martedì 5 novembre 2013

La prefazione di Jens Nordvig

(dal suo nuovo libro The fall of the euro - reinventing the Eurozone and the future of global investing, New York: McGraw Hill, 2014)

Reprinted with permission of McGraw-Hill Professional.


Ho scritto questo libro perché sono preoccupato per l’Europa. Sono triste e arrabbiato per la situazione dell’eurozona e per come è stata affrontata.

Sono triste perché così tanti cittadini europei innocenti sono vittime di una crisi economica devastante. Laureati giovani e brillanti a Madrid, Roma, Lisbona stanno incontrando grandi difficoltà nell’ottenere un lavoro decente – non per colpa loro, ma per colpa di politiche economiche inefficaci. E il problema non è solo la disoccupazione giovanile. Molti altri gruppi sociali nell’eurozona stanno soffrendo ingiustamente a causa di una cattiva gestione dell’economia protratta per anni.

Sono arrabbiato a causa di tutta la disinformazione sull’euro, su quello che sta facendo ai paesi dell’eurozona, e su cosa si può fare per risolvere il problema. Per un lungo periodo, la “religione” della moneta unica ha precluso ogni dibattito su politiche alternative. I politici europei sono stati istruiti a pensare l’euro in un certo modo, e un eccesso di fiducia e una visione ristretta hanno reso loro quasi impossibile il pensare in modo creativo a soluzioni alternative. La disinformazione porta a cattive decisioni, e le cattive decisioni a cattivi risultati. Milioni di persone soffrono di conseguenza.

Sono cresciuto in Danimarca. Da bambino ho viaggiato con i miei genitori in Francia, Spagna, Italia, Portogallo e Grecia per lunghe vacanze; da adolescente, sono andato in Germania per corsi estivi; quando studiavo all’università, ho passato del tempo in Spagna; e il mio primo vero lavoro è stato a Londra, come economista, impegnato nell’analisi dei mercati dell’Europa centro-orientale. Attraverso queste esperienze, ho assistito di persona all’integrazione europea.

Sono arrivato a Londra nel 2000. Ho immediatamente sentito la diversità e l’energia di quella città. Il fatto che Londra sia un melting pot culturale non dipende certo solo dal processo di integrazione europea, ma la libertà di movimento dei lavoratori all’interno del mercato unico europeo ha esaltato ulteriormente le diversità di questa città. Quando sono andato in Gran Bretagna, tutto quello che dovevo fare per iniziare a lavorare era prendere il primo aereo e andare agli uffici di East London per avere un codice fiscale.

Grazie al mercato unico, avevo il diritto di lavorare ovunque volessi all’interno dell’Unione Europea. I miei fratelli maggiori non avevano avuto la stessa libertà quando si erano laureati, qualche anno prima di me. Godevo di una nuova libertà europea, da apprezzare e festeggiare.

In quegli anni tante cose sembravano andare nella giusta direzione. Il mercato unico stava funzionando (permettendo la libera circolazione di beni, capitali e persone). L’Unione Europea aveva svolto un ruolo importante nel garantire la pace nell’ex-Jugoslavia. L’euro era stato lanciato con successo. Dieci paesi dell’Europa centro-orientale erano entrati nell’Unione Europea nel 2004. L’Europa si stava integrando in molti sensi.

Nel 2010, tutto è andato in pezzi. Come è potuto succedere? Negli ultimi quattro anni ho passato ore e ore pensando a questo. Ho scritto decine di articoli e di appunti strategici nella mia qualità di direttore delle strategie valutarie di Nomura Securities. Inoltre, sono stato il principale autore di un lungo articolo tecnico intitolato Ripensare l’unione monetaria europea, che è stato finalista al premio Wolfson nel 2012. Questo libro si basa su questi studi e su innumerevoli interazioni con investitori e uomini politici.

Quanto più studiavo la storia, la politica e l’economia, tanto più avrei voluto gridare: “Perché lo hanno fatto?!” La creazione dell’euro è stata un azzardo talmente incauto! Molte debolezze nelle fondamenta dell’euro erano prevedibili, e infatti erano state previste da tanti prima che la moneta unica fosse varata. Ma i leader europei che capeggiavano il processo di creazione della moneta unica hanno fatto da parte tutti gli argomenti contro di essa. Volevano l’euro, quali che ne fossero i difetti e i rischi.

Le altre componenti dell’integrazione europea – incluso il mercato comune con l’Unione Europea – avevano seguito un percorso di 60 anni di successi, essendo basati su un approccio gradualista. Ma il rapido salto verso la moneta unica ha creato problemi dopo solo dieci anni dalla nascita dell’euro.

Questo libro è su come l’Europa si è messa in questo pasticcio – e su quali sono le vie di uscita.




(Jens Nordvig ha firmato il Manifesto di Solidarietà, come ha fatto, ultimamente, Costas Lapavitsas, e presto avrete altre sorprese. Su alcune cose che scrive posso non essere d'accordo - ma tenete presente per chi è stato scritto questo libro: quando gli argomenti vengono presentati in un certo modo ci sono anche motivi tattici da considerare - però il punto è sempre il solito: ora che anche Giannino minaccia col ditino - la rima è voluta - c'è bisogno di leggere persone che quando affrontano il tema sappiano di cosa parlano, e soprattutto che non partano dalla logica idiota della minaccia, ma dalla constatazione del patrimonio di storia e crescita comune che stiamo dilapidando. Peraltro, sui tassi di cambio Jens è comunque uno dei massimi esperti mondiali. Se al posto suo ci fosse il noto economista col CV, Nomura perderebbe carrettate di dollari al giorno, e quindi durerebbe poco, no? Ecco. Poi io magari il ruolo dell'UE in Jugoslavia lo vedo in modo più articolato, in generale non sono sicuro che quelli dei politici siano stati tutti errori - ma me ne frega anche poco delle intenzioni: mi bastano i risultati - ecc. Come la penso lo sapete, io sempre quello sono: ego sum quis sum. Penso che sia ora di fare la cosa giusta, magari con persone che prima della crisi avrei considerato "sbagliate", piuttosto che la cosa sbagliata - minacciare col ditino - con persone che prima della crisi avrei considerato "giuste". Sono vicino a Jens nel suo sincero  europeismo, che oggi implica la necessità di smantellare l'euro, e finora non sto rimpiangendo il tempo dedicato ai suoi paper e al suo libro. Peraltro, è anche una persona molto piacevole, come sono talora gli "sporchi capitalisti"... Con una prece per i marxisti dell'Illinois, ormai superati a sinistra perfino da Oskar!).

71 commenti:

  1. Notare però come nella "Europa dei popoli" che hanno costruito, la libertà delle persone viene sempre alla fine dell'elenco. Secondo me, sono proprio programmati. Gli avranno non lavato ma macchiato il cervello, a questi qua...

    RispondiElimina
  2. Cosa abbiamo fatto ai nostri sogni, amore mio.
    Anni ad inseguirci e respingerci, sfuriate e riconciliazioni.
    Così diversi: estrazione sociale, cultura, aspirazioni, lingua persino.
    Abbiamo atteso l’età adulta, per arrenderci all’amore: figli da crescere, carriere, due vite da unire in una famiglia. All’inizio, gli amici si dividevano tra pessimismo (“troppo diversi, quest’unione sarà un fallimento”) e romantici sospiri.
    Qualcuno ha scritto che dopo la chiosa “e vissero tutti felici e contenti”, finisce la favola e inizia la vita vera. Fatta di attenzioni quotidiane, senza mai adagiarsi: quante promesse. E invece sono qui a recriminare sui tuoi egoismi ed i miei errori.
    Se fossi stato attento alle decisioni pratiche della vita insieme: le ho lasciate a te, sei imbattibile quanto a concretezza. Quella casa troppo costosa per le mie tasche: bisogna dividere tutto, insistevi.
    Quale carriera sacrificare: il tuo prestigioso impiego in quella multinazionale, o l’attività in proprio che mi regalava soddisfazioni.
    Come siamo arrivati a dirci cose tanto orribili.
    Hai sempre vissuto al di sopra dei tuoi mezzi: che triste bugia. Noi vivevamo di sogni piccoli, però eravamo felici. E non è stata forse questa scanzonata leggerezza a farti innamorare? La stessa che oggi mi rinfacci.
    Un sogno d’amore divenuto incubo: le telefonate del tuo fiscalista, puntuali alle otto ogni mattina, per ricordarmi il tasso di interesse del mutuo. Per impartirmi stucchevoli lezioni su come si onora un debito.
    Mandi i suoi figli ad una scuola meno costosa, i farmaci generici vanno benissimo. E poi quella paghetta, ma deve crescere dei principini?
    Sono i miei figli! Il nostro progetto di vita prevedeva diventassero anche tuoi, se ben ricordi.
    Hai notato, caro spendaccione, che da quando conviviamo ho educato i miei figli alla virtuosa rinuncia? Non ti sei mai chiesto il motivo, mentre i tuoi continuavano a fare la bella vita?
    Mi sembra di sentirla, quella voce da cornacchia che ti viene quando credi di avere la verità in tasca.
    E, visto che siamo agli stracci: far credere ai tuoi figli che quelle rinunce dipendano dalle nostre folli spese, è un’idiozia. Vedo il rancore crescere quotidianamente: sai come hanno chiamato l’altro giorno i loro fratelli, lo vuoi sapere? Porci.
    Quando sai bene che sto pagando tutti i debiti, ed aiuto anche i nostri vicini che hanno avuto la sventurata idea di accettare i tuoi prestiti.
    I Velazquez, dell’interno 12. Gli Anastatopoulos, del 18.
    Osservi indifferente, mentre rubo il futuro ai miei ragazzi. Sul serio sei la donna che suggerisce agli umili ma dignitosi Signori (si, con la maiuscola!) del 18, di vendersi i cimeli di famiglia per restituirti i soldi?
    Se mi avessi coinvolto nelle scelte di economia domestica, ti avrei detto che potevamo vivere felicemente di piccole cose. Invece di ritrovarci in questo casino per le manie di grandezza del tuo maledettissimo fiscalista.
    Avessi dato retta agli amici: è un sogno meraviglioso, ma prima di mettere in comune i patrimoni, realizzate una comunione di anime, di aspirazioni. Il resto verrà.
    E invece abbiamo dato vita al sogno di un ragioniere: a volte, quando la disperazione è più cupa, penso che foste d’accordo sin dall’inizio, tu e quel maledettissimo strozzino.
    Lo so, cosa mi rinfacci. Essere scanzonati e gioiosi va bene, ma ammetto di essere scivolato in più occasioni nella cialtroneria. Come al matrimonio di tuo zio, il nobile, quando mi divertii a fare le corna a tutti nelle foto. O quella volta che mi feci beccare al telefono ad esprimere colorite riserve sul sex appeal di tua madre.
    Sono stato uno stupido, anche se ammetterai che tua madre non è da Nobel della simpatia.
    E adesso, amore mio. Ascoltiamo chi consiglia di separarci, per riconquistare la perduta libertà?
    O il tuo fiscalista: ma si può contabilizzare un sogno, dico io?
    Tua madre, buona quella: sa solo dire che la separazione è una guerra.
    Le parole del nostro amore facciamole scrivere dai poeti, non dai fiscalisti, mia adorata Europa: prendiamoci per mano e usciamo insieme a riveder le stelle.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perchè non capisci che la tua amata è nei guai?
      Pensi che gli piaccia farti chiamare dal suo fiscalista?
      Lo sai che i suoi figli vanno a lavorare a qualsiasi prezzo?
      Lo sai che quella casa piace più a lei che a te? Pensi che voglia perderla?
      E allora secondo te, c' è qualcos'altro?
      Ti ricordi quando andò a comprare case in america? Ci investi molto. E ora? Ora non valgono più niente e quei soldi che metteva in più di te gli servono, anzi gli servono anche quelli in più che t' ha dato prima.
      Non te l' ha detto, vero?
      Lo sai è protestante ...

      Elimina
    2. Eh, già. Poi, visto lo spazio disponibile, ho dovuto tagliare una parte...
      "Osservi indifferente, mentre rubo il futuro ai miei ragazzi: non so quanto potrò ancora andare avanti a raccontar loro che tutto va bene e che presto ci risolleveremo."
      Ecco.

      Elimina
    3. Tu sei un poeta ...
      La leggerezza della tua poesia ci sarà testimone del genocidio compiuto dai traditori della patria, che hanno permesso un tale disastro.

      Dante li ha ficcati nel cerchio più profondo dell'inferno...
      Solo questo si meritano...

      Elimina
    4. eh ma che poeta, magari...
      ho provato a dire le cose in questo modo perché ero stufo di quelli che "eh ma tu sei contro l'unione europea"... io... che da scemo ci avevo creduto come all'avverarsi di un sogno...
      raccontata così, almeno quando arrivano in fondo qualche dubbio ce l'hanno anche loro...

      Elimina
  3. ..chissà che titoloni quando l'euro fra non molto sarà a 1,50..
    euro killer...euro rovina...euro hittler..ecc eheheeh

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tranquilli ragazzi, ci pensa Mario :D
      Poi, tutti a leccarsi le labbra e fregarsi le mani quando qualcosa va male, su... "Non è mica bello!" (per citare... gli Aristogatti, tiè).

      Anche tutto questo far notare ironicamente che se la svalutazione viene definita brutta la rivalutazione deve essere bella... oltre a diventare un po' stantio è anche rintuzzabile con una ritirata strategica nella neolingua: "infatti lo scopo dell'Unione è la Stabilità (sive Fissità in italiano - NdA) '...ch'è sì cara / come sa chi per lei £ira rifiuta' "...
      E dal quel punto della discussione in poi aivoglia (sic) a insistere dicendo che di certo la stabilità è ideale per chi è sopravvalutato ed è esiziale (sarebbe meglio eXiziale...) per chi è sottovalutato, non lo ammetteranno mai e torneranno circolarmente sulle accuse moralistiche alla svalutazione. Questo ritorno al tema iniziale è intrinsecamente orecchiabile, "vincente" (basta pensare alla parola "ritornello", usata in senso proprio e traslato... e magari più altolocatamente guardare alla forma Sonata, alla Fuga barocca): nonostante la vittoria logica il pubblico non capisce, è trascinato più dalla forma che dal contenuto. E' vitale rompere il carillon o aggiungere delle note stridenti, prokofieviane, capaci di porre la conclusione del penpensante sotto una luce sinistra. Qui le possibilità sono infinite, ma ci vuole estro E cognizione di causa. Soprattutto questa.
      Non bisogna ad esempio fare errori marchiani, come ad esempio definire gli IDE "debito estero" tout court (perché tecnicamente non lo sono, lo sono solo "moralmente").

      E' comunque un bello spettacolo, lo ammetto. Però spero si capisca il senso del mio intervento: bisogna combattere la volgare moralizzazione, la superficiale o consapevole falsità, ma cerchiamo di sorvegliare la forma, lo stile, e anche il contenuto!
      Mi rivolgo verso i volenterosi come me che qualcosa hanno studiato e orecchiato, ma non saranno mai specialisti della materia: se è una guerra, allora è diplomazia trasferita sul campo di battaglia, una faccenda delicata.
      Bisogna avere orecchio: non è questione solo di sparare, ma di farlo a tempo e senza stonare.

      Elimina
    2. "Tecnicamente" mi stai dicendo che gli IDE in entrata non sono fra le liabilities nella International Investment Position di un paese? Per sapere, visto che io l'orecchio musicale ce l'ho...

      Elimina
    3. No, infatti, sono passività nella BdP e si segnano con il "meno", esattamente come i debiti veri e propri, ma si configurano come cessione di capitale. In questo senso sono una cosa diversa dai debiti: l'investitore si fa carico del rischio su quel capitale, in un modo del tutto diverso che se fosse prestatore. A questo punto sostenere il punto "morale" che ci sta a cuore può diventare sottile per un profano. O sbaglio?

      Elimina
    4. Veramente nella BdP si segnano con un più, perché sono afflussi di capitale (almeno, era così fino all'anno scorso). È nella PNE che entrano con il meno. Il punto è che chi prende soldi deve sempre remunerarli (e la remunerazione degli IDE è più elevata). D'altra parte, chi presta sostiene sempre un rischio, che nelle relazioni cross-border è, molto semplicemente, il rischio di svalutazione (o per noi di break-up). Ma non è che mi sei andato a ripetizione da Scacciavillani ultimamente? Eventualmente ti invio decine di papers dove la NIIP è indicata come "external debt", così poi vi mettete insieme tu e lui a mandare richieste di rettifica ai vari autori! Un compito lungo, ma potenzialmente benefico: la chiarezza prima di tutto...

      Elimina
    5. Che asino che sono, BdP e PNE... Ritenni senza avere inteso.
      Grazie.

      Ma il mio punto era e rimane questo (casomai rafforzato dalle sue gentilissime risposte): chiunque non possieda la stessa cristallina chiarezza, non è meglio si astenga?

      Tuttavia un dubbio mi rimane: quando fallisce una società, i creditori non vengono prima dei detentori di quote di capitale? Inoltre tutti e due rischiano, certo, e devono essere remunerati: ma il creditore lo è ad un tasso concordato, l'investitore secondo gli utili. D'accordo, ma non mi sembra la stessa identica cosa.

      Scacciavillani volerà... volevo dire "gentaglia volerà per le scale" (Canetti), a significare che non vi ha mai posto piede: a sbagliare fo presto e fo da me, è grazie agli altri migliori di me che mi correggo.

      Elimina
    6. Ho capito, visto che viene freddo mi farò un maglioncino con le eccedenze di lana caprina che i miei "dubbi" mi procurano.

      Elimina
  4. Buongiorno, è la prima volta che scrivo e colgo l'occasione per complimentarmi. Chiarezza espositiva e lucidità di pensiero, sembra di trovarsi in un'oasi...
    In realtà sono al secondo post, quello di prima (qui sopra) è una specie di scherzo, ma molto sentito.
    Mi permetto un commento alla frase del prof. Bagnai "Poi io magari il ruolo dell'UE in Jugoslavia lo vedo in modo più articolato".
    Articolato nel senso che la dichiarazione di indipendenza croata fu caldeggiata dalla Germania... Gli scontri tra serbi e croati iniziarono nelle curve degli stadi di calcio: ebbene, in quelle croate sventolavano bandiere tedesche. Dopo l'indipendenza, la Germania fu la prima nazione a riconoscere il nuovo stato croato, a differenza di tutti i paesi occidentali. E' interessante scoprire in rete i video delle vecchie trasmissioni della tv croata, in cui tra scenografie kitsch andavano in onda serenate dal titolo "grazie Germania"...
    Questa la posizione tedesca sulla questione, ovvero quella del paese con interessi più manifesti... Per illustrare quella dell'UE, occorrerebbero forse altre cento pagine...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. potrebbe replicare il canovaccio anche qui da noi nel Lombardo-Veneto... Vedrete vedrete....

      Elimina
    2. Dal ruolo dell'Europa in Jugoslavia non escluderei il contributo di certi caschi blu olandesi a Srebrenica

      Elimina
    3. Parlare di politica estera UE è francamente un azzardo. Qualche anno fa girava una barzelletta negli USA: in occasione di un'emergenza, Obama si vede costretto a consultarsi con l'UE su questioni di politica estera. Chiede ai suoi collaboratori di prendere contatti. Alla telefonata del segretario di stato USA, visto l'orario, risponde una segreteria telefonica:
      "Questa è la segreteria telefonica del Ministero degli Esteri UE. Al momento gli uffici sono chiusi. Per conoscere la posizione della Germania, premere 1. Per quella francese, 2. Per quella inglese, 3. Per quella spagnola, 4. Per la posizione italiana, ascoltare prima tutte le altre e poi provare a premere 5."
      Nel periodo delle guerre balcaniche, i governi UE erano divisi tra posizioni filo-serbe e filo-croate. Non c'erano filo-musulmani: da qui, Srebrenica.

      Elimina
    4. quei caschi blu (anzi arancioni) si ritrovarono stritolati in meccanismi piu' grandi di loro che erano gia' da tempo all'opera. D'altronde quando si arriva alle truppe d'interdizione il latte e' gia' stato versato ...

      Ho letto qua' e la' qualcosa a proposito. La questione Jugoslava e' vecchia di secoli, ed ha a che fare con la diatriba sul panslavismo, vista come federazione degli slavi dai Croati e vista come Grande Serbia dai serbi stessi. Su questo si innestano odi etnici secolari, conflitti religiosi lasciati irrisolti dalla ritirata ottomana, il gioco delle potenze estere come gli asburgici, i prussiani, i russi imperiali prima e rossi poi, sempre pronti a fare i vasi di ferro con quelli di terracotta. Sta di fatto che vent'anni fa' la Jugoslavia titina era un paese relativamente benestante, relativamente indipendente da est e ovest, con una posizione politica che ben sapenavo far fruttare in termini di appoggi economici da US e URSS, con il piu' grande ed attrezzato esercito dei Balcani e ben piazzato anche in scala Europea. Poi il muro crollo', l'impero rosso implose e l'Europa (Centrale) volle farsi avanti, come ci ricorda Bellofiore (non mi ricordo in quale paper) il capitalismo tedesco, conclusa una sua fase di evoluzione del dopoguerra, senti' il bisogno di un nuovo Lebensraum e cerco' di espandersi nelle nuove praterie apertesi all'est, cosi' riscoprendo la naturale pulsione dell'alamannia. Di qui si creo' la necessita' di agire in stile divide et impera (chiaramente la YUG non era digeribile in blocco ne' si sarebbe prestata al gioco), sfuttando mai ben sopiti irredentismi sloveni e croati, che riesplosero grazie anche ad un momento di crisi economica nell'era post tito. I croati ringraziarono poi aprendo le porte agli usuali virtuosissimi IDE, difesi a colpi di agganci valutari e politiche di stabilita'. Di qui l'andamento disastroso degli indici principali dell'economia croata, quali la disoccupazione, da praticamente subito, ben prima dell'€, il quale ha solo messo i rivetti al sarcofago croato.

      Ma si sa', le decisioni delle elites sono politiche piu' che economiche ed evidentemente l'irredentismo croato ha pesanti debiti politici da saldare verso gli imperi centrali ...

      Elimina
    5. E non dimentichiamoci i bombardamenti umanitari €pa-Nato (e italiani in primis) su Belgrado.
      Ora, basta che il Kosovo si ripulisca dei suoi peccatucci ("L'UÇK si distinse sin dalle sue origini per connessioni - documentate presso l'Interpol - con traffici illeciti nel campo delle droghe, delle armi e della prostituzione". Wikipedia) e la Grande Europa l'accoglierà a braccia aperte

      Elimina
    6. @ Domenico (05 novembre 2013 15:58), Der fliegende Holländer (06 novembre 2013 11:11), roberto b (06 novembre 2013 11:33)

      Se permettete, mi associo alle vostre considerazioni: quella che fu fatta passare per “ingerenza umanitaria” altro non fu che un'aggressione ad una nazione sovrana in spregio al diritto internazionale, oltre che al buon senso, direi. Ricordo che l'allora portavoce della Nato, il carneade britannico Jaime Shea, assomigliava sempre più a Chevy Chase nel film Spie come noi e nel corso dei briefing con la stampa concionava spudoratamente i cronisti con dichiarazioni del tipo: “Voglio ricordarvi che questa campagna aerea è la guerra combattuta per i fini più sinceramente umanitari dei tempi moderni”. Il generale Wesley Clark non era da meno: paragonò la Nato a Dio, disse «di avere in mano le chiavi per riportare la Jugoslavia al Medioevo e con estrema leggerezza [spiegò] di non temere la III guerra mondiale».
      Tra virgolette:
      Kosovo, polemica alla Difesa. Scognamiglio contro il proprio vice, Corriere della Sera, 21 maggio 1999.

      Nella sola giornata del 15 aprile 1999 la Nato ammise di aver colpito per errore un convoglio di profughi kosovari, dopo aver tentato inutilmente di attribuire la responsabilità dell'eccidio ad una rappresaglia delle truppe serbe, mentre contemporaneamente bombardava per errore una clinica ortopedica, un cimitero e svariati villaggi nel Kosovo.
      La Nato, però, che la sa lunga, chiamava questi episodi effetti collaterali. I giornalisti, dal canto loro, definivano i comunicati Nato: “crudo linguaggio militare”. Saper usare bene il linguaggio è importante quando devi raggirare l'opinione pubblica.

      A suon di effetti collaterali, furono accoppate oltre 5000 persone, in prevalenza civili.
      E in tutto ciò i tedeschi hanno le loro pesantissime responsabilità.

      Elimina
    7. Scusate: sono perfettamente d'accordo con voi e infatti l'ho detto anche nel post. Questi sono fatti e i fatti non si discutono. Come è un fatto che la Nato non è l'Unione Europea, e che se un cittadino olandese fa parte di una forza di interposizione Onu che si comporta come si è comportata, la responsabilità è di chi comanda (l'Onu) e non dell'Olanda (e quindi, per traslato, dell'Unione Europea).

      La Wille zur Macht e il Drang nach Osten tedeschi, che sempre ci son stati e sempre ci saranno, sono la causa ultima di quei massacri, e su questo blog lo abbiamo anche detto. Vi ricordo, però, che alcuni politici europei (in particolare Mitterand), erano convinti (perché non erano intelligenti) che l'Unione Europea fosse un modo per contenere queste millenarie vocazioni del popolo germanico, o più esattamente dei suoi governanti. Quindi anche se non sono d'accordo con la valutazione di Jens, che nella sintesi della prefazione sembra, su questo punto, assolutamente positiva, e anche se vi ringrazio per aver ricordato a me e a tanti altri come andarono le cose, vi esorto però ad apprezzare la complessità del problema storico, come fa Domenico.

      Elimina
    8. Grazie professore per il suo cenno, mi ha fatto davvero piacere.
      Su Wille zur Macht e Drang nach Osten, sembrerebbe approssimarsi sempre più un contrasto via via più accentuato tra UE (ma dire Germania credo renda meglio l'idea) e Russia.
      Lo testimoniano le pressioni sulla Moldova e le controversie al confine russo-ucraino (la questione ucraina in realtà va avanti da qualche annetto oramai...).
      Vorrei aggiungere anche una considerazione su quanto scrive bargazzino ("potrebbe replicare il canovaccio anche qui da noi nel Lombardo-Veneto... Vedrete vedrete....").
      In realtà ho la sensazione che il tentativo sia già stato fatto (e sia anche andato molto vicino a riuscire): sono anni che mi chiedo a chi possa esser mai venuta l'idea di una simbologia tanto strampalata e lontana dalle italiche tradizioni, quale è quella fatta di riti celtici, dio Po e amenità varie. E' solo una sensazione eh, ma insomma...

      Elimina
    9. @kthrcds (06 novembre 2013 13:59)

      Ha fatto bene a ricordare gli "effetti collaterali" dei "liberatori" NATO nella guerra jugoslava ... anche se in Italia non DOVREBBE essercene bisogno (di ricordarli, intendo) viste le esperienze in loco ... ma si sa che la memoria non è coltivata molto nel nostro Paese. E pensare che c'è chi ci ha costruito sopra una fortuna (sulla memoria). E' proprio vero: siamo pieni di tesori che non riusciamo a valorizzare ! Forse ha ragione il prof: ci meritiamo l'euro !

      Elimina
    10. Per chi volesse approfondire la questione jugoslava (o ex-jugoslava) ho trovato interessanti questi testi, tutti editi da Beit:
      Stevan K. Pavlowitch, Serbia. La storia al di là del nome, (2010).
      Joachim Hösler, Slovenia. Storia di una giovane identità europea (2008).
      Ludwig Steindorff, Croazia. Storia nazionale e vocazione europea, (2008).
      Su Srebrenica: G. Franzinetti, Bosnia: guerra civile, sterminio, genocidio, Novecento, vol. 2 (2009), pp. 235-249.

      Elimina
  5. Caro prof, sono sconcertato.

    "Marco Buti, the most senior member of EU Monetary Affairs Commissioner Olli Rehn's staff, isn't exactly viewed as a friend of Germany in Brussels. The chief economist of the European Commission, a native of Italy, has a tendency to blame many euro-zone ills on the nature and effects of German economic policy."

    Questo è l'incipit. Le righe successive, ancora peggio.

    "Sometimes he is troubled by austerity dictates from Berlin meant to clean up the finances of crisis-ridden countries. And sometimes he feels that Germany is too stingy because it's unwilling to spend more to jump-start the economy. Buti is especially irked by the imbalances within the euro zone. In his view or the world, countries like Germany are partly responsible for the turbulence in southern countries because they flood them with goods."

    "An old debate is returning with a vengeance."

    Crede di leggere l'edizione tedesca della populista Bild? Niente affatto. Sul foglio dei "falchi", l'Handesblatt? Per nulla.

    Siamo su Der Spiegel. La pubblicazione di gran lunga più autorevole e prestigiosa in Germania. E che gode di grande reputazione e di un riconosciuto status di "obiettività" tra i lettori tedeschi. La prosa è palesemente anti-italiana, ed è parte di un articolo intitolato "Economic Doghouse: Complaints about German Exports Unfounded"
    , posizionato a metà tra un articolo che discute della "Crescente rabbia nei confronti dello spionaggio tedesco a Berlino" e del pezzo intitolato "Gli USA spiavano il telefono di A. Merkel?". So che sembra incredibile, ma questo è il tono degli articoli di questa settimana. Si immagini quale possa essere l'impatto della serie di pietosi, e vergognosi, tweet che il presidente della Commissione Barroso ha sparato oggi sul web.

    Da vero europeo, provo una grande rabbia nel vedere a che punto stiamo arrivando. A leggere la chiusura dell'articolo, "This is just what Schäuble and his officials like to hear. "Fortunately," says a senior official, "there are people besides Marco Buti." non si prospetta nulla di buono.

    RispondiElimina
  6. Gentile prof.,
    penso però che l'Euro sia solo il peggiore e il più dannoso degli errori della UE. Ma non è il solo. Proprio l'impianto della UE è sbagliato e la sua antidemocraticità trova fondamento ben prima dell'Euro.

    Sembra altrimenti che l'UE fosse un emblema di libertà e prosperità rovinato dall'Euro. L'Euro non è un errore ma un pezzo ben preciso del disegno originario.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E ora devi trovare dove ho detto il contrario, oppure stai fuori per un po'. Non ti spiace, vero? Prima di criticarmi devi leggermi, e capisco che è un problema: ho scritto tanto. Ma guarda il bicchiere mezzo pieno: era tutto vero.

      Elimina
    2. E' il tema dell'ultimo bellissimo libro di Barra Caracciolo. Da leggere se si ha voglia di arrabbiarsi parecchio ...
      A parte gli scherzi, è uno strumento utilissimo a smascherare tutte le zuppe demagogiche nelle quali viviamo annegati da quando è iniziato il processo di costruzione europea.
      Per rispondere invece su Prodi: forse, e dico forse, ricomincerò ad ascoltarlo dopo aver sentito da lui un sincero e articolato mea culpa..

      Elimina
    3. Professore,
      mi spiace che ci abbia visto una critica nei suoi confronti.
      La critica era piuttosto rivolta all'autore del libro e nello specifico alla parte:
      [...]
      Le altre componenti dell’integrazione europea – incluso il mercato comune con l’Unione Europea – avevano seguito un percorso di 60 anni di successi, essendo basati su un approccio gradualista. Ma il rapido salto verso la moneta unica ha creato problemi dopo solo dieci anni dalla nascita dell’euro.[..]

      Elimina
    4. Ma non ci ho visto una particolare critica. Solo una visione un po' parziale del problema. Allora: che dal crollo dell'Unione Sovietica (non quello "anagrafico", quello effettivo) il pendolo della politica mondiale si sia spostato a destra è abbastanza ovvio. In un percorso di 60 anni l'integrazione europea è stata gestita prima in un modo, poi in un altro. Nemmeno io parlerei di 60 anni di successi, ma al tempo stesso non parlerei nemmeno di 60 anni di disegno criminale. Per questo c'è Donald (che sul blog non risponde, e forse fa bene). Mi sono spiegato? Poi io sono criticabile, anzi criticabilissimo!

      Elimina
  7. Scusate ma non capisco che vuol dire da vero europeo, da vero europeista o similari. Quanto a volermi sentir libera di girare e lavorare e vivere nel mondo mi sentirei eventualmente mondialista. Mangio meglio in Francia che in India, ovvio, e sono più culturalmente vicina (comunque) alla Germania che alla Cina. Certo che l'Italia dovrà continuare ad interfacciarsi in primo luogo con i vicini geografici e certe politiche in materia di ambiente, agroalimentare, energia, emigrazione ecc. sarebbe preferibile fossero coordinate. Francamente altro non mi viene in mente quanto all'essere europeista convinta.

    RispondiElimina
  8. Salve a tutti, nuovo del blog, iscritto dopo Pescara (mannaggia a voi), non mi fa caricare la foto (meglio per voi). Lo sto leggendo e mi sta piacendo molto, la lettura va un po' a rilento ma solo perché continuo ad infilarci nel mezzo varie letture, proprio ieri a causa del retweet di un prof di provincia ci ho infilato pure Anschluss di Giacché, la smetta (continui) grazie :) non so se é uscita la versione ita ma anche quella eng é comprensibilissima anche se non si é madrelingua. Lo porto sempre con me sul cell e spesso é lettura della pausa pranzo (facilita la digestione dopo una mattinata nel mondo piddino e ti prepara ad affrontare meglio il dopo). Ci sono dei punti che mi piacciono un sacco ad es. quando dice che non ci sono stati fino ad oggi movimenti che sono stati capaci di articolare una proposta credibile a causa di un "nonanalytical approach", beh qui l'opera der Cavajere Nero é assolutamente analitica ed almeno io personalmente lo devo ringraziare, ma anche no :), per avermi aperto gli occhi ed introdotto a questa fase post piddina, pre non si sa bene cosa, in cui la consapevolezza del disastro mi infonde una tranquillità che non avevo prima brancolando nella totale ignoranza, per cui continuando imperterrito a volermi fare del male son giunto qui. Buona serata

    RispondiElimina
  9. Sì, ok, è abbastanza Off Topic, epperò:
    Grandissimo professor Guarino a Radio24 da Minoli "Coraggio x schiodare la gabbia!"
    http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/mix24/2013-11-05/litalia-svendita-192440.php?idpuntata=gSLAR3QqX&date=2013-11-05

    Chapeau!!!

    RispondiElimina
  10. Risposte
    1. sai che paura il Mortadella che minaccia i luogotenenti, per tradizione, del Niente :-D

      Elimina
  11. Dico una cosa una cosa ovvia. Per mantenere l'euro i paesi che lavorano dovrebbero ritornare i soldi sotto forma di investimenti a fondo perduto ai paesi che aquistano . Come succede al nord italia nei confronti del sud. Ma il sud italia e' migliorato nella storia della repubblica? No. e' rimasto povero. Allora cosa far pensare che l'Italia migliori rimanendo agganciata alla Germania?

    RispondiElimina
  12. Oggi sul Fatto Quotidiano ho trovato questo articolo che è sullo stesso tono del blog.

    RispondiElimina
  13. in realtà il SUD nell'era degli investimenti e del boom economico ha incrementato il proprio PIL del 10% relativamente al nord.
    il suo crollo è avvenuto con una moneta rivalutata post unità d'Italia e immagino in un periodo di austerità.. ops!
    c'è da dire che nel calcolo del PIL bisognerebbe comprendere come questo fosse già sovrastimato (te credo, a prezzi superiori) e quindi visto che se fissi un prezzo se ne muove un altro.. visto che i "p" sono stati gonfiati via rivalutazione evidentemente è crollata la quantità...
    hai voglia quindi di sperare in una ripresa economica dell'Italia.. e chissà quanto PIL dobbiamo perdere ancora rispetto ai cermanici

    RispondiElimina
  14. Io ho trovato questi altri articoli:
    1) EU opens door to showdown with Germany on trade surplus (Telegraph).
    2)"Eurozona: sanzioni alla germania su avanzo commerciale" (articolo che rimanda al primo).

    Sanzioni?!?! Ma di cosa parlano? Davvero la rinuncia (ipotetica) di uno 0,6% sulla bilancia commerciale può riuscire a riequilibrare l'eurozona?

    RispondiElimina
  15. Il piddino sapiens, rimasto al medioevo in quanto a logica, ha già sviluppato le necessarie contromisure, mediante il seguente sillogismo ad uso del popolo:

    - Jens Nordvig è contro l'euro
    - Jens Nordvig lavora per Nomura
    - Nomura è (a scelta uno dei seguenti) un potere forte/uno dei peggiori esempi di capitalismo finanziario/una delle cause della crisi
    - Quindi (a scelta uno dei seguenti) i "poteri forti"/il capitalismo finanziario/chi ha causato questa crisi vuole l'uscita dall'euro

    ma poiché:

    - noi piddini siamo contro (a scelta uno o più dei seguenti) i poteri forti/il capitalismo finanziario/chi ha causato questa crisi vuole l'uscita dall'euro
    - allora noi siamo contro l'uscita dall'euro!

    In caso di piddino sapiens sapiens seguirà prova ontologica della necessaria esistenza dell'euro, immanente nell'area geografica dall'epoca della formazione dei continenti.

    (P.S.: ditemi che OsKar "con la K" è Lafontaine, non quell'altro con la C....)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, io intendevo proprio il nostrano Oscar (in romano: Oscare) from Amerika, quello il cui blog aveva un nome che era un invito (Chicago), raccolto dagli elettori. Curioso che oggi abbia avuto uno scambio con Jens il cui contenuto era esattamente quello del tuo commento. La sua conclusione, dopo avermi raccontato che un suo collega era stato aggredito in metropolitana perché aveva una cartella col logo Goldman Sachs, era: sono d'accordo che le banche hanno fatto troppi errori, ma quando le si usa come capri (o caprii, secondo Puglisi) espiatori per offuscare la comprensione dei problemi il dibattito non va molto avanti. E in questo, ahimè, i marxisti dell'Illinois hanno le loro responsabilità...

      Elimina
    2. L'avevo intuito, ma speravo che qualcuno mi dicesse il contrario....

      Elimina
    3. Ho iniziato a frequentare da poco il blog, leggo, mi informo, studio ma non ho ancora fatto mio lo slang. Mea culpa. C'è una doanda che mi lascia sveglio la notte e turba le mie inutili giornate : chi .... sono i marxisti dell'illinois?

      Elimina
    4. A proposito di piddinate dette da non pdini, e per giunta avversissimi ai pdini, ma piddini pure loro, ricordo la linea ufficiale di una delle varianti dei duri e puri, con la quale vi deliziai tempo fa come esempio di logica:

      1) L'€ è invenzione del capitalismo
      2) La critica all'€ è funzionale al/ fa il gioco del/ capitalismo.

      Il messaggio neppur tanto retrostante è che, l'eliminazione dell'€ essendo un obiettivo limitato, tale eliminazione deve dunque considerarsi un obiettivo di retroguardia, fuorviante e piccoloborghese, perché in realtà bisogna tendere ad abbattere tutto il sistema etc etc etc.

      Nel ricordo di una canzone dello Zecchino d'oro dei verdissimi anni - anche contrassegnati dalla lira - verrebbe da ribattere: "Avanti, dinne un'altra/ ma che sia la verità".
      Ma viene il sospetto che per qualcuno ciò sia un'incapacità storicam...ops, geneticamente determinata - o viceversa, a scelta del lettore.

      Elimina
    5. @gkano: il riferimeno all'Illinois arriva dai "Blues Brothers", se hai visto il film capisci subito perché è usato per i marxisti de noantri..... se invece ti mancano i "Blues Brothers" allora studia e poi ripassa.....

      Elimina
    6. @porter
      http://www.youtube.com/watch?v=19xQnbbl-YE
      grazie

      Elimina
  16. @Domenico
    a proposito di Prodi, il prof su twitter ha scritto "Come vi ho detto a Pescara, i piddini sono di due razze: gli ex-PCI si schianteranno sull'iceberg, gli ex-DC lo aggireranno"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. l'avevo ascoltata in diretta streaming da Pescara e mi aveva fatto molto sorridere... alla luce delle recenti (e per me sorprendenti) giravolte di Prodi temo sia anche molto profetica...

      Elimina
  17. Mi capita abitualmente, in contesto lavorativo, di avere contatti con un paio di simpatici PDni che partecipano attivamente alle riunioni tenute dalla loro establishment.
    Un paio di giorni fa' mi è capitato di chiedere ad uno di loro: "Che cosa fate in quelle riunini? Di che cosa parlate? Quali sono le attuali vostre politiche in favore dei lavoratori? Come giustificate l'entusiasmo per l’adesione all'Euro e all’UE visti i risultati?"
    Il PDno mi ha risposto: "Ma tu sei rimasto al secolo scorso! Non ci occupiamo più né di lavoratori né di questioni sociali: per queste cose ci sono i tecnici! Di Euro non se ne parla per niente."
    Ed io: "E quindi, come passate il tempo?"
    Il PDno: "C'è stato l'Illuminismo: basta con l'influenza della religione nella politica! Ci siamo evoluti: adesso ci occupiamo di diritti civili. Per il resto ci sono i tecnici che sono competenti in materia (…sempre per merito dell'Illuminismo)".

    A quel punto ho capito che i PDni non sono piddini perchè, in verità, hanno due neuroni e non uno, ma i due neuroni non sono connessi tra loro:
    - il primo neurone è quello illuminista;
    - il secondo neurone è quello ideologico religioso, quello della cieca fede nei tecnici.
    Lì ho capito il bipensiero in "1984" di Orwell!

    Rivolgendomi al suo primo neurone, ho consigliato di leggere un minimo di filosofia, tipo la critica della ragion pura di Kant e la dialettica di Hegel.
    Poi, visto il suo scetticismo sull'approccio filosofico, ho consigliato di studiare il primo teorema di incompletezza di Gödel per mettere fine alle sue pretese positivistiche.
    A quel punto il suo secondo neurone si è svegliato protestando con il mio approccio logico matematico.
    Non mi è rimasto che consigliare al suo secondo neurone quest'altra lettura: "La ribellione delle élite. Il tradimento della democrazia" di Christopher Lasch. L'ho invogliato accennando al fatto che l'autore ha preferito rinunciare all'ipotesi di allungare la propria vita con trattamenti chemioterapici per mantenere la lucidità necessaria per completare la stesura di quel libro.

    Vedremo se ci sarà un seguito.

    RispondiElimina
  18. Siamo al delirio totale! Deflazione può essere un vantaggio per il sud d'Europa Ahahahaah illuminante uno dei commenti:
    "
    Beh....se la mettiamo così anche i suicidi possono essere positivi per il sud Europa, se poi a suicidarsi fossero i pensionati ancora più positivo, pensate che risparmio ne avremmo.......non prendo in considerazione una epidemia di suicidi di massa dei politici Italiani, pensate al vantaggio economico e di godimento generale ci sarebbe.

    Ma non credete che quest'ottimismo, il vedere sempre le cose dal lato positivo, cominci ad essere stupidità asfissiante, cinicamente deleterio ed offensivo per le fasce più deboli dei cittadini che oggi stanno patendo pene d'inferno?
    "

    RispondiElimina
  19. “ALLELUIA”, dopo “IL COMPAGNO OSCAR”, anche “IL COMPAGNO SQUINZI” si è accorto che in Italia ed in Europa c’è qualcosina che non funziona.

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-06/squinzi-prioritario-intervento-lavoro-italia-deflazione-151419.shtml?uuid=ABLHG

    Dagli uffici tesserati di “CONFINDUSTRIA”, gli devono essere arrivate cattive notizie. “Gli industriali senza più industrie, non vogliono più rinnovare la tessera della associazione”.

    Qualcuno avverta “LETTA NIPOTE”, Fassina, ed “I COMPAGNI DI LOTTA E DI MERENDE” tutti, che gli industriali mica vogliono “MORIRE PER MAASTRICHT”, il raccolto è stato abbondante, ed ora si vogliono ritirare a vita privata e godersi i frutti del euro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non è che gli industriali senza più industrie hanno realizzato che di questo passo dovranno fare la tessera alla IG Metal ?

      Elimina
  20. Approposito di sorprese, non sarà che Lars Svensonn e Zsolt Darvas firmano il Manifesto da qui a breve?

    RispondiElimina
  21. La mia idea è che questi mutano ma non muoiono.
    Tali signori prima firmano poi si lamentano, dal portaborse al ministro.
    Con tassi cosi bassi per anni e una situazione stagnante in ogni dove la scusa è li a portata di mano e ....come sempre....sarà colpa di qualcun" altro o di noi italiani.

    RispondiElimina
  22. Nigel Farage: un "electoral storm" è previsto per maggio 2014. La risposta strafottente di Van Rompuy, il non-eletto. Molto democratica.
    http://www.youtube.com/watch?v=CtaUlIX9ezo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma Farage, pure se tory dalla testa ai piedi, è un grande... "Let's find it out on the battleground next may!" : che stile.

      Elimina
  23. Ma domani, Profe, (cioè oggi) ci sarà un suo articolo su Prodi sul "Secolo XIX"? (notizia filtrata dal dipartimento zenese di controinformazione, che, com'è noto, fa le scarpe al Nsa)

    RispondiElimina
  24. @Daniele Bufffa
    dopo aver compreso che nel dibattito bisogna chiamare anche chi è favorevole al cancro (eh, par condicio) ora apprendiamo che un po' di cancro farebbe bene a tutti..
    ma diciamolo.. ampiamente prevista pure questa deriva stronzologica

    RispondiElimina
  25. ho visto la gabbia.
    ottimo il nostro Prof. Rinaldi anche se effettivamente sembrava una partita Roma vs Monaco.
    non vorrei mai che si incominciasse con i cori da stadio e si finisse con qualcosa di ben piu' grave, come abbiamo letto nei precedenti commenti, gli indizi pero' ci sono tutti...
    effettivamente il Prof. Rinaldi ha fatto la domanda del secolo: CHI sara' il politico che ci portera' fuori dal pantano? eh gia'...chi?
    ps oggi 7/11/2013 e' un anno estatto che e' uscito il libro, mai così attuale come ora e la consapevolezza dell'eurogabbia aumenta sempre di piu' tra le persone.
    Grazie Prof. Bagnai.

    RispondiElimina
  26. Ma com'è che si svegliano solo a destra? (anche se io ormai considero che dx e sx siano solo direzioni sul piano bidimensionale)

    RispondiElimina
  27. Caro Prof., cari amici, ho le lacrime agli occhi sentendo le ultime notizie dalla nostra Grecia.
    Ultimo concerto orchestra sinfonica nazionale e chiusura ERT, giugno 2013.

    La poesia di Brenda Behan, irlandese, per il primo concerto di Mikis Theodorakis e Maria Farantouri, 1974, dopo la dittatura in Grecia, ripreso dalla televisione tedesca.

    RispondiElimina
  28. La notizia sulla legge greca che punisce con la reclusione chi si oppone a regolamenti UE o a decisioni degli comunitari è "sparata" in tutta evidenza da Il Giornale. Viene ripresa con evidenza da Libero. Corriere della Sera, La Repubblica, L'unità non pervenute..quale politico si prenderà la responsabilità di determinate scelte? Quali partiti politici? Le risposte possono non essere bene accette ma temo (magari qualcuno spera) si stiano delineando con chiarezza...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il fatto che qualcuno dia le notizie è ottimo. finalmente. il fatto che questi temi con ogni probabilità faranno parte delle prossime campagne elettorali, lo è altrettanto. tuttavia mi è chiaro che chi ne parla, lo fa per calcolato tornaconto. realpolitik, così come il mio sarà legittimo cinismo elettorale ovviamente.
      al di là di tutto, se quel concetto espresso in termini così grevi ("culona inchiavabile") fosse stato reso con una prosa più forbita, avrei annoverato la citazione tra quelle rimarchevoli del nuovo secolo...

      Elimina
    2. Giunone marmorea?

      Marco Sclarandis

      Elimina
  29. @Il Velo di Maya
    per fortuna il prof lo aveva detto e noi quindi eravamo preparati.
    Detto questo, ahimé non capivo la storia da ragazzino.. insegnata per come si fa la cosa ora mi appare ovvia!
    avessero spiegato meglio l'inizio del novecento e di come fosse spuntato il nazismo non saremmo stati qua ad ammazzarci per un piatto di lenticchie

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.