lunedì 11 giugno 2012

Uga

Io (in corridoio, a rockapasso): "Non ce la faccio più a sentir dire: più Europa!" Uga (da camera sua): "Perché, babbo?" Io: "Te lo spiego quando sarai grande." Uga: "Oooh! Va bene, babbo." Spero di non doverglielo mai spiegare. Sentfrommaiaifon, da cui la lapidarietà (e forse l'ortografia incerta - Skhneider?). Domani vi racconto e grazie a Ecodellarete e Solipsismo.

82 commenti:

  1. ...e Gianni Di Francia, e gli altri non me li ricordo. Faceva troppo caldo!

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  2. Napoli, 11 giugno 2012

    Sono stato a Napoli, alla presentazione di due libri dell'economista Riccardo Bellofiore. Era prevista anche la presentazione di un libro di Vladimiro Giacchè, che purtroppo non è potuto venire. Erano presenti, oltre a Riccardo Bellofiore, Ugo Marani, Alberto Bagnai e Gennaro Zezza.

    Non ho ancora letto i libri di Bellofiore, ma lo farò non appena i miei impegni di fine anno come insegnante me lo permetteranno. Magari mi verrà voglia di scrivere un post di commento, chissà. Sempre con la precisazione che, qualsiasi cosa dirò, questa dovrà essere considerata come un semplice "dato sperimentale", utile a chi vorrà, un giorno, studiare quello che l'italiano di media istruzione, categoria alla quale appartengo di diritto, ha capito della crisi che stiamo vivendo.

    Naturalmente ho registrato l'evento e, nei prossimi giorni, i video saranno online. Questa volta non li pubblicherò secondo l'ordine cronologico degli interventi, ma partirò dalla fine. Cioè dal dibattito che si è sviluppato al termine, il quale, per ragioni di tempo, è stato "troppissimo brevissimo".

    Ora vi saluto. Devo dedicare un po' di tempo alla parte burocratica del mio lavoro di insegnante in un IPSIA. The dark side of my job.

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    1. Santo subito dopo!

      Un dì s'io non andrò sempre fuggendo...

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  3. Scusate, ho cancellato senza volere un opportuno commento di Marco Bessi (?) il quale rilevava l'inutilità di un governo tecnico, sobrio e presentabile che ci regala uno spread a 470. Considerazioni analoghe venivano svolte dal prof. Santarelli in un messaggio privato.

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    1. Vedrà che lo spread calerà presto. Le spiego... Con l'acconto imu che verrà girato a bankia questa comprerà tanti bei btp decennali al 6% dovendo restituire il capitale ad un tasso del 3% farà un bel guadagno alla nostra faccia con bersani e fassina in tv a brindare al più europa che salva tutti e noi a casa con la bottiglia di plastica in mano che facciamo partire il coro: ohohohohooooh ohohohohooooh. Buonanotte vado a svuotare una bottiglia...

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    2. Lo spread calerà presto perché l'€ €splod€rà. P.s.: come fa la Palombelli a dire che € è una lettera dell'alfabeto greco?

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    3. Lo spero con tutto il cuore. Però le bottiglie di plastica vuote dopo le do a Fassina che in tv deve fare la versione € di tafazzi. In tv con un bel mutandone con la € stampata proprio lì e via bottigliate! Ci restano tre mesi poi l'€ collasserà da solo (così profetizza Christine Lagarde stamane) e lo spread sarà solo un brutto sogno. Certo all'inizio sarà dura ma a tirarci sù il morale lo sa quanti comici in tv....

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  4. Professore,
    pensi un po'... Fassina ha appena detto che il programma del PD, quello sulla base del quale faranno le primarie, è... gli Stati Uniti d'Europa!
    :)

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    1. Certo. Così le vincerà Grillo, e loro daranno la colpa all'antipolitica. Sai che nel tuo commento c'è una parola che mi dà i conati? Spero proprio che nel filmato di Napoli si veda bene qual è.

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    2. oh, per lo meno Grillo è contro l'euro e vorrebbe uscirne! ihihihi

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    3. Ovvio. Parlatene con un politico amico vostro. Lì sì che vi farete tante risate.

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  5. E' tutto un fermento in questa Europa, diceva il professore...

    http://www.youtube.com/watch?v=6vTPGZm7kIE

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  6. Salve professore,
    ci siamo visti a Napoli e le rinnovo i complimenti: sia per il blog, che per l'intervento che ho potuto apprezzare dal vivo. Volevo segnalarle questa intervista allo storico inglese Eric Hobsbawm, dove ipotizza un futuro radioso per il capitalismo di stato. Cosa ne pensa? http://temi.repubblica.it/micromega-online/hobsbawn-“il-capitalismo-di-stato-sostituira-quello-del-libero-mercato”/?printpage=undefined

    Un saluto a lei e ad Ecodellarete!

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  7. Anche Landini alle domande dei giornalisti risponde "più Europa". Forse vuole l'annessione della Tunisia.

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    1. No, come Riccardo anche lui vuole il meraviglioFo Findacato europeo che affratelli il lucano, il borgognone e il lettone, i quali potranno così combattere insieme la lotta di claFFe tranFnazionale. Solito problema: data la babele delle lingue, il "friend fire" più che un rischio è una certezza...

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    2. Tunisia? Ma figurati. Noi internazionalisti vogliamo federarci esclusivamente con paesi del Nord.
      La Tunisia è terra di negri. Con loro i confini e le frontiere servono.

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  8. Caro prof.Bagnai, in base alla sua segnalazione qui su Goofynomics , l'ho riascoltata con piacere ieri su Radiopop, se non altro hanno avuto il merito di farmi scoprire lei e il suo blog.Mi sono anche guardato con altrettanto piacere i suoi ultimi contributi video, senza nulla togliere a questi ultimi devo dire però che la mia indole masochistica mi fa prediligere i suoi post con tanto di grafici, cifre e compagnia bella, quel tanto o poco che capisco lo ottengo a prezzo del mal di testa, però poi dopo mi sento meglio.

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  9. A Napoli vi siete persi un Bagnai particolarmente in forma! E' stato un intervento breve, ma denso, nel quale il nostro ha ignorato bellamente gli inviti a sviluppare una posizione "ecumenica" di sintesi delle differenze provenienti da Zezza, per affrontare, dopo una sintesi chiara ed efficace dei libri di Ricardo, i due scogli sui quali spesso il ragionamento sull'europa, per quanto critico verso il progetto euro, come quello di Bellofiore, si va ad infrangere: il "che fare" qui ed ora per risolvere la crisi, che in sostanza riguarda l'uscita dall'euro e le sue conseguenze; la necessità di costruire uno spazio europeo di rivendicazione ed azione sindacale e politica come unico modo di affrontare la perdita di sovranità a livello nazionale.
    E' stato un peccato che il tempo a disposizione per il dibattito era poco: Bellofiore, pur sottolineando che QUESTO euro ci porta diritti verso la catastrofe, ha sostenuto che l'uscita da un unione valutaria avrebbe conseguenze imprevedibili e probabilmente più gravi, essendo cosa ben diversa da un semplice abbandono di una parità del cambio, come avvenuto in Argentina. Purtroppo non è stata possibile una replica di Alberto sulla questione, con i dati e tutto il resto, anche se il suo Blog di risposte ce ne fornisce in abbondanza.
    Per ciò che riguarda il "più Europa" nella lotta, io davvero non riesco a capire: perché mai non dovrebbe essere possibile svolgere queste benedette lotte sul piano nazionale. Se i lavoratori riacquistassero forza e riuscissero ad influenzare le politiche dei vari singoli stati a loro vantaggio, non sarebbe comunque un avanzamento a livello europeo? Non sarebbe un percorso più "facile" ed efficace rispetto all'attendere il costituirsi di un movimento sindacale a livello europeo? E se anche questo fosse possibile e ci siano forze impegnate in questa direzione (cosa della quale dubito), quanto tempo ci vorrebbe? Anni, decenni? Il problema è che l'attacco degli interessi dominanti al lavoro è QUI e ORA dispiegato in tutta la potenza devastante, e probabilmente, nel tempo impiegato perché si costituisca questo benedetto fronte europeo del lavoro, non sarà rimasto più nulla da difendere, e l'uscita dalla crisi avverrà a destra con le ovvie conseguenze per il lavoro organizzato - avete presente i sindacati sotto Pinochet o Videla? Altro che sindacato europeo.

    Una cosa un pò deludente: gli interventi degli studenti. Francamente dire "VOI ECONOMISTI" non vi occupate dei problemi di noi precari e non partecipate alle nostre lotte mi è sembrata una stupidaggine colossale. Un ragazzo criticava "GLI ECONOMISTI" (si ripeteva questa categoria metafisica degli economisti come un tutt'uno omogeneo) perché si limitano a descrivere il funzionamento della realtà economica. Ma dico io, se non tu non studi e non comprendi il modo in cui funziona questa realtà che dici di voler combattere e cambiare (il capitalismo cattivo), come pretendi di riuscire ad incidere su di essa?

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    1. Se fossi ecumenico direi che è colpa "nostra" (noi chi?). Invece sono Alberto, e ti dico che nulla mi stupisce da parte di ingenui che abbindolati da un antiberlusconismo di maniera fino a pocho mesi fa protestavano contro i "tagli" all'istruzione difendendo la scelta €pea. Questo mondo di merda se lo sono voluto anche loro, ragionando per appartenenze, cedendo alle sirene dell'antiberlysconusmo prima e del donaldismo poi. Bene: se lo tengano!

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    2. Purtroppo io ieri ho fatto tardi e non avendo ascoltato tutta la conferenza ho evitato di fare domande ma concordo con te, le domande finali sono state di una pochezza... visto che si stava a napoli mi sono trattenuto dal farla anche io una bella domanda profonda una cosa del tipo: "ma 9x9 farà 81?" oppure "si certo facciamo occupy italia george soros sicuramente ci darà una cosa di soldi per suppostarci".

      Giuseppe

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    3. Però, anche se non ho potuto dirglielo (per mancanza di tempo e per non spiazzarlo nel suo ruolo fi bel tenebroso rivoluzionario), l'ultimo a intervenire, quello che chiamava alla lotta, aveva perfettamente colto il punto. Gli chiederei cosa altro deve fare un economista in questo senso, oltre a rovinarsi la carriera dicendo sul Manifesto (e presto anche altrove) che l'euro è uno strumento fascista di lotta di classe. Se lui mi dà gli indirizzi di tutti i proletari, io vado a citofonare uno ad uno e li porto in piazza.

      O forse avevo davanti dei sottoproletari? Lui però non mi sembrava donaldiano.

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    4. Il ragazzo che ha parlato in piedi, vicino la finestra, era un marziano duro e puro: nel corridoio sosteneva che la crisi è assolutamente da attribuire alla caduta tendenziale del saggio di profitto. Ora io queste certezze granitiche non ce le ho, credo che la realtà sia così complessa che qualsiasi teoria organica, per quanto coerente e supportata da fatti, non possa spiegare tutto nei dettagli. Ora il discorso sulla scienza economica, sul ruolo degli economisti nell'elaborazione delle policies e delle risposte alle crisi, è un discorso serio e ci sarebbe da discutere, senza banalizzare a colpi di slogan, come purtroppo fanno tanti giovani attivisti; del resto lo stesso Bellofiore lo ha affrontato nel suo intervento, ribadendo la concezione marxiana di CRITICA dell'economia politica, e qualificandosi come studioso schierato, da una parte ben precisa. C'è tutto un filone del pensiero filosofico contemporaneo che mette in questione il mito della perfetta imparzialità ed oggettività della scienza per come si è evoluta nella cultura occidentale. La questione è spinosa, ma non credo sia così rilevante, non almeno per quanto riguarda le tematiche che vengono affrontate su questo blog. A noi serve con urgenza che almeno le decisioni immediate, che tanti effetti concreti hanno poi sulle nostre vite, vengano prese con un minimo di razionalità, e la scienza economica, con tutti i suoi difetti, può essere d'aiuto. Certo siamo lontani da questo, se il dibattito si svolge attorno al tema "più europa" "unione fiscale" e "debito pubblico" ....

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    5. "cosa altro deve fare un economista"

      Dire che lui aveva scritto fin da 97 che l'euro non poteva funzionare e tanto basta per non essere confuso con la mischia.

      L'euro è fascista?

      Sicuramente si per come la imposti tu, ma probabilmente ci vai giù duro e non ti rendi conto che implicitamente dai del fascista a chi ha creduto nell'euro per altri motivi.

      "Che nessuno mi dica che i miei vent'anni sono stati gli anni più belli della mia vita" non ricordo di chi sia ma so dove l'ho letta "lettera ad un giovane Italiano" Carlo A.Ciampi,un fascista? o uno che ha creduto nell'Europa dei popoli senza dittature e ne guerre fratricide?

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    6. Sono d'accordo. Avevo tentato una provocazione citando in partenza il programma di Syriza, che su euro/noeuro è confuso, ma ha chiaro che serva una redistribuzione del reddito verso il basso, un ridimensionamento immediato della libertà d'azione della finanza, e la ri-nazionalizzazione dei servizi connessi ai beni pubblici. A me sembra che se un economista suggerisce che questa è la strada da percorrere, si schieri in modo chiaro e radicale, e far questo con l'euro o senza mi interessa di meno: Alberto mi ha quasi convinto che con l'euro non lo si vuol fare.

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    7. curiosita' :

      http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2012/06/10/Merkel-come-Hitler-muri-Roma_7013678.html?idPhoto=1

      Lo slogan : tu paghi l'imu le banche no grazie alle ue
      sembra rubato alla lega (che non ha piu' neppure la lucidita' di dire queste cose)

      Comunque riguardo allo scendere in piazza per protestare:
      ma contro chi ? e per cosa? no perchè a me hanno detto che 'la sinistra' a roma è scesa in pizza per inneggiare a monti che prendeva il posto di berlusconi...

      Quindi per me la prospettiva di alberto non ha sbocchi possibili ...

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    8. E secondo me, caro R, in quei cortei c'erano anche tanti ggiovani "neolibberismo brutto cancellaerdebbito" della sinistra decotta, di quella movimentista, e di quella donaldiana, tutti contenti di avere un premier presentabile. Quindi che cazzo vogliono da me? Ah, saperlo, saperlo...

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    9. Caro G.Z. con la Z di Zorro, se lo si fosse voluto fare... bastava non fare l'euro, come il tuo invitato della Banca d'Italia (ci ricordi il nome e io linko il wp) ha implicitamente e certo involontariamente dimostrato!

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    10. ma c'erano anche studenti non macchiettistici o è una cosa generalizzata? Cazzo che spocchia e che pochezza.

      hai fatto bene a dirgli che sono poco informati, perché è la verità e perché se non sei in grado di cogliere la differenza tra Giavazzi e Zezza, bé, non puoi dare un contributo interessante e devi fartene una ragione.

      Un piccolo appunto: che i movimenti studenteschi fossero presenti, impegnati, pronti, belli, interessanti ecc ecc (come racconta la ragazza "in Inghilterra bello qui una merda", "te pareva" aggiungo io), è una favola che si raccontano fra di loro. la verità è ben diversa.

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    11. Non devi dirlo a me. Il tuo amico Forattini di nFa da piccolo era uno di questi "cancellaildebbito". Folgorato sulla via di Damasco dal genio del nostro amico MB. A tanto apostolo, tanto padreterno. E ci siamo capiti. Io con la retorica del "povero studente" ho un piccolo conto in sospeso. Ma il discorso va fatto in modo articolato. E sono sicuro che tu potresti contribuire.

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    12. Pronti al dialogo.
      «Ce stanno a levà ‘a curtura, ce stanno a levà er futuro, aho, er ggoverno ce sta a distrugge’ ‘a scola e ce sta a distrugge er futuro, aho, a ggermini, a berlusco’, giù le mani dar futuro, giù le mani da ‘a scola, aho, ‘mo ce stamo a incazza’, stamo a occupa’, stamo a blocca’ er torpedone, stamo a blocca’ er binario, stamo sur tetto, aho, semo tantissimi, famo un mjione, famo er corteo, famo er blizze, perché ce stanno a leva’ er futuro, ce stanno e levà ‘a curtura, aho, e se ce bloccano er futuro/se ce bloccano la scola/noi bloccamo l’Eurostar, aho, e spaccamo ‘e vetrine co i serci, aho, e buttamo li fumoggeni e le torce, aho, damo foco ar cassonetto e sfonnamo er bancomatte, aho, e bruciamo ‘a machina e er celulare di’i sbiri, perché noi vogliamo studia’, aho, abbastardi, nun è che l’inizio, semo l’onda anomala de li studenti ‘ncazzati e de li precari e dei blecche blocche, aho, germini arendite, sei circonnata, ‘mo famo er dibbattito su a mobbilitazione pe ‘a stabbilizzazione de li precari, perché ce state a levà ‘a curtura, ce state a levà er futuro, a fasci demmerda, aho, a berlusco’, te pio pe’ e recchie e t’arzo come a coppa uefa, a ggermini, si te metti e carze a rete me pari n’ arosto, aho, dovemo parlà».

      Ogni volta che penso al movimento studentesco penso a queste righe di Filippo Facci. Con forse un po' meno afasia nel caso in questione, ma lo spessore mi pare lo stesso.

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    13. Aggiungo subito un paio di notazioni tecniche a beneficio dello tsunami di buonismo che sento caricarsi in molte teste di cazzo. Punto primo: istwine è uno studente (potevo dirlo)? Nonostante questo è in corrispondenza diretta con molti economisti veramente importanti (quindi mi escludo) ai quali chiede quello che vuole sapere. Ed essi benignamente gli rispondono (segno che le domande non sono cretine).

      Punto secondo: oggi un associato non sta in nessuna commissione di concorso. Quindi, come dire, dare del "barone" a me (come ha fatto qualche grullo) e a Gennaro sarebbe quanto meno improprio, visto che non esiste alcuna sede dove noi possiamo esercitare la nostra Wille zur Macht.

      Punto terzo: la generosa battaglia delle anime giovani e belle piddine conto i baroni (cioè, appunto, contro me e Gennaro) e per il merito si è risolta, di fatto, in un delirante ricorso a meccanismi di valutazione e selezione dove fanno premio esclusivamente gli indicatori bibliometrici, cioè quegli indici gestiti da società private (esattamente come i rating finanziari) in virtù dei quali sono buone solo le riviste "amerikane". Perché si sa, il merito bisogna misurarlo oggettivamente. Morale della favola: lo strapotere accademico dei giavazzoidi è stato consolidato da certe generose aspirazioni: solo chi pubblia fromAmerika potrà avanzare nella sua carriera (qui in Italia, ovviamente: ci sono paesi meno skiavi e ci stiamo lavorando). Poi lamentatevi che gli economisti critici non ci sono.

      Chi vuole un fine deve anche volere i mezzi per ottenerlo, dice Keynes. E Bagnai sommessamente aggiunge che anche chi ha voluto certi mezzi (la demagogica e razzistica e indiscriminata accusa alla classe dei "vecchi baroni", ad esempio, cioè "cancellaerbarone" o "cancellaerdebbito"), ha voluto certi fini (l'avvento di una categoria di fighetti matematizzati che non sa leggere nemmeno il current account della bilancia dei pagamenti e terrorizza i propri studenti con la propria fumosità, ma è "bravo").

      L'avete voluti? Teneteveli, e vaffanculo. Va bene?

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    14. Oh, se poi non va bene, è così lo stesso, e lo stesso vaffanculo.

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    15. Purtroppo spesso chi vuole parlare(vedi ragazza anglofila), sono quelli più disinformati e più ignoranti.....
      Riguardo il primo intervento mi permetto di dire la mia, non c'erano secondo me chiari segnali di barnardismo. Però il concetto metafisico di " GLI economisti" è proprio divertente. Hai ragione su questo! Sono semplicemente disinformati, non li conoscono. Magari si immaginano che, arrivato il momento del bisogno, dal tubo catodico spunti fuori un supereroe economista che metta a posto le cose. Mumble....mi ricorda qualcuno....ah ecco Supermario!

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    16. @Alessio

      Bene. Adesso non potrò più tornare a Napoli. Me ne farò una ragione. Non vorrei nemmeno però dispiegare una potenza di fuoco unilaterale e indiscriminata su una categoria. Cioè non vorrei commettere l'errore uguale e contrario a quello di alcuni singoli esponenti di essa.

      Torno su un punto: questa intanto è la prova di come i donaldiani possano inquinare un dibattito civile.

      Poi, guardando a una prospettiva più ampia: come ho detto oggi a un giornalista che sembrava una persona per bene (ma come gli ho detto, se effettivamente lo sia lo scopriremo solo vivendo), la diffusione di questa sottocultura è anche un portato del berlusconismo, che ha fatto tanti, ma tanti, ma tanti danni a sinistra, danni dei quali la sinistra non si rende conto. La decisione della sinistra di competere (o pseudocompetere) su un livello "basso", di tatticismo, di realpolitik, di "facciamo demagogia altrimenti quello ci fotte", ha prodotto questa sottocultura, questo sottoproletariato. Ora: dividiamo le colpe fra chi ha proposto il modello, e chi ha deciso di adeguarvisi. Certo nessuna di queste colpe vanno portate da quelli che annuivano compunti ieri "eh, certo, i baroni...".

      Semplicemente non sanno come stanno le cose. Non è colpa loro finché però non se la prendono con chi cerca di dirglielo.

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    17. Non sono mancati gli economisti, sono mancati i politici e i filosofi della sinistra. I politici da un lato si sono fatti affascinare dai movimentismi e della post-democrazia (rifondazione bertinottiana) e dall'altro lato hanno dato vita alla variante italiana del social-liberismo (ulivo).
      Sono stati incapaci (anche per ragioni storiche di cui non sono responsabili, come la batosta della caduta del muro) di esprimere un'alternativa ai miti individualistici berlusconiani (milano da bere).

      Non ho condiviso affatto gli interventi dal pubblico e in generale non ripongo grande fiducia nei miei coetanei che distinguo in tre categorie:
      1) I moralisti, figli del pensiero liberale scalfariano, hanno animato il movimento antiberlusconista (contro berlusconi perchè puttaniere). Tra i moralisti si può fare la distinzione tra i giustizialisti vicini all'IDV a Travaglio e all'antimafia e i piddini che si riconoscono soprattutto nell'esaltazione del new public management (alcuni si scoprono ed esaltano anche il neoliberismo e le privatizzazioni, avendo come modello di vita la Fornero)
      2) Poi ci sono i figli del Sessantotto e dell'operaismo. Il loro principale limite è la mancanza delle tematiche sull'egemonia e sulla connessione sentimentale di Gramsci. Anche qui si può fare una distinzione tra due sottocategorie: i comunisti duri e puri e gli oper-artisti che invece sono politicamente più corretti e che per questo amano i flash mob sulla precarietà e i diritti civili; per loro il reddito di cittadinanza è la soluzione principale (se non unica), la politica deve stare a cuccia per garantire la piena espressione dell'individuo (cosa che è pure certamente importante, ma l'attività umana non può essere ridotta al solo individualismo, l'uomo è un animale sociale e comunitario). Dateci un reddito di cittadinanza che poi ce la vediamo noi con questa realtà post-moderna (sotto il profilo filosofico) e parzialmente post-fordista (non si può dire che in Italia si sia affermata l'economia della conoscenza).
      3) Infine c'è la stragrande maggioranza di giovani che non si occupa di politica e generalmente i giovani dei ceti bassi si trovano in questa categoria. Quando la sinistra riuscirà a ricoinvolgerli vorrà dire che si sarà ripresa.

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    18. Alessandro, per carità, io ti voglio bene come a un fratello (fai attenzione), e secondo me c'è anche molta saggezza in quanto dici, però vorrei farti notare un paio di cosette.

      La prima è che due o tre post fai sei intervenuto con un bel commento (spero di averlo pubblicato) nel quale riassumevi la storia del mondo dalle caverne alla bomba H in base al principio che essa è determinata dai soldi e dal numero. Principio che mi trova d'accordo.

      Oggi dici "niente sarà come prima", e quindi? Non conteranno più i soldi e il numero? Questo non mi trova d'accordo.

      Il famoso "indietro non si torna" implica una visione rettilinea della storia che non è da te, e suona anche come un "dall'euro non si esce" che è TOTALMENTE antistorico, perché o usciamo noi o esce lui (QUESTO ci insegna la Storia). Ma forse su questo siamo d'accordo. Permettimi però di rimarcarlo a beneficio di eventuali nuovi adepti.

      Il problema dei ritorni marxisti e delle critiche dei marZiani, dal mio punto di vista, è che non capisco cosa vogliano. Mi sembra dicano le stesse cose che dico io, aggiungendone una palesemente assurda e antistorica: il Findacato europeo. E tu faglielo fare, che ti devo dire... Ci sono cose che se potessero essere capite non andrebbero spiegate. È il mio teorema fondamentale sull'inutilità della didattica. Prendi nota per quando vai su nFA o parli con un piddino.

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    19. Bravo, Torny, così mi piaci. Crisi da sovrapproduzione, capitalismo stagnazionista... Libera il marziano che è in te!

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    20. Non so se intervengo fuori tempo massimo su questo post, ma sento di dover esprimere il mio disaccordo su quanto detto da Alessandro. E' chiaro che il ritorno alla lira non ci riporterebbe magicamente agli anni '70, e mi sembra che nessuno, tantomeno Alberto, sostenga o anche auspichi questo. E tuttavia sembra che Alessandro dia per scontato che l'attuale struttura economica e sociale sia un qualcosa di storicamente dato una volta e per tutte; che per esempio, l'attuale distribuzione del reddito sia un dato immutabile, una evoluzione "geologica" nella natura delle cose e non l'esito di precise scelte di politica economica; che ci sia comunque chi trae giovamento dallo status quo, e chi no; che il fatto che ci sia una sovrapproduzione di 30 milioni di auto renda tecnicamente impossibile l'orientare la produzione di una data società verso la soddisfazione di altri bisogni. Come se negli anni '30 avessero detto, "eh...sarà impossibile tornare a prima della crisi" poi però c'è stato qualcosa di peggio - la guerra - ma anche, in seguito, la ricostruzione e lo sviluppo economico e sociale dei decenni successivi. Questo per dire che a mio avviso non esiste una inevitabilità dello sviluppo storico, ma che anzi, questo è profondamente influenzato dalle scelte fatte dagli uomini e in particolare dal confronto che sempre avviene tra interessi contrapposti: io, che sono un salariato, ed anche un po' marziano, lo chiamo lotta di classe; voi chiamatelo anche conflitto distributivo o come vi pare. Poi chi vorrebbe ritornare ad un'epoca nella quale si fumava nei cinema?!? E lo dice un fumatore....

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    21. I fogni non muovono un bel nulla, sottoscrivo. Sul dove prendere per fare fette di torta un po meno diseguali mi sembra ovvio, lo si prende da quelle piú grosse :)
      Ma poi non si potrebbe comunque allargarla sta torta, facendo politiche economiche piú razionali, oppure bisogna fare per forza decrescita, felice o infelice che sia? Secondo me sui fa l'uno e l'altro, possibilmente facendo attenzione alla qualità di redistribuzione e crescita.

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  10. Grazie ad Alberto per esser venuto sott' 'o sole a discutere con noi. Ho un solo rammarico, e cioè aver pensato che A. era stato troppo aggressivo - e ho quindi cercato di mediare - con lo studente che ha fatto la prima domanda (assurda nel contesto) su "dove erano gli economisti" e perché gli economisti in Italia non fanno come quelli USA che vanno a OWS. Sul momento ho pensato (memore di mio padre che mi ha insegnato che devo prima riflettere su dove ho sbagliato io...) che se questo giovane diceva a noi tutto questo, non eravamo riusciti a farci capire. Alberto ha attaccato a sua volta chiedendo dove mai fosse il movimento studentesco in italia, che detto ad una platea di attivisti studenteschi che sott'o' sole erano venuti a sentir parlare gli economisti invece di andare al mare era una bella provocazione...
    Poi mi hanno suggerito che le parole dello studente non erano farina del suo sacco, ma che costui e' un seguace di quei che Alberto chiama Donald, e quindi recitava una parte non sua. Che tristezza, se e' cosi...
    Quando i video saranno in rete (grazie a Ecodellarete!) valuterete autonomamente

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    1. Caro G.Z., io ho accolto con umiltà la tua osservazione, perché so di essere un violento e vorrei essere diverso. Solo che... Qui torna il discorso del non essere economista... Il mio orecchio musicale mi aveva segnalato nella trama del discorso l'emergere del Leitmotiv (per Schneider: light motif) del fascismo donaldiano: quelli degli accademici italiani baroni e massoni, asserviti ai partiti e lontani dal popolo. Ora tu me lo confermi, sulla base di evidenze più dirette. E quindi concorderai con me sul fatto che sono stato gentile. Ma hai visto quanta presa ha avuto questo messaggio demagogico sugli ingenui astanti? Loro la differenza fra te e Giavazzi, grazie a quella merda di Donald, non la vedono. E quindi non sono d'accordo con chi, come Riccardo con due "c", attribuisce una legittimità scientifica a questo pagliaccio accordandogli il ruolo di interlocutore.

      Sarò old-fashioned, ma per me un fascista può essere solo un nemico, non un interlocutore. E questo vale anche e soprattutto se è un ggiovane di belle speranze che pensa di essere di sinistra. Sai quanti ne ho visti, così, da giovane, finire nella corte di Letta (Gianni, non Enrico)!

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    2. Prof.
      fra tutti i suoi post interessantissimi e convincenti dove l'economia viene abbinata al buon senso come dovrebbe sempre essere
      riporto la sua frase"Sarò old-fashioned, ma per me un fascista può essere solo un nemico, non un interlocutore."
      una grandissima verità e non importa se di destra o di sinistra fascista come categoria dello spirito.

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  11. Professore, io la seguo da pochissimo. Solo due domande brevissime, non occupo spazio disco altrui:

    1)cos'e' il donaldismo? (mi scusi, non capisco i messaggi criptici)

    2)visto il panorama politico Italiano e non solo, chi o cosa pensa possa attuare politiche di smarcamento dall'Euro? In Inghilterra esiste quel tipo buffo ma dalla lingua tagliente di Nigel Farage; in Francia esiste una Le Pen (non faccio commenti sulle sue idee, solo sul suo anti E(U)roismo); in Belgio esiste Wilders (anche qui, no comments)...

    e noi....? Chi c'e' che potrebbe prendere in mano i residui di attributo delle dimensioni del Bosone di Higgs e lottare per uscire da questa diabolica trappola a favore dei soliti frequentatori di Clubs esclusivi o di noti Mr. Crescita come il mitico Passeraceo e altri (quello che ha fatto crescere il patrimonio degli azionisti di Intesa San Paolo del ...-95%)?

    Grazie.

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  12. Salve professore, da qualche giorno seguo il suo blog e devo dire che più lo leggo e più mi convince.
    ma poi mi capita di leggere questo
    http://phastidio.net/2012/06/11/spesa-pubblica-tutto-e-relativo/#more-8153

    e allora mi chiedo dove sta la verità? mi spiego: mi pare di ravvisare in questo post dati (mi riferisco a quelli della Germania) e informazoni "diversi" da quelli che lei ci fornisce...
    Mi sfugge qualcosa?

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    1. Direi di sì, perché a me non pare proprio. Può essere più preciso? O è solo una spot pubblicitario?

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    2. Buongiorno, intanto la ringrazio per la risposta: credo non sia facile stare dietro a tutti noi assetati di verità!!
      No niente spot! cerco solo di farmi chiarezza: forse ho letto troppi articoli tutti insieme e ora comincio a fare confusione!mi riferisco per esempio al dato relativo alla spesa pubblica che nell'articolo citato dicono sia aumentata mentre lei, mi pare, ma ora non riesco a trovare l'articolo, dice che non è così.
      sempre se non ricordo male, lei ha parlato dei lavoratori tedeschi che non se la passerebbero molto bene, sia per quanto riguarda il salario che per le condizioni di assunzioni/licenziamento e infatti il nostro caro articolo 18 sarebbe stato "ritoccato" proprio per rendere noi lavoratori "più uguali" a quelli tedeschi! e allora come mai in questa situazione cito testualmente "E’ appena il caso di segnalare che l’aumento di spesa pubblica tedesca è da attribuire in modo non marginale all’operare dei cosiddetti stabilizzatori automatici (sussidi, trasferimenti alle famiglie),".
      grazie ancora...
      Emiliano

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  13. buongiorno professore,
    ho alcune domande riguardo al recente "salvataggio" della spagna. riassumendo:
    1. si è creato un fondo da 100 miliardi
    2. questi 100 miliardi sono dati dai vari stati. vanno quindi ad aumentare il loro debito pubblico. questi nuovi debiti sono conteggiati nel bilancio degli stati donatori?
    3. questi soldi sono comunque "prestati" alla spagna. ma a che tasso?
    4. questo fondo a chi va? leggo che lo stato spagnolo lo dovrebbe usare per "salvare le proprie banche". praticamente quindi cosa succede a questi soldi? le banche sono sollevate da parte del debito pubblico spagnolo che viene "girato" ad altri stati europei?

    grazie in anticipo

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  14. Ciao Alberto, ieri non sono riuscito a farti tutti i complimenti che ti meriti, ribadisco quindi la stima per la lucidità delle analisi, l'esser sempre pronto al confronto e la pazienza con cui cerchi di far capire a noialtri le disfunzionalità di questo sistema con leggerezza e personalità.
    Ma c'è una cosa dell'intervento di ieri (e più in generale dalla lettura del blog)che non mi è troppo chiara...
    L'uscita dall'euro, con la svalutazione e tutti gli annessi a connessi, il riappropiarsi della sovranità monetaria etc., sono tutte cose giustissime, MA POI??
    40 anni di neoliberismo hanno quasi distrutto il nostro apparato industriale, la nostra classe politica non sembra darci ricette di nessun tipo per ridare slancio all'economia, le uniche voci fuori dal coro sul piano internazionale sembrano essere quelle dei partiti estremisti (da una parte e dall'altra, vedi Syriza, o il partito della Le Pen).
    In questo quadro funereo, tu che ricette dai??
    Io son molto pessimista sui processi di uscita dall'euro, non tanto perchè la permanenza possa essere in qualche modo salvifica, ma fondamentalmente per non lasciare i popoli d'Europa nella mani delle destre vere, che in Ungheria han messo su uno stato fascista, in Grecia e Francia sono al 20-25 % dei consensi, in Italia la Lega è arretrata ultimamente solo a causa di disordini interni al partito, ma è un partito che siede all'interno del parlamento ormai da vent'anni.
    Tu che ci offri???

    ribadendo sempre più la stima, cordiali saluti
    FZ

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    1. Caro Francesco,

      ne ho parlato anche con Riccardo con due "c" per capire se condivideva la mia analisi. Non è troppo chiaro nemmeno a me il poi, e però rispetto a quello che dici devo fare una ovvia precisazione. Non mi pare che sia l'uscita dall'euro a determinare l'avanzata delle destre. Questo non lo sappiamo o meglio non lo sappiamo ancora. Quello però che sappiamo già è che la permanenza nell'euro sta portando a un'avanzata delle destre. Il motivo, banale, per il quale in Grecia emerge in neonazismo è lo stesso motivo per il quale in Germania è emerso il nazismo: il tentativo di schiacciare una civiltà sotto il peso del debito. Ora tocca ai greci, e l'euro è uno strumento di questa oppressione. Argomentare che siccome i partiti di destra cavalcano la reazione a questo delirio, allora LA CAUSA DELL'AVANZATA DELLE DESTRE SAREBBE DI SINISTRA, come mi pare faccia molta snistra italiane e forse pure tu, mi sembrerebbe una lieve imprecisione.

      Ciò posto, il problema del cosa fare è strettamente connesso al problema del con chi farlo. Certo, finché oggi abbiamo gggiovani di una certa caratura, governi tecnici di un'altra caratura, e una sinistra social-liberista subalterna in toto al pensiero omodosso, il problema sembra insolubile.

      Ma vedi, da Eurodelitto e eurocastigo, come pure dagli off records del convegno di Vasto, io una cosa l'ho capita. I politici italiani hanno una paura fottuta della verità. Attenzione: non della Verità, della verità con la "v" minuscola. Se i loro elettori sapessero cos'è l'inflazione e cos'è il debito estero, loro sarebbero morti (politicamente, spero) il giorno dopo. Punto.

      Detto in un altro modo, solo la diffusione della conoscenza può favorire la crescita di un nuovo soggetto politico (o il rinnovamento di quelli vetusti attualmente disponibili).

      "Sovranità monetaria di chi?", chiedeva Riccardo con due "c". Una domanda ben strana: di un parlamento democraticamente eletto. Non è abbastanza? Ma senza conoscenza non si può avere: si possono avere gli slogan diffusi dai serial killer della verità, in versione Donald o in versione Livini.

      Il nostro apparato industriale non è così distrutto. Nonostante sia schiacciato da una politica valutaria insensata, riesce a competere con successo all'estero. E occorre comunque un cambio totale di paradigma: una socializzazione massiccia dell'investimento basato sui piccoli progetti, quelli che migliorano o salvano la vita delle persone (dipingere la linea di mezzeria sulle strade statali, ad esempio). Non c'è una classe politica? Certo. Ma dentro l'euro ci sarebbe? No. Ci sarebbe solo la seconda puntata della privatizzazione dei profitti da parte della Germania: dopo quelli legati alla finanza e al commercio, quelli legati all'acquisizione di asset reali (tutte le public utilities italiane, le municipalizzate, le migliori aziende, ecc.). Questo sta già cominciando, è già iscritto nelle richieste che ci vogliono fare.

      Lo stai valutando nei tuoi scenari?

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  15. Fosche nubi si addensano all'orizzonte:
    http://www.wallstreetitalia.com/article/1393641/debito/ecco-il-piano-segreto-per-chi-esce-dall-area-euro.aspx

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  16. Buongiorno Professore,

    Il sole 24ore sembrava sulla buona strada, ma se le sue analisi cominciano ad avvicinarsi alla realtà è solo per unirsi al coro del + Europa.

    "Schnell, Frau Merkel"
    "Prima è toccato alla Grecia, poi all'Irlanda e al Portogallo. Puntuale è arrivata la volta della Spagna. Tocchiamo ferro per l'Italia. (ndr mi sembra un rimedio efficace). Si può sostenere, con un minimo di ragionevolezza, che l'Europa esiste se si consente ai mercati di attaccare e colpire impunemente un Paese dietro l'altro? La risposta è no."

    Il sole si appella quindi alla Merkel affinchè recuperi "la forza politica dei padri fondatori e porti a compimento il disegno di Helmut Kohl" perché "Tra le macerie di piccoli e grandi Paesi europei non può sopravvivere una Germania forte e in salute".
    "Il tempo delle parole è finito, con dieci anni di ritardo, il disegno di integrazione politica va portato a compimento attraverso scelte concrete, immediatamente operative. Almeno tre."
    1 - Garanzia unica per i depositi bancari europei.
    2 - Accesso diretto al Fondo salva-Stati (Efsf) da parte degli istituti di credito.
    3 - Unificazione dei debiti pubblici europei

    "Questo serve subito, serve all'Europa, e serve alla Germania. Non è suo interesse mettere a terra le economie europee dove continua a collocare oltre il 60% del suo export e a detenere la gran parte degli asset esteri".

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-12/schnell-fraumerkel-063505.shtml?uuid=AbdnmxqF&cmpid=nl_7%2Boggi_sole24ore_com



    "Effetto contagio. Fitch: a rischio tutte le triple A d'Europa".
    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-12/effetto-contagio-fitch-rischio-102047.shtml

    Un'altra costante è che tutti stanno a preoccuparsi della salute della Germania (che è la principale artefice dell'eurodisastro) con toni ben diversi da quelli riservati ai piigs.
    Ora stanno tutti a elemosinare al cospetto della virtuosa con toni fantozziani (ma quanto è buona lei! quanto è virtuosa! quanto è umana!). Siamo uno stato di ragionier Fantozzi!

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  17. "dove erano gli economisti"

    Ma non è neanche originale il Copyright è della Regina Elisabetta :-)

    Certo è se gli economisti sono rappresentati da quelli che sono attualmente al governo non è che ci fate una bella figura,lo spread è a quota 475 la Fornero ha fatto una riforma senza sapere neanche il numero degli esodati.

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    1. Non vorrei sfuggisse che se al governo c'è certa gente, è anche per colpa di certi elettori di sinistra acritica che poi vengono a fare certe domande a me. Ma di questo voglio parlare in modo organico, perché è la stessa distruzione dell'università, la stessa distruzione della possibilità di avere un pensiero critico in Italia, che è responsabilità diretta anche di certi atteggiamenti studenteschi. Le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni. Poi quando vi accorgete di dove state andando non venite a piangere da me. Spiegherò questa cosa con la debita calma e documentazione.

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  18. Fornero: «Sostituirei vertici Inps» Ma tutti l'attaccano, dal Pd al Pdl

    http://www.unita.it/italia/fornero-vertici-inps-da-sostituire-br-ma-tutti-l-attaccano-dal-pd-al-pdl-1.420032

    ******

    Siamo al buio....Monti afferma di avere perso il consenso dei poteri forti,la Fornero da di "fuori", e visto che tutti insieme danno i numeri,anche io dico la mia,il governo Monti non mangia il panettone.

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  19. Caro Alberto,
    bisogna avere pazienza (non nel senso di mera sopportazione ma nel senso di Oda Nobunaga) e attendere l'evoluzione degli eventi, continuando a diffondere la consapevolezza senza farsi tirare nelle inutili polemiche (ma facendo quelle necessarie, non sia mai).
    I risultati verranno. E non intendo la sostituzione di una classe dirigente (cioè un'aspirazione politica che ti è estranea) per via di "convincimento", ma il "riconoscimento" di una "nuova" classe dirigente per la forza legittimante dei fatti e della verità.
    Stai sfondando una nuova frontiera dove gli "economisti" hanno una nuova visibilità, avulsa dall'imbarazzante "sviolinismo" non solo dei "rumorosi" (quelli hanno dei problemi con l'umanità) ma anche de "levoci", che sono solo la retroguardia in ansia (perchè fiutano di essersi troppo a lungo schierati con la parte "cattiva") del piddinismo applicato en travesti.
    Intanto, il fenomeno donald è già autoincartato come tutte le cose che si basano sulla spinta emotiva più facile e che finiscono per tirare la volata a ciò che dicono di combattere...

    Piuttosto, OWS non è una cosa senza senso ma un percorso molto interessante pur con tutti i suoi limiti (lo spontaneismo suggestivo, purtroppo, rischia di legittimare il pensiero unico di chi...non pensa).
    Oggi, il vero problema, piuttosto, è che la propaganda "euro-piddina" rafforza la sua presa "socio-elettorale" (melioratio ante mortem, una specie di badoglismo, cioè la via di salvezza per chi ha troppe responsabilità per cambiare) proprio perchè c'è troppo poco "Bagnai" non perchè Bagnai è "troppo".

    La via italiana alla divulgazione dei dati e delle analisi conformi ai principi più affidabili per spiegare una drammatica realtà che, altrimenti, rimarrebbe oscura, purtroppo, può essere affrontata solo cercando sempre più interlocutori (scientificamente parlando) appartenenti al mainstream e obbligandoli al pubblico confronto (mica solo diretto, loro sanno molto bene che esisti e quanto sei a real, growing, pain in their ass).
    Per far questo va bene partire dal basso ma per andare sempre più verso le alte sfere (le grosse "palle"), cioè andando a investire di dati e analisi proprio quelli che li nascondono e li manipolano. Tra qualche mese, prevedo che i sobri arroganti saranno in fuga e che chi "ha suonato la campana" avrà un ascolto che nemmeno sospettava...all'inizio.
    Tanto non potranno mantenere a lungo l'"occupazione" degli spazi e l'aplomb (è alquanto difficile mentre la gente ti insegue coi forconi)...

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    1. Una precisazione. Io non ho detto che OWS non sia interessante. Al contrario. Ho detto che in Italia non c'è. Siccome mi è stato chiesto "dove sono gli economisti e perché non fanno come quelli americani che vanno a OWS", ho fatto notare che nessuno in Italia ha fatto qualcosa di simile a OWS. La valutazione di un collega è che nessuno l'abbia fatto perché in Italia c'è ancora troppa opulenza. Anche negli States non scherzano, apparentemente, ma forse abbiamo una percezione relativamente distorta (o loro stanno acquisendo una percezione relativamente meno distorta!).

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  20. Su www.ecodellarete.net è disponibile il primo video dell'incontro di ieri a Napoli. Nel corso della giornata e della notte saranno disponibili tutti gli altri video, man mano che saranno caricati.

    Permalink (link permanente all'articolo):http://www.ecodellarete.net/code/xslt.aspx?guid=7c21802c-0515-408b-8593-b0e1657b2daa&isOld=False&idSelEdition=db299b7d-274b-4be3-9850-9827d32a82a8

    Fior

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    1. Grazie! Segue post su fascismo e buona fede.

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    2. Non riesco a vedere i filmati sul notebook dove ho Explorer 8. Se c'è anche un link diretto a Youtube me lo mandi? Comunque senza fretta, perché il vero problema è che "è mezzanotte e sono sveglio...", ma per dei pessimi motivi: il mio chiodo fisso è 'sto PC 'e mmerda...

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  21. Prof, ma tu alla loro età ci saresti andato a sentirti? Senza offesa, io no... davvero curioso comunque andarci un po' così e comprendendo un po' cosi'fare interventi un po' cosi'... direi che non fanno più le proteste studentesche di una volta (ma direi anche male, perche' quelle degli anni 80 non è che avessero sto incredibile spessore, a parer mio...).

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    1. No, non ci sarei andato perché l'economia non mi interessava. Andavo alle master class di Bruggen, Boeke, Memelsdorff, ecc. perché a me interessava quello.Va anche detto che la situazione non era così critica come oggi, quindi il controfattuale è un po' del tipo "si mi' nonno aveva cinque palle".

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  22. Intervista al premio Nobel per l’economia, Paul Krugman

    http://www.youtube.com/watch?v=pQuLxig1TwI&feature=player_embedded

    ******

    Per chi l'avesse perso.

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  23. Nell'ambito di una real-politik (cioè rassegnata alla esistenza dell'euro) questa mi è piaciuta:
    http://www.gustavopiga.it/2012/moretti-2-e-quella-sacher-torta-sconosciuta-al-tesoro-italiano/
    Se non altro dimostra che i Boldrin riescono a fare breccia ideologica ben oltre il diktat presunto dell'europa (insomma più realisti del Re, e stile Pavolini a Salò...anche se mi chiedo: i badogliani non dovrebbero essere fisicamente e geograficamente separati da Salò,? Che confusione!).
    Ora, considerata la rilevanza della questione della spesa sul futuro del PIL e quindi dell'occupazione e del benessere sociale, come lo spieghi allo studente donaldiano, o meglio come ci vai a discutere quando questi saranno diventati migliaia, via via che la distanza tra potere e democrazia si allargherà?
    Ci sarà da ridere|

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  24. Vocidallagermania ha pubblicato un articolo di Die Welt (http://vocidallagermania.blogspot.it/2012/06/quanto-costerebbe-alla-germania-uscire.html) nel quale il giornale prova a calcolare i costi per la Germania di un'uscita dall'euro.

    Ragazzi, a metà circa leggo: "Alla fine di maggio erano 699 miliardi (i crediti Target II), pari a piu' di 2 bilanci federali. E ogni mese si aggiungono fra i 50 e i 100 miliardi. Di fatto l'export tedesco viene pagato con credito tedesco".

    DI FATTO L'EXPORT TEDESCO VIENE PAGATO CON CREDITO TEDESCO!!!

    Strabilio! Se lo dicono da soli, ma qui da noi nessuno (a parte una minoranza) ha preso coscienza di questo DATO DI FATTO. Cosa accadrà quando, alla fine, questa verità verrà a galla? A chi verrà data la colpa?

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    1. Ovvero la reinvenzione tedesca del turismo (esportazione con costi di trasporto a carico dell'acquirente) : chissà come s'incazzano quando sarà lampante, anche a loro, l'essenza di fantastica partita di giro.

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  25. Due articoli di propoganda uno (da ^destra^) a favore dell'uscita dall'eurozona :
    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1G5FFG

    l'altro da sinistra che ridicolizza coloro che vedeno i danni dell'euro definendoli implicitamente :anziani , poco istruiti , male informati [gli vogliamo rispondere a quest'individuo?]

    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1G5NU5

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    1. Mi riconosco nell'immagine di ceto debole e non informato. Per esempio non so chi sia Mannheimer e quali studi abbia fatto per poter asserire con tanta stolta sicumera "un'ipotesi che come sappiamo ci porterebbe ad una situazione ancora peggiore". E (per fortuna) non so nemmeno dove abita. Ma so che passa molto tempo in compagnia di Bruno Vespa, o sbaglio? Secondo te dobbiamo rispondere a una roba simile?

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  26. Sempre sugli economisti dov'erano ci si dovrebbe chiedere dove diavolo siano i giornalisti... eccolo qua uno degli economisti italiani che da qualche anno cerca di fare il porta a porta per raccontarla tutta, ci vorrebbe un minimo sforzo di andarseli anche a leggere gli economistimadoveeranoglieconomisti.

    Un EROICO Nino Galloni da diffondere in tutti i modi:

    http://www.youtube.com/watch?v=t_ssGy0LXo0

    Giuseppe

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    1. Le analisi di Galloni mi trovano,quasi sempre,daccordo ma (credo di avere la condivisione del Prof. Bagnai e mi farebbe piacere sapere come la pensa) non approvo e riesco a capire perche' sia andato al meeting di Donald.Per essere sicuramente strumentalizzato e,alla meglio, frainteso a loro uso ?! Non voglio arrivare a credere che un minimo di vittimismo lo stia "prendendo" e......ogni palco e' buono per far sapere quanto i poteri fortissimi dell'epoca siano stati inclementi e drastici con quello studioso e funzionario dello stato di fine secolo.

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    2. io posso capire questi interventi.. c'è gente che ha dato il cuore e altro per questo paese e poi sono arrivati dei chicago boys sbiaditi che stanno cancellando il nostro paese dalle cartine geografiche!
      si fa strumentalizzare? e dove dovrebbe andare per far capire che i cdd. "salvatori della patria" sono peggio di Pomicino?

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    3. Concordo sulle motivazioni che lo possono aver spinto.Saranno sicuramente quelle.Non credo,pero', sia l'unico a trovarsi in quelle condizioni oggi.Ti invito serenamente a riflettere sul perche' il Prof. Bagnai non sarebbe mai andato da colui/coloro che,durante la rivoluzione industriale, credono di aver inventato nientemeno che la.........ruota. Avrebbe di colpo risolto tutti i problemi di mobilita'dell'epoca.

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    4. Io scrivo qui da novembre, ricordo che "avvisai" in anteprima assoluta della, come dire, "scarsa" credibilità di alcuni personaggi quando NESSUNO ne parlava male e la situazione era calma questo testimonia l'assenza di preconcetti ideologici di Bagnai e che ci avevo azzeccato...

      Su Galloni, non è un semplice economista, ha lavorato per il governo italiano dall'interno conosce vari altarini e mise per iscritto (non a chiacchiere) come ad esempio sarebbe raddoppiato il famigerato debito italiano 30 anni fa, visto che viviamo in uno stato di forte rimbambimento collettivo io apprezzo molto chi le prova tutte pur di dire la verità e galloni le sta provando tutte da ANNI per raggiungere il pubblico più vasto possibile (fra poco fa volantinaggio) ci ha scritto anche i libri! manca solo il porta a porta in un paese dove poi ti fanno la domanda "ma dove erano gli economisti?", quando il problema è ma dove erano i giornalisti? dove erano i giuristi? ma soprattutto noi cittadini dove diavolo eravamo????

      La posizione di Galloni è questa in sintesi ed è completamente contraria al senso comune nichilista e fortemente depressivo in cui viviamo, ed è una posizione che io condivido perché coerente con la realtà che vedo:
      “si è capito definitivamente che stampare moneta non aumenta l’inflazione questa è la novità che è emersa grazie alla crisi, è caduto il vincolo che ha impedito uno sviluppo sano, gli investimenti in tecnologia etc. si è capito che oggi l’umanità ha a disposizione tecnologie che consentono di avere a disposizione beni e servizi in modo molto maggiore rispetto alle esigenze degli attuali 7-8 miliardi di esseri umani con questo si scontrano gruppi di potere ad esempio impauriti dal fatto che l’energia si possa produrre per tutti a costi vicino a zero portando l’essere umano alla libertà’".

      Ecco Galloni parla anche del finto ecologismo tanto caro alla finanza.... in italia sono tutti contro la finanza e tutti a favore del suicidio collettivo voluto dalla finanza, andiamo bene andiamo.

      A me non interessa che sia andato in certi convegni anzi meglio, ha fatto da antidoto perché così la gente capisce che proprio in italia gli economisti ci sono non ce li dobbiamo far prestare, viviamo in un delirio totale per un fortissimo deficit di informazione, viva chi cerca in tutti i modi di porvi rimedio viva galloni e viva bagnai. Noi però cerchiamo di fare il nostro.

      Giuseppe

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    5. Caro Giuseppe concordo con te.Totalmente sull'ultima frase. Anche io non posso,lo dicevo in premessa,che elogiare e condividere le idee e il "lavoro" di Galloni.E di piu' non posso che vantare e complimentarmi con il Prof. Bagnai "anche" per il tempo e le squisite energie che dedica a questo granbellblog !!! VIVA BAGNAI,VIVA GOOFYNOMICS.......VIVA NOI che, poco a poco, ci stiamo svegliando dal torpore.

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  27. Ma gli economisti dov'erano? Persi nelle sise di quella lì malignamente annoiata in prima fila. (Maronna santa, Fragole e Sangue porta una sfiga che l'Ape Maya non ha idea) Ho scoperto, caro il mio Bagnai, che lei non va in giro con il cartello "NO EURO" addosso, e che è pure lucido. Ma, dal mio punto di vista marZiano, dopo l'euro che facciamo? Nazionalizzazione delle banche, immagino; scala mobile per i salari e gli stipendi; eliminazione delle accise sul petrolio, blocco dei movimenti dei capitali, rottura del mercato unico con dazi, e poi? Magari politica industriale, pianificazione. La patrimoniale no, perché tanto i patrimonialisti li abbiamo fucilati en passant. Mi dica, o lucido postK, con il capitale lei come si mette?

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    1. Sono lucido perché ho la pelle grassa e pochi capelli. Secondo Bellofiore i postK in realtà sono abbacinati (ma forse non dalle stesse cose che hanno abbacinato te, o accorto marZiano politicamente scorretto)...

      Ma, non so, dammi qualche idea tu. Tu che mondo vorresti? Sai, mi stai simpatico, se posso darti una mano a realizzarlo lo faccio volentieri...

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    2. Joseph PostK non avrebbe subito un nonprocesso così gretto nel mondo post-moderno, post-fordista e post-almarket di cui tanto ci piace discutere.

      aspetto l'ultimo intervento di Bellofiore messo in rete per fare delle piccole precisazioni sull'emozionante mondo dei giovani impegnati, dove a giudicare dalle idee trite e dalla capacità (o meglio dalla volontà) di comprensione, c'è stata veramente una verticale caduta del saggio di profitto.

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  28. A me è piaciuto molto il preambolo di Gennaro Zezza sul neoliberismo. Sintetico ma completo (almeno per me).
    Matteo.

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  29. Dunque avendo visto tutti i video (grazie a ecodellarete) devo dire che mi trovo nella scomoda situazione di aver apprezzato tutti e quattro gli interventi, anche se, neanche io come Claudio, ho capito la posizione di Bellofiore in definitiva.

    la cosa che mi lascia perplesso è l'apatia mista a spocchia del pubblico. possibile che su 4 interventi ricchi di spunti e riflessioni nuove (perché non le hanno mai sentite, ci scommetto) non abbiano avuto nessun interesse ad approfondire? neanche una domanda. niente. non erano neanche domande gli interventi, erano "rimproveri" generici rivolti a chi gli sta dando gli strumenti per andare oltre il luogo comune.

    e mi permetto anche di essere scettico sulla faccenda dell'esigenza di ricercatori sociali. può essere vero, ma sono un pochetto stufo di chi non coglie la differenza tra varie scuole economiche. l'idea che siano tutte neutrali, meccaniche o in generale fuori dalla realtà è falso e dimostra tutta la loro ignoranza e volontà di non comprendere. la ragazza che ha parlato, possibile che non colga che il quadro generale descritto dai 4 professori (in questo caso in particolare Zezza) sia il contesto nel quale si è sviluppata una certa idea di lavoro o di mercato del lavoro? e che la critica alla precarietà senza capirne il contesto e gli strumenti per combatterla, è inutile? non a caso determinate dinamiche non vengono minimanete comprese da questi movimenti, vuoi perché rifiutano l'economia (perché hanno in mente le forzature schifose di Mankiw), vuoi perché si fanno attrarre spesso da quelle teorie un po' tonte, alla T. Negri e compari, dove vince chi inventa più neologismi per non dire un cazzo.

    un altro aspetto che mi ha colpito è una generica polemica contro il modo di parlare dei professori, considerato genericamente "non adatto ai giovani". vorrei scrivere qualcosa di lungo su questo, ma è una tale cazzata che non mi viene in mente nulla.

    sulla polemica del "Bagnai e Zezza non scendono in piazza" c'è una semplice cosa da dire: senza il loro lavoro (e dei loro colleghi) il pensiero unico sarebbe realmente unico. il che è abbastanza per essergli grati.

    un ultima cosa: se uno ha interesse gli economisti critici li trova. a me Kaldor non ha mai bussato a casa, anche perché non gli avrei comprato nulla!

    ci sarebbe molto altro da dire in effetti perché è un argomento interessante quello della retorica del giovane le cui istanze sono a priori interessanti, ma aspetto l'eventuale articolo di Alberto.

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    1. Vai pure avanti tu, che a me viene da piangere. E poi sto organizzando le sessioni del workshop, e aggiornando il sito. Il piccolo barone fiorentino.

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