sobrietà” alla loro azione di governo per distinguersi dal predecessore ormai impresentabile a furia di inciampare negli scandali. I risulti però furono disastrosi, e oggi l'accoppiata Renzi-Padoan ci garantisce che se continuiamo sulla stessa strada saranno anche peggio.

    Di recente Hans-Werner Sinn ha graziosamente affermato che «L’Italia è tra i grandi sconfitti dell’euro, ma i suoi problemi, grazie alla sua industria che in fondo è competitiva, anche se è diventata solo un po’ troppo cara, sono risolvibili. Ha la possibilità di prosperare nell’euro, se accetta un decennio di stagnazione. Dovrà lasciare che prezzi e stipendi crescano molto meno che negli altri Paesi».

    Nonostante tutto ciò, non mancano gli entusiasti, chiamiamoli così, che inneggiano a Renzi e lo sostengono nel suo sforzo di rendere questo paese ancor più appetibile agli “investitori esteri” mediante la progressiva riduzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori. Su twitter, ad esempio, agisce una falange, segnalata da Mazzalai, che si è data il fantasioso nome di “@fiduciainrenzi”, e che riesce a scrivere cose tipo: “bisogna fare riforme dure come in Grecia, che è una storia di successo, appena tornata sul mercato dei BOND”.
    E “badate bene – precisa Mazzalai - che questa è la più soft il resto ve lo risparmio!”

    Ora, se la sua è una “vita inutile”, professore, questi qui sopra chi sarebbero?

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  30. Professore sarò superficiale ma dopo avere letto il suo libro, averlo integrato con quelli di Rinaldi e Giacche, e spulciato nel Suo blog mi sono fatto un'idea d'insieme della situazione ed i particolari che mi sfuggono non pregiudicano il mio giudizio. Vedo che molti cavillano su tutto secondo i loro interessi ed inclinazioni, da parte mia non avendo intenzione di diventare un macro-economista mi accontento di quello che so e, pur avendo qualche dilemma, non credo sia il caso importunarla con continue domande su cose che per Lei sono ovvietà.

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  31. O.T.

    Caro Prof. Alberto, mi porto avanti per iniziar columba e fare a Lei, a tutti Voi, i miei auguri per i giorni a venire (non solo pasquali).

    (Alessandra da Firenze...anche sotto casa mia c'è Chiara che ce lo chiede. Sic)

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  32. Letto questo? "http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/17/alitalia-gli-arabi-di-etihad-si-sfilano-non-ci-sono-garanzie-politiche-ed-economiche/955314/"
    ... e mo' chi glielo dice ai dipendenti de Alitaglia...
    per caso Fassina (http://video.repubblica.it/dossier/quirinale-elezione-presidente-repubblica/fassina-contestato-il-video/126184/124681) ?!

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  33. sto ascoltando le dotte disquisizioni del Berlu sulla necessità di "ultima istanza" ed eurobond... ci vuole una unica politica economica europea... vaccaboia, questo coi bignamini non "molla" mai XD

    Largo al Soviet del Forza PUDE per un unico, grande mercato €uroShopMedia...

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    1. Vaccaboia, l'avessero messo in una solida cella 4x4 avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per leggere almeno le istruzioni per l'uso. Tutta colpa delle togherossepoliticizzateadorologeria che puntualmente, come sempre, coordinano i processi per fargli fare campagna elettorale...

      Peccato... sarà per la (sua) prossima vita.

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  34. Ho appena finito di leggere, come da suo consiglio, Anschluss e al momento mi sento solo di ringraziarla per l'indicazione, un vero e proprio Wegmark in questa inappariscente e nuova, guerra mondiale senza armi, cibernetica. Mi corregga, ma se tutto avviene alla luce del sole e con la sola mistificazione del "pilotaggio in grande stile" dei cosiddetti "media" - ciò che non ha bisogno di alcun Bilderberg, cospirazione o favoletta gotica di sorta - è quesi certo che Cottarelli, o chi per esso, sia il novello Rohwedder - era mica già stato detto?? - di una Treuhandanstalt che Juncker ha rivendicato nel 2011 come agenzia necessaria e indipendente - ma dal governo "sotto esame", Rdt un tempo, greco e italiano oggi - e che se non ho capito male ci attende chiara chiara nel "Redemption" Fund (mi raccomando, sempre moraleggiando!).
    D'altra parte sinché in Italia ci saranno teste pensanti ben note come la costituzionalista in quota tZipras che afferma "la UE perdoni i paesi indebitati come si fece con la Germania", io - sì, proprio Io, il più lurido dei pronomi, come lei ha spesso e giustamente ricordato - sono a mia volta incline a credere che tutta questa conoscenza e trasparenza (come sempre è stato, del resto, sin dalla fondazione del mondo) non serve a una beneamata cippa...
    Ma non lo dico certo per per deporre le armi, al contrario. Solo per marchiare a fuoco nella mia mente il contesto in cui ci muoviamo, ottimamente reso dalla parafrasi del mitico incipit de Le due zittelle di Landolfi: «In uno scuorante Paese di un continente esso medesimo per tanti versi scuorante…»

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  35. Boooooom!!! Se è vero, è una BOMBAAAAA!!!
    Paolo Becchi ad otto e mezzo. E' stato un colpo di stato far cadere Berlusconi. Attraverso un complotto voluto dalla Germania che ha taroccato lo spred ed hanno spinto per mettere in fuorigioco Berlusconi. Motivo? Stavano per attuare il piano B. Visto che nel 2011 stavamo andando in defoult in governo Berlusconi con Tremonti stavano organizzando l'uscita dall'euro...
    Ta dan...

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    1. Silvio Berlusconi "fatto fuori" perché voleva uscire dall'Euro. Il possibile complotto, questa volta, potrebbe essere più di una tesi o di un teorema considerata la fonte, l'ex membro della Bce, la Banca centrale europea, Lorenzo Bini Smaghi. Un cronista politico-economico del Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard, ha sottolineato un estratto di un libro pubblicato nei mesi scorsi da Bini-Smaghi, intolato "Morire di Austerità" (editrice Il Mulino), in cui l'economista spiega come "la minaccia di uscita dall'Euro non sembra una strategia negoziale vantaggiosa (...). Non è un caso che le dimissioni (...) di Berlusconi siano avvenute dopo che l'ipotesi di uscita dall'Euro era stata ventilata in colloqui privati con i governi di altri paesi".

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    2. Ecco, e poi mi sorprendo se non danno spazio alle iniziative del prof.

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  36. a prof, su questa cosa molti di noi avremmo risposto correttamente!
    la sua esistenza quindi non è stata inutile bensì diversamente utile! ihihi

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  37. Gentile prof. Bagnai,
    mi perdoni, c'é qualcosa che mi sfugge nella spiegazione:
    1) lei dice (se ho capito bene, mi corregga altrimenti) che la Germania HA avuto un beneficio dall'euro, ma questo nei dati non si vede perché contemporaneamente facevano una politica di depressione della domanda interna, con un effetto netto complessivo negativo sulla crescita, giusto?
    Ma come facciamo a discernere i due effetti? Ha dei dati al riguardo?
    2) la francia perde ma meno di noi: cos'ha di diverso?
    3) la spagna non sembra risentire affatto dell'introduzione dell'euro, come mai?
    4) l'UK era giá in ascesa fin dal 92, come mai non si nota un "effetto euro" dal 96?
    La ringrazio per la disponibilitá e la pazienza

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  38. Mi faccio una domanda e mi provo a dare una risposta.

    Domanda (tecnica): in questi grafici come ci aspettiamo che dovrebbero essere gli andamenti dei paesi in condizioni "normali"? (Cioè a prescindere da distorsioni del mercato come la moneta unica).
    La risposta non mi sembra così banale... dovrebbe forse rimanere costante? Le economie meno mature hanno livello iniziale basso di PIL ma tasso di crescita alto, quelle mature livello iniziale alto ma tasso di crescita basso... le cose si dovrebbero compensare e dare risultati bilanciati per cui la crescita assoluta dovrebbe essere uguale? Oppure le economie mature dovrebbero avere una crescita assoluta maggiore? O minore?

    Mi sono incuriosito e ho preso un database di PIL pro capite in PPP del 2001 e del 2011. Mi risulta che la crescita assoluta in PPP è positivamente correlata con il PIL di partenza, quindi concluderei che quel grafico in condizioni normali dovrebbe essere moderatamente crescente per i paesi più maturi e moderatamente decrescente per quelli meno maturi.

    Vi sembra che fili il discorso?

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