domenica 30 dicembre 2012

Da quell'arida zolla...



Il 30/12/2012 13:34, Massimo Rocca ha scritto:
Non so se ti piace la Dickinson, comunque qualche "minimo" dubbio l'hai seminato perfino in Rose rosse per lui....

L’agenda Monti appare quindi come l’ultima versione della teoria “dell’austerità espansiva”, fastidioso ossimoro ormai criticato persino dal Fondo monetario internazionale. Se si vuole andare al sodo, il documento montiano può ridursi ai pochi e lapidari punti del secondo capitolo che si aprono con l’affermazione “che non si può seriamente pensare che la crescita si faccia creando altri debiti”. In base a questa indimostrabile affermazione, Monti trae la conseguenza che bisogna attuare in modo rigoroso il pareggio di bilancio, seguire pedissequamente la road map tracciata dal fiscal compact, dismettere il patrimonio pubblico destinando i proventi “integralmente” alla riduzione dello stock del debito pubblico.
Qui il punto di incrocio, almeno sulle prime due decisive questioni, con la Carta d’intenti è evidente. Quest’ultima nelle battute finali (quelle che contano di più, come più volte ha detto anche esplicitamente il segretario Bersani) ribadisce la necessità di “assicurare la lealtà istituzionale agli impegni internazionali e ai trattati sottoscritti dal nostro Paese, fino alla verifica operativa e all’eventuale rinegoziazione degli stessi in accordo con gli altri governi”, senza però assumersi l’impegno di promuovere o sollecitare quest’ultima. Infatti Bersani in una recente intervista al Financial Times afferma di non avere alcuna intenzione di rinegoziare il fiscal compact, anzi di essere d’accordo con il ministro delle Finanze tedesco nel rafforzarlo ulteriormente costruendo un organo di controllori autorizzati a mettere il naso nella formazione del bilancio di ogni singolo paese membro della Ue.
Che la si guardi da una parte o dall’altra la situazione ci appare quindi bloccata. A decidere sono le nuove normative europee qualunque sia il governo in carica. Monti con la sua agenda non fa altro che metterlo in evidenza. Come ricordava qualche settimana Carlo Bastasin editorialista del Sole 24 Ore “un governo post-Monti dovrebbe comportarsi più o meno allo stesso modo del governo attuale”. Anzi “qualsiasi sarà il prossimo governo rischia di avere ancora meno margine di manovra” di quello appena defunto. La pubblicazione dell’agenda Monti fa dunque ulteriore chiarezza su un punto, per chi non l’avesse ancora compreso o facesse finta: la ricusazione del fiscal compact – su cui costruire da subito alleanze concrete con i paesi mediterranei e tutti quelli in difficoltà nella Ue – è la vera discriminante programmatica su cui si giocano le prossime elezioni. E’ l’unica possibilità per ridare un senso alla politica, che consiste nello scegliere fra strade diverse e possibili. Altrimenti ce ne è una sola, quella già decisa a Bruxelles.

Il 30/12/2012 18:13, Alberto Bagnai ha scritto:
Caro Massimo,
io ti ho sempre voluto bene, e continuo a volertene (anzi, ce la facciamo a fare uno stravizio insieme sotto le feste?). Qui però mi pare che non ci siamo. Quello che Gianni non vuole capire, e anzi, ora ci faccio un post (se ho tempo) è che il Fiscal compact si ricusa da solo, perché è semplicemente inapplicabile. Forse mi vuoi dire che per un politico questa giravolta può essere un modo abile di giocare sul sicuro? Forse lo è. Ma il problema è che a queste persone manca SEMPRE la forza morale o intellettuale di capire perché il Fiscal compact è una necessaria conseguenza dell'euro. Il che non significa urlare "no euro". Ma da un politico di sinistra, se anche per motivi di opportunità la verità non vuole dirla, mi aspetto almeno che collochi i puntini al posto giusto. E questo Gianni non lo faceva né nella sua sfumatura "lavatura di carne", né nell'attuale sfumatura "cipria". Il rosa diventa un po' più carico, ma non è così che si eviterà di vedere il rosso del sangue.
Se mi dai il permesso, il post sarà questo nostro scambio, più eventuale replica, perché io del mio istinto politico mi fido poco e non sono sicuro di essermi espresso bene, né di aver capito bene!
Un abbraccio e buon anno.
A.

Il 30/12/2012 19:46, Massimo Rocca ha scritto:
Figurati, certo che va bene. Io sono un ottimista e quindi cerco di cogliere i movimenti del ghiacciaio. Del resto gente che era comunista, nel senso del socialismo reale, quarant'anni dopo la morte di Stalin, la si misura "geologicamente". E la sinistra è come l'Austria ai tempi di Napoleone,  Ils sont toujours en retard d'une armée, d'une année et d'une idée.
Ora la messa in discussione della consecutio Euro, Unione Europea, Europa, diciamo alla Breznev, l'europeismo reale, non può che costare una immensa fatica a chi era, forse è, convinto, che il fiume scendesse dalla parte opposta Europa, Unione, moneta. E ancora la sinistra è sempre stata per forza di cose intrisa nella retorica del vincolo esterno. Dai tempi di Napoleone terzo, il legno storto poteva essere raddrizzato solo con l'aiuto degli zuavi, delle navi inglesi a Marsala, dei Prussiani a Sadowa, e dei Cosacchi in marcia verso le fontane del Bernini. Per cui anche re Giorgio poteva strologare sui danni dello SME, al riparo degli SS20, e una volta spazzati via quelli, e dovendo fare da soli, si/ci siam trovati un'altra stella polare. L'Europa, più politically correct di così. Ah se ci governassero i tedeschi di Brandt e di Schmidt, o gli Svedesi di Palme, i francesi di Mitterand o di 35ore Jospin, perfino gli spagnoli GonzaloZapateristi, hai visto che gli hanno fatto ai preti!
Poi naturalmente va a finire che sposi Blair e Schroeder con vent'anni di ritardo. Tu parli dell'internazionalismo del Samoiedo e dell'Algonchino, ma in realtà è  solo Guicciardini, se fiderai negli italiani sempre avrai delusione. E come ti sei ritrovato a fare i salti mortali davanti ai carri armati di Budapest mo' ti tocca fare lo Juri Chechi di fronte alla Merkel. Per cui siam sempre qui, a farci prendere dai frisson per il mi sento più al sicuro sotto l'ombrello della BCE e l'esaurimento della spinta propulsiva dell'europeismo. È la battaglia tra la lunga durata di Braudel e il lungo periodo di Keynes. Io sono storico di formazione, tu economista.

Il 30/12/2012 20:08, Alberto Bagnai ha scritto:
Allora dopo ti pubblico. Ammetterai che anche se di formazione sono economista (in realtà flautista), sto cercando di smettere. Proprio per avere il conforto di intuizioni come questa ho aperto il blog.


(e voi sapreste dire con parole vostre al compagno Gianni per quale motivo il Fiscal compact è una conseguenza necessaria dell’euro? Gli sapreste spiegare perché un altro euro non è possibile? Suggerimento: usate la teoria dei saldi settoriali...)

123 commenti:

  1. E mentre sento Torny Guerani scaldare i motori ai box, aggiungo che la Dickinson non l'ho mai letta. Qualche limite bisognerà pur darselo. Ho letto Saffo, Gaspara Stampa, e Vittoria Colonna (per interposto madrigale), e poi ho smesso con le donne, come con l'economia: non per delusione, ma per mancanza di tempo...

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    1. L'ottimismo di Rocca mi pare completamente immotivato: fin dagli anni Settanta i dirigenti della sinistra sapevano perfettamente quali sarebbero state le conseguenze reali dei "vincoli esterni". Lo dimostra il dibattito sullo SME che si è svolto alla Camera dei deputati il 13 dicembre 1978, di cui abbiamo spesso parlato (scaricabile qui: http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf#nav)
      La retorica del "che bello se ci governassero i tedeschi o i francesi" è stata usata ad arte per far ingoiare ai lavoratori scelte che chiaramente andavano contro i loro interessi, lucidamente appoggiate da chi li avrebbe dovuti rappresentare.
      Quando è diventato necessario fare una netta scelta di campo (appunto tra negli anni Settanta-Ottanta) e cioè decidere fra difendere i ceti deboli (e dire addio alla possibilità di governare) o accreditarsi come forza di governo "responsabile", la sinistra ha fatto la sua scelta...
      I dirigenti quindi sapevano, così come probabilmente sa Gianni, ma se fosse in buona fede allora dovremmo pensare che egli non sappia nulla, non abbia capito nulla, di tutto ciò che è accaduto alla sinistra politica negli ultimi trent'anni. Ora, questo è abbastanza improbabile, ma ammettiamo che sia vero. In tal caso l'unica cosa che sarebbe sensato chiedergli è di smettere di fare il dirigente politico. Facendo così un gran favore a se stesso e agli altri.
      Adesso qualcuno di questi dirigenti ha capito che gli è utile sparare sul fiscal compact, anche per differenziarsi dal PD. Basterà un seggio sicuro o un posticino di sottogoverno per calmarne i bollenti spiriti....
      Spero che quel che ho scritto risulti abbastanza chiaro, l'ho scritto in fretta e con una bimba di 4 anni in braccio. Entrambi auguriamo un buon 2013 ad Alberto e a tutti i lettori di questo blog!
      Fabrizio Tringali

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    2. Ciao Fabrizio. Scusami se ti chiamo ma come hai fatto a trovare quel file nel sito della camera???

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    3. @Fabrizio Tringali
      ...ma visto che passi di qui. Ho acquistato l'ultimo numero di Alfabeta2 perché volevo leggere il tuo intervento (con Marino Badiale) e quello di Cremaschi.
      Il vostro per me è una coferma in senso positivo e lo è, in tutt'altro senso, anche quello di Cremaschi, che pure, a sinistra mi sembra tra i più lucidi (ma anche i più lucidi, a sinistra, hanno le visioni ormai).

      La visione di Cremaschi è la seguente:
      "La rottura con l’Europa monetarista
      potrà’ avvenire solo come rottura
      all’interno del paese. Non nascerà da una
      politica di unità nazionale contro l’euro,
      ma dalla sconfitta della nostra borghesia
      multinazionale e compradora. Questo ci
      metterà in relazione con le analoghe lotte
      dei popoli europei, ovunque, anche in
      Germania, sottoposti alla stessa politica
      di rigore e austerità liberiste."

      Non capisco come si sconfigga la borghesia multinazionale e compradora restando nell'euro né per quale motivo lo scenario della "lotta dei popoli europei" sia più realistico di quello di una politica di "unità nazionale".

      Ma vorrei conoscere la tua opinione sulla posizione di Cremaschi che immagino tu abbia letto integralmente (e naturalmente vorrei avere anche l'opinione di Bagnai).

      Penso di essere solo moderatamente OT, visto che non son poche le ginestre che pretendono di crescere sull'arida zolla...

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    4. Come vi ho accennato altrove, la mia opinione su certe riviste piddine ve la darò fra un anno. C'è un simpatico retroscena che meritate di conoscere. Cremaschi mi fa pena. Il che, tutto sommato, è sempre meglio che farmi schifo. Venire a patti con la realtà, a lui come a Ferrero, non costerebbe molto, visto che non contano più nulla. Ma preferiscono giocare alla politica, e io li capisco. Se ti piace giocare...

      Certo, la Settimana Enigmistica non la pratica, i puntini non li sa unire. E ricordiamoci tutti una cosa: non è importante solo quello che si dice, ma anche quando e come lo si è detto. Cremaschi, come Ferrero, come Gianni, qualsiasi cosa succeda è già fuori tempo massimo. Ricordiamocene quando ci saranno i prossimi queruli appelli all'unità della sinistra.

      Possibile che io, oggi, mi debba sentir dire da Radio Popolare se non mi sento a disagio perché Berlusconi sostiene tesi simili alle mie? (alle mie? Manica di ignoranti...). Io ho risposto che il problema è loro, della sinistra, di questa sinistra.

      Una prece.

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    5. @Davide Ercole: rispondo volentieri, così posso ribadire che è sempre importante risalire alle fonti originali, ai documenti ufficiali. Oggi è facile reperirli, è una delle grandi possibilità che ci offre Internet. Nel caso specifico, segnalo che la Camera dei Deputati ha creato un ottimo sito contenente i materiali storici. All'interno vi sono comodi motori di ricerca. Eccolo: http://storia.camera.it/

      Più in generale, nei documenti ufficiali o negli atti parlamentari si trovano spesso relazioni estremamente utili alla comprensione dei vari provvedimenti. Per esempio, sul fiscal compact segnalo un ottimo dossier a cura dell'Ufficio Affari Internazionali del Senato: http://www.senato.it/documenti/repository/dossier/affariinternazionali/2012/Dossier%2094%20DN.pdf

      @antonino: anche a me Cremaschi sembrava tra i più lucidi, purtroppo ha scelto di creare un comitato "no debito" quando noi avremmo bisogno di un comitato "il problema non è il debito. E' l'euro.", che sarebbe almeno utile a fare un po' di buona informazione.
      Probabilmente sapeva che dire la verità (credo che la sappia) gli avrebbe allontanato alcune realtà che a lui fanno riferimento, ma che quando sentono parlare di "sovranità nazionale" iniziano ad ululare, ad abbaiare contro le derive nazionaliste e a sproloquiare di internazionalismo. Cioè questi pensano che l'euro sia "internazionalista". Si potrebbe pensare che siano leggermente in confusione e non capiscano la sottilissima differenza fra "internazionalismo" ed "annessione al più forte". Ma non li sovrastimerei. Per lo più si tratta di reazioni pavloviane: se inizi a pronunciare la parola "nazional..." ululano e ringhiano, se inizi a pronunciare la parola "internazional..." applaudono e gioiscono. Il significato di quel che stai dicendo, ovviamente, non conta.
      Non credo che Cremaschi sia così ma ha scelto di venire a patti con quel mondo, forse per paura di restar solo, o non so perché. Fatto sta che si è auto-condannato all'inutilità.

      @tutti: BUON 2013!

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    6. Persone che conoscono meglio di me il comitato "no debito" mi dicono che notano una evoluzione di questa realtà in sento sempre più anti-eu e, più prudentemente, come si vede dall'articolo di Cremaschi, anti-euro.

      Qualcosa bolliva in pentola già a settembre come si vede in questo pezzo di Sollevazione

      Naturalmente capisco l'obiezione di Bagnai relativa al quando e la condivido. Le elezioni si avvicinano e se teniamo conto di questo fatto la posizione di Cremaschi appare deludente, perché questa posizione, debole nell'analisi del ruolo dell'euro e nelle prospettive di lotta indicate (il solito "internazionalismo"), è il massimo che egli evidentemente sente di poter accordare.

      Ho molti dubbi nella capacità di certe realtà della sinistra radicale di superare certi tabù.

      Grazie ad Alberto e Fabrizio delle risposte e attendo la resa dei conti con le "riviste piddine".

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    7. Sai, il problema del "No debito" è esattamente quello che ho con Ferrero quando parla delle conseguenze inflattive della svalutazione. Il punto è che il debito, soprattutto quello pubblico, non è il problema, per i motivi che qui ormai sono chiari a tutti. Nel momento in cui lanci un comitato "No debito" fai quindi un doppio errore dal quale è impossibile risollevarsi:

      1) avalli l'analisi (errata) dell'avversario, e quindi la rafforzi (il concetto di framing);

      2) lanci un messaggio demagogico (necessariamente, visto che si basa su un'analisi errata) e inutilmente terroristico per una vasta frangia di benpensanti.

      Insomma: lo stesso risultato che ottiene (o otteneva) Brancaccio parlando di dazi.

      A me non sembra un capolavoro di politica, ma si sa che la politica è un bel gioco...

      Just in case, ricordo che il debito pubblico non è un problema perché era in diminuzione ovunque (e sostenibile in Italia), e che il debito estero, che è un problema, si cura in modo molto più naturale e meno traumatico con il riallineamento dei cambi che con le minacce di default.

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    8. A proposito della questione movimenti "no debito": ho interagito un po' su Twitter con Loretta Napoleoni e proprio riguardo il debito pubblico le avevo dato come riferimenti sia il lavoro di Reinhart e Sbrancia (The Liquidation of Government Debt) sulla repressione finanziaria che questo tuo commento qui sopra.

      Ha indirettamente risposto con questo post su Facebook (non accessibile dall'esterno, dovete avere un account Facebook per leggerlo). In sostanza mostra questo grafico, dove riporta debito pubblico e privato in % del PIL di Giappone, UK, Spagna, Francia, Italia, USA, Germania con la dicitura «qualche delucidazione sul debito complessivo, per aprire con un po' di informazione vera il nuovo anno» e la didascalia «Ma che davvero crediamo che tutto questo debito sia ripagabile? e poi...a chi?»

      Al momento ci sono 3 commenti su questo post:
      ---
      Renato Baldi: E' proprio quell' A chi? che mi piacerebbe approfondire...

      Loretta Napoleoni: banche private che sono proprietarie delle banche centrali, c'e' un capitolo che spiega tutto cio' su Democrazia Vendesi [suo libro in uscita a Gennaio].

      Riccardo Ressi: Non e' ripagabile. Viene usato come arma di ricatto da queste grosse banche per controllare stati, governi, popoli... E' la piu' grande truffa finanziaria di tutti i tempi. E' un debito che supera di parecchie volte il PIL mondiale!
      ---

      Alcune considerazioni:

      1. il debito è uno stock e il PIL è un flusso, cosa che apparentemente il profano dimentica in presenza di questi raffronti.
      2. Come scrive sopra Alberto, favorire un'analisi sbagliata del problema, sposando l'ottica del nemico, è sempre una pessima idea. Come anche Stefano D’Andrea esplicita (grassetto nell'originale):
      «... La tesi della cancellazione del debito pubblico, apparentemente estremistica, in realtà finisce per considerare il debito pubblico alla stessa stregua del debito privato e dunque muove da una ipotesi fallace. Se il debito pubblico fosse davvero in tutto e per tutto identico al debito privato, probabilmente si dovrebbe prendere atto che un alto debito pubblico genera interessi insostenibili. Ma la premessa è sbagliata e pertanto le proposte di cancellazione del debito finiscono per costituire un caso macroscopico di introiezione da parte dei dominati dell’ideologia dominante, la quale rivela di esser divenuta tanto egemone da poter penetrare, da ideologia dei dominanti, nella mente dei dominati.

      Qual è la differenza tra i due debiti? Risiede in ciò, il titolare del debito pubblico è colui che ha il potere di disciplinarlo, mentre il titolare di un debito privato non ha il potere di disciplinare il proprio debito. ... Ma vedremo tra breve in quali modi e con quali tecniche uno Stato sovrano può imporre tassi d’interesse reali inferiori all’inflazione e tenere sotto controllo il debito pubblico, il quale cessa così di essere un problema. ...
      »

      Rimango sinceramente perplesso da questa posizione di una persona che racconta di essere stata ostracizzata non appena ha cominciato a parlare di euro, UE e democrazia (si legga, sempre su Facebook, il suo 2012... ADDIO !!!).

      Prima di commentare su FB mi piacerebbe leggere la vostra opinione.

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    9. Aggiornamento: dopo aver ascoltato Loretta Napoleoni nella puntata di Fahrenheit di ieri, Martedì 09/01/2013 (oltre che sulla pagina della trasmissione, il podcast è disponibile direttamente a questa pagina), dove era ospite per presentare il suo libro Democrazia Vendesi, ho deciso per il momento di non commentare quel post su Facebook.

      Questo perché fa un'analisi corretta della crisi e sostiene la necessità di uscire dalla gabbia dell'euro anziché accelerare il processo di integrazione, inuattuabile in queste condizioni (lei parla di "sfasciare" questo euro e fa qualche concessione all'euro a due velocità come una delle possibili opzioni), che di questi tempi è ancora una posizione rivoluzionaria.

      Ritengo quindi che al momento sia inutile una polemica su come vada affrontato il problema del debito dopo l'uscita: è più importante arrivare all'evento di rottura avendo diffuso il più possibile la consapevolezza che questo non solo è necessario, ma è anche auspicabile, in modo da evitare le scene di panico con assalto alle banche, stile Argentina.

      Ci sarà tempo dopo, se ci arriviamo interi, per discutere come affrontare il debito pubblico: se con la repressione finanziaria o con l'opzione offerta dalla teoria del diritto internazionale nota come debito odioso, come suggerisce Loretta Napoleoni. A me sembra un'opzione un po' pericolosa per le dimensioni della nostra economia: la parte di debito in mano a non residenti è stimata intorno ai 5/600 miliardi di euro (cfr. "Il tramonto dell'euro, pp. 348-349). Mi sembra, correggetemi se sbaglio, una cifra importante, da lasciare parecchi attori in mutande se non ripagata. Potrebbero non prenderla proprio bene, rispetto invece ad un ridimensionamento del 20/30% via svalutazione.

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  2. In maniera un po' rozza dipende dal fatto che se il saldo pubblico deve essere in pareggio siamo costretti a spingere sul saldo privato; in altre parole la moneta unica ed il fiscal compact servono a costringerci a giocare alla stupida guerra mercantilista, una guerra che inevitabilmente porterà a scaricare sui salari i GAP competività e dal punto di vista dei salariati persa in partenza .

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  3. Sperando di non andare a cercarmi schiaffi in piazza, provo a intervenire.
    Premetto di non avere mai visto la teoria dei saldi settoriali.
    Il Fiscal compact, così come il pareggio di bilancio del quale è naturale prosecuzione e evoluzione, è necessario in una unione monetaria come l'euro in quanto in una unione siffatta la periferia più debole del centro accumulerà degli squilibri nei confronti dello stesso che la metteranno sempre più in difficoltà che si ribalterà progressivamente sugli interessi pagati sul debito che inevitabilmente esploderà e con esso prima o poi l'unione monetaria con ripercussioni spicevoli per tutti gli ormai "ex" membri.
    In assenza della necessaria flessibilità del cambio le economie svalutano i salari per esportare e finanziarsi ma questa strategia è sostenibile solo per quelle più forti, le altre vanni in frantumi.
    Da qui la necessità di un riequilibrio più sostanzioso riguardante la vendità degli asset pubblici e dello stato sociale, operazioni estremamente dolorose che necessitano di accordi sovrannazionali direttamente gestiti a livello comunitario, ecco il Fiscal compact.
    Siccome si sa benissimo che non sarà sostenibile verranno richieste anticipate tangibili garanzie, come il nostro oro e i nostri asset, garanzie che matematicamente perderemo.
    Nel breve termine dolori, nel lungo ce l'ha già detto Keynes.
    Prego Bagnai di essere pietoso, se non altro considerando la mia dichiarata incompetenza in economia.

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  4. Certo che qui la teoria già espressa da Guerani raggiunge una estensione notevole! Le navi inglesi al largo di Marsala come prova della naturale propensione della sinistra a sottomettersi a un vincolo esterno purchessia... Non ci avevo proprio pensato!

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  5. che interventi..
    a professo.. capito pure io!
    per loro, avendo Y=C+I+G+NX, tagliando G (e C con le tasse) si riduce la N (import) di NX e quindi migliorando la CA si esce dalla crisi.
    peccato che i fessi (si fa per dire.. li perdoniamo per il 29 ma non adesso) non tengano conto del fatto che tutti quanti stiamo facendo così e quindi i vari PIL crollano.
    geni.

    oh, aspettiamo un altro suo post in tal senso

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  6. A proposito di Emily Dickinson:
    ......La verità deve abbagliare gradualmente
    O tutti sarebbero ciechi. (cit. wikipedia)

    chiediamo solo un pò di vista residua per la scheda elettorale...

    Scusi prof. ma Gianni l'ho sentito a Casalbertone...non potrei che dirgli : Pag. 52! e tiro dritto....

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  7. E' un bel parallelo di aforismi.
    Entrambi verosimilmente apocrifi (mai visto citare una fonte solida).
    Entrambi pericolosi alla manipolazione.
    Attribuiti a individui lontanissimi nel nostro tempo.
    Guicciardini (GioanBrerafucarlo) ["se tu fiderai nelli 'taliani sempre aurai delusione"] e Kohl (nd) [“un’Italia fuori dall’euro
    farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner”].

    E, sempre più OT, auguri di buon anno nuovo per Alberto, Massimo e tutti i sodali del blog.

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  8. Facciamola semplice. Il reale è un insieme di sistemi. La Teoria della complessità si occupa di sistemi natuali. I sistemi naturali si creano ed evolvono spontaneamente (si auto-organizzano), mentre il sistema dell'ordine sociale umano (che è politico, economico e religioso), si può creare artificialmente. I sistemi artificiali (posti a priori) sono sempre IMPOSTI dall'alto. I sistemi naturali sono sempre CONDIVISI dal basso. L'euro è un sistema IMPOSTO dall'alto e farà la fine di tutti i sistemi artificiali: ad un certo punto collasserà. Di conseguenza non solo non è possibile un altro euro, ma non dovrebbe neppure essere possibile tutto ciò che viene "imposto" senza essere "condiviso" dalla maggioranza. A questo punto è facile capire che dobbiamo radicalmente cambiare la logica secolarizzata sulla quale sono stati costruiti i concetti della teologia-politica, ovvero tutto il modo di pensare come deve essere organizzato l'ordine sociale. Sembra fantascienza, ma non lo è affatto. Basta ricordare il detto di Einstein per il quale "Non si possono risolvere i probelemi usando la stessa logica che li ha prodotti".

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    1. Non so, a me la teologia-politica sembra ancora migliore della legge della giungla. Ma magari non ho compreso bene. In che senso preda e predatore hanno CONDIVISO (maiuscolo) l'ordine naturale?

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    2. Quindi la politica ha prodotto l'€ e quindi va ricusata ogni forma di organizzazione sociale ogni costituzione perché essendo artificiali e quindi imposti dall'alto non possono altro che collassare? Ho capito male? E se così gli uomini come dovrebbero organizzarsi?

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  9. Credo che la spiegazione dell'impossibilita' di un altro Euro e' ben spiegata nel suo libro anche a pag. 234, in relazione anche ai saldi settoriali. Sono le procedure sugli squilibri macroeconomici. Interessante la possibilita' di poter avere surplus di ca a + 6. In pratica miliardi di crediti target per la Germania. Quindi ce la possiamo prendere col fiscal compact come Gianni, ma andrebbero scritte nuovamente tutte le regole. Ma questo la sinistra non lo sa.

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  10. @Dott. Tringali
    scritto in fretta ma.. sensatissimo e pienamente da condividere.
    uno nella vita fa scelte.. ed obiettivamente quando ci fu da combattere Hitler cosa fecero gli inglesi? qualche tentativo di accordo ma quando la guerra partì non ebbero remore a dare il 100% per sconfiggerlo.
    con il male non si tratta, punto e basta.

    e se questi pensano di infinocchiarci (lo fanno ma è un altro conto) sbagliano di grosso.

    sì, i seggi sono ottimi deterrenti..

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  11. Porello, che pena; un passero nella pania!

    Si va di proclama in proclama, di bandiera in bandiera.
    D'altronde se fai il trascinatore di folle (?) ti servono parole d'ordine, non ragionamenti; vuoi vedere che qualcuno, stimolato, ci prenda gusto e poi ne capisca più di te?

    Ora il fiscal compact è la punta dell'iceberg, smagliante al sole: impossibile ignorarlo. E quindi dagli all'untore! Quel che c'è prima, durante e dopo è solo il fastidioso memento che dimostra l'inadeguatezza delle dotte disquisizioni e dei meticolosi spaccamenti in quattro del capello e dei coglioni.

    Il discorso sta in poco posto: hanno svilito la capacità critica del gregge preferendo essere servi pastori. Intendiamoci, anche la sindrome della Moneda ci ha messo del suo, si sa il coraggio se uno non ce l'ha non può darselo... ma se uno non è capace di vedere dietro gli angoli che ci sta a fare in politica? solo per le prebende?

    E allora?

    Venghino siori, venghino. Gioielli di famiglia seminuovi, solo un po' arrugginiti, a prezzo d'affezione...

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  12. Già citato altrove:
    "Se toccherà a noi, rispetteremo tutti gli impegni sottoscritti dall`Italia, come abbiamo sempre fatto. Rispetteremo anche quelli SBAGLIATI E IRREALISTICI come il pareggio dei bilancio del 2013 preso dal governo Berlusconi".
    Fassina: http://www.partitodemocratico.it/doc/247820/bankitalia-sbaglia-ma-rispetteremo-gli-impegni-sui-conti.htm

    Qualcuno mi spiega come sia tecnicamente realizzabile un progetto irrealistico?

    Siamo ormai ai deliri verbali, più che agli ossimori, il che mi porta agli auguri per il 2013: vista la (disonesta) confusione mentale di chi si candida a governarci temo ne avremo bisogno quest'anno più che mai.

    Buon 2013 a tutti!!!

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  13. Mi chiedo, se i nostri politici conoscano almeno in grandi linee il bilancio dello Stato. Se lo conoscessero e se conoscessero un po' di matematica elementare saprebbero benissimo che il fiscal compact è assolutamente inattuabile a meno che non si decida di non pagare più pensioni e stipendi.

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  14. Segnalo per la cronaca questo articolo apparso su micromega che polemizza apertamente contro Bagnai sui mini-job tedeschi.

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    1. O dio, quando ho sentito Bagnai dire che in Germania ci sono 8 milioni di tedeschi che hanno un salario di 400 euro con mini-job , sono saltato sulla sedia.

      I tedeschi saranno pure bravi, ma con 400 euro non ci riesce a vivere neppure un Tedesco, per cui ci doveva essere per forza qualcosa che mancava. (In pratica si tratta di aiuti di stato alle imprese Tedesche, mascherati da sussidi alla disoccupazione)

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    2. @Paolo

      Ma non sono 400 euro al mese, come dice il tipo che vorrebbe difendere la Germania! La situazione è spiegata a p. 222 e seguenti del Tramonto dell'euro, bisognerà che ci faccia un post. E segui il dibattito anche su Micromega!

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  15. Forse il perchè potrebbe essere racchiuso qui nella tragica volontà di essere accettati (dalle classi borghesi finanziarie) come affidabili per il governo del paese,l'entrata nell'euro con Ciampi,e la Merchant Bank di Palazzo Chigi dove presiedeva M.D'Alema sono il pegno pagato.

    Oggi come all'ora Bersani deve tranquillizzare la Borghesia Finanziaria e i vari vincoli esterni come il Fiscal compat e l'euro (ammesso che siano praticabili o reggano) sono le famose "manette ai polsi del sindacato di cui parlava Caffè.

    Nell'agenda Monti si Parla di economia sociale di mercato come modello guida dell'italia e dell'europa, un modello che piace a Monti perchè piega il sociale (l'esistente) ai bisogni del mercato.Una sinistra del XXI secolo non dogmantica che non rinnega il mercato come luogo di scambi delle merci e riconosce le libertà politiche,dovrebbe invertire i criteri e piegare le esigenze del mercato al sociale. Oggi la sinistra dovrebbe rileggere keynes che nonostante fosse un ricco borghese vista la realtà nuda e cruda ebbe il coraggio di affermare "io sono un liberale ma non sono un liberista".

    Buon anno a tutti.

    Segnalo questo paper forse può interessare.

    Moneta e Credito, vol. 64 n. 255 (2011), 319-367

    Modelli di crescita limitata dalla bilancia dei pagamenti: storia e panoramica

    di ANTHONY P.THIRLWALL

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    1. Domenico dici benissimo quando sostieni che la sinistra odierna dovrebbe rileggersi Keynes (e quindi in teoria sarebbe già uno spostamento a destra rispetto al rileggersi Marx) ma il problema enorme è che, viste le dichiarazioni dei vari esponenti della sinistra odierna in merito a Keynes (visto come inattuale perchè "il mondo è cambiato, adesso è globalizzato e c'è la Cina"), quello che a mio modesto parere è il più grande economista mai esistito sembra essere considerato da loro un anarco-insurrezionalista. Quindi o la sinistra di oggi non è più sinistra (ma la solo la sinistra della destra, come detto qui da tante persone compreso il prof più volte) oppure Keynes era un anarco insurrezionalista. Per vale la prima, non certo la seconda ipotesi. Keynes aveva teorizzato un capitalismo che permettesse a TUTTI di stare meglio e non solamente alle oligarchie finanziarie ed industriali che avrebbero rischiato a portare lo stesso capitalismo sulla strada dell'autodistruzione o comunque della dittatura.
      Negli anni '50 era avversato probabilmente perchè avevano capito che il capitalismo Keynesiano avrebbe evitato la vittoria politica dei partiti marxisti (quindi poteva essere una posizione con un fondamento logico), ma adesso perchè lo avversano? Semplice, perchè incompatibile con l'euro e la scelta tragicamente sbagliata fatta dal PDS_PD con Prodi, D'Alema e Veltroni.

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  16. Per il professor Bernard Cassen, per 12 anni direttore di "Le monde diplomatique" e fondatore di Attac, “la costruzione europea non sarebbe altro che un sottoinsieme della globalizzazione liberista”, e una sua riorganizzazione si scontra “con tutto il dispositivo ideologico e istituzionale dell’Ue”, che mediante l'attuazione di direttive, regolamenti e decisioni contenute nelle decine di migliaia di pagine delle cosiddette "acquisizioni comunitarie", si traduce, «come riconosce […] Elie Cohen, amministratore del gruppo PagesJaunes, di Electricité de France-Energies nouvelles e di Steria, [in un] vincolo che i paesi membri dell’Ue, e più in particolare le nazioni latine (Francia, Spagna, Italia) si sono costruiti per riformare le loro politiche nei settori protetti, dove il sindacalismo restava forte e il consenso politico impediva, di fatto, le modifiche più importanti».

    In ottobre Fassina si disse consapevole di essere su “una strada di austerità auto-distruttiva”, ma si affrettò a precisare che “la nostra specificità politica è la determinazione a costruire, insieme agli altri governi progressisti europei, senza autolesionistici atti unilaterali, il consenso per cambiare rotta”. E Bersani gli ha fatto eco ribadendo che una volta al governo penserà a perfezionare l'Ue, mediante un pacchetto di riforme che “guardino al sociale”.
    Fassina e Bersani sembrano non rendersi conto che le “attuali strutture dell’Unione sono state concepite proprio per evitare questa eventualità”, e che per attuare, ammesso che davvero lo vogliano fare, riforme in tal senso «bisogna cambiare i trattati [...] utilizzando le clausole di revisione in esso contenute. Tuttavia, nel nostro caso, le clausole prevedono la regola dell’unanimità… Basta quindi che il governo di uno solo dei ventisette stati membri dell’Unione dica “no” per bloccare qualsiasi proposta di revisione presentata da un altro stato [...].
    Con poche eccezioni, e quali che siano le loro divergenze, i partiti, i movimenti e i dirigenti che si richiamano alla sinistra, chiudono gli occhi davanti a questo catenaccio istituzionale».

    Il 5 marzo scorso si discusse alla Camera sul “fiscal compact”, ovvero la modificazione della Costituzione per introdurre il pareggio di bilancio: 6 deputati presenti. I deputati sono entrati in aula successivamente per votare: favorevoli 489, contrari 3 (due della Lega Nord e uno dell’Idv), astenuti 19.

    Ecco, se Gianni aveva in mente di bloccare il fiscal compact poteva cominciare non votandolo. Oggi può dormire tranquillo. Sarà la popolazione a risvegliarlo.

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  17. Io ho trovato questo:
    Modello finanziario dei saldi settoriali della domanda aggregata
    Risparmio privato S – Investimento I = (Spesa pubblica G – Tasse T) + (esportazioni X – importazioni M)
    La maggior parte degli economisti neoclassici mettono il risparmio privato nel lato destro dell'equazione e quindi moltiplicano per -1, determinando gli investimenti come pari al risparmio privato, al surplus pubblico, e al risparmio estero come risultato del deficit commerciale. Ciò è mostrato nella equazione 2:

    (2) Investimenti I = Risparmio privato S + (Tasse T - spesa pubblica G) + (Importazioni M – Esportazioni X).

    Il lato destro dell'equazione 2 è solitamente indicato come "risparmio nazionale" dagli economisti neoclassici, e quindi più "risparmio nazionale" è ritenuto necessario per aumentare gli investimenti delle imprese e, pertanto, per aumentare la capacità di lungo periodo dell'economia di produrre beni e servizi. Questa interpretazione è quasi onnipresente nella professione.
    Tuttavia, questa interpretazione (che ci sia una quantità fissa di qualcosa che si chiama "risparmio nazionale", e non l’identità stessa) È INAPPLICABILE AD ECCEZIONE CHE IN UN SISTEMA MONETARIO DI TASSI DI CAMBIO FISSI COME IL GOLD-STANDARD o in un regime di comitato valutario currency-board type nell’originale. N.d.T. in cui c’è, nei fatti, una quantità "fissa" di risparmi esistenti o che possono essere creati.

    Tratto da
    http://economiapericittadini.it/article67

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  18. Come il prof Bagnai ci ha più volte spiegato, l 'euro ha rappresentato la cessione della sovranità monetaria e parte della democrazia dei 17 paesi aderenti, con le nefaste conseguenze che conosciamo, deficit partite correnti, aumento del debito estero e progressivo impoverimento delle famiglie con esplosione del debito privato.
    Il fiscal compact rappresenta una sorta di fase 2 dell 'UEM, cioè la cessione della sovranità fiscale e quindi di un altro prezzo di democrazia.
    Ovviamente così facendo si impone agli stati l 'unica politica economica percorribile, la svalutazione interna ( che non è brutta e cattiva come quella monetaria! ), con faroci tagli salariali per ripristinare la competitività, basando lo "sviluppo" economico solo sull' export,creando surplus delle partite correnti e uccidendo la domanda interna per contenere la "cattiva" inflazione, in perfetto stile mercantilistico tedesco.
    Come ci ricorda voci dalla Germania, nel 2003, tramite un, altra agenda, quella 2010 di Shroder. il governo tedesco ha creato un esercito di oltre 7 milioni di lavoratori a basso costo ( 400 euro al mese) con i minijobs, sostituendo la disoccupazione con la sottoccupazione.
    Ed il modello tedesco viene adorato e caldeggiato dai Media come soluzione a tutti i nostri problemi economici.
    Lo stesso Draghi continua a "raccomandarci " MODERAZIONE SALARIALE.
    A mio avviso il "compagno" Gianni rinnega il fiscal compact solo per il vile fine di raccattare i voti di quelli "de sinistra" che ormai sono disgustati dal PD.
    Però omette abilmente di dire che il fiscal compact rappresenta la naturale conseguenza dell 'euro e dell 'unione europe, forse perché si sente anche lui un costruttore del Fogno, che ritiene comunque un "successo della sinistra che ha scelto bene per il popolo" senza però fargli sapere dove lo stava portando!

    Per concludere riporto uno stralcio dell 'intervista di Fassina dal titolo BANKITALIA SBAGLIA MA RISPETTEREMO GLI IMPEGNI SUI CONTI ( reperibile sul sito del PD) , per la famosa serie la strada sbagliata ci porterà nel posto giusto !
    Fassina, il governatore Visco sostiene che bisogna mantenere la barra dritta sull`austerità. Lei come risponde? 
    «Se toccherà a noi, rispetteremo tutti gli impegni sottoscritti dall`italia, come abbiamo sempre fatto. Rispetteremo anche quelli sbagliati e irrealistici come il pareggio dei bilancio del 2013 preso dal governo Berlusconi. Ma viene da chiedere se l`austerità è un fine o un mezzo». 

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  19. Con aria un pò tra lo scafato ed il pudebondo molti piddinisellini (quelli che sono andati a votare vendola alle primarie per intenderci) sostengono che il fiscal compact non verrà rispettato. Da una parte scafati, perchè ti guardano con quell'aria...la politica (vedi campagna elettorale) ha bisogno delle sue menzogne e se tu non lo capisci peggio per te...dall'altro pudibondo perchè non fanno altro che accreditarsi, sopratutto a se stessi, come seri e si rendono conto che dare due versioni, una in pubblico ed una in privato, non è poi così edificante. Resta il fatto che secondo me non sanno (vedi Tringali). Non sanno perché non sono sufficientemente liberi e sicuri di sè per ammettere di aver sbagliato. Non sanno perché non è facile capire con tutto quello che si sente in giro sui giornali, in tv, alla radio, negli autobus etc. Non sanno perché non esiste una diffusa cultura, sia politica che economica, in grado di sostenere lo sforzo di capire. Non sanno perché non hanno perso il lavoro, perché hanno ancora qualche cosa da parte con cui hanno fatto fronte alle difficoltà di questi ultimi tempi, hanno paura e sperano che alla fine i loro leader non li lascranno in mezzo alla m.... Non sanno perché è terribilmente umano cercare di rimuovere, trovare un riparo, sperare e confidare che passi la nottata.

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    1. Forse i piddinisellini potremmo chiamarli pisellini, se questo grazioso epiteto non viene percepito come indebitamente sessista dal comitato per le pari opportunità del blog (contessaelvira, sandramoro, ecc...).

      Oh, io sono un equal opportunity employer, sia ben chiaro. Solo che c'è una cosa che non ho capito: ma perché il blog ha tante vedove bianche (le sto conoscendo, sono tutte molto carine e nascondono molto bene il loro odio verso l'uomo che ha rovinato la loro vita), e nessun vedovo bianco? Questa cosa non mi torna...

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    2. Ce lo sapevo che lei è un equal opportunity employer, viceversa sarei migrata alla corte di Zingales, che è un vero paldino della meritocrazia:)
      Torna torna , nell'economia delle relazioni, le donne, vantano elevati surplus.

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    3. qua si sbaglia professore, anche se intervengo poco perchè ho solo tanto di capire e imparare e resto sempre indietro, almeno un vedovo bianco c'è

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    4. Perciò, essendo un equal opportunity employer, immagino che "molto carine" debba essere letto come "molto simpatiche, intelligenti, generose, interessanti,..."
      :-)

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    5. Se avessi voluto dire "bbone" avrei detto "bbone". Sei un'eccellente fabbrica di sinonimi...

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    6. Vedi Alberto noi Goofynomisti siamo uomini dotati di elevata sensibilità umana e di intelligenza sopra la norma. Data la nostra elevata competitività attiriamo la domanda estera con uno schiocco di dita. E quando dobbiamo scegliere a chi concederci scegliamo bene... Il problema sorge adesso. Non è che presentandoti le vedove queste poi non cercheranno conforto dalla madre di tutte loro ovvero rockapasso, ma verranno ammaliate da colui che è stato capace di radunare l'eccellenza? La domanda sui vedovi è puramente retorica? :)

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    7. Questo lo saprai solo a Radicondoli. Se pensi che valga la pena di correre il rischio. Comunque vi ho riservato un posto al mio tavolo...

      Rockapasso preferisce dedicarsi a un inutile strumento a sei corde anziché aprire il blog, ma è meglio così: mi costerebbe troppo di avvocato.

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    8. Un po' di fiducia nella tua compagna e di sfiducia verso l'autore di questo blog ti eviteranno di provvedere a questo inutile compito. Vai tranquillo...

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    9. Non mi ha preso il link sul resoconto del governo dell'ultimo anno http://www.governo.it/Notizie/Palazzo%20Chigi/dettaglio.asp?d=70184. Almeno a me mi sono caduti i...

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  20. La teoria dei saldi settoriali ci permette di vedere se I debiti o I crediti sono pubblici o privati, cosa che non vediamo dalla bilancia dei pagamenti che non differenzia privato e pubblico. I saldi settoriali hanno il saldo estero, quello pubblico e quello privato. Quando lo Stato spende , cioè fa deficit, quella spesa è guadagno per altri, di solito nel settore privato che quindi accumula surplus. I capitali esteri quando vengono ad investire in Italia, come dice la parola “investire¨, si aspettano di avere un ritorno maggiore di quanto hanno speso, quindi usciranno capitali corrispondenti a quelli entrati più gli interessi od il profitto, quindi il saldo sarà in negativo, usciranno più soldi di quanti sono entrati. Tra l’altro vendere aziende che danno profitti oltre ad essere un debito verso l’estero, in quanto compreranno sapendo di guadagnare più di quanto spendono, è togliere surplus al nostro Paese , aumentando esponenzialmente l’esposizione al debito che quindi aumenterà la sua crescita. Perché abbiamo bisogno degli imprenditori esteri? Se abbiamo bisogno di risparmio estero significa che nel Paese non ce ne è abbastanza e visto che da molti anni non stiamo vivendo al di sopra dei nostri mezzi, ma al contrario il potere di acquisto del reddito e’ calato vertiginosamente ( con l’euro) ed è questa la causa che non c’è abbastanza risparmio ed abbiamo bisogno di risparmi esteri. Gli investimenti esteri possono essere uno stimolo di crescita per un Paese arretrato, nel nostro Paese invece sono svendite di marchi e tecnologie e quindi non sono buoni affari. (http://www.pumilano.it/economiaumanista/tag/alberto-bagnai/)

    Che la storia sia maestra di vita ce lo ha detto già Tito Livio, in tempi non sospetti (Historia magistra vitae),
    ripreso poi da Machiavelli (“l’esperienza delle cose moderne e la lezione delle antique "), ma la concezione di Livio è ancora piuttosto lontana dalla nascita della storiografia scientifica moderna, infatti mischia eventi storici e fabulae leggendarie, quella di Machiavelli pur risentendo della fondamentale innovazione rinascimentale, secondo la quale gli uomini " camminano sempre per vie battute da altri " (principio di imitazione), è naturalistica, cioè gli uomini sono un fenomeno naturale al pari di altri fenomeni e quindi i loro comportamenti non variano nel tempo, come non variano il corso del sole e delle stelle. Però noi uomini moderni, scientifici, "tecnologicamente avanzati", ci sentiamo maggiormente attratti dalla visione della storia di Eugenio Montale:

    La Storia di Eugenio Montale

    La storia non si snoda
    come una catena
    di anelli ininterrotta.
    In ogni caso
    molti anelli non tengono.
    La storia non contiene
    il prima e il dopo,
    nulla che in lei borbotti
    a lento fuoco.
    La storia non è prodotta
    da chi la pensa e neppure
    da chi l'ignora. La storia
    non si fa strada, si ostina,
    detesta il poco a poco, non procede
    né recede, si sposta di binario
    e la sua direzione
    non è nell'orario.
    La storia non giustifica
    e non deplora,
    la storia non è intrinseca
    perché è fuori.
    La storia non somministra carezze o colpi di frusta.
    La storia non è magistra
    di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
    a farla più vera e più giusta.

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  21. No.i sistemi ARTIFICIALI non sono affatto imposti dall'alto (dall'alto chi?), ma sono LA proprietà specie-specifica degli umani.siccome noi umani non abbiamo un ambiente DATO , come i lupi e le gazzelle, costruiamo ambienti artificiali, che retroagendo su di noi ne modificano indole e caratteristiche. la scrittura e l'apprendimento ai tempi delle tavolette di cera era cosa ben diversa dall'apprendimento ai tempi di internet.insomma, una "politica" di sinistra dovrebbe preservare la mancanza di qualsivoglia fondamento del nostro agire e non bloccare la reciproca evoluzione tra ambiente ed esseri umani. ciò non accade ai tempi del capitalismo.il sistema capitalistico viene ipostatizzato come il migliore dei mondi possibili, ma, si badi bene, chiunque cerchi di fissare un qualsivoglia ordine pseudo-naturale ("condiviso dalla maggioranza", del 50,01% ?, e la minoranza?)si muove sulla stessa falsariga.


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  22. Se è un errore la guerra, figuriamoci l'asse bellico.

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  23. Mi scusi Bagnai, dal momento che nel panorama politico italiano non c'è nessun movimento che propugni l'uscita dall'euro, perchè non preparare una lista che sostenga le idee espresse da lei e da altri in questa attività di divulgazione? I margini per costruire un consenso ci sono, visto che lei, Claudio Borghi, Messora e gli altri avete un seguito abbastanza nutrito e, ribadisco, colmereste un vuoto di rappresentanza, magari non per le prossime politiche per motivi di tempo, ma, meglio ancora, per le europee. La vedrei bene a Bruxelles a fare il Nigel Farage italiano

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    1. Caro Claptoni, mi sa che non ci piace la stessa musica. Io ho grosse difficoltà cone le liste, me ne rendo conto ogni volta che vado a fare la spesa. Lasciamo stare. I motivi per i quali penso che siano i politici a doversi assumere le loro responsabilità li ho spiegati qui per chi vuole capirli. Claudio Messora ha fiducia nel 5 stelle, Claudio Borghi non lo so, credo condivida con me l'idea che le prossime elezioni non saranno risolutive e che quello che ci occorre è una guerra di indipendenza, per la quale le forze politiche esistenti sono tutte inadeguate, e altrettanto lo saremmo, del resto, noi.

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    2. Lista Paola Musu-in nome del popolo italiano-Paola Musu premier-
      Propone come primo atto una volta al Governo:
      USCIRE DALL'EURO!
      http://www.facebook.com/photo.php?fbid=571971342817594&set=a.154420821239317.31315.100000142010494&type=1&theater

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    3. Ecco, con tutto il rispetto (ho anche incontrato Paola Musu all'Ultima Parola) questa è esattamente la strada sulla quale personalmente non mi voglio mettere. Ma questo riguarda me, è un limite o una caratteristica mia, continuando a rispettare (in modo spero condiviso) il rispetto per le scelte altrui.

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  24. Prof. interposto madrigale? Quello di Michelangelo per la mia illustrissima concittadina?


    http://www.letteraturaalfemminile.it/vittoria_colonna.htm

    http://www.premiolaurentum.it/ProgettiAttivita/PoetaMichelangelo.aspx

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    1. Tanti auguri anche a lui da Moi, e se non ci alleniamo tra di noi :) (penZavate che mi sarei incazzata vero ? PenZavate male :). Certo che ce ne siamo dette di ogni... ma sempre con divertissement.
      Ambasciator non porta pena... lo dica però che si diverte con le piccole baruffe tra amici:)

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  25. Quoto totalmente quello che ha scritto Fabrizio Tringali. Gianni fa i salti mortali perché vuole tenere i piedi su due staffe, sempre per tenersi pronto in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione a saltare sul carro del vincitore. Non voglio il fiscal compact, ma mi piace l’Europa, odio i capitalisti… ma se i salariati rinunciassero un po’ al loro stipendio! E così via. Ma come si fa a non capire che l’euro è stato adottato non certo per permetterci di andare in vacanza senza dover fare i conti del cambio, ma per rendere la strada facile ai grandi capitali che in questo modo non avranno più governi nazionali che possono mettere delle regole stringenti, ma un’ entità sopranazionale funzionale allo stesso capitale che consentirà le cose più turpi. Come dice il professore i grandi capitalisti del nord hanno già guadagnato con la deflazione salariale e quelli del sud si stanno leccando i baffi. Vogliono un Europa senza regole e con bassi salari per poter competere con la Cina e i famosi paesi emergenti India, Brasile e via discorrendo. Un mondo di poveri di fame! Mi piacerebbe sapere chi poi li comprerà i beni prodotti! Detto questo il fiscal compact si addice benissimo all’euro perché lo Stato dovendo sborsare una cifra enorme per venti anni non avrà la possibilità di aiutare la crescita con la spesa pubblica e di conseguenza i cittadini pur di lavorare accetteranno qualsiasi contratto a qualsiasi condizione pur di portare qualcosa a casa!
    A Gianni poi consiglio per quanto riguarda gli Stati Uniti d’Europa “ Il costo del federalismo nell’eurozona” di Jacques Sapir
    http://vocidallestero.blogspot.it/2012/11/il-costo-del-federalismo-nelleurozona.html
    bisognerebbe inviarglielo come regalo per l’epifania!

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  26. Provo a unire i puntini, con argomenti che penso già scontati per i frequentatori del blog (ma non per il compagno Gianni)...

    Il Fiscal Compact è una conseguenza necessaria dell'euro perché, in mancanza di una svalutazione del cambio, gli squilibri esteri tra paesi legati da una moneta unica si riaggiustano con la deflazione interna nei paesi in deficit. E come si raggiunge la deflazione interna? In pratica l'austerità mette in moto un moltiplicatore fiscale al contrario, che aumentando la disoccupazione favorisce il conseguente taglio dei salari e per questa via si dovrebbero riportare i paesi periferici alla competitività di prezzo perduta.

    Nella realtà, il Fiscal Compact non reggerà. Infatti la progressiva riduzione del debito pubblico prevista nel piano comporta necessariamente di dover trovare le risorse per farlo: e queste si possono trovare o nel settore privato, che però è già a livelli alti di indebitamento anch'esso, o da grandi surplus delle partite correnti, che è proprio la carenza che si vorrebbe risolvere...quindi, nel tentativo di ridurre il debito pubblico lo stato assorbirà la ricchezza privata portando solo a un calo del reddito nazionale e a un peggiormento del rapporto debito/Pil, senza guadagnare granché nei conti con l'estero (perché la produttività richiede investimenti - legge di Verdoorn).

    Ma allora, dato che gli squilibri non si riassorbiranno e così l'euro non reggerà, c'è da chiedersi perché diavolo stanno portando avanti tutto questo? Perché i creditori così riusciranno ad assorbire dal settore privato dei paesi periferici tutta la ricchezza possibile - via stato che munge e redistribuisce ai creditori, e via acquisizioni a prezzo di svendita delle ricchezze del paese.

    Se c'è ancora qualche puntino in giro, spero di racchiapparlo per il 2013...ora sta per aprire il servizio ristorazione Capodanno...Auguri a tutti!!!

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    1. Curiosando tra le fila del nemico ho trovato questo.

      Tralasciando il grottesco, "The single currency was expected to make balance of payments irrelevant between the euro-area member states." (Ingram, chi era costui?), l'analisi finanziaria mi sembra interessante, e soprattuto le indicazioni di politica economica riflettono la posizione eurista:

      "Only if the situation normalises further will the Eurosystem be able to mop up liquidity, reinstate its collateral policy and thereby contribute to the gradual unwinding of these imbalances.
      This, in turn, requires underlying factors that contribute to bank weakness to be addressed: bad loans on bank balance sheets must be provisioned, and recapitalisation must take place wherever needed; public finances must be made convincingly sustainable; and on the macro front, persistent current account deficits can also be tackled through the 'Excessive Imbalances Procedure' recently adopted as part of the so-called Six-Pack legislation [...]. Private capital flows will only return after the disease has been addressed."

      "Given the level of integration of euro-area financial markets, the effects of unmitigated sudden stops in southern Europe would have endangered the entire system and put at risk the survival of the single currency.

      The smooth functioning of a payment system is essential for maintaining the stability of the financial system, preserving confidence in the common currency and allowing the implementation of a single monetary policy.
      Introducing constraints on the operations of the payment system would suggest an unwillingness to provide unlimited liquidity across the euro area and open a window for speculation. The more important question is how to address the underlying disease. Together with a gradual mopping up of exceptional liquidity provision and the tightening of collateral requirements, the cure is likely to require interventions to foster the sustainability of public finances, the resilience of the financial system and the reduction of the remaining external imbalance.
      However confidence cannot be regained overnight and in the meantime, the Eurosystem should not be blamed for playing fully its role.

      For the longer run, the evidence that the euro area went through internal balance-of-payment crises should be taken as a clear signal of weakness and as an invitation to reform its structures. Contrary to common belief, a monetary union of this sort is closer to a fixed exchange-rate system among independent countries than to a fully integrated economy. Financial-market participants have realised this and certainly will not forget it. In response, the fostering of a pan-European banking industry and the creation of a banking union with centralised supervision and access to resources to recapitalise weak financial institutions should feature high on the policy agenda.
      Only a closer integration of markets and policies will preserve the euro area from the risk of further attacks.

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    2. sempre dalla voce dal nemico: l'ultima intervista di Weidmann http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/01/weidmann-pensiero.html

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  27. 1) "I saldi settoriali ci permettono di vedere se I debiti o I crediti sono pubblici o privati, cosa che non vediamo dalla bilancia dei pagamenti che non differenzia privato e pubblico."

    2) " A livello di Paese , la somma del debito pubblico, privato, estero deve essere nulla (se un settore è in surplus un altro deve essere in deficit).
    A livello mondiale la somma dei deficit esteri deve essere nulla (se un paese è in surplus un altro deve essere in deficit)
    "http://w3.uniroma1.it/econometria/teaching/econ/Macroeconomia10td.pdf

    3) "Poichè il ciclo della crisi è sempre innescato dal debito estero, bisognerà passare da una politica economica incentrata sul pareggio dei conti pubblici, ad una politica incentrata sul pareggio dei conti esteri : da un Fiscal compact ad un External compact.

    Bisogna cioè che al modello di sviluppo mercantilista, basato sulla domanda estera, in una logica intrinsecamente aggressiva e beggere-the-neighbour, si sostituisca un modello di sviluppo basato sulla domanda interna, nel quale lo stato riprenda il ruolo che gli compete nel governo dell'economia e nella gestione del circuito del risparmio e dell'investimento.

    Naturalmente a questo scopo occorre che lo stato si riappropri della piena disponibilità della politica fiscale.
    E siccome questa è oggi costretta a una logica-difensivo restrittiva dalla cosidetta indipendenza della Banca centale, è essenziale che lo stato si riappropri anche della sovranità monetaria, esercitando il diritto di finanziare con moneta il proprio fabbisogno diritto dal quale consegue la possibilità di finanziarsi a tassi che che non rendano insostenibile qualsiasi politica fiscale anticiclica.

    E siccome il riequilibrio dei conti esteri, in un contesto nel quale la crescita viene riequilibrata a favore delle componenti interne della domanda, è ostacolato dalla rigidità del cambio, occorre che lo stato si riappropri anche dello strumento valutario, gestendolo per assicurare una crescita ordinata ed equilibrata."

    Il tramonto dell'euro pag.273/4."

    Ergo il Fiscal compact scaturisce da una scorretta interpretazione della crisi, trattasi di crisi di debito estero non di debito pubblico, più che una soluzione è quindi la conseguenza di un errore di fondo: senza l'euro non ci sarebbe alcun pareggio di bilancio ( non può avere senso se accettiamo , e contabilmente dobbiamo farlo , la suddetta teoria dei saldi settoriali).
    Grazie all'euro che ci ha condotti al FISCAL COMPACT ci troviamo in un cul se sac, laddove le entrate fiscali sono destinate a diminuire per effetto di un settore privato in crisi e laddove allo stato viene impedito di effettuare investimenti che ridiano ossigeno a quel settore (a causa dell'adesione ad un cambio fisso e quindi al fiscal compact), contabilmente va da sè che le uniche strade percorribili restino i tagli al welfare la svendita del Patrimonio Pubblico (privatizzazioni e dismissioni ), gli IDE e qualche patrimoniale : tutte azioni che non comporteranno reale diminuzione del debito nè tantomeno crescita, solo impoverimento, in conseguenza di una logica contabile , che non lascia spazio alla creatività e al fogno.
    Se non hai reddito devi intaccare il patrimonio se intacchi il patrimonio e non produci reddito ti impoverisci, c'è poco da supporre con il saldi dare e avere tutto torna.

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    1. Perché "scorretta interpretazione della crisi"?

      Io penso che non si tratti di un errore interpretativo, bensì di un intervento perfettamente "lecito".
      Dove per "lecito" intendo che è interno alle condizioni create dalle premesse e le soddisfa appieno.
      Come in aritmetica, dove somma e moltiplicazione sono operazioni "lecite" all'interno dei numeri naturali: sommando o moltiplicando due numeri naturali otterrai sempre un altro numero naturale. Non lo sono la sottrazione (ti do di meno=default, rinegoziazione dei debiti) né la divisione (spartiamoci anche i costi=integrazione fiscale).
      Così, l'adozione del cambio fisso - con i corollari e gli elementi di contorno qui spesso illustrati - ha creato una condizione di squilibrio in cui chi (internamente ed esternamente) ha acquisito una posizione di vantaggio e quindi una posizione di prevalenza politica ed economica, non può che proporre soluzioni le cui conseguenza rimangano confinate all'interno delle premesse date, dei risultati perseguiti e del paese tenuto ad adottarle.

      Però, la battuta di Gaetano a commento del post precedente mi ha dato da pensare :"Sembra che il lavoro degli economisti valga per il lungo periodo. Nel breve siamo tutti morti."
      Mi ha fatto fantasticare su uno scenario in cui si vuole costringere lo Stato ad una ferrea dieta dimagrante non solo nella convinzione ideologica che la sua azione debba ridursi in un ambito molto ristretto ed ampliare così le occasioni di profitto del privato, ma anche per assegnargli il ruolo prevalente, in futuro, di ammortizzatore delle crisi economico-finanziarie, che potrebbe assumere una volta diventato più "snello".
      Renderlo cioè un utile collettore di tasse e potenziale percettore di credito finalizzati all'assorbimento degli squilibri esogeni.
      Una perversa interpretazione della funzione pro/anti ciclica, la mia, in cui le crisi vengono periodicamente caricate, liberamente e ad arte, come molle lasciando alle collettività l'onere di assorbirne l'urto quando la molla viene rilasciata.
      Si innescherebbe così un simpatico andamento sinusoidale in cui lo Stato agirebbe come dispositivo in controfase, andando a riempire i vuoti quando questi si verificano.
      La mia teoria sulle bolle istituzionalizzate.

      Per il resto, sono daccordissimo.

      Franco
      (per la serie: che tte sei fumato?)

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    2. Ops!
      Dimenticavo:
      buon anno a tutti.

      Franco

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    3. Infatti sono le premesse che sono sbagliate, e per scorretta intendo la diagnosi luogocomunista e relativa cura, su questo sei d'accordo?

      Forse mi sono espressa male, ma tu davvero che te sei fumato?

      Sicuramente gli effetti saranno quelli che esponi, dieta dimagrante e ruolo di ammortizzatore per lo Stato, che tradotto in soldoni vuol dire meno sovranità , meno welfare, meno posti di lavoro meno Asset pubblici and so on : ce n'è abbastanza insomma per fare incazzare chiunque si professi comunista (che poi è il tema del post).
      Forse l'andamento è sinusoidale, ma il risultato si configura come P greco mezzi.

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    4. Sì, forse c'è chi sta vivendo al disopra di qualcuno a pi greco mezzi (che poi è la frequenza angolare del ciclo di periodo 2).

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    5. E non siamo noi Piigs ?
      Confesso la frequenza angolare del ciclo di periodo non l'ho studiata:) ma si ricorda che io bazzicavo la facoltà di filosofia non quella di economia, e che sono arrivata sul blog ad anno accademico già iniziato? Apprezzi l'impegno:)

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    6. Periodo 4? In effetti sono 4 anni di crisi, dal 2009... :)


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    7. Caspita, ci sono forme di vita intelligenti su questo blog! Hai perfettamente ragione: 2 pigreco diviso la frequenza angolare. Vedi che vuol dire smettere di fare l'economista per fare il divulgatore? Meno male che ci siete voi...

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    8. Più che fumo è stata una raffinata ed irripetibile miscela di tannini in sospensione vinicola, panettoni 3x2, noci e noccioline, esalazioni di bucce di mandarino poggiate sulla stufa.
      Quasi non ricordavo d'averlo scritto...

      Franco

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  28. Il Fiscal Compact... L'ultimo delirio in ordine di tempo per salvare l'€ da se stesso. Impedire politiche di bilancio in questa fase del ciclo economico con il cambio fisso in modo che tutti i paesi dell'UEM pratichino la svalutazione interna e diventino esportatori netti. Verso chi? Una follia tecnica che solo menti disperate potevano partorire o l'ultimo passo che costringerà i paesi periferici a cedere la propria sovranità in modo da poter essere annessi a chi questa guerra mercantilista l'ha scatenata. Il progetto dell'€ ha seguito nei decenni questo percorso preciso che è tutt'altro che la realizzazione stessa dei trattati (il Fiscal Compact è nei suoi principi inapplicabile per questo) ma il tentativo della Germania di veder realizzato il suo desiderio di egemonia sull'Europa stessa. Un altro € non è possibile proprio per questo motivo. Come si può pensare dopo aver letteralmente "accaprettato" un popolo come quello greco di andar lì a tendere la manina e dirgli: "scusate ci siamo sbagliati adesso faremo i trasferimenti fiscali di cui avevate bisogno". Se è un Europa unita quella che auspichiamo l'€ è un progetto che deve necessariamente essere smantellato per poter permettere di reinstaurare un dialogo costruttivo fra tutti i paesi e se questo non dovesse essere possibile, l'Italia è un paese che ha le risorse per farsi rispettare a livello internazionale come ha dimostrato nel passato. Un altra Europa è possibile ed è anche quella auspicabile basta ripartire da zero.

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  29. L attuazione del fiscal compact, un harakiri economico senza precedenti, non potrà che abbattere i consumi quindi se è vero che in parte impatterà sulle importazioni (ma siamo sicuri? i prodotti esteri sono più convenienti, i discount potrebbero trovare una nuova fascia di utenza tra una consistente quota di coloro che ancora consumano prodotti italiani e che invece si troveranno costretti a badare al prezzo ) sopratutto farà collassare la domanda interna, con conseguente brusca accelerazione di chiusura di aziende e disoccupazione. Tappeto rosso dunque all acquisizione estera delle nostre aziende in ginocchio e senza prospettiva alcuna, e via libera alla riduzione salariale assistita dall incremento dell offerta di manodopera. Certo che quando si va ad aggredire il debito pubblico, viene sempre in mente che in esso è stato cooptato quello privato delle banche, diventato poi pubblico dopo i salvataggi...........Un altro euro non ci sarà mai e neanche servirebbe. Solo ripristinando la possibilità di agire sul tasso di cambio i Paesi in difficoltà risolverebbero quelle criticità diversamente insanabili. L unica soluzione è naturalmente incompatibile con l euro. Dove c'è l euro non c'è la ripresa. E dove ci sarà la ripresa, non ci sarà l euro. p,s, è terrificante che questa gente continui a nascondere al proprio elettorato questa colossale presa in giro ( l euro ), costoro preferiscono continuare a infarcire i loro dibattiti e i loro programmi di vuota e inutile retorica, di terze vie impraticabili totalmente fuori luogo. Alla fine risultano fuorvianti e fastidiosi al cospetto dei fatti. In pratica continuano a fare gli gnorri, come se nulla fosse. Disonorando gli ideali che dovrebbero rappresentare.

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    1. Giustissimo.Mossler...come pure, specularmente, non è detto che nel momento in cui avessimo più potere d'acquisto ci precipiteremmo a comprare beni esteri.

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  30. Auguri a tutti! Qualcuno mi saprebbe dire se in altri paesi(in Francia per esempio), il problema euro inizia ad essere percepito in modo più realistico che da noi(Goofysti a parte ovviamente)e se si, in che termini se ne parla? Ringrazio anticipatamente.

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  31. Bravissima Sandra...aggiungo solo che per uscire da questo cul de sac ci vorrà un sac de cul!

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    1. Contessa ! Mi meraviglia...non prenda esempio dalle mie intemperanze verbali...ecche ca..spiterina

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    2. Grazie Contessa, e pure un sac de foie (the brave), che mi pare ancor più raro:)

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    3. Sarà difficile che questo resti il più bel commento dell'anno solo perché oggi è il primo gennaio...

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  32. @Marco
    ho risposto pesantemente su Micromega alla zozzoneria di questo tipo di articoli.
    questi confondo i valori assoluti con le dinamiche (da quando si sono fissati, secondo me erroneamente, i cambi).

    tanto che questi COGLIONI (perché non so definirli diversamente) NON COMPRENDONO nemmeno che la centralità della Germania e la sua geografia (che non è montanara e piena di isole come la nostra) la rende un paese adatto per creare economie di scala sia a livello di produzione (quantitativo) sia logistico (minimizzazione costi di trasporto).

    e poi gli ho spiegato che pagare 3 minijobs per 1200 euro al mese senza tasse e contributi, avendo gli straordinari gratis come si potrebbe comparare a chi in italia pagava la stessa cifra ma al netto?

    per fortuna che 'sta storia della dinamica dei prezzi (CHE NON PUO' essere uguale perché i paesi sono TOTALMENTE DIFFERENTI) l'ha spiegata bene il prof che ringraziamo e a cui auguro buon anno

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  33. @Non economista
    una cosa del genere..
    ma nel frattempo i tedeschi hanno fatto (e continuano a farlo) razzia delle nostre aziende del nord.

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  34. Buon anno a tutti i "choosy",
    ops........volevo dire Goofy,scusate !!!
    Io la risposta,l'ho scritta sul blog di Grillo,
    ad una signorina che chiedeva appunto del Fiscal Compact e del debitopubblicocattivo,nel post su Bersani.
    Io vorrei anche se sono OT,ricapitolare
    quello che il prof ha detto:

    La sinistra ha preso a cuore il problema dell'euro,trascurando gli italiani.AVVENUTO
    La destra cavalcherà l'ondata anti-tedesca e anti-euro.AVVENUTO
    La Francia inizierà ad avere problemi.AVVENUTO
    se manca qualcosa aiutatemi !!

    Comunque,a questo punto o "er cavajere" sì è accoppiato carnalmente con Nostradamus,
    oppure sono gli altri che non vedono oltre le (tri)narici,spero la seconda !!
    Manca,la scintilla che faccia scoppiare il casino,ora me devi fà nà previsione,coll'anno novo se usa !!!
    A quando ?????????

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    1. Buon anno! Dopo una settimana in montagna, Alto Agige, MOLTO al di sopra delle possibilita' del ceto medio cui appartengo, e che sensi di colpa..., torno tra i nostri miserabili problemi d'italiani. Ma quand'e' che ci ribelliamo noi? Ma mi dovevo vedere anche Monti che attacca quei gran rivoluzionari del pd? Che li vuole silenziare?
      Agogno solo una previsione: quando balleremo sui traditori di questa bellissima patria?

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  35. Prof mi scusi, le segnalo questo articolo su Micromega. Qualora volesse replicare.
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/mini-job-welfare-tedesco-e-disinformazione-italiana/
    La citano. Anche fra i commenti c'è un personaggio curioso, certo Salari, forse la conosce personalmente. Stia bene.

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    1. a questo tipo bisognerebbe passare gli articoli riportati su questo argomento dal blog "voci dalla Germania".

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    2. Certo davvero curioso questo Salari, per arrivare ad affermare che Bagnai "si è messo da solo su di un piedistallo e rifiuta confronti con chi vuole semplicemente capire come stanno le cose" deve avere bevuto molto al veglione dell'ultimo dell'anno. Va bene che il mondo è bello perchè è vario, ma come fanno certe persone a scrivere certe cose???

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    3. Sarà il suo punto di vista. Se uno si legge della roba simile, che punti di vista vuoi che abbia?

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    4. C'è chi aveva Salieri e chi Salari...e solo uno di questi due continuerà ad essere ricordato.

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    5. Comunque a Perazzoli hanno già risposto sempre su micromega, a mio parere in modo molto puntuale e corretto, Guido Iodice e Daniela Palma di Keynes Blog, anche loro tacciati di essere disinformatori a buon mercato. Sul commento direi che è comprensibile la scelta del Prof. Di non affannarsi a replicare.

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  36. Bersy quando parla English e nessun elettore, o quasi, lo può capire

    : "The first thing that we should and can do is tighten budget constraints, but allow more gradual investments,” Mr Bersani, 61, told the Financial Times during a day of meetings with top EU officials in Brussels last week.
    “I am ready to discuss – if it will be my turn to run the country – how to strengthen the mechanism of fiscal discipline to monitor national budgets in exchange for new policies aimed at stimulating the economy,” he added.
    Mr Bersani said a “currency commissioner” wielding power over member states’ budgets – as proposed by Wolfgang Schäuble, German finance minister – would not be his favourite option. But he agreed with the principle illustrated by Mr Schäuble and was ready to work with Germany to create a new body with powers to intervene if a country broke fiscal rules.
    Tighten. Strengthen...cioè l'opzione Bersani è un Monti al quadrato. Che altro sennò?

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    1. La sintesi dell'intervista può essere: farò quello che volete, l'ho sempre fatto, ma, se potete, quando potete, datemi qualche miliardo da gestire liberamente.

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    2. Chiederei un minimo di pietà per quest'omino (Bersani), una versione in rosso del leghista Maroni.
      Dopo aver assaporato i fasti(?) delle primarie, essersi illuso di avere ormai a portata di mano la Presidenza del Consiglio, arrivandoci tra due ali di folla paludente, si è risvegliato con la candidatura dell'hidalgo della sierra. In quel momento (orrore!) ha capito che tra una brutta copia e l'originale, molti avrebbero preferito quest'ultimo, compresi molti dirigenti del suo partito, quindi si sarebbe ritrovato con il solito pugno di mosche. Pensare che lui voleva fare di Monti il Presidente della Repubblica e quello gli ha risposto picche. Che ingrato!
      Quindi via di corsa a Bruxelles, con il cappello in mano a mendicare un minimo di credibilità presso le istituzioni che in Italia oggi contano davvero, quelle europee. Non sapremo mai cosa gli hanno detto veramente in terra belga, come lo hanno rassicurato. Ma sono convinto che mentre andava via qualcuno gli canticchiava la canzoncina di Ligabue:

      Una vita da mediano
      a recuperar palloni
      nato senza i piedi buoni
      lavorare sui polmoni

      una vita da mediano
      da chi segna sempre poco
      che il pallone
      devi darlo a chi
      finalizza il gioco
      una vita da mediano
      che natura
      non ti ha dato
      ne' lo spunto della punta
      ne' del dieci che peccato

      una vita da mediano
      da uno che
      si brucia presto
      perche' quando hai dato troppo
      devi andare e fare posto

      Quasi dimenticavo. Buon Anno a tutti.

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    3. A proposito di Bersani: l'avete letta questa del Bersani Esoterico? Daje a ride!

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  37. Scusate metto anche il link

    . http://www.ft.com/cms/s/0/625402ba-4f63-11e2-a744-00144feab49a.html#ixzz2Gk767mTG

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  38. No, Alfonso Gianni no, m'è bastato Casalbertone, dove almeno Ferrero ha avuto la gentilezza di fermarsi ad ascoltare. E non saprei dire nulla in più e di meglio di quanto esposto dal nostro prof.
    Condivido l'analisi di Tringali sui riflessi pavloviani della cd sinistra estrema.
    Invece non condivido l'enfasi di Massimo Rocca sul vincolo esterno della sinistra italiana. Trascura quello che è stato il PCI costruito da Togliatti, la sua diversità rispetto agli altri partiti comunisti occidentali. Un uomo drammaticamente e tragicamente doppio, che sa ma non dice. Nel frattempo usa Gramsci per accreditare e radicare culturalmente il partito in Italia,sa che è l'unica strada da percorrere se non vuole essere spazzato via. Del resto si dovrebbe parlare anche del vincolo esterno della DC...mi spiace, io considero molti politici di quegli anni, che pure hanno commesso errori, dei giganti, uomini eccezionali che erano sopravvissuti a orrori indicibili. Parlare solo di vincolo esterno è fargli un torto che non meritano.

    Più vicino ai nostri giorni preferirei indicare come evento cruciale la sconfitta al referendum sulla scala mobile nel 1985. Tutto un ceto dirigente evidentemente non all'altezza ha maturato da allora convinzioni ciniche e pessimistiche sulla possibilità di essere maggioranza in Italia, se non attraverso tatticismi esasperati e svendite ideologiche. E poi stava per finire il sostegno economico dell'URSS e il vento era cambiato da qualche anno, avanzava la seduzione apparentemente irresistibile del liberismo, il mostro mite di Raffaele Simone.
    Tra vigliacchi traditori e fanatici pavloviani dell'internazionalismo operaio faccio fatica a salvare qualcuno, anche perché ora per loro conta solo entrare in parlamento, a qualunque costo. Ecco perché non considero risolutive le prossime elezioni.

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  39. Non ha mai letto la DickInson? Prof, ma allora finalmente posso ricambiare tutto quello che ho imparato qui, almeno in piccolissima parte. E uso questa bellissima poesia della Dickinson anche per augurare buon anno a tutti.

    L'acqua è insegnata dalla sete
    La terra, dagli oceani attraversati
    La gioia, dal dolore
    La pace, dai racconti di battaglie
    L'amore, da un'impronta nella memoria
    Gli uccelli, dalla neve

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  40. Grazie prof per l'idea del post specifico sugli stipendi tedeschi, uno dei miti più difficili da smontare (almeno per me). In attesa del suo arrivo in aprile ad Imola, siccome da noi ad aprile si vota anche per il nuovo sindaco, mi sono rivisto l'intervento di Borghi a Pescara perchè vorrei introdurre nel programma locale del m5s l'idea di una moneta alternativa, il meno ristretta possibile. Giustamente Borghi parla dell'idea che lo stato paghi ai lavoratori e imprese una riduzione fiscale con una nuova "moneta", cioè dei buoni di durata biennale che intanto circolerebbero come moneta parallela. Come potrebbe avere valore e applicazione in una piccola area? Potrebbe essere un'idea che il m5s inserisca nel programma nazionale? Qual'è il suo parere su iniziative locali? Come potrebbe essere generalizzato?
    Se volesse rispondere le sarei molto grato.

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    1. Credo che in questo ambito gli esperti siano Massimo Amato e Luca Fantacci, il secondo presente a Pescara (L'euro, da moneta unica a moneta comune), anche a presentare il suo libro nel pomeriggio (Come salvare il mercato dal capitalismo).

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  41. @Paolo Rossi
    le statistiche dicono questo.. dobbiamo fidarci oppure no?
    poi lo stato integra.
    belle violazioni dei trattati vero?

    PS: anche in Italia un 4-5 ml guadagnano queste cifre..

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  42. Allora non sono stata l'unica la scorsa notte a parlare di Fiscal Compact: addirittura molti ne hanno scritto...

    Questa sera parto con meta Roma per Vermeer e i numerosi Brueghel e amici loro, ma giunta colà, e precisamente in hotel-ai-Parioli-a-prezzo-superstracciato-tramite-Booking.com (compiacimento da travettina, perdonatemelo), penserò ancor più intensamente mille e mille e mille volte grazie ad Alberto che, con pazienza e dedizione e brio - senza dimenticare l'evidentissima cultura - ci sta istruendo da più di un anno.

    Sciagurate circostanze, fortunato (per noi) incontro.

    Di nuovo auguri a tutti, con la speranza che questo anno ci porti un poco di decenza e di giustizia, come ho letto in altro blog. (Ma dubito).

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    1. Se vieni a Roma non perderti il Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo (accanto alla Stazione Termini) dove ci sono gli affreschi della Villa di Livia Drusilla che sono meravigliosi (moglie di Augusto) e il Pugile bronzeo.
      Se poi ti vuoi fare 4 risate vai a Tarquinia a vedere la necropoli dove fra le altre cose troverai la Tomba della Fustigazione che apparteneva a un raffinato viveur etrusco che la sapeva lunga...

      http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7f/Tomba_Della_Fustigazione.jpg

      MR

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    2. @Marco

      Sono già stata e tornata, ma grazie di avermi ricordate queste e altre meraviglie!
      L'ho visitato per alcune ore l'estate scorsa, notando in particolare ciò che segnali e altre bellezze; ci tornerò con calma, come andrò ad altro che ho "in agenda" anche se non mi candido (oh oh), cioè la Crypta Balbi e il museo Barracco. Il Pugile è la dimostrazione che il bello può assumere varie forme, anche proprio queste.

      Di Tarquinia conosco, per lontani ricordi, solo il museo e pertanto desidero tornarvi, come anche desidero Cerveteri; certo hai visti a Villa Giulia i notevoli repertori di entrambe.

      Nel forsennato tour romano dell'estate scorsa, una media di dieci ore al giorno per dodici giorni alla caccia di ciò che consideravo imprescindibile (mi piace la parola), non era stato possibile farci entrare Santa Sabina, Santa Maria della Pace e il chiostro del Bramante, lacune riparate ieri 3 gennaio.

      Segnalo a mia volta, perché ho scoperto che anche molti romani non sanno che sono possibili: la visita DENTRO la Piramide; il mitreo di Santa Prisca sull'Aventino; le case dipinte (interni) di Ostia Antica. Sono visite organizzate a pagamento solo e unicamente dalla Soprintendenza (info su sito della stessa) in giorni e ore precisi, su appuntamento e solo d'estate, con la guida di personale apposito.

      Invece, con libera guida di se stessi: Piazza Navona dalle sette alle otto del mattino, dal buio al bruno al semichiaro al bianco-rosato-azzurro.

      Vedi che discorso hai suscitato? Proprio OOOTTT, ma avevo la scusa di rispondere alla cortesia.

      Ciao!






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  43. Dica la verità prof, era il veglione in arrivo che l'ha convinta a tirar fuori dal carrello dei bolliti l'ex(futuro)-on. Alfonso Gianni, migrato da Rifondazione a Sel con vista poltrona in parlamento. Sinistra europeista ambientalista (che si porta sempre bene...), in coalizione con il Partito di Destra. C'è ancora vita su Marte? Ai posteri l'ardua sentenza.

    Il fiscal compact (o Trattato sulla stabilitecc.ec..) è un trattato intergovernativo, si rifà con una visione distorta e opportunistica ai trattati europei esistenti (coordinamento delle politichecc..ecc..), ma rimane "solo" un trattato internazionale a cui si è aderito su base "volontaria": non c'è bisogno di revisionare i trattati comunitari per disapplicarlo, perché non vi compare. E' un metodo di governo per il futuro. Anche se inapplicabile, perché E' inapplicabile distruggere interi paesi in recessione o stagnazione con manovre di rientro dal debito dal 2014 al 2034 (con il nostro avanzo primario da record sarebbe meno ma poco cambia) e perché lungo questa via si esce anche più velocemente dall'euro, è il risultato finale di tre anni di guerra finanziaria in seno all'Eurozona, e i suoi risvolti sull'esercizio democratico e le politiche di bilancio si fanno già sentire.

    Quando Monti parla di "metodo comunitario" intende proprio passare alla fase successiva: unione bancaria, unione fiscale, unione politica (un proseguimento della Germania con altri mezzi). Negli intenti c'è sta roba qua, che sarebbe il "più Europa", e che necessiterebbe una revisione dei trattati. Nel lungo periodo... intanto in Europa i lavoratori poveri aumentano a ritmi vertiginosi e la Commissione tace.

    Oggi che il gioco egemonico del centro sulla periferia è ormai scoperto, con gli annessi e connessi flussi finanziari in entrata e in uscita da cui il fiscal compact, potremmo già piantarla lì e aspettare, perché continuare a scriverne, se è vero che tanto la conclusione del romanzo sarà uguale a quella dei precedenti già scritti dalla Storia? Forse perché facciamo anche noi politica e il fiscal compact è rapporti di forza e contrattazione politica fatta sulla pelle di intere popolazioni. Vedremo quella francese cosa ne pensa, per quella italiana temo nell'atavico spirito di adattamento fatalista alle circostanze.

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  44. Per allietarvi la giornata ed augurarvi un Buonissimo anno (basta la salute!), vi voglio raccontare una favoletta, nata tra le nebbie della Padania, il titolo è: Il paese dei gelati ai frutti di bosco.
     C’era una volta un paese dalla forma di stivale, adagiato su uno dei mari più belli del mondo, circondato da meravigliose piccole isolette. Un brutto giorno questo paese venne minacciato da un mostro feroce che si chiamava Spread. Allora gli abitanti, per poter uccidere quel mostro,  chiamarono un principe bianco, dal cavallo bianco, dal mantello bianco come la cima dei monti quando sono ricoperti di neve.
     Quel principe era un esperto di tecniche di distrazione di massa ed era uscito dalle più grandi e prestigiose scuole di finanza dell’Ordine dei Templari: lo chiamavano Gran Maestro dell’Ordine di Goldman Sachs. Il principe era molto amato e gli abitanti gli perdonavano volentieri alcune sue bizzarrie. Per esempio, dato che Spread seminava povertà e disoccupazione, egli decise di imporre nuove e pesanti tributi, ridurre il potere d’acquisto dei garzoni e mandarli in pensione due mesi prima della morte. Naturalmente queste rigide misure non toccavano per nulla i vassalli, valvassori e valvassini dell’Ordine, anzi loro nuotavano nell’oro, facevano vacanze in lontane isole esotiche, alloggiavano in locande costosissime a 15 stelle, viaggiavano su tappeti volanti confortevoli e velocissimi, possedevano castelli e vaste tenute terriere, si circondavano delle meravigliose e attraenti ninfe dei monti. Ma gli abitanti di quel paese lo amavano ugualmente alla follia, perché egli era l’uomo della provvidenza, era l’unico che sarebbe riuscito ad uccidere Spread.
     Allora il principe decise di rispondere alla prima emergenza sociale, cioè realizzare la riforma del mercato del lavoro, perché quel regno  era appunto fondato sul lavoro.  Poiché la disoccupazione saliva a velocità stratosferica, i bazar chiudevano, le banche avevano i forzieri vuoti, egli decise di affrontare l’emergenza agevolando i licenziamenti degli operai. Era come se di fronte ad una pandemia influenzale le autorità sanitarie avessero distribuito supposte di ghiaccio e gelati ai frutti di bosco. Però il Gran Maestro sapeva usare le parole nel modo giusto, per esempio non usava mai la parola “diritti”, ma usava invece spesso la parola “meriti”: “premiare il merito, avanzamenti di merito, competizione fondata sul merito …” 
     Particolarmente apprezzata su tutte le migliori navi negriere dell’epoca, era il merito corrispondente al lavoro interinale, un lavoro cioè a tempo scaduto, in cui il garzone si affidava alle cure di un’agenzia come si sarebbe rivolto alle cure di uno sciamano. Ma il principe aveva detto che il lavoro fisso li avrebbe annoiati e gli abitanti di quel paese ci credevano fermamente. Nel frattempo in un paese lì vicino che si chiamava Allemagna, i cavalieri erranti ricevevano una paccata di denari come sussidio mensile, i garzoni di bottega e i  menestrelli guadagnavano bene, ed esisteva un reddito di cittadinanza che non aveva limiti di tempo ed era finanziato dalla fiscalità nazionale (già perché in quel paese tutti gli abitanti pagavano i balzelli).
     Questo si raccontava  nella penisola dello stivale. ma le informazioni erano piuttosto confuse, perché Spread si era mangiato tutti i piccioni viaggiatori esistenti sul mercato e dunque gli abitanti di quel paese erano all’oscuro di tutto. Per esempio non sapevano che un’ancella marocchina non poteva essere la nipote del Sultano d’Egitto, che uno stato chiamato Padania non esisteva e non era mai esistito. Però si fidavano ciecamente del loro principe dal mantello bianco ed erano disposti a fare tutto per lui. Insomma alla fine quel principe riuscì ad uccidere Spread, anche perché era dotato di aquile volanti f-35, uccellacci neri particolarmente feroci, il cui mantenimento era costosissimo.  La vicenda per fortuna  ebbe un lieto fine e gli abitanti di quello straordinario paese  vissero  tutti felici e contenti.
     
     

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  45. Per la rubrica Non ce ne può importare di meno...

    Berlusconi tenta il rilancio e rivede la composizione della sua squadra, dicono i tg di fine anno. Il 29 dicembre si è incontrato con Alfano, Verdini, Lupi e Fitto per scegliere i nomi nuovi da inserire nelle liste elettorali, e ha deciso che “bisogna cambiare l'80% dei parlamentari” - e se ci aggiunge i quattro gatti che gli sono rimasti fedeli, può buttare a mare l'intero Pdl. Pare che i filo-montiani siano i primi da rimuovere: Frattini, Cazzola e Mario Mauro colpevole, quest'ultimo, di aver espresso apprezzamento per Monti e di ritenere chiusa l'esperienza del Pdl. Berlusconi ha anche deciso di potare gli ex-An riducendone la quota rispetto al 30% di cinque anni fa, mentre apre alla Destra di Storace, e a Grande Sud di Miciché che dovrebbe includere Marcello dell'Utri. Più complicato il rapporto con la Lega, i cui dirigenti (si fa per dire) inorridiscono all'idea di apparentarsi nuovamente con l'invasato di Arcore, ma non hanno ancora deciso se preferiscono una débâcle elettorale in splendida solitudine o in compagnia del Pdl.

    Il 2012 è finito, la sceneggiata della politica italiana no.
    Questa mattina su Rainew24, in riferimento al discorso di fine anno di Napolitano, Mineo spiega che il Presidente della Repubblica è più preoccupato dell'anno scorso circa la situazione sociale in Italia.
    In effetti, dopo un anno di cura Monti la situazione economica è peggiorata, com'era facilmente prevedibile. E siccome il prossimo governo sarà obbligato a seguire le linee tracciate sin dal 2011 da Francoforte sull'“agenda Monti”, possiamo sin da ora esser certi che quest'anno, il 2013, sarà ancora peggio del 2012.
    Con una differenza, però. Ossia che la popolazione non ha più i mezzi finanziari per far fronte alla gragnola di tasse balzelli e imposte che il governo del “più Europa” le scaricherà addosso, unitamente a cospicui tagli in ogni settore dei servizi pubblici. A partire da quelli essenziali come la sanità.
    Con il 2013 tutti coloro che auspicano una maggior integrazione europea saranno accontentati. Grazie a Fiscal compact, Mes, Six pack, ecc. L'Europa farà il suo ingresso nella vita quotidiana di milioni di italiani, e deciderà al posto loro sempre e comunque.
    Si chiuderanno gli ospedali, e si apriranno cantieri per il Tav. Si toglieranno fondi alla scuola pubblica per destinarli a quella privata, settore in cui il Vaticano è ben rappresentato. Si lasceranno fallire aziende ed imprese per salvare le banche.
    In altri termini, come si fa notare su Orizzonte48 i cittadini italiani saranno ostaggio di una congrega di «"reazionari" restauratori di un ancièn regime oligarchico-capitalista...dei nostalgici vestiti da tecnocrati con la cosmesi propagandistica di "nuovi diritti" (per affossare il "fastidio" di quelli veri e antichi)».

    Non tutto fila per il verso giusto, però, perché nel frattempo l'algido Monti sta facendo il vuoto attorno a sé. È notizia di due tre giorni fa che sia Passera che Clini hanno rifiutato di candidarsi nelle liste facenti capo al gesuita di Varese; mentre l'insignificante Montezemolo pare abbia rinunciato a “scendere in campo”. Segno evidente che il prestigio politico di Monti è semplicemente un'invenzione dei media, che gli italiani sono per l'ennesima volta in balia di un equivoco, e che le loro aspettative di un governo migliore dei precedenti sono destinate ad andare deluse.

    Del resto, l'Italia è anche il paese che recentemente ha avuto come ministri della Giustizia Castelli (2001-2006) con Berlusconi, e Mastella (2006-2008) con Prodi, e come ministro dell'Interno (con Berlusconi) Maroni, il Clouseau delle verdi valli padane.

    Qualcosa vorrà pur dire.

    Fino a quando non si troverà il modo di impedire che simili anomalie si ripetano, le possibilità di effettuare un reale cambiamento nella politica italiana restano molto basse.

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  46. non sono di certo economista per formazione, bensì architetto. Ed in architettura che un'edificio lo si incomincia a costruire dalle fondazioni, per poi salire con i pilastri e con i solai,ed il tetto alla fine. La UE,L'Euro,il Fiscal Compact ora e chissà gli StatiUnitiD'Europa poi,seguono la stessa logica tettonica, per cui quello che sta sopra esiste e sussiste solo in ragione di ciò che lo sostiene sotto. Questa è la mia visione Loosiana del Fiscal Compact

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    1. Cioè, se mancano le fondazioni l'edificio crolla necessariamente

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  47. A proposito di nazionalismo e internazionalismo.

    Lasciai la politica attiva dopo 12 anni nel 77 con questa posizione:
    non puoi cambiare il mondo, cambia te stesso e anche il mondo migliorerà.

    Ora, quando si viene accusati di nazionalismo perchè si vuole uscire dall’euro, tornare alla lira, fiorino, ducato, e perché no perline (vedi la storia conterie veneziane), luogo comune è essere identificato come destronzo! il blog fornisce tutti gli argomenti per far capire che qui si parla di riconquistare la sovranità nazionale, la svalutazione è legata ad un rilancio del mercato interno, in parole povere si tratta di rimettere in moto quel circolo virtuoso che gli italiani hanno sempre prodotto nella storia, 6 milioni di partite iva davano all’italia un primato nel mondo in creatività in moltissimi campi e con una bilancia con l’estero abbastanza equilibrata.
    Sto parlando quindi di ricostruire l’AUTOMOMIA italiana, questo non è nazionalismo. Il mady in italy si vende, l’attacco della finanza è in questa direzione!! sono a buon punto!!! non so bene cosa ci sia rimasto, forse un pò di ENI e qualche briciola di ENEL, ci siamo giocati tutto. L’ IRI era tra i dieci gruppi più grandi del mondo (grazie prodi), cantieri navali, chimica, agroalimentare, informatica, finmeccanica, moda, tutti i marchi italiani ormai hanno cambiato di mano, questo è il disastro vero!! il genio italiano ormai è costretto a emigrare, fuga di cervelli non si contano più, suicidi nelle piccole e medie aziende! possiamo dire di essere alla canna del gas? se non si ferma questa catastrofe e si recupera un po’ di ossigeno, come possiamo pensare di essere internazionalisti, con paesi come la grecia, spagna, portogallo, ecc ecc. Solo la ricostruzione della nostra AUTONOMIA ci permetterà di essere virtuosi con i paesi che avranno una visione dell’europa dei popoli!!! Fuori dalla dittatura dell’euro!!! anche da un’arida zolla può nascere un fiore.

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  48. Auguri a tutti fuorchè al curatore del blog! :)
    Penso che sia inutile spiegare ad un'arida zoll aperchè si sbaglia,magari troverà più piacevole leggere certi articoli su Micromega(le ragioni della sinistra,Daje a ride)........
    Vorrei cominciare l'anno con due considerazioni:
    ieri al tg2 un servizio cominciava così,come faremo a sperare l'ideologia dell'usa e getta?La prima considerazione che mi è venuta in mente è stata con tanta disoccupazione,che amarezza!Non so se qualcuno la condivide o se sia economicamente corretta,mi sembrerebbe però il superamento dell'usa e getta un onnipresente argomento in bocca ai Savonarola che ormai infestano la sx come la gramigna un campo d'ortaggi un tempo grandi e succulenti!
    La seconda è questa:
    Claire Boothe Luce(ambasciatore americano in Italia):"signor ministro dovete mettere fuori legge il PCI"
    Mario Scelba(cazzo Mario Scelba):"noi non metteremo mai il PCI fuori legge solo perchè ce lo chiedete voi,noi non siamo una repubblica delle banane sud americana"questo ieri!
    Oggi,Van Rompouy,Barroso,Draghi:"dovete mettere fuori legge la democrazia".
    Tutti in coro "SI SIGNORI",forse aveva un senso dover obbedire al bottegaio(USA),ma che senso ha voler obbedire al garzone di bottega(Germania)?

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  49. a proposito di free lunch.....
    http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/01/02/debt-in-a-time-of-zero/?smid=tw-share

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  50. https://www.youtube.com/watch?v=TBXNcQrqUoo

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  51. ATTENZIONE ATTENZIONE: il sottosegretario Polillo in un intervento sull'Huffington Post di Lucia Annunziata ammette che i problemi attuali nascono in gran parte dal fatto che l'eurozona non è un'area valutaria ottimale e che le politiche di Beggar my Neighbour della cancelliera Merkel sono un grave ostacolo per la soluzione della crisi dell'eurozona.
    Qui il link: http://www.huffingtonpost.it/gianfranco-polillo/il-grande-freddo-delleuro_b_2402610.html?utm_hp_ref=italy#postComment
    Mai visto una così grande faccia di bronzo: se pensa queste cose, come mai nessuno del suo governo si è degnato di dire la verità agli italiani e soprattutto non ha fatto alcuna rimostranza alla cancelliera Merkel? Oppure è stato fulminato sulla via di Damasco leggendo "IL tramonto dell'Euro"?
    IO ho già cercato di far pubblicare questo mio commento, ma non so se il moderatore lo permetterà:
    "E' incredibile, il sottosegretario Polillo ammette che gli enormi problemi che attanagliano l'eurozona non dipendono dai debiti pubblici dei cosiddetti PIGS, ma nascono dal fatto che l'eurozona non è una area valutaria ottimale: grandissimo, anche lui ha finalmente letto il blog Goofynomics del Prof. Bagnai: la Germania ha DELIBERATAMENTE perseguito una politica mercantilista di Beggar my neighbour" violando per prima tutti i trattati compreso quello di Maastricht e quelli istitutivi dell'euro. Sottosegretario Polillo, ma Lei ha fatto presente al Prof. Monti quanto Lei ha asserito in questo suo intervento? Perchè mi sembra che il governo di cui Lei ha fato parte non ha MAI fatto presente queste sacrosante istanze alla Cancelliera Merkel. Per onestà intellettuale dovreste anche spiegare cosa comporta fare parte di area valutaria non ottimale quando c'è bisogno di un riaggiustamento per rimediare ad uno shock esterno: non potendo svalutare la moneta, bisogna svalutare i salari per ridare competitività alle proprie esportazioni, così tutti capiranno il senso delle riforme Fornero per uniformare il mercato del lavoro italiano a quello tedesco modellato dalla riforma Hartz, dove una marea di minijobs ha reso la grande Germania un paese di precari.
    Luca Righi"
    Invito il maggior numero di Goofynomisti ad invadere di commenti quel post, che forse POlillo ha scritto pensando che nessuno avrebbe capito le implicazioni enormi di quello che ha scritto, della serie "Sapevamo che la storia era completamente diversa da come ve l'abbiamo raccontata, ma nonostante questo non abbiamo fatto niente per difendere le ragioni dell'Italia nelle sedi appriopiriate europee ed intergovernative" Come direbbero a Roma, facciamogliela vedere a questo impunito.

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    1. A proposito di ammissioni passate inosservate, questa é proprio dell'anno fatidico :
      " Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”. (Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, 1999.)

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    2. Contessa, tu sai che io ti voglio bene, e quello che hai appena fatto, poi, è veramente molto in basso nella lista delle cose che mi fanno incazzare veramente tanto, però c'è: citare qualcosa o qualcuno senza riportare la fonte! Non mi sembra un bel modo di ricambiare... E soprattutto rende inutile la citazione, che, se supportata da adeguata fonte, io potrei portare in luoghi nei quali voi non arrivate. Che dici, vale la pena di fare questo sforzino...

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    3. Scusa, me l'ero messa da parte e copiaincollando non mi ero accorta che non c'era il link...proverò a ritrovar

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    4. Questa citazione da una intervista a Der Spiegel la riporta Hans Magnus Henzensberger http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/9561-quaranta-domande-sulleuropa.html

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    5. Ok, provo a risalire alla fonte originale, perché è una vera perla, con rating EE+.

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    6. Fonte originale: intervista di Juncker a Der Spiegel, 1999. Primo paragrafo, con Google Translator si capisce piuttosto bene.

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  52. Risposte
    1. Infatti sinapsi81 non ha nemmeno capito cosa ho scritto, perchè ha descritto quello shock esogeno di cui parlavo io nel mio post, solo che lui pensava che io parlassi per slogan evidentemente, mentre anche se per forse colpevole sintesi non l'ho esplicitato, mi riferivo proprio allo shock esogeno dei mutui subprime che poi ha egli stesso ha descritto. Non ha unito i puntini, ma sono parecchi a non farlo io
      n Italia....umoristico che non l'abbia fatto uno che si è dato tale pseudonimo.

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  53. Caro Professor Bagnai, vorrei proporle un'analogia che, anche se banale, riesce sempre a farmi (amaramente) sorridere: dopo il primo divorzio economico del nostro paese, quello tra Tesoro e Banca D'Italia , pare che siamo incappati in un secondo matrimonio di sentore antico.... Occupandomi di ambiti familiari, vedo l'evolversi di una storia sentimentale tipica del passato ma certo non estinta: unione forzata voluta dalle famiglie e accettata con rassegnazione, timida conoscenza iniziale ma sempre senza approfondire troppo nei particolari, sopportazione di ogni soppruso per la totale assenza (percepita) di valide alternative. Che siamo la donna si è capito? Una mentalità accompagnata in parte da un sottofondo religioso che predicava (e predica) la sopportazione, l'affidamento a una forza più grande e ai suoi rappresentanti nonchè l'aderenza a un'indiscutibile, seppur largamente sconosciuta, dottrina; non fa eccezione quella dell'Euro, ma anche una società come la nostra è riuscita a fare un referendum sul divorzio. Bei tempi e diversa scorza popolare si potrà dire... noi non si smette di sperare e agire per quel che si può.
    Un caro saluto,
    Gianfranco.

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  54. @prof
    ho trovato questo
    http://www.presseurop.eu/it/content/article/3215961-quaranta-domande-sull-europa

    e l'articolo originale è
    http://www.faz.net/aktuell/wirtschaft/europas-schuldenkrise/hans-magnus-enzensberger-vierzig-hinterhaeltige-fragen-zu-europa-11995058.html

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  55. Caro Professore,

    Eurasia Rivista tocca la questione economica con deindustrializzazione d' Italia alla luce della questione geopolitica e naturalmente non può non rilevare l' arroganza della Merkel quando dice che "La Germania DA SOLA ha abbastanza autorevolezza per competere sui mercati mondiali."

    Vanitas vanitatum, la Donna Perduta, come Lei diceva, non si è resa conto di un gioco ben più vasto, in cui fa precipitare anche la sua preziosa Germania ( dopo aver rotto per la terza volta l' Europa tutta )

    il cui prodest tutto ciò è chiaramente indicato nell' articolo

    http://www.eurasia-rivista.org/il-risiko-transatlantico/18153/

    "L’interscambio tra Germania e Cina nel 2011 ha toccato i 144 miliardi di dollari ed è destinato a raddoppiare entro il 2015, quando si stima che raggiungerà i 280 miliardi. Queste cifre permetteranno ai tedeschi di imporsi in cima alla classifica dei paesi esportatori verso la Cina, surclassando gli Stati Uniti, e a Berlino di stringere ulteriormente il rapporto strategico con Pechino. Nell’aprile 2012, il primo ministro cinese Wen Jibao si è recato a Wolfsburg allo scopo di siglare un accordo che prevede l’installazione di una nuova fabbrica della Volkswagen nella regione dello Xinjiang. Si calcola che ciò attenuerà l’alto tasso di disoccupazione locale, che finora ha contribuito primariamente ad alimentare le pulsioni centrifughe delle popolazioni indigene. Questa intensificazione dei rapporti con la Cina costituisce la parte integrante e maggioritaria di un processo che prevede il riposizionamento dell’economia tedesca in direzione dei mercati emergenti. Secondo un rapporto redatto dall’European Council on Foreign Relations, «La Germania è portata a considerare se stessa come una forza credibile in un mondo multipolare, il che alimenta a sua volta l’ambizione di divenire “globale” con le sue forze» (11).

    Parallelamente, i dirigenti di Berlino difendendo a spada tratta le condizioni che tutelano il poderoso export tedesco verso i paesi membri dell’Unione Europea e permettono alle banche tedesche di guadagnare dal dissesto degli Stati meno solidi. E’ per questa ragione che la Deutsche Bank ha acceso sull’ Italia una miriade di Credit Default Swap (CDS), derivati finanziari che si valorizzano con il peggioramento delle condizioni economiche italiane. Molte posizioni assunte da Angela Merkel in relazione alla Grecia e al rigore dei conti pubblici nei confronti dei paesi meno solidi, acquisiscono un significato preciso alla luce del fatto che la Deutsche Bank e molti altri istituti di credito tedeschi abbiano pesantemente scommesso sul loro declino, beneficiato dell’aumento dello spread che differenzia i Bund tedeschi dai buoni del Tesoro italiani e dai Bonos spagnoli.

    La struttura dell’ Eurozona permette a Berlino di avvalersi di particolari condizioni generali per operare dumping fiscale ed esportare le merci tedesche verso i paesi membri dell’Unione Europea, ma il dissesto dei paesi cosiddetti “periferici” non può che portare, a lungo termine, all’ indebolimento radicale della Germania. Nonostante ciò, i dirigenti tedeschi continuano ad opporsi a qualsiasi proposta di ristrutturazione del meccanismo economico che sorregge l’Unione Europea, aggravando le condizioni complessive in cui versa il Vecchio Continente.

    Questo pericoloso gioco d’azzardo (che finirà per colpire anche la Germania) pare pertanto orientato all’ indebolimento complessivo dell’Unione Europea attraverso la devastazione del tessuto socio-economico dei paesi mediterranei, di cui l’Italia costituisce la punta di diamante; un obiettivo strategico di primo piano che i potenti agenti sociali dominanti operanti dalla sponda occidentale dell’Oceano Atlantico hanno perseguito – in ottemperanza alla “dottrina Webster” – con estrema ostinazione nel corso dei decenni che hanno succeduto il crollo dell’Unione Sovietica."

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  56. @ Giulietta

    In assenza di una visione ideologica inscalfibile ( ah come semplificherebbe la vita...) questo è un argomento davvero temibile. Io sono un'ammiratrice di Giacomo Gabellini , che ha scritto l'articolo da te riportato, e sto aspettando un suo importante testo che ho ordinato ( La Parabola – geopolitica dell’unipolarismo statunitense )

    Per il momento più cose leggo e più domande mi sorgono.
    Intanto ti potrebbe interessare una interessante discussione che si è svolta nel Blog Voci dalla Germania nel mese di agosto.


    http://vocidallagermania.blogspot.it/2012/08/lexport-tedesco-continua-crescere.html?m=0

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